Parte 15/15 (epilogo)

Rating: NC-17

Note: Ebbene si, questo è l’ultimo capitolo della fic…lo so che vi ho fatto aspettare e per questo voglio ringraziare chi ha resistito e mi ha seguita fino in fondo a questa storia u_u Ho apprezzato molto i vari commenti che mi sono arrivati e gli incoraggiamenti…quindi che dire, grazie a tutti e spero vi piaccia!^*^


 


So Far Away

epilogo

di Miyuki



“Sono felice che tu sia venuto, figliolo”

“Non potevo di certo rifiutare la vostra richiesta e poi avevo voglia di vedervi padre”

Mirai sorrise con calore verso il padre che lo stava aspettando ai cancelli del Palazzo di Cristallo pronto ad accoglierlo a braccia aperte…infatti la prima cosa l’anziano generale fece fu stringere il ragazzo in un possente abbraccio che durò per alcuni minuti.

“Sono passati solo pochi giorni dall’ultima volta che ci siamo visti ma sembra trascorsa un’eternità!” si lamentò Asarot-sui rilasciando il figlio dalla sua stretta per poterlo guardare da capo a piedi “Come stai? Ti vedo in splendida forma…ti trattano tutti bene laggiù spero, altrimenti non esitare a dirmelo che vedrò di scambiare quattro parole con Riegalbramas!”

Mirai rise allegramente alle parole preoccupate del padre ed il suo volto si tinse di un leggero rossore imbarazzato. Seppure il suo aspetto ormai fosse differente da quello di una volta, la sua anima e la sua dolcezza erano rimaste invariate.

“Non dovete preoccuparvi di questo…sono tutti molto gentili e disponibili. Ovviamente la situazione è ancora un po’ strana…troppe cose sono successe e simili cambiamenti come quelli che si stanno verificando hanno bisogno di tempo per essere assimilati…io stesso fatico a credere di essere il consorte del nuovo re degli Inferi…beh…quasi consorte di un quasi re…” arrossendo maggiormente.

Asarot sorrise.

“La cerimonia di incoronazione è tra pochi giorni…direi che quei titoli vi appartengono già…” prendendo Mirai sotto braccio ed incamminandosi con lui per i corridoi.

Il Palazzo di Cristallo era ancora severamente danneggiato dall’ultimo attacco che aveva subito ma un po’ ovunque le persone si stavano dando da fare per farlo tornare al suo antico splendore e presto tutto sarebbe tornato come prima.

“Sbaglio oggi era l’ultimo giorno della veglia alla salma di Lucifero?” chiese alla fine il generale con un tono di voce più serio e quasi rammaricato.

“Si, esatto…”

“Non dovresti essere accanto a Riegalbramas in questo momento?”

Il volto di Mirai si scurì leggermente rattristato.

“Non ha voluto che restassi…ha detto che non era necessario che assistessi alla sepoltura e che la vostra richiesta sembrava molto più importante…” sospirò “In effetti…quel vostro ultimo messaggio mi ha fatto piuttosto preoccupare…come sta?”

Asarot scosse il capo prima di tornare a fissare davanti a sé.

“Non bene temo…fisicamente è guarito…ma da quando siamo tornati dopo la grande battaglia non ha proferito parola con nessuno ed ha trascurato i suoi incarichi. Non fraintendermi, Senjuto è sempre stato fin tropo ligio al dovere e seppur in questo momento ci sia bisogno più che mai della sua presenza non oserei mai imporgli qualcosa proprio ora che ha bisogno di tempo per fare chiarezza nella propria mente……però è straziante vederlo in simili condizioni…” sospirando con espressione affranta. Il sommo generale, forse per via della sua consistente età, aveva assistito a molte cose durante la sua vita ed odiava quando non poteva fare nulla per evitare a persone a lui care di soffrire per qualche motivo a lui sconosciuto.

“Non so bene cosa sia successo in passato tra Senjuto e quel demone di nome Caim, anche se un’idea me la sono fatta…però non ho il coraggio di andarglielo a domandare” si voltò a fissare il figlio “Per questo ti ho chiamato. Tu hai sempre avuto un tatto ed una sensibilità superiore a chiunque altro…solo tu puoi tirarlo fuori da quel baratro di disperazione in cui è sprofondato…”

Mirai ricambiò con serità lo sguardo del genitore.

“Farò del mio meglio”

“Grazie” sorrise l’uomo continuando a guidarlo per i corridoi fino a quando non giunsero ad uno dei giardini interni del palazzo.

Lì, seduto su una panchina, stava Senjuto. Indossava una semplice e morbida veste di seta, ricamata elegantemente e fissata in vita da una stola verde acqua. I capelli celesti fluttuavano alla brezza leggera. Non sembrava essersi accorto dell’arrivo degli altri due angeli troppo perso nel proprio mondo per notarli.

Mirai lanciò un’occhiata al padre e sorrise.

“Non preoccupatevi, ci penso io adesso…voi tornate pure a lavorare…”

“Va bene…buona fortuna figliolo…” l’uomo gli strinse una spalla prima di voltarsi ed andarsene, lasciando a lui il delicato compito di consolare il loro compagno.

Mirai si avvicinò lentamente a Senjuto.

“Sai, ho sempre trovato molto rilassanti questi giardini…così silenziosi ma allo stesso tempo pieni di vita…mi hanno aiutato molte volte a schiarirmi le idee…” sorrise dolcemente al ragazzo che, sentento la sua voce, si voltò di scatto sorpreso.

“Mirai…?” chiese il secondo generale studiando attentamente la figura che aveva di fronte. Asarot e Tamaray gli avevano parlato dei cambiamenti che il giovane angelo aveva subito con la sua resurrezione, in quanto sembrava che parte dell’anima di Lucifero e dei suoi poteri fossero stati trasferiti in lui, ma vederlo con i propri occhi era tutta un’altra cosa.

I capelli rossi in qualche modo gli donavano, creavano un interessante accostamento con la sua carnagione chiara. Gli occhi poi avevano assunto una peculiare colorazione…era completamente neri con la presenza di pagliuzze dell’antico color oro originale…il tutto rendeva il suo sguardo ancora più intenso e penetrante, ma ciò non sembrava cambiare la dolcezza dei suoi lineamenti e della sua espressione.

“Che cosa ci fai qui? Non dovresti essere negli Inferi?” chiese con voce stranamente pacata e sguardo vuoto.

“Si…ma Riegalbramas aveva bisogno del proprio…mhh…spazio oggi ed ho pensato di venire a trovare mio padre…” sorrise andandosi a sedere accanto a lui “Tu come stai?”

Senjuto lo fissò alcuni istanti prima di abbassare lo sguardo con espressione affranta, tra le mani congiunte stringeva il ciondolo che era stato la sua salvezza durante il combattimento contro Caim.

“Lo sai…gli altri sono tutti molto preoccupati per te…”

“Non c’è nulla per cui devono preoccuparsi” mormorò.

“Senjuto…” sospirò il rossino “In queste condizioni non inganneresti nessuno e tu lo sai…so bene che quello che sto per dirti può sembrarti la solita frase di circostanza ma parlare dei propri problemi e dispiaceri con qualcuno può aiutare a superarli – sorrise cercando di incoraggiarlo, appoggiando una mano sulla sua gamba – In oltre io sono un ottimo ascoltatore e chi meglio di me potrebbe capire ciò che mi dirai…credo di averne passate abbastanza nell’ultimo periodo, tu che dici?”

Il ragazzo dai capelli celesti rimase in silenzio a lungo, fissando il ciondolo che custodiva gelosamente da tempo immemorabile. Mirai attese pazientemente che il compagno giungesse ad una decisione, cercando di supportarlo con la propria presenza.

“E’ colpa mia…tutto quello che è successo è stata colpa mia…” mormorò in fine.

Mirai lo fissò perplesso, non capendo esattamente di cosa aveva colpa ma non lo interruppe per chiederglielo, sapendo che glielo avrebbe confidato lui un poco alla volta, quando si sarebbe sentito pronto a farlo.

“E’ stata colpa mia se Caim è diventato così…colmo di odio e rancore…una volta era diverso…se non avessi fatto…- si morse leggermente un labbro – Se non avessi fatto quello che ho fatto lui non si sarebbe schierato dalla parte di Alucard…ed allora le cose sarebbero potuto andare diversamente…”

Il ragazzo dai capelli rossi lo ascoltò attentamente prima di parlare.

“Forse…forse avrebbe impiegato più tempo ad organizzarsi…forse avremmo potuto evitare certi inconvenienti…ma non credo che avrebbe fatto molta differenza a lungo andare. Con o senza Caim Alucard avrebbe portato comunque a termine il suo piano…”

“Lo so!” rispose con fin troppo impeto prima di tornare calmo “Lo so…ma se fosse rimasto schierato con Lucifero lui…io non avrei dovuto…” ma si zittì abbassando lo sguardo.

Allora Mirai capì il vero problema che stava affliggendo il suo amico, gli sorrise con dolcezza ed una vena di tristezza.

“Non avresti dovuto ucciderlo…” completò per lui il rossino.

Senjuto non rispose ma non ce ne fu veramente bisogno, lo si leggeva chiaramente sul suo volto che era così.

“Lo amavi davvero molto, vero?”

Il generale dai capelli celesti scosse il capo, non si sa bene se in risposta o semplicemente per scacciare dei pensieri che gli erano affiorati alla mente.

“Credevo di averlo dimenticato…era passato così tanto tempo dall’ultima volta che lo avevo visto…eppure sapevo di non aver smesso di amarlo neppure per un istante ma ho preferito fingere di non sapere, di non sentire…” Senjuto si voltò e fissò Mirai con un sorriso talmente triste da spezzare il cuore “Io e lui eravamo proprio come te e Riegalbramas - aprendo il pugno che teneva celato il ciondolo – purtroppo per noi non c’è stato un lieto fine…ed anche di questo sono responsabile…”

Mirai fissò con espressione sorpresa il gioiello, che riconobbe subito per quello che era veramente…conteneva gli stessi poteri degli orecchini che aveva creato lui, o meglio li conteneva un tempo perché ormai non era altro che un semplice ciodolo privo di alcun potere.

“Il suo gemello…”

“Lo aveva lui…ma è da tanto tempo che è diventato opaco, Caim ha distrutto l’altro ciondolo il giorno che l’ho tradito…”

“Tradito? Come…con chi?”

Mirai stentava a credere che Senjuto avesse mai potuto tradire qualcuno, soprattutto qualcuno che amava…era impensabile.

L’altro angelo si limitò a sorridere amaramente.

“Lui desiderava stare insieme a me senza doverci incontrare ogni volta di nascosto con il rischio di essere scoperti e di essere condannati per quello che a quel tempo era un crimine punibile con la morte. Voleva fuggire con me per andarci a rifugiare in qualche luogo dove ne demoni ne angeli avrebbero potuto trovarci…gli avevo dato la mia parola ed avevo seriamente intenzione di fuggire con lui ma – sospirò – il giorno stabilito per la fuga non mi presentai al luogo dell’appuntamento.” e con quell’ammissione si prese il volto tra le mani emettendo un verso colmo di rancore e rimpianto “Mi sono tirato in dietro all’ultimo momento…ho avuto improvvisamente paura di quello che stavamo per fare. Avrebbe avuto enormi conseguenze sulle nostre vite. Il futuro per noi era troppo incerto…e seppur lo amassi a quel tempo tanto quanto lo amo ancora oggi…l’ho deluso e l’ho ferito…e questo non me l’ha mai perdonato…mi ha creduto colpevole delle cose più terribili e non posso biasimarlo per questo.”

Mirai ascoltò in silenzio quella confessione meditando su una risposta adeguata a placare il tormento del suo amico. Non doveva essere stato facile a quel tempo vivere una situazione simile…i rapporti tra le due razze erano molto tesi, non erano ancora state iniziate le trattative per una possibile pace tra loro. In più Senjuto doveva essere stato molto giovane allora, come lui, e poteva ben immaginare tutto lo stress e la sofferenza che aveva dovuto sopportare per quell’amore impossibile. Se non ci fossero stati tutti quei problemi con Alucard, a lui e Riegalbramas sarebbe di sicuro andata più facile a lungo andare.

Alla fine, però, non riuscì a trovare le parole giueste quindi si mosse verso di lui per abbracciarlo e stringerlo contro il suo petto, dove affondò dopo pochi attimi il viso per smorzare alcuni singhiozzi.

“Avere un attimo di indecisione può capitare a chiunque…nessuno è immune alla paura e a volte neppure un sentimento forte come l’amore può avere la meglio…” mormorò accarezzandogli i capelli “Non posso dire con certezza che scappare con lui vi avrebbe reso felici…ci sono troppe incognite da tenere in considerazione…ma anche restando nei vostri rispettivi regni e continuando a vedervi di nascosto avreste potuto continuare la vostra relazione. Non è stata solo una tua decisione a portare a ciò che poi è accaduto, ma anche sua che si è fatto accecare subito dalla rabbia…”

Senjuto rise contro la stoffa dei suoi abiti rifiutando di mostrare il volto bagnato di lacrime, cercando di attingere alla forza d’animo dell’angelo dai capelli rossi per non crollare definitivamente in un baratro senza fondo.

“Anche io al suo posto sarei rimasto quanto meno amareggiato…non posso colpevolizzarlo per questo…tutto ha avuto origine dalla mia codardia…”

“Senjuto…”

“No Mirai, non ci sono attenuanti che reggano…è stata una mia decisione ed ora dovrò vivere per il resto dei miei giorni con il peso delle conseguenze…avrei sopportato di saperlo felice al fianco di qualcun altro…ma le mie mani…” si scostò lentamente a fissarle e Mirai gliele strinse tra le sue obbligandolo ad incontrare il suo sguardo.

“Non disperare, ti prego, ci siamo noi al tuo fianco disposti ad aiutarti…con il tempo vedrai che starai meglio, non sarà facile ma il dolore si attenuerà, e magari incontrerai di nuovo qualcuno per il quale vale la pena innamorarsi.”

Senjuto lo fissò con i suoi occhi cristallini resi ancora più lucenti dalle lacrime appena versate. Il suo volto si sciolse lentamente in un sorriso dolce ma rassegnato.

“Se a morire fosse stato Riegalbramas, dimmi, saresti in grado di dimenticarlo?”

Mirai schiuse le labbra pronto a rispondere in modo da rassicurare il compagno ma poi le richiuse, non potendo dire ciò che sapeva non essere la verità, così distolse lo sguardo con espressione addolorata.

L’angelo dai capelli celesti continuò a sorridere dolcemente e si sporse a baciargli una tempia in un silenzioso ringraziamento per il suo sostegno e la sua amicizia…purtroppo quella era una situazione che avrebbe dovuto affrontare da solo ed era una ferità che non si sarebbe mai rimarginata.

 

~*~*~*~*~

 

Riegalbramas varcò la soglia della sua camera parecchie ore più tardi. Mirai era già tornato da tempo e se ne stava affacciato alla finestra della stanza che dava sulle lande praticamente deserte del regno dei demoni, il suo regno. Quando lo sentì entrare si voltò e lo accolse con un sorriso.

“Oh…bentornato! Com’è andata la sepoltura?”

Il futuro re sorrise e si tolse il lungo mantello appoggiandolo su una sedia prima di avvicinarsi a lui e rubargli un bacio fugace.

“E’ andato tutto bene. La sua bara è stata riposta nella Cripta degli Antichi Re, ora può riposare in pace…tu invece sei stato a trovare tuo padre?”

“Si, ti manda i suoi saluti e si raccomanda di trattarmi bene.” lo fissò con sguardo divertito e Riegalbramas sorrise.

“Su quello non deve preoccuparsi – facendo passare un braccio attorno alla sua vita per stringerlo a sé – E il tuo amico come sta?”

A quella domanda Mirai sospiro con una punta di tristezza, appoggiando la testa alla sua spalla.

“Non bene, non ho potuto fare molto per lui se non ascoltarlo e cercare di dargli conforto…” così finì per raccontare al proprio compagno ciò che Senjuto gli aveva confidato. Il demone sembrò sorpreso ad una simile rivelazione ma con quelle informazioni tutto sembrò avere finalmente un senso, lo strano comportamento di Caim, il suo improvviso odio per suo padre…non si era mai accorto di nulla, se lo avesse fatto magari avrebbe potuto fare qualcosa ma non aveva senso perdersi in simili pensieri quando il passato ormai non poteva più essere cambiato.

“In qualche modo non posso evitare di pensare che la loro vicenda è così simile alla nostra…che al posto loro avremmo potuto esserci noi…” mormorò Mirai con sguardo basso.

“Mai! Non dire mai più una cosa simile…” disse Riegalbramas stringendolo maggiormente a sé ed affondando il viso tra i suoi capelli “Non avrei mai potuto odiarti e soprattutto non avrei mai permesso a nessuno di separarci. Con o senza la tua approvazione ti avrei rapito e portato via con me in ogni caso.”

Mirai lo fissò e scosse il capo mormorando con affetto:

“Sciocco…”

“Forse…o solamente molto innamorato…” sogghignò.

L’angelo arrossì, il battito del suo cuore aumentò per la gioia che quelle parole gli trasmettevano. Si sollevò leggermente sulle punte dei piedi e sfiorò le labbra del compagno con le proprie, facendogli capire con quel semplice tocco che anche lui lo amava. Per alcuni istanti non accadde nulla ma poi Riegalbramas approfondì il contatto rendendolo più profondo, non trovando soddisfazione in un bacio così casto.

Mirai si sciolse tra le braccia del moro lasciandosi trasportare dalle emozioni che in loro erano come un fiume di lava incandescente, che li travolgeva ed innescava la loro passione. Fece scivolare le braccia attorno al suo collo per aumentare la loro vicinanza e Riegalbramas, senza dargli modo di protestare, lo sollevò da terra come se fosse senza peso e lo condusse all’enorme letto, dove lo adagiò.

Il rossino fu sorpreso da un simile gesto e si staccò dalle sue labbra per fissarlo con espressione incerta ed imbarazzata. Certo, le notti passate avevano condiviso quello stesso letto, avevano dormito assieme senza fare nulla di più che riposarsi, ed ora trovarsi steso su quel materasso con il demone che troneggiava su di lui con quello sguardo profondo e ardente generava in lui una strana sensazione.

“Riegalbramas…cosa fai…?”

Il moro rimase in silenzio alcuni istanti, studiandolo con attenzione, prima di parlare.

“Mirai, ascolta…tra un paio di giorni ci sarà l’incoronazione e tu diventerai il mio consorte…” si interruppe incerto su come continuare.

“Lo so…- sorrise l’altro con calore – e non vedo l’ora che quel momento arrivi…”

“Oh anche io…ed avrei voluto aspettare quel giorno per……ma io…ti voglio.” sospirò dolcemente appoggiando la propria fronte alla sua “Ho aspettato così tanto per averti al mio fianco e adesso che ti ho non riesco più a resistere.”

Mirai non dovette faticare per comprendere ciò che voleva dirgli, finendo per arrossire alla prospettiva di…unirsi così intimamente con lui. Si sentì improvvisamente molto nervoso ed abbassò lo sguardo non riuscendo a fissarlo in volto senza imbarazzarsi maggiormente. Non era che non desiderasse quel genere di intimità con Riegalbramas, tutt’altro, solo non sapeva cosa fare, come comportarti…temeva che avrebbe rovinato tutto in qualche modo.

“Anche io ti voglio…” mormorò il giovane dopo alcuni attimi di silenzio “E’ solo che…io…non ho mai fatto certe cose…”

Il demone sorrise dolcemente sollevandogli con le dita il mento, così che i loro sguardi tornarono ad incrociarsi.

“Non ha importanza, anzi la cosa rende ancora più speciale questo momento. Devi solo rilassarti e lasciarti amare da me.”

Il rosso sembrò rifletterci sopra ma capì che non c’era nulla su cui riflettere, doveva solo seguire l’istinto e lasciarsi andare alle dolci attenzioni del suo compagno, il resto sarebbe venuto da sé. Così si sporse lentamente a baciarlo prima di sorridergli. Riegalbramas lesse il consenso nei suoi occhi e felice unì nuovamente le loro labbra con più decisione. Era intenzionato a prendersi il suo tempo, ad esplorare pezzo dopo pezzo quel corpo perfetto strappando al giovane angelo sospiri e versi di piacere. Avrebbe reso quel momento perfetto.

I due continuarono a baciarsi per parecchi minuti, accarezzando reciprocamente i loro corpi in lente carezze attraverso la stoffa dei vestiti, poi Riegalbramas iniziò a slacciare la semplice veste che Mirai indossava scendendo ad assaporare la pelle del suo collo.

Mirai sospirò passando le dita tra i corti capelli neri del demone, seguendo la discesa del suo capo dal proprio collo fino a raggiungere il petto, dove si soffermò a tormentare i capezzoli che ben presto si indurirono alle sue attenzioni. L’angelo si inarcò contro di lui gemendo alle sensazioni estranee ma piacevoli e travolgenti che stava provando, il suo corpo era un fascio di nervi che si infuocava ad ogni tocco del compagno. Quando sentì una delle sue mani sfiorargli l’inguine sgranò gli occhi sorpreso e cercò di sottrarsi quasi per istinto.

“Rilassati…” sussurrò Riegalbramas baciandogli il ventre e poi fissandolo con un sorriso.

Mirai ricambiò lo sguardo con viso arrossato dall’imbarazzo ma anche dal piacere e cercò di seguire il suo consiglio, cosa che non fu facile quando la sua mano prese a muoversi lentamente sul suo sesso. Se a quella stimolazione gli sembrò di impazzire quando sentì la bocca calda di Riegalbramas avvolgergli la punta ed iniziare a succhiarlo dovette ricredersi…quello era decisamente peggio.

Gemette il suo nome con voce spezzata implorandolo di fermarsi ma allo stesso tempo desiderando l’esatto contrario. Strinse con forza tra le dita i suoi capelli seguendo i suoi movimenti tanto da temere di fargli male ma il ragazzo non si lamentò e continuò deciso con il suo lavoro.

Non ci volle molto affinché l’angelo dai capelli rossi raggiungere il massimo del proprio piacere e si svuotasse nella bocca del compagno, che assaporò ogni goccia della sua essenza imprimendo nella mente il suo sapore. Solo allora Riegalbramas lo lasciò andare e Mirai rimase immobile tra le lenzuola cercando di riprendersi, il corpo bagnato da piccole goccioline di sudore ed il respiro affannato.

Il demone sorrise soddisfatto a quella visione e si sollevò da lui quel tanto che bastava per togliersi velocemente i suoi abiti e stendersi nuovamente su di lui facendo entrare a contatto le loro pelli nude.

“Sei bellissimo” disse Riegalbramas sporgendosi a baciarlo dolcemente sulle labbra.

Mirai socchiude gli occhi e lo fissò con sguardo adorante.

“…anche adesso?”

“Non sei cambiato poi molto Mirai…” rispose con voce divertita, capendo in che direzione stavano vagando i suoi pensieri “E poi non parlavo solo del tuo aspetto…per me sei una creatura splendida, anima e corpo.” chinandosi nuovamente a baciarlo.

Mirai non esitò a rispondere ed a passargli le braccia attorno al collo per stringerlo a sé. Poteva chiaramente sentire la virilità di Riegalbramas premere contro il suo ventre ed uno strano senso di aspettativa lo invase…sapeva quello che sarebbe successo, a livello teorico, quindi cercò di non ritrarsi quando sentì le mani del compagno accarezzargli le cosce ed invitarlo ad allargarle così da potersi posizionare in mezzo. Cercò di restare calmo come gli aveva detto anche se il suo cuore prese a battere all’impazzata.

Le carezze continuarono e preso com’era da quel bacio intossicante non si accorse quando Riegalbramas estrasse da chissà dove un’ampollina di liquido trasparente e denso e vi intinse dentro le dita. Mirai sussultò leggermente nel sentire qualcosa di freddo premere contro la propria apertura.

“Se ti senti a disagio e vuoi che smetta basta che lo dici, ok?” gli sussurrò con dolcezza il demone contro l’orecchio prima di baciarlo. L’angelo si limitò a fare un cenno col capo incitandolo a proseguire.

Molto lentamente il moro introdusse un dito nel corpo puro del ragazzo, osservando con attenzione le sue reazioni pronto a fermarsi in qualsiasi momento se necessario…Mirai però, a parte una iniziale incertezza a quella nuova ed insolita sensazione, non fece resistenza ne protestò quindi Riegalbramas continuò a prepararlo con la massima cura, volendo che quel momento risultasse perfetto.

Al terzo dito Mirai iniziò ad ansimare pesantemente, contorcendosi sotto il corpo del compagno chiedendo maggiori attenzioni con quello sguardo innocente ma sensuale che fece vacillare la decisione del demone di procedere con calma. Ma alle suppliche di Mirai non potè resistere quindi estrasse le dita e le sostituì con la propria virilità, violando lentamente il corpo del suo amato sussurrandogli parole di conforto per fargli sopportare l’inevitabile dolore iniziale.

L’angelo si strinse a lui con disperazione sentendosi riempire dal suo sesso, gemendo un po’ sofferente, ma una volta abituatosi alla sua presenza la sensazione fu tutt’altro che sgradevole. Si sentiva completo, in sintonia perfetta con Riegalbramas, come se le loro anime si fossero allineate definitivamente in quel momento…era qualcosa che non si poteva descrivere con le parole.

Cercò le sue labbra in un bacio dolce e passionale ed il demone non si fece negare, iniziando a muoversi con un ritmo calcolato dentro di lui. Si trattenne il più a lungo possibile prima di lasciarsi trasportare dalla passione e rendere più veloci e decise le proprie penetrazioni. Mirai gemeva in preda al piacere, completamente abbandonato alle “attenzioni” del compagno…fu il primo a raggiungere l’orgasmo, raggiunto pochi attimi dopo da Riegalbramas che lo marchiò intimamente con il proprio seme.

I due ricaddero esausti ma soddisfatti tra le lenzuola ed il moro uscì da lui stendendosi al suo fianco per poi abbracciarlo con fare protettivo. Rimasero a lungo in silenzio godendosi quel momento perfetto che si era creato tra loro.

“Grazie...” mormorò alla fine Mirai.

Il demone sorrise posando un bacio tra i suoi capelli.

“Non devi ringraziarmi, dovrei essere io a farlo...ed a scusarmi forse…”

“Scusarti? Per cosa?”

“Per averti sottratto al tuo mondo…già da un po’ mi affliggeva il pensiero che potessi rimpiangere il fatto di dover vivere qua con me…”

“Sciocco…” sorrise l’angelo dai capelli rossi “Ormai non appartengo più veramente a nessun mondo…non sono più ne un angelo ne un demone…non so cosa sono, forse tutti e due ma la cosa non ha importanza. L’unica cosa di cui ho bisogno sei tu, sei tu il mio mondo adesso…e poi non è come se non potessi più recarmi a far visita a mio padre ed agli altri.”

Riegalbramas lo strinse maggiormente a sé, felice.

“Ti amo, lo sai?”

“Lo so…anch’io ti amo.”

 

 

*Fine*