Disclaimers : i personaggi appartengono alla ex Clamp Leeza Sei ma come è già accaduto con quelli di Saint Seiya li ho ufficialmente adottati^_^


Sogno o realtà?

di Andromeda


"Perché mi sorridi così ? Perché quegli sguardi che mi fanno arrossire ?"
"Prova a immaginarlo mio piccolo cerbiatto..."
Toshiro allungò le braccia verso il ragazzo ammiccante davanti a lui, un gesto di supplica, accompagnato da lacrime sgorgate per motivi troppo confusi da spiegare :
"Non lasciarmi mai, Owaru..."
Due mani forti e sicure si strinsero sulle sue tremanti :
"D'ora in poi non dovrai più scappare cerbiatto, guai al cacciatore che oserà avvicinarsi a te."
Il suo viso giovane, eppure così maturo, si accostò così tanto al suo che poteva sentire l'alito caldo su di sé, una mano aperta si posò sulla sua guancia, lo accarezzò, gli spostò delicatamente la lunga frangia spiovente sulla fronte :
"Non scappare più mio cerbiatto, non scappare... da me..."
Quegli occhi così intensi, quelle parole... si ritrovò tra le sue braccia che lo avvolsero, finalmente... finalmente poteva sentirsi protetto, amato...
Trovò il coraggio di alzare lo sguardo per immergersi nell'oceano verde di quegli occhi così strani, profondi, belli ; quante storie, quanti ricordi in essi, tanta tristezza passata celata da una maschera di spavalderia, ironia forse un po' cinica a volte ma mai nessuno l'aveva fatto sentire così bene, sereno e sicuro.
Gli posò le mani sulle spalle, si appoggiò a esse per potersi sollevare, per poter fare in modo che la sua bocca giungesse a quella di Owaru e...


****


"Devi fare qualcosa Niisan ; si ammalerà se continua così !"
"E cosa dovrei fare Shuko ? Strapparlo dal computer a forza ?"
La ragazza sospirò e scosse il capo :
"Non lo so, però credo che tu sia l'unico cui darebbe ascolto se gli chiedessi di riposare un po' ; pende dalle tue labbra."
"Ma che dici ?" sbottò il ragazzo in direzione della sorella e subito dopo ridacchiò ; Shuko non aveva tutti i torti e lui doveva ammettere che l'adorazione di Occhi di cerbiatto nei suoi confronti lo lusingava. Era affascinato dalla particolarità di quel giovane, dalla sua ingenuità, i suoi occhi enormi da bimbo sperduto, gli stessi che gli avevano fatto meritare quel nomignolo, Occhi di cerbiatto, con il quale tutti si rivolgevano a lui, il suo modo di fare intriso di candore.
E, non ultimo, l'altruismo, il senso del dovere che lo spingeva a non risparmiarsi nella ricerca per completare il genoma del vaccino... il vaccino che sarebbe servito a debellare il terribile virus il cui segreto Toshiro stesso, inconsapevole, aveva tenuto a lungo celato in sé, inseguito, braccato per qualcosa di cui ignorava l'esistenza.
D'accordo, avrebbe stanato il cerbiatto da quella stanza nella quale praticamente viveva.
Trovò la porta socchiusa ed entrò senza bussare, a Toshiro non avrebbe dato fastidio e, in caso contrario, non avrebbe osato fargli alcun rimprovero.
Eccolo lì, seduto davanti al pc, reclinato sul tavolo... e dormiva come un ghiro.
Scosse il capo divertito e si avvicinò ; il viso pallido del ragazzo era sepolto tra le braccia : Owaru ne scorgeva a malapena il profilo. 
Le ciglia serrate erano quasi completamente nascoste da quella massa dritta e liscia di capelli scuri... ne aveva moltissimi e folti e quel giorno non si era messo la fascia con cui era solito tenerli su perché non gli infastidissero la vista mentre lavorava. 
Owaru allungò una mano, li sfiorò e, un attimo dopo, si trovò a stupirsi per lo strano impulso che l'aveva spinto a compiere quel gesto. Tuttavia non si turbò, non era il tipo ; anzi, ciò che era sempre più convinto di provare per quel ragazzo lo divertiva alquanto, in una sorta di autoironia.
"In fin dei conti è così grazioso" commentò tra sé.
Toshiro non si mosse, non diede segno di svegliarsi ; solo, da un lieve movimento delle labbra, Owaru si accorse che stava sussurrando qualcosa.
"Ma tu guarda, il piccolo parla nel sonno..."
Non seppe resistere alla curiosità e si abbassò per poter meglio udire le parole lievi che uscivano dalla tenera bocca...
"Ti amo... amore mio... grazie..."
Il giovane Imonoyama si drizzò immediatamente, punto sul vivo. 
"E' innamorato ? Il nostro cerbiatto ha una ragazza ? Non ne ha mai fatto cenno... che l'abbia avuta in passato e sia stato costretto a lasciarla ?"
Non riuscì a negare a se stesso il disappunto...
"Geloso ? Io ? Ma chi diavolo sarà mai questo tipino per..."
Scrollò nervosamente la testa, come per schiarirsi le idee.
Intanto Toshiro continuava a mormorare dolci dichiarazioni d'amore. 
Owaru non lo accettava, si sentì in obbligo di svegliarlo.
Ridacchiando, avvicinò le labbra all'orecchio dell'altro giovane e proclamò, a voce piuttosto alta, in falsetto :
"Amoreeee, sono arrivata, sono qui tutta per te !"
La reazione fu immediata : Owaru fu gettato indietro dall'impeto con il quale Toshiro fu riportato alla realtà e scoppiò in una fragorosa risata mentre il cerbiatto si guardava perdutamente intorno, come aspettandosi di essere aggredito da qualsiasi direzione.
Alla fine scorse il suo assalitore e le guance di neve si colorirono fino a diventare di porpora ; si rannicchiò su se stesso, rintanando la testa tra le spalle, stringendo le mani tra le ginocchia e raccogliendosi sulla sedia come se volesse nascondere qualcosa.
Owaru si trattenne a stento, per rispetto, dal ridere ancora perché aveva capito cosa voleva nascondere : il sogno in cui era immerso doveva essere stato molto eccitante.
Fece finta di nulla per non umiliarlo : Toshiro era troppo timido e riservato per accettare senza turbamento di essere stato scoperto in un momento così intimo.
"Mi spiace" balbettò il ragazzo senza alzare lo sguardo ; il rossore non accennava a diminuire.
"Di cosa ti dispiace ? Di esserti concesso un p' di riposo ?"
"N... no... intendevo..." sembrava voler scomparire.
"Che cosa ?" lo incitò Owaru con uno sguardo che cercava di rendere più insistente e indagatore che gli fu possibile.
Con un vago senso di colpa, doveva ammettere a se stesso che lo divertiva metterlo a disagio, far risaltare tutta la sua timidezza... forse c'era un briciolo di sadismo in lui. In verità amava assaporare  la tenerezza che Toshi-chan gli comunicava quando appariva così indifeso.
"Nulla" si affrettò a rispondere questi mentre si era raggomitolato talmente da apparire piccolo come un bimbo.
Owaru si avvicinò fino a sovrastarlo e, come spesso faceva, gli arruffò allegramente i capelli :
"Sei stanco cerbiatto ; vatti a fare una doccia rilassante, ne hai bisogno."
"Credo sia una buona idea in fin dei conti" rispose il ragazzo, lasciandosi finalmente andare ad uno dei suoi umili sorrisi. Ancora sfuggiva lo sguardo di Owaru ma questa non era una novità... in fin dei conti neanche quel rossore sulle guance lo era, di solito gli bastava un minimo per arrossire.
Tuttavia, sembrava che non vedesse l'ora di scappare.
Andava a fare una doccia... una strana espressione attraversò lo sguardo di Owaru, un singolare desiderio provocò l'accelerazione delle sue pulsazioni. Non c'era forse un secondo fine nella proposta della doccia, quello stesso fine che, adesso, lo spingeva a seguirlo, uscendo dalla stanza pochi istanti dopo di lui ?


***


Era una fuga ; fu lieto che Owaru gli avesse fatto quella proposta, fu lieto di trovare una scusa per allontanarsi, per scappare.
La vergogna lo sommergeva, continuava a chiedersi se Owaru avesse notato qualcosa, se nel sonno lui stesso si fosse lasciato sfuggire qualcosa ; il modo in cui Owaru lo aveva svegliato era sconcertante.
Uscì dalla stanza a testa bassa, gli edifici della base erano immensi ma lui aveva imparato in fretta ad orientarsi in quell'intrico di stanze e corridoi ; il senso dell'orientamento era stato indispensabile per la sua salvezza e lui aveva imparato a usarlo molto bene.
Si chiuse alle spalle la porta del bagno e, cercando di dominare il respiro concitato e i battiti del proprio cuore in subbuglio, cominciò a spogliarsi, lentamente, troppo concentrato a pensare a ciò che gli stava accadendo, ai sentimenti che lo stavano turbando, per accorgersi dell'uscio che si apriva, dei passi furtivi, della figura che, decisa, si accostò alle sue spalle.
Sussultò quando due mani si sostituirono alle sue nel fargli scendere la camicia lungo le spalle e una voce ormai nota accompagnò quel gesto :
"Posso aiutarti, Toshi-chan ?"
Non osò rispondere mentre le braccia di Owaru lo allacciarono da dietro, dandosi da fare per liberare dalle asole i bottoni rimasti.
Toshiro restò paralizzato e tremante ; forse si era riaddormentato e questo era il seguito del sogno ?
Rimase totalmente immobile, anche quando Owaru gli sfilò del tutto la camicia, lasciandolo a petto nudo. Le mani del suo protettore risalirono, dopo averlo spogliato, fino al suo torace, lo strinsero ; i loro due corpi erano incollati, caldi, un tepore che trasmetteva al giovane Sawada un capogiro pressoché incontrollabile : non riuscì a trattenere un gemito.
"Mmhh, che reazione promettente, cucciolo."
Che stava accadendo a Owaru ? C'era un qualcosa, nel suo atteggiamento che lo inquietava ; Toshiro lottava tra incomprensione, desiderio e paura.
L'altro, alle sue spalle, si stringeva a lui, con ardore sempre più insistente ; la cosa più sconcertante era quella pressione, in basso, un bruciore insopportabile da quella particolare zona del corpo di Owaru e che invadeva anche lui.
Il viso del ragazzo Imonoyama affondò nei suoi capelli, si strofinò contro di essi, le dita eleganti ma forti raggiunsero senza preavviso i capezzoli di Toshiro, già turgidi per l'eccitazione, giocherellarono con essi.
Toshiro gemette ancora, balbettò qualcosa di incoerente.
Finalmente riuscì a liberarsi della paresi ma non dallo stato confusionale ; tutto quello che la sua condizione gli permise fu di muovere le mani fino a posarle su quelle di Owaru. La prima intenzione era quella di fermarle, doveva cercare di comprendere, di dominare quello che accadeva prima di abbandonarsi alle carezze che l'istinto e anche il cuore, lo supplicavano di assecondare. 
Perché Owaru stava facendo questo ? Era essenziale saperlo, doveva saperlo... stava giocando con lui ? Non voleva essere preso in giro, non da lui, non dal suo... dal suo sogno...
Lottando contro il proprio stesso desiderio, strinse le mani di Owaru, tentando di allontanarle da sé, dapprima debolmente, una resistenza appena accennata poi, siccome l'altro lottava, con più convinzione e fermezza.
Si divincolò con uno strattone e fuggì dall'altra parte della stanza.
 Si appoggiò al muro e si strinse le braccia al petto, lo sguardo a terra, sentendo i passi di Owaru che si avvicinavano e senza sapere assolutamente cosa fare.
Owaru si fermò davanti a lui, lo costrinse, gentilmente, a sollevare il viso ; Toshiro fu costretto a incontrare quegli occhi che tante emozioni diverse e a volte contrastanti suscitavano in lui, quegli occhi che lo sgomentavano, lo ammaliavano, lo facevano affogare e lo salvavano.
"Perché mi sfuggi, cerbiatto ?"
Sussultò a quelle parole ; tutto era così dannatamente simile a ciò che accadeva nei suoi sogni, la sola differenza era che, nei sogni, Toshiro non ci pensava neanche a scappare.
"Tu.. hai sentito..." mormorò esitante.
Il volto di Owaru si chinò verso il suo, fino a sfiorarlo :
"Non ti sento se parli così piano."
Quella voce suadente, quelle dita, inebrianti al tocco... deglutì, socchiuse gli occhi, come abbagliato :
"Il mio sogno... parlavo nel sonno, vero ? Hai capito..."
"Cosa dovrei avere capito ?" Owaru corrugò la fronte "che ti stavi dando alla pazza gioia con una gentile donzella ? Spero almeno che fosse degna di te."
"Ma io..." balbettò ancora Toshiro ; poi, ritrovando improvvisamente vigore, afferrò le mani di Owaru, fissando su di lui lo sguardo intenso dei suoi occhi castani :
"Ti sbagli, non c'è nessuna ragazza, non c'è mai stata !"
Owaru sbatté le palpebre, assumendo un'espressione perplessa e curiosa :
"Che sognavi allora, piccolo depravato ?"
Toshiro avvampò e abbassò lo sguardo, portandosi una mano al volto : 
"Ma che dici Owaru ? Non chiamarmi così !"
Owaru gli prese le mani, costringendolo a scoprire il viso. Faceva le contorsioni per provare a catturare gli sfuggenti occhi del cerbiatto ma invano : la testa bruna del ragazzo sembrava voler essere inglobata dalle spalle.
L'ultimo fratello Imonoyama abbassò il volto, cercando di superare con le labbra le difese del ragazzo ; questi si appiattiva contro il muro, cercando di ritrarsi per quanto gli era possibile. 
Owaru, da parte sua, aderì a lui con tutto il proprio corpo, circondò con le mani il viso di Toshiro e lo sollevò a forza, potendo finalmente specchiarsi in due occhi socchiusi e lucidi, chiaramente prossimi alle lacrime.
"Non sei un depravato, cerbiatto ?" chiese la voce suadente di Owaru.
Si strofinò leggermente, quasi soffocandolo mentre premeva contro di lui :
"Cosa sognavi, Toshi-chan ?"
Calmo, insistente, enigmatico, ammaliatore come un cobra che si avvinghiava intorno a lui senza lasciargli possibilità di fuga... e la confessione gli sfuggì, non più trattenuta neanche dalla volontà e dall'imbarazzo :
"Sognavo te !" esclamò tra disperazione e opprimente vergogna "sei tu che popoli i miei sogni da quando ti conosco !"
Un silenzio glaciale calò sull'attimo di smarrimento. Toshiro si portò alla bocca una mano chiusa a pugno, tremante ; credette di soffocare, di rimanere schiacciato dal penetrante sguardo che lo fissava... con rabbia ? O quale altro significato aveva quell'indecifrabile espressione ?
In preda a un incontrollabile panico, Toshiro sgusciò al di sotto della braccia di Owaru ; assolutamente non sapeva come affrontare la situazione... come affrontare lui.
Una morsa d'acciaio afferrò il suo avambraccio, venne tirato indietro, addosso a un Owaru deciso a non farlo scappare.
L'eccitazione del suo protettore era palpabile, il suo respiro affannoso, la stretta ardente:
"Mi dici una cosa simile e poi te ne vai ? Non credi di essere un po' incoerente ?"
Toshiro deglutì, smise di dibattersi e chiese in un soffio :
"Cosa vuoi da me, Owaru ? Ti prego io... non so più cosa fare, cosa pensare..."
"Cosa voglio ? Ma quello che vuoi anche tu..."
"Io..."
"L'hai detto tu stesso, mi hai confessato i tuoi sogni."
"Non... non avevi capito nulla ascoltandomi parlare nel sonno ? Davvero ?"
"Se solo l'avessi scoperto prima, non avrei resistito ai miei desideri così a lungo" proseguì Owaru senza rispondere direttamente alla domanda.
"Owaru... anche tu... quindi..."
"Non parlare Toshi-chan, tanto non riesci a mettere insieme due parole coerenti."
Toshiro non restò offeso per la battuta, aveva ragione ; inoltre le sue attenzioni erano tutte concentrate sul capo di Owaru che si abbassava, dalle labbra che si avvicinavano alle sue e alla fine vi si posarono... un bacio forse privo di delicatezza, un bacio che voleva giungere subito al sodo, tanto che Toshiro non riuscì a resistere alla lingua che si insinuò in lui, che giocò con la sua, stuzzicandola. Sbarrò gli occhi e rimase immobile, rigido come pietra, senza rispondere al bacio ; era semplicemente troppo confuso e non sapeva come comportarsi... il desiderio di lasciarsi andare era grande ma troppi dubbi lo tormentavano, dubbi che ancora lo spinsero a tirarsi indietro dopo qualche istante, a spingere Owaru via da sé ma le gambe gli tremavano così tanto che cadde in ginocchio, portandosi una mano alla bocca e cercando invano di soffocare i singhiozzi.
Il cuore di Owaru, colpito da quella reazione e dal triste suono emesso da quelle labbra di rosa, ebbe un sussulto ; aveva esagerato ? Perché quel ragazzo gli aveva confessato di essere invaghito di lui se, nonostante questo, continuava a respingerlo ? Timidezza, dolore, paura ?
Forse tutto questo insieme e forse c'era qualcos'altro. All'irruenza mostrata fino a quel momento, si sostituì un lato del suo carattere che, se c'era, raramente emergeva in superficie : l'insicurezza, la consapevolezza di non sapere assolutamente come risolvere la situazione, lui che aveva sempre una soluzione a tutto. Non sapeva come affrontare quelle lacrime di cui era la causa, come affrontare quella tempesta nel cuore e nella mente di entrambi. 
E la propria reazione fu tale da stupirlo ; si inginocchiò davanti al cerbiatto in lacrime, lo strinse, questa volta, nel più casto degli abbracci, cullandolo come si fa con i bimbi bisognosi di sicurezza.
Un innocente bacio sulla fronte sigillò quel gesto, accompagnato da un "perdonami" appena sussurrato.
Poi si rialzò e si diresse verso l'uscio.
"Dove vai ?" lo raggiunse la voce di Toshiro colpendolo alla schiena come un pugnale. Si voltò a guardarlo : era ancora a terra ma, una volta tanto, lo fissava dritto negli occhi.
E fu Owaru, ora, a temere di non saper sostenere l'intensità, l'inquietudine, la disperazione che scorgeva in quella pozze d'ambra.
Rispose distogliendo il viso, tenendo Toshiro alle proprie spalle :
"Me ne vado, non voglio certo violentarti" ridacchiò "la mia intenzione era quella di sedurti ma non ci sono riuscito."
Proseguì il cammino verso la porta e fu trafitto dalla supplica acuta del giovane:
"Non lasciarmi !"
Lo guardò ancora : una mano affusolata era allungata verso di lui, gli occhi, enormi, erano lucidi di lacrime trattenute.
Owaru cominciò a notare una certa dose di ironia nella situazione, tuttavia, il suo cuore traboccò di tenerezza. Si chinò verso Toshiro e prese la mano tesa nella sua ; strinse anche l'altra mano e lo attirò verso di sé, facendolo alzare.
Gli accarezzò dolcemente una guancia, spostandogli una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
"Non abbiamo le idee molto chiare eh, cerbiatto ?"
Cercando di calmare il proprio respiro, il giovane Sawada rispose, tremante :
"Io... ho le idee chiarissime... su ciò che io provo..."
Owaru corrugò la fronte, un po' sconcertato ma riprese immediatamente il controllo, riassumendo la solita espressione distesa e vagamente ironica, suadente e ambigua :
"Ah, capisco, sono io il problema..."
Toshiro guardava dovunque, tranne che lo splendido viso abbassato e fisso insistentemente sul suo.
"Tu non... non sei un problema..."
Owaru gli circondò il viso con i palmi delle mani, un tentativo per tenerglielo finalmente fermo ; il suo tono quando gli parlò fu, forse come mai prima d'ora, serio, privo di malizia : "Cosa ti turba, Toshi-chan ? Sii sincero, è la paura che ti esorta a respingermi ?"
"Non... per quello che credi... non solo almeno..."
L'altro continuava a fissarlo senza commentare ; evidentemente si aspettava che fosse Toshiro a proseguire. Questi deglutì prima di riprendere a parlare :
"Ho... tanta voglia di te ma temo le tue vere intenzioni, io... non voglio solo giocare..."
Un lampo attraversò lo sguardo di Owaru, il suo corpo sussultò come attraversato da una scossa elettrica. Toshiro quasi cadde a una spinta inaspettata : Owaru appariva infuriato, tanto che l'altro ragazzo, se normalmente non sosteneva quei due occhi di smeraldo, adesso avrebbe voluto fuggire davanti alla durezza che vi leggeva.
"Non credevo avessi così poca stima di me, non lo sopporto !"
"Non è vero !" gridò Toshiro, spaventandosi per l'acutezza della propria voce "non è vero che non ti stimo, non potrei innamorarmi di una persona che non stimo !"
"E la chiami stima il temere che io voglia solo usarti ? Lo capisci quanto possano ferire simili parole ?"
"Potevi pensare.. che anche a me andasse bene, che volessi divertirmi..."
"Tu ? Vedi Toshi-chan, a differenza tua, io non ho una così bassa opinione di te."
Toshiro strinse i pugni e voltò il capo verso la propria spalla, con un singhiozzo :
"Non ho una bassa opinione di te, smettila di dirlo !"
Siccome Owaru non gli rispondeva, si gettò contro di lui, aggrappandosi alla sua camicia :
"Perdonami !" lo supplicò con tutta l'intensità di cui fu capace. 
Come resistere a una simile intensità di sentimenti ? Owaru sapeva quanto, in poco tempo, fosse diventato importante per quel ragazzo così bisognoso di protezione e amore, quanto avesse colmato le lacune affettive del suo cuore fragile.
Lo strinse a sé :
"Ti amo, cucciolotto..."
Toshiro sussultò, lo fissò con aria tenera e incredula.
"Così va bene, vero ?" sorrise dolcemente Owaru "Era questo che volevi sentirti dire... e credimi, non l'ho detto per gioco..."
"Ti... ti credo..."
Fu Toshiro, questa volta, a cercare le sue labbra e la risposta di Owaru a quel gesto non si fece attendere. Al bacio, il giovane Imonoyama unì le carezze ; man mano che le sue mani si nutrivano del sapore vellutato di quella pelle di pesca, diventavano più bramose e assetate, percorrevano con frenesia sempre maggiore ogni centimetro di quelle spalle, del collo, del petto...
I muscoli di Toshiro si tendevano fino allo spasimo sotto quei tocchi audaci, finché le sue braccia ricaddero lungo i fianchi, la testa all'indietro, mentre i baci di Owaru avevano abbandonato la bocca per discendere lungo la gola... la lingua calda, ora, stuzzicava teneramente l'incavo tra petto e collo e le mani erano giunte ai fianchi, poi alla cintura dei jeans.
Toshiro era abbandonato, totalmente passivo come una bambola che si lascia agire senza potersi permettere la minima reazione ; tutto ciò che il suo organismo gli permetteva erano gemiti confusi e sommessi, che si trasformarono in parole a malapena percepibili quando Owaru gli tolse la cintura e cominciò a slacciargli i jeans : 
"Owaru, cosa... cosa fai ?"
"Non volevi fare una doccia ?" rispose l'altro senza staccare le labbra dal suo corpo, con il risultato che la risposta venne fuori biascicata e non troppo comprensibile "Ti aiuto a spogliarti..."  proseguì baciandolo ora a intermittenza, tra una parola e l'altra "e poi ti aiuterò a lavarti... e tu aiuterai me... ci scambieremo tanti piccoli piaceri... noi due... insieme... sotto la doccia...."
Toshiro non commentò e non si oppose, neanche quando sentì i pantaloni e i boxer scivolargli lungo le gambe. Solo dopo qualche istante realizzò di trovarsi completamente nudo e vulnerabile ai tocchi famelici dell'uomo che amava.
Forse avrebbe dovuto fare qualcosa ma la verità era che non capiva più nulla, non sapeva da che parte cominciare.
"Vuoi proprio lasciar fare tutto a me ? Mi devo spogliare da solo ?"
Toshiro non seppe cosa rispondere e si limitò a guardarlo con espressione smarrita. Owaru ridacchiò :
"Vorrei tanto sentire le tue manine su di me ; vuoi godere solo tu ?"
Un arcobaleno di colori divampò sul viso di Toshiro : amava quel ragazzo con tutto se stesso ma aveva un modo di fare anche totalmente imbarazzante... e lui, nonostante il desiderio, aveva paura, così tanta da sentirsi una preda in trappola, tra gli artigli feroci di un predatore assetato di carne.
L'immagine di belva e preda fu così vivida e forte da fargli tornare in mente, tutto d'un colpo, una vita passata, fin da piccolo, tra rapimenti e fughe, lotte per la sopravvivenza... terrore e solitudine...
Eppure doveva smetterla, Owaru non era uno di quei nemici, una di quelle persone crudeli che volevano fargli del male ; Owaru lo amava e Toshiro amava Owaru... Owaru era la sua salvezza, il suo rifugio ; non doveva scappare via da lui ma corrergli incontro, affidarsi alle sue cure, al suo amore.
E le sue mani, magicamente, si mossero, corsero ai bottoni di Owaru ; si sentiva così goffo mentre, tremante, gli apriva la camicia, scoprendo la pelle liscia, il petto fine ma solido. Quando ebbe terminato l'opera, credette di impazzire per il desiderio di affogare in quelle forme splendide, una statua classica non avrebbe retto il confronto, un semidio greco nel pieno del suo fulgore.
Con un gemito, come una creatura prossima a morire di sete, posò le labbra su quella pelle, tra i capezzoli, avidamente, insaziabile.
"Ecco, così mi piaci" sussurrò Owaru ma le sue parole erano soffocate, segno che la soddisfazione donatagli dai baci, dalla lingua di Toshiro, stava per prendere il sopravvento.
Toshiro si accovacciò davanti a lui e si diede da fare per toglierli la cintura e far scendere i pantaloni ma non smise di baciarlo su ogni frammento di pelle che, gradualmente, scopriva.
Tuttavia, non appena giunse al momento di abbassare gli slip, si bloccò e fu nuovamente colto da un tremito pressoché incontrollabile ; Owaru se ne accorse, si accovacciò fino a portarsi alla sua altezza, gli prese tra le mani il viso, per l'ennesima volta, lo baciò, delicatamente, sussurrandogli parole tranquille e rassicuranti :
"Forse stiamo correndo troppo cerbiatto ; il fatto di sapere cosa proviamo l'uno per l'altro non mi autorizza a... forzarti..."
Toshiro non rispose subito ; il suo sguardo era un tenero punto interrogativo.
"Quello che intendo dire, cucciolo, è che non devi sentirti obbligato... io ti amo e sono disposto ad aspettarti finché non sarai pronto..."
Il sorriso che apparve sulle labbra di Toshiro era l'immagine stessa della gioia, dell'appagamento ; quale dimostrazione d'amore poteva essere più degna di fiducia ? Adesso ne era sicuro : Owaru era sincero nei suoi sentimenti, non l'avrebbe mai ingannato o ferito. 
Gli gettò le braccia al collo :
"Io invece... non sono disposto ad aspettare, non voglio aspettare, voglio te ! Ti voglio con tutto me stesso !" un attimo dopo la timidezza che gli era propria ritornò in superficie e il ragazzo distolse lo sguardo, proseguendo più incerto "E' che... questa mia maledetta insicurezza... ho paura... guidami tu, ti prego e arriverò fin dove vorrai, chiedo solo questo, che sia tu a guidarmi..."
Owaru ridacchiò, condiscendente ; si rialzarono all'unisono, le mani intrecciate. Scostandosi leggermente, il giovane Imonoyama finì da solo di spogliarsi, mentre Toshiro arrossiva violentemente... proprio non riusciva a tenere lo sguardo su quelle fattezze che lo gettavano in uno stato di totale perdizione.
Quando ebbe terminato l'opera, Owaru lo oltrepassò, si diresse verso la cabina della doccia e aprì l'acqua, regolando la temperatura ; quando si ritenne soddisfatto, scosse elegantemente il capo, tirandosi via dal viso un ciuffo ribelle e rivolse nuovamente il sorriso all'altro ragazzo il quale, da parte sua, era rimasto elettrizzato dalle movenze feline di quella superba creatura. 
Owaru gli si accostò e, senza preavviso, lo prese tra le braccia ; per sostenersi, colto di sorpresa, Toshiro gli si aggrappò al collo mentre sentiva il viso diventargli di fuoco, un bruciore insopportabile.
Senza troppi complimenti, Owaru lo lasciò solo quando giunsero insieme sotto il getto d'acqua : Toshiro non riuscì a reprimere un urlo.
"Lo so" ridacchiò Owaru "E' un po' calda ma così le cose si faranno più eccitanti, il liquido bollente, il calore dei nostri corpi in fiamme... un insieme esplosivo... sarà un momento letteralmente... di fuoco."
Toshiro si chiese vivamente come facesse quel ragazzo ad essere sempre così pieno di cose da dire, a non rimanere mai senza parole... cosa che a lui accadeva costantemente e anche questa volta non si smentì ; si limitò a tenersi abbracciato al compagno mentre questi lo faceva scivolare a terra. Quando i suoi piedi toccarono il tappetino di gomma sul fondo della doccia, le mani di Owaru lo spinsero, dolcemente ma con un certo sentore di fretta pressante, contro il muro più interno.
L'acqua pressoché bollente, il vapore, spossavano Toshiro, già sudato fino alle ossa per il caldo, per l'emozione e l'inquietudine mi sta a aspettativa ; non era sicuro che sarebbe riuscito a fare qualsiasi cosa in quelle condizioni, non era così pieno di energia come, invece, sembrava essere Owaru.
Eppure Owaru aveva avuto ragione quando aveva detto che quell'ambiente era l'ideale per un momento del genere : la pelle nuda del ragazzo che amava a così stretto contatto con la sua, le mani che percorrevano in sensuali carezze tutto il suo corpo, da cima a fondo e il suo stesso poterlo abbracciare, toccare, giocare con ogni frammento di quel corpo nudo, tutto questo gli provocò un'erezione inaspettata.
Quel maledetto imbarazzo non se ne voleva andare ma, abbassando timidamente gli occhi, poté rendersi conto che Owaru era nella sua stessa identica condizione.
Nella mente di Toshiro accadde qualcosa, la razionalità e la timidezza lasciarono improvvisamente il posto al desiderio di lasciarsi completamente andare.
"Al diavolo tutto, sono qui, sto per realizzare il mio sogno, basta problemi !"
Credeva di averlo solo pensato ma la risposta di Owaru gli fece comprendere che la propria voce aveva esternato il suo pensiero :
"Ben detto Cerbiatto..."
E, con una mossa fulminea, Owaru si avvinghiò completamente a lui, premendolo letteralmente contro il muro, tanto che Toshiro temette di venire inglobato dalla parete. Era soffocante, Owaru si appoggiava su di lui con tutto il proprio peso eppure a Toshiro non dispiaceva : si perse nell'odore forte e pungente dell'eccitazione di Owaru, accolse con un sospiro il viso che affondava nei suoi capelli, gemette forte quando quel corpo più grande e forte del suo prese a strusciarsi contro di lui ; credette di esplodere quando percepì il contatto del suo sesso con quello dell'altro. I due membri si sfiorarono dapprima lievemente, poi con più convinzione.
La stanza cominciava a riempirsi dei loro sospiri, dei sussurri di godimento, delle esclamazioni soffocate che si levavano dai loro organismi in subbuglio.
Le mani di Owaru erano aggrappate ai capelli di Toshiro, come se cercassero un appiglio ma il ragazzo non sentiva dolore o, più probabilmente, non se ne curava : altre emozioni si accavallavano l'una sull'altra, troppe perché potesse darvi un ordine coerente.
Inconsapevolmente, senza rendersene minimamente conto, anche lui aveva cominciato a muoversi ritmicamente con il compagno e le sue carezze divennero più audaci.
"Vedi che ti sottovaluti ?" riuscì a sussurrare Owaru nella tempesta del proprio godimento "Ci sai fare... eccome se ci sai fare." 
Spinse un ginocchio tra le gambe del suo protetto, costringendolo ad aprirle un po' ; con quel ginocchio salì a stuzzicare le parti intime di Toshiro che si lasciò sfuggire un gemito più forte degli altri. 
Owaru lo desiderava con tutto se stesso, voleva farlo suo, subito, in fretta ma, al tempo stesso, faceva anche di tutto per prolungare il più possibile le cose, perché non finisse troppo velocemente. Inoltre Toshiro era un ragazzo fragile, bisognoso di calma e di affetto ; avrebbe scambiato quel desiderio violento per ferocia e, l'ultima cosa che Owaru voleva, era apparire aggressivo perché l'ultima cosa di cui Toshiro aveva bisogno era la prepotenza.
Infatti, il giovane Sawada tremava e nei suoi occhi era possibile leggere una parvenza di paura che era naturale, d'accordo, ma Owaru assolutamente doveva cercare di reprimere questa paura e non di accentuarla.
Quindi si impose di calmarsi e di portare Toshiro al godimento più estremo ; doveva giungere lui a chiedergli di andare fino in fondo, a supplicarlo per farsi possedere in tutto il proprio essere.
Prese il bagnoschiuma e la spugna mentre Toshiro seguiva ogni suo movimento con gli occhi enormi pieni di curiosità e una vaga inquietudine.
"Rilassati Toshi-chan... lascia che faccia io adesso..."
Imbevette la spugna di sapone e, sensualmente, cominciò a passarla lungo il corpo del ragazzo, dal collo, sempre più giù, lentamente, circospetto, cercando di cogliere, man mano che scendeva, i punti erogeni di Toshiro. Ogni volta che lo sentiva gemere, che percepiva anche nei movimenti l'accentuarsi dell'eccitazione, si soffermava su quel punto.
Giunse in fondo, fece tracciare alla spugna un cerchio intorno al membro turgido, riprese il bagnoschiuma e ne lasciò cadere un filo sulla punta dell'erezione ; quindi, con la mano libera dalla spugna, spalmò il sapone per tutta la lunghezza, con movimenti studiati per provocare godimento.
Toshiro perse la testa, quasi gridò, inarcandosi, portandosi una mano alla bocca e l'altra a toccare quella di Owaru che agiva su di lui, come per chiedergli di continuare, per supplicarlo di portare al soddisfacimento completo quel piacere che traboccava.
Invece Owaru smise e si staccò un po' da lui ; con un mugolio di protesta, Toshiro si toccò ma non era la stessa cosa : essere toccato era molto più bello.
Vagamente percepì la risatina del compagno e la sua ferma ma gentile richiesta :
"Girati, cucciolo.."
Non era sicuro di avere capito, la sua mente era troppo annebbiata.
Rendendosi conto della totale confusione del giovane, Owaru lo prese per un braccio e lo costrinse a voltarsi con la faccia contro il muro. Toshiro lo lasciò fare, non chiedeva altro che quello, sentire le mani amate agire su di lui, facendogli girare la testa, portandolo a velocità vorticose attraverso mondi nei quali dominava la folle gioia dei sensi.
E la spugna, questa volta da dietro, ripercorse l'esatto cammino di prima ; i gemiti di Toshiro si trasformarono nella voce stessa della frustrazione.
"Non perdere tempo" avrebbe voluto gridare "Toccami come prima, dove mi toccavi prima !"
Owaru poteva immaginare cosa provasse Toshiro, non c'era bisogno di sentirselo dire ma ogni sua mossa era compiuta con oculatezza, con uno scopo preciso : era quello che voleva, sollecitare la fretta in Toshiro, perché il desiderio del rampollo Sawada diventasse così acuto da ottenere, poi, un soddisfacimento ancora più grande, tanto grande da cancellare la paura e il dolore... Per quanto riguardava la paura, quel problema non si poneva già più : Toshiro era completamente trascinato dalla passione. L'unica cosa che lo spaventava era proprio quell'esplosione incontrollabile di emozioni che lo soffocavano, la reazione del proprio corpo, la consapevolezza che dentro di lui stava accadendo qualcosa di sconosciuto che non poteva arginare, né capire fino in fondo.
La spugna raggiunse i glutei, si insinuò nella fessura che li separava ; Toshiro avrebbe voluto affondare le unghie nelle piastrelle di marmo del muro, le graffiò fino a farsi male alle dita, si appiattì contro la parete e un singhiozzo gli salì alle labbra... piangeva, calde lacrime solcavano le sue guance, tanto che Owaru si chiese se, improvvisamente, avesse cambiato idea. Si fermò, scrutando attentamente il volto del compagno il quale supplicò, con voce arrochita :
"Owaru-san.. ti prego... non smettere..."
Owaru sorrise ; le lacrime erano dovute alla confusione, al piacere, all'alchimia disordinata di sensazioni che lo stavano facendo impazzire. Il giovane Imonoyama, prima chinato mentre compiva i giochetti con la spugna, si alzò, lo abbracciò da dietro, afferrò il sesso di Toshiro il quale, dopo pochi istanti, non resse più, gettò indietro il capo e esclamò :
"Per favore, smetti di tormentarmi, non ce la faccio più !"
Owaru portò le labbra vicino al suo orecchio : "Shhh... pazienza cerbiatto... pazienza... fidati di me..."
La risposta fu un vago suono di protesta.
Owaru gli massaggiò i glutei, li strinse tra le proprie mani, li aprì più che poté e introdusse un dito nella stretta apertura. Toshiro non se lo aspettava e emise uno strillo acuto. Quando il dito cominciò a muoversi dentro di lui si morse le labbra, il cuore ormai gli era salito in gola, il respiro si era trasformato in rantolo.
Si aggiunse un altro dito... adesso faceva un po' male ma quanto era bello al tempo stesso, si sentiva la testa leggera, tutto intorno a lui vorticava.
Era ormai prossimo all'orgasmo, Owaru lo sapeva, stava per arrivare al culmine, al punto di non ritorno... era il momento.
"Adesso ti farò mio..."
"Sì" singhiozzò Toshiro "Ti prego..."
Fu un attimo... credette di svenire, di morire, di essere spezzato in due. Non erano più dita, ora, quelle che si facevano strada dentro di lui... faceva molto più male... il fiato gli si mozzò nella gola, si contrasse in uno spasimo terribile, scivolò lungo la parete e Owaru lo sostenne. Quindi attese un po', perché Toshiro si abituasse a quella nuova esperienza.. rimase fermo e lo abbracciò :
"Ti amo" sussurrò succhiando via una lacrima dalla guancia di Toshiro. Lo accarezzò, lo fece rilassare, con tutta la dolcezza che riuscì a tirare fuori.
Toshiro annuì e sorrise ; quindi, Owaru affondò completamente in lui... un urlo lancinante, poi solo respiri e ansimi sempre più concitati.
Toshiro ebbe un attimo di panico ma lo superò, riuscì ad accantonare il dolore e a cogliere il piacere, o meglio, riuscì a godere della misteriosa unione di quelle due sensazioni apparentemente discordanti : e, per la prima volta, scoprì che non era sempre così... l'alchimia di due opposti poteva portare al godimento perfetto.
Si muoveva anche lui adesso, assecondando i movimenti di Owaru, sempre più veloci, sempre più vorticose le pareti della cabina turbinavano attorno a loro.
Si lasciarono scivolare a terra ; senza uscire da lui Owaru lo fece voltare, era troppo il desiderio di osservare quel volto nel pieno del piacere ; guardarsi in faccia, quella prima volta, incrociare gli sguardi era essenziale, doveva far parte del godimento di entrambi. 
L'acqua continuava a scorrere sui loro corpi nudi, li accarezzava, partecipando alla sensualità estrema di quel momento ; le gocce che percorrevano le membra dei due ragazzi rendevano più completa e speciale la loro prima, indimenticabile unione.
Si liberarono insieme, con un'ultima esclamazione che si spense in sospiri esausti e si lasciarono andare lì, abbracciati, sul pavimento della doccia.
Abbandonati come anime immateriali, ancora persi nel loro momento di magica sospensione, non seppero per quanto restarono così . Fu Owaru il primo a riprendersi ma non si mosse subito : rimase per lunghi istanti a fissare il volto languidamente rilassato del compagno, godendo di quella sola vista come, pochi attimi prima, aveva goduto del corpo amato : l'aveva sempre considerato grazioso ma era molto più di quello. Era bello, sconvolgentemente bello, reso quasi maestoso dopo lo sconvolgimento dei sensi che aveva provato. 
Le lacrime scorrevano ancora, placidamente, dagli angoli degli occhi solo lievemente aperti ma lontani, probabilmente inconsapevoli del luogo nel quale il loro proprietario si trovava.
In quelle strette fessure che intravedeva appena, Owaru credette di scorgere due cieli stellati.. forse per via delle lacrime o forse perché la brillantezza di quegli occhi era già tanto viva di suo, sembravano lanciare bagliori.
Owaru allungò stancamente un braccio e riuscì ad arrivare a chiudere l'acqua.
"Non potremo restare qui in eterno" si disse "Anche se non sono capace di distogliere lo sguardo da lui."
In effetti lo stava contemplando, con un'adorazione che non aveva mai riservato a nessun altro, neanche ai fratelli.. o forse era una cosa così diversa che l'idea di paragonarle non era neanche da prendere in  considerazione.
"Vediamo di muoverci in qualche modo."
Un sorriso sornione apparve sulle sue labbra mentre scrutava il tenero volto vacuamente sperduto di Toshiro. Prese la doccetta, la portò sul capo del ragazzo e aprì al massimo un getto d'acqua fredda ; l'urlo fu così acuto e immediato che Owaru credette di veder tremare le nebbiose vetrate della cabina.
Toshiro scattò in piedi mentre Owaru esplodeva in una risata fragorosa. Mentre il giovane Sawada lo guardava allibito, Owaru gli afferrò un braccio e lo trascinò nuovamente a terra, divertendosi come un bimbo a fargli scorrere la doccetta su tutto il corpo. Quando giunse alle parti basse, Toshiro gli fermò il braccio : 
"Non ne hai avuto abbastanza ?"
La malizia, nel tono di quel timido giovane, lasciò Owaru così perplesso che, per un attimo, ne fu spaesato. I momenti successivi accentuarono la bizzarra sensazione di straniamento.
Toshiro fuggì fuori dalla doccia, si avvolse nell'accappatoio fischiettando.
"Dove vai ?" chiese il giovane rimasto seduto.
"Il lavoro mi attende" rispose l'altro con aria sbarazzina. Ma, un attimo dopo, rieccolo avvicinarsi con passo felino.
Come se i ruoli si fossero invertiti, un attonito Owaru seguì l'accostarsi ambiguo e avvolgente dello sguardo di Toshiro, le sue mani calde e morbide che si posarono sulle sue guance, la bocca sensuale a cercargli le labbra... un bacio sfuggente seguito da un sussurro velato, come un segreto speciale confessato nella più profonda intimità :
"Ti aspetto stanotte nella mia stanza ; se oserai non presentarti, verrò a cercarti io..."
Poi fece una mezza piroetta su se stesso e, con un cenno di saluto e una strizzata d'occhio, il cerbiatto trasformato in micetto scomparve oltre la porta.
Owaru rimase perplesso per un po', senza esternare la minima reazione ; alla fine si portò una mano tra i capelli e rise, rise come mai prima d'allora :
"Chi l'avrebbe detto ; ho creato un mostro !"
Continuando a ridere e soprattutto di nuovo estremamente eccitato, aprì il getto d'acqua : aveva bisogno di un'altra doccia.


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