I personaggi non sono miei ma appartengono al maestro Inoue (se no si sarebbero già sparati da tempo), io mi limito solo a prenderli in prestito e non ne guadagno nulla (nemmeno una palpatina mirata -_____-).

Nota1: il pov è esterno, dell’ ipotetica sorella di Mito

Nota2: l’ispirazione mi è venuta mentre guardavo i miei gattini… la cosa è preoccupante…

Speriamo bene…

 


Somiglianza

di SaraNeikos

 

Cavoli! Ma non è possibile! Mi sono distratta solo un attimo… e si stanno azzuffando di nuovo!

Scuoto la testa sconsolata e li guardo. Però… sono troppo carini! E poi… non vorrei dire, ma il destino sembra proprio avermi fatto un bello scherzo… gli assomigliano troppo! Uguali! Sospiro sconsolata. Certo, da quando quei due sono partiti cominciavo a sentire un po’ la loro mancanza… ma questi li battono! Non stanno fermi un secondo!

Li afferro per la collottola e li separo; poi me li porto davanti agli occhi e li ammonisco con uno sguardo truce. Mmh… ho il vago presentimento che non sia servito a niente: il gattino rosso continua a contorcersi come un pazzo, mentre tenta di infilzarmi la mano con i suoi artigli; quello nero invece si limita a guardarmi come se niente fosse. E cavoli! Sembrano proprio loro! Che tristezza…

 

Ora che ci penso… questa settimana il “Tensai” non si è degnato di chiamare e raccontarci tutti (e dico tutti) i particolari della sua nuova vita. Strano, molto strano… ricordo che all’inizio telefonava nel bel mezzo della notte per dirci quello che faceva e mio fratello passava i primi minuti a tirargli dietro accidenti perché imparasse a telefonare ad un orario più consono invece che alle due di notte. Povero Yohei… io intanto me la ridevo seduta per terra, di fianco al telefono.

Chissà cosa starà facendo… probabilmente un one-o-one con Rukawa… Sorrido tra me. Un po’ li invidio: in America, nella patria del basket grazie ad una borsa di studio guadagnata proprio con questo sport… se penso che all’inizio Hana era schiappa tale…!  Non sapeva neanche come tenere la palla (Ohi! Ma vuoi morire, vero? è__é ndHana  ma se è vero ndSn) mentre ora è sulla buona strada per realizzare il sogno suo e della sua Volpe. Mi sento fiera di loro, manco fossi la loro madre…

 

Cavoli, quanto mi manca Hana…

 

Ricordo che da piccola aspettavo che Yohei tornasse a casa per raccontargli la mia giornata a scuola e quando arrivava, in compagnia di Hanamichi, mi toccava fare da infermiera. Sempre neri pesti. E mentre tentavo di medicarli con pomate e bende, loro mi raccontavano le loro avventure, naturalmente ingigantendo i fatti, il numero dei nemici e così via… Hana raccontava e mio fratello confermava… ed io scema che credevo a tutto! Ma proprio a tutto! Anche la storia della principessa in mano ai cattivi… arrossisco ancora adesso per la vergogna… sono sempre stata un po’ tonta.

 

Per non parlare di quella volta che dissi a Yohei di voler diventare la ragazza del rossino… oddio! Per poco non si è soffocato dalle risate! >.< fratello ingrato! A dir la verità mi dispiaceva: scaricato 50 volte! Insomma, una tragedia! Cominciavo a temere che si buttasse giù da un ponte…

E poi ha iniziato il liceo e ha deciso di diventare un grande giocatore di basket per far colpo su quella tipa là… insomma… quella lì… la sorella del capitano…. Haruko! Che rabbia! La prima volta che l’ho vista è stata ad una partita del campionato nazionale: era insieme ad alcune amiche e a tre povere deficienti in divisa da cheer-leaders con tanto di pon-pon che non smettevano di starnazzare slogan e sbavare peggio delle lumache. Ho parlato con lei (mio fratello ci ha presentate) e sono rimasta scioccata: come faceva a non accorgersi che Hana gli andava dietro?

In realtà non sono riuscita che a scambiare poche parole: era in uno stato di eterna adorazione e sbavava quasi peggio delle altre lì attorno. A fine partita ero decisa a far fare un controllo psichiatrico ad Hana-chan, per vedere quali disturbi potesse avere in testa per trovare in “quella là” la sua anima gemella. Insomma, ragazza carina, gentile… ma incredibilmente tarda! Peggio di me!

 

E sì che io sono un caso disperato!

 

Per esempio, quando Hana mi parlava di “fare la pellaccia a quella maledetta Kitsune”, credevo che parlasse di un povero animaletto e mi chiedevo pure cosa mai gli avesse fatto per farlo arrabbiare così. Quando l’ho chiesto a mio fratello, lui ha rischiato nuovamente di soffocarsi dalle risate! Non la finiva più! Per la rabbia, non gli ho parlato per due giorni! Ho scoperto dopo che la “Kitsune spelacchiata” altri non era che Kaede Rukawa, un compagno di squadra di Hana… e che compagno! Quando l’ho visto, durante quella famosa partita, ho rischiato seriamente di ridurmi a sbavare come Haruko e compagnia varia! L’astro nascente, il grande giocatore, il più bel pezzo di ragazzo (oltre ad Hana) che avessi mai visto! Un po’ inespressivo, vero… ma che figo!

Hanamichi non passava momento senza urlare ai quattro venti quanto lo odiasse, ripetendo fino alla nausea che lui era un Tensai nel basket e sarebbe riuscito a battere la Kitsune surgelata anche ad occhi chiusi. Ciononostante, io avevo la netta impressione che in realtà lo ammirasse, e molto. Anche Yohei la pensava come me… meno male… cominciavo ad essere stanca di vederlo soffocarsi per le mie uscite…

 

Mi siedo sul letto, trascinandomi dietro anche quelle due palle di pelo nella (vana) speranza di calmarli. Sopra alla mia testa, appesa alla parete, c’è la foto che abbiamo scattato subito dopo il ritorno dalla riabilitazione. Io abbraccio Hanamichi mentre l’armata, dietro di noi, fa pernacchie e gesti. Già in quella foto si nota un cambiamento nel suo sguardo. Il rossino si comportava davanti agli altri come sempre, faceva lo sbruffone e non la smetteva di proclamare la sua genialità. Ma quando non era con la squadra o con l’armata, cambiava: rimaneva diversi minuti in silenzio (cosa che io ritenevo a dir poco contro natura), non faceva proclami e perdeva il suo sorriso. Aveva anche cominciato ad impegnarsi seriamente nel basket, ogni minuto libero prendeva la palla e andava ad allenarsi nel campetto vicino al mare, fino a sera, fino allo sfinimento.

“Devo raggiungerlo e batterlo” ripeteva, e non avevo bisogno di suggerimenti per capire a chi si stesse riferendo. Eppure… il suo sguardo non aveva nulla di quello carico di sfida che gli era tipico.

 

Sembrava… tormentato.

 

E io non riuscivo a capirne il perché.

 

E sì che c’era pure Haruko che cominciava a guardarlo con occhi diversi e a corrergli dietro.

Oddio… rabbrividisco… che brutto periodo… lei che lo cercava dappertutto e lui che si nascondeva ovunque! Una volta si è pure rinchiuso dentro ad un armadio nello sgabuzzino delle scope pur di sfuggirle! Strettissimo!

Ignoro tuttora come sia riuscito ad entrarci.

Ho provato anche a chiederglielo, prima che partisse, ma si è limitato a dire che era un Tensai e poteva tutto. E, immancabile, il “Do’hao” di risposta…

Ma, allora, io continuavo a non capire. Insomma, prima andava dietro ad Haruko e lei non lo cagava pari, ora lei ci stava ma a lui non interessava più… Che confusione! Né io né mio fratello riuscivamo a capire il suo comportamento. Yohei si era reso subito conto che qualcosa non andava, appena Hana-chan era sceso dal treno al ritorno dalla riabilitazione, ma aveva deciso di aspettare pazientemente che fosse lui a raccontargli tutto. Alla fine, esasperato, aveva deciso di affrontarlo. Inutilmente. Hana continuava a ripetere che non c’era motivo di preoccuparsi mentre Yo-chan le provava tutte per farlo parlare. Aveva pure iniziato ad aspettarlo fuori dalla palestra al termine degli allenamenti ma il rossino le studiava tutte per evitarlo. I rapporti tra loro erano diventati tesi e questa tensione si rifletteva anche quando era in squadra, tanto che Anzai decise di sospenderlo per tre giorni dall’allenamento dopo un principio di scazzottata con Miyagi, più per permettergli di calmarsi che per punirlo.

 

Mi siedo più comodamente sul letto; fuori continua a piovere.

Corrugo la fronte: anche quel giorno pioveva…

 

Yohei era in giro con il resto dell’armata mentre io ero in piena depressione davanti ad un tema di letteratura. Mi ero alzata per andare in cucina quando, voltandomi verso la finestra vidi fuori in giardino una sagoma familiare. Rimasi lì imbambolata… ero sicura che fosse con Yo-chan e gli altri… poi mi diedi una manata in fronte e corsi giù per le scale. Che cavolo stavo lì a pensare quando Hana se ne stava sotto la pioggia come se niente fosse! Mi precipitai verso la porta e la spalancai, mettendomi a correre con le pantofole sotto la pioggia. Hanamichi, appena aveva sentito aprirsi la porta, aveva tentato di allontanarsi ma io ero decisa più che mai: l’avrei portato in casa e mi sarei fatta dire tutto, a costo di rincorrerlo per tutta la città! Naturalmente, prima era il caso che si asciugasse, dato che grondava acqua. Cominciai a trascinarlo dentro; all’inizio mi lasciò fare, troppo sorpreso, poi tentò di divincolarsi. Ma io non sono mai stata tipo da arrendersi! Quando mi metto una cosa in testa, la faccio, cascasse il mondo. Aveva bisogno di un posto caldo e asciutto, di cibo e di qualcuno che gli facesse compagnia.

Non l’avrei lasciato andare.

 

E poi mi serviva qualcosa che mi staccasse da quel dannato tema di letteratura. (io soffro e ‘sta qua cerca un modo per non fare i compiti!! ndHana   Ma sta zitto…! ndSn)

 

Alla fine entrò in casa più per farmi un favore che altro. Gli preparai qualcosa da mangiare mentre lui si asciugava in bagno. Mangiò in silenzio, mentre io lo osservavo. Rimase zitto più di mezzora, tanto che cominciai a preoccuparmi seriamente. Hana zitto… una cosa ai confini della realtà! Ci misi parecchio a convincerlo, ma alla fine sputò fuori tutto.

Proprio tutto.

Il suo amore per Kaede (“Kaede chi?”  “Ma la Kitsune!”), la confusione nel scoprirlo, il tormento nell’accettarlo, il terrore di essere denigrato, disprezzato e odiato da coloro che chiamava amici, persino da mio fratello… la paura di scoprirsi e la tristezza per il suo amore sicuramente non ricambiato…

 

e poi fu silenzio.

 

Credo fosse ormai allo stremo.

DOVEVA sfogarsi.

Ed io… io ero rimasta imbambolata. Nella mia testa le frasi dette si ripetevano, si rincorrevano… ero sconvolta. Chiariamo, proprio non me l’aspettavo: sono sempre stata una pessima osservatrice e questa rivelazione mi era caduta addosso come un macigno. Ci misi un po’ a riprendermi e a rendermi conto che Hanamichi, depresso, stava andandosene via. Lo bloccai sulla porta e lo riportai in cucina; presi la bottiglia di sakè di papà e ci versammo un bicchierino a testa. Non che servisse a molto, ma sentivo il bisogno di qualcosa che mi tirasse su.

Quando Yo-chan rientrò, ci trovò svaccati in salotto, io che cantavo e Hana che rideva, con alcune bottiglie di liquori semivuote intorno a noi. Cavoli, che sfuriata quando ci siamo ripresi! Non la finiva più… e il mal di testa non migliorava di certo il mio umore (“Yo-chan, fratellone, sei crudele!”   “Così impari!”). E finalmente riuscì, anche, ad avere la spiegazione del suo strano comportamento di quei mesi. All’inizio sembrava un po’ sconvolto ma si è ripreso in fretta e, finito il racconto, gli ha dato dell’idiota per non aver avuto fiducia in lui e nella loro amicizia.

Hanamichi piangeva dal sollievo ed io dalla commozione mentre ci abbracciavamo tutti e tre, riappacificandoci nel tentativo di rinsaldare quell’amicizia che aveva rischiato di rompersi.

 

Decidemmo così di aiutare Hana a dichiararsi alla sua Kitsune (”Sì, così mi disprezzerà ancora di più!”   “Se non ci provi non lo sai! E se così fosse, meglio, no? Così non avrai perso anni ad amare qualcuno che non ti merita…”) … più facile a dirsi che a farsi. Dopo diversi tentativi falliti (soprattutto perché Hana si vergognava) cominciavamo a disperare.

 

Se ci penso… eravamo al limite…

Fino a quel giorno…

 

Capodanno. Andammo noi tre e l’armata al tempio e, miracolo dei miracoli, incontrammo proprio lui, Kaede Rukawa. Incredibile. Da quello che sapevo di lui, a quell’ora sarebbe dovuto essere a casa a dormire o in un campetto a giocare a basket (dato che non sapeva far altro) (non è vero, so fare anche altre cose! ndRu   Ah, sì? E cosa, di grazia? ndSn   Ru-guarda-intensamente-Hana   °/////////°  blush ndHana  Ed io cretina che lo chiedo pure… ndSn), non certo girare in mezzo a tutta quella gente.

Un’occasione piovuta dal cielo.

Purtroppo incontrammo anche l’oca giuliva… quella là… che appena vide Hanamichi gli si attaccò addosso stile piovra. Probabilmente lo avrebbe pure baciato se non fosse intervenuto Rukawa che, staccati i tentacoli di Haruko, afferrò per un braccio un più che sbalordito rossino e se lo trascinò via.

Eravamo tutti a dir poco basiti.

Mi girai verso mio fratello e lo vidi sorridere. Mi illuminai, incrociai le dita e andai a fare la mia preghiera per l’anno nuovo.

 

Incontrammo Hana solo la sera del giorno dopo, con un enorme sorriso stampato in faccia. E capii che una parte della mia preghiera era stata ascoltata.

 

Sorrido al ricordo… Volevamo sapere tutto. A quanto pare era il compleanno di Kaede e io gli chiesi, ingenuamente, se avessero festeggiato e come… non l’avessi mai fatto! È diventato rosso più dei suoi capelli e, quando tentava di dire qualcosa, balbettava… non riuscimmo a sapere niente dalla sua viva voce, ma capimmo chiaramente lo stesso COME avevano festeggiato…

 

C’è da dire che non fu subito rosa e fiori, vuoi perché non erano certo una coppia canonica, vuoi perché erano tutti e due maledettamente orgogliosi… poi ci si era messo in mezzo pure quell’hentai di Sendo a complicare le cose. Mi chiedo sempre come riesca a tenere i capelli in quel modo … e il suo perenne sorriso… cos’è, una paresi?! Mah…

Quello è stato un periodo duro per la loro relazione, tanto che temetti si mollassero da un momento all’altro. Ma, dopo la tempesta, come sempre torna il sole… e così si risistemò più o meno tutto… un po’ più provati e consci delle difficoltà superate insieme e della profondità del loro legame…

 

Ah… come sono romantica…

 

Accarezzo distrattamente i due gattini. Sono stati Hana e Kaede a regalarmi la madre di queste due pesti, una bella gatta multicolore e dagli occhi dorati. L’ho chiamata Karma, contro il volere di tutti, ma la cosa non mi interessa… dopotutto e la mia gatta, no?! E poi a lei non sembra dispiacere, quindi…

 

Eravamo a metà anno, il terzo per loro e il primo per me quando ricevettero la notizia della borsa di studio. Dopotutto avevano vinto il campionato ed erano stati giudicati i migliori giocatori del torneo…

Hana sprizzava gioia da tutti i pori, non si riusciva a calmare… e anche la Kitsune, nonostante la solita faccia inespressiva, aveva gli occhi vivi e luminosi. Ma, dopo i primi momenti di euforia, Hanamichi aveva cominciato a rattristarsi… lasciare la madre, gli amici… fu proprio Kaede, per rassicurarlo, a proporre l’idea del regalo. E la cosa funzionò.

 

Sorrido. Karma è il regalo da parte di quei due… perché non sentissi più di tanto la loro mancanza… e la cosa mi rende felice…

 

Il giorno della partenza eravamo tutti lì, armata e vecchi compagni di squadra… pure Sendo, che per l’occasione voleva farsi dare un bacio d’addio da Hana… l’occhiata che gli ha lanciato Rukawa però lo ha fatto desistere… ci teneva alla sua dentatura…

Io faticavo a non piangere. Uno dei miei migliori amici partiva per un altro continente… non riuscivo a stare tranquilla e impassibile… così, prima che si allontanassero sono saltata al collo di tutte e due! Per poco Kaede non mi uccideva… osare abbracciare il SUO rossino sotto ai suoi occhi…

Ma io non volevo lasciarli andare via!

Il momento peggiore però è stata la comparsa delle tre del Rukawa Shitenai con festoni e cartelloni, insieme alla stragrande maggioranza della popolazione femminile dello Shohoku, che urlavano in mezzo alla hall dell’aeroporto il loro amore per Kaede. Kami, che vergogna…

E ancora non si sono rese conto di nulla… oche…

 

Sento il telefono squillare e, poco dopo, la voce di mio fratello che mi urla di scendere “a salutare Hana, che poi non so perché deve sempre telefonare ad orari impossibili…”. Certe cose non cambiano mai.

 

Aggrotto momentaneamente la fronte. Un momento… no! Non ci credo! Il mio sorriso si allarga, mentre con delicatezza mi alzo dal letto ed esco dalla stanza, non prima però di aver guardato ancora una volta il cuscino e i due gattini sopra, uno nero ed uno rosso, che dormono accoccolati.

 

 

 

 

Owari

 

 

 

 

…………  ndSn

…………  ndHana+Ru

… allora? ndSn

ALLORA COSA?! E questa la definisci una fic? È sempre la solita roba! E poi noi dove siamo?! ndHana

Ringrazia… nella prima versione voi due eravate morti… ndSn

C-CHE COOOOOSAAAAAA????? Ma …ma io….è___é ndHana-infuriato

La lemon? ndRu

Ma tu conosci solo sei parole…? ndSn

?__? ndHana

basket, dormire, hn, do’hao, letto e lemon… ndSn-che-elenca

Dove_è_la_lemon? ndRu-con-sguardo-assassino

Ti pare che ci sia? Io sono una giovine fanciulla ingenua ed innocente, mi manca esperienza personale… e poi mi vergogno… ndSn

Ru-afferra-Hana-e-lo-porta-nell’altra-stanza

Ehi, Ru… dove mi porti...? Ru… cos…  ndHana

… Ru, quella è la mia camera……  ndSn

Ru-chiude-la-porta

…………… potrei prendere appunti….ndSn

 

 

Spero sia piaciuta…. Seeeeeeee….. chi ci crede… i commenti sono ben accetti, le critiche un po’ meno…

Pazienza…!