Tadaaaann!! Che mi dite
ragazzi?? Avreste mai pensato che la storia avrebbe preso questa piega?? Eheh!
Ebbene si!!! E’ un fantasy!! Vi ho fregato!^__^
Come
al solito avverto che tutti i personaggi di questa fic appartengono
esclusivamente a me (la solita fortunata lei!!!! -__- NdSaku&Sei&Yu)
quindi nessuno li può usare tranne me!!
So far away parte
VI
di Miyuki
La
stanza era avvolta quasi completamente nelle tenebre. Aveva un aspetto
inquietante causato soprattutto dalla scarsa illuminazione che proveniva
da una serie di piccole lanterne appese alle mura di pietra grezza.
Sul
pavimento era disteso un tappeto in pelo color cremesi che portava fino ai
piedi di un trono inscavato nella parete stessa della sala circolare, sul
quale era seduto un demone dai lisci capelli verde scuro, che si fermavano
appena sopra le spalle. Il suo aspetto era quello di un uomo di
trentacinque anni ma, come per il sovrano dell’Inferno, la realtà era
ben diversa. Dietro quell’apparente giovinezza si nascondeva una
conoscenza ed un’astuzia infinita allevata in millenni di esistenza.
Il
demone era in una profonda concentrazione. Gli occhi erano chiusi e le
labbra si muovevano lentamente ripetendo all’infinito una muta
cantilena…..un incantesimo. Teneva il braccio destro disteso davanti a
se, con il palmo della mano rivolto verso l’altro. Qualche metro sopra
esso vibravano nell’aria tre sfere dalle sembianze e dalle dimensioni
diverse.
Quella
più grande si poteva a mala pena stringere nel palmo di una mano. Aveva
una superficie liscia e trasparente come il vetro, ma non era
vetro……non era altrettanto fragile e delicato. Come tutti i talismani
era stata forgiata con materiali praticamente
indistruttibili e forse neppure la più potente magia avrebbe potuto
danneggiarla. Al suo interno vorticavano mescolandosi qualcosa di molto
simile a dei fumi di quattro colori differenti: rosso, blu, verde e
marrone.
Le
altre due sfere, uguali in dimensioni, erano un po’ più piccole
rispetto all’altro talismano. Una era fatta completamente in metallo,
ricoperto da una serie di incisioni ed ideogrammi in antiche
rune….probabilmente magiche e probabilmente appartenenti agli antichi
demoni. L’altra era rossa con delle sfumature arancio e sembrava quasi
pulsare di vita propria.
Con
la mente e con il suo potere Alucard stava ispezionando per l’ennesima
volta i tre talismani. La sua era più un abitudine creatasi con il
passare degli anni che un eccesso di zelo. Il punto è che ne era rimasto
completamente affascinato.
Più
li studiava, più cose riusciva a scoprire sul loro conto.
E
ciò non faceva che aumentare la sua voglia di fare suo il loro potere.
Rimase
ancora in quello stato per alcuni minuti prima di smettere di recitare
l’incantesimo e aprire lentamente gli occhi, rivelando due splendenti
iridi color smeraldo. Fece scendere lentamente le sfere fino a quando non
galleggiavano che a pochi centimetri dalla sua mano e si mise a fissarle
intensamente.
Tra
breve sarebbe riuscito ad infrangere il sigillo che imprigionava i loro
poteri.
Mancava
poco al momento tanto atteso e per allora avrebbe dovuto possedere tutti e
nove i talismani. Erano indispensabili. Altrimenti non avrebbe mai potuto
raggiungere il suo scopo ed ottenere tutto il potere necessario per
portarlo a termine.
Lentamente
si alzò dal trono e si diresse verso un piedistallo dove posò i tre
talismani. Il mobile iniziò subito a brillare di un accecante luce blu e
si vide lentamente creare attorno ad esso un potentissimo scudo protettivo
che solo i più potenti demoni avrebbero potuto creare…e allo stesso
modo infrangere.
Poi
un lieve bussare attirò la sua attenzione.
“Avanti”
rispose senza neppure voltarsi a guardare chi stesse per entrare nella
stanza.
“Mi
scusi signore…..volevo solo avvertirla che il Generale Mallen è tornato
dalla sua missione sulla Terra e chiede udienza” disse la guardia
timorosa ed immobile sull’uscio della porta.
“Fallo
entrare”
“Come
desiderate” disse inchinandosi lievemente in segno di profondo rispetto
prima di allontanarsi.
Qualche
istante dopo comparve sulla porta il giovane demone dai capelli rossi.
Il
suo volto era cupo e camminava a testa bassa verso il centro della stanza.
Le mani gli tremavano percettibilmente a causa del nervosismo e si
continuava a domandare chi glielo avesse fatto fare di andare lì proprio
in quel momento.
Ma
la risposta la conosceva bene…troppo.
Sapeva
che se non avesse riferito subito l’esito della missione il suo padrone
si sarebbe infuriato a morte….anche se quando avrebbe saputo la brutta
notizia del suo fallimento non ne sarebbe di certo stato felice…..e poi
lo voleva vedere.
Per
lui ogni occasione era buona per incontrarlo.
Ormai
era diventata la sua ossessione.
Il
giovane demone si inginocchiò di fronte al suo signore in attesa del
permesso di parlare.
Il
demone dai capelli verdi si voltò lentamente a fissare il suo generale,
con un lieve sorriso sulle labbra.
“Mio
caro Mallen, sono felice che tu sia tornato” disse avvicinandosi di
qualche passo al ragazzo.
“L-la
ringrazio per avermi dato u-udienza….sp-spero di non averla
disturbata” rispose nervoso ed , improvvisamente, imabarazzato.
Possibile
che dovesse fargli sempre quell’effetto?
Alzò
leggermente lo sguardo per fissarlo e, come al solito, ne rimase
incantato.
Mentalmente
sospirò rassegnato. Era davvero uno stupido….non riusciva proprio a
contenersi.
Alucard,
il Thamiel più potente di tutto il regno demoniaco, che si era ribellato
a Lucifero, era di una bellezza perfetta e di un carisma che conquistava.
Lui
in particolare ne era rimasto conquistato….fin dal primo momento che lo
aveva visto.
A
quel tempo sembrava così lontano ed irrangiungibile….come lo era
tutt’ora del resto.
Lui
era un semplice soldato….un Raphaim (vili, una delle caste più basse
dei demoni) anche se piuttosto dotato, come spesso sentiva dire di
se…..ma per lui, come per tutti, era impensabile credere di potersi in
qualche modo avvicinare ad Alucard. Nessuno era mai riuscito a scalfire
quella corazza di freddezza e di crudeltà.
Perché
Alucard era bello quanto ero spietato.
Spesso
sul suo volto si dipingevano sorrisi che potevano sembrare sinceri e dalle
sue labbra fuoriuscire parole dolci e melodiose….ma allo stesso tempo il
suo sguardo continuava a brillare di luce sinistra.
Non
si sapeva mai cosa aspettarsi da lui. Era imprevedibile.
Ma
per stare accanto a lui aveva fatto di tutto. Si era impegnato ed era
riuscito a progredire di grado….fino a raggiungere il suo attuale
titolo….un Tagaririm.
“Nessun
disturbo….dimmi un po’….hai trovato il talismano che ti ho mandato a
cercare?”
Eccola….la
fatidica domanda.
Sapeva
che glielo avrebbe chiesto….era andato lì per quello in fondo….però
aveva sperato fino all’ultimo che non sarebbe mai arrivato quel momento.
Mallen
abbassò di nuovo lo sguardo, ancora più scuro di prima. Poi iniziò a
parlare incerto e timoroso.
“Padrone
io….io non sono riuscito a trovarlo….non ho avuto il tempo di
controllare tutta la zona ma…beh….credo che l’informazione fosse
sbagliata….il talismano non era lì.”
Seguì
un attimo di profondo silenzio che fece capire a Mallen
che nulla al mondo gli avrebbe fatto evitare l’ira del suo
signore.
Poi
un potente schiaffo lo colpì in pieno volto, facendolo quasi cadere a
terra.
“E
dimmi un po’….come fai ad essere certo che non ci fosse? Visto che non
hai controllato bene ti potrebbe essere sfuggito qualche particolare,
no?” disse con voce tagliente.
Il
giovane demone non si mosse a toccare la guancia dolorante, sulla quale
probabilmente si sarebbe presto vista una bella chiazza violacea, ma si
morse silenziosamente il labbro inferiore cercando di non cedere alle
lacrime che chiedevano prepotentemente di uscire.
Si
azzardò ad alzare lo sguardo e vide che dal volto di Alucard era
scomparso completamente il sorriso di prima, il quale aveva lasciato posto
ad un’espressione dura ed impassibile. I suoi occhi verdi brillavano di
una strana luce che lasciava trasparire i suoi sentimenti, camuffati da
quella maschera gelida: ira ed insoddisfazione.
Mallen
abbe una fitta al cuore.
Perché
non riusciva a farsi apprezzare da lui?
Possibile
che tutto quello che faceva dovesse sempre finire in un disastro totale?
Ma
in fondo lui pretendeva l’impossibile!
Erano
così differenti loro due….e poi lui era così giovane…..era già
tanto se era riuscito a diventare uno dei suoi soldati più fidati…..già….ma
fidati fino a che punto? Era inutile cercare di comprendere quello che
passava nella mente del sommo demone….era troppo complessa…..e non
poteva di certo fidarsi ciecamente delle sue parole e dei suoi sorrisi,
vista la velocità con cui cambiava umore.
“C-chiedo
umilmente perdono….io…io ce l’ho messa tutta. Ho bloccato il tempo
sulla Terra dopo aver abbattuto il palazzo nel quale doveva essere tenuto
nascosto il talismano….ma proprio mentre lo stavo cercando da sotto le
macerie è comparso uno….uno dei Generali Celesti….e poco dopo è
arrivato pure il Principe Riegalbramas….”
“Stai
scherzando vero?” chiese Alucard con una leggera nota di sorpresa nella
voce.
“N-no…..non
oserei mai! Quando me li sono trovati davanti entrambi non ho saputo cosa
fare….e p-poi il mio incantesimo del tempo stava per terminare così
sono tornato qui…..per fare rapporto” disse mentre, con sguardo ancora
più basso, si stava torturando le mani a causa dell’ansia e del
nervosismo.
“Interessante….sapevo
che Riegalbramas era stato mandato sulla Terra in missione per controllare
che i tre talismani dispersi sul pianeta dopo l’ultima Grande Battaglia
non fossero presi da nessuna delle due fazioni….ma a quanto pare gli
angeli hanno avuto la nostra stessa idea….e hanno mandato addirittura
uno dei cinque generali!” sorrise perfidamente “Ne angeli ne demoni si
sono risparmiati a quanto vedo!”
Mallen
percepì un lieve rilassamento nel tono di voce del suo signore ma non
volle alzare comunque lo sguardo.
Aveva
troppa paura della punizione che gli sarebbe stata inferta ed era troppo
addolorato della delusione che aveva dato ad Alucard.
Senza
accorgersene il tremore delle mani si era trasmesso in tutto il corpo, che
ormai si muoveva come una foglia al vento.
Il
demone lo notò e si avvicinò ulteriormente al ragazzo che era ancora
inginocchiato riverente. Vide il corpo del Tagaririm irrigidirsi e quasi
allontanarsi di scatto quando gli posò una mano sulla spalla.
“Calmati
Mallen, smettila di tremare. Non è stata colpa tua quindi non ho
intenzione di punirti. Te la sei cavata bene quindi rilassati ok?”
Con
l’altra mano sollevò il volto del ragazzo e scostò i soffici ricci
infuocati in modo da poterlo fissare negli occhi.
Alucard
stava di nuovo sorridendo.
“Scusami
per questo – disse indicando la guancia maltrattata – ti fa male?”
Il
giovane demone non riuscì a rispondere, incantato com’era a quella
visione.
Si
riscosse solamente quando senti un lieve calore sul volto ed allora si
accorse che il suo signore aveva usato il suo potere per far sparire
l’ematoma ed il dolore.
“Ecco
fatto! Ora è tutto sistemato! Immagino sarai stanco dopo la
missione….ti consiglio di andare a riposarti nei tuoi alloggi!” disse
continuando a sorridere.
Mallen,
dopo un attimo di stordimento, si alzò lentamente in piedi.
“La
ringrazio padrone. Se ha bisogno di me mi chiami senza esitazione!”
disse inchinandosi in segno di saluto prima di voltarsi per uscire dalla
stanza.
Un
pensiero fisso però gli continuava a tamburellare nella mente….anzi,
una domanda….una domanda che lo tormentava da chissà quanto tempo.
/Perché?
Perché non riesco a capirlo? Perché?/
*********************************
Riegalbramas
era completamente immerso in una grande vasca di pietra bianca. L’acqua
calda, che fuoriusciva dal muro attraverso le fauci di un serpente di
marmo, fumava e riempiva la stanza di un sottile strato di vapore mentre
un fitto strato di schiuma galleggiava sul filo dell’acqua.
Il
demone aveva la testa reclinata in dietro che poggiava sulla pietra e gli
occhi chiusi.
Si
stava godendo a fondo quella pace e quella tranquillità mentre cercava di
venire a capo di alcuni problemi.
Erano
passate solo poche ore da quando lui e Mirai si erano separati e stava già
credendo di impazzire.
Egli
sapeva benissimo di essere ancora innamorato di lui, nonostante avesse
scoperto che era un angelo….ed era certo che anche l’altro ragazzo
provasse qualcosa per lui.
La
domanda era: sarebbero mai riusciti ad amarsi liberamente nonostante tutte
le evidenti difficoltà che ostacolavano il loro cammino?
Per
di più con il tradimento di Alucard ed il furto di tre talismani la
situazione si era complicata ulteriormente.
In
oltre come avrebbe potuto far sapere a Mirai i suoi veri sentimenti e
convincerlo a fidarsi di lui?
Il
tutto sembrava sempre più impossibile.
Ma
un modo lo avrebbe trovato….a qualsiasi costo. Al diavolo quello che
avrebbero potuto pensare suo padre e tutti gli altri demoni! Di certo lo
avrebbero guardato con disprezzo e suo padre sarebbe perfino arrivato ad
ucciderlo se solo lo avesse saputo.
In
tutti quei millenni di vita aveva assististo a pochi casi di demoni che si
erano innamorati di angeli (ignorava il fatto se fossero o no
ricambiati)….e nessuno di loro aveva mai fatto una bella fine.
Ma
non avrebbe mai sentito una critica da sua madre. Ne era certo. Aveva la
certezza che lei lo avrebbe sempre capito e supportato.
Si
riscosse da quei pensieri cupi e si accorse di essere rimasto nella vasca
per più di un ora così decise che era tempo di uscire.
Afferrò
un asciugamano rosso e se lo legò in vita uscendo dalla sala da bagno.
Si
diresse lentamente verso il letto dove erano stati adagiati da Rashimari
alcuni dei suoi vestiti mentre i due draghetti gli svolazzavano
allegramente sopra la testa.
“Allora
padroncino, come ti senti dopo un bel bagno caldo?” chiese Imashima.
“Pensavamo
fossi annegato a quest’ora!” aggiunse Rashimari.
“Come
vedi sono ancora vivo. Comunque mi sento benissimo ora. Avevo proprio
bisogno di rilassarmi un po’. Oggi ne sono successe davvero di tutti i
colori……non la si può di certo considerare una giornata fortunata!
Prima quel bell’inconcontro col Tagaririm sulla Terra….poi mio padre
mi viene a dire che i talismani sono stato rubati…..tutte belle
notizie…davvero!” disse sedendosi stancamente sul letto.
“Non
pensare a queste cose negative altrimenti lo stress ritorna!” disse il
draghetto rosso appollaiandosi sulla sua spalla.
“Temo
di non poterlo evitare…..più tardi devo tornare a parlare con mio
padre. Voglio essere informato su ogni dettaglio del tradimento di Alucard!
Non voglio che mi sia tenuto nascosto nulla!”
“Su
su ora non ci pensare! Sei appena tornato in fondo! Prenditi un break!”
“Avete
ragione, come sempre….ma non è così facile…..troppe cose sono
successe….” disse con un sorriso triste “Bene….ora è meglio che
mi vesta. Non posso di certo rimanere in asciugamano per sempre!” (perché
noooo!?!? a noi vai benissimo così!*__* NdSei&Yu – ehmmm…sorelline…^^;;;;;
NdMiyu)
Detto
questo si alzò, prese i vestiti sul letto e lasciò cadere
l’asciugamano a terra iniziando a vestirsi. (waaaaaahhhh!!! cosa vedono
i nostri occhietti!!!! *ç* NdSei&Yu – non fate così….il
pavimento è appena stato pulito….troppo tardi…..qualcuno venga a
togliere la bava per favore!!-__- NdMiyu)
Rashimari
aveva scelto per il suo padrone un paio di pantaloni in pelle nera, un top
ed un lungo impermeabile dello stesso colore. In vita si era legato una
cintura in argento sulla quale spiccavano alcuni rubini ed il fodero di
qualcosa…..non di certo di una spada o di un pugnale perché aveva una
forma circolare.
“Imashima….Rashimari….lo
tenete sigillato ancora voi, vero?”
“Certamente!!
E’ ancora al sicuro proprio come ci avevi raccomandato!” disse il
draghetto blu.
“Anche
se, ad essere sinceri, non avrebbe fatto molta differenza neppure se lo
avessi lasciato lì sul tavolo! Solo tu lo puoi maneggiare senza rischiare
di essere arso vivo!” aggiunse l’altro.
“Si
ma avrebbero potuto lo stesso rubarlo anche senza cercare di utilizzarlo!!
Non si lasciano le cose importanti in giro!”
“Ok…era
solo per dire sorella…..quanto la fai lunga!”
“Ehm…..ragazze……vi
dispiace ridarmelo…visto che sono di nuovo qui?”
“Oh
si, certo….scusaci! Ima vieni qui!”
“Arrivoo!”
disse il draghetto blu posizionandosi di fronte all’altro.
I
due intrecciarono le loro code e rimasero a fluttuare nell’aria,
sprofondando in una lenta concentrazione. Allungarono le zampette
anteriori in avanti fino quasi a toccare quelle altrui, poi iniziarono a
recitare una strana formula nel lunguaggio dei draghi.
Lentamente
la pietra bianca di Imashima e quella nera di Rashimari iniziarono a
brillare ed a sprigionare un tenue raggio di luce. I due raggi si
incontrarono sopra le loro teste creando una specie di sfera luminosa,
dalla quale fuoriuscì un oggetto.
Era
un bastone in metallo lavorato ed inciso finemente con dei fili d’oro e
d’argento, sul quale erano incastonate alcune pietre bianche. Aveva una
lunghezza di circa 60 cm e sembrava totalmente innocuo, visto che non
presentava nessuna parte particolarmente contundente.
Riegalbramas
allungò lentamente il braccio ed afferrò il bastone.
Nel
momento in cui lo toccò da esso fuoriuscirono delle fiamme nere e rosse
che lo avvolsero minacciose. Una forte carica elettrica invase la stanza
creando fulmini e scintille.
I
due draghetti ruppero il loro contatto e si allontanarono di qualche metro
dal fenomeno, aspettando che tutto finisse.
E
fu proprio così. Qualche minuto dopo tornò la quiete. Le fiamme ed i
fulmini furono tutti assorbiti dal bastone, che si limitò a brillare di
un intensa luce violacea.
Il
bastone aveva riconosciuto il suo padrone
ed era pronto a tornare al suo fianco per servirlo.
“Di
nuovo insieme noi due…” disse accarezzando delicatamente la sua
superficie metallica prima di inserirlo nel fodero agganciato alla sua
cintura.
Poi
si voltò verso i due draghetti.
“Grazie.
Siete state davvero di grande aiuto”
“Figurati!
Lo abbiamo fatto con piacere!” dissero contemporaneamente.
“Cos’hai
intenzione di fare adesso?” chiese Imashima.
“Sinceramente
è troppo presto per andare di nuovo da mio padre a chiedere
spiegazioni….quindi penso che andrò a fare un giro per il castello.
Voglio fare anche un salutino a Bathim e Abigor….chissà come stanno
quei due vecchiacci!” disse sorridendo leggermente.
“Sono
sempre i soliti. Il maestro Bathim sta sempre ad ammuffire nel suo studio
con il naso immerso nei suoi libri di pozioni e di erbe
magiche….”disse il draghetto rosso.
“…..mentre
Abigor, quando non è con tuo padre in veste di consigliere di battaglia e
di stratega, cerca di costringere i soldati a tenersi in forma con
esercitazioni di ogni tipo….la guerra fa parte del suo codice genetico
lo sai.” completò il compagno.
“Eh
già….sembra che la sua ossessione di subire un attacco a sorpresa in
questi anni sia diventata una possibilità più che veritiera…..addio ai
momenti di pace…..” disse il principe sospirando “Comunque devo
ammettere che ho sentito anche la loro mancanza mentre ero sulla
Terra…..strano a dirsi ma era una vita noiosa senza le loro continue
ramanzine”
Bathim
e Abigor erano stati, in gioventù, i suoi maestri.
Il
primo lo aveva istruito all’arte della magia e delle scienze, aiutandolo
a sviluppare la mente e l’intelletto…..cose che secondo il maestro
Bathim erano la vera essenza di ogni demone che si rispetti….le uniche
delle quali non ci potevano privare. Il secondo invece lo aveva battezzato
alle armi. Gli aveva insegnato ogni tecnica di combattimento possibile ed
immaginabile. Grazie ai suoi insegnamenti era in grado di combattere con
qualsiasi arma e mischiare ad esse una buona dose di magia.
Era
molto legato ai suoi mentori, anche se spesso si divertiva a farli
dannare.
“Bene,
ho deciso! Andiamo a far loro una visitina!”
Riegalbramas
si diresse verso la porta della sua stanza seguito dai due draghetti,
pronto per immergersi nell’oscurità dei corridoi del palazzo…..solo
che la porta si aprì di scatto senza che lui l’avesse neppure
raggiunta….figuriamoci toccata.
Una
figura si tuffò all’interno della stanza, agganciandosi con le braccia
al collo del principe.
“Brammy!!!!
Come sono felice di rivederti!”
“A-Adaman?”
chiese il demone ancora un po’ sorpreso da quell’improvvisa
intrusione.
“E
chi altri se no!? Non dirmi che non riconosci più il tuo adorato
cugino!?”
“E
come potrei non riconoscerti? Sei l’unico che fa così tanto baccano per
entrare in una stanza!” disse irritato afferrando le braccia del nuovo
arrivato e staccandosele di dosso “Quante volte ti ho detto che non ti
puoi fiondare in questo modo nelle camere altrui, è da maleducati! E poi
piantala di chiamarmi Brammy….lo sai che non mi piace questo
nomignolo!”
“Sempre
il solito scontroso cugino! Eppure sei appena tornato, pensavo che una
bella vacanza sulla Terra ti avrebbe fatto bene all’umore….invece non
è per niente migliorato!”
“Non
sono sceso tra i mortali per divertirmi bensì in missione”
“E
con ciò? Era vietato divertirsi?” disse Adaman togliendosi una ciocca
di capelli dal volto.
“Ci
rinuncio….” sospirò rassegnato Riegalbramas fissando con occhi pieni
di rimprovero il cugino.
Adaman
aveva l’aspetto di un diciannovenne. Aveva i capelli corti che gli
incorniciavano dolcemente il viso ed erano per lò più neri, con
l’eccezione di alcune ciocche argentate sparpagliate qua e là. I suoi
occhi erano grigi e sulle sue labbra c’era perennemente il sorriso.
“Dai
Brammy, non arrabbiarti! Stavo scherzando! Lo so benissimo che non è
stata una scampagnata la tua e so anche quello che è successo qualche ora
fa…..volevo soltanto sdrammatizzare un po’!”
“A
quanto pare le notizie volano….”
“Si
beh….con la situazione attuale tutti devono sempre essere tenuti al
corrente di ogni fatto nuovo….”
“Già,
posso immaginarlo….” sospirò nuovamente e poi sorrise, scompigliando
con una mano i capelli del cugino “E va bene….per questa volta ti
perdono ma vedi che non ricapiti….impara a bussare prima di entrare!
Piuttosto, ti va di venire con noi a fare un giro per il castello? Volevo
andare a trovare i due vecchiacci.”
“Volentieri!
Così mi racconterai com’è stato trascorrere quasi tre secoli sulla
Terra!”
**************************
Mirai
arrivò di fronte ad un enorme portone in marmo bianco, sul quale erano
rappresentate alcune scene della Grande Battaglia che aveva visto gli
angeli vittoriosi….anche se solo in parte.
Accanto
ad essa si trovavano quattro cherubini, due ad ogni lato della porta, che
quando lo videro avvicinarsi si inchinarono in segno di saluto e lo
avvertirono che gli altri generali si erano già riuniti. Il giovane
angelo salutò cordialmente i quattro guardiani della Sala di Cristallo e
li ringraziò dell’informazione poi si avvicinò all’entrata e posò
la mano destra sulla fredda superficie di marmo.
Per
qualche istante non successe nulla poi la porta iniziò a risplendere e a
pulsare. La parte che stava toccando con il palmo della mano prese vita e
si trasformò in una strana sostanza, solida ma liquida allo stesso tempo,
che iniziò ad avvolgersi con le sue spire attorno al braccio
dell’angelo.
Mirai
non si mosse ed attese che il sigillo raggiungesse la sua metà, ovvero
l’Elejita. Non appena quei tentacoli toccarono il tatuaggio si
dissolsero in una polvere cristallina e la porta si spalancò di fronte ai
suoi occhi.
Si
tolse una fine ciocca di capelli dal volto e, senza esitare ulteriormente,
entrò nella sala, alla quale non poteva essere dato un nome più
azzeccato.
Le
cinque pareti, il soffitto, addirittura il pavimento stesso erano fatte
del più splendente di tutti i cristalli, tanto che sembrava essere lui
stesso la fonte lumisa della stanza pentagonale. Non vi erano ne finestre
ne torce, il che rendeva ancora più credibile la questa teoria.
Il
cristallo era di un azzurro chiarissimo che stregava, con l’unica di
cinque stalattiti d’orate che pendevano dal soffitto.
Nell’angolo
esattamente opposto all’entrata era incastonato un gigantesco e
raffinato trono sulla cui testata spiccava, in rilievo, la testa di un
Unicorno in marmo. Accanto ad esso erano posizionati altri quattro troni
leggermente più piccoli, su ognuno dei quali spiccava in rilievo la testa
di altrettanti animali: una Fenice, un Grifone, un Ifrit e un Varaha
(capirete più avanti cos’è!^^ NdMiyu).
Al
centro della stanza, su piedistallo, era posato un enorme globo del
diametro di quasi un metro ed attorno ad esso si ergevano quattro persone,
tra cui suo padre. Erano tutti talmente concentrati su quello che stavano
facendo che non si erano neppure accorti della sua presenza così ritenne
necessario annunciare il suo arrivo.
“Mirai-sui,
Quinto Generale Celeste a rapporto!”
Al
suono di quella voce squillante i quattro angeli si voltarono nella sua
direzione. Suo padre gli sorrise calorosamente appena lo vide ed anche gli
altri ben presto fecero lo stesso.
“Ben
arrivato figliolo! Non ti aspettavo così presto! Pensavo ti saresti
riposato di più che qualche misera ora.”
“Non
ero poi così stanco quindi ho pensato di raggiungervi come mi avete
ordinato” disse il giovane angelo dai capelli color della cenere
avvicinandosi agli altri generali.
Non
appena li raggiunse fu subito accolto da una sonora pacca sulle spalle e
da una voce allegra e gentile.
“Bentornato
Mirai. Si è sentita la tua mancanza qua su, lo sai?”
A
parlare era stato il secondo generale più giovane non che migliore amico
di Mirai. Il suo nome era Temaray.
Aveva
l’aspetto di un ventitreenne dai leggermente lunghi capelli biondi,
raccolti in un piccolo codini, e dagli splendenti occhi azzurri.
“Anche
io sono felice di essere di nuovo qui” rispose sorridendo e ricambiando
il gesto dell’amico con un colpetto al braccio.
Pure
gli altri due generali lo accolsero con gioia e dopo aver parlato per un
paio di minuti del più e del meno furono interrotti dalla voce profonda
di Asarot-sui.
“Bene….ora
che ci siamo tutti e cinque direi di cominciare la riunione vera e
propria….”
“Sono
d’accordo perché qui la situazione è piuttosto strana…e mi sembra il
caso di chiarire alcune cose” disse Heliya, il Terzo Genere Celeste e
pure l’unica donna del gruppo. D’aspetto dimostrava circa
trent’anni. Aveva lunghi capelli neri raccolti in una traccia ed occhi
color smeraldo.
“Scusate
– interruppe Mirai – prima di inziare dovrei essere informato di
qualcosa oppure la situazione non è cambiata dalla mia partenza?”
“Sinceramente
qualcosa è cambiato….ma noi non sappiamo cosa!”
“Non
capisco….che intendi dire?”
“Heliya
intende dire che possiamo percepire una nuova e strana tensione provenire
dall’Inferno….ma purtroppo non sappiamo da cosa è causata o cosa essa
significhi! Per questo ci serve il tuo aiuto…solo tu puoi aiutarci a
comprendere”
Questa
volta a parlare era stato il Secondo Generale Celeste, Senjuto. Era il
membro più serio di loro cinque Angeli Supremi, aveva la stessa età di
Heliya e corti capelli celesti con occhi dello stesso colore. Diciamo che
era la mente razionale del gruppo.
“Io
cosa posso fare?”
“Intanto
puoi cominciare a raccontarci quello che è successo sulla Terra qualche
ora fa e del tuo inaspettato incontro con il Principe Riegalbramas”
tu-tum
tu-tum
Il
suo cuore ebbe un improvviso aumento di battiti nel sentir pronunciare
quel nome e allo stesso tempo provò una forte fitta al petto. I suoi
occhi divennero improvvisamente tristi e si sarebbero riempiti di nuovo di
lacrime se solo quello non fosse stato il luogo meno adatto per cedere ai
sentimenti….dio com’era diventato piagnucolone….non avrebbe mai
pensato di poter diventare così per amore….ma non poteva farne a meno.
I suoi sentimenti erano troppo forti e non lo avrebbero mai abbandonato.
Lo amava ancora troppo.
Con
una grande forza di volontà riprese subito il controllo di se, prima che
gli altri si accorgessero di quel suo improvviso cambiamento, anche se di
certo non ne avrebbero mai compreso la vera ragione.
“Si…certo……credo
di aver capito cosa intendi…..” disse con voce ancora leggermente
incerta, poi iniziò con il suo racconto.
Ovviamente
disse soltanto lo stretto indispensabile…..in poche parole una miseria
rispetto a tutto quello che era successo in quei lunghi e bellissimi mesi
passati sulla Terra assieme a Ryan, che poi si è scoperto essere il
Principe degli Inferi.
Non
aveva accennato nulla sul fatto che aveva incontrato il suo alter-ego
terrestre e che era diventato suo amico……e che si era addirittura
innamorato di lui.
Nulla
del bacio che si erano scambiati.
Solo
gli ultimi dieci minuti che raccontati così sembravano così
pochi….mentre a lui, nel viverli di persona, erano sembrati atrocemente
lunghi.
Ogni
parola detta era una sofferenza perché gli continuavano a tornare in
mente i ricordi felici di quando erano ancora umani. Avrebbe dato
qualsiasi cosa per poter cambiare quella situazione insostenibile.
“……poi
sono comparsi i due messaggeri di mio padre e sono tornato subito qui!”
disse giungendo finalmente al termine del suo racconto.
Seguì
un attimo di silenzio durante il quale ognuno di loro riordinò un po’
le idee e cercò di venire a capo di quella matassa.
“Capisco…..a
quanto sembra Riegalbramas non conosceva il Tagaririm….” disse Senjuto,
pensando ad alta voce.
“Esattamente!
Il Principe era rimasto sorpreso quanto me della sua presenza e del suo
atto sconsiderato! Lo avrebbe di sicuro ucciso se solo quel demone non se
la fosse data a gambe in tempo!” confermò Mirai.
“Ma
allora cosa ci faceva lì sulla Terra e perché ha commesso quella
strage?”
“Forse
quel Tagaririm stava eseguendo gli ordini di Lucifero e Riegalbramas, per
un motivo o per l’altro, non ne era a conoscenza” propose Temaray.
“Non
penso. Da quello che siamo venuti a conoscenza dai vari ambasciatori
inviatici da Lucifero in questi millenni sappiamo per certo che
Riegalbramas non è il tipo da farsi scavalcare. E’ sempre informato su
tutto……e poi, per quale motivo avrebbero dovuto volere la distruzione
di quel palazzo?”
“Per
recuperare i talismani?”
“Potrebbe
anche essere….ma perché muoversi proprio ora dopo 6000 anni? Non poteva
agire prima?” disse Heliya.
Tutti
si zittirono perché non aveva una risposta valida a quella domanda.
Non
si stava venendo a capo di nulla e il restare all’oscuro di qualcosa di
così importante rendeva piuttosto nervosi i generali….tutti tranne
Mirai.
Lui
era certo che Lucifero, ma soprattutto Riegalbramas, fossero innocenti in
tutto quello. Lo sentiva…..ed a quanto pare suo padre gli dette ragione.
“No….vi
state sbagliando tutti…..questo non è il modo di agire di Lucifero
dovreste saperlo. Anche se è un demone ha un suo onore e non è di certo
il tipo da rimangiarsi la parola data. In tutti questi millenni ha cercato
di migliorare, anche se di poco, i rapporti con noi creature celesti e ci
ha promesso che non avrebbe tentato di recuperare i talismani dispersi
sulla Terra a patto che noi avremmo fatto lo stesso. Per questo ci siamo
accordati di mandare rispettivamente nel mondo umano alcuni dei nostri
elementi, in modo da controllare che questo patto non fosse infranto.”
disse Asarot-sui.
“Allora
come possiamo spiegare tutto questo?” chiese Heliya indicando l’enorme
sfera, all’interno della quale comparirono le immagini in tempo reale
del palazzo distrutto, attorno al quale stavano ancora lavorando i
soccorsi.
“Io
credo che la cosa sia ancora più complicata amici miei…..credo che
qualcun altro abbia preso in mano le redini della situazione….fregando
sia noi che Lucifero”
Fine
Sesta Parte
Hira-chan:
Miyu sei una bastardaaa!!!!
Miyu:
e dove sta la novità scusa? cmq posso sapere a cosa ti riferisci di
preciso?
Hira-cha:
hai cambiato i nomi degli altri generali!! in questo modo non ti posso
sfottere come volevo io!!ç___ç
Miyu:
eheheh….mica sono scema io…..appena hai attaccato con sta storia mi
sono presa la briga di modificare alcune letteruccie…..^_^
Hira-chan:
e così mi hai tolto tutto il divertimento! uffi!
Miyu:
non ti lamentare….mi sfotti già a sufficienza nelle tue fic quindi
evitiamo che cominci a rompere anche nelle mie…..e visto che siamo in
tema…TU CHE DIAVOLO CI FAI ANCORA QUI??è__é
Hira-chan:
lo sai che nulla mi può arrestare….neppure la doppia porta al titanio
con tre codici di accesso e scansione della retina…..ohohoh!^O^
Miyu:
eppure mi ero fatta passare tutto da una mia conoscenza che lavorava
all’interno di Mission Impossible….ma a quanto pare con te servono
mezzi di persuasione più concreti e dolorosi……ragazzi!!! venite
qui!!! c’è una bella bistecchina per voi!!!
Hira-chan;
O____o?????
*si
sentono rumori in lontananza poi una dozzina di doberman rubati al film
Resident Evil fanno la loro comparsa*
Hira-chan:
O_______________O
Miyu:
ecco…vedete quella ragazza là…..è un regalino per voi….fatene
quello che volete basta che se ne vada da qui…capito?
*i
cani saltellano allegri attorno all’autrice e poi iniziano ad
avvicinarsi ad Hira*
Hira-chan:
ehmmm….buoni cagnetti buoni……non fatemi la bua
waaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhhhh!!!!!!!!
*Hira-chan
comincia a fuggire inseguita dai cani*
Miyu:
oh bene……vediamo quanto tempo ci mette a tornare……..se ci
riesce……oh come è bello essere l’autrice, puoi far comparire tutto
quello che ti serve!^o^
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