Note:
I personaggi di questa storia sono una mia creazione, appartengono solo ed
esclusivamente a me e solo io posso torturarli a mio piacimento *__* In
oltre dedico questo capitolo alla mia sori Yu per il suo
compleanno…spero ti acconteterai di questo per il momento^^;;…la tua
fic non ho fatto in tempo a scrivertela ma se pazienti un po’ arriverà
anche quella è__é Intanto auguri soriiiii!!!!!^*****^ So far away parte XIV di Miyuki La
terra tremava. L’aria vibrava. Tali fenomeni, con molta probabilità, si
stavano facendo sentire per miglia e miglia nel regno degli Inferi,
generando ansia e confusione nei suoi abitanti, demoni o creature
infernali che fossero. Questo perché negli Inferi come in Paradiso non
esistevano simili mutamenti ambientali, tutto restava immutato per
l’eternità. Il
cielo rosso era diventato ancora più rosso. Se prima ricordava un fuoco
incandescente, ora sembrava quasi sangue a causa della strana solidità
che sembrava possedere. Tra
quei ruderi di una città una volta splendente le battaglie dilagavano in
ogni angolo…i soldati di Lucifero e di Asarot-sui contro i fedeli di
Alucard. Solo
alcuni avevano smesso di combattere per assistere a quello strano
fenomeno, completamente rapiti, con lo sguardo fisso verso il cielo. Lucifero
stesso era sceso in campo, spezzando una dopo l’altra con la sua spada
la vita dei suoi nemici, di coloro che avevano osato tradirlo per gli
stupidi ideali di un essere folle. Poco distante Asarot-sui combatteva
usando la sua magia senza limiti con un solo pensiero in testa, quello di
rivedere suo figlio sano e salvo perchè non avrebbe sopportato di perdere
anche lui come aveva perso la sua amata tanto tempo fa. Witmay
sfrecciava rapida e letale tra i campo di battaglia, cercando di rendersi
utile anche senza la presenza del suo padrone, pur percependo un terribile
senso di inquietezza in fondo al cuore, mentre Imashima e Rashimari in
tutta la maestosità della loro natura stavano affrontando creature alate
di ogni genere. Ad
un certo punto i due draghi emisero dei versi agonizzanti ed agghiaccianti
generati dalla disperazione del loro principe, sensazioni che si erano
trasmesse a loro tramite il loro legame. Temaray
era accorso a soccorrere Senjuto, che se ne stava ancora seduto a terra,
ferito ed in lacrime, con il corpo senza vita di Caim stretto al petto. La
maggior parte di loro era impegnata a tenere testa alle proprie priorità
ma se qualcuno avesse alzato gli occhi al cielo avrebbe notato una figura
scura stagliarsi contro tutto quel rosso. Alucard
se ne stava lì, con un sorriso trionfante sulle labbra, i capelli color
smeraldo che fluttuavano al battito delle sue ali, lo sguardo folle che
osservava con sadico interesse la gente uccidersi ai suoi piedi. Il
terreno sembrava quasi tingersi dello stesso colore del cielo. La
sua rivoluzione era cominciata, presto tutti i mondi sarebbero stati in
mano sua. Gli Inferi già lo erano…gli umani avrebbero fatto poca
resistenza alla dimostrazione del suo smisurato potere e li avrebbe resi
tutti suoi schiavi…come avrebbe reso suoi schiavi anche quegli insulsi
angeli. Nessuno
avrebbe potuto fermarlo…non ora che i poteri dei talismani scorrevano
frenetici nelle sue vene…con un simile potere poteva fare qualunque
cosa, usare incantesimi illimitati, creare armi indistruttibili, come la
spada che brandiva saldamente nella sua mano…se lo desiderava poteva
addirittura fermare il tempo e fondere le dimensioni. Una
risata agghiacciante fuoriuscì dalle sue labbra mentre passava la lingua
su di esse con anticipazione…poi sorrise con estremo divertimento nel
sentire una presenza famigliare alle sue spalle. Non si voltò neppure per
fermare il colpo che gli era stato diretto poiché non era necessario che
lo facesse, il colpo rimbalzò come un sassolino gettato addosso ad un
muro contro la barriera che aveva eretto attorno a sé. “Getta
le armi Lucifero…lo sai che non puoi nulla contro di me” disse
Alucardo fissandolo da oltre una spalla con fare derisorio prima di
decidersi a voltarsi. Il
signore dei demoni se ne stava lì, di fronte a lui, con espressione
pericolosamente seria e determinata mentre i suoi occhi color rubino
brillavano di una luce inquietante e la sua spada grondava sangue. “Sei
troppo sicuro di te…come al solito” rispose con voce fredda. “Penso
di potermelo permettere – rise – Se ti arrendi potrei decidere di
risparmiarti la vita o al massimo di darti una morte rapida ed
indolore…ma se lo fai mi toglieresti tutto il divertimento che proverei
nell’ucciderti combattendo.” “Sarai
tu a morire!” “Chi
è sicuro di sé ora?” lo schernì. Lucifero
lo fissò con sguardo di fuoco ed impugnò saldamente la sua spada
alzandola in una posizione d’attacco. Non c’era molto da
discutere…in quel momento i fatti servivano meglio delle parole. Si
domandava cosa lo avesse spinto tanti secoli fa a scegliere Alucard come
suo secondo in comando…ricordava che un tempo non era così. Era forte,
orgoglioso, carismatico, uno dei suoi migliori generali. Aveva le
potenzialità per diventare un vero comandante perché sapeva trascinare
la folla con le sue parole…e quale prova migliore di questa situazione
lo dimostrava? Ma
non avrebbe mai pensato che la sua avidità lo avrebbe portato alla follia
e alla ribellione. La
sua scelta di adottare soluzioni meno violente e più diplomatiche con le
creature celesti era venuta per volere della maggioranza dei saggi e
nobili della corte, che erano venuti a noia di quella situazione di
costante tensione…e lui come sovrano era stato ben lieto di appoggiare
tale richiesta…ma sembrava che Alucard non avesse preso bene tale
decisione. “La
spada deciderà chi di noi sarà il vincitore” Alucard
ghignò. “Sarà
come desideri” e senza indugiare oltre si gettò a grande velocità
contro Lucifero. Quest’ultimo
riuscì a parare il colpo anche se, doveva ammetterlo, con una certa
difficoltà…i poteri dei talismani stavano facendo la differenza nel
loro scontro, rendendo di una forza esorbitante le già notevoli capacità
del suo ex-sottoposto. Se pure lui che era il più potente tra tutti i
demoni non fosse riuscito a tenere testa ad Alucard, per loro sarebbe
davvero stata la fine. Le
loro spade continuavano a scontrarsi l’una contro l’altra con un forte
rumore metallico e scintille generate dalla loro magia che impregnava
l’aria. Era un gioco di forza e d’astuzia ai massimi livelli. Uno
attaccava…l’altro parava per poi allontanarsi agilmente e cominciare a
studiare l’avversario alla ricerca della mossa migliore per
contrattaccare. La
loro era una danza che si ripeteva e si sarebbe potuta ripetere
all’infinito. Alucard
si sentiva abbastanza sicuro da gettarglisi contro senza eccessive
valutazioni mentre Lucifero, che conosceva bene quel potere che millenni
fa era appartenuto a lui, doveva valutare attentamente la situazione per
sfruttare più elementi possibili a suo vantaggio. Il
thamiel era diventato molto più veloce e questo costrinse il re dei
demoni ad essere perennemente vigile ed attento per non rischiare di non
vedere un movimento che gli sarebbe potuto essere fatale. Ciò però non
lo scoraggiò, anzi lo rese più agguerrito che mai nel volerlo
sconfiggere una volta per tutte. Luciferò
arrestò l’ennesimo attacco con la sua spada, poi con un movimento
repentino ed un battito di ali scomparve da davanti a lui, scavalcandolo e
comparendogli alle spalle pronto a colpirlo con la sua lama. Purtroppo
essa non colpì mai la sua metà. Alucard si era spostato di lato evitando
il colpo. “Così
non va bene Lucifero…devi impegnarti di più se vuoi avere qualche
possibilità di battermi!” disse il demone dai capelli verdi con
espressione di scherno, stando immobile ad un metro sopra il suo
avversario, con la spada puntata contro di lui in gesto di sfida. Lucifero
serrò la mascella estremamente irritato…i suoi occhi rossi sembravano
ardere come tizzoni ardenti. “Non
sottovalutarmi…potresti pentirtene amaramente” “Le
tue parole non mi incutono alcun timore, mio re! Nessuno può
fermarmi ora, nemmeno tu!!” rise. “Questo
è sempre stato il tuo punto debole Alucard…sei privo di paura e
accecato dall’ambizione…e sarà questo a condurti alla rovina!” Il
sommo demone non aggiunse altro…mentre con la mano destra brandiva
saldamente la sua fedele compagna di battaglie, con la sinistra richiamava
a sé la sua magia per scagliare un incantesimo. Una sfera nera si generò
nel suo palmo e quando Alucard la vide sorrise con eccitazione leccandosi
le labbra…tutto quello per lui non sembrava altro che un gioco e lui si
stava divertendo da morire. Si
gettò contro Lucifero, cercando di impedirgli di portare a termine
l’incantesimo, ma quest’ultimo se lo aspettava e per lui non fu un
problema schivare i suoi attacchi mentre, allo stesso tempo, continuava a
sussurrare parole arcaiche. La
sfera nera nel suo palmo prese a pulsare di una maggiore energia fino a
quando non cominciò a pulsare ed emettere strane scintille. Allora
Lucifero indietreggiò con un balzo e scagliò contro Alucard quella
sfera, che sfrecciò verso il suo obiettivo ad una velocità difficile da
seguire ad occhio nudo. Il
thamiel pensò ridicolo un simile attacco, estremamente facile da evitare,
ma la sua avventatezza questa volta gli fece commettere un passo falso. Ciò
che voleva Lucifero era proprio che la schivasse ed infatti, una volta che
Alucard lasciò passare oltre la sfera, questa si fermò di colpo e nel
giro di pochissimi secondi si divise in cinque scagliando poi da ognuno di
essi una scarica di fulmini. Alucard
sentì il vibrare dell’elettricità alle sue spalle e nel voltarsi
intravide quello che lo stava per colpire. Eresse subito attorno a sé una
scudo sufficientemente forte da proteggerlo da quell’attacco ma non lo
fece abbastanza in fretta da evitare che un primo fulmine lo ferisse ad un
braccio. Lucifero
non perse tempo ad esultare, sapendo che
quello era il momento migliore per coglierlo impreparato, così gli
si gettò contro, la spada stretta nelle sue mani con la lama che brillava
di un bellicoso alone rossastro. Quando questa entrò in contatto con lo
scudo, le due energie opposte cominciarono a bruciare per cercare di
imporsi l’una sull’altra e trionfare. Luciferò non cedette, impresse
ancora un maggior potere nella spada ed un po’ alla volta iniziò ad
infrangere quella barriera. Doveva fare in fretta però, l’incantesimo
non sarebbe durato ancora a lungo ed una volta terminato Alucard sarebbe
stato di nuovo libero di muoversi senza temere di essere colpito dai
fulmini ed avrebbe potuto evitare il suo colpo senza problemi. Finalmente
il re dei demoni riuscì a fare breccia nella difesa del suo avversario e
si apprestò a trafiggerlo con la propria arma, ma prima che potesse farlo
qualcosa trapassò da parta a parte la sua spalla destra, strappandogli un
gemito di dolore e facendogli perdere l’occasione di uccidere Alucard. In
quell’istante anche l’incantesimo smise di funzionare e Lucifero fu
costretto ad indietreggiare rapidamente. Il
demone dai capelli verdi si voltò lentamente verso di lui con un sorriso
sulle labbra, giusto in tempo per vedere il suo sovrano estrarsi dalla
spalla la lama di ghiaccio che aveva invocato. “Come
vedi Lucifero non sei il solo a sapere usare questi trucchetti…con
l’attuale potere che mi scorre in corpo sono in grado di utilizzare
almeno dieci incantesimi allo stesso tempo…pensavi davvero che un simile
attacco potesse fermarmi? Illuso!” Lucifero
ringhiò frantumando la lama che lo aveva colto di sorpresa. “Sai
una cosa, ti stai rivelando davvero una delusione…un tempo solevo
ammirarti…era il più grande onore per me essere diventato il tuo
braccio destro…ma poi sei diventato questo ‘fantasma’ del tuo io
passato, uno smidollato…un debole che invece delle armi ha scelto di
utilizzare la parola per governare il suo regno.” disse con espressione
stranamente seria “Avevi la forza di fare tuo quello che tra poco
diventerà mio ma hai preferito rinunciarvi…ed ora guardati, sei debole!
Non sei neppure un mio degno avversario! Non vale la pena combattere
contro di te…ti ucciderò in fretta e poi proseguirò per la mia
strada!” Detto
questo posò la mano sinistra sulla lama della sua spada e la fece
scivolare per tutta la sua lunghezza. Al suo passaggio questa vibrò e
scomparve…per poi riapparire moltiplicata per trenta alle sue spalle. Le
armi volteggiarono formando un cerchio attorno a Lucifero, bloccando ogni
possibile via di fuga. Erano tutte rivolte verso lui, reali e minacciose,
sapeva che non erano un’illusione e che non appena Alucard avesse dato
loro l’ordine sarebbero sfrecciate verso di lui per trafiggerlo e
ucciderlo. Sapeva anche di non poterle schivare tutte ne tanto meno creare
una barriera abbastanza resistente da placare la loro corsa letale. “Sembra
che il tuo tempo sia giunto al termine…addio Lucifero, preparati a
morire!” Il
sommo demone strinse la mascella brandendo la sua spada in entrambe le
mani con forza…i suoi occhi ed i suoi sensi erano tesi ed allerta…non
gliela avrebbe mai data vinta così facilmente…avrebbe resistito fino
all’ultimo perché non poteva permettersi di cedere. Troppi avevano
fiducia in lui e nel suo successo…e se proprio era giunta la sua ora
sarebbe perito con onore, tentando il tutto e per tutto fino all’ultimo
secondo. Alucard
alzò una mano e le spade vibrarono in anticipazione…poi scioccò le
dita e queste scattarono come falchi sulla preda. All’improvviso
una potentissima onda d’urto li travolse…ma non solo loro, l’intera
città di Teth Nales, o meglio i ruderi che la formavano, furono oppressi
da quella energia spaventosa. Lucifero era riuscito a schivare alcune
lame, altre lo ferirono seppur non in modo grave, le restanti però non
arrivarono mai a lui, furono scaraventate al suolo da quel misterioso
potere e scomparvero per poi ricomporsi nell’unica lama che brandiva
Alucard. Quest’ultimo
cominciò a guardarsi attorno per capire la provenienza di quella forza,
irritato a morte per essere stato interrotto nell’esecuzione del suo
nemico. Sotto di loro i soldati di ambe le parti si erano fermati, confusi
ed intimoriti da una tale aura minacciosa…alcuni addirittura costretti
in ginocchio tremanti da essa. Poco
dopo ci fu un’esplosione. Numerosi
edifici crollarono mentre una fitta nube di fumo si innalzava dal suolo.
L’aria tagliente generata dall’esplosione feriva i volti e molti
furono costretti a trovare riparo. Man
man che il fumo si diradava si scoprì che al suolo non era rimasto
nulla…ne detriti ne macerie…nulla…solo terra vuota e tracce di
bruciature…ma qualsiasi fiamma avesse colpito quelle pietre che erano
perdurate per millenni, le aveva incenerite rendendole polvere senza il
minimo sforzo. Quando
il loro sguardo si distolse da una simile totale distruzione, poterono
finalmente notare una figura sospesa sopra le loro teste. Era
umana ma allo stesso tempo non lo era. La
sua pelle era completamente nera, ricoperta di scaglie lucide e
resistenti, le ali erano ampie ed imponenti…una lunga coda sferzava
l’aria alle sue spalle e due corna attorcigliate spuntavano dai suoi
capelli corvini. I suoi occhi viola brillavano di una luce tenebrosa che
nessuno aveva mai visto e le zanne affilate che spuntavano dalla sua bocca
non aiutavano di certo a rendere più mite la sua presentazione. Attorno
a lui l’aria scoppiettava di un’energia potente e pericolosa. Lucifero
fissò con espressione sorpresa e sconvolta quella figura umana dai tratti
di bestia…quella figura che seppur diversa dal solito avrebbe
riconosciuto in qualsiasi momento. Suo
figlio li stava fissando con sguardo colmo di rabbia, dolore e
disperazione mentre teneva tra le braccia la figura priva di vita di
Mirai. Riegalbramas
discese lentamente verso di loro. Le sue orecchie erano sorde a qualsiasi
suono se non quello del battito del suo cuore infranto e del sangue che
gli ribolliva nelle vene, che bramava altro sangue, quello del
responsabile della morte del suo amato. La
bestia in lui ruggì in agonia a quel pensiero e fece tremare
pericolosamente la sua aura magica, che divenne ancora opprimente per chi
non era abbastanza forte per sorreggerla. Non
appena lo ebbe vicino Lucifero si apprestò ad andargli incontro, con
ferite sanguinanti sparse per tutto il corpo, mentre Alucard fissava
quella scena allibito, probabilmente non aspettandosi un simile risvolto. “Riegalbramas…figlio
mio…che è successo?” chiese con evidente preoccupazione nella
voce…anche se era ovvio ciò che era successo…non aveva fatto in tempo
a salvare Mirai. Alucard era responsabile della sua morte e fu invaso
dalla spiacevole sensazione che ciò facesse parte del rituale che aveva
liberato i poteri dei talismani, cosa alla quale non aveva dato molto
pensiero fino a quel momento…in fondo il “come” non aveva avuto
molta importanza…ciò che contava era il fatto che ora Alucard avesse
ottenuto quei poteri dentro di sé. Il
principe si voltò verso il padre con uno sguardo che poteva uccidere.
Subito non parve riconoscere nella figura che aveva davanti il proprio
genitore…nello stato di follia in cui si trovava per lui erano tutti
nemici, tutti macchiati di quella terribile colpa, tutte vittime da
sacrificare alla sua lama per placare la sua vendetta. Lucifero
sembrò comprenderlo ma non si allontanò, fissò con decisione il
ragazzo. Sapeva di non poterlo placare. Se avesse deciso di attaccarlo non
si sarebbe difeso…si sarebbe lasciato uccidere da suo figlio, solo da
lui, perché meritava una punizione per tutto ciò che aveva fatto. Non
aveva tolto lui la vita a Mirai…ma ne era altrettanto responsabile.
Erano state le sue azioni a condurre a tutto ciò…Riegalbramas aveva
sofferto a causa sua, per la profezia, tutto allo scolo di salvare i loro
mondi…e sapeva anche che la morte dell’angelo faceva parte di questo
complicato progetto. Gli aveva fatto ottenere un potere enorme, che
nessuno sapeva possedesse…era ciò di cui la profezia parlava…il
potere che avrebbe ribaltato le sorti tra una vittoria ed una
sconfitta…ottenuto attraverso il sangue…il sangue della persona più
preziosa per lui. Il
giovane demone continuò a fissarlo nello stesso modo anche se oltre alla
follia si poteva leggere un immenso dolore nei suoi occhi. “Morto…morto…Mirai…”
disse con voce strana, non più sua. A
Lucifero si strinse il cuore a quella vista e le sue iridi rosse si
colmarono di tristezza. “Lo
so” “Morto…non
tornerà più da me…morto…” Padre
e figlio erano troppo presi da quel momento di cordoglio per fare caso ai
movimenti di Alucard, che ripresosi dalla sorpresa iniziale aveva
richiamato a sé un incantesimo da scagliare contro i due, cercando di
coglierli di sorpresa. Ma qualsiasi incantesimo fosse stato, potente o
meno, si frantumò a contatto con l’aura di Riegalbramas senza causare
il minimo danno. Il
principe si voltò lentamente a fissare il demone, che non riuscì a
trattenere un brivido nell’incontrare quegli occhi taglienti…le cose
sembravano aver preso una piega inaspettata, però la sua superbia e
sicurezza non gli permisero di percepire quanto in realtà quella
situazione fosse pericolosa per lui. Si sentiva immortale con quel potere
in corpo e questo era il suo più grande errore. “Tu…me
lo hai portato via…sei stato tu…” sibilò con voce profonda e quasi
spettrale. Alucard
rise. “Si.
Sono stato io!” lo sfidò con lo sguardo colmo di soddisfazione
“Avresti dovuto vedere la sua espressione disperata ma allo stesso tempo
rassegnata quando ha capito che lo avrei ucciso…penso che avesse sperato
fino all’ultimo che tu arrivassi a salvarlo. Invece non lo hai
salvato…sei arrivato troppo tardi…e la vuoi sapere una cosa? Il suo
sangue è stata la cosa più dolce che io abbia mai assaggiato…era così
caldo…mi è scivolato giù in gola come nettare d’ambrosia…non mi
sarei mai stancato di berlo…ma purtroppo la sua morte ha messo fine alla
mia degustazione.” Riegalbramas
urlò di rabbia e dolore…le sue urla riecheggiarono per tutta la città,
accompagnate da quelle strazianti dei due draghi, che seppur lontani
percepirono la disperazione del loro padrone. Gli
occhi del principe brillarono di una luce pericolosa…una luce
assassina…si avvicinò al padre e gli passò con la massima delicatezza
il corpo di Mirai tra le braccia. Lucifero capì cosa stava per accadere,
allora si allontanò con l’angelo tra le braccia per lasciare suo figlio
alla sua vendetta. Alucard non si era accorto che la sua vita era
terminata nell’esatto istante in cui aveva tolto quella di Mirai. Riegalbramas
si voltò nuovamente verso Alucard. “Morirai
per quello che gli hai fatto” “Questo
è tutto da vedere…principe.” “No…è
una certezza” e con questo fece comparire tra le sue mani la sua fidata
falce, che brillava in modo inquietante. Alucard
si preparò allo scontro mettendosi in posizione di attacco, però fu
Riegalbramas a fare la prima mossa e con una velocità tale da sorprendere
l’altro demone. Un attimo prima Riegalbramas si trovava davanti a lui,
l’attimo dopo era scomparso per ricomparire subito dopo alle sue spalle.
Non aveva visto i suoi movimenti ma fu fortunato nel percepire la sua aura
dietro di sé e nel riuscire a voltarsi in tempo per parare il colpo. Il
principe era letteralmente furioso. Sentiva il pulsare del suo sangue
rimbombargli nelle orecchie. La sua concentrazione era totale e puntata
sulla sua vittima…nulla avrebbe potuto sottrargli la sua vendetta. I
due continuarono a combattere volteggiando nell’aria. Alucard si sentiva
meno sicuro della sua potenza in quel momento e la cosa lo adirava oltre
ogni limite…per lui era inaccettabile, impensabile che qualcuno potesse
eguagliare i suoi poteri ora che aveva assorbito dentro il suo corpo ben
otto talismani…era impossibile…lui non avrebbe mai perso, non sarebbe
mai stato sconfitto…non lo avrebbe accettato…non ora che era vicino a
realizzare il suo sogno di conquista. Sotto
di loro ogni scontro si era placato, sia perché la maggior parte dei
soldati era troppo intenta ad osservare il loro duello per saperne
l’esito finale, sia perché i loro poteri combinati rendevano
impossibile ogni mossa da parte di creature inferiori, che erano
sovracaricate da una simile forza. Alucard
riusciva a tenere testa a Riegalbramas alla meno peggio ma ciò non era
sufficiente per evitargli le numerose ferite, seppur superficiali, che
erano state causate dalla lama della sua falce. Gli
incantesimi contro il principe dei demoni non funzionavano visto che, o
venivano respinti o assorbiti, solo quelli più potenti sembravano avere
effetto su di lui ma per invocarli ci volevano alcuni istanti e
Riegalbramas sembrava non volerglieli concedere. Continuava ad attaccarlo
senza sosta, un colpo dietro l’altro incitato dalla propria rabbia. Le
loro lame entravano in collisione…la loro forza fisica era quasi allo
stesso livello…ora Alucard aveva smesso di prendere alla leggera quella
situazione…sapeva che se non si impegnava al massimo avrebbe perso. Riegalbramas
indietreggiò di qualche metro dal suo avversario e sussurrò sotto voce
delle parole misteriose per poi scagliare contro Alucard una serie di
palle infuocate. Alcune il demone si limitò a schivarle, altre le
respinse con la sua spada. Nel fare ciò perse di vista per alcuni istanti
il principe ma percepì la sua presenza sopra di sé giusto in tempo per
spostarsi prima che la sua falce calasse con una velocità letale…la
lama però non lo evitò del tutto, gli procurò un profondo taglio su una
gamba che gli strappò un gemito di dolore dalla mascella serrata. “Ti
ucciderò…ti ucciderò tagliando le tue membra pezzo per
pezzo…soffrirai pene atroci prima di esalare l’ultimo respiro.”
sibilò Riegalbramas fissando l’avversario con i suoi lucenti occhi
viola. “Provaci
ma non sarà tanto facile…neppure per te!” ruggì in risposta il
thamiel. Quest’ultimo
si lanciò contro Riegalbramas spinto da un’improvvisa ira ed il
principe parò il colpo con altrettanta determinazione. Da terra
risultavano due figure indistinte che si muovevano sopra le loro teste ad
una velocità impensabile. Lame
d’aria sferzavano il cielo rosso mandando in frantumi qualsiasi ostacolo
che si poneva sulla loro traiettoria…ma era solo roccia…non la carne
del suo avversario come avrebbe sperato Alucard. Incantesimi venivano
invocati e scagliati uno dietro l’altro, causando più danni a ciò che
li circondava ed ai soldati sotto di loro che a loro stessi. Alucard
provò addirittura a ripetere lo stesso trucco che aveva eseguito con
Lucifero e che era quasi riuscito a toglierlo dalla circolazione per
sempre…la sua spada si era moltiplicata in modo esponenziale e le lame
si erano tutte abbattute contro il principe che però le respinse con
troppa facilità, nonostante avesse incassato qualche leggero colpo. Ma
per lui il dolore, in quel momento, non esisteva…nulla avrebbe potuto
distrarlo dal suo compito. Era diventato una perfetta macchina assassina. Il
thamiel impugnò nuovamente la sua spada mentre la sua mente cercava di
elaborare un piano che avrebbe reso inoffensivo Riegalbramas una volta per
tutte…quello scontro si stava prolungando troppo per i suoi gusti e non
si sentiva più molto sicuro di vincere se la cosa fosse durata ancora a
lungo. Se solo fosse riuscito a rallentarlo un po’ avrebbe avuto un
discreto vantaggio su di lui. E
fu allora che un’illuminazione lo colpì. Con
un sorrisino Alucard si preparò ad un nuovo attacco mentre le sue labbra
si muovevano impercettibilmente per preparare l’incantesimo che avrebbe
fatto al caso suo. La
sua spada e la falce di Riegalbramas si scontrarono per l’ennesima volta
emanando scintille magiche…invece di indietreggiare Alucard tenne testa
alla forza del giovane demone e quando fu sicuro di farcela staccò una
mano dall’impugnatura della spada e la posò di scatto sul petto
dell’avversario. La
mano prese a brillare di una luce verde mentre il thamiel pronunciava le
ultime parole dell’incantesimo…Riegalbramas se ne accorse subito e
fece per allontanarsi ma era troppo tardi…attorno ai suo polsi
comparvero degli anelli metallici che si strinsero con forza alla
sua carne mentre una corta catena teneva uniti i due arti. Come
se questo non bastasse, da un altro anello posto attorno al suo collo
partiva un'altra catena che conduceva direttamente ad Alucard. Questo
sorrise con estrema soddisfazione. “Ora
non mi puoi più sfuggire principe” Riegalbramas
ringhiò ma non si scompose…per sua sfortuna quel metallo non era tanto
facile da infrangere. Più l’energia del prigioniero era potente più
esso diventava resistente ed indistruttibile. Alucard
aveva avuto un’ottima idea…con le braccia semi-bloccate ed i movimenti
limitati Riegalbramas era una preda molto più facile da attaccare.
Infatti non poteva sfruttare la sua velocità per evitare i colpi o
allontanarsi…la sua falce aveva bisogno di un arco piuttosto ampio per
poter infierire un affondo alla massima potenza. Sembrava
aver calcolato tutto…tranne il fatto che quel trucco poteva
ritorcerglisi contro. La
lotta si era fatta più serrata e difficile…gli incantesimi sfrecciavano
attorno a loro con una cadenza quasi regolare…i colpi di Riegalbramas si
erano fatti meno potenti a causa della scarsa distanza che c’era tra di
loro. Alucard sembrava avere la certezza che presto avrebbe vinto e tolto
a quei “ribelli” la loro unica speranza di salvezza. Le
loro armi stridevano l’una contro l’altra…metallo che scivolava su
metallo…Riegalbramas era ancora perso in quel mondo tutto suo dai colori
cupi e carichi d’odio…la sua voglia di sangue e vendetta non si era
affievolita con il passare del tempo, anzi si era raddoppiata nel vedere
la sua preda ancora viva…c’era poco di umano in lui che governava le
sue azioni…era totalmente in preda alla bestia che era diventato. Ciò
però non lo rendeva meno acuto nell’escogitare una strategia
vincente…e dopo aver preso un po’ di tempo per studiare al meglio le
azioni di Alucard in quella nuova situazione sapeva cosa doveva fare. Concentrò
la sua energia nella sua falce, che prese a fiammeggiare con maggiore
intensità. Lui l’aveva sempre considerata la sua compagna più che un
semplice oggetto che serviva a togliere vite…per lui era come
un’estensione del suo corpo e sapeva che, se lo avesse voluto, avrebbe
potuto farle cambiare…o qualcosa di ancora meglio…ed era proprio
quello che avrebbe fatto. Aspettò
l’attacco più opportuno di Alucard e parò il colpo con l’asta della
sua falce. Come da aspettarsi il thamiel cercò di sfondare la sua difesa
con la forza…e questa volta Riegalbramas glielo concesse. L’asta si
spezzò in due sotto la pressione della lama della sua spada e
quest’ultima si conficcò nella sua spalla con un moto discendente. Il
principe lesse la certezza della vittoria negli occhi di Alucard, era così
certo di aver vinto che non si accorse che la sua arma non aveva fatto poi
questo gran danno…le scaglie che ricoprivano ora la sua pelle aveva
arrestato la potenza del colpo e ed la sua energia aveva fatto il resto.
La spada si era bloccata appena entrata nel suo corpo. Tutto
ciò avvenne nel giro di qualche secondo…Riegalbramas non perse tempo a
sfruttare la situazione. La
sua falce non si era rotta veramente…era stato lui ad ordinarle di
spezzarsi in due…e mentre Alucard esultava per la sua falsa vittoria,
lui mutava i due pezzi in qualcosa di diverso dalla loro forma originaria. Poco
dopo due lame si conficcarono nel corpo di Alucard trapassandolo da parte
a parte. Riegalbramas
attinse con enorme gioia e soddisfazione all’espressione di totale
stupore che apparve sul volto del demone…quelle ferite che sarebbero
state letali per molti, sapeva che non erano però letali per una persona
con i poteri di Alucard…in oltre non aveva sofferto abbastanza per il
suo crimine. Così
richiamò a sé un’altra dose del suo potere e cominciò a convogliarlo
nelle due spade. Le armi presero a fiammeggiare intensamensamente e tali
fiamme magiche si trasferirono nel corpo del demone attraverso le ferite.
Inizialmente non accadde nulla, poi quel fuoco divenne reale e prese a
bruciare…e Alucard urlò. Riegalbramas
sapeva che se si sarebbe liberato non avrebbe più avuto la possibilità
di ucciderlo, perciò si lasciò cadere con lui al suolo, trattenendolo
tra sé e il nudo terreno, con le spade ancora più conficcate nel suo
petto. Alucard si dimenava e urlava mentre il suo corpo continuava a
bruciare, venendo lentamente sfigurato ed il principe godeva
nell’assaporare la sua fine. “Soffri…soffri…questa
è la giusta punizione per ciò che hai fatto!” ruggì il principe
aumentando l’energia che stava utilizzando per farlo ardere più in
fretta. Alucard
provò a liberarsi ma i suoi furono tentativi inutili…più passavano i
secondi più si sentiva debole e meno propenso a ribellarsi…voleva solo
che tutto finisse. Riegalbramas che lo fissava con attenzione vide
fuoriuscire dal suo corpo, uno alla volta, i poteri dei talismani, che
come erano stati inglobati dentro di lui, ora si sciolsero e dispersero
nell’aria, possibilmente per sempre. Pochi
attimi dopo era tutto finito…Alucard era morto ed il suo corpo ridotto
in cenere. ********************** La
stanza era piena di persone ma non c’era allegria sui loro volti. Mirai
era stato steso sul letto di Riegalbramas, la sua espressione calma e
serena ma priva di qualsiasi colorito vitale; i suoi lunghi capelli erano
sparpagliati sulle lenzuola corvine, incorniciando alla perfezione il suo
volto. Sembrava quasi che stesse dormendo se non fosse per il fatto che il
suo corpo era freddo ed il suo cuore non batteva. Riegalbramas
era seduto sul materasso accanto a lui. Era tornato il ragazzo di sempre,
niente tratti animaleschi, niente poteri spropositati seppure quelli erano
sempre dentro di lui, latenti…giocherellava con le dita con alcune delle
sue ciocche bionde mentre si annegava nel dolore della sua perdita
versando lacrime silenziose. Dall’altra
parte del letto stava Asarot-sui, che teneva tra le mani congiunte quella
del figlio, anche lui in condizioni simili a quelle del principe dei
demoni. Il generale celeste aveva già perso la moglie in guerra e aveva
sempre saputo che c’era la possibilità che il figlio facesse la stessa
fine ma aveva sperato di essere risparmiato da un tale lutto…ed
invece… Nella
stanza c’erano anche Temaray e Adaman, quest’ultimo che cercava di
consolare l’angelo per la morte dell’amico. Quando lo aveva saputo
aveva dato a dir poco di matto, continuava a negare la verità ed era sul
punto di far saltare in aria qualcosa se non fosse stato per
l’intervento di alcune guardie che lo avevano immobilizzato. “E’
colpa mia…” mormorò alla fine Riegalbramas, con lo sguardo fisso sul
volto del suo amato. “Non
dire così…tu hai fatto tutto quello che potevi per aiutarlo…” disse
Xelenia, che gli era accanto, appoggiando una mano sulla sua spalla, con
fare confortante. “Invece
non è così…le visioni…” serrò la mascella con una smorfia di
disprezzo rivolto a sé stesso “Le visioni mi avevano presagito questa
fine…avrei potuto evitarlo se avessi voluto…ma ogni volta che mi
assalivano era per avvertirmi di un pericolo imminente che stava per
correre…non avrei mai immaginato che stavano cercando di avvertirmi per
qualcosa di diverso…di prepararmi a tutto questo…” Riegalbramas
chiuse gli occhi ed altre lacrime rigarono le sue guance. Come aveva
potuto permettere che accadesse tutto questo a Mirai? Aveva finalmente
trovato la persona perfetta…la sua anima gemella con la quale avrebbe
potuto trascorrere felicemente il resto dei suoi giorni, indifferentemente
dal fatto che appartenevano a due razze diverse…lo amava alla follia…e
lo aveva perso. Non
lo avrebbe più rivisto sorridere… Non
avrebbe più sentito il calore del suo corpo contro il proprio nei loro
abbracci… Non
avrebbe più assaporato i suoi baci…che così poche volte avevano
condiviso ma non per questo erano stati meno travolgenti. Come
avrebbe potuto vivere senza la sua presenza accanto a sé…non lo
sapeva… “Ragazzo,
non è colpa tua…” disse Asarot-sui fissandolo con espressione
addolorata ma un sorriso dolce sulle labbra “Pensi che Mirai sarebbe
felice di vederti colpevolizzarti in questo modo per la sua morte? Lui ti
amava come non ha mai amato nessuno prima…era felice con te…e so con
certezza che se ti vedesse in queste condizioni ne sarebbe rimasto
profondamente deluso. Mirai era il tipo di persona che pensava prima agli
altri che a sé stesso…e nel sapere che con la sua morte, tramite te, ha
potuto salvare milioni di vite…ne sarebbe stato felice.” “Ma
questo non mi consola! Lui non meritava questa fine! Se non fosse stato
per me Alucard non lo avrebbe scelto come sacrificio…sarebbe ancora
vivo!” gridò “Che senso ha aver distrutto per sempre i talismani,
aver salvato tutti i mondi…se non posso condividere con lui la mia
gioia!” La
stanza piombò nel silenzio…nessuno sapeva cosa ribattere. Lucifero
era rimasto tutto il tempo alle spalle del figlio, senza proferire parola,
non era certe che le sue parole di conforto avrebbero fatto piacere a
Riegalbramas. Non poteva evitare di sentirsi colpevole per quella
tragedia…avrebbe fatto qualunque cosa per rimettere le cose a posto e
donare a suo figlio la felicità che si meritava…eppure sembrava che
attorno a lui, in modo o nell’altro, ci fosse solo sofferenza. Se
solo avesse potuto ridare la vita a Mira, lo avrebbe fatto subito…ma non
era così potente da poterlo fare, non da solo almeno…e non poteva
permettere che altre persone rischiassero la vita per un tale esperimento,
soprattutto visto che il risultato non era certo…l’angelo non avrebbe
approvato e Riegalbramas non lo avrebbe permesso. Tutti
i suoi ragionamenti sembravano portare ad un vicolo cieco, fino a quando
non fu proprio suo figlio a dargli l’idea giusta per risolvere quella
situazione…gli riaffiorò alla mente un antico testo che parlava di
alcuni demoni che erano ritornati da oltre la morte…non descriveva nei
dettagli il procedimento ma pensava di averne capito la dinamica, era un
incantesimo di magia oscura basato su alcuni principi alchemici. Il
re dei demoni fissò con determinazione i presenti prima di parlare. “Forse
so come riportarlo in vita.” Gli
sguardi di tutti si rivolsero verso di lui alquanto sorpresi. “Padre…non
stai scherzando vero?” chiese Riegalbramas con un lampo di speranza
negli occhi. “Non
scherzerei mai su una cosa simile. Bada bene però, non posso garantire al
100% di riuscire a riportarlo tra noi…non ho mai provato a fare una cosa
simile e prima che tu mi dessi la giusta idea non credevo neppure di avere
potere a sufficienza per farlo” “Che
idea?” “L’idea
di utilizzare questo” e con quelle parole rivolse il palmo della mano
destra verso l’alto. Ci fu un improvviso bagliore e su di essa comparve
Mephistophles. “Un
talismano!” “L’ultimo
dei talismani…gli altri li hai distrutti tu…anche se il sigillo è
stato tolto oramai il suo potere è stato ridotto ad un decimo ma dovrebbe
bastare ad aiutarmi a compiere quello che sto per fare.” “E
come vuoi usarlo?” chiese Asarot-sui, sempre seduto accanto al letto con
la mano del filgio tra le proprie. “Pochi
sanno che Mephistophles è considerato il talismano della vita e della
morte…ai suoi antichi splendori poteva fare cose inimmaginabili, portare
del bene o infliggere un grande male…tu Riegalbramas hai assaggiato una
piccola parte del suo potere quando ti abbiamo curato quella ferita
mortale. Ora non può fare molto altro se non funzionare come
catalizzatore del mio potere…ma unendo le nostre energie dovremmo
riuscire a far funzionare l’incantesimo che riporterà in vita Mirai.” Xelenia,
man mano che il consorte spiegava il suo piano, divenne sempre più
inquieta ed allarmata. Sapeva più che bene come funzionava quel talismano
ed aveva una vaga idea a quale incantesimo si stesse riferendo…e la cosa
non le piaceva. Temeva le terribili ripercussioni che si sarebbero
abbattute su di lui usandolo ma non poteva impedirgli farlo…non poteva
scegliere tra il suo compagno e suo figlio…perché in fondo anche lei
avrebbe fatto la stessa cosa quindi non le restava che affidarsi alla sua
decisione. “Tesoro…ne
sei sicuro?” non riuscì a rattenersi dal chiederlo. Lucifero
la fissò e la sua espressione si raddolcì. “Si…ormai
ho deciso…” “Però…”
ma il demone la interruppe con un cenno della mano. “Lo
so…” I
due continuarono a fissarsi intensamente, come se stessero avendo una
discussione che solo loro potevano sentire…il che era più che
possibile. Gli altri presenti si limitarono a studiarli incuriositi ma in
silenzio, Riegalbramas ansioso di riavere di nuovo il suo amato con sé,
anche se cercava di non illudersi troppo visto che il padre non gli aveva
dato totali garanzie. Alla
fine i due sovrani interrupero il loro scambio di sguardi, Xelenia
sembrava più affranta di prima, quasi rassegnata ma non proferì parola. “Sono
pronto” disse Lucifero voltandosi verso Riegalbramas “Allontanatevi
dal letto” Riegalbramas
e Asarot-sui fecero come era stato loro detto e si allontanarono di
qualche passo dal letto, seppure nessuno dei due voleva abbandonare il
capezzale del giovane generale. Lucifero invece si avvicinò, restando in
piedi…sapeva quale sacrificio stava per fare ed era pronto a farlo,
Xelenia gli aveva dato il suo supporto, anche se con riluttanza. Posò
il talismano sul petto di Mirai, poi stese le braccia con i palmi delle
mani rivolti verso di lui e chiuse gli occhi, cominciando a concentrarsi.
Richiamò la sua energia da ogni cellula del suo corpo e cercò di
convogliarla nelle mani…quella era la parte facile del procedimento, ora
doveva cercare di farla entrare in sincronia con l’energia rimasta nella
sfera…dovevano lavorare come se fossero una cosa sola in modo da poter
avere il massimo potenziale di riuscita…non erano ammessi vacillamenti. Dopo
un po’ il talismano iniziò a reagire…una nebbiolina bianca e dorata
cominciò a vorticare all’interno del globo di cristallo racchiuso tra
quelle fauci di drago. Si innalzò dal petto dell’angelo, levitanto fino
a fermarsi esattamente a metà strada tra il suo corpo e le mani del
demone. Lucifero
poteva sentire le loro energie mescolarsi e fondersi l’una con
l’altra. Ora doveva mantenere quella stessa concentrazione e sondare
allo stesso tempo il corpo del ragazzo per trovare quel filo vitale che
teneva unita la sua anima alla carne. Mirai non era morto da molto quindi
la sua anima doveva stare ancora vagando da qualche parte…se fosse
riuscito a richiamarla nel corpo ed a fornirle quel barlume di essenza
affinchè riprendesse a vivere, il gioco era fatto. Il
demone cercò, cercò a fondo ed alla fine lo trovò…era come una
piccola fiammella, molto debole, sul punto di estinguersi ma
fortunatamente ancora presente. Allora Lucifero cominciò a recitare le
parole dell’incantesimo che lo avrebbero aiutato a fornire a quella
fiamma tutta l’energia che aveva bisogno per tornare a brillare…anche
a costo di prosciugarsi, situazione molto più vicina alla realtà di
quello che si potesse pensare. Lucifero
si sentiva affaticato, lo scontro con Alucard lo aveva provato a fondo ed
ora tutto questo lo stava mettendo seriamente alla prova…stava
attingendo a tutto il suo potere e lo sentiva scivolargli lentamente tra
le dita senza poterlo fermare. La fiamma vitale di Mirai sembrava
assorbire incessantemente la sua energia senza però riprendersi e ad un
certo punto stava quasi per perdere la speranza si potesse mai
riprendere…poi però lo sorprese, crebbe di colpo di intensità
cominciando a vorticare all’impazzata, attingendo a quella fonte di
nutrimento come una bestia affamata e Lucifero glielo concesse. Il
suo corpo stava per cedere e lo sapeva ma non poteva arrendersi proprio
ora…mancava un ultimo pezzo all’incantesimo…doveva recitarlo per
sigillare l’anima in quel corpo una volta per tutte…e fu ciò che
fece. Cominciò pronunciare i versi dell’incantesimo con voce tremante e
annaspante, come quella di un uomo che si era inerpicato su un’alta
montagna dove l’aria era terribilmente rarefatta…poteva anche sentire
i battiti del suo cuore rallentare, una manciata di secondi dietro gli
altri…ma mancava così poco… All’improvviso
Mirai spalancò gli occhi, inarcandosi dal letto in preda agli spasmi dei
suoi primi respiri mentre i suoi capelli, dalla radice fino alla punta,
cominciarono a mutare di colore diventando di un lucente rosso
intenso…poi il talismano esplose in mille pezzi e Mirai crollò sul
letto, vivo ma di nuovo privo di coscienza…allo stesso tempo Lucifero
crollò a terra, sorretto tempestivamente da Xelenia che si adagiò con
lui tra le braccia al suolo. I
presenti a quel miracoloso evento non sapevano come reagire, troppo
sorpresi da quello che avevano appena visto per pensare a cosa
fare…rimasero immobili alcuni istanti prima che la stanza riprese a
vivere. Asarot-sui si diresse subito verso il figlio, nei suoi occhi
comparvero lacrime di gioia quando potè accertarsi che Mirai era davvero
tornato tra loro…il suo corpo stava cominciando a scaldarsi ed il suo
torace si alzava e abbassava sotto un respiro regolare. Riegalbramas
fu incerto se accorrere accanto all’amato o al padre, ma vedendo che
l’angelo stava bene ed era in ottime mani decise di inginocchiarsi
accanto alla madre. “Che
è successo? Come sta?” chiese senza poter celare una vena di
preoccupazione. Xelenia,
che stava accarezzando con gesti lenti e gentili i capelli del marito, alzò
i suoi occhi viola su Riegalbramas e scosse il capo. C’erano lacrime sul
suo volto. “E’
troppo tardi per lui” mormorò con voce rassegnata. Il
principe spalancò gli occhi…sua madre doveva scherzare…non era
possibile che Lucifero, il re di tutti i demoni, potesse morire in quel
modo…lui lo aveva sempre ritenuto intoccabile, anche se recenti eventi
gli avevano dimostrato il contrario. “Come?…Perché?” “Ha
usato tutta la sua energia per riportare in vita Mirai, compreso quella
vitale…sapeva che c’era questo rischio eppure lo ha fatto in ogni
caso…per te…per la tua felicità…non ha mai potuto dimostrartelo
prima d’ora, e sai il perché, ma ti amava davvero con tutto sé stesso,
figlio mio…” Riegalbramas
sapeva che Xelenia non aveva pronunciato quelle parole per farlo sentire
in colpa, per scaricare su di lui la responsabilità di quello che stava
accadendo, ma solo come dato di fatto di quello che provava suo padre per
lui…eppure non poteva fare a meno di credere che tutte le morti di quel
giorno erano state causate da lui, chi volontariamente chi non. Lui
non aveva mai avuto un buon rapporto con Lucifero, prima che le sue
convinzioni su di lui fossero infrante, ma non aveva neppure avuto il
tempo di rimediare dopo che aveva scoperto la verità…era accaduto tutto
così velocemente ed ora lo stava già perdendo. Non aveva mai desiderato
la sua morte, neanche ai tempi in cui lo odiava. “Non
si può fare nulla per salvarlo??” “No…-
scosse il capo Xelenia – Non esiste nessuno altrettanto potente da
ripetere quello che è appena stato fatto…e se anche esistesse vorresti
condannarlo al posto suo? Non sarebbe giusto…è stato tuo padre a
scegliere questo cammino e noi non possiamo fare altro che rispettarlo.” “Una
vita…per una vita…è giusto così…” sussurrò con voce quasi
impercettibile Lucifero, socchiudendo gli occhi “Perdonami…mia
cara…per averti causato questa sofferenza…” “Io
invece sono molto fiera di te” disse la donna portando la mano del
marito alle labbra per baciarla mentre i suoi ricci neri cercavano di
celare il suo volto affranto dal dolore. “Ricorda…sarò
sempre con te…in un modo o nell’altro…” sorrise leggermente prima
di spostare lo sguardo su Riegalbramas “E tu…regna saggiamente sul
nostro popolo…” “Te
lo prometto padre…” rispose il ragazzo stringendogli l’altra mano,
nei suoi occhi si poteva leggere l’affetto per il proprio genitore che
non aveva mai espresso fino a quel momento. Lucifero,
soddisfatto ed in pace con sé stesso, chiuse gli occhi e si lasciò
andare…l’attimo dopo il suo cuore si fermò. Il
suo corpo fu trasportato con tanto di onori nella stanza delle cerimonie,
dove sarebbe stato preparato per il funerale ed i dodici giorni di lutto
che sarebbero seguiti, prima della sepoltura nella cripta degli antichi
re. Riegalbramas
fu lasciato solo con Mirai, a vegliarlo in attesa del suo risveglio,
mentre Xelenia, una volta tornata nella sua stanza, che da quel giorno
avrebbe abitato da sola, trovò una sorpresa ad attenderla. Sul letto,
adagiato sul cuscino, trovò una collana con un ciondolo…un grosso
rubino perfettamente incastonato su una montatura d’oro…una volta
preso in mano fu invasa da una sensazione famigliare, da un calore
confortante che le riscaldò il cuore cacciando via buona parte della sua
angoscia…ed allora sorrise mormorando un “Sei sempre stato bravo a
mantenere le promesse.” Fine
14^ parte |