Smania di vivere
di Hymeko
Nel silenzio della radura immersa nel buio, due anime si stavano confrontando. L’atmosfera che regnava in quella bolla di solitudine era tesa, carica di nervosismo. Due giovani che non potevano dimenticare cosa c’era stato fra loro, ma che impedivano a se stessi di resuscitare quel sentimento, di palesarlo un’ultima volta…confusione, dolore, paura, rancore, rabbia e disperazione…
…il mondo pareva esser diventato un gorgo fatto delle loro stesse sofferenze, che sembrava volerli inghiottire…
Eppure erano di nuovo soli, finalmente…
"Seth? E-Esigo una risposta"
La voce del principe tremava, pur nella necessità di mostrarsi inflessibile.
Il Priest deglutì, mentre la sua mente veniva invasa dalla confusione. Tutti i bei discorsi che si era preparato in occasione di quell’incontro erano evaporati, e i sentimenti che ancora si ostinavano a ribollire in lui stavano per prendere il sopravvento.
"Seth. Ti ordino di rispondere"
L’altro si schiarì la gola, poi prese fiato e tentò di mettere assieme una spiegazione decente:
"Sono qui per incontrarvi, principe"
"Se desideri chiedermi udienza, fallo alla luce del giorno"
sibilò l’erede, stringendo i pugni. Se Seth era lì, a frapporsi fra lui e il masso, allora di certo sapeva cosa ivi si celava…
"Dell’argomento che desidero discutere, non possiamo parlare di giorno, quando orecch…"
"Basta così. Allora non abbiamo proprio nulla di cui parlare. Ora spostati"
La sua voce era bassa e tagliente, incredibile per un ragazzo sempre così gentile…Seth non ebbe il coraggio di resistergli, troppo profondamente gli era stato inculcato il concetto di obbedienza, e si spostò di lato. Solo pochi metri separavano il principe dal passaggio ormai bloccato, presto si sarebbe davvero arrabbiato…ancora pochi passi, e avrebbe scoperto che non poteva più uscire…
Ma l’altro si bloccò prima di arrivare al masso:
"Hai intenzione di denunciarmi?"
sussurrò freddamente, senza nemmeno voltarsi a guardarlo.
"No"
Non ce n’era bisogno…
"Allora vattene"
lo apostrofò il principe, posando una mano sul masso, e iniziando a spingere.
Seth sospirò silenziosamente. Doveva rivelargli il suo operato, o aspettare che se ne rendesse pienamente conto?
"…principe…"
"C-Che c-cos’hai f-fatto?"
’Ora…vorrà la mia vita’
Ma doveva prendersi la responsabilità della sua protezione, per quello aveva rinunciato a lui. Amarlo o proteggerlo, non poteva fare entrambe le cose…per proteggerlo, doveva soffocare i suoi sentimenti. Altrimenti, in caso di necessità, lui non…
"L’ho sigillato. Come tutti gli altri passaggi segreti che conducono fuori dal palazzo"
Un attimo di gelo, lungo come un’era del Regno, prese possesso di quel piccolo lembo di terra. Persino il mondo esterno sembrava essersi zittito, terrorizzato dalla rabbia che stava iniziando a ribollire nel ragazzo minuto.
"TU cosa hai fatto?"
Seth chiuse gli occhi, improvvisamente leggero. Aveva confessato le sue azioni, la montagna era stata scalata, il resto sembrava più facile, il cuore gli batteva in pace…
"Ho sigillato tutti i passaggi segreti, utilizzando la Millenium Rod, perché non possano essere riaperti senza il mio benestare"
Il futuro sire ancora gli dava le spalle, ma con la coda dell’occhio poteva vederlo percorso dai tremiti:
"Hai…sigillato…tutti i passaggi…di…uscita?"
"…lo confermo"
Il principe inspirò profondamente, poi espirò. Inspirò, ed espirò. Aveva una gran voglia di mettersi a urlare. Aveva una gran voglia di spaccargli la faccia. Aveva una gran voglia di piangere. E soprattutto, aveva una gran voglia di chiedergli perché lo odiava così.
Ma si limitò a scrollare la testa. Era pur sempre l’erede al trono, in fondo. Come Seth non aveva mancato di sottolineare.
"Seth, non ho intenzione di perdere altro tempo con te. Togli immediatamente il sigillo da questo passaggio. È un ordine"
Seth strinse i denti. Era stato addestrato ad obbedire ad ogni ordine proveniente dall’alto, ma dopo appena una ventina di giorni, già doveva apertamente contravvenire…
"Non posso"
Senza giri di parole…sarebbe stato inutile chiedere il suo perdono.
"Tu…n-non puoi?!"
L'ira montava sempre più…Seth sentì, per la prima volta, la paura corrergli sulla pelle. Fin dove poteva arrivare quel ragazzo, una volta infuriato?
"No. Per il vostro bene, non posso permettervi di uscire"
"Il mio…bene? E da quando ti interessa il mio bene?"
gli ringhiò contro l’altro, con più amarezza di quanta volesse mostrarne in realtà.
"È il mio primo pensiero"
Finalmente una confessione facile e veritiera…ma lo sbuffo sonoro del principe spense sul nascere la sua piccola fiamma di felicità.
"Non mi sembra proprio"
fu il commento sarcastico che ne seguì, colmo di un’acredine profonda.
"Principe…io…"
Ma l’altro non lo lasciò parlare:
"Riapri questo passaggio segreto, e finiamola qui"
Seth chiuse gli occhi, mentre la sua anima si chiedeva a quali pene sarebbe andato incontro:
"Non posso"
"Osi dunque ribadire il tuo rifiuto a un ordine diretto dell’erede al trono?"
"Lo confermo"
Il principe si avvicinò a lui, i suoi passi risuonarono leggeri sull’erba. Si fermò a meno di mezzo metro dal luogo dove era inginocchiato, e parlò. Ma la sua voce sembrava provenire da un altro luogo…
"Ne subirai le conseguenze, lo sai, vero?"
"Sì. E sono pronto a qualsiasi punizione sarà decisa"
Un attimo di silenzio, poi la voce bassa del principe lo colpì. Non era ferrea né tagliente, sembrava solo immensamente triste:
"Ti importa così poco di star qui?"
Seth sgranò gli occhi, poi dovette stringerli con forza, o una lacrima sarebbe scivolata lungo la sua guancia:
"Vi sbagliate, sono felice di essere qui"
"Allora obbedisci al mio ordine, e potrai restare"
’È come se mi stesse concedendo la grazia di continuare a vederlo…’
"Non posso. Non posso permettervi di uscire"
Un nuovo sospiro, stavolta carico di stanchezza:
"E sentiamo, visto che sei tanto fissato. Perché no?"
Il Priest deglutì…finalmente il terreno sotto i suoi piedi iniziava a farsi più solido. Almeno su quel punto il principe non avrebbe potuto ribattere…
"Non sarebbe sicuro per voi. Le guardie ci hanno informato che una banda di predoni si è mischiata alla folla, per questo molti soldati sono stati mandati alla festa senza divisa"
Ma la risposta del principe lo gelò:
"E allora?"
’Come e allora!’
"Principe, ah…io…permettetemi di ricordarvi come ci siamo…conosciuti"
Ancora rabbrividiva al pensiero di quello che avrebbero potuto fargli quegli uomini, se non fosse intervenuto a salvarlo…
"Hn. E allora? Se verrò aggredito troverò qualcun altro che mi salvi"
Seth alzò di scatto il viso:
"Principe, non potete dire sul serio!"
Ma l’altro alzò il sopracciglio, squadrandolo con sommo rimprovero:
"Non mi pare di averti dato il permesso di guardarmi"
sibilò.
"A-Ah. Perdonatemi"
bisbigliò, abbassando il viso, umiliato. Se solo non avesse tenuto così tanto a lui…
"Comunque, come tu stesso hai rimarcato, ci sono molte guardie in giro per la città, stanotte. Se qualcuno mi aggredirà, una di loro verrà a salvarmi. Anzi, le probabilità sono persino più alte rispetto all’altra volta"
Stringendo gli occhi, Seth si sforzò di trovare una risposta efficace:
"Se vi trova una guardia vi riconoscerà…volete davvero correre il rischio di essere scoperto?"
"Lo correrò. Togli-il-sigillo. Adesso"
"No"
Cosa poteva fare per convincerlo? Cos’altro poteva inventarsi per proteggerlo?
"Se non obbedisci subito, domani ti porterò davanti a mio padre"
"Va bene"
Qualsiasi cosa pur di tenerlo al sicuro…
"Ti denuncerò, rivelerò che mi h-hai o-obbl-ligato a…"
Seth annuì:
"Non negherò nulla. Confermo ciò che vi dissi…sono pronto ad accogliere su di me tutte le accuse, e i peccati che abbiamo commesso"
"Tu lo pensi davvero? Credi davvero che abbiamo peccato?"
Il principe si morse le labbra…non avrebbe voluto chiederglielo così, ma tanta era la sua frustrazione, che non era riuscito a controllarsi. Se solo…se solo…Seth non fosse stato così…indottrinato…
"Lo penso"
L’altro lo guardò. Erano le parole di un perfetto Priest, ma non pensava che Seth credesse a quella sua risposta.
"Adesso rispondimi come persona e non come Priest"
Seth deglutì…cosa poteva fare? Non voleva mentirgli, causandogli altro dolore. Il principe sapeva bene quale fosse il suo pensiero, gliel’aveva dimostrato tante volte nella sua stanza…scrollò forte la testa, non doveva più pensare a quello che era successo…
"N-Non posso disgiungere la persona dal Priest"
balbettò alla fine, vergognandosi di quella misera risposta.
"Allora obbedisci al tuo principe, e lasciami andare"
Ma Seth puntellò la propria anima vacillante:
"Non posso…non posso…è troppo pericoloso"
Dalle labbra del principe scappò un sospiro stanco. Erano a un punto morto, stavano girando attorno al nocciolo della questione ma senza mai sfiorarlo, avrebbero potuto andare avanti per tutta la notte. Seth era sulla difensiva, pensava solo a tenerlo lontano dalla città, non avrebbe ceduto, e lui non sarebbe riuscito ad obbligarlo ad obbedirgli…toccava a lui, per quanto irritante, inserire una variante:
"Non sarà pericoloso. Devo incontrare una persona, dall’altra parte del tunnel. Ci penserà lui a proteggermi…lo ha già fatto"
Con la coda dell’occhio vide il Priest sgranare gli occhi. Non poteva essere già sicuro di aver avuto ragione della sua resistenza, ma almeno era riuscito un po’ a scuoterlo…
"Ah…l-lui…n-non verrà"
Con leggerezza, l’erede al trono s’appoggiò al masso, e scrollò il capo:
"Lo so, mi ha detto che forse non sarebbe riuscito a venire già dalla prima sera. Ma non ne potrò mai esserne sicuro, se non vado, non credi?"
Il Priest scosse la testa, senza riuscire a dire altro. Perché gli stava facendo quello? Desiderava così tanto uscire? Aveva così bisogno di scappare?
"E poi, Seth, come puoi dire che non verrà, se non lo conosci? Non sai nemmeno di chi io stia parlando"
Quelle parole furono una doccia gelata per Seth. Non riusciva più a pensare, la sua testa s’era sgombrata da tutte le idee, il vuoto assoluto vi regnava…non sapeva come comportarsi. E il principe pareva deciso a rimarcare la dose:
"Tu sei troppo diverso da lui, non lo puoi capire. Quindi, Priest, comprendo la tua preoccupazione, ma non posso approvarla, dato che non ne esiste il motivo. Io sarò al sicuro, dall’altra parte. Quindi ti ordino di togliere il sigillo da questo passaggio"
Seth fissò il suolo, mentre un rivolo di sudore gli attraversava il viso. Lo stava ponendo con le spalle al muro, lo aveva costretto a mettere da parte il Priest per tornare ad essere solo Seth per ribattere…ma non poteva farlo. Seth non lo avrebbe protetto, Seth lo avrebbe amato ancora…e allora sarebbero stati inghiottiti nuovamente in quella spirale di passione, esaltante ma pericolosa…cosa poteva fare?
"Lui…al contrario di te, non mi odiava…non mi avrebbe mai fatto una cosa simile"
Quel principino sapeva far male quando voleva…ma proprio quel dolore fece tornare in Seth la risoluzione persa poc’anzi. Al contrario, sentiva in sé un nuovo ardore, e una leggera vena di sfacciataggine:
"Io non vi odio, e voi ne siete ben consapevole. Ma il mio dovere è essere Priest e guardiano della maestà vostra, quindi farò di tutto per proteggervi, anche a costo di guadagnarmi il vostro eterno rancore"
"T-Ti importa così poco…di ciò che penso?"
sussurrò l’altro, il cui animo oscillava dall’esaltazione a una profonda tristezza.
"Io…so solo che la vostra sicurezza viene prima di ogni altra cosa. Prima di tutto"
"Ma ti ripeto che sarò al sicuro, con lui. Lo sono già stato…forse ne hai memoria"
Seth inghiottì una grossa boccata d’aria:
"Non potrete essere al sicuro, perché lui non verrà"
e gli occhi dell’erede al trono si piantarono su di lui.
"Non verrà, dici?"
"No"
"E…perché no? Se lui fosse con me sarei al sicuro, sono certo che anche lui sappia che le cose stanno così. Soprattutto grazie al suo nuovo…potere"
Il Priest strinse gli occhi. Era vero…se il Priest custode della Millenium Rod fosse stato al suo fianco, nessuno avrebbe potuto toccarlo…
’Cosa gli dico? Cosa posso dirgli?’
Sentì la sua fermezza iniziare a creparsi. Doveva cedere? Doveva accompagnarlo fuori, alla festa? Far finta di nulla, chiamarlo Yugi, passeggiare con lui in riva al Nilo, magari mangiando uno spiedino di pesce o dei datteri freschi, e poi riaccompagnarlo alle rovine del vecchio mercato, passare vicino al rudere dove…scosse forte la testa, massaggiandosi le tempie. Si stava perdendo.
"N-Non posso…non posso farlo ancora"
Poi ricevette il colpo di grazia. Il principe si era inginocchiato di fronte a lui, il viso a meno di trenta centimetri dal suo, il profumo dei ricchi unguenti massaggiati sulla cute che gli solleticava le narici. Com’era morbida la sua pelle, nei suoi ricordi…
"Cosa non puoi fare ancora?"
gli chiese con voce roca, mentre Seth si sentiva sempre più con le spalle al muro, e una sorta di ammirazione per lui lo colmava. Sapeva lottare sino alla fine per ciò che davvero desiderava…e lui, anche solo per rispetto, non poteva che ricambiare con la verità:
"Essere…ciò che sono stato. Colui che avete incontrato...non può più esistere"
Per la prima volta, quella notte, vide trapelare un sentimento sul viso del principe. E non gli piacque lo sconforto che vi si dipinse.
"Perché no?"
gli chiese con un pigolio, giungendo finalmente al reale punto della questione. Non era per il passaggio segreto o per la festa. Era per loro.
E Seth dovette dirgli la verità…teneva troppo a lui per mentirgli:
"Perché altrimenti non avrò il coraggio di morire per voi, se sarà necessario"
SCIAFF
"C-Che cosa?"
Il Priest si pulì il rivolo di sangue che gli colava dal labbro. Non si era aspettato uno schiaffo simile, soprattutto da un ragazzo tanto minuto.
"Cos’hai detto?"
Seth abbassò gli occhi, pronto a farsi colpire nuovamente:
"Che non potrò compiere il mio dovere, se mi a-abbandono ancora ai miei…s-sentimenti"
In quel momento l’erede, più che disperato o triste, sembrava furioso…
"E chi ti avrebbe detto che il tuo dovere sia morire per me?"
"È stata…la prima cosa che mi hanno insegnato, all’addestramento per diventare Priest…dare tutto per la famiglia reale, e per il Regno"
Massaggiandosi le tempie, l’altro chinò il capo:
"Noooo no no no non possono indottrinarvi così. Non è questo che voglio, non è questo che dovete fare!"
Anche Seth chinò il capo mentre, stranamente, un piccolo sorriso si tracciava sulle sue labbra. Ormai poteva dirgli anche quello…
"Ma io…lo farei anche se non me lo avessero insegnato, per…voi"
SCIAFF
"Spero che sia chiaro cosa ne penso"
Seth annuì. Era forte, in fondo.
"Voglio che tu ti dimentichi di quello che ti hanno infilato in testa, mi hai capito?"
"Ma…"
"Niente ma!"
Sembrava invaso da un furore quasi sacro…
"Principe…"
"No, qui non c’entra quello che c’è stato fra noi, o la festa di stasera, o i passaggi segreti! Io non voglio che nessuno di voi faccia una simile sciocchezza!"
Seth si sentì un po’ offeso:
"Morire per voi non è una sciocchezza"
"È la più grande stupidaggine che abbia mai sentito!"
"Voi siete il principe!"
"E ALLORA???!!!"
"Se non lo faccio per voi…per il principe…"
Ma l’altro scosse violentemente il capo:
"Tu non devi morire per me perché sono il principe! Questo non conta nulla!"
"Siete il futuro Faraone!"
"Sono una persona!!!"
Seth chiuse gli occhi, e annuì stancamente:
"Sì. Una persona per cui vale la pena farlo…principe o meno"
Anche il principe si sentì invadere dalla stanchezza:
"Se ti ordinassi di non farlo, servirebbe a qualcosa?"
"…no. Principe, nessuno di noi Priest ha intenzione di gettar via la propria vita, questo ve lo posso giurare. Ma, se ci trovassimo a dover scegliere fra la nostra e la vostra salvezza…sarebbe facile decidere"
Le palpebre dell’erede si fecero pesanti:
"…lo stai facendo solo per tenermi qui dentro stasera?"
borbottò alla fine, sperando fino in fondo che non dicesse sul serio.
"No. Non ci stavo più nemmeno pensando. Solo…io devo proteggervi. Io e tutti gli altri"
aggiunse in fretta, rendendosi subito conto di aver personalizzato troppo la cosa.
"…non so se essere felice o no, di questa devozione. In fondo, tu non sai nemmeno se ne sono degno"
Seth trattenne il respiro, poi si lasciò andare ad una piccola ammissione:
"…lo siete. Lo siete"
"Seth…questo luogo per me è una prigione, lo sai, no?"
In silenzio, il Priest annuì.
"Allora togli il sigillo, permettimi di andare"
Lo stava pregando, il principe stava pregando lui…ma, ancora in silenzio, il Priest scosse la testa.
"Seth…vieni con me là fuori, e lasciamoci tutto questo alle spalle"
"N-Non posso…vi imploro di comprendermi…non chiedetemi di…tornare indietro"
"Perché no?"
Una domanda simile a un lamento…
Deglutendo, il Priest si aspettò un altro schiaffo:
"Perché voi siete…"
"…il principe"
terminò l’altro per lui, quasi aspettandosi quella risposta.
"Esatto. E voi non avreste mai dovuto essere coinvolto in…"
"…in qualcosa che mi ha reso felice?"
Seth si morse l’interno del labbro, sino a farlo sanguinare, sino a riempirsi di sapore metallico la bocca:
"In qualcosa di impuro. La vostra anima, se venisse danneggiata…non avrei mai dovuto farlo"
"Nulla…i miei sentimenti non contano nulla, per te?"
"…voi eravate in cerca di libertà"
"No. Io ero in cerca di qualcuno che non considerasse solo il titolo che porto, ma che guardasse davvero la persona che esiste sotto quel peso"
"…principe…"
Ma l’altro non lo lasciò continuare:
"No. Niente principe o cose del genere. Io non sono un titolo nobiliare o una corona, sono una persona!"
Le labbra di Seth tremarono, ma non disse nulla.
"La vedi la mia vita qui! Lo vedi che le persone che mi sono più vicine si gettano ai piedi al mio passaggio, come se fossi un dio sceso sulla terra!"
"Voi lo…"
"No! È tutta una bugia! Mio padre non è la manifestazionedi Râ, è una persona normalissima…e io come lui…"
Sommerso dall’amarezza, sbatté il pugno a terra. Quante volte aveva visto le persone inchinarsi dinnanzi a lui, senza nemmeno conoscerlo, solo perché era nato nel ruolo di erede?
"Principe…"
"Sono stanco, Seth, di tutto questo. Non voglio più essere solo perché sono il principe"
L’altro chiuse gli occhi. Cosa poteva fare? Come poteva aiutarlo senza lasciarsi andare a quei sentimenti impuri?
Fine
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