WARNING! Fic yaoi ad alto contenuto di zuccheri e melassa!! Da evitare in caso di diabete ed intolleranza ai glucidi! Utilizzare con le opportune precauzioni e modalità d’uso! L’autrice declina ogni responsabilità circa gli eventuali effetti collaterali
Solo un bacio di Crazy
Ma poi che cosa è un bacio? Un giuramento fatto un poco più dappresso, un più preciso patto, una confessione che sigillar vuole, un apostrofo roseo messo tra le parole “t’amo”; un segreto detto sulla bocca, un istante di infinito che ha il fruscio di un ape tra le piante, una comunione che ha gusto di fiore, un mezzo di potersi respirare un po’ il cuore, ed assaporarsi l’anima a fior di labbra! (“Cirano De Bergerac” by Edmond Rostand )
The kiss! Dedicato a tutti quelli che, anche se a volte se ne vanno, poi ritornano sempre….. (By crazy, 26/06/05)
Quella mattina il venerabile Sanzo era ancora più nervoso e di cattivo umore del suo solito! Durante la notte i gelidi ed impetuosi venti di tempesta, che da sempre albergavano nel suo animo, avevano soffiato più violenti e rabbiosi che mai, ed il loro assordante furore lo aveva tenuto sveglio a lungo, gli occhi purpurei spalancati a fissare un soffitto nero pece, la mente persa in spiacevoli riflessioni su eventi passati, presenti e futuri che incombevano su di lui come oscuri fantasmi gementi. Quel maledetto viaggio verso ovest si stava rivelando più lungo e complicato del previsto! I problemi sembravano spuntare ad ogni angolo come maligni funghi velenosi in un bosco stregato e tenebroso! La sua vita, da un po’ di tempo a questa parte, sembrava aver assunto le dimensioni di un enorme calderone ribollente pieno solo di seccature fastidiose e problematici impedimenti. Quasi tutti i giorni squadre di demoni inferociti tessevano oscure trame e malefici tranelli per intralciargli pesantemente il cammino. Ogni pazzo esaltato del Togenkyo, umano o demone che fosse, pareva sentirsi autorizzato ad escogitare la maniera più cruenta e malvagia di farlo fuori per potergli rubare il sutra, e se anche poi nessuno ci riusciva, particolare del tutto insignificante, ciò che importava davvero era che questo fatto gli creava delle grosse incazzature giornaliere e complicazioni a non finire. Strani personaggi costellavano il suo caotico universo, sbucando, senza nessun preavviso o rispetto per la sacrosanta pace altrui, dal passato o dal presente solo per il puro piacere di farlo innervosire, facendogli al contempo perdere del tempo prezioso. Si sentiva una specie di buco nero la cui forza di gravità attirava ed inglobava solamente i demoni impazziti, gli idioti dementi, i piantagrane e quando andava proprio male certi individui odiosi, esecrabili e schizofrenici. Un principe dalla chioma rosseggiante con la fissa della madre, ossessionato dal senso dell’onore e del dovere, assieme ad i suoi due fedeli sottoposti, cioè la versione sorridente in gonnella di Hakkai ed un gigante forzuto sentimentale come una mammoletta, che avrebbero fatto carte false pur di sconfiggerlo ed impossessarsi del suo sutra. La di lui sorella minore, una bestiolina graziosa, esasperante ed affamata quanto una colonia di formiche cannibali del deserto, che aveva l’irritante abitudine di urlare il suo nome ai quattro venti con quella sua vocetta querula, associandolo ad un aggettivo quantomeno inappropriato! (Tsk! Mica era pelato lui!) Un vecchio amico, riemerso dal suo passato radicalmente mutato nel corpo e nello spirito, che aveva tentato di farlo fuori infilzandolo come uno spiedino e che poi era stato costretto ad ammazzare giusto per ricambiarne la cortese amicizia. Un/a presunto/a Kami della Misericordia, che di misericordioso non aveva proprio nulla, e che si comportava invece come una vecchia befana pettegola e guardona! Un fantasma, maniaco ed insettofilo, evaso direttamente dal regno dei morti per portare a termine la sua sadica vendetta di odio e morte contro colui che lo aveva ucciso, e che loro avevano rispedito, molto volentieri, a calci nel sedere al mittente senza bolla di accompagnamento. Divinità frustrate, col complesso di inferiorità, che avevano avuto l’assurda pretesa di coinvolgerlo nel loro desiderio di rivalsa contro il mondo celeste e nei loro sogni utopici di paradisi ideali. Un bonzo, o presunto tale, sadico, pazzoide e con manie di grandezza (Tzé, cos’altro ci si poteva aspettare da uno che si fa chiamare Kami Sama?), che approfittando di un attimo di distrazione lo aveva quasi ammazzato ed era riuscito a rubargli qualcosa che era suo e solo suo di diritto! Ed a cui poi, per forza di cose, aveva dovuto dare una bella lezione! Perché anche se era un concetto vecchio e risaputo, era sempre meglio ribadirlo: chi osa toccare ciò che appartiene al venerabile Sanzo, muore! Ed ancora una sarabanda di innumerevoli, caratteristici, personaggi. Alcuni patetici e dolorosi, vittime e carnefici al tempo stesso di quell’era violenta e selvaggia. Altri più subdoli e misteriosi che, celandosi nell’ombra, tramavano malefici progetti, sacrificando ai loro scopi tutti quelli che gli stavano attorno e chi era tanto stupido da lasciarli fare. Ma la categoria peggiore era composta da tutti quei fastidiosi parassiti che si servivano degli altrui ricordi e sentimenti come un arma da taglio, e che, con sottile e sadica precisione, scavavano sotto la pelle delle proprie vittime, dentro i loro punti deboli, per cercare di insinuarsi tra le pieghe del cuore e devastarne lo spirito. In quel dannato viaggio, troppo spesso, dolorosi eventi del presente si erano andati ad intrecciare e confondere con episodi altrettanto penosi del passato, portando alla luce memorie che forse sarebbe stato meglio seppellire e dimenticare per sempre. Gesti, sorrisi ed insegnamenti di un'altra vita e di un altro tempo, simili ad un boomerang affilato e tagliente, venivano ritorti contro, infierendo nuove ferite e cicatrici che nessuna energia spirituale, medico od alchimista avrebbero mai potuto guarire. Tsk! Si era persino ritrovato a doversi scontrare con se stesso! Con sommo godimento di quel pervertito di un kappa che si era divertito un mondo all’idea di dare una bella lezione a quell’altro Sanzo!(Che per inciso: non gli somigliava per niente!!)* Insomma, in quella specie circo di patetici clown, abili illusionisti, spericolati acrobati e belve feroci che gli volteggiava attorno, ce n’era di che non dormire non per una sola notte, ma per altre milioni, se mai fosse riuscito a sopravvivere tanto a lungo! In quell’ultimo periodo, infatti, i gelidi venti tempestosi, che ululavano rabbiosi dentro di lui, non gli stavano dando alcuna requie né riposo, lo assordavano imperterriti, sibilandogli impietosamente all’orecchio che in fondo non era altro che un semplice essere umano capace di recitare solo qualche sutra e che la sua debolezza intrinseca, così come aveva causato la morte del suo maestro, avrebbe portato alla medesima tragica fine chiunque gli fosse stato accanto! Bha! Non che con questo si preoccupasse per i suoi compagni di viaggio! No, di certo! Quelli là, tanto, non morivano nemmeno se li ammazzavi ! L’essere costretto a viaggiare con loro, anzi, era diventato parte integrante del problema e non era altro che un ulteriore seccatura per lui. Stare 24 h su 24 gomito a gomito con uno che sorrideva come una iena ridens, un kappa sempre in calore, ed una stupida scimmia perennemente affamata, non faceva altro che acuire il suo nervosismo e la sua introversa asocialità. In quel momento aveva solo voglia di procurarsi una tazza di caffé nero bollente, il giornale del mattino e di richiudersi nella sua stanza vita natural durante senza nemmeno dire “Tsk!” a nessuno! Era sempre stato così, anche da bambino, anche allora vi erano stati momenti in cui quei venti, seppur più leggeri e meno impietosi, non sovraccaricati dal bagaglio emotivo di dolore e di colpa che avrebbe accumulato in seguito, gli avevano sussurrato melliflui e maligni all’orecchio l’odio, l’invidia e le maldicenze di quella sottospecie di spazzatura umana che lo circondava. Koryu della corrente del fiume, già, così lo chiamavano a quel tempo, il moccioso figlio di nessuno, il bastardo che qualcuno, i suoi stessi genitori forse, aveva gettato nella corrente fiume così come si faceva con i gatti randagi per affogarli, e che Komyo Sanzo aveva poi raccolto e posto al suo fianco, fino a nominarlo suo successore ed erede. Il fiume si era dimostrato invece una madre assai benevola, lo aveva accolto nel suo umido grembo, proteggendolo e conducendolo incolume fino all’unica persona che sarebbe divenuta davvero importante per lui. L’unica che, con il suo dolce sorriso, fosse mai riuscita a placare quei venti impietosi che gli tormentavano l’anima, portandovi la luce della serenità e la pace dell’accettazione. Ma poi quella persona era morta, per ed a causa sua, e dopo la sua perdita non vi era più stato nessuno capace di placare i marosi che si abbattevano sul suo spirito tormentato, ed onda dopo onda i suoi castelli di speranza, amore e fiducia erano andati sgretolandosi come granelli di sabbia tra le dita, fino a lasciare solo un immenso vuoto di sentimenti e cinica rabbiosa nera solitudine….. Bha! Ma che diavolo gli veniva in mente adesso?! Basta rimuginare su certe assurdità!! Genjo Sanzo si rimproverò aspramente, e riscuotendosi dal torpore di cui era preda, spostò il braccio che fino a quel momento aveva tenuto appositamente sollevato a coprirgli gli occhi per non intravedere la luce del sole filtrare attraverso le imposte accostate della finestra, quasi come a rifiutare l’inizio di un'altra inutile e fastidiosa giornata! Arrendendosi all’inevitabile, con gesti lenti e stanchi si lavò e si vestì, animato solo dalla ferma intenzione di mettere in atto, quel giorno, tutti i suoi propositi più egoistici ed individualisti. Il suo corpo urgeva di una abbondante dose di caffeina, seguita ed accompagnata da spire voluttuose di nicotina con cui riempirsi i polmoni ed il cervello, per cui sarebbe sceso dabbasso, si sarebbe procurato del caffé, avrebbe preso il giornale e le sigarette che di solito Hakkai comprava insieme alle altre vettovaglie e poi si sarebbe nuovamente rintanato nella sua camera, alla larga da tutto e da tutti, cercando di riposare e di farsi passare un po’di quel tetro malumore che come una cappa scura incombeva su di lui. E se uno dei tre idioti osava emettere anche una sola sillaba a riguardo… Beh! Allora, almeno uno dei suoi problemi lo avrebbe risolto sul serio, perché li avrebbe ammazzati tutti, senza nemmeno pensarci due volte!! Già, un pensiero in meno!! Forte di quella determinazione, il bonzo dai capelli di sole scese lentamente le scale e superato il salotto del piccolo appartamento che lui ed i suoi compagni avevano preso in affitto solo il giorno prima, aprì piano la porta della cucina. Ivi giunto, però, rimase immobile sulla soglia, osservando, fortemente accigliato, i due tizi all’interno che si stavano comportando come pazzi invasati. - Hakkai, questo maledetto pacchettino non ne vuole sapere di farsi incartare! Non potresti darmi una mano? - Quello che aveva parlato, era un ragazzone, alto, atletico e muscoloso con lunghi capelli rosso sangue ed occhi ironici dello stesso acceso colore, che in quel momento, però, stava guardando una scatoletta grigia, della carta e dei nastri colorati come se si trovasse innanzi ad un groviglio di serpi avvelenate in procinto di morderlo. - No, mi dispiace, non posso! Devo ultimare la cottura degli involtini e delle frittelle dolci e poi devo ancora disporre sul vassoio i nikuman ed il subuta! Prova con del nastro adesivo! - Cortese ma fermo, un ragazzo bruno dagli occhi verde smeraldo e l’espressione serena, si stava arrabattando tra i fornelli accesi e le pentole sfrigolanti, impegnandosi, al contempo, nel disporre elegantemente il cibo già pronto sui numerosi piatti di portata. - Ma, Hakkai… Dove lo trovo l’adesivo, adesso? Non puoi proprio darmi una mano? Lo sai che sono negato per queste cose! - Protestò il rosso in tono petulante, tentando di muovere a pietà l’amico. - Cerca nel primo cassetto di quel mobile a destra! E sbrigati, che è tardi ! Mi devi ancora aiutare ad apparecchiare la tavola! - Gli ingiunse il moro nient’affatto impietosito, ed anche piuttosto minaccioso, visto che brandiva un lungo coltello da cucina, peccato solo che il grembiule con i graziosi girasoli gialli che aveva indosso rovinasse la sua credibilità di killer spietato! - Va bene, va bene! Ma non parlare come se io non avessi fatto niente per tutto il tempo! Mi hai buttato giù dal letto all’alba! E poi mi hai caricato di sacchetti della spesa come un mulo da soma! Sei un vero schiavista! – Mugugnò il kappa in tono polemico, rovistando tra le varie cianfrusaglie e trovando alla fine quello che stava cercando. - Hai compiuto la tua buona azione quotidiana e sarai premiato in paradiso! – Lo punzecchiò il demone gentile, spegnendo i fornelli ed accingendosi a riempire i vari recipienti con appetitosi e profumati manicaretti dall’aspetto davvero invitante. - See.. Quando verrà il mio momento, tra cent’anni o giù di lì, preferirei andare all’inferno! Ho idea che uno come me si potrebbe divertire parecchio laggiù! – Ribadì il mezzosangue, riprendendo la sua lotta con la carta colorata, i nastri ed il famigerato e misterioso pacchetto, uscendone ben presto vincitore anche se con dei risultati un po’ discutibili. - Fatto ! – Esultò alla fine tutto orgoglio. – Non è bellissimo? - Hakkai gli rivolse un sorriso gentile ed accondiscendente. - Beh…. Ecco…. E’ il pensiero quello che conta! Sicuramente ciò che è contenuto al suo interno gli piacerà molto ! Adesso, per cortesia, mi aiuteresti a disporre i piatti e le vivande sul tavolo? E’ tutto pronto e lui dovrebbe svegliarsi a momenti! – - Già, quello ha una specie di radar interno per il cibo! Questione di minuti e dovrebbe catapultarsi giù! - Confermò il rosso con un sogghigno, mentre insieme all’amico bruno apparecchiava una allegra tavolata, riempiendola delle varie e gustose leccornie preparate. A quelle parole un campanello d’allarme risuonò nelle mente del bonzo che era rimasto per tutto il tempo in disparte, seminascosto dalla porta, ad osservare gli assurdi affannosi preparativi dei due. Cavolo! Come aveva fatto a dimenticarsene!? Quel giorno….. E pensare che era stato proprio lui, alcuni anni prima, a decidere la data di quell’evento. Già, su specifica e pressante richiesta dell’interessato, aveva ponderato la questione, e visto che quando lo aveva liberato era il 5 aprile, era stato facile decretare che quello d’ora in avanti sarebbe stato il giorno del suo compleanno! Acc.. ! Nessuno si era accorto della sua presenza, forse faceva ancora in tempo a sgattaiolare nuovamente nella sua camera e rimanerci rinchiuso fino all’indomani! Considerò il biondo più seccato che mai. Magari avrebbe anche potuto svignarsela dalla finestra! Tutto, pur di non dover sopportare gli schiamazzi, le urla e le risate di quei tre deficienti! Non era proprio la giornata giusta per festeggiare quella, e non gliene importava nulla se faceva la figura del solito menefreghista bastardo, non era dell’umore adatto, e basta!! Stava per ritrarsi silenzioso come un serpente, quando Hakkai, forse percependo la sua aura, sollevò lo sguardo in sua direzione e lo vide. - Buongiorno, Sanzo! – Lo salutò con il suo solito irritante sorriso. – Che fortuna che tu ti sia svegliato. Così potremmo festeggiare tutti insieme! – Imprecando contro tutte le divinità maggiori e minori del Tenkai, in tutte le lingue che conosceva, il giovane monaco, messo allo scoperto, non poté fare altro che indossare la sua migliore maschera di bronzo ed incedere, indifferente e regale, nella stanza come un sovrano che si degni di dare mostra di sé ai propri sudditi. Per prima cosa marciò in direzione della caffettiera, ivi, munitosi di tazza, si servì abbondantemente del liquido scuro ancora caldo, forte e corroborante, che vi era dentro, poi si spostò con passo sicuro dove Hakkai era solito riporre le sigarette, da buon ordinato abitudinario, il demone gentile, infatti, usualmente le riponeva sul secondo ripiano in alto a destra della dispensa, ed appunto…Eureka! Infine, armato di una tazza fumante nella mano ed una stecca delle sue adorate marlboro sotto il braccio, Sanzo puntò in direzione del giornale fresco di stampa che aveva precedentemente adocchiato sul mobiletto accanto al lavabo della cucina giacere ancora ripiegato all’interno di uno dei sacchetti della spesa, ed una volta che ebbe preso possesso dell’ultima delle tre cose da lui ritenute essenziali per la sua esistenza, silenzioso come era giunto, voltò le spalle ai due compagni, marciando in direzione dell’uscita. - Ehi, razza di bonzo corrotto! Dove credi di andare? Fai i tuoi porci comodi e te ne vai senza nemmeno un buongiorno! Ma lo sai almeno che giorno è oggi, eh? O forse la vecchiaia che avanza ti ha offuscato la memoria ed il cervello? - A quelle parole provocatorie, l’interessato rivolse all’impertinente kappa uno sguardo gelido e paralizzante che era già di per sé una minaccia di morte! Quindi, senza degnarsi di una risposta, riprese a camminare imperterrito verso la porta. - Sanzo! - Una voce gentile, ferma e decisa, venata da una sfumatura di severo rimprovero lo colse a pochi centimetri dall’agognata meta. Cielo, ecco che adesso partiva pure la predica! Il ragazzo biondo sospirò esasperato, mentre sentiva già le mani prudergli insistentemente dalla voglia di impugnare la sua adorata S&W e mettersi a sparare all’impazzata per risolvere definitivamente, a suo modo, la fastidiosa questione! Possibile che nessuno capisse che quella, più di tante altre, era una giornata particolarmente no? - Sanzo.. Oggi è un giorno importante, e la tua presenza sarebbe il regalo più gradito per lui! – Riprese a dire Hakkai, con un tono di voce pacato in cui biasimo e preghiera si amalgamavano in un connubio perfetto, sicuramente molto convincente per qualcuno che fosse incline a quello strano patetico condizionamento morale che taluni chiamavano anche coscienza. – Lo sappiamo tutti che odi questo genere di cose e comprendiamo anche che tu possa sentirti più nervoso ed irritabile del solito. Ma, per favore, almeno per oggi, sforzati di mettere da parte il tuo malumore e rimani con noi, se non altro per il tempo sufficiente di dargli il nostro regalo!- Era una proposta quantomeno accomodante e ragionevole, ma… quando mai Genjo Sanzo Hoshi si era dimostrato una persona accomodante e ragionevole? Fedele a se stesso, il biondo scoccò al demone gentile un’occhiata di gelida indifferenza. - Vado nella mia stanza! – Annunziò telegrafico e perentorio. – Se mi disturbate, vi ammazzo!!- - Ehi, accidenti! Razza di bonzo corrotto e crudele! E’ dall’alba che io ed Hakkai stiamo lavorando per fare una sorpresa a quella scimmia! Potresti degnarti di scendere dal tuo assurdo piedistallo di ghiaccio e sforzarti di comportarti da essere umano per una volta! Cosa ti costa, in fondo? Quello stupido sarebbe disposto a tutto per te e tu da vero bastardo non vuoi nemmeno fargli gli auguri? Ma che razza di st***o insensibile sei?! – La S&W fece la sua fulminea e lucente comparsa, accompagnata da un sorriso tagliente che non aveva proprio niente di umano, su di un volto pallido dall’espressione decisamente, inquietantemente, demoniaca. - Dì le tue ultime preghiere, idiota!! - Il kappa deglutì a vuoto, fissando la canna delle pistola puntata minacciosamente su di lui e considerando che, forse, avrebbe visitato l’inferno molto più precocemente di quanto non fosse nei suoi programmi futuri. Fortunatamente per lui, però, Sanzo non fece in tempo a premere il grilletto che una specie di terremoto scosse tutta la casa! Fu come se una mandria di bufali impazziti stesse dando l’assalto alle fondamenta con tutto l’impetuoso furore della sua folle inarrestabile corsa! Il tremore ben presto si fece più forte e vicino accompagnato e seguito da un pesante e veloce scalpiccio di passi e da una voce inconfondibilmente allegra ed argentina. - Buongiorno a tutti! Mi ha svegliato un profumino assolutamente delizioso! Ho l’acquolina in bocca! Cosa c’è di buono da mangiare, stamani? Eh? Eh? Eh ?? HO TANTA FAMEEEEE!!! - Un turbine dai capelli del colore delle castagne e gli occhi più luminosi dell’oro lucente, fece il suo ingresso nella piccola cucina con la stessa grazia di un elefante in un negozio di porcellane! Il suo urlo di battaglia risuonò a lungo, riempiendo tutti gli spazi ed angoli vuoti della stanza ed infrangendo l’impalpabile filo di tensione che si era venuto a creare precedentemente. Incurante ed incosciente di ogni pericolo, Son Goku fissò le sue iridi ambrate sulla tavola riccamente imbandita con espressione letteralmente estasiata, mentre un filino argenteo di bava andava ad inumidirgli il mento. - Wow! Cibo! Cibo! Cibo!...... – Cantilenò come in preda ad una sorta di estasi mistica. Hakkai e Gojyo si scambiarono un’occhiata complice soddisfatta, e Sanzo con un senso d’allarme imminente pensò che doveva impiombarli subito, prima che accadesse l’inevitabile! Ed, infatti, come un incubo, partì il coro! - Tanti auguri a te! Tanti auguri a te! Tanti auguri a te!........ - No! La canzoncina, no! Il bonzo si portò una mano alla testa dove mille venette impazzite stavano allegramente ballando il rock and roll! Quello stupido ritornello era davvero troppo! Ora li ammazzo! Ora li ammazzo sul serio! Considerò con macerato furore. Fortunatamente per loro, i due idioti smisero di cantare, osservando il loro giovane amico con un sorriso a 48 denti che li faceva assomigliare a due caimani che sogghignavano. La scimmia ricambiò con una espressione di stupita meraviglia sul volto ancora morbidamente infantile e con sguardo dorato sospettosamente lucido. - Tutto questo…. E’ per me? - Domandò poi con voce pericolosamente incrinata dalla commozione. - No! E’ per quello là fuori! – Lo prese in giro bonariamente il rosso, arruffandogli con una mano i soffici capelli castani. – Certo che è per te, scimmia! Oggi non è forse il 5 aprile? Che c’è? Il tuo microscopico cervellino non riesce a tenere a mente nemmeno la data del proprio compleanno? – - Io mi ricordo sempre tutto, pervertito di un kappa! – Si inalberò il giovane eretico, ritrovando la sua caratteristica baldanza. – E se qualche volta mi dimentico le cose è perché mi distraggo facilmente! Non sono mica stupido e nemmeno una scimmia! Però…..Insomma, non credevo che voi…. Io… Io non so davvero che dire! – - Siamo contenti di averti fatto una sorpresa. – Hakkai si tolse il grazioso grembiulino con i girasoli che aveva legato alla vita e da brava massaia ordinata lo ripose con cura in un cassetto. - Forse non te lo dimostriamo spesso, ma sei importante per noi, e questo è il nostro modo di provartelo! E poi, quale migliore occasione per fare un po’ di baldoria in allegria, dopo tante faticose battaglie e tristi vicissitudini passate?- Il suo sguardo verde smeraldo sorridente ed affettuoso incontrò due iridi d’oro in cui, come un fiume in piena, le lacrime stavano lottando per non tracimare oltre il bordo delle ciglia. - Io… Io….- Adesso Goku appariva decisamente, imbarazzato, commosso e confuso! - Ehi, non ti metterai mica a frignare come uno stupido moccioso?- Lo punzecchiò appositamente Gojyo. - Guarda che, anche se il tuo cervello è rimasto ai livelli di un bambino di 5 aa, non te lo puoi più permettere! Hai 19 aa adesso! Anche se, purtroppo per te, rimani sempre e comunque una stupidissima scimmia!- - AH! Io non sto frignando, pervertito di un kappa! Mi è solo entrato un bruscolino in un occhio! Tutto qui! E non chiamarmi stupida scimmia! - Protestò l’altro come da copione, infervorandosi e strofinandosi le palpebre con i pugni chiusi come per scacciare le lacrime. - Seee…Seee…. Allora come devo chiamarti? Piagnucoloso macaco ? O forse è meglio babbuino dalla lacrima facile? Sì, sì, babbuino lacrimoso mi piace!!Ti chiamerò così! – - Tu, non osare! Non sei altro che una barbabietola rossa troppo cresciuta ed andata a male! Annusati, puzzi pure di rancido! Ti si sta ammuffendo il cervello, razza di cicoria venuta male! – - Come hai osato chiamarmi, stupida scimmia?? Ma allora, oggi, vuoi proprio festeggiare il giorno della tua precoce dipartita anziché quello della tua nascita!! – - L’unico modo che hai di farmi morire è ammorbandomi con il tuo odore pestilenziale, pervertito di un kappa!- - Ma io ti ammazzo!- - Provaci! – - IDIOTI, SMETTETELA!!!- Prima che Hakkai potesse intervenire per evitare l’inevitabile, quella ribollente pentola a pressione che era diventato il venerabile Genjo Sanzo nel frattempo, esplose definitivamente, travolgendo impietosamente i due poveri malcapitati con la furia delle sue violente sventagliate fino a lasciarli contusi, storditi, sedati e decisamente spalmati sul pavimento della cucina. - Ehm… Visto che è ritornata la calma…… - Il bruno rivolse ai suoi amici un sorriso serafico, guadagnandosi da parte di ognuno dei 3 presenti un’occhiataccia malevola. - E visto che siamo tutti insieme… Che ne dite di passare subito alla seconda parte della sorpresa, prima che tutto il ben di Kami che ho preparato si raffreddi? - - Sorpresa? C’è un’altra sorpresa? – Esclamò Goku, gli occhi scintillanti di curiosità. - Già, scimmia, anche se non te la meriteresti affatto! – Gojyo aprì il cassettino dove aveva riposto precedentemente il frutto delle sue fatiche, mettendo un pacchettino, incartato con della vivace carta colorata e nastri rossi sbilenchi, sotto al naso del loro giovane amico. - Prendi, da parte mia e di Hakkai!- Borbottò un po’ bruscamente per nascondere l’imbarazzo. Il giovane dalle iridi dorate afferrò il regalo con mani decisamente tremanti dall’emozione, poi con espressione ancora incredula ma felice, intraprese con esso una lotta impaziente, opposta a quella di poco prima del kappa, per riuscire a scartarlo. Quando ebbe fatto abbondante strage di carta e di nastrini colorati, denudando infine la scatoletta di plastica grigia al di sotto, le sue dita bronzee ne sollevarono cautamente il coperchio, rimanendo a fissare per un tempo indeterminato con occhi sgranati, stupito e commosso, l’oggetto che giaceva adagiato sul fondo di panno bianco. - Io… Io….- Gracchiò con una vocetta tremula e sottile. - Beh! Allora? Che dici, ti piace? E’ stata un idea di Hakkai, ma io l’ho approvata subito! – Lo incalzò con impaziente entusiasmo il rosso, cercando di scuoterlo dal suo stato di anomalo mutismo. Goku tirò su rumorosamente con il naso, quindi annuì con forza. - E’ davvero bellissimo! – Affermò sincero quando fu sicuro di riuscire a parlare senza scoppiare in lacrime. Con delicatezza la sua mano bronzea sollevò il laccio a cui era appeso un ciondolo d’oro raffigurante in maniera stilizzata il cerchio del sole con i suoi molteplici raggi irregolari e curvilinei, lo sollevò in alto e ne ammirò incantato lo scintillio della luce che andava a riflettersi su di esso, emanando mille bagliori dorati brillanti come i suoi occhi. - Mi sono ricordato della discussione che abbiamo avuto circa un anno fa.- Intervenne a quel punto Hakkai in tono morbido. - Sai, quando mi parlasti del sole e della luce a cui aspiravi da sempre. Così ho pensato che ti avrebbe fatto piacere possedere un tuo piccolo sole personale, da portare ovunque, che possa darti conforto nei momenti più bui… Ma, se non ti piace, possiamo cambiarlo.- - No!- Quasi urlò il giovane eretico, stringendo a sé, in un gesto di inequivocabile possesso, l’oggetto in questione. – No, davvero! Mi pace tantissimo e vi giuro che lo terrò sempre con me! Grazie, Hakkai e Gojyo! Grazie di cuore! – - Oh, beh…- Il kappa si grattò la nuca fortemente in imbarazzo, mentre il demone gentile sorrise soddisfatto. - Di nulla! Adesso, che ne direste di metterci tutti a tavola e consumare questo lauto pasto?- - SIIIIIIII !!!- La sua proposta fu accolta con entusiasmo dalla scimmietta che, passato il momento di intensa commozione, si catapultò direttamente sul cibo come un affamato dopo mesi e mesi di inedia. Gli altri due amici lo seguirono con molta più calma, uno sorridendo, l’altro prendendolo in giro come al solito per la sua voracità. Il bonzo invece, da parte sua, pensò che quella era l’occasione giusta per defilarsi, per cui silenzioso come il suo solito fece nuovamente per andarsene. Ma qualcun altro disgraziatamente non era della sua stessa idea. - PfSanfo nof vinanif a fmanfiafe cof snoif ? - Goku, con la bocca piena fino all’inverosimile e sputacchiando chicchi di riso e pezzettini di frittella ad ogni consonante, lo bloccò sul posto rivolgendogli una cacofonia di suoni mugugnanti che per qualsiasi altro essere umano sarebbe stato praticamente impossibile decifrare, ma che lui, data la lunga esperienza, interpretò come: “Sanzo non rimani a mangiare con noi ?” O qualcosa di simile, insomma! - No! Non ho appetito! – Gli rispose lapidario, enormemente seccato dal doversi giustificare. - PfSanfo….. – Qualsiasi cosa avesse cercato di dirgli la scimmia, venne interrotto dalla voce irritante e ironica di un certo rossino che quel giorno aveva davvero poca voglia di vivere. - Lascialo andare! Quell’antipatico con le sue paturnie ci rovinerebbe i festeggiamenti. E’ solo un bonzo insensibile, crudele e pure tirchio! - - Se hai tanta voglia di visitare l’inferno non hai che da ripeterlo, idiota di un kappa!- - Certo che lo ripeto! Mi hai proprio stufato con questo tuo atteggiamento! Sei solo un dannato egoista e spilorcio! Potevi anche sprecarti di comprare una scemenza alla tua scimmia!! Ed invece niente! Neanche gli auguri gli hai fatto! Bonzo arido e taccagno!- - Taci, mentecatto !- Sanzo tirò fuori la sua arma contundente con la ferma intenzione di mandare quell’imbecille a fare un giro tra le galassie celesti, ma una voce argentina bloccò il suo braccio a mezz’aria. - Non importa! - Sia il bonzo che il kappa si voltarono verso il ragazzo dagli occhi dorati. Goku, la faccia ancora impiastricciata di cibo come un moccioso e lo sguardo profondo e dolce stranamente adulto, scosse lentamente la testa. - Non voglio un altro regalo! Mi avete già dato così tanto….Siete tutti vivi e siete con me il giorno del mio compleanno…. Anche l’anno prossimo…. Anche tra due anni….Vorrei fosse sempre così….- Confessò, poi, imbarazzato da ciò che aveva appena detto, abbassò il capo sul suo piatto e riprese a mangiare lentamente e compostamente. Il silenzio che seguì a quelle parole possedeva il sentore della stupefatta commossa meraviglia. Hakkai annuì più volte, sorridendo all’indirizzo del suo giovane protetto che stava dando prova di una nuova maturità interiore, mentre Gojyo puntò uno sguardo indignato di fiammeggiante accusa su di un gelido biondino e fu come se gli stesse urlando più delle stesse parole: “Ma lo vedi quanto sei bastardo ed infame con lui?” Sanzo dal canto suo rimpianse violentemente il fatto di essersi buttato giù dal letto quella mattina, imprecò mille volte contro i due idioti, sentimentali ed impiccioni, con cui era costretto a viaggiare, un altro migliaio di accidenti li dedicò a quei tre disgraziati dei Sanbutsushin che lo avevano costretto a quel viaggio e non si dimenticò di tralasciare nemmeno una gentile dedica a tutti i kami celesti ed a ogni demone impazzito del Togenkyo, ed ultimo, ma non per importanza nel suo cuore, ringraziò sentitamente anche il folle, scimunito, pazzoide che stava lavorando alla resurrezione di Gyumao. Insomma se la prese un po’ con tutti, ma era soprattutto con a se stesso che ce l’aveva! E forse fu proprio perché un po’ si sentiva in colpa, o per quel limpido sguardo ambrato che si era posato su di lui carico di dolcezza, o più semplicemente perché voleva fare un dispetto a quel pervertito di un kappa e metterlo a tacere per sempre…… In breve, fu per tutti questi motivi, insieme ad altre ragioni più complicate ed inspiegabili che fece ciò che fece, provocando un mutamento, inatteso e sorprendente, del corso della sua stessa esistenza. - Scimmia! – Tuonò rimbombante e risoluto, poi con un gesto fulmineo ed inaspettato tirò fuori da una tasca interna della tunica la onnipresente Gold-Card dei Sanbutsushin, trattenendola tra l’indice ed il medio della mano e facendo prendere un coccolone a tutti i presenti che si aspettavano qualcosa di brutalmente letale da uno come lui. - Comprati ciò che più ti piace! Va bene qualsiasi cosa, purché non sia eccessivamente costosa o stupida! Questo è il mio regalo di compleanno per te! – Chiarì freddamente, lanciando al ragazzo la suddetta carta di credito come fosse una di quelle armi a forma di stella che usavano i ninja, quindi, incurante di qualsiasi protesta o domanda, voltò le spalle alla tavolata e marciò a passo di carica in direzione della sua stanza, verso la tanto agognata solitudine ed il ricercato silenzio.
* famosa battuta di Benigni dal film “ Jhonny Stecchino ”
Dopo il movimentato interludio del mattino, per Sanzo il resto della giornata trascorse relativamente tranquillo. Rinchiuso nella sua torre d’avorio tappezzata d’arazzi di fragile calma e cupa solitudine, il bonzo con la tenacia che gli era propria ricercò con affannosa determinazione il freddo distacco emotivo con cui si difendeva da sempre dai feroci fantasmi che lo perseguitavano. Oh! Certo, i suoi venti interiori continuarono ad ululare incessantemente impietosi, rinfacciandogli tutte le sue penose, patetiche, mancanze e debolezze, ma egli con ferrea volontà riuscì ad imbrigliarli, incatenandoli con strette catene di caparbia volontà e ricacciarli nelle profonde e buie segrete della sua anima, per non impazzire del tutto e per riuscire così a controllare quel cieco furore e quella rabbia vendicativa che lo spingeva, sempre più spesso, verso l’ insano desiderio di cancellare il disegno di se stesso da quell’assurdo mondo dipinto con i colori del sangue e della follia. Si unì agli altri solo per il pranzo e per la cena, che, contrariamente ai soliti canoni previsti, si svolsero con insolita tranquillità, certo Hakkai sorrideva sempre in preda alla solita paresi faciale, e la scimmia si abbuffava sempre nonostante l’enorme quantità di cibo ingurgitata a colazione ed il kappa era irritante ed irriverente come al solito, ma ogni cosa gli giunse in modo filtrato ed attenuato, segno evidente che i tre ancora stentavano a riprendersi dalla sorpresa del suo scioccante gesto mattutino o forse più semplicemente avevano capito l’antifona e temevano le sue violente ritorsioni! Comunque sia, non ci furono litigi esasperanti né sparatorie o sventagliate omicide, e tutto ciò stranamente gli provocò un impalpabile senso di vuoto e mancanza interiori, perché, in fondo, (molto in fondo!) quello era il suo modo particolare di relazionarsi ai propri compagni, oltre che un’utile valvola di sfogo e di distrazione ai suoi malumori. Quella sera, mentre il bonzo era seduto sul letto, nel buio della propria camera, tentando di fare il vuoto assoluto dentro di sé, e sacrificando sigarette su sigarette sull’altare del nervosismo alla ricerca di un qualcosa che somigliasse vagamente alla pace, qualcuno osò invadere la sua privacy con la sua rumorosa e vitale presenza. Un bussare alla porta uniti ad una voce fresca e frizzante come l’acqua di fonte interruppero la sua quiete forzata, chiedendo il permesso di portare un po’ di luce dove vi era solo oscurità. Con un sospiro esasperato, Sanzo accordò il suo consenso e Goku entrò titubante nella sua stanza portando con sé la leggerezza e la spensieratezza di un giorno di primavera. - Che vuoi, scimmia? - - Ehm.. io..ecco..- Il ragazzo biascicò a corto di parole per un attimo, poi si mise una mano in tasca e ne trasse un rettangolino plastificato. - Sono venuto a restituirti questa!- Si giustificò, mostrandogli la famigerata Gold-Card ed andando subitamente a posarla sul comodino vicino al letto del bonzo. - Aaah! Ora che te l’ho restituita mi sento davvero meglio! Avevo una tale paura di perderla….- Si interruppe, quindi sorrise con vero sollievo. – Beh, adesso credo che andrò a dormire. Volevo solo ringraziarti per il pensiero!- Il bonzo osservò freddamente prima la carta di credito, poi il giovane dagli occhi dorati, quindi parlò spinto da un impulso per lui inusuale, la curiosità. - Che cosa hai comprato? - Il suo interlocutore distolse lo sguardo come imbarazzato, prendendo a studiarsi insistentemente le unghie delle mani. - Uhm.. ecco…. Nulla! - Il biondo a quella risposta inarcò interrogativo il sopracciglio fissandolo con insistenza. Non era affatto normale che un diciannovenne in possesso di un credito pressoché illimitato e con una cittadina piena di negozi a disposizione non comprasse niente! Non esisteva proprio! La faccenda puzzava più del fetore ammorbante che emanava dagli stivali divelti del kappa! Il giovane eretico, sotto quel gelido e severo sguardo d’ametista, iniziò ad agitarsi più del dovuto, cominciando nervosamente a giustificarsi. - Ehm… nel pomeriggio ho fatto un giro per i negozi… C’erano tante cose buone da mangiare…. Ma….. Hakkai mi aveva già preparato tutti i miei piatti preferiti ….E gli oggetti….erano belli, sì, ed avrei tanto voluto comprare qualcosa ma…Non ho trovato proprio niente che desiderassi davvero… Anche se……- Il ragazzo gli scoccò un occhiata stranamente sfuggente e titubante, valutando se era il caso di proseguire o meno, quindi, forse non percependo vera ostilità nel silenzio dell’altro, decise di andare avanti. - Anche se in effetti ci sarebbe qualcosa che desidero sul serio, ma… è una cosa che non si può vendere o comprare… E’ qualcosa di unico e speciale che và donato con il cuore come dovrebbe essere un vero regalo di compleanno. Solo che…. io… io non so se tu…..- Sentendolo farfugliare penosamente, Sanzo sentì montare dentro di sé un ben noto moto di irritazione misto però ad un solleticante desiderio di sapere. Che diavolo andava cincischiando la scimmia? Perché sembrava così imbarazzato? E cosa accidenti era che desiderava di più tra tutto e solo lui poteva dargli? Forse, dopotutto, avrebbe potuto anche soddisfare tali interrogativi prima di buttarlo fuori dalla sua stanza a calci! Sarebbe stato comunque un mezzo di distrazione a ben altri e più assillanti problemi. - Smettila di balbettare, baka saru, e spiegati! Non ti mangio mica! – Gli ingiunse pertanto in tono apparentemente seccato ed indifferente. Goku arrossì di brutto e spostò lo sguardo verso un punto imprecisato della parete. - Uhm… forse dovrei cominciare dall’inizio… da quando….. quando io….- Fece una pausa tremante, poi prese un ampio respiro e continuò con più forza, parlando in fretta e concitatamente, come se temesse che se si fosse interrotto non avrebbe più trovato il coraggio di continuare. - E’accaduto qualche sera fa, tu eri andato a dormire, mentre io, Gojyo ed Hakkai eravamo rimasti svegli per giocare a carte. Quel pervertito di un kappa stava perdendo ed Hakkai come al solito stava vincendo, quando, ad un certo punto, parlando di fortuna al gioco ed in amore, quel maniaco rosso con le antenne da scarafaggio ha iniziato a vantarsi delle sue capacità amorose, dicendo che lui era in grado di far cadere ai suoi piedi qualsiasi donna con un solo bacio, che la sua tecnica era praticamente perfetta ed insuperabile, e che le sue labbra riuscivano a mandare in estasi qualsiasi creatura di sesso femminile del Togenkyo… ed altre cose del genere insomma…. Finché, io ad un certo punto, non gli ho chiesto…… Ehm… sì, ecco gli ho domandato cosa si provava….. A baciare qualcuno intendo!- I grandi occhi dorati si accesero di mille scintille di imbarazzo velato da offesa, quando riprese a raccontare con voce indignata. - Quel maledetto come al solito mi ha preso in giro, sghignazzando come un idiota e dicendo che dovevo solo rassegnarmi, perché ero un caso senza speranza, una scimmia goffa ed impacciata, un totale imbranato ed una schiappa integrale! Allora, come al solito ci siamo insultati e poi menati, almeno fino a che Hakkai non ci ha interrotti. Ero davvero deluso quella sera ed anche arrabbiato e triste. Insomma.. tu lo sai, io non ho mai baciato nessuno, né so come si fa. Mi sono venuti tanti strani pensieri in testa del tipo: e se in futuro volessi farlo? Gli occhi vanno tenuti chiusi o aperti? Dove devo mettere il naso? Come muoversi per non sbattere la faccia ed i denti? E se facessi una figuraccia? Riuscirei a sopportare di essere deriso per l’eternità? Insomma paranoie di questo genere, tanto che alla fine sono arrivato alla conclusione che mai e poi mai avrei osato baciare qualcuno in vita mia! E’ una faccenda troppo pericolosa e complicata! Questo almeno finché Hakkai non mi ha spiegato che quando vuoi veramente bene ad una persona tutto accade in modo spontaneo e naturale. Con una persona che conosci e di cui ti fidi ogni cosa viene da sé! Perciò io mi chiedevo …. Visto che sei tu la persona a cui voglio più bene al mondo….mi domandavo se tu eri disposto…ecco, io… IO VOGLIO UN BACIO COME REGALO, SANZO! – Terminò quasi urlando, la voce alterata dall’imbarazzo e le guance rosso rubino come se avesse bevuto, tanto che, ad un certo punto, il venerabile pensò proprio che la sua scimmia dovesse essere davvero ubriaco per chiedere una cosa del genere proprio a lui! Cioè, quello stupido gli stava davvero chiedendo……. un bacio? A lui? Ma... gli si era definitivamente spappolato il cervello per le troppe harisendate ricevute sulla zucca? - Scimmia…. – Iniziò contando mentalmente fino a tre per non perdere la calma, ma poi considerò che in quella situazione non bastava tutto l’infinito universo matematico a tale scopo, quindi esplose senza più imporsi inutili costrizioni. - MA SEI SCEMO O COSA !?? TI SEMBRO FORSE LA PERSONA PIU’ADATTA A QUESTO GENERE DI RICHIESTE ?? MI HAI SCAMBIATO PER UNA STUPIDA FEMMINA, PER CASO? E POI, CHE ACCIDENTI VUOI CHE NE SAPPIA IO DI QUESTE COSE! NEL CASO TU NON CE L’ABBIA BEN CHIARO IN QUELLA TUA TESTACCIA VUOTA, NEMMENO IO HO MAI BACIATO QUALCUNO! E LA SOLA IDEA DI FARLO MI FA SEMPLICEMENTE RIBREZZO!!- -Oh! – Il ragazzo assunse un espressione contrita e delusa, e sospirò dal dispiacere. - Lo immaginavo che mi avresti risposto così. – Mormorò, mentre un ombra scura scendeva ad offuscare la brillantezza delle sue iridi dorate, e fu come se una nube carica di pioggia coprisse il sole, privando il mondo del suo calore e della sua luce. Sanzo si ritrovò involontariamente a rabbrividire. - Ci avevo sperato tanto! – Continuò il giovane eretico fortemente abbattuto. – Avevo davvero creduto che oggi…. Ma forse non è vero che il giorno del proprio compleanno i desideri più profondi si avverano. – Sospirò ancora tristemente, poi, facendosi forza, tentò un sorriso – Va bene lo stesso, non importa. In fondo il regalo più bello che tu potessi farmi me lo hai già fatto tanti anni fa liberandomi e tenendomi al tuo fianco, Sanzo. Per quanto riguarda la faccenda del bacio……- Scrollò le spalle, assumendo forzatamente un tono più leggero e spensierato. – Vorrà dire che chiederò a qualcun altro!- A quelle parole il bonzo sentì tutti i capelli rizzarsi sulla nuca! Qualcun altro??? Qualcun altro chi?? Cioè, quel deficiente aveva sul serio intenzione di andarsene in giro per tutto il Togenkyo a chiedere a chiunque di baciarlo? Ma lo sapeva almeno a quali rischi andava incontro comportandosi a quel modo ? O era talmente stupido ed ingenuo da non capire nemmeno un concetto così banale? - Te lo proibisco assolutamente!- Ringhiò, dicendosi che lo faceva non perché gli importasse qualcosa di quello stolto macaco, ma perché non voleva accollarsi la scocciatura di dover raccattare i cocci dopo. - Eehhh?- - Scimmia idiota! Quante volte ti ho detto che devi valutare le conseguenze delle tue azioni! Non puoi fare questo genere di proposte a chiunque! E’ pericoloso!- - Ma… veramente….. – Goku gli scoccò un occhiata tra il meravigliato e l’indignato. - Questo lo so anch’io! Non sono così stupido! E’ uno dei motivi per cui ho pensato proprio a te, perché so di potermi fidare. Quello che volevo dire prima è che aspetterò fino a che non avrò incontrato qualcuno che mi ispiri la stessa fiducia e sicurezza. Ma tu…davvero non ci hai mai pensato? Non hai mai avuto un minimo di curiosità a riguardo? Nemmeno un po’? – - Tzè! Scimmia! Non ho tempo da perdere con queste sciocchezze! – - Perché sciocchezze? Se non hai mai provato prima, come puoi dire che sono sciocchezze?- Domandò il ragazzo in un misto di ingenuità e saggezza. - Anche a me da piccolo facevano schifo i cavoli solo a guardarli! Ti ricordi quante harisendate mi hai dato per costringermi a mangiare le verdure? Mi rimproveravi, dicendomi che dovevo provare tutto prima di scegliere e decidere ciò che mi piaceva o meno. Così ho scoperto che le stesse verdure che odiavo erano davvero deliziose se immerse nella pastella e fritte, ed adesso non potrei più rinunciarvi, cavoli compresi! Come puoi disprezzare una cosa che non hai mai assaggiato?- Sanzo aggrottò le sopracciglia un po’ stupito nel constatare che quel discorso, un po’ strampalato, aveva un suo assurdo senso logico. - Cavoli fritti e baci ? Tsk! E’ proprio degna di te tale analogia, baka!- Lo rimproverò, mentre un barlume di scintillante ironia gli illuminava gli occhi d’ametista. - Analogia?- Ripeté il ragazzo inclinando il capo in segno di non aver compreso la parola. - Analogia, ovvero somiglianza, ragionamento, sempre ammesso che sia il tuo cervello a suggerirti tali idee e non il tuo stomaco!- Gli spiegò allora in tono decisamente derisorio che fece imbronciare un po’ il suo giovane interlocutore. - Beh… comunque si chiami….., ho detto una cosa giusta, no?- Insisté però questi testardamente. - Non puoi rimangiarti tutto, adesso! O forse le regole che tu imponi agli altri non si applicano a te stesso? Non è un po’ contraddittorio da parte tua, eh, Sanzo?- Il bonzo fissò la ferma caparbietà che brillava in quelle iridi dorate, e dovette ammettere, di malavoglia e con una certa sorpresa, che l’altro in fondo non aveva tutti i torti. Però, ciò che lo sorprendeva davvero era la pressante e ferrea determinazione di cui la sua scimmia stava dando prova in quella circostanza. Possibile che ottenere un suo bacio fosse una questione così importante per lui? - Perché tanta insistenza ? E perché proprio io ?- Gli domandò a bruciapelo incatenando quelle iridi d’oro con le sue ametiste gelide e severe. Voleva solo la verità e non si sarebbe accontentato di patetiche o stupide giustificazioni! - Beh.. ecco, ci sono varie ragioni…- Iniziò Goku muovendosi un po’ a disagio. – Una delle quali è senza dubbio la curiosità! Scoprire cosa si prova, com’è, ed altre cose simili…Ma non l’unica né la più importante…..- Il suo sguardo ambrato tremolò per un attimo come scosso da qualcosa di doloroso e spiacevole. - Ti ricordi il nostro primo scontro con Kami Sama?- Domandò brusco, il bonzo in risposta serrò impercettibilmente le labbra ed incupì lo sguardo. - Sì!- - Era la prima volta che il nostro gruppo veniva sconfitto in modo così ignominioso e vergognoso. Ci fece fuori come se fossimo stati poco più che insetti fastidiosi, riducendoti in fin di vita e sottraendoti il sutra. Beh.. mi ha fatto male, Sanzo, molto male! Non riuscivo ad accettare l’idea di essere stato sconfitto tanto facilmente….Non potevo credere di aver permesso a quel pazzo di averla vinta su di noi così semplicemente. Ancora una volta mi ero dimostrato debole, indegno, incapace di proteggerti e mi vergognavo da morire! Provavo talmente tanto disgusto e rabbia per me stesso che non ebbi nemmeno il coraggio di starti accanto mentre stavi male. Sapevo che ti saresti ripreso, non poteva essere altrimenti! Ti conosco, ed ero certo che non saresti mai morto senza aver prima dato una bella lezione a quel folle. Non è da te arrenderti! Ma io non potevo starti vicino! Non ci riuscivo! Non mi sentivo in grado di affrontare i tuoi occhi nel momento stesso in cui ti saresti risvegliato, rischiando di leggere in essi il disprezzo e la delusione come l’esatto riflesso di ciò che io provavo nei confronti di me stesso e che sentivo di meritare!- Goku si irrigidì, stringendo inconsciamente i pugni in una morsa spasmodica. - E’ stato allora! In quell’occasione che, pieno di rabbia e dolore e delusione, ho fatto un giuramento ed una solenne promessa! Mai più! Mai più sarei arretrato di fronte ad un avversario! Per quanto forte ed invincibile questi potesse essere, non mi sarei mai arreso né avrei avuto paura! Meglio morire combattendo con onore che sopravvivere incapaci di guardare il proprio riflesso in uno specchio o, peggio ancora, vergognandomi di rispecchiarmi nei tuoi occhi. Per questo ho deciso! Dinanzi a qualsiasi cosa non mi tirerò mai indietro ed anzi l’affronterò con decisione e coraggio! Non mi comporterò più da vigliacco! No! Mai più!- Il biondo corrugò lievemente la fronte dinanzi a tale giuramento, in fondo poteva capire i sentimenti di quella stupida scimmia, poiché non erano altro che la versione più pura, altruistica e luminosa di quello scuro, torbido e tormentato marasma che si agitava nel fondo buio della sua anima paludosa privandolo della pace del sonno. Solo una cosa non gli era del tutto chiara. - Capisco! Ma….Ritornando al discorso di prima…. Cosa c’entra tutto questo con la tua richiesta? - Riportato bruscamente al presente, il giovane eretico si rilassò visibilmente, rilasciando i pugni chiusi. - La mia inesperienza mi rende nervoso!- Ammise titubante. – Il non sapere mi mette una certa ansia e mi provoca uno sfarfallio allo stomaco che sa di terrore! Ho il timore che se mai si presentasse l’occasione giusta potrei anche fuggire via a gambe levate per la paura! Ed è una cosa inconcepibile! Assolutamente indegna e vergognosa, dopo quello che mi sono ripromesso! Per questo ti ho chiesto in regalo un bacio! Per quanto riguarda perché proprio a te…. Beh.. anche qui ci sono varie motivazioni….- Gli sorrise, timido e sicuro al tempo stesso. - Ti conosco da una vita, anzi qualche volta ho proprio l’impressione di conoscerti da sempre! Come ho già detto, sei la persona a cui voglio più bene e di cui mi fido maggiormente, non ti sembrano giustificazioni abbastanza valide? Certo ci sarebbero anche Gojyo ed Hakkai… Ma, anche se quest’ultimo è sempre gentile e premuroso nei miei confronti non mi sognerei mai di chiedergli qualcosa del genere! In quanto al kappa….- Si interruppe, quindi rabbrividì vistosamente scuotendo la testa. – Brrrrr….No, no, preferisco morire nella beata incoscienza! Piuttosto non bacio nessuno finché campo!- Terminò con espressione curiosamente orripilata, poi fissò le sue iridi d’oro, lucenti di sfacciata speranza e pudica impertinenza, in quelle viola, cupe e tenebrose, del bonzo. - Allora ti bastano le mie motivazioni, Sanzo? Non vuoi proprio accontentarmi? In fondo non ti sto chiedendo nient’altro che un misero bacio!- - Ammetterai però che tale richiesta, diretta nei confronti di uno del tuo stesso sesso, va contro la comune logica ed il ben pensare altrui! – Protestò gelidamente questi, restio come al solito a lasciarsi convincere. – Sarebbe più facile e normale rivolgerti ad una delle tante, stupide, femmine che circolano a piede libero su questo mondo! Potresti chiedere a quel pervertito di un kappa di presentartene qualcuna!- Suggerì estremamente lucido e razionale come sempre, anche se il pensiero che la scimmia potesse accettare il suo consiglio per chissà quale motivo lo irritava fortemente! - Non mi sentirei mai a mio agio con una sconosciuta! - Replicò subito l’altro con un sospiro. - Avrei paura di rendermi ridicolo e di conseguenza l’imbarazzo mi porterebbe ad agire stupidamente, mentre con te al massimo potrei rimediare qualche insulto e molti colpi di harisen sulla zucca, ma tanto ormai ci sono abituato! Quanto al sesso…- Goku scrollò le spalle come dinanzi ad un ostacolo di scarsa importanza. - Non mi interessa questo particolare insignificante. La mia stessa natura di eretico mi porta a guardare all’essenza interiore e non al sesso o alla razza degli individui. Non ci vedo nulla di male nel baciarti! E poi….Da quando in qua, proprio tu, Sanzo, ti preoccupi della logica comune e del ben pensare altrui ?- L’interessato digrignò i denti davanti a quella che era una provocazione bella e buona da parte di quella stupida, impudente, scimmia. Il fatto di avere un anno in più doveva avergli davvero montato la zucca vuota, visto che il ragazzo si stava permettendo di questionare con lui, riuscendo persino a tenergli testa! Comunque messo alle strette da quella specie di sfida non poté fare altro che prendere la sua decisione definitiva! E va bene! Si disse, sollevandosi dal letto ed avvicinandosi al giovane eretico con fare deciso. Se quella stupida scimmia voleva un bacio, allora lo avrebbe ottenuto, ma alle sue condizioni! - Scimmia! Quando sarai uscito di qui, questa cosa sarà come se non fosse mai accaduta! Sono stato chiaro?- Gli ingiunse in tono perentorio. – Te ne dimenticherai e non mi farai mai più una richiesta del genere in vita tua! Anzi, giacché ci siamo, evita di seccarmi con la tua fastidiosa petulanza per almeno una settimana!- Con un sorriso di vittoria che andava da un orecchio all’altro, Goku annuì fermamente, accettando ogni imposizione e rimanendo in trepidante attesa. Il bonzo si chinò in avanti appoggiando il palmo della mano sulla guancia del ragazzo, accorgendosi istantaneamente che quella pelle era incredibilmente morbida e vellutata al tatto e che quei sottili fili di seta castani gli solleticavano il dorso della mano e le bianche dita affusolate. Goku sgranò i grandi occhi d’oro, mentre l’imbarazzo e la sorpresa di quel contatto gli velava le gote di porpora, ciò non di meno non si sottrasse, anzi sollevò il volto verso di lui, mettendo in risalto la curva sottile del collo che gli spuntava dal largo scollo dell’ampia maglietta color ocra che aveva indosso, in un inconscio gesto di sensuale offerta. Sanzo osservò con fredda soddisfazione quel gesto di totale fiducia ed abbandono, tuttavia dentro di sé un oscuro senso di presagio urlava, fortemente allarmato, ingiungendogli di fermarsi prima che fosse troppo tardi per entrambi! Lo ignorò palesemente, non era degno di lui lasciarsi intimorire da patetiche ansie ed insulsi timori! In fondo, si disse cinicamente, non si trattava che di un misero bacio! Che danno poteva arrecargli uno stupido sfiorarsi di labbra? Un secondo dopo aver soddisfatto quella curiosità anomala se ne sarebbe dimenticato, cancellandolo veloce come un battito di ciglia, come una cosa di poca importanza, quasi non fosse mai accaduto! Già, così si disse, mentre si accingeva ad avvicinare il proprio volto candido a quello bronzeo del ragazzo dinanzi a lui. Goku in risposta abbassò istintivamente le palpebre, privando il mondo del sole brillante che erano i suoi occhi e protese le labbra per incontrarlo, i loro respiri si mischiarono, l’aroma fresco e delicato del giovane gli invase le narici mescolandosi al suo, più aspro e pungente. Il primo sfregamento fu leggero, quasi di prova, eppure stranamente intenso ed elettrizzante, tanto che tra loro si udì il crepitare di mille scintille di elettricità statica, che li face sussultare e staccare entrambi come se avessero preso la scossa. Il biondo si auto convinse che si era trattato solo di un puro fenomeno di fisica-meccanica, come quando ti si rizzavano tutti i peli ed i capelli a contatto di un qualsiasi indumento di pesante lana grezza, pertanto a riprova delle sue ragioni razionali ristabilì nuovamente il contatto. Il secondo tocco fu cauto e lento, ma con una tale forza sorprendente da togliere comunque il respiro! Le labbra della sua scimmia erano incredibilmente tenere contro le sue, cedevoli ed accondiscendenti, come il petalo di un fiore appena sbocciato, alle sue richieste. Quando il loro sfiorarsi si fece più insistente e deciso, Goku emise un sospiro e schiuse impercettibilmente la bocca come ad invitarlo a portare il loro bacio ad un livello più intimo del previsto e Sanzo, non resistendo alla tentazione, accettò tale invito iniziando ad assaporarlo più a fondo. L’interno era morbido, umido e vagamente speziato, dolce come la cannella e lievemente pungente come lo zenzero, sapeva di prati fioriti e di sole, di miele con un pizzico d’aceto aromatico, di un sapore unico e particolare che possedeva la stessa purezza e freschezza di una limpida giornata di primavera. Il bonzo esplorò quella calda cavità sconvolto e spiazzato dalla scoperta che quello che aveva sempre considerato una stupida scimmia si stesse rivelando invece l’unica persona in grado di farlo sentire veramente bene dopo tanto tempo. Non si era mai reso conto che quello stupido fosse invitante e gustoso come un frutto di stagione, succoso e maturo al punto giusto, pronto per essere preso a morsi e mangiato e tale scoperta fu inquietante e pericolosa per il suo spirito già lungamente straziato dalle troppe colpe, perdite e rimpianti. Fece per staccarsi, ma inaspettatamente il ragazzo dagli occhi dorati gli cinse il collo con entrambe le braccia, stringendosi spasmodicamente a lui ed incontrando la sua lingua con la propria. Dinanzi a quell’umido rovente contatto il mondo e l’universo intero parvero improvvisamente arrestarsi ed iniziare a ruotare in senso inverso al loro asse! Ogni pensiero lucido fuggì via, la razionalità e la ragione furono bandite in una landa lontana, esuli inascoltate ed indesiderate, da un piacere che regnava sovrano sovra ogni cosa, invadendo i sensi e conquistando ogni cellula del corpo. Dita nivee si impigliarono con forza in serici fili castani, tirando indietro la testa della scimmia per permettere al loro proprietario di avere un migliore accesso alla sua bocca ed il bacio che i due si scambiarono assunse l’acceso ardore delle più alte fiamme dell’inferno, regalando ad entrambi sensazioni di tale bruciante piacere, completezza e benessere da rasentare la sublime perfezione! Quasi stordito da quelle devastanti emozioni, Sanzo riprese ferocemente il controllo dei suoi ormoni impazziti, staccandosi ed allontanando a forza da sé il capo di Goku con entrambe le mani. Il respiro affrettato, il torace ansante, il cuore impazzito nel petto ed il cavallo dei pantaloni che gli tirava dolorosamente sopra un eccitazione prepotentemente eretta, il bonzo osservò stranito il volto morbido ed arrossato che aveva davanti come se lo vedesse per la prima volta. Il giovane eretico teneva ancora le palpebre abbassate, le sue gote erano colorate come ciliegie mature e la bocca socchiusa era tumida per i suoi baci e lucida della sua saliva, anche lui respirava affannosamente e la gola gli pulsava in modo incredibilmente veloce, era inequivocabilmente eccitato ed innocentemente seducente perso com’era nel suo piacere. Lui dai capelli di grano sussultò penosamente quando la sua stupida scimmia sollevò le palpebre e gli puntò addosso due polle d’oro liquido di scintillante smarrita meraviglia e di consapevole estatica esaltazione. C’era un intero universo di sensazioni ed emozioni in quelle ambre cristalline, pietre preziose troppo trasparenti e sincere per riuscire a celare agli occhi del mondo il desiderio, la dolcezza e la passione appena provati. Il ragazzo dagli occhi dorati socchiuse le labbra lasciando andare un sospiro morbido, roco e sensuale, che risuonò come una specie di invocazione o preghiera. - Sanzo…..- Mormorò soltanto in maniera però tanto dolce, candida ed adorante da risultare quasi commovente. Ma il diretto interessato ne rimase solamente sconvolto, il suo stesso nome pronunciato con tanta e tale fervente adorazione ed ardore gli riecheggiò a lungo nel cervello, pesante ed accusatorio come una condanna alla dannazione eterna. Rimproverandosi violentemente per la propria stoltezza, il bonzo dagli occhi viola si rese conto, inquieto e nervoso più che mai, che ormai ogni tabù e proibizione era stata infranta! Il sigillo del vaso di Pandora era stato spezzato, liberando nel mondo il suo contenuto, ed a lui non restava nient’altro da fare che appellarsi alla ferma speranza, ultima misericordiosa dea rimasta sul fondo, nel tentativo, quasi disperato, di riuscire a cancellare nell’oblio della dimenticanza quel cataclisma incontrollabile ed irrazionale che qualche stupido si ostinava a definire semplicemente: un bacio!!
Per l’ennesima volta in quell’ultima ora, Sanzo tamburellò nervosamente le dita affusolate sulle braccia che teneva incrociate al petto magro, mentre una vena azzurrognola sulla sua tempia destra stava iniziando a pulsare freneticamente in perfetta sincronia con il feroce mal di testa che gli martellava le meningi. Erano in viaggio attraverso una landa semideserta di odioso nulla da giorni e giorni, e nonostante fosse solo aprile, i raggi del sole erano comunque cocenti ed insopportabili, così come era estremamente irritante il rollio incessante delle ruote ed il cacofonico, rumoroso, scoppiettio della marmitta e del motore di jeep. Il suo nervosismo in quei giorni aveva raggiunto livelli stratosferici e lui era ben conscio di essere prossimo al punto del non ritorno, in bilico sulla lama del rasoio, rischiosamente vicino ad una rottura catastrofica e letale che rischiava di frantumare il suo già precario equilibrio, portandolo a dare fuori di matto e liberare la sua furia distruttiva, facendo tabula rasa di tutto ciò che gli capitava a tiro, nemici o amici che fossero! Purtroppo fare strage di demoni con la sua S&W e prendere a sventagliate ed urli i due stupidi che litigavano sul retro di Jeep non gli era affatto sufficiente a smaltire la furiosa rabbia e l’incontenibile desiderio di distruzione che lo animava, e comunque, quasi percependo che non tirava aria salutare per loro, era da ben tre giorni che i nemici non gli intralciavano il cammino con le loro seccanti pretese del sutra e da quasi due, invece, che sia il kappa che la scimmia, dopo la sua ultima violenta sfuriata di colpi di harisen e proiettili vaganti impazziti, che li aveva visti pericolosamente vicini uno alle porte dell’inferno, l’altro a quelle del paradiso, avevano evitato accuratamente di indulgere nei soliti rumorosi battibecchi, preferendo un più salutare e protettivo mutismo, rotto solo da sospiri petulanti, annoiati ed accusatori. Era da una settimana che quello stato d’animo particolarmente ostile e distruttivo gli stava montando dentro, salendo di livello giorno dopo giorno, simile ad un fiume in piena gonfiato dalle violenti piogge invernali, ed adesso era davvero sul punto di oltrepassare il livello di guardia imposto dalla diga del rigido auto controllo che era solito anteporre dinanzi alle proprie emozioni. Una settimana diabolicamente infernale in cui la notte non riusciva a dormire ed il giorno doveva fare uno sforzo immane per non indulgere nel ricordo di un certo stupido incidente capitato esattamente sette giorni prima, cioè esattamente il 5 aprile, appunto Già, quel maledetto giorno avrebbe voluto cancellarlo dal calendario se fosse stato possibile, ma siccome non lo era, non gli rimaneva altro da fare che annullarlo dalla sua memoria e ricacciarlo nei meandri oscuri degli avvenimenti indesiderati e indesiderabili da dimenticare. E di solito ci riusciva, con ferrea volontà ed auto dominio imponeva a se stesso di scordarsi di ogni singola sensazione e calore ed emozione, rilegandoli dietro una spessa prigione di gelo e tenebre e catalogandoli tra le cose insignificanti e di poco conto, ma poi gli accadeva di incrociare per caso nello specchietto retrovisore di jeep due iridi dorate sempre, costantemente, fisse su di lui e cariche di tutte le promesse di piacere e di dolcezza di questo mondo e… zac! I ricordi tornavano più vividi ed impetuosi che mai, rischiando di travolgerlo con la loro esaltante pienezza e desiderabile rimpianto, ma assieme ad essi cresceva anche la rabbia contro se stesso! Maledizione! Quanto poteva resistere un uomo sul ciglio di un burrone, abbarbicato saldamente solo alle esili fronde della propria ostinata, cocciuta, determinata difesa di egoistica solitudine e sacrosanta asocialità, prima che una tortura del genere lo facesse precipitare nell’abisso infinito della pazzia? Si domandò il bonzo, sentendo la propria già precaria condizione di stabilità emotiva vacillare paurosamente sul punto di frantumarsi ed implodere in mille schegge di incontrollata ed incontrollabile follia omicida! Quanto poteva resistere lui ? Non lo sapeva, e sinceramente non lo voleva nemmeno sapere, in quel momento desiderava solo avere un migliaio di demoni a disposizione da massacrare a suo piacimento con le sole mani nude! Solo quello desiderava! E siccome rare, rarissime volte, gli indifferenti Kami, si dimostravano tanto magnanimi da ascoltare le preghiere rivolte loro da certi devoti, la brusca impennata che subì jeep all’improvviso, annunciò con violenta e sadica soddisfazione che il suo desiderio era stato magicamente esaudito. - Eh, eh eh! Forza ragazzi, svegliatevi tutti che abbiamo visite!- Comunicò Hakkai al suo posto di guida, indicando con un dolce e serafico sorriso il nugolo di demoni inferociti e ringhiosi che gli sbarrava la strada. I due idioti sul retro alla notizia esultarono come mocciosi invitati ad una festa di compleanno. - Yahoo! Finalmente un po’ di moto per rinvigorire l’appetito!- Esclamò la scimmia entusiasta. - Seee…. Come se tu avessi bisogno di ulteriori stimoli con quel pozzo senza fondo che ti ritrovi! – Lo prese in giro il kappa come al solito. - Comunque un po’ di distrazione ci voleva. Mi stavo davvero annoiando, oggi. – Aggiunse il rosso scendendo dalla jeep e facendo comparire magicamente la sua Shakujyo. I quattro compagni di viaggio si misero dinanzi ad una folla di youkai impazziti che reclamava a gran voce il loro sangue come aperitivo e le loro interiora come stuzzicante antipasto. - Siete voi Genjo Sanzo Hoshi? – Domandò il loro capo, estremamente tronfio, grosso e corpulento, in tono gracchiante, puntando uno sguardo di ferina superiorità sul ragazzo decisamente gracilino, pallido ed etereo che aveva innanzi. Il biondino dai tratti delicati come quelli di una femmina non rispose alla sua domanda, rimase a fissarlo in maniera così gelidamente furiosa e con una espressione talmente sadica e demoniaca sul volto candido, che il povero demone si ritrovò a rabbrividire interiormente ed a deglutire a vuoto, desiderando al contempo di essere in qualunque altro posto, anche nel lontano e glaciale nord, piuttosto che li. - Ehm..Genjo Sanzo??! Arrendetevi e consARGH!!- Il meschino non fece nemmeno in tempo a proferire le solite minacce di morte e di richiesta del sutra, che un violento montante lo colpì al mento con la stessa potenza di una cannonata, fracassandogli la mascella e mandandolo riverso a spiaccicarsi sul terreno ai piedi dei suoi allibiti compagni. - Poche storie, idiota! Combatti! – Gli ingiunse il bonzo gelidamente, massaggiandosi con una mano il polso ed il pugno chiuso, che aveva fatto sbattere casualmente contro la sua faccia. Il malcapitato youkai, percependo l’immane aura di ira, nera e funesta, che aleggiava attorno al demoniaco biondino, sentì come una cappa di opprimente terrore stringergli il cuore! E se oltre al malefico monaco si aggiungeva lo spettacolo di un uomo che lanciava potenti onde di energia con un perenne, inquietante, sorriso sulle labbra, un pestifero, scatenato, ragazzino dai terribili occhi dorati che distribuiva tremende bastonate spaccando le teste di ogni malcapitato come cocomeri rossi ed un mezzosangue dai capelli e dagli occhi fiammeggianti come l’inferno che trinciava braccia e gambe con una falce che doveva aver rubato direttamente alla Signora Morte …. Beh, allora il tapino desiderò, ancora una volta e più che mai, con tutto se stesso emigrare verso le lande gelide e desolate del lontano nord, piuttosto che trovarsi ad affrontare quei tremendi quattro. Già, considerò il disgraziato con la mente presa da cieco terrore, anche il dover convivere con le mostruose creature pelose, che vivevano solamente nell’estremo nord e che si cibavano esclusivamente di carne di demone, era lungamente preferibile al doversi confrontare con il gruppo del venerabile Genjo Sanzo Hoshi ! I nemici benché numerosi, viste le premesse, furono debellati tutti in un misero quarto d’ora, dopo di che i quattro compagni di viaggio, a bordo di jeep, ripartirono sgommando a tutta velocità in direzione della città più vicina sul loro percorso, indifferenti ai cadaveri di demoni ed ai pochi superstiti, ormai avviati sulla via della redenzione e della pacifica non violenza, che si lasciavano alle spalle. In tarda serata il gruppo giunse in una piccola ridente cittadina, costituita da un agglomerato di bianche, candide, casupole abitate da gente relativamente normale. L’unica locanda che trovarono, in tono con il resto del villaggio, era pertanto anch’essa linda, graziosa e ridicolmente priva di camere singole!! - No, mi dispiace, Signori viaggiatori, ma il nostro albergo non ha singole, solo stanze doppie e matrimoniali ed in questo periodo purtroppo siamo a corto anche di quelle.- Annunciò loro il locandiere, un uomo mingherlino con la faccia minuta e la voce squittente come un topolino. - Di grazia, Signore, vorrebbe spiegarci come mai tale particolarità? – Gli domandò Hakkai, sorridendo affabilmente. - E poi, scusi se sono insistente, non vorrei offendere nessuno con le mie osservazioni, ma come mai siete così privi di camere libere? La vostra cittadina, seppur molto accogliente, non mi pare abbia attrattive degne di nota da attirare turisti in massa.- L’ometto annuì in modo saccente, incrociando le braccia al petto minuto. - Ehh.. sì, in verità tutto il resto dell’anno è proprio come dice lei, gentile Signore! Ma deve sapere che la nostra cittadina sorge vicina al grande fiume Naj Fui, il quale, proprio in questa stagione, si riempie di salmoni della razza più pregiata, che compiono il loro tragitto inverso alla corrente per andare a deporre le uova. Di conseguenza ogni anno, di questo periodo, veniamo invasi da pescatori ed appassionati di pesca che prendono d’assalto ogni possibile rifugio disponibile. Purtroppo, come potete ben constatare, la mia locanda è molto piccola, e per poter disporre di un maggior numero di posti letto, sono stato costretto ad organizzare letti matrimoniali per le stanze più piccole e letti doppi per quelle un pochino più grandi! In questo modo posso accogliere più persone in uno spazio minimo!- Spiegò con vero orgoglio nella voce squittente. - Eh, eh, eh …Molto saggio da parte sua!- Approvò il demone gentile. – Avendo chiarito i perché ed i percome…..A questo punto non posso fare altro che chiederle se le sono rimaste due doppie libere per noi quattro!- L’uomo inforcò gli occhialetti tondi e studiò meditabondo una piccola agenda nera posta sul bancone scuro all’ingresso. - Uhm….Sì, ecco, dunque…. Ci sarebbero solo due matrimoniali, ma sono le ultime rimaste. - I quattro gli rivolsero uno sguardo un tantino sgomento, un po’ desolato e molto rassegnato, infine il demone gentile parlò a nome di tutti. - Le prendiamo!- Espletate le formalità burocratiche, il locandiere diede loro le chiavi delle rispettive stanze, annunciando amabilmente che la cena sarebbe stata servita entro venti minuti e che la colazione era alle 8,00 in punto, infine, con un profondo inchino reverenziale, si congedò, ritornando alle precedenti occupazioni. Il pasto, per lo meno, fu abbondante e soddisfacente e soprattutto da parte della scimmia mise a dura prova le riserve gastronomiche della dispensa di quella piccola locanda! Una volta terminata la cena, siccome erano tutti po’ stanchi per il caldo, la lunga giornata di viaggio e per l’alterco avuto con quelle poche, misere, migliaia di orde di demoni inferociti, presero l’unanime decisione di ritirarsi nelle proprie stanze, se non ché avevano evitato appositamente fino all’ultimo una importantissima, quasi vitale, ed improrogabile questione! Cioè, decidere come suddividere le coppie! Hakkai tirò fuori le chiavi lasciandole penzolare tra il pollice e l’indice della mano destra. - Allora, come ci dividiamo?- Gli altri tre, ognuno per ragioni diverse, guardarono quei due piccoli oggetti metallici come cani affamati due succulente bistecche! Sanzo con un gesto repentino e violento della mano si appropriò di una di esse stringendola nel suo pugno guantato con un espressione del tipo: questa è mia, e se non vi sta bene vi ammazzo! - Hakkai, dà l’altra chiave a questi due idioti! – Tuonò quindi perentorio, imponendo la sua decisione sui tre. - Eh, no! Aspetta un momento! Cosa credi di fare, razza di bonzo corrotto! – Gojyo, con un moto irritato e vivamente contrariato, afferrò la seconda chiave in questione dalla mano del demone gentile, per poi puntare i piedi e digrignare le mascelle infuriato, spavaldo e deciso come non mai. - No! No! E poi no! Stavolta non mi freghi! E’ da una settimana che non mi faccio 8 ore filate di sonno decente! Non dividerò ancora una volta la stanza con quella stupida scimmia che russa come un trattore, scalcia come un dannato e parla nel sonno! E non me ne frega niente se mi minacci, mi colpisci con l’harisen o mi ammazzi! Stavolta non l’avrai vinta, bonzo egoista e prepotente!- - Taci, se non vuoi dormire per l’eternità!- Sanzo rifilò al malcapitato rossino uno dei suoi migliori sguardi taglienti e minacciosi, arrivando persino a puntargli la canna della pistola sotto al naso, ma questi seppur inghiottendo un groppo di terrore e raccomandando la propria anima ai Kami, non demorse né cedette di un millimetro, tanto che forse il bonzo sarebbe stato costretto ad ammazzarlo sul serio, se non ci fosse stato il provvidenziale intervento di Hakkai. - Ehm… Sanzo? Non puoi ucciderlo per davvero! Ci serve! – Gli fece notare amabilmente il demone gentile. – Abbiamo bisogno anche del suo aiuto in combattimento! Ricordi?- - Tsk!- Il bonzo fortunatamente blandito da quel discorso pratico e ragionevole abbassò la sua arma. - E’ sempre bello scoprire di essere tanto amati e benvoluti! Grazie molte, Hakkai! - Bofonchiò il kappa in direzione dell’amico, questi in risposta gli sorrise angelico. - Allora.. questo stupido kappa starà con me e tu dormirai con la scimmia! - Sentenziò nuovamente il bonzo in tono truce rivolto al ragazzo dagli occhi verdi, il quale assunse subitamente una espressione così contrita, desolata e maledettamente sincera da meritare la nomination all’oscar. - Ehm… non avrei alcuna obiezione a ciò….. se non ché… ecco, Jeep non è stato molto bene in questi giorni. Ho paura che si sia preso l’influenza poverino… perciò, siccome dorme con me, avrebbe bisogno di tanta calma e riposo per guarire! Altrimenti temo che la nostra permanenza in questa villaggio si dilungherà più del dovuto! Mi dispiace davvero ! - Dinanzi a tale terribile minaccia, proferita in maniera assolutamente candida e serafica, il bonzo strinse le mascelle talmente forte che lo strano scricchiolio che si udì fu sicuramente da imputare allo sfaldarsi di un po’ di smalto di qualche suo innocente molare. Cosciente di trovarsi di fronte ad una congiura bella e buona, Sanzo voltò seccamente le spalle ai tre dannati cospiratori, dirigendosi a passo di carica verso le scale che lo avrebbero condotto alla odiata camera matrimoniale, maledicendo durante tutto il percorso i malefici compagni di viaggio, il buco di bettola dove erano andati a capitare, tutta quella massa di deficienti che si divertiva a tormentare dei puzzolenti animali acquatici provvisti di branchie e non per ultimo quei pesci idioti che invece di starsene con la pancia all’aria a sguazzare in un laghetto trasparente nuotavano per km contro corrente solo per fare da piatto di portata sulla tavola di qualcuno! Il ragazzo dagli occhi dorati seguì con sguardo intenso la figura del bonzo che si allontanava, quando quella sagoma elegante sparì dalla sua vista gli sfuggì un sospiro sconsolato, infine dopo aver dato la buona notte ai suoi due amici, con atteggiamento mogio si accinse a raggiungerlo. Una volta soli, anziché salire nella propria camera, il kappa si accese pigramente una sigaretta, mentre Hakkai vezzeggiava il piccolo draghetto che teneva appollaiato sulla sua spalla. - Bella interpretazione! Degna di un vero professionista nell’arte della recitazione!- Il ragazzo moro a quel complimento beffardo, interruppe a metà la carezza sul collo vellutato del suo animaletto, per posare il suo sguardo verde smeraldo imperturbabile sull’amico. - Grazie! Anche tu non sei stato affatto male! Anzi, molto convincente direi! Il non cedere nemmeno dinanzi alla minaccia della S&W è stato un vero tocco di genio! - Il rosso scrollò le spalle con falsa modestia. – Sì, vero? Sono anch’io della stessa idea!- Aspirò profondamente ed espirò una densa nuvola grigio – biancastra di fumo. - Perché hai mentito ? – Domandò poi in tono vagamente interessato. - E tu? Perché mi hai retto il gioco? - Ritorse l’altro sorridendogli dolcemente. Gojyo respirò un’altra boccata di intossicante nicotina prima di parlare. - Ci sono stati troppi spifferi e correnti sul retro di jeep in quest’ultima settimana! Non potevo rischiare di buscarmi la broncopolmonite per colpa del riscontro creato dai sospiri di quella stupida scimmia ! Sono di salute cagionevole io, lo sai! - - Già, effettivamente anch’io ho temuto per la tua salute! Ma non a causa degli spifferi, ma che Sanzo potesse esplodere ed ammazzarti sul serio!- - Uhm… era molto più nervoso del solito in questi giorni, vero?- -Già!- Annuì il moro con un cenno del capo. - Ed hai notato che dal suo compleanno non ha più rivolto direttamente lo sguardo su Goku nemmeno per rimproverarlo?- - Già, già!- Due affermazioni con movimenti sincroni della testa. - Anzi, a pensarci bene non solo non lo guarda, ma evita anche di parlargli e di toccarlo! Non lo picchia nemmeno! Non ti sembra strano tutto questo? – - Già, già, già! – Tre conferme ed altrettanti ondeggiamenti di fili bruni sulla nuca del ragazzo dagli occhi verdi. - Ho un po’ di paura per l’incolumità della scimmia! Secondo te abbiamo fatto bene a costringerli a stare in camera insieme?- - Male non potrà fargli! Anzi! - -Ehm… Hakkai….? – Il rosso si interruppe rivolgendo all’amico un occhiata di sbieco. - Hai intenzione di farmi fare la figura dell’imbecille ancora per molto, prima di svelarmi ciò che per te è così palesemente limpido e cristallino? – - Non buttarti giù! Nemmeno io ho certezze, ma solo giustificati sospetti!- Si schermì l’altro con espressione divertita. - Comunque sia, possiamo solo sperare che la vicinanza forzata li aiuti a chiarirsi fra loro! E dico ciò anche per la nostra stessa incolumità!- E stavolta fu il suo turno di sentirsi rispondere con molto partecipe trasporto accompagnato da altrettanti fluttuanti svolazzamenti in avanti di una rossa, fluente, capigliatura: - Già, già, già!- Una volta giunto nella famigerata camera, Sanzo si era subito spogliato con gesti nervosi, gettando malamente l’ingombrante tunica bianca su una sedia e rimanendo con i pantaloni e la maglietta nera attillata con cui era solito dormire, e solo allora aveva posato il suo sguardo viola come la notte sul letto matrimoniale, posto sulla parete laterale di quella minuscola stanza, fissandolo con odio feroce come se fosse uno dei tanti mortali nemici creati apposta per complicargli l’esistenza! Infine, siccome a differenza dei nemici il materasso doppio non scappava via a gambe levate, con uno sbuffo che sapeva di imprecazione, il bonzo si appropriò della metà del letto che guardava verso la finestra, che era collocata esattamente sulla parete opposta alla porta. Di solito, infatti, prediligeva riposare accanto ad un’ampia veduta del cielo notturno, perché, così, durante le sue lunghe ore di veglia notturna, poteva fumare tranquillamente sul letto semplicemente aprendo le imposte ed inoltre, anche se non lo avrebbe mai ammesso apertamente, perché traeva piacere nel lasciar vagare il suo sguardo purpureo su quei tralci di infinito siderale che si diramavano sopra di lui, fissare quel velluto profondo, placido e tranquillo, tappezzato di microscopici puntini luminosi iridescenti ed illuminato da quel pallido astro celeste che appariva e scompariva, mutando di forma asseconda del suo ciclo lunare, gli riempiva il cuore di struggente nostalgia e lo faceva sentire veramente parte di qualcosa. La notte con il suo respiro discreto e la sua anima impalpabile gli era molto più congeniale del rumoroso, caotico, giorno, era l’unica compagnia di genere femminile che gli fosse gradita da sempre, l’unica che con il suo silenzio complice condividesse con lui i suoi oscuri e tenebrosi segreti ed i suoi colpevoli tormenti, e da cui rarissime volte riusciva a trarre un minimo di tranquillità per il suo spirito. Il bonzo si stese sul fianco destro, come al suo solito, con un braccio piegato sotto la testa, dando così le spalle all’ingresso e fissando ostinatamente quel quadrato di legno e vetro che si apriva sul resto del mondo ormai dormiente, cercando di trarre dall’oscurità esterna tutta la padronanza di sé che gli era necessaria per affrontare quella situazione esplosiva. Udì chiaramente la porta della camera aprirsi e richiudersi, piccoli passi sul pavimento, il fruscio di vestiti tolti in cambio di altri più comodi, ed intuì distintamente il breve, incerto, incedere in direzione del letto come se lo stesse realmente vedendo, così come pure percepì chiaramente il corpo magro della scimmia distendersi al suo fianco, per poi tirare le coperte ed avvolgerlo con il suo calore insinuante. Naturalmente fece finta di nulla, ignorandolo come aveva fatto per tutta quella lunga settimana e trincerandosi dietro il suo spesso scudo difensivo di gelida indifferenza e di apatica insensibilità, aveva anni di duro allenamento in quel campo e ci sarebbe voluto ben di più di una stupida scimmia con grandi occhi dorati, sognanti e dolcissimi, per fare crollare la spessa coltre che lo isolava da inutili, patetiche, debolezze quali erano i sentimenti ed i legami nei confronti e con altri esseri viventi. Il ragazzo a suo fianco, però, era inquieto, si rigirò tra le coperte, prima su un lato, poi sull’altro per ritornare sempre alla posizione supina iniziale più e più volte, inframmezzando tali movimenti con pesanti sospiri frustrati e sconsolati, tanto che ad un certo punto Sanzo, perdendo la poca pazienza che aveva fu tentato di urlargli contro e prenderlo a sventagliate sulla zucca, prima di sbatterlo giù a calci, mandandolo a dormire sul pavimento. Non lo fece per l’unico semplice motivo che agendo in tal modo sarebbe stato costretto a toccarlo e rivolgergli la parola, oltrepassando in qualche modo il solco che aveva tacitamente tracciato tra loro e cosa più importante concedendo in un certo senso il permesso a quello stupido di valicare tale confine con la sua impudente curiosità e petulanza. Così ancora una volta strinse i denti, concentrandosi sul silenzio della notte, sulla fascio argentato che penetrando dalla finestra disegnava un quadrato di luce sul pavimento scuro, sulla morbidezza del materasso e sulle crepe che come sottili ragnatele iniziavano a segnare l’intonaco fresco della parete, insomma si concentrò su tutto quanto, tranne che su quel corpo magro e caldo che sembrava attirarlo a sé con il suo delicato e seducente profumo. Ma proprio colui che cercava di ignorare, non possedeva le sue stesse remore, né conosceva il rigido autocontrollo della razionalità e del ragionamento logico, lui dagli occhi cristallini e dall’anima pura seguiva solo gli impulsi del proprio cuore e fu per questo che stanco, turbato e triste per la situazione che si era venuta a creare, osò rompere il silenzio ostile che perdurava già da troppo tempo e dare voce ai propri sentimenti più profondi. - Sanzo….Non stai dormendo, vero? - Il biondo non si mosse, né rispose lasciando che la sua assenza di reazioni parlasse per lui. - Senti…. Lo so che non stai dormendo….. E so che non vuoi assolutamente ascoltarmi…. Anzi probabilmente sarai furioso con me, perché ti sto scocciando…. Ma io lo devo assolutamente sapere….Che cosa ho fatto? Perché da una settimana a questa parte sembra che tu mi odi? Di qualunque cosa sia colpevole… Qualsiasi sbaglio abbia fatto…Ti prego, dimmelo almeno! - Dinanzi a quella richiesta un po’ supplice Sanzo irrigidì impercettibilmente i muscoli, trincerandosi ostinatamente nel suo freddo mutismo. Il ragazzo dagli occhi dorati sospirò penosamente ma non demorse. - E’ per quello che è successo tra noi ? E’ per questo che mi detesti così tanto? - C’era così tanto dolore in quella domanda che il biondo sentì qualcosa stringersi nel petto in alto a sinistra, una specie di morsa spasmodica, che unita al suo immenso orgoglio, lo spinsero a parlare in modo brusco, seccato ed offensivo. - Scimmia idiota, non è mai successo nulla fra noi! E di certo, ho di meglio da fare che detestare uno stupido come te! – - Ma allora…. perché? Perché mi ignori a questo modo? Ti disgusto talmente tanto? Ti fa così ribrezzo persino il guardarmi e parlarmi? Perché mi tratti così? - Domandò ancora Goku in tono fortemente alterato dalla rabbia e dalla angoscia. - Io… io lo so che avevo promesso…..ma…non ci riesco proprio! Non sono capace di dimenticare! Anche se ti faccio schifo… anche se mi consideri un essere impuro ed indegno….A me è piaciuto il nostro bacio, Sanzo! E’ stata una delle esperienze più belle della mia vita! E non voglio dimenticarlo, anzi….. io… io ne vorrei ancora ed ancora! - Possibile che quell’imbecille fosse sempre tanto ingenuo e spontaneo da dire apertamente qualunque cosa gli frullasse in quella testaccia vuota? Si chiese l’interessato rabbiosamente esasperato, tenendo il cuore e la mente ostinatamente e strettamente chiusi a qualsiasi emozione. - Benvenuto tra gli adulti, scimmia, come direbbe quel pervertito di un kappa… Hai appena scoperto la potenza del sesso! – Gli sibilò pertanto in tono freddo e cinico. – Quello che senti dipende solo da ormoni impazziti e sostanze chimiche vaganti, che ti fanno provare desiderio e piacere ed agire e parlare più stupidamente del solito! E’ una cosa normale, ti ci abituerai presto! - - Sesso, dici? – Replicò il ragazzo in tono scettico. – Non so… non credo… o almeno non solo! Perché quando ti ho baciato io… E’ stato come se tutto il resto del mondo scomparisse! Esistevi solo tu… i tuoi occhi… il tuo profumo… e poi il battito fortissimo del mio cuore che pulsava impazzito di gioia… ed una voce che urlava assordante nella mia testa: “E’ lui! E’ solo lui che voglio baciare per l’eternità!” Questa certezza…. e la sensazione di felicità e sollievo per averti finalmente trovato, unita al terrore di poterti perdere…. tutto insieme e contemporaneamente….. Non so se si chiami sesso o…. altro. Ma io ho scoperto un universo infinito di sensazioni e sentimenti in un singolo tuo bacio, Sanzo!- L’intensità di quelle parole fece tremare intimamente il bonzo, anche se il suo rigido auto controllo non gli permise in alcun modo di esternare tale turbamento, anzi cercò di rinnegare e denigrare le proprie emozioni e quelle dell’altro con la fredda determinazione che gli era propria. - Stai dicendo solo sciocchezze, scimmia! – Lo redarguì più gelido del ghiaccio polare. – Quello che provi è pura romantica illusione, dettata dall’inesperienza e dalla riconoscenza! Una patetica menzogna dei sensi che svanirà presto. Sei cresciuto, non hai bisogno di me e quando te ne andrai, lungo il corso del tuo cammino farai tante e tali esperienze che ciò che provi adesso, in confronto, sarà solo una pallida chimera!- - Sanzo…. Tu… tu non mi stai cacciando via, vero? – Il ragazzo dagli occhi dorati inorridì dinanzi a tale prospettiva. - Non scacciarmi! Starò zitto e non ti seccherò più! Ma non mandarmi via! – - Non ricordo di avertelo chiesto! – Ribadì il bonzo ostentando tutta la sua glaciale indifferenza. - Per quello che mi riguarda, sei libero di rimanere o andartene! Basta che la smetti di dire altre assurdità! Un sospiro di sollievo risuonò chiaramente nell’aria. - Non dico assurdità !- Si intestardì, però, quello stupido di una scimmia. – Dico solo ciò che sento! Voglio rimanere con te! E non perché ho bisogno del tuo aiuto, ma solo perché è questo ciò che desidero davvero! Ma perché credi che un giorno me ne andrò? - Perché è quello che prima o poi fanno tutti! Avrebbe voluto rispondergli il bonzo. Anche lui…. come i suoi genitori… come il suo maestro… come Shuei… Se ne sarebbe andato….. Già, quel pensiero gli attraversò fulmineo la mente e subito venne imbrigliato da stretti lacci di controllo e condannato a morte come un’imperdonabile debolezza da eliminare. Non aveva paura di perdere nessuno lui! Né di rimanere solo! Anzi, voleva rimaner solo! - Sanzo…..- Un tocco delicato si posò sul suo braccio, una carezza leggera piena di tutto l’affetto, la sollecitudine e la tenerezza di questo mondo. - Io non me ne andrò mai! Non ti lascerò! Se tu lo vorrai, starò al tuo fianco per sempre! Tu non sei solo al mondo come credi, sai? Ci sono Hakkai e Gojyo e ci sono io….Non sei solo!- Ripeté con forza convinta, e lasciandosi guidare dall’istinto, l’empatia e quella sincerità di sentimenti che gli aveva sempre permesso di districarsi attraverso il lungo, intricato, labirintico percorso che era il giungere al cuore di Sanzo, il ragazzo dagli occhi dorati si strinse a lui da dietro, facendo aderire il proprio torace alla schiena dell’altro ed affondando il suo volto tra quei morbidi fili di seta che avevano lo stesso colore e profumo del sole che inondava di luce della finissima sabbia dorata. - Io ti voglio bene! Ti voglio bene davvero! E non ti abbandonerò mai! - Gli confessò poi in un sussurro puro e candido come la sua anima. Sanzo a quel gesto e quelle parole, irrigidì tutti i tendini e trattenne un attimo il respiro, ma nemmeno lui poté impedire al suo cuore di battere più velocemente né ai suoi pensieri di rincorrersi ed arrovellarsi caotici. - Perché? - Chiese in tono freddo e calmo, anche se in realtà stava seguendo un impulso improvviso. - Perché mi vuoi bene? - Aleggiava il sentore di un vento turbinoso, disperato e selvaggio in quella domanda, una fredda corrente malevola ed oscura che però Goku parve cogliere appieno, poiché la stretta delle sue braccia si fece più salda ed avvolgente e protettiva quasi a volerlo avviluppare, difendere e cullare nel caldo bozzolo del suo amore. Non lo avrebbe mai lasciato all’ oscurità che incombeva minacciosa, lui era la sua luce! - Perché sei tu!- Rispose senza incertezze con un dolce sorriso che gli vibrava nella voce. - Tu e nessun altro! Con il tuo brutto carattere ed il tuo splendore! Sei l’unico sole che illumina la mia vita ogni giorno!L’unica luce dorata a cui anelo da un’eternità! Perché sei tu! Solo tu, ora e sempre! - A quella risposta il ragazzo biondo permise alla sua bocca rigida di rilasciare un sospiro, fino ad allora trattenuto, ed ai suoi muscoli tesi di rilassarsi, mentre al contempo quell’oscura malevola corrente gelida che soffiava negli anfratti della sua anima, congelandogli il cuore, si ritraeva nell’oscurità gemendo e ringhiando ed infine scomparendo, polverizzandosi come una creatura delle tenebre dinanzi ai raggi splendenti del sole nascente. - Tsk! Stupida scimmia! – Il tono era sempre il solito, brusco e seccato, ma quando il bonzo si girò verso di lui Goku poté specchiarsi in due scintillanti ametiste, scure e profonde, come una notte serena punteggiata da una miriade di stelle lucenti come non mai. Entrambi sul fianco, uno dinanzi all’altro, faccia a faccia, i due si persero nei reciproci sguardi profondi ed intensi, in un muto dialogo fatto di silenzi e respiri condivisi. Poi i loro cuori e le loro anime, attratti inesorabilmente uno vero l’altro, spinsero i loro volti ad avvicinarsi e le loro labbra ad unirsi in dolci impalpabili carezze, in mille sfiorarsi di bocche tenere ed insistenti che volevano sigillare quel tacito patto intercorso da sempre tra loro e mai osato palesare, respirandosi il cuore ed assaporandosi l’anima a vicenda, accettandosi reciprocamente in un giuramento che non aveva bisogno di parole, entrambi portando in dono all’altro sia i lati oscuri che quelli luminosi di se stessi, i pregi assieme ad i difetti, in una comunione di beni che aveva il valore di un promessa ed il sapore dell’eternità. Tutto ciò durò un tempo infinito, poi pur nella pienezza della sua magica dolcezza, il solo contatto tra le loro labbra non sembrò più bastare a nessuno dei due. Goku era un giovane uomo spavaldamente appassionato e follemente innamorato, alla scoperta della propria sessualità, e pertanto estremamente disponibile, curioso ed avido di sensazioni nella sua inesperienza. Sanzo invece, benché fosse Sanzo, neppure lui poteva più opporsi a quella corrente sotterranea che vi era sempre stata tra di loro e che adesso aveva raggiunto la stessa impetuosità di un fiume in piena, era cosciente delle cose non dette, dei silenzi carichi di significato, di quell’impalpabile e tenace legame che da sempre lo univa alla sua scimmia, e di certo il negarlo ostinatamente e l’ignorarlo per lungo tempo, non lo aveva indebolito con il passare del tempo, anzi semmai lo aveva rafforzato fino a renderlo forte come una catena indistruttibile, che, al contrario di ogni aspettativa, non lo faceva sentire assolutamente prigioniero né schiavo, ma solo curiosamente e fortemente libero in maniera assoluta e totale. E forse, si disse, era proprio quello uno dei tanti significati ed insegnamenti sottintesi dalla regola del “Non avere nulla”! Semplicemente un monito onde evitare di avere sia con le cose che con le persone un rapporto ossessivo, malato e soffocante, che imprigionava l’anima e distruggeva lo spirito. Ma non vi era nulla di insano o distruttivo in quello che stava accadendo con la sua scimmia, il loro cercarsi, stringersi ed accarezzarsi sapeva di consapevolezza e libertà, di accettazione e di rispetto reciproco, di ricerca della completezza e di certezza di poterla trovare solo nel bruciare ardente e nel desiderio spasmodico dei loro corpi avvinti. Durante il loro esplorarsi caldo, affamato ed esigente, il bonzo era rotolato sopra il ragazzo dagli occhi dorati e, mentre la sua lingua incontrava e si scontrava con quella umida e rovente del suo amante, le sue dita candide si erano insinuate sotto la larga maglietta del pigiama con cui lui era solito dormire. Quella pelle bronzea era incredibilmente calda e morbida al tatto, piacevole da accarezzare, fragrante di innocenza e sensualità, chissà se sarebbe stata altrettanto soddisfacente da mordere ed assaggiare, si domandò il biondo con un guizzo di desiderio che gli accendeva il sangue. La sua mano nel suo avido vagare incontrò un capezzolo, piccolo e ruvido, con il pollice lo sfregò insistentemente e la sua scimmia reagì con uno scatto, afferrando la sua mano ed emettendo un gemito roco di puro deliziato piacere, a quella provocazione Sanzo afferrò i lembi della sua maglia e con un gesto deciso gliela tolse, gettandola a terra, e prendendo d’assalto quel torace d’oro brunito con labbra, lingua e denti. Sì, era molto più appagante di quanto avesse creduto! Quello stupido era davvero dolce e saporito! Il suo profumo era inebriante ed il suo sapore era ubriacante come il saké di migliore fattura e qualità, i suoi gemiti affannati poi erano esaltanti ed innocentemente seducenti, infiammavano i sensi ed invitavano a prendere e concedere qualcosa di più. Pertanto si portò sempre più in basso, finché la sua bocca non incontrò l’intralcio del bordo dei pantaloncini del pigiama, affrontò quell’ostacolo con la decisione e fermezza che gli erano proprie, le sue dita afferrarono l’elastico dell’indumento e con un gesto risoluto lo tirarono giù, privando il corpo del suo amante di quell’ultimo baluardo difensivo. La virilità della sua impudente scimmia emerse sfacciata dinanzi i suoi occhi purpurei scuriti dal desiderio, turgida e con la punta umida e rilucente di perlate goccioline di eccitazione, sembrava sfidarlo nella sua svettante erezione, e sia mai che uno come lui si tirasse indietro davanti ad una sfida! Con un sorrisino maliziosamente perverso, il bonzo sigillò la sua bocca sul sesso bollente del ragazzo dalle iridi d’oro, il quale sussultò penosamente a questo gesto, ansimando pesantemente ed affondando le sue dita bronze nei serici capelli d’oro, forse per fermarlo, anche se la pressione delle sue mani sulla sua nuca non era propriamente in senso opposto al movimento delle sue labbra, anzi pareva incoraggiarlo ed accompagnarlo, come pure facevano il suo bacino e la sua schiena inarcandosi ed offrendosi voluttuosamente e così anche la sua bocca che emetteva versi sconnessi di puro compiacimento e perdizione. Il suo nome, pronunciato in maniera ripetitiva, affannosa e supplicante, divenne una specie di mantra, una preghiera che il suo amante dagli occhi d’ambra e miele e dalla pelle calda e profumata rivolgeva a lui e solo a lui con devota, fervente, incessante necessità, invitandolo ad aumentare il ritmo e la velocità della sua bocca. Infine Goku, sottoposto insistentemente a quella deliziosa e perversa tortura, mosse impaziente le gambe ed inarcò convulsamente la schiena, riversando l’essenza del suo godimento nella rovente cavità del suo bonzo, con un grido che sapeva di estremo appagamento ed agognata liberazione . Sanzo si leccò le labbra sensualmente, intimamente soddisfatto dall’assaporare il sapore intenso della sua scimmietta, che al pari della sua bocca e della sua pelle era dolce e speziato come lui. Si soffermò ad ammirarne il volto morbidamente disteso, soffuso di sudore, ed ancora tremante per la recente estasi, e quando il ragazzo spalancò i grandi occhi d’oro puro, la luce quasi abbagliante delle sue iridi unita alla dolcezza unica ed avvolgente del suo sorriso gli tolsero il fiato, lasciandolo boccheggiare dal desiderio ed ardere dal senso di possesso. Si avventò sulle sue tenere labbra come un assetato avrebbe fatto con un bicchiere d’acqua apparso dal nulla in un arido ed infuocato deserto, abbeverandosi della fresca rugiada che trovò all’interno di esse e condividendo al contempo il suo stesso buon sapore con lui. La sua scimmia rispose con l’entusiasmo e la passione che gli erano proprie, intrecciando la lingua con la sua, gustando e lasciandosi gustare, invadendo ogni caldo umido anfratto a lungo e lentamente, mentre le sue piccole mani bronzee accarezzavano piano la sua pelle nivea, esplorando avide la curvatura del collo e delle vertebre e riempiendo con i polpastrelli curiosi ogni incavo o piega di quel corpo candido e magro con tocchi brucianti e leggeri, liberandolo dal fastidioso intralcio degli indumenti, che come foglie in autunno caddero uno dopo l’altro sotto la furia appassionata di colui che possedeva in sé i caldi rosseggianti colori della terra. I loro corpi, sebbene ancora non intimamente uniti, aderirono perfettamente, morbidamente, e si incastrarono come se fossero stati creati l’uno a completamento dell’altro, i loro ventri strusciarono insistentemente, intrappolando e massaggiando la virilità eretta del bonzo che si ritrovò a gemere rocamente sulla bocca della sua scimmia. In preda alla più viva impazienza il biondo aprì le gambe del ragazzo con la propria coscia e si posizionò tra esse sfiorando con la punta del suo membro eccitato la sua segreta fessura, il suo amante rabbrividì violentemente, il suo corpo snello fu scosso da un tremore percepibile, eppure, nonostante ciò, sollevò le ginocchia e le strinse attorno alla sua vita, in un muto gesto di offerta, aperto a lui ed indicibilmente vulnerabile, eppure invincibile nella sua dimostrazione di fiducia assoluta e ferma dolce generosità. Ed incredibilmente anche Sanzo si sentì tremare, sia per il desiderio di possesso che gli ruggiva dentro e gli faceva ribollire il sangue nelle vene, sia per la lucida coscienza di essere sul punto di mutare la propria esistenza e di sconvolgere alcuna delle sue più ferree convinzioni, perché se il prendere quello stupido, almeno in apparenza non avrebbe cambiato nulla, in realtà quell’atto avrebbe mutato tutto! Non sarebbe certo diventato improvvisamente più gentile o affettuoso nei confronti di quell’animale! Tzé! Il solo pensiero di indulgere in smielate, romantiche, sdolcinatezze gli faceva venire la nausea! No, non sarebbe stato un mutamento così futile e superficiale di atteggiamenti, ma profondo ed indelebile della sua anima, che sebbene rifuggisse ogni legame ed affetto, pareva reclamare in maniera indissolubile ed inscindibile il possesso totale, corpo, anima e cuore di una stupida, dolcissima, scimmia che pareva essere venuta al mondo col solo scopo di comprenderlo, soddisfarlo e completarlo in tutto e per tutto. Gli bloccò pertanto la testa con entrambe le mani e costrinse quei languidi laghi d’oro a fissarsi nelle sue profondità purpuree ardenti di desiderio, ma estremamente serie e decise. - Scimmia! Tu lo sai cosa stiamo facendo, vero? – Gli domandò a denti stretti, tenendo a bada il desiderio che gli serpeggiava prepotentemente dentro. Un attimo dopo avergli rivolto quella domanda si sentì enormemente stupido! Non era da lui tentennare in preda a rimasugli di coscienza che non sapeva neppure di possedere! E farlo proprio in un momento in cui il suo corpo soffriva penosamente ed in maniera indicibile per il bisogno di affondare in quello dell’altro così caldo e accogliente era da veri dementi! Eppure sentiva di doverlo fare! Doveva essere sicuro che la sua stupida scimmia comprendesse sul serio l’importanza di ciò che stavano facendo! Doveva essere certo che capisse che dopo gli sarebbe appartenuto totalmente ed esclusivamente! Poiché, se era vero che era intrinseco alla sua indole non aver bisogno né desiderare di possedere alcuna cosa materiale, per contro, invece, era altrettanto reale il suo divenire estremamente possessivo ed esigente verso tutto ciò che era suo di diritto! Goku sbatté le palpebre confuso, una, due volte, poi annuì, mentre le sue gote si tingevano di innocente rossore e candido imbarazzo. - Ma… Stiamo facendo l’amore, no? Che altro?- Rispose ingenuamente, osservandolo di sottecchi con quel suo sguardo deliziosamente caldo e scintillante, poi però inclinò il capo assumendo uno sguardo serio e stranamente adulto. - Non è solo sesso! Né un’illusione! Lo senti anche tu, vero, Sanzo?- Il bonzo preso alla sprovvista da quella che era una legittima richiesta appoggiò la fronte sudata e bollente su quella del suo amante, il freddo metallico del diadema gli procurò un po’ di sollievo snebbiandogli i pensieri e schiarendogli le idee. - Sì! – Confessò infine rocamente come sotto tortura. Decretando con quella sofferta ed obbligata affermazione parte della sua resa, e l’immensa gioia e felicità della sua scimmietta, che gli gettò le braccia al collo attirandolo prepotentemente a sé. Si baciarono nuovamente, profondamente ed a lungo, mentre le dita del bonzo scivolavano lentamente nella calda fessura del ragazzo, massaggiando e allargando delicatamente per poi, incoraggiato dai suoi gemiti e sospiri sempre più affrettati ed appassionati, iniziare a penetrarlo con il suo sesso. Sentendosi invadere Goku gridò e si aggrappò spasmodicamente alle sue spalle, ma non si ritrasse, semplicemente affondò le unghie nella sua schiena candida, premendo il volto nell’incavo caldo del suo collo, aspirando a fondo il suo profumo per soffocare i gemiti che stavolta erano solo di dolore. Sanzo ormai completamente intrappolato dentro di lui, dovette reprimere anch’egli un lamento di sofferenza, ma con ferrea tenacia, rimase immobile, concedendo ad entrambi il tempo di abituarsi a quella profonda unione, soffermandosi nel frattempo con tocchi lievi delle labbra sul collo e sulla delicata conchiglia dell’orecchio del suo koi, mordicchiandogli il lobo morbido e tirandolo dolcemente tra i denti, e quando questi, dopo un eternità di tempo, infine si rilassò, accettandolo completamente ed aprendosi totalmente a lui, finalmente poté cominciare a muoversi. Il suo corpo candido come la luna, ormai strettamente intrecciato a quello dorato come il sole della sua scimmia, si mosse alla ricerca dell’estasi, affondando più volte in lui, mentre in risposta, da quell’impudente e sfrontato che era, il suo amante sotto di lui mugolava e si contorceva, sollevando i fianchi per incontrarlo e ruotando il bacino per accoglierlo meglio, risucchiandolo in un abisso di perdizione e piacere incontrollati. Quella specie di danza sensuale e primitiva, che caratterizzava tutti gli amanti dall’inizio dei tempi, divenne sempre più veloce e frenetica, catapultandoli entrambi nelle nebbiose terre senza tempo in cui il godimento e la passione regnavano sovrani assoluti su ogni cosa. I respiri spezzati, i singhiozzi rochi ed affannosi, l’incessante martellio del cuore, il rombo assordante del sangue, il graffiante stringersi delle dita, il rapido, feroce, congiungersi di anche e bacini….., ogni cosa divenne convulsa, tesa, violenta, travolti com’erano da quell’impetuosa urgenza, quel pulsare crescente che li trasportava onda dopo onda oltre i confini della realtà, in un abisso di infinito piacere, in un implodere stupefacente dei sensi, per poi catapultarli prepotentemente verso una luce abbagliante di pura, luminosa, estasiante e completa beatitudine. - Sei mio! Mio, ora e sempre! – Ringhiò Sanzo, seppellendosi dentro il suo amante fino all’elsa e colmandolo con la calda essenza del suo piacere. - Sì! Anche tu!Per sempre!- Gemette Goku di rimando, gridando, inarcandosi in uno spasmo violento e convulso e liberando tutto il suo godimento tra i loro ventri uniti. Infine crollarono esausti tra lenzuola disfatte dal loro rovente amplesso ed umide dei loro umori, con il respiro ancora pesante ed i corpi imperlati di sudore, ma estremamente stanchi, soddisfatti ed appagati. Quando riprese coscienza del mondo intorno a sé, il bonzo si rese conto di essere ancora sopra ed abbracciato al corpo della sua stupida scimmia, come un naufrago perso in un mare tempestoso aggrappato ad un galleggiante, mentre questi lo avvolgeva teneramente con braccia e gambe e gli carezzava amorevolmente i fili dorati sulla nuca, come per non lasciarlo andare più via. Anche se era un controsenso dopo quanto era appena accaduto, la calda, protettiva, intimità di quell’abbraccio lo mise un po’ in imbarazzo, tuttavia, seppur intimamente convinto di essersi bevuto il cervello per permettere alla scimmia tali romantiche sdolcinatezze e rimproverandosi aspramente del suo momentaneo stato di pazzia ed abbandono, ciò nonostante non si mosse dalla posizione in cui si trovava, rimase immobile, ancora pervaso dalla sensazione di completezza e benessere avuta poco prima, quando colmando il suo dolce amante con il succo della sua passione aveva avuto l’impressione che lui, in cambio, avesse riempito tutti gli spazi vuoti e bui della sua anima inondandoli con la luce accecante del suo amore. Sanzo si risvegliò alcune ore dopo, senza alcuna ragione apparente, gli capitava spesso che i venti ululanti che infuriavano dentro di lui lo svegliassero nel cuore della notte negandogli la fittizia pace dell’oblio del sonno, ma stavolta sentiva che vi era qualcosa di diverso nel suo risveglio, qualcosa di strano ed inspiegabile. Districandosi completamente dalle insinuanti maglie del torpore, si mise seduto sul letto, provocando così un tonfo morbido sul materasso ed un borbottio soffocato da parte del ragazzo che dormiva profondamente abbarbicato a lui come la pianta dell’edera. - Che c’è, Sanzo? Perché mi hai svegliato? Stavo sognando tutte le buone cose che Hakkai mi ha preparato il giorno del mio compleanno! - Si lamentò questi petulante. Il biondo lo osservò in silenzio, un po’ stranito, mentre il ragazzo sbadigliava rumorosamente stropicciandosi gli occhi con i pugni chiusi come un moccioso, rendendosi conto in quel momento che durante la notte le loro posizioni dovevano essersi invertite, giacché ricordava di essere stato lui quello che si era addormentato sopra la sua scimmia, mentre adesso invece se lo era ritrovato addosso con il volto seppellito nel suo collo, il braccio stretto al suo torace ed una gamba magra infilata maliziosamente tra le sue, poi si toccò il collo trovandolo umido ed appiccicoso di saliva. Ecco, spiegato il motivo del suo risveglio! Si disse adocchiando rabbiosamente l’harisen sul comodino accanto al letto. Quell’idiota, sognando di deliziosi manicaretti, aveva cominciato a sbavargli sul collo peggio di un mastino napoletano in piena crisi di traspirazione, disturbando così il suo riposo. - Stupida scimmia! Chi ti ha dato il permesso di starmi appiccicato e di sbavarmi addosso! Rimani nella tua metà di letto se non vuoi che ti mandi a dormire per terra come l’animale che sei! - Gli ringhiò contro, riempiendo di sventagliate quella testolina leggera che serviva solo di supporto alla sua fluente capigliatura castana! - Ahi! Ahi! Ahi! – Si lamentò il giovane sotto l’assalto dei suoi colpi. - Sei cattivo, Sanzo! Cattivo, malvagio e senza cuore! Mi hai fatto un male pazzesco! – - E’ quello che ti meriti, idiota! – - Ma che colpa ne ho io, scusa? Mica l’ho fatto apposta! Sei tu quello che ti sei addormentato addosso a me stanotte, mica io! Non mi sono mosso, solo perché tu mi stringevi e poi stavo davvero troppo bene tra le tue braccia! Che motivo avevo di spostarmi, eh? E se ho sbavato è solo perché stavo sognando del cibo! Non sono un animale! Non mi succede di solito!- Continuò a petulare la scimmia, riempiendo dei suoi lamenti il silenzio della notte. Il bonzo benché innervosito da quelle patetiche scuse ed assurde recriminazioni, non poté fare a meno di notare un altro curioso particolare, cioè l’assoluta pace di quella notte, spezzata solo dalla voce piagnucolosa della sua stupida scimmia! - Taci, scimmia! – Gli ingiunse pertanto, concentrandosi fuori e dentro di se alla ricerca dei soliti turbinosi e malevoli venti di tempesta che lo tormentavano da sempre. - No! Non sto zitto! Sei stato ingiusto con me! Pretendo le tue scuse! – Insisté quell’animale, imbronciando adorabilmente le piccole labbra rosee in atteggiamento tanto offeso ed oltraggiato che, se il bonzo non fosse stato ciò che era, avrebbe sorriso dalla tenerezza, ma siccome aveva una reputazione di bastardo da difendere, si limitò ad una sonora sventagliata e ad un severo rimbrotto. - Non dire eresie, scimmia! Taci una buona volta ed ascolta!- Il ragazzo mantenendo il suo tenerissimo broncio, inclinò il capo in attesa, poi aggrottò le sopracciglia confuso. - Ma…. Cosa c’è da ascoltare? - Osservò perplesso. – Io non sento assolutamente nulla! - - Appunto! – Ribatté il biondo, lasciandosi ricadere all’indietro supino sul materasso, e godendosi dopo tanto tempo l’assoluto silenzio della sua anima. Goku lo fissò per un po’ con uno sguardo dorato confuso, poi dicendosi che aveva davanti tutto il tempo del mondo per venire a capo di ogni stranezza dell’assurdo carattere del suo bonzo, con uno sbuffo gattonò verso di lui, facendo strusciare la sua guancia morbida contro quella candida del suo amante ed iniziando a fuseggiare come un tenero gattino. - Sanzo….- Mormorò in tono morbidamente ed innocentemente seducente. – Posso dormire abbracciato a te? Prometto di non sbavarti più addosso! Non ti sveglierò più! Per favore….- - Uff… Che scocciatore!- Finse di lamentarsi l’interessato, voltandogli le spalle. - E dai, Sanzo! E dai! E dai! E dai! – Insisté la scimmietta, petulando come da copione. Ma dentro di sé, il ragazzo dagli occhi d’oro, stava scoppiando dalla felicità, perché sentiva che il suo amante dai capelli di sole non era realmente arrabbiato né scocciato né assolutamente contrario alla sua richiesta, stava solo facendo un po’ di scena per non perdere la faccia! Pertanto, dopo un minimo di dovuta ed opportuna petulante insistenza, si stese al suo fianco, avvinghiandosi al suo corpo con le gambe e le braccia come un koala ed appoggiando la testolina castana nel caldo ed accogliente incavo del suo collo candido. - Avevo un coniglietto di pezza da piccolo! Te lo ricordi, Sanzo? - Gli sussurrò all’orecchio in un soffio. – Me lo regalasti tu, in occasione del primo compleanno che abbiamo trascorso insieme! Il primo che ricordi di tutta la mia vita! Gli volevo tanto bene! Me lo portavo a letto e lo stringevo forte, forte, immaginando che anche lui mi volesse bene e che mi proteggesse dal buio e dalla solitudine della notte….. Poi si è rotto ed io ormai ero diventato troppo grande per quel genere di cose da mocciosi! Ma non potevo gettarlo. L’ho conservato con cura, riponendolo in una cassapanca…come un tesoro.… a Choan. Però, devo confessarti che un po’ mi è sempre mancato il mio morbido amico di stoffa…Anche se….- Si interruppe e ridacchiò stupidamente. – Beh, adesso devo ammettere che tu, Sanzo, sei molto, ma molto meglio di un qualsiasi coniglio finto! Già, molto meglio! – Ripeté continuando a ridere come uno stupido ed abbracciandolo forte. - Tsk! Che baka che sei!- Sanzo protetto dall’oscurità della notte e dalla posizione che gli celava il viso, poté permettersi un sorriso divertito a quelle parole affettuose e leggere come la brezza di primavera. Il suo animo non più oppresso dai pesanti venti di colpa e di dolore che gli turbinavano dentro, era stranamente alleggerito da un’inusuale placida serenità, una pace di cui potevano privilegiare solo i puri di cuore o gli stupidi, e siccome lui riteneva di non appartenere a nessuna delle due categorie, al contrario di qualcuno al suo fianco che invece rientrava pienamente in entrambe, non gli fu troppo difficile stabilire chi avesse messo a tacere le correnti turbinose che gli tormentavano lo spirito e gli toglievano il sonno. Già, lui era riuscito a conviverci ed imbrigliarle con la sua ferrea volontà per lunghi anni, ma alla sua stupida scimmia era bastata una sola notte per debellarle ed ammansirle con la dolcezza del suo sorriso, l’appassionata ardente forza del suo amore e l’incrollabile certezza della sua fiducia in lui. Con quel sorriso nascosto e segreto sulle labbra, il bonzo chiuse le palpebre, lasciandosi cullare dal dolce tepore e dall’immenso affetto del suo tenero amante. Sapeva che quei malefici venti sarebbero tornati a tormentarlo alla prima circostanza con tutte le loro pesanti accuse, i dolorosi sensi di colpa e le tormentose condanne. Sarebbe bastato un ricordo o un emozione sopita a farli scatenare più furibondi e feroci che mai, ma era cosciente anche che, d’ora in avanti, sarebbe stato sufficiente tenersi ben stretto il suo personalissimo coniglietto-scimmia per scacciarli via, già, proprio così si disse, mentre di sottofondo udiva il sommesso russare del suo animaletto preferito riempirgli le orecchie, e quello fu anche il suo ultimo pensiero cosciente, prima di cadere anche lui nell’oblio del riposo, finalmente sereno come un innamorato abbracciato al proprio amante o come uno stupido! Tutto dipendeva dai punti di vista, naturalmente!
THE END
ANGOLO PSYCO Yuhuuuu….. C’èèè nessunoooo quiiiiiiiiiiii? Ehilà, siete andati tutti in vacanza, abbandonandomi qui, sola soletta, come la più famosa particella di Na a cui ho fatto il verso? Vabbè! Tanto sono abituata a parlare da sola come i pazzi! Per cui….. Salve a tutti, dalla vostra crazy!! Eccomi di nuovo qui con quella che nei miei progetti iniziali sarebbe dovuta essere una ficcina, corta, corta, e leggera, leggera, oltre che teneramente romantica e che invece, dopo che mi sono riletta alcuni episodi del manga(che, diciamoci la verità, non sono propriamente leggeri!), mi ha preso la mano e si è autonomamente trasformata in un polpettone sentimentale abbastanza pesante che spero non vi risulterà pure indigesto!! So che da qualche parte sul sito vi è in corso un dibattito tra fic corte e scritte male vs fic lunghe e scritte bene…. Beh! Mi sa tanto che io ho inaugurato un nuovo genere: quello delle fic prolisse e logorroiche scritte in maniera pessima! Perdonatemi, a mia discolpa posso solo dire che sto passando un periodaccio! Per inutili motivi che non mi dilungherò a propinarvi (leggi tra le righe: non sono ancora andata in vacanza! E sto pure senza uno straccio di ragazzo!), da un po’ di tempo mi vengono in mente storie disgustosamente melense, sdolcinate ed un po’ pesanti, tanto che mi sono addirittura ritrovata a rivalutare con sguardo vacuo e perso una vecchia ficcina che mi ero rifiutata assolutamente di prendere in considerazione, xché troppo poco originale, molto stupida e disgustosamente smielata! Vabbé, sto così e non ci posso fare nulla!Passerà prima o poi! Ma se volete fermare quest’orgia di mandorle caramellate e di zucchero candito e smorzare la montagna di gelato al tartufo ricoperta di scagliette di cioccolata e praline alle nocciole (slurp! Che fame*ç*!)che sta inesorabilmente invadendo il mio cervello…. Potete sempre provare a mandarmi commenti salaci e critiche un po’ pepate! Non vi prometto una risposta, perché soffro di pigrizia cronica e svogliatezza acuta, ma leggerò(come ho sempre fatto!) ogni singolo commento e terrò da conto ogni valido suggerimento! Perciò, se non volete dare ulteriore lavoro al vostro ed al mio dentista, potete provare a farmi uscire dal tunnel(el..el..el..el) della smie-la-titu-dine(ne..ne..ne)! Ma se mi propinate una bastardata del tipo: Trovati uno straccio di ragazzo e smettila di rompere! Rubo la S&W a Sanzuccio-amore e vi vengo a cercare una ad una! E non scherzo! Tsk è_é!! Vi aspetto numerose e cattive! Bye-bye a tutti! By crazy^_^!
P.S. Lo so che non importa a nessuno, ma il ciondolo che ha ricevuto Goku in regalo è quello che io ho cercato disperatamente per tutta la scorsa estate e che non ho mai trovato, nessuno di quelli che c’erano in circolazione erano come volevo io ç_ç!!!
P.P.S. Anche se ho visto tutte le puntate di “Sampei, ragazzo pescatore” ed ho tuttora gli incubi su truculenti carpe assassine, peggio del“lo Squalo” di Spielberg, che fagocitano innocenti scimmiette, devo confessare di non ricordare assolutamente il periodo in cui i salmoni vanno a deporre le uova. Mi serviva la primavera ai fini della fic! Sorry a tutti i fan di Sampei e della pesca!
P.P.P.S. Consigli x gli acquisti!! Annunciaziò, Annunciaziò! Riservato ai distratti cronici come me! L’amica Hisoka ha aperto un situzzo davvero puccioso, per chi come la sottoscritta adora la coppia Sanzo/Goku, se siete delle fan(atiche) come me, andate a visitarlo al più presto, le immy e le doujinshi sono davvero bellissime *_*!! L’indirizzo è: http://hisoka.altervista.org/
Beh…..BYE-BYE, x davvero stavolta! E BUONE VACANZE A TUTTIIIIIIIIIIII!!!!!!
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