Disclaimers: i pg sono miei e ci faccio quello che
voglio!!! ^___^
Note: ad Alessia, Lara ed Aiko che mi hanno insistentemente chiesto questo
capitolo (adesso non chiedetemi il terzo però ok? ^__- )
Star parte
II - Equivoci
di Naika
Andrew non era mai stato una persona coraggiosa. Se non fosse che sua
madre l'aveva letteralmente sbattuto fuori di casa non sarebbe andato a
scuola quel venerdì. La preoccupazione gli stringeva lo stomaco mentre
percorreva il vialetto che portava all'edificio scolastico. Non aveva
mangiato niente quella mattina. Doveva riuscire a parlare con lui. Dirgli
qualcosa, qualunque cosa. E se l'avesse preso a pugni pazienza. Emise un
lungo sospiro. Per fortuna che era venerdì magari durante il week end se
ne sarebbe dimenticato. Magari. Giunse in classe che aveva le mani sudate
e le gambe tremanti. La sola idea di vederlo gli metteva i brividi. Fece
un profondo sospiro prima di entrare in classe pregando che Dj non avesse
raccontato la cosa ai quattro venti. Fu molto sollevato nel vedere il suo
posto vuoto. Dj arrivò in classe solo durante la seconda ora,
accomodandosi sul suo banco con uno sbadiglio. "Hey eravamo
preoccupate per te, che fine hai fatto?" gli chiese Elena sporgendosi
sul suo banco, lui le regalò un sorriso assassino, "Ieri ho fatto
tardi e così stamattina non ho sentito la sveglia." La ragazza
scoppiò a ridere divertita mentre Andrew seguiva la scena di sottecchi.
Cavoli era ancora più bello di come se lo ricordava.
Come se avesse avvertito il suo sguardo su di sé Dj si voltò verso di
lui e Andrew si affrettò ad abbassare il capo arrossendo
impercettibilmente.
Andrew passò le restanti ore di lezione nel terrore di sentire Dj
raccontare quanto accaduto solo il giorno prima ma le sue paure si
rivelarono infondate. Forse per lui quel bacio non aveva avuto
significato, in fondo lo aveva appena sfiorato. Provò uno strano dolore
al petto a quel pensiero.
Doveva essere così, probabilmente Dj aveva già dimenticato quello che
era successo. Avrebbe dovuto sentirsi sollevato, era proprio quello che
voleva.
Che lui dimenticasse, che non desse nessun peso alla cosa, e allora
perché faceva così male? Aveva evitato di guardalo per tutto il giorno
facendo del suo meglio per risultare invisibile e silenzioso anche più
del solito. "Hey Andy, facciamo la strada insieme" Andrew
si voltò riconoscendo la voce di Ryo, il suo vicino di casa che stava
uscendo in quel momento dal cancello scolastico. Aveva solo un anno più
di lui ed era praticamente l'unico vero amico che aveva. "Hmm.. hai
una brutta cera" gli disse preoccupato notando immediatamente che
c'era qualcosa che non andava in lui "Hai di nuovo avuto problemi con
quel bastardo di Kirk?" gli chiese bellicoso, anche se frequentavano
sezioni diverse non era la prima volta che il capitano della squadra di
Football piombasse nella sua classe per dare protezione al suo vicino di
casa. Andrew scosse il capo mestamente "Ho fatto una
stupidaggine!" mormorò lasciandosi sfuggire un'imprecazione.
Ryo lo guardò ancora più preoccupato. Andrew non imprecava quasi mai.
"Me ne vuoi parlare?" gli chiese posandogli gentilmente
una mano sulla spalla. Andrew emise un flebile sospiro. "Dai vieni
con me" gli disse Ryo trascinandolo verso il parchetto lì vicino. Si
sedettero su una panchina ad osservare il mare, faceva ancora caldo
nonostante fosse già settembre ma infondo lì sulla costa l'estate durava
molto di più e si potevano vedere turisti e bagnanti fino a quasi metà
ottobre nelle giornate di sole. Andrew osservò i flutti rincorrersi per
un po' prima di cominciare a parlare. "E' arrivato un ragazzo nuovo
nella mia classe" disse attirando completamente l'attenzione
dell'amico. "Sì ne ho sentito parlare, le ragazze della mia classe
non fanno che appostarsi in corridoio per poter svenire quando passa. In
effetti non è niente male ha un gran bel ." s'interruppe arrossendo
"Scusa continua" disse e Andrew annuì, a volte avrebbe tanto
voluto essere spigliato e menefreghista come lo era Ryo che diceva sempre
quello che pensava. La sua vita sarebbe stata molto meno problematica.
"Come hai detto tu Dj è veramente uno schianto. Quando si è
presentato ieri mattina ho rischiato l'infarto" Ryo l'osservò
arrossire "E." chiese intuendo che c'era dell'altro.
"Bhe quando mi ha dato la mano me l'ha accarezzata. O almeno a me è
sembrato" aggiunse in un sussurrò. "Vuoi dire che quel
tizio ci ha provato con te prima ancora di sapere come ti chiamavi?"
chiese estereffatto Ryo.
Andrew arrossì ancora di più "Non.. non sono sicuro, forse è stata
tutta una mia impressione" mormorò "Hmmm" mugugnò Ryo
poco convinto "Va avanti".
Andrew sospirò di nuovo "Come sai il giovedì abbiamo due ore di
ginnastica. Stavo andando in palestra quando quel deficiente di Tod mi ha
fatto lo sgambetto. Sarei finito lungo disteso sul pavimento se lui non mi
avesse preso." Arrossì ancora di più al ricordo mentre un sospetto
calore gli sfarfallava nello stomaco "E così ti sei ritrovato tra le
braccia del principe azzurro" sorrise malizioso Ryo, "Mezza
scuola avrebbe fatto carte false per trovarsi nella tua stessa situazione.
Bhe che cosa hai fatto di così terribile, l'hai baciato lì davanti a
tutti?" gli chiese scherzando ma impallidì violentemente quando
sentì Andrew sussultare. "Dico sei impazzito Andy non avrai
mica." "Ma no!" lo interruppe Andrew sempre più rosso per
quanto gli concedeva la sua carnagione chiara. "E'. è successo
dopo" aggiunse a voce così bassa che Ryo dovette avvicinarglisi per
sentire quello che diceva. "L'HAI BACIATO DAVVERO????" gridò
però non appena comprese il significato di quella frase appena
sussurrata. "Non gridare vuoi che ti sentano fin dall'altra parte
dell'oceano!" lo sgridò Andrew guardandosi attorno spaventato ma
fortunatamente nessuno sembrava fare caso a loro. "Com'è
successo?" gli chiese cercando di controllare il tono della voce,
possibile che il suo timidissimo amico avesse fatto una cosa del genere.
Prendere l'iniziativa? Con uno sconosciuto? Un compagno di classe? Andrew?
No, era impossibile non ce lo vedeva proprio. Per quanto quel Dj fosse
affascinante, e cavoli se lo era con quegli occhi da pantera che si
ritrovava, non era proprio da Andy comportarsi così. "Mi ha
accompagnato in infermeria dopo che Kirk era quasi riuscito a soffocarmi
con un bilanciere, se Dj non fosse intervenuto me la sarei vista
brutta!" disse mentre nei suoi occhi si accendeva una strana luce
"Vedessi con che facilità a sollevato quell'affare!" mormorò
con voce carica di ammirazione. Ryo fissò sorpreso gli occhi luccicanti e
le gote arrossate dell'amico. Oddio Andrew era cotto!
Cotto a puntino. Possibile? Cavoli quel tipo era arrivato solo il giorno
prima ed era riuscito a fare qualcosa che a lui non era riuscita in
diciotto lunghissimi anni. Quel lurido.represse la gelosia ansioso di
sapere quant'era accaduto "E' stato in infermeria che gli sei saltato
addosso?" "Non gli sono saltato addosso!!" protestò
veementemente Andrew. "Lui mi ha detto che avrei dovuto farmi
rispettare di più e io gli ho risposto che non ero forte e allora mi ha
detto che avrei dovuto trovare qualcuno in grado di proteggermi"
"A me sembra tanto una proposta" gli disse Ryo un po'
preoccupato. Quel tizio era il tipico rubacuori non gli piaceva l'idea che
ronzasse attorno al suo Andy. "E' stato allora che l'hai
baciato?" gli chiese Ryo immaginandosi la scena. Andrew annuì
"Era così vicino, ho. ho perso la testa" Andrew emise un lungo
gemito affondando il capo tra le braccia. Ryo gli batté un colpettino
affettuoso sulle spalle curve "E se lo racconta in giro???"
"Non avrebbe niente da guadagnarci e dovrebbe essere proprio un
bastardo. E poi se non lo ha fatto finora perché dovrebbe farlo
adesso" Gli cinse le spalle con un braccio "Sono sicuro che ha
tutta la convenienza non fiatare e se dovesse minacciarti ci penso io a
farlo stare zitto!" disse in tono bellicoso strappando un sorriso ad
Andrew " In fondo non ti ha preso a pugni no?" gli disse
cercando di confortarlo, Andrew scosse il capo mesto "Solo perché è
arrivato il professore." Ryo sospirò. "Sai cosa facciamo
stasera ti portò in un bel posticino che mi ha consigliato un amico. E
vedrai che con un po' di buona musica e un buon drink dimentichi tutto e
magari incontri anche qualcuno di interessante!" gli disse allegro.
Andrew non aveva nessuna voglia di accompagnare l'amico in discoteca o in
qualche pub ma era sempre preferibile alla prospettiva di un lungo
venerdì sera a casa a pensare a Dj e così finì per accettare.
Ryo andò a prenderlo alle dieci con la scassatissima auto del fratello
maggiore che al momento era all'estero per studi. Aveva preso la patente
da poco e Andrew non si fidava ancora molto della sua guida ma era l'unico
mezzo di trasporto che avevano a meno di non usare le biciclette. Ryo
lanciò uno sguardo di approvazione all'amico quando uscì di casa con una
camicia color crema e un paio di pantaloni scuri. "Stasera li stendi
tutti" gli disse con un sorriso ammirato. "Non mi hai ancora
detto dove andiamo" gli disse sospettoso Andrew arrossendo suo
malgrado al complimento dell'amico.
Ryo sorrise immettendosi nel traffico e dirigendosi verso il centro
"E' una sorpresa." Gli disse con un sorrisetto che non
prometteva nulla di buono ma Andrew era troppo impegnato ad appigliarsi
alla maniglia della portiera per preoccuparsi anche della loro
destinazione, infondo un locale valeva l'altro. Ryo parcheggiò
l'utilitaria in un piccolo parcheggio illuminato e poi accompagnò Andrew
fino ad un'alta palazzina in una via laterale alla strada principale dove
coppiette passeggiavano a braccetto ammirando le vetrine illuminate dei
negozi ormai chiusi mentre un musica allegra proveniva da un pub poco
lontano. Ryo si fermò dinanzi ad un ampio portone di legno molto elegante
e suonò un piccolo campanello su cui spiccava in oro la scritta "Seilene's
club". "Non sarà un circolo privato?" gli chiese Andrew
preoccupato. Ryo spinse la porta che aveva emesso un piccolo scatto segno
che qualcuno aveva loro aperto. "Tranquillo è un pub come gli altri
è solo che tengono di più alla privacy" gli disse Ryo, Andrew non
parve molto tranquillo ma seguì comunque l'amico oltre la porta e su
nell'ascensore.
Quando le porte dell'ascensore si aprirono rivelarono una sala elegante,
una ragazza con un sorriso simpatico prese i loro giubbotti e li mise in
guardaroba consegnando loro un cartellino numerato che sarebbe servito per
ritirarli quando avessero deciso di andarsene. Dall'altra sala giungeva
l'eco della musica. I timori di Andrew si rivelarono infondati. Il pub
proprio come gli aveva detto Ryo era un locale come tutti gli altri.
C'erano ragazzi e ragazze che parlavano tra loro seduti ai tavolini
posizionati attorno alla pista rettangolare. Un dj sceglieva i dischi
dall'alto della sua console. Il lungo bancone del bar occupava quasi tutta
la parete destra della stanza.
Nonostante l'ora il locale era già abbastanza affollato tuttavia Andrew
notò con piacere che a differenza di molti altri posti l'aria era
respirabile e la musica non era assordante, l'ambiente poi era
arredato in modo intimo e familiare. "E' veramente un bel
posto!" esclamò quasi sorpreso, Ryo annuì "Me l'aveva detto
Cristian". Ryo si guardò intorno cercando. Seduto ad un tavolino
poco lontano un ragazzo castano li notò e fece un segno loro con la mano.
Ryo afferrò Andrew per la mano trascinando l'amico attraverso la pista
verso il tavolo. "Ciao Ryo, hai avuto problemi a trovare il
locale?" gli chiese il ragazzo moro, Ryo scosse il capo, "le tue
indicazioni erano molto chiare" disse e poi voltandosi verso Andrew
"Andrew ti presento Cristian anche lui è nel mio club" disse e
Andrew gli strinse la mano. Al tavolo erano sedute anche due ragazze Karen
e Lucy amiche di Cristian e dopo il primo momento d'imbarazzo la loro
allegria e la familiarità del locale mise Andrew a proprio agio tanto che
si ritrovò a chiacchierare allegramente con loro come non avrebbe mai
creduto possibile. "Che ne dite di fare quattro salti?" propose
Cristian, Ryo e Karen accettarono ben volentieri mentre Lucy e Andrew
declinarono l'invito. Lucy seguì con lo sguardo l'amica che raggiungeva
la pista e sorrise quando la vide scatenarsi sulla pista. "Posso
farti una domanda Andrew?" "Certo dimmi" le rispose il
ragazzo guardandosi intorno curioso. "Tu sei il ragazzo di Ryo?"
Andrew sussultò voltandosi di scatto "Pr..prego?" chiese
pallido il ragazzo, lei gli porse un sorriso di scusa "Bhe siete
arrivati insieme " "E. e con questo?" le chiese preoccupato
"bhe questo è pur sempre un club gay" gli disse lei con una
scrollata di spalle Andrew la fissò allibito "Che cosa?" chiese
notando soltanto in quel momento che in effetti la maggior parte dei
tavoli era occupate da coppie di ragazzi. Vide due ragazze baciarsi in un
tavolo d'angolo e arrossì violentemente. O cavoli! "Non te n'eri
accorto?" gli chiese Lucy sinceramente stupita. "No"
mormorò Andrew sentendosi improvvisamente a disagio. "Bhe
naturalmente qui vengono anche coppie regolari ma sai questo è un club
privato si può entrare solo se si è conosciuti" Andrew era sempre
più shoccato e la sua faccia la doveva dire lunga perché la ragazza
scoppiò a ridere. "Dai non fare così. Tra un po' i ragazzi
torneranno dalla pista e saranno assetati che ne dici di prendere da
bere?" Andrew annuì meccanicamente. Questa Ryo gliel'avrebbe pagata.
Un club gay. Si guardò di nuovo intorno. Però non sembrava uno di quei
posti dove si trovava di tutto e di cui aveva spesso sentito parlare. Le
coppie era molto discrete e sebbene qua e là ci fossero ragazzi
abbracciati o che si stavano baciando sembravano tutti più che altro
interessati a passare qualche ora in reciproca compagnia senza doversi
nascondere che a dare spettacolo. Non c'era niente di male. Era stato
stupido preoccuparsi. Sorrise di nuovo tranquillo a Lucy che stava facendo
cenno ad un alto ragazzo dai capelli nero notte. La divisa da cameriere
bianca e nera gli stava alla perfezione sul corpo muscoloso. "Che
cosa vi porto ragazzi?" chiese prima di alzare gli occhi dal
blocchetto delle ordinazioni. Andrew rimase senza fiato quando incontrò
due occhi verde smeraldo che aveva evitato per tutto il giorno. Dj sorrise
"Ciao Andrew" lo salutò piacevolmente sorpreso nel trovarlo
lì.
Andrew invece aveva assunto la sua migliore espressione da pesce palla.
Lucy passò lo sguardo sui due "Vi conoscete?" chiese stupita
"Siamo in classe insieme" le spiegò Dj tornando a rivolgerle la
propria attenzione e dando così il tempo ad Andrew di riprendersi.
"Allora che volete prendere?" le chiese tranquillamente, lei ci
pensò un po' su "Bhe forse è meglio che ci porti il listino infondo
è la prima volta che Andrew e Ryo vengono qui" Dj sollevò un
sopracciglio sorpreso. Ryo? E chi cavolo era questo Ryo? Annuì e si
allontanò nella folla per prendere la lista delle bevande. "Hei Andy
sembra che tu abbia vista un fantasma?" lo apostrofò Ryo tornando
poco dopo al tavolo e sedendosi accanto all'amico. "Dj lavora
qui!" gli sussurrò in un orecchio chinandosi. Ryo represse il
brivido che gli aveva attraversato la schiena a sentire l'alito caldo
dell'amico contro il collo cercando invece di concentrarsi sulle sue
parole. Il rumore secco di un listino che veniva lasciato cadere sul
tavolino di legno fece scostare in fretta Andrew da quella posizione
facilmente mal interpretabile. Una figura alta e slanciata era ferma
accanto al loro tavolo Ryo lo riconobbe subito. In quegli incredibili
occhi verdi passò un lampo di sfida che Ryo non esitò a restituire.
Fortunatamente il ritorno di Cristian e Karen al tavolo interruppe quel
silenzioso duello di sguardi che stava saturando l'aria di elettricità.
Dj nascose la propria contrarietà dietro un sorriso mentre prendeva le
loro ordinazioni.
Mentre aspettava che Ross gli preparasse i cocktail Dj rimase pensieroso
lo sguardo perso in direzione di un tavolo poco lontano. "Hei terra
chiama Dilan? Dj mi senti?" il ragazzo si riscosse di colpo
"Scusa ero distratto" mormorò prendendo i cocktail "L'ho
notato. Che c'è che non va non è da te avere quel volto serio" Dj
scosse il capo "Niente" mormorò scuotendo le spalle. Ross lo
fissò dubbioso ma lasciò perdere, Dj non si era mai fatto problemi a
raccontargli le sue preoccupazioni se c'era qualcosa che non andava glielo
avrebbe detto prima o poi.
Andrew seguì le movenze eleganti del compagno di classe che si
destreggiava tra la gente affollata in pista come se fendesse un campo di
grano, le loro bibite in equilibro su uno stretto vassoio. Aveva
dell'incredibile il fatto che riuscisse a non farle cadere. Era rimasto di
sasso quando se l'era ritrovato davanti per un attimo era stato convinto
di averlo sognato, nonostante la musica, nonostante la compagnia di Lucy,
Ryo e gli altri non poteva fare a meno di far correre i pensieri a lui.
Trovarlo lì però spiegava anche alcune cose. Per quanto ci pensasse era
convinto che nessun ragazzo avrebbe reagito come lui al suo bacio. Chissà
forse gli era già capitato di ricevere qualche bacio o qualche carezza
rubata da parte di qualche cliente. Quel pensiero gliene fece venire
immediatamente in mente un altro che si affrettò ad allontanare
arrossendo. E se Dj fosse stato uno di quei ragazzi che.. No era sicuro
che Dj non faceva quello. Lucy notò il suo sguardo seguire l'alto ragazzo
che scambiava alcune parole con un gruppo di ragazzi ad un tavolo vicino.
"E' davvero splendido vero?" Andrew arrossì violentemente ma
annuì. "Sai dirmi dov'è il bagno?" le chiese per evitare altre
domande indiscrete e anche perché l'oggetto dei suoi pensieri era tornato
al bar dove lui non poteva seguirlo con lo sguardo a causa della folla
accalcata in pista. La ragazza gli spiegò il giro che doveva fare e
Andrew si alzò dal tavolo infilandosi tra la gente. Ryo l'osservò
allontanarsi un po' preoccupato. Non ci voleva proprio! Senza volerlo lo
aveva portato proprio nel locale dove lavorava quel maledetto. E dallo
sguardo che gli aveva lanciato prima era sicuro che il bastardo aveva
qualche mira sul suo Andy. E se anche Dj fosse stato gay. Era un bel
problema. Lui non aveva certo speranze di competere con quella specie di
divinità scesa in terra, per quanto non lo trovasse per niente simpatico
anche lui si era trovato a sbavare quando lo aveva visto arrivare con quel
suo passo felino e la divisa elegante bianca e nera. Maledizione! Notò
che non era l'unico ragazzo che aveva seguito il percorso di Andrew
attraverso la pista. Possibile che quel ragazzo non si accorgesse di
com'era sexy quella sua aria innocente e quel suo sorriso candido. Gli
sfuggì un sospiro mesto. "Preoccupato per il tuo cucciolo?" gli
chiese Cristian con un velo di tristezza negli occhi chiari. Ryo sospirò
"Non mi piace che quel tipo gli ronzi attorno!" borbottò con lo
sguardo fisso sulla pista e se l'avesse spostato sull'amico avrebbe visto
quanto quell'affermazione l'aveva fatto soffrire. "Dj è un bravo
ragazzo e poi mi sembra che ad Andrew non dispiaccia per niente"
disse duramente "Anzi credo che non ci sia maschio o femmina che
allontanerebbe le sue attenzioni" disse con una risata senza
allegria. Ryo si voltò a fissarlo un po' sorpreso dal suo tono acido,
Cristian che solitamente era sempre così gentile. Cristian si ritrovò
gli occhi neri di Ryo puntati interrogativamente su di lui e arrossì.
"Scusa non sono affari miei" mormorò il ragazzo abbassando lo
sguardo. Ryo gli sorrise
"No hai ragione tu, dovrei essere felice per lui e cercarmi qualcuno
che ricambi i miei sentimenti." Mormorò con un sospiro. Cristian
sentì il cuore partire a razzo. Che cosa avrebbe dato per essere lui
quella persona.
Represse il battito impazzito ordinandosi di stare calmo. Doveva avere
pazienza e aspettare ancora un po'. Se Ryo la pensava davvero così gli
avrebbe rivelato i suoi sentimenti, aveva aspettato due anni qualche
giorno in più non gli sarebbe certo pesato soprattutto ora che aveva
qualche speranza concreta. Andrew raggiunse il bagno non senza qualche
difficoltà.
Si sentiva terribilmente in imbarazzo. Doveva avere le guance del colore
dei divanetti. Era talmente soprappensiero che urtò un ragazzo che stava
parlando con un gruppetto d'amici appoggiato ad una colonnina. "Oh
scusa" mormorò dispiaciuto, il ragazzo biondo tuttavia gli sorrise
"Niente figurati" disse lanciandogli uno sguardo
interessato. Andrew proseguì solo di pochi metri prima di sentirsi
battere un colpetto sulla spalla. Era il ragazzo di poco prima. "E'
la prima volta che vieni qui" gli chiese il ragazzo dagli occhi scuri
per attaccare discorso, Andrew annuì, avrebbe potuto non dargli retta e
allontanarsi ma il suo sorriso era così aperto e sincero che Andrew
decise di essere quanto meno cortese. "Io sono Sasha" disse
tendendogli la mano "Andrew" rispose il ragazzo prendendola.
"Sei qui con qualcuno?" gli chiese Sasha guardandosi attorno con
fare teatralmente sospetto "Non vorrei che mi arrivasse un pugno sai
ci tengo alla salute"
Andrew rise nonostante l'imbarazzo della situazione "Sono qui con
degli amici" disse "Bene!!" esclamò Sasha "Allora ti
va di ballare con me?" Andrew rimase immobile. O cavolo e adesso cosa
doveva fare. Certo Sasha era carino e sembrava anche simpatico ma ballare
con lui. In pista? Dove tutti li avrebbero visti? Magari abbracciati?
Scosse il capo. "Io. meglio di no, scusa adesso e meglio che
vada" mormorò, Sasha parve non prendersela troppo, scosse le spalle
e prese qualcosa di tasca. "Allora magari ci vediamo dopo in
giro" gli disse con un sorriso tendendogli un bigliettino da visita
sul cui retro scarabocchiò un numero di telefono. "Ecco se torni qui
fammi uno squillo così magari ci incontriamo se ti va" gli disse e
Andrew annuì mettendolo in tasca. Sasha tornò dai suoi amici e lui poté
finalmente raggiungere la pace offerta dal stanza adibita a bagno. Che
razza di serata!
Non riusciva ancora a crederci. Lui. Lui era stato abbordato da un altro
ragazzo. Bhe in effetti era stato lui ad urtarlo per primo. Osservò il
biglietto da visita incerto se tenerlo o meno e poi con una scrollata di
spalle lo infilò in tasca. Uscì dal bagno dove aver riacquisito un po'
di tranquillità, l'idea di riattraversare tutto il locale per tornare il
tavolo gli metteva i brividi. Sperava solo di non essere fermato da
qualche tipo assurdo. Una cameriera in divisa passò accanto a lui con un
carico di bicchieri vuoti e spingendo una porticina lì vicino con il
fondo schiena entrò in quella che doveva essere la cucina, lasciando la
porta socchiusa.
"Uff, sono a pezzi!" avvertì una voce familiare commentare
dall'interno. Dj! "Per forza!" sentì un'altra voce maschile
esclamare "Ieri sera sei tornato tardissimo" "Già, ma con
quello che ho guadagnato potrei prendermi un mese di ferie!" esclamò
Dj "Ti ha pagato così tanto il tuo Leonard?" gli chiese l'altra
voce ridendo "Ma finiscila!" esclamò Dj ridendo anch'esso. La
cameriera uscì di nuovo e la porta si richiuse alle sue spalle
precludendogli il resto della conversazione ma Andrew aveva già sentito
abbastanza. Aveva la pelle d'oca. Allora Dj faceva davvero quel genere di
cose! Oddio! Arrivò al tavolo in uno stato quasi di trans si sforzò di
mantenere almeno una facciata allegra a beneficio degli altri ma quando
Ryo gli propose di andare accettò ben volentieri.
Dj era perplesso. Aveva sentito gli occhi di Andrew puntati su di sé per
tutta la sera poi d'un tratto tutto era cambiato, Andrew lo ignorava
totalmente e l'unico sguardo che era riuscito a strappargli era colmo di.
bhe sembrava disprezzo. Dj non riusciva a capacitarsene eppure non gli
sembrava di aver fatto niente di male. Perché? Per quanto ci pensasse non
riusciva a trovare un motivo a quel cambiamento. Doveva essere stato quel
Ryo a dirgli qualcosa di spiacevole su di lui. Aveva ancora le mani che
gli prudevano. Quando li aveva visti andare via insieme si era sentito
mancare. Aveva chiesto a Ross di coprirlo per un po' e li aveva seguiti.
Erano saliti in macchina insieme. Alla faccia dell'idea che si era fatto
di Andrew! Cercò di calmare la rabbia e di ragionare con calma. Era
assurdo scaldarsi così probabilmente i due erano solo amici. Anche se
dubitava che il sentimento di Ryo si potesse chiamare amicizia, l'aveva
visto quando aveva portato loro da bere, quello era uno sguardo di sfida,
il modo possessivo con cui lo aveva preso per un braccio per
accompagnarlo. No era sicuro che per Ryo fosse molto più che amicizia. Ma
per Andrew? Non riusciva proprio a capirlo quel ragazzino. Prima lo
baciava in infermeria, va bene lui l'aveva provocato a bella posta ma se
l'aveva corrisposto significava che la cosa non gli dispiaceva affatto,
poi si presentava nel locale dove lavorava con quella specie di armadio. E
che cavoli! Passi che lui gli aveva consigliato di trovare qualcuno in
grado di proteggerlo ma non pensava certo che Andrew facesse così
presto!! E poi lui si riferiva a se stesso!!! Sbatté il vassoio sul
tavolo della cucina con rabbia facendo sobbalzare John "Che ti
prende?" gli chiese l'altro cameriere leggermente stupito e
intimorito. Dj era una persona molto socievole ma l'aveva visto arrabbiato
una volta e gli era bastato. Piuttosto si sarebbe lanciato in una gabbia
piena di leoni affamati! "Scusami" mormorò Dj con un sorriso e
l'altro tranquillizzato gli si avvicinò per posargli una mano sul braccio
"Pene d'amore?" gli chiese con dolcezza. Dj alzò gli occhi al
cielo con un sospiro. Amore. Era amore? Di sicuro era geloso. Quando aveva
visto Andrew chino sul collo di quell'energumeno gli era venuto un istinto
omicida molto significativo. Ma che fosse innamorato. Questo non poteva
davvero saperlo. "Forse" disse al collega con un'alzata di
spalle. John gli sorrise "Se hai bisogno di una spalla io sono sempre
a disposizione!!" gli disse l'altro con un sorriso gentile. "Hei
che fai mi tradisci così sotto i miei occhi?" si lamentò una
possente voce maschile. "Tranquillo Ross non te lo rubo!" gli
disse Dj con un sorriso allegro. Anche perché sarebbe stata una battaglia
persa in partenza pensò con un sospiro guardando i due persi l'uno negli
occhi dell'altro. "Si batte la ficca qui dentro. Dai che è ora di
chiudere e io non vedo l'ora di andare a letto!!" esclamò Claudia
entrando con l'ultimo vassoio di bicchieri vuoti. I ragazzi si rimisero
alacremente al lavoro pensando ai rispettivi letti che li aspettavano.
Nonostante il sonno tuttavia Dj non riusciva ad addormentarsi. Era
preoccupato chissà cosa stava facendo Andrew in quel momento. L'immagine
del ragazzo gli si profilò nitida nella mente mentre accanto a lui
quell'enorme idiota cominciava a spogliarlo. Si svegliò di soprassalto
con il fiato corto. Doveva scoprire come stavano le cose.
Andrew si alzò il mattino seguente con un grosso mal di testa. Non che
avesse bevuto molto ma non era riuscito a dormire bene. Aveva continuato a
sognare Dj che andava a letto con dei vecchi bavosi in splendide ville di
lusso. L'ultimo sogno poi era stato terribile davvero. La scena era sempre
la stessa. Dj che entrava in una sontuosa camera da letto con gli abiti da
cameriere e chiedeva "Cosa desidera signore?" e l'uomo di turno
avvolto nella sua elegante vestaglia di seta che rispondeva
immancabilmente "Te". Ma quell'ultima volta l'uomo in vestaglia
era lui. Si era svegliato con il fiatone rosso fino alle orecchie e con
un'eccitazione imbarazzante che non aveva voluto saperne di sparire
finché non si era infilato sotto l'acqua gelata della doccia.
Maledizione. "Ciao tesoro" lo salutò allegramente sua madre
mentre sfaccendava per casa. Andrew le rispose con un mugugno.
"Accidenti fratellino che hai combinato ieri sera?" gli chiese
sua sorella fissando le sue occhiaie. "Si vede che non sei abituato
alle uscite notturne!!" disse con un sorriso affettuoso
scompigliandogli i capelli.
"Allora Andy hai deciso cosa vuoi per il tuo compleanno?" gli
chiese invece.
Giusto il suo compleanno. Sarebbe stato il venerdì seguente.
"Diventi maggiorenne è una data importante!" gli disse la
sorella e poi strizzandogli l'occhio gli disse abbassando la voce
"Potrai andare a vedere i film porno!!" Andrew arrossì
violentemente e lei scoppiò a ridere. "Dai scherzavo tu arrossisci
troppo lo sai?" gli disse con affetto prima di alzarsi. "Bhe tu
pensaci ok e poi mi fai sapere!!" gli disse con un sorriso
"Io esco mamma ciao!" disse gridando per farsi sentire dalla
donna che stava stirando nell'altra stanza "Ciao" la salutò la
signora Stuart. Andrew seguì per un attimo l'elegante figura della
sorella scomparire oltre la porta. Era sempre così alla moda lei. Avrebbe
voluto possedere un po' della sua grazia.
Lei diceva si vestiva così per mantenere l'immagine del piccolo negozio
di biancheria intima che gestiva in centro ma Andrew sapeva che la sorella
adorava 'tirarsi a lucido', come le diceva sempre lei. Andrew passò il
resto della mattinata a studiare cercando di allontanare dalla testa i
pensieri.
Nel pomeriggio invece prese la sua fida bicicletta e se ne andò pedalando
lungo la strada principale che costeggiava il mare. L'aria fresca sul viso
e il profumo familiare della salsedine l'aiutarono a rilassarsi portandolo
lontano senza che nemmeno se ne accorgesse. Fermò la bicicletta
guardandosi attorno. Era finito tra le villette del quartiere
residenziale. Girò tra le splendide abitazioni ammirando i giardini
curati e le piscine private. E poi notò la moto scura. Era parcheggiata
sotto una veranda fiorita ma la riconobbe subito. Fermò la bicicletta
accanto alla siepe di alloro. La sua era semplice curiosità per un
compagno di classe cercò di giustificarsi mentre cercava in giro una
figura slanciata. Fece il giro della casa lentamente fermandosi quando
sentì delle voci provenire dal giardino. "Sta buono tesoro ho quasi
finito" disse una leggera voce femminile in tutta risposta vi fu solo
un basso sospiro. Andrew rimase immobile dietro alla siepe. Non era
possibile! In pieno giorno e in giardino poi! Andrew non riusciva ancora a
vederli ma la sua fantasia suppliva egregiamente a quella mancanza. Si
spostò ancora e finalmente scorse Dj seduto su una sdraio, si stava
allacciando in vita un accappatoio nero, sotto il ragazzo sembrava non
indossare nulla. Un'elegante signora dai lisci capelli neri anch'essa in
accappatoio gli porse un lungo calice "Sei stato fantastico tesoro,
grazie!" gli disse con riconoscenza la donna. Dj le sorrise con
affetto e scrollò le spalle "Ho fatto molta pratica" disse
ridendo e stiracchiandosi i muscoli indolenziti. Un basso ringhio fece
sussultare Andrew. Dietro la protezione concessagli dal cancello di ferro
battuto un doberman ringhiava contro quell'intruso troppo vicino. Andrew
fece un passo indietro preoccupato anche se il cane non poteva certo
uscire da lì una certa distanza di sicurezza era consigliabile. Il cane
cominciò però ad abbaiare furiosamente attirando l'attenzione dei due.
"Shark!" lo richiamò la voce della donna proveniente dalla
piscina. Andrew impallidì violentemente e inforcata la bicicletta partì
a razzo verso casa. "Chi era mamma?" le chiese Dj ammirando lo
schizzo che lei aveva appena finito di fare. L'aveva costretto a stare in
posa per quasi un ora ma ormai ci era abituato. Sua madre lo usava sin da
quando era piccolo come modello per disegnare i personaggi maschili dei
suoi Shojo.
Luisa scosse le spalle. "Non ho visto nessuno forse era il
postino." Dj scosse le spalle "Adesso vado a cambiarmi. Non
posso certo andare a lavoro in costume da bagno" lei gli sorrise
maliziosa. "Sono sicura che faresti colpo!!" gli disse
togliendosi l'accappatoio e tuffandosi in piscina.
Adorava nuotare in quelle belle giornate di sole. Diceva che stare in
acqua la ispirava. Dj proprio non la capiva. Ma infondo sua madre era
un'artista e gli artisti devono per forza essere eccentrici.
Andrew pedalava con forza le labbra strette. Allora era proprio vero. Dj
era un gigolò! Come altro interpretare quello che aveva sentito la sera
prima e aveva visto poco prima. E a quanto pareva non faceva nemmeno
distinzioni di sesso o di età. La donna che aveva visto prima infatti
seppure molto bella era decisamente più vecchia del suo compagno di
classe. Frenò bruscamente ad un semaforo rosso ricevendo una serie
d'insulti da una vecchietta che stava attraversando sulle strisce. Andrew
strinse con forza i pugni. Chissà quanto veniva pagato per concedersi.
Con quel corpo da favola che si ritrovava probabilmente una cifra
completamente al di fuori della sua portata.
Impallidì violentemente rendendosi conto di cosa aveva appena pensato.
Lui pagare Dj? E per fare cosa? Arrossì ricordando il sogno della notte
precedente mentre un involuto calore gli si agitava nello stomaco. No, no,
no! Non se ne parlava nemmeno. Era assolutamente fuori discussione.
Ricacciò il pensiero in fondo alla propria mente con rabbia.
continua....
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