Stake
parte X - With you forever
di Hisoka
Ad ogni carezza di Sanzo, Goku sentiva i sensi infiammarsi ed
il suo giovane corpo accendersi di una passione sconosciuta e inebriante,
perdersi in quel vortice di sensazioni per non riemergerne mai più era tutto
ciò che desiderava. Se avesse potuto fermare lo scorrere del tempo e vivere
prigioniero di quell’abbraccio avrebbe sacrificato qualsiasi cosa, perché
niente era paragonabile all’amore del suo sole. Non voleva credere che
quello che stava accadendo potesse essere privo di significato per il bonzo,
non voleva pensare al domani... quando si sarebbero ritrovati di nuovo in
viaggio verso l’Ovest, braccati da demoni e Kami, scelti per una missione
senza via d’uscita.
Sapeva che per Sanzo i sentimenti rappresentavano una gravosa incombenza da
scacciare come la peste perché rendevano deboli e vulnerabili, ma ciò che il
monaco non voleva ammettere era che se anche avesse rinnegato per l’eternità
di provare qualcosa per Goku il sentimento che li univa non sarebbe mai
scomparso, indissolubilmente legato alla sua anima avrebbe attraversato
indenne infiniti samsara. Per sempre.
Ancora un bacio, ancora mani intrecciate, labbra che cercano altre labbra,
pelle che chiama altra pelle, il nome di Sanzo sussurrato come una segreta
preghiera e il seducente invito a non fermare quella danza armoniosa per
offrire agli occhi dell’altro soltanto la propria splendente nudità.
Il bonzo vedeva se stesso violare il corpo di Goku e nel contempo bramare di
più; la sua ferrea volontà piegata da un ancestrale desiderio di dominio e
possesso, doveva essere suo… suo e di nessun altro. Sarebbe bastato così
poco per fondersi in un unico essere ma il bonzo, come folgorato da
un’improvvisa presa di coscienza, sciolse l’abbraccio in cui Goku si era
abbandonato e lo guardò dritto negli occhi, occhi che ardevano di desiderio
e amore, quello stesso amore che lui non riusciva a dimostrargli e che
adesso l’anima trasparente della scimmia reclamava a gran voce.
“Dimentica quello che è successo in questa stanza, è stato tutto un errore.”
Il ragazzo sembrò non capire, parole che apparivano come un’incoerente
sequenza di suoni; ciò che contava veramente era quello che stavano
sperimentando insieme, erano le carezze leggere delle sue mani, il calore
del suo respiro, i baci impetuosi delle sue labbra che al solo pensiero lo
facevano vacillare come una foglia sferzata dal vento in tempesta. Aveva
sentito chiaramente il cuore di Sanzo battere forte dentro al suo petto,
proprio come il suo, e nei suoi occhi d’ametista aveva letto inconfessabili
parole d’amore e ora… non aveva il diritto di trincerarsi dietro la sua
ordinaria indifferenza.
“Non è vero, non è stato un errore!” Faticosamente riuscì a parlare e a
ricacciare indietro lacrime che ustionavano palpebre e ciglia. Sanzo si alzò
dal letto. Non sarebbe stato facile far capire certe cose alla scimmia, se
ne rendeva conto, ma sapeva che se si fosse spinto troppo oltre i danni
sarebbero stati davvero irreparabili.
“Goku non essere stupido. Se non hai compreso quello che stavamo facendo è
perché sei ancora un moccioso che non sa niente della vita e…”
“Io lo so, so benissimo quello che stavamo facendo!” urlò la scimmia
puntandogli in faccia due iridi velate di lacrime e delusione.
“Ma davvero? Quindi credevi che stessimo giocando o che questo fosse giusto…
normale, be’ non lo è! Non lo è affatto!” Sanzo si sottrasse a quello
sguardo inquisitorio e avanzò lentamente fino al davanzale della finestra
dove rimase in silenzio.
“Perché? Ti faccio così ribrezzo?”
La sigaretta che stava per accendersi cadde silenziosamente sul pavimento
della stanza.
“Che diavolo stai blaterando? Vedi che non hai capito niente.”
“Ho capito tutto invece!” gridò il ragazzino balzando in piedi di fronte a
Sanzo “Ho capito che per te non conto niente, che se ti va di giocare con i
miei sentimenti lo fai e basta e che… che io non sono degno di te perché
sono solo un essere indegno di vivere. Dei demoni hanno ucciso il tuo
maestro quindi è ovvio che ti faccia orrore, faccio orrore anche a me stesso
cosa credi? Io…” E poi di nuovo quella sensazione calda e avvolgente, di
nuovo il viso premuto contro il petto del suo guardiano, stavolta Goku non
riuscì a trattenere le lacrime e Sanzo lasciò che si sfogasse mentre dita
sottili sfioravano folti riccioli castani.
Il tocco delle sue mani era lieve, gentile, come se lui fosse stata una
persona importante da cullare e proteggere, ma allora perché i gesti di
Sanzo venivano puntualmente smentiti dalle sue stesse parole… parole
affilate e taglienti come pugnali imbevuti di veleno? Ogni volta che la
scimmia era convinta di essere ad un passo dal suo cuore ecco che accadeva
qualcosa che li allontanava, gettandoli dalla parte opposta di uno
sconfinato labirinto.
Sanzo gli prese il mento e lo costrinse ad alzare gli occhi su di lui.
“Ascoltami Goku, io non ho niente da darti.”
“Io non voglio niente, voglio solo stare con te.”
“Non in questo modo.”
“Perché, cosa c’è di sbagliato in 'questo modo'?”
Non c’era niente di sbagliato e se il monaco fosse stato una persona normale
avrebbe accettato senza riserve l’amore che Goku voleva offrirgli, ma il
bonzo aveva un passato da cui non riusciva ad affrancarsi, o forse usava i
suoi ricordi come semplice pretesto per evitare di scoprirsi e rivelarsi
debole e umano come mai avrebbe voluto essere e come invece era.
“Non c’è nulla di sbagliato in questo ma non con me, devi scegliere qualcun
altro; Goku io non sono la persona adatta."
Oramai Sanzo era in grado d’indovinare il suo futuro e poteva riconoscersi
nel viaggiatore freddo e scostante che vagava in solitudine per le strade di
quel mondo tanto odiato, alla ricerca del sistema meno vigliacco per morire.
Era già successo prima d’incontrare Goku, negli anni freddi e vuoti che
avevano fatto seguito all’uccisione del suo maestro, privo della luminosa
presenza della piccola saru sarebbe presto ripiombato in quell’inferno
intriso di astio e rancore e stavolta non ne sarebbe venuto fuori. Lo sapeva
fin troppo bene, ma era disposto a rivivere tutto quanto se avesse
significato lasciare Goku libero di vivere la sua vita, senza sporcare la
purezza del suo spirito con i rancori di un uomo incapace di affrontare le
sfide del fato.
“Come puoi pensare che io possa cercare un altro sole? Credi che quello che
provo per te sia tanto banale? Io forse non sono capace di esprimermi bene
ma anch’io so am…”
“Se continui con questo discorso non sarà più possibile tornare indietro.”
“Non m’interessa tornare indietro, io voglio andare avanti… insieme a te!” E
sollevandosi sulle punte dei piedi sfiorò le labbra del suo sole.
L’ametista sprofondò nell’oro infuocato di quegli occhi meravigliosi… occhi
biasimati e segretamente invidiati perché nessun altra creatura al mondo era
dotata di uno sguardo così limpido e sincero da poterci rispecchiare la
propria anima. Un istante, soltanto un istante bastò a Sanzo per catturare
le labbra di Goku in un bacio feroce e dopo averlo spinto malamente sul
letto gli strappò con rabbia gli ultimi vestiti che la giovane saru
indossava, sinistri bagliori attraversavano le sue iridi viola mentre
assaggiava con violenza ogni centimetro di quella pelle abbronzata.
“Se è questo che vuoi ti accontento subito!” sibilò. Così, pensava, Goku
avrebbe finalmente capito con chi aveva a che fare e sarebbe stato più
semplice accettare le ragioni del suo diniego; dopo quella notte il ragazzo
si sarebbe allontanato spontaneamente dal suo tutore, atterrito dal suo
squallido comportamento sarebbe giunto presto a maledire anche il suo nome.
Non aveva alternative, per quanto quel piano fosse ripugnante lo avrebbe
portato a termine, per il bene di Goku, per il bene di entrambi. Le mani del
suo sole divennero sempre più esigenti e severe mentre lasciavano dolorose
impronte sulla sua carnagione ambrata sfregiandone la schiena e le spalle,
soltanto quando udì i singhiozzi soffocati della sua scimmia Sanzo si rese
pienamente conto di quello che stava facendo: stava per rubare a Goku la sua
innocenza, proprio lui, la persona alla quale la scimmia aveva consacrato la
sua intera esistenza e tutto a causa del suo insano orgoglio, della sua
palese cecità.
“Goku.” Gentilmente lo indusse a girarsi verso di lui baciando via le
lacrime che rigavano il suo viso da bambino ferito “I legami conducono
solamente a questo.” Rivelò con un misto di dolore e amarezza.
“Però quando sei lontano io sento male qui…” Goku fermò la mano proprio
all’altezza del cuore.
Sanzo non rispose, aveva poca dimestichezza con le manifestazioni d’affetto
che nel suo caso, poi, si riducevano ad una furtiva carezza sul capo della
saru, ma adesso che le richieste del ragazzino si facevano pressanti
l’orgoglio cominciava pericolosamente a vacillare.
Non avere legami. Che cosa erano in realtà questi legami? Ad una attenta
analisi Sanzo risultava essere tenacemente 'legato' al suo passato,
alla memoria del suo maestro, ai sensi di colpa che giorno dopo giorno
s’impadronivano di un pezzo della sua esistenza ma Koumyou Sanzo intendeva
davvero biasimare i vincoli che nascevano spontaneamente tra persone
sincere? Perché se fosse stato così lui per primo avrebbe contravvenuto al
suo insegnamento, accogliendo nel tempio un bambino in fasce dalle dubbie
origini. Per la prima volta nella sua vita Sanzo si concentrò sul
significato intimo e profondo della parola 'legame' e si rese conto
che non si trattava dell’evidente sinonimo di rapporto ma poteva
tranquillamente essere sostituito da termini come catena, corda,
coercizione… che suggerivano significati molto diversi da quelli che avevano
guidato le sue scelte fino a quel momento. Il suo maestro gli aveva indicato
la via da seguire ma Sanzo, oppresso da rimorsi e rancori, aveva preferito
ignorarla nascondendosi dietro una promessa mai pretesa. Si sentiva
terribilmente patetico per essersi isolato dal resto del mondo adducendo
scuse tanto ridicole, l’aver poi travisato in modo così palese gli
insegnamenti del suo padre adottivo gli faceva capire quanto fosse stato
stupido e superficiale, sarebbe bastato ripercorrere a ritroso la vita del
precedente Hoshi per comprendere quanto ritenesse importanti i legami che un
incauto discepolo andava invece vituperando.
Dopo queste brevi riflessioni il bonzo percepì chiaramente la sua anima
farsi più leggera e vibrarsi nell’aria come una corda d’argento,
accompagnata da una felicità densa e sconosciuta che riempiva di luce tutto
il suo essere.
Posando lo sguardo sul bellissimo fanciullo sdraiato al suo fianco avvertì,
ancora una volta, il desiderio di possederlo farsi strada dentro al suo
petto ma si trattava di un desiderio diverso dalla semplice brama che lo
aveva animato fino a qualche istante prima, adesso era consapevole di
amare Goku. Al di là del bene e del male quella rumorosa saru gli
apparteneva, per volontà del fato o forse perché impersonavano due anime
gemelle che si erano infine ritrovate.
Con una certa cautela Sanzo prese il suo viso fra le mani e Goku si ritrovò
a stringere forte gli occhi timoroso e incerto… era ancora vivo in lui il
doloroso stupore che aveva provato davanti alla brutale aggressione del suo
padrone, ma il bacio che il maestro donò alle sue labbra fu così
dolce e leggero che il cuore di Goku perse un battito mentre braccia forti e
sincere lo stringevano teneramente a loro. Quando si allontanarono per
riprendere fiato Sanzo osservò compiaciuto il rossore sulle sue gote e lo
sguardo ubriaco d’amore che impunemente gli rivolgeva, in quel momento
sembrava che gli occhi di Goku brillassero di luce propria mentre la sua
bocca di miele era un invito troppo allettante per essere ignorato.
“Goku…” Il suo nome, accompagnato da una nota di calore così palese, gli
fece trattenere il respiro in attesa di parole che mai avrebbe pensato di
udire ma che nel fondo della sua anima aveva sempre aspettato.
“Questo cambierà tutto ma... una volta ho sentito dire che le cose che non
cambiano sono noiose, non rammento chi lo disse ma ho sempre pensato che
avesse ragione.” Concluse con fermezza. Per un lungo istante il mondo
attorno a Goku vacillò, ma nell’annegare nuovamente in quegli specchi
d’ametista e trovandoci riflessa la propria felicità regalò a Sanzo il
sorriso più raggiante che il monaco avesse mai ricevuto e che fu ricambiato
da un altro bacio irruente mentre un delizioso calore si diffondeva proprio
all’altezza del ventre, evidente preludio dell’estatico valzer dei sensi che
avrebbero presto messo in pratica.
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" Sanzo...." quanto calore
nella voce di Goku in quel frangente ma non solo... si poteva perfettamente
distinguere dell'altro: timore, ansia...incertezza.
Paura...
Sotto il tocco morbido e caldo delle mani del sole sentiva sempre più il
bisogno impellente di un qualcosa, l'urgenza di soddisfare quel
crescente desiderio mai provato prima. Improvvisamente nella sua mente
affiorarono le immagini di un uomo e una donna che si amavano, due corpi
nati per potersi unire... queste immagini ebbero il potere di irrigidirlo...
cosa che non sfuggì a Sanzo.
"Cos'hai?" domandò fermando sui fianchi le mani audaci e puntando i suoi
occhi in quelli del ragazzo.
"Ni... niente..." balbettò insicuro.
"Bugiardo!" il tono di rimprovero e lo sguardo severo allarmarono Goku che
non aveva nessuna intenzione di rovinare quel momento tanto idilliaco.
"Ho paura... non ho mai avuto tanta paura in vita mia..." confessò
candidamente mentre le sue guance si imporporavano nuovamente... "mi sento
così strano... non riesco a controllarmi... sento come se il mio corpo non
mi rispondesse più. Io... io non so come comportarmi." disse voltando il
viso e distogliendo lo sguardo dall'uomo che aveva su di sé, come se facendo
ciò potesse sfuggire all'imbarazzo che stava provando.
Sanzo lo osservò silenzioso per un momento che sembrò interminabile,
dopodichè...
"Hai ragione. Non è il momento!" Così dicendo si sollevò dal corpo caldo di
Goku per liberarlo del suo peso, nel movimento non notò la delusione che
calò improvvisamente sul volto della scimmia.
Perché? Si chiedeva....
"Non è il momento??" ripeté come un automa quasi senza neppure
rendersene conto. Sanzo non rispose, ma portandosi a sedere sulla sponda
raccolse in fretta e con una certa decisione i jeans abbandonati sullo
scendiletto per poi infilarseli. Il silenzio che calò tra loro sembrò una
lama gelida conficcatasi improvvisamente nella mente di Goku.
Aveva forse commesso qualche errore?
Aveva detto qualcosa di sbagliato?
Non poteva evitare di pensarlo e di sentirsi colpevole per quell'improvvisa
'ritirata' di Sanzo.
"Sa... Sanzo... ma…? " Goku si portò a sedere posando una mano sulla schiena
liscia del bonzo che a quel tocco si irrigidì e si voltò afferrandola per il
polso in un gesto brusco che sembrava da interpretare solo con il voler
interrompere immediatamente quel contatto.
"È meglio se ti vesti... Hakkai e Gojyo potrebbero presentarsi da un momento
all'altro..." così dicendo lo lasciò per passargli una fugace mano tra la
chioma castana in uno di quei rari gesti rassicuranti di affetto che soleva
esternare solo in momenti particolarmente importanti; gesto che
tranquillizzò Goku, il quale non fece nessuna domanda ma si limitò, dopo
aver scambiato uno sguardo intenso con il maestro, ad ubbidire. Il gelo
nella sua mente ora sembrava essersi dileguato. Sanzo non ce l'aveva con
lui, non capiva il perché delle sue azioni ma era certo che l'uomo non fosse
arrabbiato con lui e questo gli bastava.
Goffamente prese a rivestirsi sotto uno sguardo che mai prima aveva scorto
in Sanzo, uno sguardo per così dire acceso che aveva il potere di
renderlo stranamente teso. Si sentiva imbarazzato dalle carezze di quell'ametista
sul suo corpo... ancora, pur se vestito, aveva l'impressione di essere
sempre nudo sotto la loro particolare attenzione.
Il silenzio fu interrotto dal rapido bussare alla porta, si sentivano
chiaramente le voci di Hakkai e Gojyo discutere sul fatto che Goku avesse
mangiato o meno. I due si sorpresero di trovare Sanzo in piedi...
evidentemente i medicinali avevano sortito l'effetto sperato e il
raffreddore non aveva retto più di tanto accanto ad una persona tanto
irritante, pensava Gojyo, la cui attenzione sembrava rivolta particolarmente
a Goku... lo trovava sereno, seppur lievemente imbarazzato per non si sa
bene quale motivo. Hakkai si informò sulle condizioni di entrambi e tirò un
sospiro di sollievo nel constatare personalmente che effettivamente stavano
abbastanza bene da non doversi più preoccupare per loro.
Il discorso cadde nuovamente sulla tematica cibo... e al sentire i
rimproveri di Hakkai verso la trascuratezza di Goku nel rifiutarsi di
nutrirsi in quelle ultime ore, il bonzo lanciò alla scimmia una severa
occhiata di biasimo costringendolo a giustificarsi con delle scuse
assurde... tipo "Davvero, non avevo fame! "
"Non hai fame? Bene allora significa che questa la mangerò io! " disse Gojyo
in tono provocatorio avvicinandosi ad uno dei due vassoi delle colazioni
portate loro in camera.
"E no! Un momento! Ho detto che 'non avevo fame' ora invece ce l'ho
eccome quindi vedi di allontanare le tue zampacce da scarafaggio peloso
dalla mia colazione!" obbiettò Goku frapponendosi tra Gojyo e il tavolo su
cui erano poste le pietanze.
"Ma sentitelo... ti sei ripreso improvvisamente? Come mai ora hai tanta fame
mentre fino a poco fa sembravi un operaio in pieno sciopero? Sei proprio una
scimmia difficile da gestire, tu!"
"Impicciati degli affari tuoi, io sono libero di mangiare come e quando
voglio senza dovermi giustificare con te per questo!"
"Oooohh, povera scimmia indebolita... sbrigati a rimpinzarti allora sennò
tra un po' non ce la farai neppure a proferir parola!" rincarò la dose il
rosso, felice finalmente di poter riprendere il suo divertimento preferito,
ossia fare arrabbiare Son Goku, il tutto sotto il solito sorriso divertito
di Hakkai e la crescente venetta pulsante sulla fronte di Sanzo.
Terminata la disputa verbale con un minaccioso "ohi!" del bonzo rivolto ai
due, Goku non se lo fece ripetere due volte e sedutosi al tavolo cominciò
letteralmente a divorare tutto quello che aveva davanti, non distinguendo il
suo vassoio da quello del bonzo convalescente... ma poco gli importava, a
Sanzo sarebbe stata certamente servita una nuova colazione... intanto doveva
cercare di colmare la voragine improvvisamente apertasi nel suo stomaco.
"Il nostro bonzo è davvero coriaceo, non c'è che dire... ti sei ripreso in
fretta!" Gojyo ora era passato alla volta del suo nemico numero uno.
"Già... sono coriaceo esattamente come certe specie di insetti fastidiosi
che mi girano continuamente attorno." ribatté il bel biondino deciso a non
farsi mettere sotto dalle battutine dello scocciatore numero uno.
"Visto che stai bene e che pure la scimmia pare essersi ripresa ho una bella
notizia per voi: stasera terremo il TV-Party per festeggiare la vostra
guarigione!" se ne uscì inaspettatamente Gojyo, facendo ridurre a Sanzo gli
occhi a due sottilissime e sospette fessure e mandando un boccone di
traverso a Goku, tutto intento a inghiottire il cibo senza neppure
masticarlo. Tra lo sguardo bieco del bonzo, i colpi di tosse della scimmia e
le pacche sulla schiena di quest'ultimo da parte di Hakkai, Gojyo sorrideva
beato con una luce negli occhi che sembrava presagire un gran divertimento.
"Pa... party??" domandò Goku con ancora le lacrime agli occhi per il rischio
di soffocamento... non ci pensava proprio più alla scommessa fatta con il
Kappa, soprattutto dopo tutte le cose che gli erano successe in quegli
ultimi due giorni, in quelle ultime ore... e il sentire la parolina magica
di punto in bianco lo fece precipitare nuovamente nel terrore di una morte
imminente per opera di un certo bonzo, o peggio ancora del rischio di
perdere la scommessa e ritrovarsi a dover vivere una notte di sesso con una
donna sconosciuta.
"Sì, certo scimmia, ho detto proprio TV-Party. Non penserai mica che Sha
Gojyo si rassegni tanto facilmente, vero??" rispose sorridendo
maliziosamente "Non saranno le interferenze di pochi demoni a mettermi i
bastoni tra le ruote."
"Di quali ruote e bastoni stai parlando? Razza di idiota! Parli come se
questa stronzata fosse una questione di vita o di morte... sarebbe meglio se
ci dessi un taglio se non vuoi che diventi veramente 'una questione di
morte' per te!" Sanzo lo disse con una certa calma... ma come in tutte
le acque chete la calma può rivelarsi assai devastante... a Goku non era
sfuggita una certa sfumatura nelle parole del maestro e l'essere conscio
dello scambio di corpi che avevano vissuto non poteva non fargli sospettare
il rischio che Sanzo avesse intuito qualcosa o sapesse della loro scommessa.
Hakkai osservò Gojyo in silenzio con una espressione stranamente seria in
volto.
"Gojyo... ma la TV è andata distrutta, come pensi di..." la domanda di
Hakkai non arrivò alla fine che Gojyo sfoderò uno di quei sorrisi che
volevano dire 'eh eh eh, le mie risorse sono infinite! ' alzando
contemporaneamente il dito pollice della mano destra, cosa che lasciò i
presenti ammutoliti.
Goku riprese a mangiare rassegnato a non pensarci, almeno per il momento,
troppo affamato per mettersi anche solo a fare una elementare
riflessione. E così tra un boccone e l'altro la scimmia assistette prima al
ritiro di Gojyo, giustificato con il fatto che doveva andare a recuperare le
apparecchiature video e poi all'uscita di Hakkai, andato ad ordinare una
nuova colazione per Sanzo, non senza sentirsi dire dalla scimmia di portarne
su un altro vassoio anche per lui dal momento che non voleva lasciare
mangiare Sanzo da solo.
Così i due rimasero nuovamente soli nel silenzio generale... o meglio tra i
rumori che emetteva Goku nell'inghiottire quel che restava delle pietanze.
"Senti un po', tu..." la voce di Sanzo arrivò improvvisamente alle spalle di
Goku ad una vicinanza eccessiva. Goku si voltò per ritrovarsi il bonzo
sovrastante che lo guardava con cipiglio.
"Shi... cosha… she Shansho?" rispose con la bocca piena cercando di non
sputacchiargli addosso per non ricevere una sonora sventagliata, come
accadeva sempre in quelle circostanze.
"Come accidenti ti è venuto in mente di fare una scommessa tanto idiota con
quell'imbecille?" occhi gelidi, tono gelido. Goku deglutì il boccone
rischiando nuovamente il soffocamento.
Cavolo! Sapeva tutto... del resto come poteva non esserne venuto a
conoscenza visto quello che avevano vissuto?
""Maledetto scambio di corpi!"" pensò tra sé e sé Goku.
"Co... come?"
Una sventagliata lo colpì sulla testa per due volte.
"Non fare il finto tonto, so tutto dei vostri deliri collettivi! Come hai
potuto accettare un'assurdità simile? Passi per quell'idiota immatricolato
che non fa che avere le fregole dalla mattina alla sera ma tu, dico... tu
potevi anche rifiutarti di accettare una stronzata simile, no?" l'ira
funesta del pelide Sanzo si stava ora scatenando nella maniera a lui più
congeniale ossia con sbraiti e colpi di harisen. A nulla servirono i lamenti
e le giustificazioni della povera scimmia che cercava di calmare quello che
sapeva non avrebbe potuto essere moderato tanto facilmente.
Terminato lo sfogo sul povero semi-innocente...
"Tsé... quel pervertito di un Kappa ha tanta voglia di giocare?? Bene, lo
farò divertire io stasera, eccome se non lo farò divertire. Non se lo
scorderà per il resto dei suoi giorni!" Goku, massaggiandosi la testa per
tutte le sventagliate ricevute deglutì più rumorosamente di prima pur non
avendo nulla da inghiottire se non la paura. Era chiaro come il giorno che
quella del bonzo era una minaccia e non volendo prenderne ancora non fiatò,
ma si limitò a pensare di non volersi trovare nei panni di Gojyo quella
sera.
Nonostante la sfuriata del bonzo e quello che lo aspettava, Goku non poteva
fare a meno di pensare al suo rapporto con Sanzo... ora le cose non erano
più come prima, non completamente almeno e questa idea lo rendeva felice ma
allo stesso tempo teso. Amava Sanzo con tutto il cuore ma il ricordo delle
sue mani sul suo corpo, quelle sensazioni tanto intense da stordirlo avevano
il potere di metterlo in ansia.
Cosa sarebbe successo se il suo sole non si fosse fermato? Se avesse
proseguito ad amarlo come aveva cominciato quella mattina? La paura
dell'ignoto, di qualcosa di completamente sconosciuto e intimo, lo rendevano
inquieto; non poteva non pensare a quando quel momento sarebbe arrivato
nuovamente. Lo bramava e temeva allo stesso modo.
Aveva visto quel video con Gojyo, vero... ma gli serviva a ben poco dal
momento che la persona che desiderava non era esattamente quel che soleva
definirsi una "donna", né tanto meno lo era lui. Quindi l'interrogativo di
come poteva amare ed essere amato da Sanzo gli dava da pensare.
Gli sarebbe bastato accarezzarlo? Si sarebbe fatto bastare le sue carezze?
Non lo sapeva, era ancora presto per giudicare, sapeva solo che lo
desiderava come mai prima aveva desiderato nessun'altro.
Continua
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