DISCLAIMERS: I personaggi sono tutti miei! Cosa? Li hanno inventati delle
certe Clamp? Accidenti, mai che me ne vada dritta una!
Kamui e i sette Draghi nani
di Kemis
Parte 2/?
Nel
nostro regno ormai non più tanto ridente le cose peggioravano rapidamente,
finché non si arrivò al punto di rottura. Una sera, infatti, ebbe luogo
l'ennesimo battibecco tra il re Fuma e il suo specchio magico.
"...e i miei occhi non sono i più intensi?"
chiese Fuma, per la ventiquattresima volta nelle ultime due ore.
"Mpf!" sbuffò lo specchio. "Preferisco
quelli del principe."
"E poi sono anche il più bravo a..." Il re si
interruppe, realizzando la risposta dello specchio. "Ho sentito male o
hai appena detto che Kamui è più bello di me?"
"Sì. Due occhioni da cucciolo come i suoi tu non te
li sogni neppure."
Fuma lanciò allo specchio uno sguardo incenerente, ma
tanto Hinoto era cieca e non lo notò. "Come puoi dire che quel coso è
meglio di me?! È solo un tappo!"
"Certo, è senz'altro perché è brutto che da
quando lo hai conosciuto cerchi di entrargli nei pantaloni."
"Zitta, sei solo un inutile specchio, cieco per
giunta! Fatti operare, così magari diventi utile per qualcosa!"
"Basta, mi sono stancata!" gridò Hinoto.
"Mi obblighi sempre a fare gli straordinari e per lo stipendio minimo.
Mi rivolgerò al Sindacato delle Suppellettili Magiche e ti farò mandare
gli avvocati. Da adesso mi metto in sciopero!" Detto questo, l'immagine
della bambina nello specchio si mise comodamente seduta a limarsi le unghie.
"Questo è troppo!" ruggì Fuma, schiumante di
rabbia. "*Io* sono il più bello, *io* sono il più intelligente, *io*
sono il più forte e crudele! Per aver osato considerarsi superiore a me,
quel moccioso morirà!"
"In realtà ti brucia perché con te non c'è mai
stato, ammettilo." commentò Hinoto, senza alzare lo sguardo dalla sua
manicure.
"Nataku!!" chiamò Fuma con tutto il fiato che
aveva. In breve comparve Nataku, il miglior cacciatore del castello.
"Cosa vuoi, papino?" chiese il ragaz... no, la
ragaz... il/la giovane sedendosi ai piedi del re come un gattino. Sul volto
di Fuma comparve un sorriso un po' mieloso.
"Kazuki, tu sei una brava bambina, vero?"
Nataki annuì. "I bravi bambini ubbidiscono sempre ai loro genitori. E
il papà dice: 'Porta il principe Kamui nella foresta e uccidilo'."
"Vado subito." disse l'ingenuo giovane,
alzandosi in piedi.
"Aspetta un attimo." lo richiamò indietro
Fuma. "Forse dovrei tenere un ricordino. La testa?" Riflettè per
qualche istante. "No, no, ho voglia di divertirmi; riportamelo morto ma
intero."
"Non mi starai diventando un po' necrofilo?"
chiese lo specchio Hinoto, con uno sguardo sospettoso.
"Ma no, cos'hai capito, è che mi diverto a fare a
pezzi i cadaveri.
Che vuoi farci, ho sempre avuto un debole per i puzzle."
Hinoto aveva un'espressione disgustata. "Ti avrei
preferito necrofilo."
* * *
Il principe Kamui si svegliò lentamente, intontito.
Ricordò che stava camminando per i giardini del palazzo quando qualcosa lo
aveva colpito da dietro e lui era svenuto. Capì immediatamente di essere in
un brutto guaio. Era caricato sulle spalle di qualcuno che lo stava portando
lontano dal castello.
"Mettimi giù!" gridò, dibattendosi.
"No, non posso, devo obbedire a papà." rispose
Nataku.
"E cosa ti ha detto il papà?"
"Devo ucciderti e riportagli il tuo cadavere così
ci gioca un po' e si diverte." Il principe impallidì improvvisamente.
Tentò di liberarsi, ma essendo la metà di Nataku non ci riuscì. Alla fine
il/la giovane ritene di essersi allontanato abbastanza e mise Kamui a terra,
preparandosi ad ucciderlo.
"Andiamo, sono certo che ci sono passatempi molto più
interessanti per il tuo papà che farmi a pezzi!" implorò il principe,
indietreggiando.
"No. Papà vuole il tuo cadavere per giocarci a
puzzle." ribattè convinto Nataku.
"Ma un cadavere non è adatto!" insistette
Kamui. "I pezzi non combaciano mai. Poi devi ripulire la stanza dal
sangue e addio divertimento."
"Dici davvero?" chiese l'ingenuo cacciatore.
"Sì, assolutamente." continuò il principe,
vedendo che Nataku iniziava a cedere. "Anzi, mi è venuta un'idea. In
paese c'è un enorme negozio di giocattoli; tu dì che ti mando io e il
proprietario ti farà entrare e ti aiuterà a scegliere il puzzle più
bello. Pensa che hanno anche quelli tridimensionali!"
"Sul serio?!" mormorò 'Kazuki', con occhi
sognanti.
"Parola mia." garantì Kamui, spingendo
gentilmente Nataku verso il sentiero che conduceva in paese. "E fai
pure segnare tutto sul mio conto, sarà un piacere."
"Allora corro!" decise il cacciatore,
incamminandosi verso il villaggio.
Il principe attese qualche istante, restando a salutarlo
con la mano con un sorriso tirato sulla faccia. Poi, quando fu certo di
essere solo, voltò le spalle al castello e se la diede a gambe, inoltrandosi
nella foresta.
Dopo due ore di marcia, però, lo sfortunato principe era
stanchissimo. Si trascinava avanti a fatica, contemplando l'idea di cercare
un albero su cui potersi arrampicare per fare un pisolino quando vide in
lontananza le luci di una casa. Felice, corse in quella direzione. Bussò
alla porta; dato che nessuno gli rispose provò ad entrare.
La casa era apparentemente vuota, ma non disabitata.
C'era una tavola imbandita apparecchiata per sette. /In fondo sono un
adolescente e devo crescere/, si disse mettendosi a mangiare. Quando fu
sazio si accorse di non riuscire più a tenere gli occhi aperti. Cercando in
giro per la casa, trovò una stanza con dei letti. Senza pensarci due volte
si infilò sotto le lenzuola e si addormentò.
Non passò molto tempo che da lontano risuonarono le voci
dei proprietari della casa che rientravano.
"... e che ne dici una seratina al cinema, Miss, noi
due soli soletti?"
"Ho finito i miei Pocky! Kusa-chan, posso prenderne
un po' dei tuoi?"
"Satsuki! Toglimi Beast di dosso!"
"Uaaarrgh! Miss, mi hai fatto male!!"
"Yuto, non camminare sulle aiuole! Non senti come
soffrono, quei poveri fiori?!"
Il gruppo di persone entrò in casa, tra cani che
abbaiavano e cavi che sibilavano nell'aria. Ci volle un po', in mezzo alla
confusione, perché qualcuno si accorgesse che c'era qualcosa che non
andava.
"Ehi!" disse Yuzuriha. "Qualcuno ha
mangiato la mia cena!"
"E i sensori termici di Beast rilevano delle tracce
sulla mia sedia." aggiunse Satsuki.
"Eeeh?!" esclamò Sorata, lanciandole uno
sguardo confuso.
"Qual-cu-no-ci-si-è-se-du-to-so-pra." ripetè
la ragazza, scandendo lentamente le parole.
"Aaah..."
"Se vi può interessare," disse Arashi da sopra
le scale, "c'è qualcuno nel mio letto."
"No! Chi si è permesso di fregarmi l'idea?!"
gridò Sorata correndo dalla sua 'miss', solo per beccarsi l'ennesima
gomitata nello stomaco per il commento.
Gli altri li raggiunsero al piano superiore in tempo per
vedere un ragazzo dai capelli neri che si stava svegliando. Il giovane li
fissò, i grandi occhioni viola spalancati per lo stupore.
"E tu chi sei?" chiese Yuto.
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