NOTE: Questa fic la dedico ad Aiko e Naika due persone specialissime a cui voglio tanto bene ^_____^



Speranza   

di Neko


Corro per questi lunghi corridoi.

Il mio cuore batte impazzito.

Non vedo, non sento... tutto è vuoto attorno a me.

La notizia è arrivata improvvisa...

Ero tranquillamente sdraiato nel divano di casa nostra.

In quel piccolo paradiso dove potevamo restare in pace, lontani dal resto del mondo.

Il telefono ha cominciato a squillare.

Non avevo voglia di alzarmi avevo solo tanta voglia che lui ritornasse e mi svegliasse con un bacio.

Ero in uno stato di dormi veglia.

Ed è in quello stato che ho appreso quella terribile notizia.

La segreteria è entrata in funzione e una voce atona mi ha dato la notizia.

Una notizia che ha distrutto la mia vita.

Hanamichi aveva avuto un incidente.

Hanamichi era ricoverato in un ospedale.

Hanamichi era in fin di vita.

Tutto quello a cui riuscivo a pensare era lui e solo lui.

Il suo nome che continuo a ripetere ancora ora mentre corro alla ricerca della sua stanza.

Dov'è dov'è dov'è... maledizione...

Dove cazzo si trova questa dannata stanza.

Continuo a correre ma non riesco a trovarla.

E solo ora mi rendo conto che non sò il numero della sua stanza.

Sono uscito di casa senza chiedere ulteriori informazioni.

Sono entrato in ospedale e non ho domandato a nessuno.

-Hey non si corre in ospedale-

La voce di una donna mi riporta alla realtà.

Deve essere un'infermiera e la prova ne è il suo camice bianco.

Forse mi potrà aiutare.

Forse lei saprà dove si trova Hanamichi.

-Scu...scusi stò cercando un mio amico-

-Sì?-

-Un mio amico è stato ricoverato qui-

-Molte persone vengono ricoverate qui... è un ospedale-

Mi stà pigliando per il culo.

Non lo capisce il mio stato d'animo.

Sono sempre stato una persona calma e paziente, ma non ora.

Non ora che stiamo parlando della mia vita.

Vorrei tanto alzare una mano e mollarle un ceffone, ma non concluderei un bel nulla in questo modo.

Devo stare calmo... devo stare calmo... calmo...

-Si chiama Hanamichi Sakuragi-

-Mi spiace ma non lo conosco-

-E' stato ricoverato qui... mi hanno telefonato-

-Non lo conosco mi spiace-

-Mi sà dire qualcosa-

-Mi spiace non lo conosco... prova a vedere se si tratta di quel ragazzo che è appena uscito dalla sala operatoria-

-In che stanza si trova?-

-Credo l'abbiano portato in obitorio-

Obitorio? Obitorio? Obitorio?

Non può essere.

Sì sì sì sì non può essere perchè in obitorio ci portano i morti.

E tu non sei morto, vero Hana?

Vero Hana?

Tu mi hai promesso di non abbandonarmi mai.

Hai promesso di non lasciarmi.

Hai promesso che saresti rimasto sempre con me.

Hai promesso e tu le promesse le mantieni sempre.

Mi sento mancare.

Non sento più il mio cuore.

Le lacrime cominciano a bagnare il mio viso, mentre mi accascio a terra... in ginocchio.

Le lacrime percorrono il mio viso e cadono sul pavimento lucido.

-Hey ti senti bene?-

La donna mi si avvicina.

Mi scuote, cerca di farmi riprendere.

Ma che cosa vuole ancora.

Ora che sono morto non voglio il conforto di nessuno.

Voglio solo che mi dica che si è sbagliata, che il ragazzo morto non è lui.

Alzo il viso e incontro il suo.

I suoi occhi mostrano preoccupazione, ma ormai è troppo tardi.

Con poche e semplici parole questa donna mi ha completamente annientato.

Ora sono privo di forze e non ho più voglia di parlare, si sentire, di vedere voglio solo andarmene da tutto questo.

Voglio dire addio a questa vita che non ha fatto altro che odiarmi giorno dopo giorno.

Continua a fissarmi per parecchi secondi.

Secondi che mi sembrano ore.

Poi con un accenno di sorriso scoppia a ridere.

Mi ride in faccia.

Ride di me di quello che mi è successo?

Perchè?

Chi è questa pazza esaurita.

Perchè si diverte così tanto a torturarmi.

Continua a ridere.

Non si ferma.

Ride... ride e ride...

Quindi forse era tutto uno scherzo inventato da Hana.

Sì forse questa è la spiegazione più sensata per spiegare tutto questo.

Ora uscirà da una stanza e mi salerà addosso dicendomi che era tutto uno scherzo per festeggiare il nostro anniversario.

Gli terrò il broncio alcuni minuti e poi gli sorriderò, dicendogli che pagherà molto caro questo scherzetto.

Che quando saremo a casa pagherà il suo debito verso di me.

Una mano si poggia sulla mia spalla.

Un uomo sulla cinquantina mi osserva con curiosità.

-Portatela via e somministratele un calmante-

Ha parlato a qualcuno.

Volgo il mio sguardo e vedo che due infermieri stanno prendendo di forza quella donna.

Non ci capisco più niente.

Voglio capirci qualcosa.

Devo assolutamente capire qualcosa di tutta questa situazione.

-Ti ha detto qualcosa?-

Mi rivolge quella domanda mentre mi aiuta ad alzarmi.

Gli racconto quello che è accaduto.

Poi mi fissa e il suo volto serio si increspa con un sorriso.

Tutta questa storia mi stà facendo impazzire.

Oppure sono già pazzo, sono impazzito per il dolore e ora verrò rinchiuso in uno di quei reparti per malati terminali.

Sorrido a quest'idea.

-Il tuo amico si chiama Sakuragi Hanamichi, giusto?-

-Sì è lui-

-Seguimi-

Faccio come mi ha chiesto lo stò seguendo.

Sembro più un automa che un essere umano.

E' come se eseguissi un comando che mi è stato imposto.

Ormai non sento più il mio essere è come se fossi spento.

Ci fermiamo davanti ad una porta bianca.

Bianca come tutte quelle che abbiamo incontrato, con la sola differenza che lì dentro risiede la mia speranza.

La mia vita dipende da quello che mi attende al suo interno.

-E' qui dentro...-

L'avevo capito.

L'avrebbe capito chiunque avesse un minimo di cervello.

Ma sembra che tutti mi prendano per stupido.

Smettila Akira pensa solo che potrai rivederlo.

Sì perchè il medico mi ha dato la speranza, ha detto che era vivo nonostante fosse conciato male.

Apre la porta.

Facciamo capolino nella stanza e un sentimento di angoscia si impadronisce di me.

Ho paura, tanta paura che il mio corpo non si decide a muoversi.

Sono paralizzato dal terrore mentre vedo la mia vita scivolare via, come sabbia al vento.

Mi fa cenno di avvicinarmi al letto.

Ma io non ci riesco.

Mi fa tanta paura vederlo collegato a quei macchinari, che avrei una gran voglia di gridare.

Ma anche questo mi sarebbe impossibile farlo.

Voglio sapere che in che situazioni è.

Se c'è possibilità che si riprenda.

-Ha subito un trauma cranico e c'è la possibilità che non si riprenda-

Mi ha letto nel pensiero?

Ha interpretato quello che la mia mente gridava.

Ma io non volevo sapere questo, volevo solo che mi dicesse che per lui ci sono speranze. Che la sua vita, la nostra vita, che tutto non è ancora finito.

E invece mi è venuto a dire che c'è possibilità che non si riprenda.

Perchè deve succedere tutto questo.

Perchè Dio si diverte a giocare con la mia vita, portandomi via anche la metà del mio cuore.

Rimango solo in stanza con lui.

Ora sento il battere del suo cuore attraverso il macchinario.

E' ancora vivo e questo è l'importante.

E' in uno stato d'incoscienza e la mia presenza potrebbe aiutarlo ad uscire dal coma, così mi ha detto il medico.

Mi siedo sulla sedia di metallo vicino al suo letto.

Prendo la sua mano tra le mie.

E' fredda e non posso far a meno di sentire come un vuoto dentro di me.

Non sono stato presente nel suo trasporto in ospedale.

Il medico mi ha raccontato che Hanamichi non ha mai smesso un secondo di chiamare il mio nome.

Che mentre lo portavano in ospedale lui non faceva altro che chiamarmi.

Che invocava il mio nome come una preghiera.

E io non ero vicino a lui.

Stringo forte la sua mano, voglio riscaldare il suo corpo con questo piccolo gesto.

E non mi rendo conto di piangere, ancora una volta, sin quando quelle piccole goccie salate non colpiscono le mie mani.

La disperazione si impossessa di me e stupidamente mi metto a piangere come un bambino.

Ma è davvero da stupidi piangere per la persona che si ama.

Quindi amare è da stupidi.

Non credo.

Se lo fosse allora io sarei il principe degli stupidi.

Amo questo "casinista" dai capelli rossi, così viene definiti da molti.

Per me è solo la persona che ha legato il mio cuore al suo.

-Ti prego svegliati... lo sai che dormire troppo fa male-

<Aki lo sai che dormire troppo fa male>

Le mie frasi coincidono troppo con le tue ora.

Abbiamo per caso gli stessi pensieri.

Oltre ad avere un cuore che batte assieme, abbiamo pure un cervello che funziona per entrambi.

Sorrido al pensiero che tu ora possa svegliarti e possa vedermi in questo stato.

Cosa faresti se mi vedresti in lacrime.

Rideresti di me o capiresti il mio stato d'animo.

Avvicino la sua mano alle mie labbra.

La bacio, ma è tanto fredda.

Chiudo gli occhi e comincio a pregare.

Una lunga preghiera, sono pronto a rinunciare a tutto purchè si salvi.

Deve salvarsi, voglio che si salvi.

E le lacrime riprendono a scorrere sul mio viso.

Apro gli occhi di colpo.

Un suono da parte del macchinario prende tutta la mia attenzione.

Un suono acuto.

Non mi rendo conto della situazione, sin quando alcuni medici e infermieri fanno capolino nella stanza e mi spingono lontano da lui.

Cosa stà succedendo?

-Cosa stà succedendo?-

Il mio pensiero ha preso vita.

Ma nonostante questo nessuno sembra intenzionato a rispondermi, troppo occupati con il mio Hana.

Dio ti prego fa che non sia nulla.

Sono disposto a rinunciare a tutto per lui, ti scongiuro non portarmelo via.

-Arresto cardiaco-

I medici gridano frasi che non riesco più a percepire.

Non voglio sentire più nulla.

Non è vero lui non stà morendo, non è vero.

Smettetela di trafficare col suo corpo, lui è vivo.

Non scrivete cazzate su quella cartellina, non c'è nessun'ora di decesso perchè lui non è morto stà solo dormendo.

Vado verso di loro e cerco di allontanarli tutti dal suo corpo.

Basta, non toccatelo più.

Basta... basta... basta...

Mi prendono con forza e mi allontanano dalla stanza.

Due guardie mi tengono ferme.

Mi muovo, mi libero e tutto quello che passa per la mia strada cade rovinosamente a terra.

Voglio tornare in quella stanza.

Lasciatemi tornare nella stanza per pietà, vi chiedo solo un piccolo segno di pietà.

Lasciatemi tornare da lui.

Urlo come un pazzo, ma nessuno mi da ascolto.

Piango... piango...piango...

Le lacrime non si vogliono fermare.

E' morto?

E' davvero morto?

Mi ha lasciato?

Mi ha davvero lasciato?

**********

Con un urlo il ragazzo si mise a sedere nel letto.

Il suo volto imperlato si sudore.

Il respiro pesante.

Volse lo sguardo verso il lato destro del letto.

I suoi occhi si sgranarono alla visione che lo attendeva.

Hanamichi, il suo Hanamichi era addormentato al suo fianco.

Era stato tutto un sogno?

Dunque era stato tutto frutto della sua mente, non era successo proprio nulla di quello che aveva sognato. O forse il suo averlo accanto era un'illusione.

Allungò una mano per accarezzare il volto del compagno.

Voleva sentire il suo calore, accertarsi che lui fosse davvero lì e non fosse tutta un'illusione.

Sotto le sue dita potè sentire la pelle calda e liscia del compagno.

Non era tutto un sogno, lui era lì per davvero.

Non era frutto della sua mente, un'illusione creata per combattere il dolore della sua perdita.

Eppure gli era sembrato tutto così reale.

Il dolore, l'angoscia, il suo cuore che si frantumava in piccoli cristalli.

Si ritrovò a fissare il volto pacifico di Hanamichi, a studiarne ogni minimo particolare come se non lo avesse mai visto prima di quel momento.

E tutto quello era dovuto ad un sogno.

Un sogno che forse era stato provocato dal litigio della sera precedente.

Iniziato tutto a causa dei suoi allenamenti, delle ore in più che avrebbe dovuto trascorrere con Rukawa.

Era stato tutto un ordine dell'allenatore, ma quando Sendo aveva appreso la notizia era stato sommerso da una profonda gelosia.

Gelosia sfociata in un litigio tra i due ragazzi.

Si ricordava perfettamente le lacrime da parte di Hanamichi per la sua stupidità.

Il suo accusarlo di poter cedere alle lusinghe del volpino.

Questo non aveva fatto altro che aumentare la disperazione, il dolore del rossino che era fuggito di casa con la propria vettura.

Sendo si era addormentato così, con il dolore nel cuore, la colpa di aver involontariamente ferito la persona che amava più della sua stessa vita, e forse tutto questo aveva scatenato in lui quel sogno.

Hanamichi si mosse piano nel sonno, accoccolandosi vicino a Sendo. Quest'ultimo poteva sentire il calore del corpo del proprio compagno riscaldargli l'anima.

Risvegliarsi con lui al suo fianco voleva dire solo un'unica cosa, che lo aveva perdonato. Aveva perdonato la sua stupida gelosia.

-Akira...-

La voce di Sakuragi catturò la sua attenzione.

Due occhi nocciola pieni di curiosità e amore lo stavano fissando.

Lo sguardo che gli rivolse piano si mutò in uno sguardo triste, forse in un certo senso colpevole per quello che era successo.

La speranza di essere perdonato dal compagno per la lite della sera prima.

Due persone che chiedono l'una il perdono dell'altra.

Una colpa che non esiste.

Ma creata soltanto da due cuori che amano e hanno paura di perdersi.

Ma perdersi non è facile quando i loro cuori sono legati da un sentimento puro e profondo, quale l'amore.

Senza dirsi altro, solo complici dei propri sentimenti si erano scambiati un leggero bacio, un solo sfiorarsi di labbra.

Così ora complici dei propri sentimenti dormivano l'uno stretto all'altro.

Certo i litigi fanno parte di un rapporto, ma con la speranza e l'amore tutto si può superare.

Fine...







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