Prima di cominciare avverto che i personaggi e la stessa storia sono di mia invenzione....e quindi guai a chi li tocca!! *Miyu mooolto possessiva con le sue creaturine* Solo io ho il potere assoluto sulle loro vite.....anche se loro non mi sembrano molto contenti di ciò....chissà perchè poi?!


So far away

parte III

di Miyuki


Era giunta l'estate.

Più di un mese era passato dalla vicenda del Lost Paradise ed ora la situazione tra Nicolas e Ryan era decisamente migliorata. Ora che si era tolto di dosso il peso di quella bugia il ragazzo si sentiva molto meglio e poteva finalmente agire liberamente senza correre il rischio di tradirsi.

Alla fine quella stupida precauzione si era rivelata inutile. Fin dall'inizio aveva avuto ragione il suo intuito. Gli aveva fatto capire che Nicolas non era un ragazzo come tutti gli altri e che di lui ci si poteva fidare ciecamente....ma la ragione aveva avuto la meglio e da lì era fuoriuscita tutta quella complicata situazione.

Fortunatamente tutto si era concluso nel migliore dei modi.

In fin dei conti bisognava dare merito a Mark per come si era evoluta la situazione. Se non avesse detto nulla quella bugia sarebbe potuta durare ancora qualche tempo....ed allora forse il risultato non sarebbe stato piacevole.

Ciò però non gli aveva evitato un bella ramanzina da parte di Andrew sulla sua mancanza di spirito d'osservazione e sulla sua mancanza di tatto mentre da Nicolas aveva ottenuto soltanto il broncio per due giorni a causa della sua lingua lunga.

In ogni caso ora era tornato tutto nella normalità, forse addirittura meglio di prima.

Nicolas e Ryan andavano d'accordo più che mai e si incontravano ad ogni occasione possibile.

Si organizzavano per andare a correre assieme la domenica mattina o qualsiasi altro giorno della settimana, per andare a vedere qualche film al cinema o a fare semplicemente quattro chiacchere in un bar....certe volte anche assieme a Mark, Steven e gli altri.

Poi c'erano state le due giornate indimenticabili durante le quali Ryan lo aveva portato a fare un giro turistico nella sua azienda, con l'immensa gioia da parte di Melody che ormai stravedeva per il ragazzo.

Non si era mai divertito tanto ma la cosa più importante è che aveva avuto l'occasione di vedere un'altra parte del carattere di Ryan che fino ad allora aveva solo intravisto, ovvero quella di un ragazzo serio e responsabile, dedito interamente al lavoro e che sa quello che deve fare in ogni situazione! In poche parole quella che tutti conoscevano.

Ciò rese estremamente felice Nicolas perchè ora aveva la certezza che Ryan fosse veramente se stesso e che si fidava a tal punto di lui da non nascondergli più fatti della sua vita privata.

In quel mese e mezzo aveva imparato un sacco di cose sull'amico: i suoi gusti cuilinari, l'allergia per i gatti, le sue storie da studente, la sua squadra di calcio del cuore.......tante piccole cose che per lui, invece, erano importantissime per un saldo rapporto d'amicizia.

Ogni tanto gli parlava addirittura del suo lavoro!! E lui ovviamente lo ascoltava interessato, quasi affascinato, anche se la sua limitata conoscenza del mondo dei computer gli impediva di comprendere la maggior parte delle cose che gli diceva Ryan.....ma lui non è che desse troppo peso alla cosa.

Ora gli mancava solamente incontrare il padre. Da quel che era riuscito a capire era un tipo ancora più occupato del figlio dal loro lavoro. Essendo il presidente dell'azienda era la persona più importante e come tale aveva una marea di impegni. Non lo si vedeva quasi mai nella sede principale di Boston, era sempre in viaggio per lavoro. Un giorno poteva essere a Vienna, quello dopo Madrid.....e lasciava tutto il resto nelle abili mani del figlio. Si vedeva che si fidava ciecamente di lui....e pure Ryan ne aveva sempre parlato bene.

Steven gli aveva confermato che padre e figlio andavano d'amore e d'accordo, a parte alcuni rari scontri causati dai loro caratteri completamente opposti. Infatti gli aveva confessato che Dereck Ashford era un vero pazzo scatenato! Si stenterebbe a credere che quei due fossero parenti se non si assomigliassero fisicamente.

Aveva i suoi sessant'anni ma era un tipetto arzillo e pieno di vita, che affascinava per il suo carattere aperto.

Però........

Su tutto questo però aleggiava un'ombra scura......poichè niente al mondo è perfetto, può sembrarlo ma non lo sarà mai.

Infatti dietro a quella facciata di perfezione della famiglia Ashford si nascondeva una tragedia.........

Aveva scoperto che la madre e la sorellina minore di Ryan erano morte in un incidente stradale quattro anni prima. 

Quella notizia gli aveva causato una stretta al cuore.....non poteva immaginare il dolore che si provava a perdere i propri cari. Però capiva che sarebbe stata una cosa atroce fargli ricordare quei momenti così, quando gliel'aveva detto, non aveva osato chiedergli nulla a riguardo. Neppure Ryan sembrava aver molta voglia di parlargliene.....quindi  decise di rispettare il suo silenzio ed aspettare che fosse lui a volersi confidare.

La cosa strana è che aveva la pessima sensazione che ci fosse qualcos'altro...........che la storia non fosse completa........

In ogni caso era meglio mettere da parte i pensieri tristi in un momento del genere.

Ora doveva solo pensare a divertirsi.

Ryan era appena tornato da una settimana di lavoro passata alla loro sede industriale a Berlino, portandogli a casa come souvenir un boccale di birra lavorato ed intarsiato nel legno ed una mucca di peluche munita di campanaccio (*Miyu che fissa il musetto della sua mucca di peluche sopra lo schermo del pc*), e gli aveva proposto di passare quattro giorni con lui, Steven e gli altri alla sua casa al mare.

Sentiva il bisogno di rilassarsi un po' dopo un viaggio stressante come quello così si era preso alcuni giorni di ferie....sfruttando il breve ritorno del padre a Boston.

Nicolas, ovviamente, aveva accettato subito visto che Mark doveva studiare sodo per  recuperare un esame che aveva perso....in questo modo non lo avrebbe disturbato.

 

****************************

Dopo circa tre ore di volo la comitiva di ragazzi atterrò all'aeroporto di Los Angeles. Una volta scesi dall'aereo e recuperati i propri bagagli si diressero verso l'uscita, dove li attendevano due auto noleggiate appositamente da Ryan prima di lasciare Boston.

Caricate le proprie cose gli otto ragazzi partirono alla volta di Long Beach.

"Eccoci arrivati" annunciò Ryan fermando la macchina.

"Accidenti!" disse Nicolas incantato di fronte ad una bellissima villa a due piani con giardino....e per di più affacciata su una piccola spiaggetta privata. "Credo che dovresti venire più spesso qui, sai? Ovviamente mi porteresti con te, vero?"

"Eheh, ci penserò Nick. Ora muoviamoci! Prima scarichiamo le borse e ci sistemiamo prima si va in spiaggia!" annunciò Ryan generando l'euforia di massa.

Nel giro di dieci minuti avevano portato tutta la loro roba all'interno della casa ed ora stavano decidendo le sistemazioni delle stanze.

"Qui sono disponibili due camere doppie e una tripla.....la singola è la mia stanza quindi non si protesta" 

"Sempre il solito privilegiato!" disse Joe.

"Cosa vuoi farci......questa è casa mia......"

"Uff..."

"Ovviamente una doppia spetta a me e Mel" disse Samantha, la fidanzata di Samuel che aveva preso il posto di Matt, un altro membro di quel gruppo di programmatori pazzi che aveva sfruttato quei giorno per andare a trovare i parenti a Detroit.

"Mi sembra giusto......ora tocca a voi cinque dividervi le due camere rimanenti"

"Che facciamo?" chiese Steven "Qualcuno ha qualche preferenza?"

"Per me è indifferente" disse Nick.

"Io direi di sorteggiare chi va nella doppia e i rimanenti tre si beccano l'altra....almeno poi nessuno potrà lamentarsi della sistemazione" propose Joshua.

"Mi sembra giusto" disse Nick e tutti furono d'accordo.

Alla fine del sorteggio Samuel e Joshua si erano appropriati della doppia mentre Steven, Joe e Nick si dovevano accontentare della tripla.

Ognuno si diresse nella propria stanza e dopo mezz'ora si ritrovarono tutti in spiaggia pronti a dare il via alla vacanza.

 

I ragazzi trascorsero un giornata in assoluta allegria.

Tra una partita di beach-volley, una nuotata nel mare o semplicemente prendendo il sole il tempo era passato velocemente e si era già giunti alla sera.

Ora erano tutti radunati davanti ad un falò, seduti comodamente sulla spiaggia mentre ascoltavano la musica prodotta da un piccolo stereo.

"Non mi sembra vero di poter respirare un po' dopo tutto quel lavoro!" disse Joshua stendendosi sulla sabbia.

"Quattro giorni di assoluto riposo!" disse Samuel.

"Sapete....mi ero quasi dimenticata quanto fosse bello questo posto. Era da un pezzo che Ryan non ci portava qui" disse Melody.

"Fatta eccezione per questo traditore qui a fianco che mentre noi sudiamo sette camicie a lavoro lui se la spassa alle nostre spalle" disse Joe imbronciato.

"Cosa volete farci? Sono i privilegi che si guadagnano ad essere il migliore amico del capo!" sorrise soddisfatto Steven.

"Si però non è giusto.......tutti gli anni che Ryan viene qui al mare si porta dietro solo te e pianta noi a Boston...."

"Quanto sei stressante.....comunque, Mr Punkettaro, se siete qui dovete ringraziare solo Nick" disse fissando il ragazzo con uno sguardo saccente.

"Eh? Adesso cosa centro io?" chiese perplesso.

"Non cambiare discorso e poi NON chiamarmi Punkettaro!!"

"Perchè, è vero! Da quando Sir Nicolas è arrivato tra di noi il carattere tenebroso del nostro boss è alquanto migliorato. Mi sa che emani delle radiazioni positive......ti dovrebbero fabbricare in versione tascabile....." disse ridacchiando "

"Ah ah ...molto spiritoso!"

"Che ne dite di mangiare qualcosa?" propose Joshua.

"Ottima idea! Mel vai a prendere qualcosa in cucina?" chiese Joe.

"Ehi! Perchè mai ci devo andare io!? Non sono mica la tua serva! E poi dove sono finite le buone maniere!"

"Ve bene ve bene.....mamma mia che lagna....ci vado io.....ma ti puoi scordare che ti dia anche solo una briciola!" disse alzandosi per andare in casa.

"Brutto....come osi!?" disse Melody lanciandogli contro una ciabatta, che lo colpì alla spalla.

"Ehi! Guarda che quel coso fa male!"

"Così impari!"

"Dopo te la faccio pagare Mel!"

Intanto Nicolas ridacchiava sotto i baffi.

Non si era mai divertito tanto. Ormai aveva stretto una profonda amicizia con quel gruppo di ragazzi.

Erano tutti talmente differenti fra di loro, con caratteri quasi contrastanti......spesso si azzuffavano pure - protagonisti principali Mel e Joe - ma nonostante ciò erano perfettamente in sincronia.

Si trovava bene con loro. Era felice di averli incontrati......ed il merito andava tutto a Ryan.

Da quando lo aveva conosciuto la sua vita sembrava in qualche modo migliorata. Si sentiva pieno di energia, era estremamente soddisfatto della propria vita, del proprio studio.....sembrava che nulla potesse andare storto.

Era un sensazione meravigliosa che però non si sapeva spiegare.

Non si sapeva spiegare perchè Ryan avesse un'influenza così forte su di lui. Aveva la capacità di fargli cambiare umore con estrema rapidità.

Inconsciamente fece vagare lo sguardo fino a quando non si ritrovò a fissarlo......solo allora, per la prima volta, notò che c'era qualcosa che non andava.

Ryan non stava partecipando ai festeggiamenti.

Il ragazzo, al contrario degli altri che stavano facendo un baccano assurdo e si stavano dando alla pazza gioia, era stranamente silenzioso e si limitava a stare lì seduto a fissare il fuoco.

Era come se fosse in una specie di trance.........lo sguardo perso come la mente, immersa in chissà quali pensieri.

Curioso e forse un po' preoccupato iniziò ad osservarlo con più attenzione......e più il tempo passava più gli diventava impossibile staccargli gli occhi di dosso. Era come se una strana forza di attrazione gli incatenasse lo sguardo.

Certo, aveva sempre saputo che Ryan possedeva un forte carisma, capace di affascinare le persone anche solo con la propria presenza ma questa volta sentiva che c'era qualcosa di diverso.

Percepiva una strana tristezza, un senso di vuoto, sentimenti difficilmente attribuibili a Ryan, che di certo non si poteva definire la persona più allegra sulla faccia della terra....ma triste non lo si era mai visto. 

Contrariato, assorto, nervoso ma mai triste.

Eppure guardandolo in volto risultava ovvio che qualcosa lo preoccupasse......o almeno era ovvio per lui.

I suoi occhi azzurri, illuminati dalla luce rossastra del fuoco, sembravano possedere vita propria. Sembravano comunicare all'esterno pensieri a cui il loro padrone non aveva il coraggio di dar voce.

All'improvviso, quasi si fosse accorto di essere osservato, si riscosse lentamente dallo stato di trance e volse lo sguardo nella sua direzione.

Lo sguardo leggermente stupito di Ryan incontrò quello preoccupato di Nicolas.

Rimasero così, a fissarsi, per parecchio tempo mentre il mondo attorno a loro continuava scorrere.

Poi Ryan accennò un sorriso, quasi per tranquillizzarlo, per dimostrargli che non doveva preoccuparsi.......poi si alzò in piedi scuotendosi di dosso la sabbia.

"Ragazzi, io vado a fare quattro passi lungo il mare. Ci vediamo dopo" disse prima di incamminarsi.

Nick lo guardo allontanarsi.....sempre più convinto che ci fosse qualcosa che non andava.

Ma non sapeva cosa fare.....se Ryan non voleva confidarsi non poteva costringerlo.....forse era solo la sua immaginazione.....forse non c'era davvero nulla di preoccuparsi.....

"Che cos'hai Nick? Perchè quella faccia pensierosa?" chiese Steven.

"No, niente......sentite, vado anch'io a fare due passi......" disse alzandosi e incamminandosi nella stessa direzione di Ryan.

Steven si limitò a sorridere.

 

Nicolas camminava a passo lento ma deciso.

La spiaggia era completamente deserta e scarsamente illuminata. I candidi raggi di luna erano l'unica fonte di luce.

Il mare era leggermente mosso ed il rumore delle onde era appena percettibile ma allo stesso tempo aveva la capacità di trasmettere una sensazione di pace assoluta.

Dopo qualche minuto riuscì finalmente a raggiungere Ryan.

Il ragazzo era in piedi, immobile, con lo sguardo fisso all'orizzonte.

La luce della luna, a contrasto con il blu della notte e dello stesso mare, sembrava quasi avvolgerlo dolcemente e conferirgli un'aura stranamente irreale....mistica.

Nicolas ne rimase subito incantato.

Non aveva mai visto Ryan così.....così.......così splendido.

Il suo cuore iniziò inspiegabilmente ad aumentare di battito e la sua mente andò alla deriva. (come sono poetica.....mi complimento con me stessa! NdMiyu)

Si sentiva strano......non riusciva a ragionare.....

Sentiva una voglia irrefrenabile di......di cosa?

Non lo sapeva neppure lui di preciso ma era qualcosa di forte, che aveva intossicato ognu sua cellula.

All'improvviso tutto svanì come un bel sogno di cui si percepiva solo un vago ricordo.

Ryan muovendosi per mettersi seduto aveva spezzato quell'atmosfera magica. Ciò permise a Nick di tornare con i piedi per terra e, dopo essersi ripreso, si avvicinò lentamente all'amico....mettendo da parte ciò che aveva appena provato.

"Posso sedermi oppure il posto è già prenotato?" chiese con tono ironico.

Ryan alzò lo sguardo leggermente sorpreso, probabilmente non lo aveva sentito arrivare.

Poi sorrise.

"Beh...questa sarebbe una spiaggia privata......ma visto che ci sei ti concedo di sederti!"

"Grazie" disse ricambiando il sorriso e sedendosi di fianco all'amico.

I due rimasero in silenzio: Ryan occupato a fissare il mare aperto, Nicolas intento ad osservare il ragazzo.

Percepiva ancora una profonda tristezza in lui....così si decise a parlare. Stando zitto non avrebbe risolto nulla.

"Come mai te ne sei andato? Non ti stavi divertendo?"

"No, non è per quello......mi andava semplicemente di fare quattro passi.....tutto qui" disse senza guardarlo "Tu invece?"

"Pensavo di farti compagnia. E' più bello ammirare il panorama in due"

"Già......sai ho sempre adorato passeggiare di notte sulla spiaggia. Lo trovo rilassante" disse mentre faceva scorrere le dita tra la sabbia fine.

"Hai ragione....e poi questa sera il cielo è stupendo. Si possono vedere tutte le costellazioni" disse Nick stendendosi sulla sabbia "Senti Ryan......non so se è solo una mia impressione ma sento che c'è qualcosa che non va"

"Cosa intendi?" chiese abbassando lo sguardo fino ad incontrare il suo.

"Non so.....questa sera mi sembri diverso.......i tuoi occhi lasciano trasparire tristezza e malinconia......cosa ti preoccupa?"

"Ti sbagli, sto benissimo" disse distogliendo lo sguardo.

"Ryan....." disse alzandosi nuovamente a sedere "......si vede lontano un miglio che stai mentendo.....lo sai che ti puoi fidare di me...."

/...e questo mi fa soffrire terribilmente..../

Ryan non rispose ma si limitò a fissare il mare.

Nicolas sospirò.

"Lo so che non ti posso obbligare a parlare ma perchè continui a non volerti confidare con me? Penso di averti già dimostrato la mia amicizia!"

"Nick, lo sai benissimo che ho assoluta fiducia in te........"

"Ed allora perchè continui a tenermi da parte!? Io voglio far parte della tua vita!" urlò esasperato.

Non riusciva a sopportare che Ryan lo escludesse. 

Voleva sapere tutto di lui, sia le cose buone sia quelle cattive. A lui non importava nulla.

Ryan lo stava fissando intensamente mentre una dolce brezza gli scompigliava i capelli neri come l'ebano.

I suoi occhi di ghiaccio era sommersi da sentimenti contrastanti.

"Lascia perdere Nick.....ti conviene......e poi non ti devi preoccupare per me.....me la so cavare da solo" disse alzandosi in piedi "Andiamo, gli si staranno chiedendo che fine abbiamo fatto"

********************

La sveglia segnava le 6.40.

Quella sera Nick non era riuscito a chiudere occhio.

Gli continuava a tornare in mente il volto di Ryan e le sue parole.

Il solo ricordo di quello che gli aveva detto gli causava una fitta al cuore.

/Non capisco perchè devo stare tanto male per quel deficiente! Mi ha detto di non preoccuparmi per lui! Stupido! Lo farei volentieri se ci riuscissi....è solo che io sono abituato a preoccuparmi per i miei amici!/

Si rigirò nuovamente nel letto......non aveva fatto altro tutta la notte.

Per fortuna non aveva svegliato i suoi compagni di stanza. 

/Forse sto ficcando troppo il naso nei suoi affari......però non mi piace che abbia segreti con me (si però non pensi al diritto sulla privacy? poverino.....si potrà pur tenere qualcosa per se no? NdMiyu)/

Si tolse le lenzuola di dosso e si alzò dal letto.

Cosa rimaneva a farci se non riusciva a dormire?

Lentamente, senza svegliare i due ragazzi uscì dalla camera.

Si sedette sui gradini che conducevano alla spiaggia e si mise ad osservare l'alba.

L'aria del mattino era fresca.

Il cielo era leggermente tinto d'arancione.

Aleggiava la pace più assoluta......combinazione ideale per pensare.

Doveva convincere Ryan a parlare.....ma non sapeva come.

L'unico modo che gli restava per scoprire che cosa stesse nascondendo era osservarlo. Osservarlo attentamente nella vana speranza che si tradisse e lasciasse trapelare qualche informazione importante.

All'improvviso una voce lo distolse dai suoi pensieri.

"Nick, noto che siamo mattutini!"

Il ragazzo si voltò di scatto.

"Steven! Cosa ci fai qui a quest'ora? Non dirmi che ti ho svegliato?"

"No no, tranquillo.....ero già sveglio da un pezzo.....ormai sono talmente abituato ad alzarmi presto che non riesco a rimanere a letto a gongolarmi" sorrise "Cos' quanto ti ho sentito uscire dalla camera ho pensato di venirti a fare compagnia"

"Dimmi la verità, non riuscivi a sopportare il russare di Joe, vero?"

"Beh....anche quello.....tu invece?"

"Non riuscivo a dormire"

"Qualche preoccupazione?"

"E' così ovvio?"

"Beh....dalla faccia che avevi ieri sera sembrava ti fosse morto il gatto"

"Spiritoso..."

"A parte gli scherzi....sei preoccupato per Ryan, vero?"

"Allora hai notato anche tu qualcosa di strano in lui!"

"Ovvio! Sono o non sono il suo migliore amico? Lo conosco come le mie tasche, a me non può nascondere nulla.....neppure a te a quanto sembra......"

"Già, l'unico problema è che non so cos'abbia!" disse triste.

"Ryan è fatto così....i suoi problemi se li vuole risolvere da solo e non gli piace coinvolgere gli altri" sospirò "In questo caso penso non voglia farti preoccupare...."

"Steven, tu sai cosa mi sta nascondendo vero" la sua era un'affermazione più che una domanda.

"Come ti ho detto sono il suo migliore amico. Lo conosco da troppo tempo per non sapere che cosa gli passa per la testa"

"Ma scommetto che non me lo dirai...."

"Esatto. Questa cosa riguarda solo Ryan e sta a lui decidere se parlare o no. Quello che ha detto a me è una cosa che riguarda solo noi due."

Nicolas sospirò sconsolato.

In quel momento nutriva un po' d'invidia nei confronti del biondino.....ma in fondo non ne aveva il diritto.....conosceva Ryan da poco tempo in confronto a lui che lo conosceva da una vita.

"Una cosa però te la posso dire..."

"Hn?"

"...questa vacanza al mare non ha il solo scopo di allontanarsi un per un po' di tempo dal lavoro."

 

La mattinata era passata velocemente.

Nicolas l'aveva trascorsa interamente ad osservare Ryan ed a ripensare alle parole di Steven.

Ryan si comportava come se niente fosse successo riuscendo a mascherare i propri sentimenti molto meglio rispetto al giorno precedente. Gli altri ovviamente non si erano ancora accorti di nulla.

Non avevano parlato molto anzi, Ryan sembrava quasi evitarlo, probabilmente perchè temeva che Nicolas avrebbe ricominciato con i suoi discorsi da "chioccia preoccupata", come usava dire Mark.

Questo lo rattristò molto.

La curiosità lo stava dilaniando lentamente e la preoccupazione aumentava sempre più.

Era una situazione insostenibile.

Poi avvenne qualcosa di inaspettato.

Dopo pranzo Ryan lo sorprese facendogli una proposta.

"Nick, hai qualche impegno per il pomeriggio?"

"No, perchè?" chiese perplesso.

"Ti vorrei portare in un posto" si limitò a dire.

Il ragazzo non chiese altre spiegazioni e, dopo aver avvertito gli altri, uscirono entrambi di casa.

Presero una delle due macchine.

Ryan era al volante ma da quando erano partiti non aveva ancora proferito parola.

Anche Nick si limitava a tacere ed a fissare il panorama che scorreva rapido fuori dal finestrino.

Aveva la sensazione che presto avrebbe ricevuto risposta a tutte le sue domande.

All'improvviso la macchina si fermò.

"Aspettami qui un momento. Devo comprare una cosa." disse il moretto prima di scendere dall'auto ed entrare in un negozio di fiori.

Ne uscì qualche minuto dopo con in mano due bouquet di fiori: uno di rose bianche ed uno di Lilius di vari colori.

Poi il viaggio continuò di nuovo in assoluto silenzio.

Nicolas era sempre più perplesso. Non capiva lo scopo di tutto ciò.

Però, quando l'auto si fermò a destinazione qualcosa dentro di lui scattò.

/Un cimitero?/

Era un piccolo cimitero circondato dal verde e delimitato da un muro in pietra bianca.

Era strano dirlo in un luogo del genere ma c'era una certa serenità lì dentro.......l'aria di tristezza e dolore non era così forte come nella maggior parte dei cimiteri.

Forse perchè era così ben curato da sembrare quasi un giardino.

Ryan camminava a passo lento tra le lapidi mentre l'amico si limitava a seguirlo a qualche passo di distanza.

Si fermarono di fronte a due tombe sovrastate da una figura d'angelo in marmo bianco, che sorrideva dolcemente fissando il terreno con una mano sul cuore ed una allungata in avanti....

Quando posò lo sguardo sulle incisioni delle lapidi il cuore gli smise di battere.

 

JENNIFER ASHFORD

MOGLIE E MADRE AFFETTUOSA

RICORDATA E AMATA DA TUTTI

PER IL SUO CARATTERE DECISO

E PER LA FIDUCIA NELLA GIUSTIZIA

 

LYNN ASHFORD

FIGLIA MODELLO

STRAPPATA PRECOCEMENTE ALLA MUSICA,

SUA ARTE E PASSIONE DI VITA

"R-Ryan.....queste sono....."

"Si, sono le tombe di mia madre e mia sorella.....quando sono morte le abbiamo fatte seppellire qui, nei pressi di Long Beach, perchè entrambe adoravano questo posto" disse fissando quelle fredde pietre con malinconia "Devi sapere che sono morte proprio in questo periodo....quattro anni fa....."

Nicolas era rimasto letteralmente senza parole.....non sapeva cosa dire....

"Ogni anno vengo qui in vacanza per visitare le loro tombe....fino ad ora avevo voluto vicino a me solo Steven, la persona che mi è stata più d'aiuto durante i momenti difficili......ma quest'anno ho voluto portare sia te che gli altri" disse senza guardare il compagno ma posando delicatamente al suolo i due mazzi di fiori "Sentivo di potercela fare, di riuscire a lasciare andare tutta la tristezza ed i sensi di colpa......pensavo che con voi sarebbe andato meglio.....ma mi sbagliavo.....non si può fuggire al proprio passato"

"Stavo di nuovo allontanando tutto e tutti......non volevo coinvolgere nessuno....ma poi.... " disse finalmente volgendo lo sguardo verso Nicolas ".....poi tu ti sei fatto avanti chiedendo spiegazioni. Hai cercato di sfondare le difese che avevo eretto attorno a me"

Nicolas abbassò lo sguardo colpevole.

Si sentiva strano. Gli mancava il respiro.

"Non fare quella faccia.....guarda che non ti sto mica accusando di qualcosa!" disse abbozzando un sorriso dolce "Anzi, mi hanno fatto piacere le tue parole perchè dimostravano che eri davvero preoccupato per me"

"Per questo hai deciso di....portarmi qui?" chiese mentre fissava incantato il suo volto illuminato da quel piccolo sorriso.

"Si. Ho pensato a lungo a quello che mi hai detto ed ho capito che stavo sbagliando.....non era giusto nasconderti questa cosa, non a te almeno.....in fondo sei riuscito a capire il mio stato d'animo con una semplice occhiata"

"Anch'io però ho sbagliato. Sono stato troppo insistente.....e non era il caso......mi dispiace....."

"Ti sei semplicemente limitato a dire quello che pensavi....non c'è nulla di sbagliato....ora però lascia che ti faccia io una domanda Nick"

"Dimmi"

"Tu hai detto di voler far parte della mia vita, non è così?" chiese tornando serio.

"Si"

"Allora sei disposto ad ascoltare dall'inizio tutta la storia? Perchè non è così semplice come può sembrare......" un lampo di dolore balenò nei suoi occhi cristallini.

"Voglio sapere.....sempre se tu sei disposto a raccontarmi.......forse dopo ti potrò essere utile in qualche modo, non so, però voglio provarci!" disse con la decisione stampata in quegli occhi castani.

Ryan respirò profondamente prima di cominciare a parlare.

"Quattro anni fa io e mio padre scoprimmo che un nostro dipendente, un certo Terence Madison, stava sottraendo ingenti somme di denaro alla nostra ditta modificando il nostro bilancio. La cosa ci colpì profondamente perchè conoscevamo abbastanza bene Madison e non lo pensavamo capace di tali bassezze. In ogni caso ce ne accorgemmo in tempo e lo licenziammo, denunciandolo pure alla polizia."

"Purtroppo Madison non la prese molto bene. La sua vita era praticamente finita....o per lo meno rovinata definitivamente. Infatti la polizia dalla nostra denuncia per truffa iniziò una serie di ricerche sul suo conto e scoprì cose piuttosto gravi che lo avrebbero spedito in prigione per un bel po' di tempo" si fermò un momento e poi riprese "Però, non si sa come Madison scomparve misteriosamente....probabilmente aveva percepito il pericolo e si era dileguato chissà dove......."

Nicolas ascoltava tutto con la massima attenzione.

Non sapeva cosa centrasse questo con la morte della mandre e della sorella ma la cosa non gli piaceva per niente.

"Qualche mese dopo questo fatto, più o meno in questo periodo, nessuno di noi pensava più alla vicenda di Madison. Io e mio padre eravamo occupatissimi con il lavoro, mia madre era piena di casi da risolvere...sai faceva l'avvocato, mentre mia sorella si preparava a partecipare ad un concorso di pianoforte. Avresti dovuto sentirla.....Lynn era un vero talento della musica..... le sue mani si muovevano da sole una volta che toccavano una tastiera" disse sorridendo al ricordo.

"Il giorno del concorso io, mia madre e Lynn ci dirigemmo in azienda a recuperare nostro padre per andare tutti assieme ad assistere all'esibizione di mia sorella. Purtroppo però saltò fuori un impegno all'ultimo momento ed io e mio padre fummo trattenuti" 

Il suo sguardo si fece improvvisamente buio.

"Lynn ci voleva a tutti i costi con se....così aspetto fino a che potè nella speranza che ci liberassimo dal lavoro.....ma non potevo permetterle di fare tardi altrimenti l'avrebbero squalificata. Così diedi le chiavi della mia macchina a mia madre e dissi loro di andare avanti mentre noi le avremmo raggiunte appena possibile."

"Non potevo sapere che i sorveglianti si fossero distratti ed avessero lasciato passare Madison all'interno dell'edificio. Non potevo sapere che proprio Madison, in quella mezz'ora che avevamo trascorso in ufficio, avesse tagliato i freni della mia auto nel tentativo di vendicarsi di noi che gli avevamo rovinato la vita.........e purtroppo a farne le spese sono state loro due."

"All'inizio i freni sembravano funzionare ma dopo un po' di tempo ma la macchina andò fuori controllo e non poterono evitare di schiantarsi addosso ad un camion"

Gli occhi di Ryan erano umidi....sembravano volersi liberare di lacrime che erano ormai finite da tempo.

A Nicolas invece gli si era gelato il sangue delle vene.

Si sentiva frastornato. Si reggeva a malapena in piedi.

"Mio Dio....." fu l'unica cosa che riuscì a dire.

"Non riesco a smettere di sentirmi colpevole.......perchè in fondo è stata colpa mia"

"Ma cosa stai dicendo?" chiese il compagno sconvolto.

"Le ho messe io su quell'auto. Continuo a credere che se solo ci fossi stato io alla guida forse......forse avrei potuto evitare l'incidente....forse mi sarei accorto che qualcosa non funzionava come avrebbe dovuto....ed allora loro due sarebbero ancora vive. Lynn aveva solo 16 anni!"

"Non puoi credere davvero a tutto questo! Tu non potevi fare assolutamente nulla! Come potevi prevedere che quel Madison avrebbe commesso quella pazzia! E poi era del tutto impossibile riuscire a fermare una macchina senza controllo!" disse, quasi urlandolo.

Fu colto improvvisamente dalla paura.

Il terrore della rivelazione......la rivelazione che Ryan aveva rischiato di morire. Che avrebbe potuto non essere li con lui in quel momento.

Panico.

Panico totale.

"Eppure sono convinto che avrei potuto fare qualcosa!" insistè.

"Ti sbagli!" urlò "Pensi che tua madre e Lynn sarebbero contente di vedere che ti senti colpevole per quello che è accaduto loro?! Loro ti amavano e penso che ti vorrebbero felice...."

"Sono le stesse cose che mi continua a ripetere anche Steven...." sorrise leggermente.

"Allora dacci ascolto....sia io che lui teniamo molto a te......non ci piace vederti così...."

"Lo so....però non è facile......"

"Ma ci siamo noi ad aiutarti"

Ryan lo guardò sorpreso.

"Nick, ma tu stai piangendo!"

Il ragazzo abbassò lo sguardo pieno di vergogna per essersi fatto cogliere da un momento di debolezza.

"Non è niente, non ti preoccupare.." disse cercando di asciugarsi le lacrime con una mano ma quelle non ne volevano sapere di smettere di scendere.

"Perdonami, è tutta colpa mia vero? Ti ho rattristato con questa mia storia. Forse non avrei dovuto raccontartela....."

"No cosa dici! Non è colpa tua anzi, mi ha fatto piacere che tu ti sia deciso a confidarti con me. Se piango è solo perchè sono uno sciocco...."

"Non sei sciocco...." disse appoggiando una mano sul suo volto "hai soltanto un animo dolce e sensibile. Non te ne devi vergognare. Se avessi ancora lacrime da versare anch'io starei piangendo in questo momento.....ma ormai non ne ho più la forza."

Nicolas rimase incantato a fissarlo.

Aveva scoperto una nuova parte del suo carattere.

Ryan possedeva una grande forza di volontà per riuscire a convivere con il suo passato. Aveva scoperto che quella sua aria matura e intoccabile fungeva anche da maschera.

Solo ora riusciva a capire quanto davvero avesse sofferto Ryan.....e questo faceva soffrire pure lui.

Ora più che mai nutriva una forte stima nei suoi confronti.

Se davvero Ryan non aveva più la forza di piangere.....per questa volta sarebbe stato lui le sue lacrime.

Così si accasciò piangente tra le sua braccia, cogliendo il compagno leggermente impreparato.

"Perdonami Ryan.....non ti arrabbiare e non pensare che sia un debole.....ma lasciami piangere al posto tuo"

Il moretto ne rimase molto colpito.

"Non potrei mai essere arrabbiato con te..." disse sorridendo dolcemente.

In quel momento Nicolas gli sembrava tanto un bambino indifeso e lui aveva la forte tentazione di stringerlo tra le braccia e consolarlo.

Senza accorgersene  si ritrovò a far scorrere una mano tra i fini capelli nocciola dell'altro ragazzo.

Erano così soffici, sapevano di vaniglia.

Lentamente fece scivolare l'altro braccio attorno alla sua schiena, avvicinando ulteriormente i loro corpi.

Nicolas s'irrigidì un attimo ma subito dopo tornò a crogiolarsi nel suo abbraccio.

Ryan aveva la forza di trasmettergli sicurezza....erano talmente vicini che ne poteva sentire il battito cardiaco.

Si trovava bene con lui.

Sembrava quasi che il tempo si fosse fermato attorno a loro.

Alzò leggermente la testa dal suo petto per guardarlo in volto mentre la sua mano stava ancora giocando tra i suoi capelli.

I loro sguardi si incontrarono.

Come la terra e il mare.

"Ti senti meglio?" chiese sorridendo.

"Si" si limitò a rispondere. 

Nessuno dei due accennava ad allontanarsi.

Nicolas continuava a fissarlo.

Il suo sguardo si posò sulle sue labbra e fu improvvisamente colto da una forte voglia di baciarlo.

Subito abbassò lo sguardo con le guance arrossate dall'imbarazzo di quel pensiero.

/Che cosa mi prende? Perchè mi sento così strano? E' da un po' che me lo domando.....e poi quell'idea da dove salta fuori? Non posso averla pensata davvero.....sarà colpa dell'eccessivo stress emotivo/

Tutto però sembrò perdere importanza quando sentì una mano scendergli sul volto per asciugargli delicatamente le guance bagnate.

Il suo cervello aveva smesso di nuovo di ragionare e si limitava a percepire.

Gli piaceva il tocco di quella mano.....lento, quasi ipnotizzante tanto da spingerlo a chiudere gli occhi e a lasciarsi andare.

"Nick...."

"Mmm?" 

"Che ne dici di tornare alla macchina? Gli altri ci staranno aspettando a casa"

Il ragazzo aprì gli occhi, il suo sogno bruscamente interrotto.

Si sentiva confuso.

"Si....penso tu abbia ragione.....torniamo a casa...."

 

Fine Terza Parte



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