Ciao a
tutti!!
Un piccolo avvertimento
sulla fic che segue: è scritta secondo il punto di vista di Rukawa, ed è,
come dire, il seguito di “Solitudine”…
Solitudine (2)
di Antares
Non
so. Non riesco a capirmi.
Ma più di tutto, non
riesco a capirlo.
Sembrava andasse tutto
bene.
Io avevo lui, lui aveva
me.
E invece, ora, solo il
vuoto.
Niente più abbracci,
niente più baci, niente più calde notti a dormire rannicchiati sotto la
stessa coperta, appagati, felici di quello che era appena stato e del
tempo che avremmo passato ancora assieme, ognuno perso nel calore
dell’altro.
Ci sono attimi in cui
credo quasi di sentire ancora la sua voce rimbalzare fra le pareti della
mia stanza, la sua risata piena di energia, i suoi – Teme kitsune- a
volte appena sussurrati contro la mie labbra.
Dio, come mi manca.
I suoi occhi dolci,
sfrontati, appassionati.
La sua bocca carnosa,
perennemente impegnata in un incessante chiacchiericcio spesso interrotto
solo dai miei baci.
La sua inesauribile
carica, la sua vitalità, la sua capacità di vivere, di far splendere il
sole anche in una cupa giornata di pioggia…
E il suo corpo, il modo
in cui le sue mani vagabondavano fra i miei capelli, la sensazione della
sua pelle contro la mia, il suo profumo…
Mi manca, si, davvero.
Tutto di lui ma manca.
Aveva la capacità di
riscaldarmi il cuore, e ora…
Ripeto, non capisco.
Mi ha lasciato, così,
da un giorno all’altro, comunicandomi la sua decisione senza neppure
guardarmi negli occhi…
Almeno questo pensavo di
meritarmelo… avrebbe almeno potuto guardarmi mentre si disfava del mio
cuore…
Sono stato uno sciocco.
Non avrei dovuto
fidarmi, non avrei dovuto lasciarlo andare così oltre, piantare così
profondamente le sue radici dentro di me…
Eppure
non è la prima volta, avrei dovuto imparare la lezione.
Mi ha detto che era
tutto finito, che non se la sentiva di continuare, che siamo troppo
giovani per un passo del genere…
E, lo giuro, non ho
capito un accidenti di quello che voleva spiegarmi.
Perché non ha alcun
senso.
Alcun fottuttissimo
senso.
Secondo me è solo
paura, in fondo non sarebbe poi tanto strano.
Noi siamo due ragazzi e
questo complica le cose.
Forse.
Non per me, ma in fondo
ho sempre immaginato che fosse lui il più fragile.
Ma quelle parole…
quelle scuse che ha arrabattato strusciando i piedi, imbarazzato…
Avrei voluto dirgli di
fare attenzione, perché le parole sono pericolose.
Una volta che le hai
dette, non ti appartengono più… cominciano la loro vita, senza che tu
le possa controllare, allontanandosi da te, senza preoccuparsi di quello
che possono costruire o distruggere.
Sono qualcosa da
selezionare con cura…
Non è facile trovare le
parole adatte e se alla fine riesci a trovarle la metà delle volte non
sono quelle che cercavi.
Mi domando se è questo
quello che è successo, il vero problema.
Tra noi, intendo.
Quello che è stato
detto, o quello che è stato omesso?
Non lo so, forse non lo
saprò mai.
Lo vorrei ancora accanto
a me… mi sento solo come mai in vita mia…
Ma ho deciso di lasciar
andare, di fare il possibile perché quello che provo sia trascinato via,
lontano, dalla corrente della vita.
Ho lottato per riuscire
ad averlo, ho lottato per tenerlo con me, ma ora sono stanco… forse non
ne è mai valsa la pena.
In fondo non è quello
che ha detto che mi ha ferito, ma quello che ha fatto, quel suo evitare di
guardarmi, come per impedirmi di scorgere la verità dietro la bugia…
gli occhi sono lo specchio dell’anima… e io so che mi ha
mentito.
Lo sento.
Credo che preferisca
ricominciare a correre dietro alla sua Harukina, ignorando me, perché
tutto questo è quello che la gente definisce normale…
So che è così, e so
che mi ama ancora; altrimenti perché continuerebbe a lanciarmi quelle
occhiate di sottecchi, quando è convinto che io non lo stia guardando?
Perché continuerebbe a
cercare il contatto fisico durante gli allenamenti?
Perché si rabbuierebbe
ogni volta che vede Sendoh girarmi attorno?
Perché, perché, perché…
potrei continuare all’infinito… ma non avrebbe senso.
So che mi ama.
E, nonostante questo,
non vuole stare con me.
Dovrebbe solo tendere
una mano e io sarei lì, e tutta questa solitudine sparirebbe, e i
desideri di entrambi sarebbero soddisfatti…
E’ terribile essere
così vicini, eppure così lontani.
Forse dovrei buttare
l’orgoglio alle ortiche e andare da lui e mostrargli quei sentimenti che
lui si ostina ad ignorare, mostrargli quanto noi siamo legati, mostrargli
come tutte quelle scuse che aveva blaterato non siano altro che questo…
scuse.
Ma non posso farlo.
Perché?
Non lo so.
Non mi capisco, e non
capisco lui.
Forse è solo orgoglio,
forse paura di venire ancora rifiutato.
Davvero, non lo so…
Non so più niente.
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