Stake

parte VII - A servant

di Hisoka


 

“Intervenire o non intervenire, questo è il problema mio caro Jiroushin!”
“Ma non avevate detto che il compito degli Dei è quello di accompagnare gli uomini nel loro cammino?”
La dea lo fulminò con lo sguardo.
“Alla tua età hai ancora una memoria di ferro. Comunque ho anche detto che le cose che non cambiano sono noiose ed è giunto il momento che io usi i numerosi jolly a mia disposizione.”
“Credo che abbiate fatto abbastanza.”
“Non è sufficiente, ho in mente qualcosa di estremamente poco corretto."
“Kanzeon Bosatsu, non dovreste abusare in questo modo della vostra posizione...”
“Ma che parole sconvenienti! Io abusare della mia posizione... Ti ricordo che sono la Dea della misericordia, è mio preciso dovere aiutare le persone bisognose e sofferenti.”
Dicendo questo le sue labbra si piegarono in uno di quei sorrisi che Jiroushin conosceva fin troppo bene e che preannunciavano catastrofi a cui era impossibile sottrarsi.

-------------------------

La cena si svolse in un singolare clima di attesa, Goku non mangiò quasi niente mentre Sanzo si saziò a volontà con gli squisiti onigiri che la cuoca gli aveva portato, tutto questo sotto lo sguardo sempre più perplesso di Hakkai e Gojyo che erano all’oscuro del “piccolo cambiamento” avvenuto nel monaco e nel suo discepolo prediletto.
“Allora Sanzo, ti senti meglio dopo il riposino pomeridiano?” Si informò Gojyo particolarmente divertito dalla piega che avevano preso le ultime vicende del bonzo corrotto.
“Sì, io...”
Lo stritolamento di piede che il monaco imprigionato nel corpo della scimmia si premunì di sferrare alla malcapitata saru, fece assumere a Goku un atteggiamento più sanzesco.
“Che diavolo t’interessa, stupido kappa rincitrullito! Io dormo quanto mi pare e piace. Non devo certo rendere conto a te! È molto meglio dormire che trascorrere il mio preziosissimo tempo con degli stupidi come voi!”
“Già, preferisci passarlo a fare illuminanti prediche.”
Goku sgranò gli occhi. Come faceva Gojyo a sapere di quella predica? Chi gliel’aveva detto? Se Il kappa era venuto a saperlo significava che anche Sanzo ne era al corrente… ma quando?
Quando era successo? La sua mente era in preda alla confusione più totale ma s’impose di recuperare la calma e di affrontare quella discussione con la necessaria razionalità.
“Potresti farne una anche a me? Sono proprio curioso di sentirti. Ah ah ah. Prediche. Ma cosa può predicare un uomo tanto poco compassionevole?” Lo schernì il rossino.
“Come puoi dire che sono poco compassionevole?”
Goku si morse la lingua consapevole che quella domanda Sanzo non l’avrebbe mai fatta e infatti colse immediatamente lo sguardo di biasimo che due occhi dorati gli rivolsero dietro le lunghe ciocche castane.
“Questa è proprio bella. Dimmi in cosa sei altruista o generoso? Credi che il portarti dietro Goku possa essere considerato un atto compassionevole? Io non ho mai capito perché hai deciso di prenderti cura di un moccioso ma sono sicuro che la tua sia una scelta egoistica, immagino per soddisfare il tuo ego. Non capita a tutti di avere uno servo adorante che ti segue come un cagnolino.”
“Non è un servo!!”
Gojyo si voltò verso Goku che gli aveva parlato con un tono freddo, quasi colmo di rabbia.
“Vuoi dire che non sei un servo perché ti sei messo ad usare la terza persona?”
Sanzo non disse nulla ma guardò di sfuggita Goku che, nelle vesti del venerabile, teneva la testa bassa mentre la frangia bionda celava il suo sguardo; impossibile intuire che cosa provasse in quel preciso momento.
Dannazione perché teneva il capo chino? Non era un comportamento consono al suo carattere e poi quante volte gli aveva detto di guardare dritto davanti a sé? Se avesse avuto a portata di mano la sua shoreijyu avrebbe dato una bella lezione a quel maledettissimo kappa dalla lingua lunga.
Come si permetteva di parlare senza conoscere realmente la situazione?
Pensava di essere stato abbastanza chiaro durante l’episodio di Homura: lui non aveva bisogno di un servo, aveva bisogno di Goku, della sua luminosa presenza capace tenere a bada i demoni del suo passato… certo quest’ultima parte era stata omessa ma era ovvio che un uomo come lui non parlasse apertamente dei suoi sentimenti… sentimenti che lo avevano irrimediabilmente legato più di quanto ritenesse giusto e sano.
Sebbene non potesse tornare indietro non poteva nemmeno permettersi di andare avanti… non sarebbe mai stato in grado di dare libero sfogo alle emozioni sigillate negli abissi del suo cuore per una promessa, perché era il suo modo di vivere o forse soltanto perché era un debole, un uomo capace di vivere soltanto per se stesso.
“Non è un servo perché è una sua libera scelta seguirmi!”
Goku aveva parlato pacatamente, con la voce bassa e profonda di Sanzo ma lo aveva fatto sollevando fieramente lo sguardo verso Gojyo che sentì un’inspiegabile senso di colpa stringergli il petto. Non si era mai sentito in colpa nei confronti di Sanzo, quel bonzo presuntuoso e meschino si meritava tutto quello con cui lo aveva appena apostrofato ma aveva sbagliato a coinvolgere Goku, avrebbe dovuto dimostrare più tatto e la conferma di avere esagerato fu l’occhiataccia di Hakkai che aveva seguito la lite in religioso silenzio e che propose di continuare la serata all’aperto, sperando che il clima festoso di una sagra di paese contribuisse a raffreddare gli animi ma soprattutto riportasse l’armonia tra Goku e Sanzo. Già perché tra quei due era successo qualcosa, lo intuiva dagli sguardi freddi di Goku e dai gesti impacciati di Sanzo, dal suo forzato isolamento come se volesse rimandare all’infinito possibili e imbarazzanti spiegazioni. Gli dispiaceva che Goku non si fosse confidato con lui, non aveva mai sentito il ragazzino così sfuggente e impenetrabile come nei giorni passati in quella cittadina. Sembrava che tutto ad un tratto fosse diventato un’altra persona e che avesse perso la sua indole gioiosa e chiacchierona. Era strano ma sembrava più simile a Sanzo dello stesso bonzo che aveva sotto al naso.
Per le strade delle cittadina i quattro camminavano in fila indiana, con Goku che li distanziava di parecchi passi e Sanzo che lo seguiva con occhi bassi e sperduti, in genere sarebbe stato il contrario, c’era proprio qualcosa che non andava...
“Ascoltami Gojyo...” gli sussurrò Hakkai, tirandolo indietro.
“Che c’è, vuoi farmi la ramanzina?”
“Ti meriteresti ben altro. Hai finito per peggiorare le cose.”
“Non era mia intenzione”, ammise il kappa con aria affranta, la birra aveva finito per sciogliergli la lingua oltre i limiti consentiti, aveva offeso Sanzo ma soprattutto aveva ferito Goku e chiedergli scusa non sarebbe stato sufficiente, si era spinto troppo oltre. A quel punto la scommessa e le battutine non sarebbero servite a niente. Doveva rivelargli i motivi profondi che lo avevano indotto ad agire in quel modo; amare il bonzo non era consigliabile per Goku, se avesse preso un coltello e se lo fosse piantato nel cuore avrebbe sofferto di meno.
“Lo so ma non hai il diritto d’intrometterti nelle loro faccende.” La leggendaria perspicacia di Hakkai lo metteva sempre a disagio, non gli si poteva nascondere nulla e non era sempre utile quel lato del suo carattere.
“Dobbiamo rimanere a guardare Goku mentre si fa del male con le sue mani? Non vedi quant’è strano? Sembra un’altra persona.”
“Questi non sono affari nostri e poi il loro legame è qualcosa che sfugge a qualsiasi definizione… è sempre esistito e nessuno riuscirà mai a spezzarlo. Non è questione di volere un servo o di essere fedele al proprio liberatore.”
“Tu sopravvaluti un iceberg come Sanzo.”
“Ti sbagli, sei tu invece che lo sopravvaluti; credi davvero che si possa resistere a ciò che il destino ha in serbo per noi? Non so perché ma l’incontro tra Goku e Sanzo era qualcosa di predestinato a cui nessuno dei due poteva sottrarsi e l’evolvere del loro rapporto è qualcosa che nemmeno Sanzo può evitare.”
Gojyo non replicò ma scelse di ritornare alla locanda dove magari la compagnia di qualche bella donna lo avrebbe aiutato a dimenticare quella pessima serata, tuttavia neanche tra le braccia di un’affascinante mora riuscì a scacciare i cattivi pensieri e l’assoluta certezza che il bonzo corrotto non fosse la persona più adatta per Goku.

---------------------------

Goku si fermò di colpo e osservò Sanzo allontanarsi e perdersi tra la folla, non si era accorto di niente o forse per il monaco non aveva importanza la vicinanza di Goku...
Sanzo era sempre stato restio alle manifestazioni d’affetto della giovane saru ma il ragazzino aveva sempre attribuito quella freddezza alla sua naturale introversione, adesso però cominciava a dubitare delle ragioni che spingevano Sanzo a tenerlo lontano e per la prima volta nella sua vita Goku scelse di rimanere solo e di allontanarsi da Sanzo, dal villaggio, da tutta quella fastidiosa e inutile confusione. Almeno per quella notte non voleva essere l’oggetto di rimproveri e sguardi carichi di disprezzo da parte del suo tutore. In silenzio lasciò che le gambe lo guidassero lontano da occhi indiscreti, dove forse le parole di Gojyo sarebbero parse meno crudeli, meno dolorose… meno maledettamente vere.
Aveva sempre odiato la solitudine, la fedele compagna del suo monaco era sempre stata il nemico da sconfiggere, sia nel loro rapporto sia durante i lunghi anni di prigionia sul monte Gogyo, e adesso era strano ritrovarsi a desiderarla tanto intensamente, forse i geni di Sanzo avevano dato un contributo determinante a questa sua singolare aspirazione. Forse il corpo di Sanzo era dotato di una propria memoria genetica che condizionava la sua anima, ma allora perché il suo corpo non influiva sulla mente del monaco, perché non lo spingeva verso una qualche dimostrazione di comprensione, affetto, amore?
Amore? Quant’era stupido...
Sanzo non poteva amarlo. Chi mai si sarebbe legato ad una creatura dalle origini eretiche e dal futuro incerto che non era nemmeno sicura di poter rimanere se stessa fino alla conclusione di quel viaggio… il Seiten dentro di lui cresceva e diventava sempre più forte e incontrollabile, magari un giorno quel diadema dorato che gli cingeva la fronte non sarebbe più bastato e allora sarebbe stato solo un youkai da eliminare, uno in più in quella terra martoriata un tempo sublime esempio di convivenza tra le diverse razze e civiltà.

----------------------------

Quando Sanzo si voltò, assolutamente convinto che Goku lo stesse seguendo, la sua inaspettata assenza lo ferì più di quanto avrebbe mai ammesso e provò una strana e irritante sensazione di abbandono. In quale momento della serata Goku si era permesso di prendere una strada diversa dalla sua? Era davvero inconcepibile! Da quando si trovava nel suo corpo si stava prendendo troppe libertà e la cosa cominciava a dargli sui nervi, si comportava come se fosse un adulto quando invece era ancora un bambino sotto la sua responsabilità. Goku era maturato molto negli ultimi mesi ma l’evidenza era negata con veemenza da Sanzo, dolorosamente consapevole delle inevitabili ripercussioni che la crescita della scimmia avrebbe provocato sul loro rapporto; e s’illudeva di poter rimandare all’infinito confronti e spiegazioni, cristallizzando il loro rapporto nella sicurezza di una dimensione senza tempo come se Goku fosse ancora il bambino che lo chiamava dalle profondità di un’oscura prigione e lui il ragazzo sopravissuto al tragico assassinio del suo adorato maestro. Il suo atteggiamento era perfettamente in linea con il suo egoismo, pensare solo a se stesso gli aveva permesso di non farsi dilaniare dal senso di colpa per la morte del suo maestro e per tanti anni era stata l’armatura con cui si era difeso dai veleni del mondo esterno, ma adesso quella corazza non era più sufficiente… i luminosi sorrisi di Goku erano riusciti a creare delle fenditure che via via diventavano sempre più profonde, tra non molto sarebbe andata in pezzi e si sarebbe trovato senza protezione davanti al sua piccola scimmia. Una scimmia che avrebbe anche potuto staccarsi e cercare altrove quello che lui non poteva dargli e a quel punto come si sarebbe comportato? Avrebbe scoperto il suo cuore e la sua anima o l’avrebbe lasciato andare libero di costruirsi il suo futuro? Se c’era una cosa di cui Genjo Sanzo era sicuro era che non avrebbe fermato Goku, non l’avrebbe trattenuto sull’orlo del precipizio perché non ne era capace, purtroppo era quella la cruda verità delle cose: non era in grado di lasciare trasparire i suoi sentimenti per la scimmia… ammettere di provare qualcosa per Goku lo avrebbe spinto ad oltrepassare l’invisibile barriera che lo separava dalla realtà e l’avrebbe reso più umano, più vulnerabile, e lui non voleva essere vulnerabile, non poteva essere debole… ricordava bene il giuramento che un ragazzino biondo aveva pronunciato su una lapide di pietra "cancellare ogni stupida fragilità umana" anche se ciò significava condannare se stesso ad una esistenza spoglia e arida.

--------------------------

Goku aveva camminato a lungo e senza rendersene conto si era allontanato parecchio dalla zona abitata ritrovandosi di fronte ad un lago vasto e profondo. I bianchi raggi della luna illuminavano le acque bluastre del lago e quell’atmosfera rarefatta riusciva a trasmettergli un senso di pace. Decise quindi di fermarsi per un po’ in quell’oasi tranquilla e solitaria alla ricerca di una serenità che gli mancava da troppo tempo ma vedere ancora una volta che l’immagine riflessa nel lago era quella di Sanzo ostacolò il suo tentativo di allontanare i cattivi pensieri; l’oggetto dei suoi desideri era davanti a lui, con i suoi capelli dorati, la sua carnagione d’alabastro, i suoi occhi d’ametista ed era come sempre irraggiungibile… quella situazione era una sorta di metafora della loro eterna condizione, erano insieme eppure lontani, un ossimoro che rendeva bene la natura della loro relazione.
Si può amare il sole in silenzio ma non si deve avere la presunzione di raggiungerlo perché se ti avvicini troppo la sua luce rischia di accecarti e consumarti. Una volta aveva letto la storia di Icaro che aveva tentato invano di raggiungere il sole, anche lui avrebbe finito per condividerne il destino?
Le urla improvvise di un bambino che stava rischiando di annegare lo strapparono alle sue cupe riflessioni e senza pensarci un attimo si gettò in acqua per salvarlo. La corrente era molto forte e la veste sacerdotale di Sanzo certo non lo aiutava nei movimenti ma con uno scatto di reni riuscì comunque ad afferrarlo per un braccio, tuttavia nel momento stesso in cui la sua mano sfiorò il braccio del ragazzino questi scomparve come se non fosse mai esistito: era stata un’illusione frutto di qualche bizzarro sortilegio. Goku non ebbe nemmeno il tempo di darsi mentalmente dell’idiota per essere caduto in una trappola così stupida, perché un violento mulinello lo catturò sott’acqua, cercò di risalire ma la corrente scorreva impetuosa contro di lui e lo spingeva sempre più in basso, sempre più a fondo, senza la possibilità di aggrapparsi a nessun appiglio… il nome di Sanzo riaffiorò nella sua mente, era nel suo corpo, cosa gli sarebbe accaduto se fosse annegato?
""Sanzo""
Sanzo si voltò di scatto. Goku lo aveva chiamato, aveva sentito distintamente la voce della scimmia scandire le sillabe del suo nome, doveva trovarsi in pericolo perché il suo richiamo era stato accompagnato da una sgradevole sensazione di freddo e paura e non sbagliava mai riguardo a certe cose. Ancora con le sembianze della scimmietta prese a correre verso il boschetto dove intuiva fosse finito.
“Dove pensi di andare? Non farai mai in tempo!” Nella donna che gli sorrideva sbarrandogli la strada Sanzo riconobbe subito colei che li aveva incaricati di quella missione.
“Che cosa vorresti dire?”
“Che non riuscirai a salvarlo, è troppo lontano e poi perché affannarsi? Tu non desideri avere dei legami, perdere Goku significa ritornare liberi.”
“Smettila dannata vecchia e poi mi preoccupo del mio corpo!”
“Non appena Goku morirà tu ritornerai nel tuo corpo come se nulla fosse mai successo...”
Sanzo si morse le labbra e mormorò a voce bassissima. “Io non permetterò mai che quella stupida scimmia muoia"
"Non puoi arrivare in tempo con le tue misere risorse di essere umano.”
“E allora tu che sei una divinità di così alto rango potresti pure dimostrare il tuo valore, Goku è un elemento molto importante per questa dannata missione.”
La dea sorrise. Le stupide scuse che il nipote accampava per giustificare il suo attaccamento alla scimmia avrebbero meritato una pubblicazione a parte ma in effetti quello non era il momento per perdersi in nuovi progetti.
Una luce bianca e familiare investì Sanzo che si ritrovò improvvisamente in acqua, gli bastò un’occhiata alla bianca carnagione della sua mano e al kimono cerimoniale per comprendere di essere ritornato nel suo corpo. Senza badare ad altro mise la testa sott’acqua alla ricerca di Goku, all’inizio non riusciva a vedere niente, il fondo era molto scuro e l’acqua gelida sembrava penetrare fin dentro alle sue ossa.
Lo cercava… lo cercava disperatamente mentre il cuore martellava dolorosamente dentro al suo petto, non poteva perderlo perché…
La vista improvvisa del corpicino di Goku bloccato vicino ad un masso gli impedì di continuare in quelle pericolose ammissioni. Con poche bracciate lo riportò velocemente in superficie, non respirava e il suo viso era cianotico, una sola frase rimbombava nella sua mente: non doveva morire, non poteva morire, non gliel’avrebbe mai perdonato! Posò le sue labbra su quelle di Goku... erano fredde come il suo corpo e Sanzo soffiò dentro l’ossigeno una, due, tre... un’infinità di volte, mettendo in quel gesto intimo e profondo tutto quello che non si erano mai detti finché, dopo alcuni secondi che parvero eterni, il ragazzino prese a tossire violentemente espellendo l’acqua che ostruiva i suoi polmoni.
Quando Goku aprì gli occhi si ritrovò davanti due penetranti iridi viola e uno sguardo diverso, sembrava preoccupato e addolcito da una piacevole nota di calore, di affetto. Possibile che Sanzo lo stesse guardando con amore?
Aspetta ma se quello davanti a lui era Sanzo significava che erano tornati normali...
“Sanzo ma allora è tutto a posto!” Esclamò felice il giovane naufrago.
Lo schiaffo fu violento e imprevisto, Sanzo lo aveva caricato di rabbia e apprensione per quei terribili secondi in cui aveva temuto per la sua vita. Goku rimase interdetto e stupito ma subì senza ribattere l’ira del suo monaco.
“Come hai potuto fare una cosa tanto stupida?”
“Mi dispiace io...” Non continuò e abbassò il capo confuso.
“Non ci sono giustificazioni per quello che hai fatto. Se non fossi arrivato in tempo che cosa sarebbe successo?”
Per un istante a Goku parve di cogliere un leggero tremore nel consueto tono autoritario di Sanzo e ne fu felice, significava che Sanzo ci teneva a lui.
“Hai ragione sarei dovuto stare più attento.” Mormorò con lo sguardo chino sul terreno.
“Stupida scimmia hai messo a repentaglio il mio corpo per una nuotata in pieno autunno! Solo una scimmia senza cervello come te poteva realizzarsi in un simile numero.”
Goku sentì un tuffo al cuore.
Allora era per quello? Era preoccupato soltanto delle sorti del suo corpo? Ma certo come poteva essere altrimenti, Sanzo non avrebbe mai voluto rimanere imprigionato nel corpo ripugnante di un eretico, nessuno lo avrebbe mai accettato, eppure non riusciva a sopportarlo, sentiva una rabbia oscura scorrere lungo le sue vene e crescere dentro al suo petto. Per un brevissimo istante temette che il diadema potesse frantumarsi liberando il demone sanguinario che dormiva dentro di lui ma fortunatamente non avvenne e le parole che scandirono le sue labbra furono pesanti come macigni.
“Io non continuerò questo viaggio con te, domani non partirò assieme a voi!”

----------------------------

Il bicchiere che Kanzeon teneva fra le mani cadde a terra frantumandosi in mille pezzi, Jiroushin osservò il viso impenetrabile del kami che non lasciava trasparire nessuna emozione per quello che era appena successo, adesso capiva da chi Konzen avesse preso il suo atteggiamento di totale indifferenza verso il mondo esterno.
“Non raccoglierli!”
“Ma Kanzeon sama...”
“È inutile rimettere assieme quello che si è definitivamente rotto.”
“Avreste dovuto lasciare le cose come stavano...”
“Il trucco del bambino servirà da scossone a Konzen.”
“Ma non avete appena detto..?”
“Ma il vino non è esaurito... posso sempre versarne dell’altro; il contenitore non è importante ed è ciò che devono imparare; i loro corpi sono dei semplici involucri, quello che conta sono le loro anime e quella di Goku attualmente sta soffrendo molto. Konzen dovrà porre rimedio ai suoi errori o qualcun altro prenderà il suo posto come sole della scimmia...”




Continua