Dediche:
Ad Alessia e Lara che mi hanno tartassat... hemmm... gentilmente chiesto il
seguito :P
Star
parte III
di Naika
** Compleanno ***
Di certo c'era qualcosa che non andava.
Andrew lo evitava come la peste.
Evitava di guardarlo, evitava di parlargli, faceva di tutto per tenerlo
lontano.
Dj era deciso a mettere le cose in chiaro ma non riusciva ad avvicinare il
ragazzo. La mattina arrivava accompagnato da quell'armadio di Ryo e il
pomeriggio se ne andava con lui. Passava tutta la pausa pranzo in classe e
usciva solo quando era sicuro che Dj non potesse seguirlo.
Gli stava decisamente facendo saltare i nervi!
E più passava il tempo più i motivi che potevano spingerlo ad un simile
comportamento nei suoi confronti si accavallavano nella sua mente
divenendo giorno dopo giorno sempre più fantasiosi e assurdi. Doveva
assolutamente scoprire cosa stava succedendo o avrebbe finito con
l'impazzire. Quel ragazzino era un vero mistero. Prima sembrava timido e
introverso, poi lo baciava in infermeria e adesso lo disprezzava!
Dj diede gas e la moto schizzò in avanti sull'asfalto.
Voleva una spiegazione e l'avrebbe avuta, aveva aspettato già fin troppo!
Andrew chiuse il libro con uno scatto secco.
Non riusciva più a distrarsi nemmeno studiando il che era veramente
grave!
Era già passati tre giorni e ancora non riusciva a decidersi il da farsi.
Di dimenticarlo neanche a pensarci.
Non ci riusciva proprio.
Di solito almeno studiando riusciva a cancellare tutti i pensieri. Decise
che doveva fare due passi per distrarsi e presa la giacca uscì. Camminava
distrattamente per le vie del centro osservando svogliatamente le luci dei
negozi quando sentì una voce che lo chiamava. Si voltò sorpreso quando
vide un ragazzo biondo correre verso di lui.
"Ciao!" gli disse questi con un sorriso radioso.
"Ciao" gli rispose Andrew aggrottando la fronte.
Aveva una faccia familiare ma. il ragazzo dagli occhi nocciola lo fissò
contrariato "Cavoli non si può proprio dire che io abbia fatto
colpo!" gli disse mettendo su un broncio esagerato. "dai
sforzati non ti ricordi proprio?" gli chiese il ragazzo con tono
disperato. Andrew lo fissò confuso.
quel modo di fare teatrale.
"Sasha!" esclamò ricordando di colpo. Sasha sorrise radioso
tirando un sospiro di sollievo "Meno male il mio ego è salvo!"
disse prendendolo per mano "Vieni ti offro da bere!" disse
trascinandolo dentro un negozio di dischi.
Andrew lo fissò stupito. Quello era tutto matto.
Sasha invece lo accompagnò sul retro dove c'era una grande stanza adibita
a magazzino. Appoggiato ad una parete un piccolo frigorifero ronzava.
"Coca, sprite o fanta " chiese infilando la testa bionda nel
frigo "Coca grazie" disse Andrew osservando l'altro armeggiare
con le lattine. Era strano ritrovarsi lì a parlare così con lui
"Lavori qui?" gli chiese Andrew guardandosi intorno curioso,
Sasha annuì "L'attività è di mio padre io do una mano il
pomeriggio quando non ho troppo da fare con il teatro" spiegò
"Teatro?" chiese Andrew stupito. Sasha annuì con vigore.
"Niente di serio, lo faccio per hobby però mi diverto e me la cavo
benino!" disse "Coca o non Coca?" proclamò assumendo una
posa altamente drammatica se non fosse stata resa grottesca dal fatto che
teneva in mano una lattina. Andrew rise suo malgrado. "Così va
molto meglio" mormorò Sasha tornando serio "Come scusa?"
gli chiese Andrew sorpreso. Il ragazzo biondo gli sorrise con dolcezza
"Avevi un aria così abbattuta prima" gli spiegò e Andrew
arrossì. Sasha gli si avvicinò scostandoli un ciuffo ribelle dagli occhi
con un gesto delicato i loro occhi s'incontrarono. Avvertì il proprio
cuore accelerare il battito mentre il biondo chinava il capo verso di lui.
Avrebbe potuto scostarsi o fermarlo in qualsiasi momento ma non lo fece.
Il pensiero di Dj tra le braccia di quella donna glielo impedì. Sasha era
gentile, allegro e spiritoso, certo non era Dj ma forse lui sarebbe
riuscito a farglielo dimenticare. Fu un bacio delicato, gentile. Sasha gli
passò una mano tra i capelli con dolcezza mentre gli accarezzava le
labbra con le proprie. "Hai un buon sapore sai?" mormorò quando
si staccò da lui fissandolo con una luce scintillante negli occhi
azzurri. Andrew arrossì abbassando il capo. Si sentiva terribilmente in
colpa.
Perché poi?
Perché l'ho baciato pensando ad un altro.
La risposta venne da sola.
Si sentiva un traditore e un imbroglione quello che stava facendo non era
giusto nei confronti di Sasha e nemmeno di se stesso. Ingannarsi non
serviva a niente. Non riusciva proprio a fare a meno di pensare a Dj
perfino mentre baciava un'altro. Il suono del campanello che annunciava
l'arrivo di un cliente richiamò l'attenzione di Sasha che con un sospiro
si scostò da lui
"Il dovere mi chiama" mormorò e tendendo un braccio in avanti a
mo' di superman si fiondò in negozio. Andrew sorrise, quel ragazzo era
proprio un pagliaccio ma la sua allegria era contagiosa. Sospirò finendo
la sua coca cola. Che cosa doveva fare? Raggiunse il ragazzo biondo in
negozio proprio mentre un gruppo di ragazzine usciva con il loro acquisto
in una elegante borsetta di nylon. Sasha allungò una mano e l'attirò a sé
ma questa volta Andrew lo fermò. Non era giusto ingannarlo così. Sasha
sospirò lasciandolo andare "C'è già qualcuno vero?" gli
chiese ma non era una domanda conosceva già la risposta. Andrew annuì
"Mi dispiace" mormorò ed era vero. Gli dispiaceva di non poter
ricambiare quel ragazzo solare e gentile.
Perché uno finisce sempre per innamorarsi della persona sbagliata?
Sasha scosse il capo "Pazienza" sospirò "Però potremmo
diventare amici che ne dici?" gli propose e Andrew sorrise
"Amici" disse tendendogli la mano
"Amici!" sentenziò l'altro stringendogliela con forza.
"E adesso dimmi chi è sto' str**o che ti fa soffrire che lo riduco
in polpette!!" disse sventolando un'invisibile sciabola. Andrew
sorrise e il biondino assunse un'aria ancora più truce prima di
riassestarsi e mormorare
"A parte gli scherzi Andrew ti va di parlarne?" Andrew si
sedette accanto a lui dietro il bancone. "E' arrivato da poco nella
nostra scuola. Era impossibile non notarlo è bello da togliere il
fiato" mormorò facendo sorridere il commesso.
"In classe io non sono molto popolare e ci sono alcuni ragazzi che si
divertono a farmi degli scherzi pesanti. È successo anche venerdì scorso
in palestra e lui è intervenuto per aiutarmi. È stato molto gentile con
me e quando siamo rimasti soli in infermeria bhe ecco." s'interruppe
arrossendo
"L'ho baciato" mormorò.
"Evvai!!!" esclamò Sasha "Così si fa!! E poi l'hai
sbattuto contro il muro e gli hai tolto tutti i vestiti?" gli chiese
entusiasta mimando l'atto di strappare qualcosa con i denti.
Andrew lo fissò allibito "Ma sei pazzo eravamo a scuola!"
"E allora? Era un'occasione d'oro!" esclamò il ragazzo biondo.
Andrew scosse il capo "Tu sei matto" commentò
"Comunque non vedo dove sia il problema lui ti ha respinto?" gli
chiese Sasha sorpreso.
Andrew scosse il capo. "Io ho scoperto una cosa su di lui" disse
con tono mesto.
"Oddio lo sapevo è un alieno! Un vampiro, un fantasma chiamate i ghostbuster!"
mormorò il commesso saltellando mentre si guardava introno tendo tra le
mani un'invisibile fucile.
"La vuoi finire!!" esclamò Andrew esasperato.
"Scusa" disse Sasha tornando a sedersi "Ma se davvero non
è nessuna di queste tre cose davvero non vedo che cosa dovrebbe impedirti
di conquistarlo" Andrew lo fissò sorpreso.
Quel ragazzo era veramente inarrestabile!!
"Lui .. lui è. fa" accidenti non gli riusciva di dirlo
"Lui fa il gigolò"
"Oh" mormorò Sasha contrariato.
"Capisci adesso" mormorò Andrew abbassando il capo.
"Capisco" mormorò Sasha cupo.
"Non hai abbastanza soldi per pagarlo giusto?"
Andrew rialzò il capo di scatto o Sasha era un'insensibile o voleva
essere strozzato!!
Tuttavia quando incontrò gli occhi azzurri del commesso vi lesse
comprensione e preoccupazione. "Tu ti abbatti troppo in fretta"
lo rimproverò bonariamente Sasha posandogli una mano sulla spalla
"intanto devi spiegarmi come fai a sapere che lui è davvero un gigolò
ti ha chiesto dei soldi per venire a letto con te?"
Andrew arrossì fino alle orecchie "Ma che dici!" mormorò
sconvolto
"Vedi non sei sicuro che sia davvero quello che tu credi."
Andrew scosse il capo. "L'ho visto con i miei occhi" mormorò
raccontandogli di quanto aveva sentito al pub e di quello che aveva visto
solo pochi giorni prima. Sasha rimase pensieroso a lungo "In effetti
tutto lascia pensare che lui sia davvero quello che dici tu ma potrebbe
pur sempre esserci un'altra spiegazione, potrebbe essere tutta una serie
di equivoci." Andrew annuì ma ci credeva poco "E poi devi
tenere in considerazione anche altre cose. Non è detto che a lui piaccia
il mestiere che fa. Magari la sua è una famiglia poverissima ed è
costretto a prostituirsi per tirare avanti, oppure hanno abusato di lui
quand'era piccolo e adesso." Sasha s'interruppe di botto quando sentì
un singhiozzo strozzato provenire da Andrew.
Oddio l'aveva fatto piangere.
"Hei non fare così, non è mica detto che.." maledetta
boccaccia ma perché non stava zitto qualche volta!!
Avrebbe dovuto capirlo subito che quelle non erano cose da dire ad una
persona sensibile come Andrew!
Lo strinse tra le braccia cullandolo un po' finché non si fu calmato.
"Senti la cosa migliore che puoi fare è parlarne con lui. Cerca di
diventare suo amico di capirlo prima di giudicarlo ok?" Andrew annuì.
Si sentiva un po' meglio anche se adesso era preoccupato per Dj. E se
quello che gli aveva detto Sasha fosse stato vero? In fondo un bel ragazzo
come lui perché avrebbe dovuto vendersi. E se l'avessero davvero
maltrattato. La sola idea gli metteva i brividi e lo riempiva di rabbia
allo tempo stesso. Forse era lo stesso motivo per cui ora Dj era così
forte. Forse aveva dovuto diventarlo.
"Chi ci capisce qualcosa è bravo!!" esclamò tra sé e sé Dj.
Tre giorni di disprezzo.
E adesso questo.
Era arrivato in classe in anticipo come al solito e si era ritrovato gli
occhi nocciola di Andrew puntati addosso.
Erano tre giorni che pur di non guardarlo finiva per inciampare ogni due
passi e adesso lo fissava così.
I grandi occhi da cerbiatto lo avevano sottoposto ad un attento esame per
poi soffermarsi per un istante sul suo volto carichi di. compassione???
"Quel ragazzo ha deciso di farmi impazzire!!" sbottò "Con
chi ce l'hai?" gli chiese Elena sorpresa
"Scusa pensavo a voce alta" le disse lui con un sorriso forzato.
Basta era stufo di quella situazione assurda.
Non gliene fregava niente se quell'enorme Roy fosse andato a prenderlo
avrebbe fermato Andrew e gli avrebbe chiesto spiegazioni!
Il suo piano fu mandato in fumo però dall'arrivo di una lunga limosine
nera.
Stava giusto per agguantare Andrew quando l'elegante automobile scura fece
il suo silenzioso ingresso attraverso i cancelli scolastici fermandosi
dinanzi all'entrata.
Dj imprecò tra se, se n'era completamente dimenticato!
Leonard l'aveva avvertito che sarebbe andato a prenderlo per fare qualche
altra foto.
L'autista scese dalla vettura per aprire la portiera dell'auto da cui
spuntarono due lunghe gambe fasciate in pantaloni chiari.
Ci mancava solo lui!
L'alto francese si guardò intorno in mezzo a tutti quegli studenti in
divisa che lo fissavano curiosi. E poi vide l'inconfondibile figura di
Dilan che gli si avvicinava, sembrava scocciato. "Ciao Leonard"
gli disse serafico, l'altro alzò un sopracciglio sorpreso "Anche per
me è un piacere vederti!" mormorò con un sorriso.
Dj sospirò "Scusami sono di pessimo umore" si scusò il
ragazzo.
"Che ne dici se ne parliamo strada facendo non mi piace dare
spettacolo" disse rivolto agli studenti che li fissavano curiosi. Dj
sospirò infilandosi in auto. Leonad entrò dopo di lui e l'autista chiuse
la portiera dell'auto tornando poi al suo posto. Così com'era venuta
l'auto scura scivolò elegantemente oltre il cancello scolastico
immettendosi nel traffico.
Leonard? Sì Andrew ne era certo lo aveva chiamato Leonard!!
Certo che Dj se gli sceglieva ricchi e avvenenti!!!
Strinse la mandibola con rabbia. Altro che povero bambino maltrattato era
sicuro che si divertiva un mondo!
E lui che aveva sprecato la sua pietà per lui.
Quella mattina era così preoccupato che non appena l'aveva visto l'aveva
sottoposto ad un attento esame per scoprire se non avesse ferite o
contusioni visibili.
Come no!! Sasha gli aveva detto di cercare di capirlo prima di giudicarlo.
Bhe adesso aveva capito! "Andiamo!" disse stizzito rivolto a Ryo
che accanto a lui aveva seguito tutta la scena.
Il ragazzo più grande annuì soprappensiero.
"Senti fai qualcosa per festeggiare domani?" gli chiese dopo un
po' riscuotendolo dai suoi cupi pensieri.
"Domani?" gli chiese sorpreso Andrew sorpreso.
"Domani è il tuo compleanno no? Non te ne sarai mica
dimenticato!" esclamò Ryo tra il serio e il faceto.
"Ma no, no" gli rispose il compagno che invece se n'era proprio
dimenticato.
"No, non penso che farò niente. Mio padre e mia madre sono di turno
all'ospedale domani sera e quindi festeggeremo domenica
probabilmente"
"Bene!" esclamò Ryo soddisfatto "Domani sera ho la prima
partita di campionato con il liceo *** e mi sarebbe dispiaciuto
perderla"
Andrew si bloccò colpito da quelle parole. "Vuoi dire che se avessi
festeggiato domani sera tu avresti saltato la prima partita di campionato
per venire a farmi gli auguri?" gli chiese incredulo, Ryo arrossì
"Bhe tu sei più importante..." Mormorò. Andrew rimase a
fissarlo sorpreso per alcuni minuti e poi i suoi occhi si riempirono di
lacrime "Oh Ryo!" mormorò e alzatosi in punta di piedi gli
depose un bacio sulla guancia. Al che per poco il povero ragazzo non fece
un infarto "A..Andy!" balbettò diventando scarlatto.
Non ci poteva credere Andy, il suo Andy l'aveva baciato!
Era l'uomo più felice sulla faccia della terra!
"Su andiamo a casa adesso se arrivo in ritardo mia madre mi fa
mangiare la pasta scotta!" gli disse questi avviandosi seguito da un
galleggiante Ryo.
"Allora che cosa c'è che non va?" gli chiese Leonard curioso.
Dj sospirò "C'è un mio compagno di classe che mi sta facendo
diventare matto" borbottò. Leonard lo fissò stupito prima di
scoppiare a ridere "Che ci trovi di tanto divertente?" gli
chiese Dilan scocciato. "E' bello sapere che c'è qualcuno che riesce
a darti del filo da torcere" gli disse il fotografo con un sorriso
"Dimmi com'è? E' carino?" Dj lo fulminò con un' occhiataccia e
Leonard rise di nuovo. "La vuoi finire?" lo rimproverò Dj
sventolandogli un pugno sotto il naso appuntito. Leonard lo afferrò per
il polso attirandolo a sé. "Le.. leonard?" balbettò Dj prima
di ritrovarsi la bocca chiusa da quella del francese. La presa del
fotografo era ferrea ma la allentò quando sentì Dj schiudere le labbra
per lui. Senza nemmeno sapere come c'era finito Dilan si ritrovò sdraiato
sul sedile con l'uomo steso sopra di lui che faceva scivolare le sue mani
sul corpo tornito. Tuttavia quando avvertì la mano sottile infilarsi tra
le sue gambe sussultò allontanandolo. "Scusami" mormorò
Leonard con un sorriso dispiaciuto "E' che quando mi vieni così
vicino perdo la testa" Dj sospirò passandosi una mano tra i capelli.
"E' colpa mia non dovrei assecondarti" borbottò arrossendo.
Leonard gli sorrise facendo scivolare un braccio sulle sue spalle. "Dì
un po' questo tuo compagno di classe, ne sei innamorato?" gli chiese
mentre una luce strana gli brillava negli occhi chiari.
Anche lui quella dannata domanda.
Come se fosse facile da capire!
"Non lo so." Mormorò Dj. "Mi piace, ma mi piaci anche
tu" Leonard gli sorrise "Bhe ho qualche speranza allora!"
Dj lo fissò sorpreso specchiandosi nei sorridenti occhi grigi del
francese.
Giunsero in agenzia poco più tardi. Nonostante i pensieri confusi
che gli giravano per la testa anche le foto di gruppo che la casa
produttrice aveva deciso di fare solo in un secondo momento riuscirono
molto bene e Leonard poté riaccompagnarlo a casa abbastanza presto.
Quando furono dinanzi alla porta di casa Leonard lo fermò tendendogli un
bigliettino di carta. "Prendi è il mio numero di cellulare, quando
hai messo un po' d'ordine nei tuoi pensieri chiamami ok?" Dilan annuì
e Leonard non resistette alla tentazione di chinarsi a sfiorargli le
labbra con le proprie. "Ti amo sai?" gli disse lasciandolo di
sasso prima di salire in auto e scomparire lungo il viale.
"Oh dio." gemette Dilan entrando in casa, adesso aveva due
problemi!
"Andrew vieni c'è una telefonata per te!!" gli gridò la
sorella dal piano terra.
Andrew depose il libro che stava leggendo per scendere le scale.
"Chi è?" chiese sorpreso. "Un certo Sasha" gli disse
Cleo con un'alzata di spalle tornando in salotto. Andrew arrossì
prendendo la cornetta. Gli aveva lasciato il suo numero il giorno del loro
incontro ma non credeva che l'avrebbe usato così presto!!
"pronto?" chiese con voce un po' incerta. "Ciao
Amore!!" lo salutò allegramente Sasha dall'altro capo del telefono
facendolo arrossire ancora di più. "Sasha!" protestò ottenendo
in risposta una risatina. "Vorrei vedere la tua faccia ora!!"
gli disse il biondo.
Andrew sorrise suo malgrado. "Che vuoi?" gli chiese
"Bhe oggi è venerdì volevo sapere se uscivi" gli chiese Sasha
"Io e i ragazzi del teatro andiamo a mangiare una pizza vuoi venire
con noi?" Andrew scosse il capo e poi ricordando che l'altro non
poteva vederlo aggiunse "No, mi spiace non posso. Stasera è il mio
compleanno e ceno con i miei" gli disse, era una mezza verità, i
suoi genitori sarebbero usciti subito dopo le otto per il turno di notte e
sua sorella aveva un appuntamento con il suo ragazzo ma non aveva voglia
di uscire. Si sentiva amareggiato e deluso da quello che aveva visto a
scuola.
"Davvero!!" esclamò Sasha "Auguri!!" gridò nella
cornetta distruggendogli un orecchio.
"Ti ringrazio" mormorò con un sorriso.
"Bhe allora adesso ti lascio, vado a cercarti un regalo
speciale!!" gli disse Sasha.
Andrew fissò stupito l'apparecchio "ma.." balbettò
"niente ma." lo rimproverò Sasha
"Siamo amici no?" gli disse.
Andrew sorrise quel ragazzo era un vulcano ma sapeva essere anche molto
gentile.
"Bhe grazie" mormorò imbarazzato. Sasha rise allegramente
"Aspetta di vedere il mio regalo prima di ringraziare" disse con
una vocetta maliziosa che non prometteva niente di buono.
"Ho già un'ideuzza!! Sai che faccio pago Dj e te lo mando a
casa!" esclamò.
Andrew divenne paonazzo "Non ci provare neanche!" gridò, sua
madre fece capolino dalla cucina fissandolo sorpresa e Andrew si costrinse
ad abbassare il tono di voce. "Dai stavo scherzando!" lo
rassicurò Sasha "però mi dispiace proprio di non poter festeggiare
con te. Senti che ne dici se andiamo in piscina domani, dai offro
io!" "Bhe.." tentennò Andrew "Dai avrai l'onore di
vedermi in costume da bagno!" Andrew rise
"Hey guarda che mi offendo!" protestò il ragazzo biondo
dall'altra parte della cornetta. "Dai vieni così ti distrai un
po'!" "E va bene mi hai convinto!" accettò Andrew infondo
la compagnia di Sasha era l'ideale per scordare i brutti pensieri e poi
aveva bisogno di parlare con qualcuno.
Decisero insieme l'ora e il luogo dell'incontro prima di salutarsi e
riattaccare.
Andrew fissò il telefono con un sorriso. Si sentiva già meglio. Andò
fischiettando in cucina dove aiutò la madre a preparare la cena.
Sasha nascose uno sbadiglio stiracchiandosi sul divanetto. "Vado a
fare due passi ragazzi o qui mi addormento davvero" disse agli amici
con un sorriso alzandosi. Aveva mangiato una pizza peperoni, capperi e
acciughe buonissima ma era pieno come un uovo e aveva un sonno che non
riusciva a tenere gli occhi aperti. Se i ragazzi non avessero insistito
per andare a bere qualcosa a quell'ora lui sarebbe già stato da un pezzo
sotto le coperte al calduccio. Sorrise tra sé. E poi aveva corso tutto il
giorno per trovare un bel regalo da dare ad Andrew. Chissà se gli sarebbe
piaciuto. Aveva chiesto alla ragazza del negozio di incartarglielo e
spedirlo direttamente a casa sua.
Andò ad appoggiarsi al bancone del bar dove c'era un po' meno ressa. Poco
lontano da lui un cameriere stava preparando dei cocktail. Un gran pezzo
di figliolo con due occhi verde smeraldo e un corpo da urlo. Sasha sospirò
tornando a fissare la pista. Con uno così le speranze erano davvero
poche.
Sorrise tra se estraendo il cellulare di tasca.
Meglio avvertire Andrew dell'arrivo del pacco non voleva correre il
rischio che per sbaglio lo ritirasse la madre. Risposero al terzo squillo.
"Buonasera" salutò cortesemente il ragazzo biondo
"Posso parlare con Andrew Stuart?"
Il cameriere a pochi passi da lui sollevò il capo di scatto fissando il
ragazzo biondo. Non poteva sbagliarsi aveva sentito bene. Chi era quel
tizio? E perché aveva il numero di Andrew? Continuando nella sua accurata
opera di preparazione dei cocktail Dj si fece tutto orecchi per seguire la
conversazione. Il ragazzo biondo stava parlando di nuovo e quello che
disse non gli piacque per niente.
"Oh amore sei tu! Non avevo riconosciuto la voce!!" ci fu una
pausa durante la quale il ragazzo sorrise apertamente "Ma dai, ti da
fastidio che io ti chiami amore, dopo tutto quello che c'è stato tra
noi?" disse scoppiando a ridere alla risposta del suo interlocutore.
I bicchieri tra le mani di Dj tintinnarono rischiando di versare tutto il
loro prezioso contenuto.
Come aveva detto?
Tutto quello che c'è stato tra noi?
Cosa c'era stato tra loro?
Squadrò meglio il biondino.
Bhe era carino ma niente di eccezionale.
Ma come il venerdì prima si presentava con Ryo e adesso quello.
Ma quanti ragazzi aveva Andrew??
"Sì, ti chiamavo per farti di nuovo gli auguri di buon compleanno.
Ah guarda che ti ho spedito il regalo direttamente a casa e vedi di
godertelo fino in fondo, con quello che l'ho pagato! Se me lo mandi
indietro me lo tengo io!" gli disse allegramente "Va bene, va
bene. Ci vediamo domani?" chiese. Annuì un paio di volte. "Ok
tesoro, no non metterti niente di elegante tanto non terrai i vestiti
addosso per molto"
Il rumore del vetro che andava in frantumi fece voltare Sasha di colpo.
Il cameriere aveva lasciato cadere i bicchieri. Sasha fissò sorpreso il
ragazzo raccogliere i cocci. Il barista venne in suo aiuto e Sasha si
allontanò per finire la sua conversazione lontano da tutto quel
trambusto.
"Ma che ti è preso?" gli chiese Ross aiutandolo a raccogliere i
frammenti di vetro. "Scusami" mormorò Dj ancora sotto schock
per quanto aveva sentito. "E ' che non mi sento molto bene ti
dispiace se esco prima oggi?" Ross lo fissò corrucciato "Ma
certo vai pure" concesse con una scrollata di spalle. Dj annuì
fiondandosi negli spogliatoi.
L'aria fresca della sera gli sferzò il viso mentre lanciava la moto a
tutta velocità per le strade semi deserte.
Raggiunse casa Stuart in pochi minuti. Parcheggiò la moto vicino alla
staccionata e lasciò il casco sulla sella.
Corteggiare la segretaria aveva dato i suoi frutti pensò con un sorriso
prima di avvicinarsi all'uscio e suonare il campanello.
"Arrivo!" gridò Andrew abbassando il volume della tv e
dirigendosi verso l'ingresso.
I suoi genitori erano usciti da più di un ora per andare al lavoro e sua
sorella era andata via con il suo ragazzo verso le otto, Ryo poi era al
palazzetto dello sport allora chi poteva essere.
Sorrise tra sé.
"Sarà il regalo di Sasha" si disse con un sorriso ricordando la
strana conversazione avuta poco prima.
Aprì la porta con un sorriso sulle labbra che gli morì non appena
riconobbe il ragazzo dinanzi a lui.
Dj.
Dj con i capelli neri spettinati dal vento e gli occhi verdi scintillanti.
Dj con un paio di attillati pantaloni neri e una camicia di seta grigio
perla.
Bello come non lo aveva mai visto con la luce della luna che creava
riflessi blu sulle ciocche scure e il profumo del vento e della salsedine
che accarezzava la sua figura tornita.
"Ciao" lo salutò Dj con quella voce bassa e profonda che aveva
il potere di ridurlo in una gelatina tremante.
Dj fissò incantato quegli occhi castani spalancati, le labbra rosee
socchiuse e non resistette alla tentazione. Chinò il capo sfiorando
quelle labbra morbide con le sue. Andrew rimase immobile mentre le braccia
di Dj lo attiravano a sé.
Il ragazzo moro infilò lentamente la lingua tra le labbra socchiuse
assaporando quel caldo anfratto.
Sentì Andrew appoggiarsi a lui e lo strinse più forte a sé.
Si separò poco dopo per permettergli di riprendere fiato.
"Buon compleanno Andrew". Mormorò con il tono più sensuale di
tutto il suo repertorio.
Il ragazzo castano lo fissò in silenzio per alcuni secondi prima di
sgranare gli occhi.
Come faceva a sapere che era il suo compleanno? Gli unici che ne erano a
conoscenza erano i suoi familiari, Ryo e Sasha.
Il regalo di Sasha.
Andrew scosse il capo per allontanare quel pensiero. Mentre una vocina
maliziosa gli suggeriva quella soluzione. Ma se non era stato Sasha a
dirglielo chi? Ryo non aveva nascosto l'astio nei confronti di Dj e a
scuola nessuno sapeva la data del suo compleanno. Come aveva fatto a
trovare casa sua se lo stesso Sasha non gli aveva dato l'indirizzo e poi
c'era stato il bacio. E che bacio! Ricordava ancora la cascata di brividi
che aveva provato nel sentire la lingua di Dj scivolargli sul palato,
accarezzare la sua con grazia felina. Gli tornarono in mente la
conversazione avuta pochi minuti prima al telefono e i commenti di Sasha
quando gli aveva parlato della professione di Dj.
"Capisco non hai abbastanza soldi per pagarlo giusto?"
"Ho già un'ideuzza!! Sai che faccio pago Dj e te lo mando a
casa!"
"Ah guarda che ti ho spedito il regalo direttamente a casa e vedi di
godertelo fino in fondo, con quello che l'ho pagato!!"
No, non era possibile. Non poteva essere vero.
"Non mi inviti ad entrare?" gli chiese Dj sfiorandogli il volto
con due dita. Andrew indietreggiò velocemente. "Pr.Prego"
mormorò facendosi da parte. Dj entro in casa guardandosi attorno curioso.
Era piccola se confrontata con la villetta di sua madre ma era ordinata e
arredata con gusto squisito.
"Non vorrei disturbare" disse dimenticandosi che si era
praticamente auto invitato ad entrare.
Andrew scosse le spalle "I miei genitori sono a lavoro, tornano
domani mattina e mia sorella dorme dal suo ragazzo stasera" si
sarebbe morso la lingua non appena terminata la frase quando vide la
scintilla che brillò in quegli abissi verdi.
Gli aveva praticamente detto che erano soli e che nessuno gli avrebbe
disturbati per un bel po'.
Sembrava quasi un invito.
"Ti.. ti va un caffè?" chiese sparendo in cucina senza
aspettare risposta.
Dj sorrise tra se non capiva perché fosse così nervoso.
Andrew cercò disperatamente di calmarsi mentre osservava la caffettiera
rumoreggiare. Spense il fuoco e versò il caffè le mani gli tremavano così
tanto che quasi non riusciva a centrare le tazzine di ceramica. S'impose
di calmarsi. Sasha gli aveva fatto proprio uno bello scherzo. Adesso
sarebbe andato di là e avrebbe detto a Dj che lui non era il tipo di
persona che va a letto con un gigolò. Giusto!
"Se me lo mandi indietro me lo tengo io!"
Non poteva dire davvero!
Ma non credeva nemmeno possibile che Sasha gli mandasse a casa Dj e invece
era successo.
Tornò in salotto depositando il vassoio del caffè sul piccolo tavolino
di vetro dinanzi al compagno di scuola. Prese una tazzina e gliela porse.
"Perché sei così nervoso?" gli chiese il ragazzo moro
ignorando la mano tesa e scrutandolo negli occhi spalancati. Era più di
quanto Andrew potesse sopportare la sua mano tremò un po' troppo forte
rovesciando il caffè sulla camicia e sui pantaloni di Dj che scattò in
piedi con un grido.
"Oddio scusami" mormorò Andrew preso dal panico cominciando a
tamponare con il tovagliolo la camicia e i pantaloni del compagno.
"Andrew" lo chiamò gentilmente Dj afferrando la mano che nel
tentativo di asciugarlo lo stava decisamente eccitando.
Il ragazzo castano sollevò gli occhi nocciola incontrando lo sguardo
profondo di Dj. Prima ancora di avere il tempo di emettere suono si ritrovò
stretto a lui. Socchiuse le labbra lasciando al compagno libero accesso.
Dj gli lasciò andare il polso facendogli scivolare le mani attorno alla
vita e stingendolo con più forza accanto a sé. Andrew soffocò un gemito
contro la sua bocca nell'avvertire la propria eccitazione sfiorare quella
del compagno sotto il tessuto dei pantaloni. "Dj." mormorò
quando l'altro lasciò libera la bocca per farla scivolare lungo la linea
della mandibola. "A.aspetta Dj" Andrew sussultò quando il
ragazzo fece scivolare una mano sotto la camicia per accarezzargli il
petto, ogni ulteriore protesta venne soffocata dalla bocca avida di Dj che
tornava a cercare la sua. Andrew si sentiva morire, tutto il suo corpo
andava a fuoco, le gambe si rifiutavano di reggerlo tanto che fu costretto
ad aggrapparsi alla camicia dell'altro. Dj avvertendo il suo
problema e cominciando seriamente ad avere problemi anch'esso di stabilità
spinse il ragazzo sul divano. Il respiro di Andrew era affannoso sotto di
lui, le guance arrossate gli occhi scintillanti. "Dio Andrew tu
nemmeno ti rendi conto dell'effetto che mi fai" gemette strusciando
il proprio corpo contro quello dell'altro per dargliene una prova
concreta.
Andrew gemette inarcando la schiena e Dj ne approfittò per infilare una
mano tra i loro corpi abbassando l'elastico dei pantaloni della tuta che
indossava. Il ragazzo sotto di lui si agitò quando sentì la mano
dell'altro accarezzargli il membro protetto ormai solo dagli slip. Piantò
le mani sul petto di Dj preso dal panico. "No!" gridò
allontanandolo. Nonostante l'eccitazione Dj riconobbe una nota di paura
nella voce del suo amante e si fermò. "Perché hai paura Andrew?"
gli chiese dolcemente accarezzandogli il capo. "Io.io" mormorò
il ragazzo sull'orlo delle lacrime. "Shhhh non fare così"
mormorò Dj tornando a baciarlo lentamente raccogliendo con la lingua le
lacrime che gli erano sfuggite lungo le guance. Andrew chiuse gli occhi
con un sospiro profondo "Rilassati" gli sussurrò Dj cullandolo
con la sua voce suadente si sollevò di poco su di lui disfandosi della
camicia e poi presa la mano di Andrew se la posò sul petto all'altezza
del cuore. "Senti?" gli chiese piano "senti come batte per
te?" Andrew arrossì violentemente al contatto con quella pelle
liscia e calda. Piano con esitazione fece scivolare i palmi su di lui
osservando meravigliato Dj a cavalcioni su di lui chiudere gli occhi con
un sospiro di piacere. I suoi occhi si posarono sulla sua eccitazione e
spinto da una forza incontrollabile fece scivolare entrambe le mani verso
di essa. Dj spalancò gli occhi con un gemito quando avvertì le dita
leggere sfiorarlo in quel punto delicato. "A.Andrew" questa
volta era stato lui a balbettare e, colpito dal potere che quel tocco
pareva avere sul compagno, la mano di Andrew divenne più audace
cominciando a slacciare i bottoni. Il respiro di Dj divenne affannoso ma
lasciò che il ragazzo continuasse quella sua tortura finché con un
gemito gli allontanò le mani. "Dove hai imparato ad essere così
dannatamente sensuale Andrew" gli ringhiò contro affondando la
lingua nella sua bocca.
Non voleva la risposta a quella domanda.
Non voleva sapere quanti prima di lui Andrew aveva avuto magari su quello
stesso divano.
Lo liberò dei pantaloni in fretta mentre le sue mani scendevano a
restituire le carezze appena ricevute.
Andrew si inarcò gemendo. Non capiva più niente, non sentiva più niente
che non fosse il respiro affannoso di Dj sul suo petto e quella mano che
scivolava su e giù sempre più in fretta su di lui.
"Dj!" gridò spingendo i fianchi verso di lui con forza.
Dilan non si fece pregare spinse con forza con il palmo della mano e
Andrew si liberò su di lui con un grido.
Il ragazzo sotto di lui lo fissava con gli occhi spalancati, il
petto che ancora si alzava e si abbassava in fretta.
Sembrava stupito. Dj gli sorrise abbassandosi per sfiorargli le labbra.
"Che cosa c'è tesoro non ti era mai successo?" gli chiese
ironico impallidì quando vide Andrew scuotere lentamente il capo
arrossendo. Dj rimase immobile cercando di leggere la sua espressione ma
il ragazzo castano evitava di guardarlo. "Andrew?" lo chiamò
dolcemente mentre il cuore prendeva a tamburellargli in petto ad un ritmo
forsennato, il ragazzo fissò su di lui due lucidi occhi nocciola
"Nessuno.. nessuno mi aveva mai.."
Deglutì cercando le parole "..toccato." mormorò. Dj si sentì
riempire di una felicità incredibile. Eppure quello che aveva visto e
sentito. passi quel Ryo che forse era solo un suo spasimante ma Sasha? Con
lui la cosa sembrava dannatamente seria. Eppure era sicuro che Andrew non
stava mentendo o se lo stava facendo meritava davvero l'oscar.
Si chinò a baciarlo dolcemente "Ne sono molto felice" mormorò
accarezzandogli le labbra con le proprie. Andrew però sussultò a quelle
parole. Era vero per lui era la prima volta. Ma per Dj?
Un gelo profondo si diffuse per il suo corpo quando ricordò perchè Dj
era lì.
Lavoro.
Soltanto lavoro.
E finito con lui chissà che non fosse andato da qualcun altro. Magari da
quel Leonard dall'aspetto distinto che viaggiava in limosine. Una rabbia
cieca si impadronì di lui mentre cercava di liberarsi del compagno sopra
di se. Troppo stupito per reagire al quel repentino cambiamento d'umore
Dilan si lasciò allontanare.
"Che cosa ti prende?" gli chiese però tra il preoccupato e
l'arrabbiato.
Possibile che quel ragazzino facesse di tutto per farlo impazzire?
Prima era docile e malleabile sotto di lui e adesso lo fissava quasi con
odio.
"Hai fatto quello che dovevi adesso te ne puoi andare!" gli
disse gelido riassestandosi alla bell'e meglio i pantaloni.
Dj lo fissò esterefatto per un momento prima di diventare livido di
rabbia.
"Che cosa?" chiese avvicinandosi a lui minacciosamente. Non si
era mai sentito tanto usato in vita sua. Che cosa credeva che fosse un
oggetto? E adesso che aveva assolto il suo compito poteva gettarlo?
"Senti un po' per chi mi hai preso?!" gli chiese furioso
afferrandolo per le spalle.
Andrew impallidì sotto lo sguardo furente di quelle iridi verde smeraldo.
Perchè Dj era tanto arrabbiato? Gli concedeva di andarsene prima no? Di
tornare dal suo Leonard invece di dover sopportare i capricci di un
ragazzino inesperto come lui. Che si sentisse offeso per non aver assolto
al suo compito completamente? Andrew si allontanò da lui stizzito prima
di voltarsi per fronteggiarlo con tutta la forza della sua rabbia.
"Ma come siamo ligi al dovere?!" lo canzonò "Senti davvero
così tanto la necessità di fare sesso con me?" gli chiese riuscendo
miracolosamente a non far tremare la voce nel pronunciare quelle parole.
Dilan sembrava veramente stupito.
Certo non si aspettava che lui fosse così diretto pensò Andrew prima di
tornare verso di lui con uno sguardo cattivo negli occhi solitamente
limpidi. "Allora sei rimasto senza parole?" gli chiese e in
effetti Dj non riusciva a mettere in fila due idee coerenti una con
l'altra. Ma che cavolo gli era preso? E poi perchè tanta rabbia, tanto
astio nei suoi confronti?
Stava per chiedergli spiegazioni quando le sue parole gli azzerarono la
mente "Se proprio dobbiamo fare questa cosa facciamola bene, su
spogliati!"
"Che... che cosa?" balbettò Dilan allibito. Così incredulo da
non riuscire nemmeno ad arrabbiarsi. "Vuoi fare sesso con me no? Non
vorrai farlo vestito?" gli chiese Andrew mentre un sorrisetto di
scherno gli incurvava le labbra. "Ma per chi diavolo mi hai
preso!" Tuonò in preda alla collera e al dolore. Adesso Andrew stava
decisamente esagerando e lui non aveva nessuna intenzione di farsi
trattare come una puttana. Il caro dolce Andrew dagli occhi innocenti lo
stava trattando come un... un....uomo ad ore ecco!!!
Sembrava che pesasse ogni sua parola appositamente per ferirlo. Si avvicinò
a lui a passò di marcia afferrandolo per il colletto della tuta e
sbattendolo sul divano come se si fosse trattato di un sacco. "Voglio
delle spiegazioni Andrew e lo voglio ora! Si può sapere che diamine ti
prende!!" grido rosso in volto per la rabbia. Aveva una voglia
incredibile di prenderlo a pugni. "Tu vuoi delle spiegazioni?"
gli chiese Andrew furioso schizzando in piedi come una molla.
Nonostante il buon senso lo avvertisse che non era il caso di far
arrabbiare il compagno di classe che di per se sembrava già furioso gli
si avvicinò fissandolo con occhi roventi di rabbia e disperazione.
Stava per sbattergli in faccia quanto aveva scoperto quando il suono del
campanello vibrò attraverso l'aria densa del salotto come una fucilata.
E adesso chi diamine poteva essere pensò Andrew dirigendosi verso la
porta furibondo.
La spalancò di colpo ritrovandosi davanti un alquanto spettinato ma
sorridente Ryo.
"Ciao" lo salutò gentilmente. "Sono venuto a portarti il
tuo regalo di compleanno appena tornato dalla partita" gli disse con
un sorriso porgendoli un pacchetto avvolto nella carta colorata. Andrew
passò lo sguardo sconvolto dal volto del compagno al pacco che ancora gli
tendeva. "Andrew che c'è stai male?" gli chiese preoccupato il
giocatore di rugby vedendo la sua espressione distrutta.
Non ebbe il tempo di rispondergli che un ruggito giunse furioso dal
salotto.
"Insomma Andrew dove diavolo ti sei cacciato, se credi di potermi
scappare un'altra volta ti sbagli di grosso!" tuonò piombando
nell'ingresso come una furia. Ryo passò gli occhi sugli abiti spiegazzati
di Dj, alla malamente slacciata di Andrew, all'espressione di rabbia e
dolore che vide negli occhi castani del suo vicino di casa e fece due più
due.... sbagliando.
"Tu lurido porco!!!" esclamò mollando il pacco nelle mani del
ragazzo moro prima di lanciarsi come una furia su Dj. Questi d'altronde già
furioso per il comportamento del suo compagno di classe non resse oltre e
tirò un pugno a Ryo che cadde pesantemente a terra. Il gigante tuttavia
rimase stordito solo per alcuni secondi prima di ribattere e i due si
ritrovarono a darsele di santa ragione nel salotto buttando all'aria
quanto aveva la sfortuna di capitare loro sotto tiro.
Andrew li fissò sconvolto per alcuni minuti prima di esplodere in un
"ADESSO BASTA!!!!" che blocco i due contendenti sul tappeto.
Dj si alzò spolverando i calzoni con uno sguardo assassino nelle iridi
verde scuro mentre Ryo ricambiava con altrettanta ferocia. "Dj
vattene" mormorò stancamente Andrew scuotendo il capo. Ryo si
illuminò in volto avvicinandosi al ragazzo per cingergli la vita con un
braccio in modo possessivo. Dj li fissò entrambi con uno sguardo che
avrebbe potuto bruciare l'intera foresta amazzonica prima di andarsene
sbattendo la porta con un "Non finisce qui!"
Pochi secondi più tardi poterono chiaramente avvertire il rombo del
motore della sua moto che si allontanava lungo la strada. Andrew emise un
sospiro che gli si spezzò a metà in un singhiozzo poi seguito da
un'altro e un'altro ancora finchè non scoppiò in lacrime tra le braccia
di un preoccupatissimo Ryo. "Che cosa ti ha fatto quel bastardo"
mormorò a fior di labbra il ragazzo più grande sollevandolo gentilmente
e facendolo sedere sul divano mettendosi accanto a lui. Andrew aveva
appena cominciato a calmarsi un po' quando il campanello suonò
nuovamente. Ryo si alzò in silenzio per tornare da lì a poco con uno
sguardo corrucciato.
"Un fattorino ha portato questo per te" mormorò porgendogli un
pacco.
Andrew vi gettò un'occhiata distratta prima che il suo cuore mancasse un
colpo.
Lo prese con mani tremanti fissando la carta su cui spiccava in
un'elaborata calligrafia poche semplici parole.
"Mi raccomando goditelo fino in fondo. Tanti auguri. Sasha"
"Il regalo di Sasha." Mormorò Andrew fissando la scatola con
gli occhi spalancati quasi fosse una bomba.
"Andrew va tutto bene?" gli chiese Ryo preoccupato dallo sguardo
sempre più vacuo dell'amico.
Andew cominciò a ridere sommessamente...
"Il regalo di Sasha..." ripetè Andrew porgendogli la scatola
per fargliela vedere prima di rimettersela sulle gambe e riprendere a
fissarla mentre il suo petto veniva scosso da una risata sempre più
forte, isterica.
"Andrew tu stai male.... " mormorò Ryo preoccupato più che
mai.
"E' meglio se vai a letto piccolo domani ti sentirai meglio"
Andrew si lasciò docilmente togliere il pacco dalle mani e prese il
sonnifero che Ryo aveva preso dalla scatola dei medicinali prima di farsi
accompagnare di sopra e mettersi a letto. Ryo rimase accanto a lui
vegliandolo finche non scivolò in un sonno esausto.
Per tutto il tempo Andrew non fece che ripetere "il regalo di Sasha......"
Continua....
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