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Pairing: Ruhana
Raiting: R lievemente angst…..
Pow alternati fra Hana e
Mito, sempre.
Note importanti in fondo, leggetele per prime.
Slang
di Mel
parte II
Sono di fretta.
Di fretta da morire.
Sistemo qualche abito in una valigia piccolissima,
quasi uno zaino.
Prendo una sua foto e il dizionario d’ inglese.
Mi saranno indispensabili.
Ti troverò kitsune.
Dovessi rivoltare tutti e 52 gli stati americani.
Ti troverò e non mi scapperai mai più.
Non ti permetterò più di prendere aerei senza di me.
Se moriremo lo faremo insieme, non prima tu ed io a
spegnermi un po’ giorno dopo giorno per la tua incolmabile mancanza.
Ti amo.
Più di quanto tu o io possiamo immaginare.
E ti troverò.
Stanne certo.
Non voglio più vivere sotto un cielo dove tu non ci
sei.
Mi è bastato l’assaggio d’ inferno di oggi.
Quando ho saputo ho pensato che prima o poi avrei
trovato il modo di raggiungerti.
Mai il suicidio mi era sembrato così infinitamente
piacevole e vicino.
Ti rendi conto come mi riduci?
Dovrei ucciderti a testate appena ti vedo.
E penso che almeno un po’ lo farò.
Dopo lo spavento enorme che mi hai fatto prendere!!!!
E’ il minimo.
Getto tutto velocemente alla rinfusa e poi apro la
piccola cassaforte nella stanza di mia madre.
Abbiamo le chiavi, sia io che lei.
Per le emergenze.
Da ormai sei mesi stavo mettendo da parte dei risparmi
per comperare una tuta vera.
Da vero basketman, con tanto di scarpe firmate e
maglia autentica.
Sciocco come sono lo volevo fare anche per poi sfilare
davanti a te e vedere se almeno un po’ ti saresti interessato a me.
Ma adesso questi soldi serviranno ad altro.
Al diavolo la tuta che ho sognato per mesi.
Tu vieni prima di qualsiasi altra cosa.
Prendo i soldi e sento suonare alla porta.
Deve essere Yohei.
Perfettamente in tempo.
E’ lui.
Lo faccio entrare mentre occupatissimo mi preparo un
bento da viaggio.
“Yo….bene sei arrivato..meno male…..ho il volo
stasera……l’ ultimo…….cioè il primo da quando è stata ripristinata la rotta,
ho saputo che l’ hanno sistemata subito, strano vero?Ho telefonato all’
aeroporto e ho prenotato….”
Solo il silenzio mi risponde ed io improvvisamente mi
giro.
Yohei, il mio migliore amico mi guarda, sorridendo
dolcemente.
“Hana……..non ho mai incontrato uno più pazzo di te!!”
Rido anch’ io.
“Lo so…il Tensai è unico!!”
Ridiamo assieme.
“Vuoi partire sul serio?”mi chiedi
Ma lo so che conosci già la risposta.
Ti mugolo un assenso.
E tu sbuffi, esasperato quasi.
Via, pensavo che dopo più di dieci anni passati assieme
ti fossi abituato ai miei colpi di testa.
“E i soldi?”
“Ne avevo da parte”
“Hana non dirmi che vuoi usare quelli per…..”
“Esatto”
“Ma Hana la sognavi da mesi!”
Mi giro serio, ma sorridente.
“Cosa me ne faccio di quella tuta se lui non sarà qui a
vedere quanto bene stia addosso ad un vero Tensai?”
E tu sorridi e mi comprendi.
“A che ora parti di preciso?”
“Devo essere all’ aeroporto per le sette meno un
quarto…..”
“Perfetto, ovviamente ci andiamo insieme quindi
aspettami qui che devo fare un paio di cose….”
“Ok”
Yo scappa via ed io ultimo i preparativi.
Telefono a mia madre.
Brevemente le spiego la situazione, senza indulgere nei
particolari.
Le assicuro che poi le spiegherò tutto.
Le mando un bacio e sposto tutte le borse all’
ingresso.
Yo, sbrigati!!!
E’ tardi!!!
Attendo ancora, ma il mio cuore impazzito non vede l’
ora di essere in volo verso il paese che mi ha nascosto la mia kitsune.
Tamburello nervosamente con le dita sul tavolo e
attendo ancora.
Improvvisamente un rumore fuori mi porta ad
avvicinarmi alla finestra.
E vedo Yo e il mio guntai.
Apro la porta e li accolgo.
Noma, Okuso e Takamiya mi si avvicinano.
“Hanamichi questi sono per te”dicono e basta
Apro la busta, dentro ci sono un po’ di banconote tutte
stropicciate.
Sgrano gli occhi e li punto su di loro.
Non posso crederci.
I loro risparmi!
A me!
Mi sento gli occhi lucidi.
E trattenere le lacrime diventa quasi impossibile
quando Yohei fa lo stesso e mi regala i suoi soldi.
Non posso accettare.
So che, se possibile, loro sono ancora più squattrinati
di me.
“Non pos..”
Yo mi ferma.
“E’ un prestito….eh eh” e mi strizza un occhio
Mi conosce davvero, sa che altrimenti non li avrei mai
accettati.
E sa anche che questi soldi in più mi fanno comodo.
Nel caso dovesse succedere qualcosa….
E’ tardi.
Devo assolutamente andare.
Saluto tutti, ma all’ ultimo istante Takamiya mi ferma.
“Tieni anche questo”
E mi porge un piccolo sacchettino.
Un portafortuna.
Lo riconosco immediatamente.
E comincio ad arrabbiarmi.
“Contro il prossimo, quasi certo, scaricamento” mi
grida da lontano mentre Yohei mi trascina via
Il viaggio in treno è abbastanza lungo, ma piacevole.
Mi appoggio un po’ alla spalla di Yohei e chiudo gli
occhi.
La sua vicinanza mi calma.
Il vagone è quasi deserto.
E mi piace il colore
scuro che si sta dipingendo in cielo.
Le stelle mi guardano ed occhieggiano alla luna.
Piano mormoro al mio migliore, insostituibile amico.
“Yohei grazie di tutto, dico davvero”
“Ehi…..non dirlo nemmeno…..lo avresti fatto anche tu…”
Vero, probabilmente.
Per te e la kitsune farei davvero di tutto.
Il silenzio ancora ci avvolge, benevolo.
D’ improvviso tu mi parli.
“Hana…”
“Sì…?”
“Vedi di non sparire anche tu……ok?”
“Tranquillo – dico piano – io non sono mica scemo come
una certa volpaccia di mia conoscenza…..”
Ridi ed io mi rilasso.
E presto arriviamo.
Sono sbalordito.
Sicuramente sconcertato.
Cosa ci fa la mia squadra qui?
Tutti!
Ma proprio, proprio tutti!!!
Guardo Yohei, cercando di incenerirlo con un solo
sguardo indagatore.
“Ehm……non volevo dirtelo, ma ho incontrato Ayako mentre
chiamavo il guntai e ..beh…..una chiacchiera qui e una là…gli ho detto di te
che partivi…ma giuro!Non pensavo che si organizzassero così presto!”
Lo fulmino l’ ultima volta e poi mi dirigo verso di
loro, vedendoli al contempo spostarsi verso di me.
Spero solo che non mi sommergano di ….
“Hana che significa?”
“Perché parti?”
“Perché non ci hai detto niente?”
“Si può sapere cos’ hai intenzione di fare?”
…domande!
Appunto!
Yo mi si avvicina.
“Beh meglio che sappiano tutto qui
a questo punto.....Evviva! Mi sono risparmiato
la fatica di sorbirmi tutte le loro domande domani….fiuu…meno male..”trilla
allegro
Ma io ti distruggo, Yo!!!!!!
Improvvisamente mi ricordo che loro vogliono ancora
delle spiegazioni
Mi porto davanti a tutta la squadra.
“Se mi lasciate andare un attimo dovrei ritirare i
biglietti”dico per poter avere ancora cinque minuti liberi per riflettere
Cosa posso dire loro?
Non certo che vado a cercarlo perché la kitsune di cui
mi sono innamorato è tutta la mia vita e non potrei mai pensare ad un futuro
senza di lui.
Quindi è meglio pensare ad altro.
Mi accosto al banco e richiedo alla signorina i
biglietti che ho prenotato.
“Ecco a lei! Un andata e due ritorni per New York”
Sento gli occhi sgranati dei miei compagni gelarmi la
schiena.
Ayako pone la domanda che sono certo hanno tutti in
mente.
“Hana…perché due biglietti di ritorno?”
Mi giro scorgendo il sorriso compiaciuto di Yohei.
Tu sai perché, vero?
Prendo fiato, dipingendomi sul viso l’ espressione che
preferisco.
Con tutta la mia esuberanza dico.
“Perché il Tensai lo riporterà indietro!!!”
Ayako ride e con lei anche mezza squadra si lascia ad
un bel sorriso.
Non mi chiedono più niente.
Mi accompagnano al check-in e aspettano con me.
Poi mi seguono anche al cambio valute.
Meglio farlo qui che qualcosa ci capisco con la lingua.
La nostra bella manager spreca le raccomandazioni
mentre i ragazzi mi salutano a modo loro.
“Ancora non capisco perché tu lo stia facendo!!”dice
incredulo Ryota
Sorrido.
Il loro scetticismo è più che giustificato.
Non sanno.
Li guardo.
Serietà nei miei occhi.
“Non posso permettermi di perdere così il mio unico
rivale”
E neanche l’ amore.
Aggiungo.
Ma solo nella mia testa.
Lui non lo posso perdere.
Non adesso.
Non quando, ancora, non ho avuto modo di dirlo ad alta
voce che lo amo.
Di dirlo ai suoi occhi.
Mi guardano, poco convinti.
“E poi – aggiungo strizzando un occhio – non vorrei che
la stupida volpe usasse questa scusa per minimizzare la sconfitta che
certamente gli infliggerò……capacissima di farlo quella baka kitsune!!”
Miyagi ride assieme a Kogure.
Il capitano mi lancia uno sguardo rassegnato.
“Certo, te lo potrebbero sciupare laggiù”regge il gioco
Mitsui
Io rido e prendo le valigie.
Il mio volo verrà chiamato tra poco.
In disparte Yohei attende di potermi parlare.
Scherzo ancora con i ragazzi senza spiegare troppo sul
mio comportamento e poi mi libero.
Subito il mio migliore amico mi si avvicina con un
sorriso, tutti gli altri sono distratti, parlano fra di loro e lui ne
approfitta per farmi scivolare nell’ orecchio una frase che di amichevole
non ha proprio niente.
“Hana ascoltami, perché te lo dirò una volta sola…se
oserai tornare senza che lui sappia la verità sui tuoi sentimenti non
scendere nemmeno dall’ aereo, perché appena toccherai il suolo giapponese
sarai un uomo morto, chiaro?”
Rido, ma leggo minacce concrete nei suoi occhi.
Lo stringo a me, forte.
Quanto ti voglio bene, Yo.
Sono queste piccole cose, secondo me, a fare grande un’
amicizia.
Scherzare, ridere e vivere insieme ed esserci anche e
soprattutto quando le cose vanno male.
Tutte storte per le loro cavolo di vie.
Come quando ho saputo della presunta morte della mia
volpe.
Se non ci fossi stato tu, su chi avrei contato?
Su chi avrei pianto?
Lo capisci?
Lo sai?
Piango e rido con te Yohei
Non sai nemmeno quanto ti voglia bene.
Non ti amo, ma il sentimento che provo per te non è poi
così diverso da quello che mi fa battere il cuore per Kaede.
Forte uguale, ma diverso.
Perché prende la mia mente ed il mio animo di amico e
fratello.
Ti stringo ancora e ti assicuro che tornerò presto.
Chiamano improvvisamente il mio volo.
Mi stacco da te e subito gli altri mi reclamano.
Li saluto.
Abbraccio Ayako.
Parlo e rido.
Che strano, mi sembra una scena già vista.
Solo che adesso sono io il protagonista.
Un protagonista molto più espansivo di quel cubetto
così affascinante.
Pagherai anche questa Ru!
Il costringere me a venirti a cercare.
Sei così adorabilmente stupido da perderti persino nel
paese che hai sognato per anni!
Ma vedrai che quando ti avrò per me non ti basterà
dovermi soddisfare solo per una notte.
Suderai molto più che dopo un allenamento.
Te lo garantisco.
Ora devo proprio andare.
Un ultimo sguardo a Yo ed un sorriso da tensai a tutti.
“Akagi – grido poco prima d’ imbarcarmi – recupero la
volpe e torno, capito? Conservami il posto fra i titolari!!!”
Da lontano il capitano mi risponde.
“Non prendertela comoda, per ogni giorno là te ne metto
in conto due di allentamento da recuperare, chiaro?”
Simpatico, no?
Mi porto due dita alla fronte in un tipico saluto quasi
militare da ‘roger, capo’ e scappo via.
L’ America mi attende.
E Kaede con lei.
Il volo non sarà particolarmente lungo, ma ho del tempo
prima di arrivare e intendo sfruttarlo.
Io non ho studiato l’ inglese con tutta la sacra
devozione che ci ha messo la kitsune.
Perché sinceramente pensavo di non finirci laggiù.
Che poi questo avrebbe significato vederlo partire da
solo, mentre magari ci eravamo messi insieme, non mi interessava poi così
tanto.
Io prendo la vita un po’ alla giornata.
Un problema alla volta mi dico sempre.
Io e Kaede stiamo insieme?
No.
Quindi che senso avrebbe riempirmi le giornate di
assurde congetture su una sua eventuale partenza?
Nessuno.
Magari rinunciare a
vivere il mio amore per lui in vista di un possibile futuro divisi?
Macchissenefrega!
Come potrei pensare al futuro della nostra coppia con
mesta rassegnazione se ancora non siamo una coppia?!?
Io poi sono un ragazzo pieno di risorse.
Quando si presenterà il problema lo risolverò al
meglio.
Inutile fasciarsi la testa prima.
Ma il mio problema del mese è questo adesso.
Imparare, in queste due o tre ore, almeno qualche frase
utile.
Meglio cominciare da ‘Mi scusi ha per caso visto questo
ragazzo?’
Dunque prendo il dizionario e lo sfoglio.
Ma non ci dovrebbero essere le frasi già fatte?
Vediamo.
<Well the roast lamb is very good
today. Or if you prefer fish, there’s Dover sole>
Wow!
Ma che significa?
<L’ agnello arrosto oggi è molto buono. O se preferisce
il pesce, c’è la sogliola di Dover>
Sogliola?
Arrosto?
Ma io la cerco intera la mia volpe!!!!!!!!!!!!!!
No, decisamente ho sbagliato pagina.
Vediamo.
Mi sa che non c’ è niente del genere.
Mi toccherà crearmela da solo ‘sta frase.
Vediamo…..
…..dove… ‘where’……
…mmmh…….<Where is my fox?>
E’ perfetta!!!!!
Ma dubito comprendano chi sto cercando.
Ricominciamo.
……
..
.
Guardo fuori e siamo arrivati.
Le luci dell’ aeroporto si vedono perfettamente nel
nero della mia prima notte a New York.
Atterriamo.
Quando scendo inspiro profondamente.
L’ aria è dolce, chiara.
Seguo tutti e mi ritrovo ad attendere la mia piccola
valigia davanti ad un nastro trasportatore.
Bene.
E adesso è meglio che mi trovi una sistemazione per la
notte.
***
E così sei partito Hana.
Davvero, giuro, in vita mia non ho mai incontrato uno
più pazzo di te.
E nemmeno più innamorato.
Sorrido.
E penso a quello che mi ha detto il tuo capitano.
In effetti mi era sembrato di sentire dei passi, oggi,
quando sono corso da te a dirti che Rukawa non era morto.
Akagi mi aveva seguito, probabilmente voleva
controllare dove tu fossi.
Penso proprio che non abbia creduto alle mie parole.
Pensava di coglierti in flagrante.
Magari disteso al sole a ringraziare la tua buona
stella per averti liberato dalla volpe maledetta.
Ed invece i tuoi occhi rossi e gonfi hanno sconcertato
anche lui.
Questa sera all’ aeroporto mi ha fermato, dopo che tu
sei partito.
Aveva visto la felicità incredula con la quale hai
accolto la mia notizia della sopravvivenza di Rukawa a quel disastro aereo e
non ha più avuto il coraggio di uscire allo scoperto.
Poi mi ha detto così.
‘Mito ti chiedo scusa per oggi, per non aver creduto a
te e ad Hanamichi…..vi ho sentiti parlare dopo che sei corso fuori……ho visto
quanto in realtà Sakuragi tenesse in considerazione il suo eterno rivale……’
‘Hai sentito tutto?’ ho chiesto, lievemente
preoccupato…
Non ricordo perfettamente cosa ci siamo detti io e
Hana.
‘Più o meno..'
‘Capisco, ma potevi dirlo a lui che ….’
Il tuo capitano ha scosso la testa.
‘Lui non era sveglio e non avrebbe capito, le mie scuse
vanno a entrambi, so che tu gliele riporterai quando torneranno’
‘Ok..come vuoi….riguardo quello che hai sentito non
credo che….’
Mi ha fatto cenno di interrompermi.
‘Non importa, sono frasi che non ho capito, come il
perché Hanamichi non fosse diventato vedovo, che non ho voluto capire perché
non mi riguardano, meglio mettere in chiaro Mito’
‘Perfetto’
E ci siamo salutati.
Ed io sto tornando a casa, testa rossa.
E mi manchi perché oramai ero abituato a tornarci con
te.
Ma mi sa che dovrò farci l’abitudine, mi dico
affondando con le mani nelle tasche.
Quando tornerai penso che dedicherai le tue serate ad
una certa volpe di mia conoscenza e non avrai più tempo per i vecchi amici.
Beh è così che va, no?
Quindi mi devo trovare anch’ io una compagna per le
sere prima del tuo ritorno.
Impresa ardua.
Sono un cuore libero, io.
Ti aspetto qui Hana.
Sempre a tua disposizione.
Sia che tu riesca a tornare con il sorriso.
Sia che tu lo faccia con il cuore a pezzi.
Soffrirò o gioirò con te.
Perché anche questo è esserti amico.
Ti aspetto Hana…e…
..va beh…..diciamolo che forse porta bene….
…..aspetto anche te volpe spelacchiata.
Tornate presto.
Insieme.
***
La Grande Mela.
Grande lo è sicuramente.
Ma non ho mai capito, perché Mela?
Mmh…
La vedo sotto gli scintillanti raggi del sole del primo
mattino.
Sono qui.
All’ ingresso dell’aeroporto.
La schiena mi fa un male cane.
Ho dormito sì e no quattro ore e quelle c@x&z# di
poltroncine non sono affatto comode come sembrano.
Ieri ho deciso di dormire qui, in aeroporto.
E l’ unico posto da cui posso cominciare le mie
ricerche.
E poi non ho così tanti soldi da potermi permettere una
camera in hotel.
Anzi se sono fortunato trovo la kitsune entro oggi e me
ne torno indietro con lui senza neanche spendere i soldi che mi ha prestato
il mio guntai!
Speriamo!
Piano mi stiracchio con attenzione.
Mi ero scelto un posto quasi nascosto, confondendomi
fra quelli che aspettavano i voli notturni, vicino ad una cabina di
controllo passeggeri, così avrei avuto meno possibilità di subire uno scippo
mentre dormivo.
E poi qui ho il bagno gratis e il bar per fare
colazione.
Sono proprio un Tensai!!!
Dopo un caffèlatte ed una cosa strana e dolce che
chiamano brioche inizio le mie ricerche.
Dunque per prima cosa voglio chiedere informazioni su
quel volo che è esploso ieri.
Voglio sapere tutto quello che c’ è da sapere.
Forse la polizia ha contattato tutte le persone che
erano scese dall’ aereo per avere una pista da seguire.
Mi sposto nell’ aeroporto e cerco di carpire
informazioni dalle signorine che danno i biglietti.
Non capisco bene cosa mi dicono, hanno tutte fretta,
maledette oche!!!
C’ è un viavai continuo di gente.
Beh, in fondo questo è l’aeroporto di New York.
DEVE essere sempre pieno.
Mi sento un po’ fuori posto.
Capisco meno della metà delle scritte e un
quarantacinquesimo di quello che la gente mi dice.
Sembrano tutti avere troppo da fare per darmi il tempo
di tirare fuori il dizionario e chiedergli quello che voglio sapere.
Noto distrattamente gruppi di poliziotti entrare e
uscire.
Ci sono delle strisce d’ avvertimento che delimitano
tutta un’ area vicina alle piste principali.
Grandi teli di plastica mi coprono la visuale.
Improvvisamente individuo una donna delle pulizie.
Una donna di colore, che passa svogliatamente una di
quelle macchine-lava-pavimenti.
Sorrido al mio colpo di genio.
Sono certo che lei lo troverà un po’ di tempo per me.
Mi avvicino e la saluto educatamente.
Mi sento squadrare, ma non noto cenni d’orrore o
disappunto per miei capelli.
Beh, in fin dei conti questa è l’ America.
Qui tutto è un po’ normale.
Subito le faccio capire a gesti che cerco informazioni
e che non conosco bene la sua lingua.
Lei mi dice qualcosa.
Credo che mi stia chiedendo cosa cerco.
Spero che il mio istinto abbia ragione.
<Eehm………..fly of yesterday…..the
air that….. – oddio, oddio, oddio come si dice esplodere? – ……the
air…ehmm…..yesterday …….BOUM!>
La donna scoppia a ridere ed io arrossisco fino alla
punta del naso.
Mi guarda, improvvisamente benevola e mi dice qualcosa.
Sento le parole ‘air’ …’yesterday’ e ‘explode’.
Tutte nella stessa frase.
Forse ci siamo!
Annuisco.
Il tono mi era sembrato di domanda.
Istinto, non mi
abbandonare!
La donna sorride ancora.
Forse la mia aria tutta concentrata la diverte.
A me per niente.
Sto facendo una fatica bestiale solo per poter capire
un ventesimo di quello che dice!!!!
Improvvisamente lei si avvicina, mi indica con un
braccio l’area delimitata dalle strisce gialle della polizia e scandisce
lentamente.
<An air fired in the hangar
yesterday >
Controllo velocemente le parole che non conosco e poi
guardo la donna.
Incredulo.
Un’ aereo esploso nell’ hangar????
Ma non era esploso in volo???
Oh Kami!!
Velocissimo sfoglio il dizionario.
Poi trattenendo il fiato chiedo.
<And…and the…passengers???>
Kami ti prego.
Io sto rispettando le promesse.
Ho giurato che mi sarei dichiarato.
Guarda la sto anche cercando la mia volpe per poterlo
fare al più presto.
Non dirmi che invece lui non c’ è più.
Non puoi avermi illuso e portato fin qui solo per
andare in un obitorio a riconoscere il suo cadavere.
<The air was empty>
Che significa ‘empty’?
Sfoglio alla velocità della luce.
Vuoto!!
Vuoto!!!!
La kitsune deve essere viva!!!
Kami, sei davvero grande.
D’ impulso abbraccio la signora poi la ringrazio con un
inchino e scappo verso l’ uscita.
Ricapitoliamo: se ho capito bene l’aereo non è esploso
durante il volo, né d’ andata, nè di ritorno, ma è esploso nell’ hangar.
Lo stavano mettendo nella rimessa e quindi non c’era
più nessuno a bordo.
Forse un pilota.
Ma non la mia volpe!!!
Rapido prendo la sua foto.
Ne avevo diverse, fatte da Ryota per dispetto.
Gli avevo espressamente detto di andare a fotografarmi
Haruko, perché a quei tempi credevo di esserne innamorato e lui, per farmi
uno scherzo, mi aveva quasi riempito il rullino di foto del Gorilla e della
volpe.
Ryota sei un genio!
Come avrei fatto altrimenti ad averne?
Certo non potevo andare in giro con la foto della
squadra in cui il viso di Kaede sembra solo un puntolino bianco e nero.
Tra un po’ non mi ci riconosco neppure io lì.
Prendo quindi la foto, che ritrae Rukawa a mezzo busto,
voltato di tre quarti.
E’ piuttosto riconoscibile, si vedono perfettamente i
suoi occhi azzurri e i tratti delicati.
Prendo il foglietto in cui ieri sera mi sono appuntato
la frase che devo usare e fermo la prima persona.
Una guardia di sicurezza.
<Ehm….excuse me…did you see this guy, by
chance?>
E subito gli mostro la foto di Kaede.
L’ uomo scuote la testa.
Lo ringrazio e mi allontano.
La mattina passa così.
Fermo qualche inserviente.
Qualche guardia.
Dei passanti.
Ma solo cenni negativi.
Esco in strada.
E mi metto in un angolo.
Pranzo con un hamburger preso da un chiosco e bevo da
una fontanella.
Riposo un attimo le gambe e poi mi tuffo di nuovo nella
strada.
Dovessi anche fermarli tutti, uno per uno, ti troverò.
Stanne certo Kaede.
La gente è sempre di fretta.
Mi spingono, mi urtano continuamente.
Tutti.
Donne, uomini, ragazzi come me.
Le strade sono affollatissime, molti non ascoltano
nemmeno la mia domanda.
Temono forse che voglia vendergli qualcosa.
Come potergli dire, invece, che sto solo cercando l’
altro pezzo del mio cuore?
Sono stanco.
Avrò fermato sì e no almeno duecento persone.
Niente.
Il tramonto è vicino.
Ed io ancora non ti ho trovato volpe.
Devo pensare a dove trascorrere la notte.
Non posso sostare ancora in aeroporto.
Non ho più nulla da fare lì.
Mesto mi dirigo lungo questa strada.
Non so dove mi porterà.
Sarebbe troppo sperare di trovarci lui in fondo?
NO.
Non posso abbattermi.
Fermo ancora un paio di persone.
Kami ti prego.
Niente.
Nessuno sembra sapere niente.
Sento la tristezza cominciare a pesarmi addosso.
Mi sento spaesato.
Mi guardo attorno.
Improvvisamente realizzo.
Sono solo.
In un posto che non conosco.
Con una lingua che non parlo.
Senza nessun punto di riferimento.
No.
No davvero!
Non mi arrenderò così.
Setaccerò tutti i dintorni dell’ aeroporto.
E lo troverò.
Mi fermo ad un angolo.
Ora devo solo rimediare un posto per la notte.
Fermo un ragazzo, un giovane uomo.
Gli chiedo se ha visto Kaede.
Lui scuote la testa.
<I don't know him from Adam!!!>
Che ha detto?
Sta per andarsene, ma lo trattengo.
<Motel?>riesco a dire
Lui comprende e mi indica con il dito una strada
laterale.
Lo ringrazio e mi incammino.
Poco dopo sono nella hall di questa specie di topaia.
La vernice scrostata e l’odore di muffa almeno mi
assicurano che qui non ci vorranno molti soldi per poter prendere una
stanzetta per la notte.
Prendo il dizionario, mentre aspetto di veder comparire
qualcuno e leggo le ‘short conversation’ che riguardano gli hotel.
Qualche frase fatta mi potrebbe aiutare.
In breve una donnona dai capelli unti e dallo sguardo
severo mi raggiunge.
Chiede qualcosa.
Probabilmente cosa voglio.
<Good evening, I want a single room, please>dico
cercando di ostentare sicurezza
Non deve accorgersi che sono straniero e che non
capisco un tubo.
O potrebbe tentare di fregarmi sul prezzo.
Ed io devo risparmiare.
La signora corpulenta mi squadra.
Lentamente.
Molto lentamente.
<Do you have money?>mi sento
chiedere
Money?
Soldi.
E’ una domanda, dal tono lo capisco.
Vuole sapere se ho i soldi.
Anche tu non vuoi essere fregata eh?
<Yes, but how much is a room?>
<Fifhteen dollars including
breakfast>
Con colazione?
Evviva!
<Ok! I'll take a single room, please>
La donna legge sul registro di questa sottospecie di
albergo.
Poi mi parla di nuovo.
<For
how long will you stay, guy?>
Stay?
Che cavolo significa????
Oddio!
<..Y.yes……..>
Rispondo.
Kami mandamela buona per favore!!
Non posso tirare fuori il dizionario adesso.
La donna mi guarda in attesa.
Risposta sbagliata….
Proviamo con …
<I don’t know…..>in un leggero tono vago
Lei alza le spalle e poi si decide a farmi firmare il
registro.
Fiuuuu!!!!!
Sollevato la seguo per le strette scale che avevo
osservato prima alle sue spalle.
Le porte sono poche, di cui una scardinata che pende
storta sul corridoio.
La donnona si ferma davanti ad una porta con il numero
9, capisco che probabilmente un tempo molto lontano era un 6.
Non c’ è un solo numero di ottone che non abbia perso
le viti e che non ciondoli tristemente sul legno.
Apre la stanza, me la lascia guardare un attimo.
Beh, l’ importante è che ci sia una cosa lunga e
rettangolare che assomigli ad un letto.
Il resto non lo voglio nemmeno guardare.
Come, per esempio, quella cosa amorfa che sta
strisciando verso un buco nel muro.
Rabbrividisco ed entro.
La donna mi consegna le chiavi.
<The breakfast is at seven
o’clock.Be punctual, boy!>
Che significherà?
Annuisco perché sembra che lei aspetti solo questo, poi
mi lascia e si chiude la porta alle spalle.
Stanco mi siedo sul letto.
Fingendo di non vedere un topo che scappa via
impaurito.
Beh, per quindici dollari al giorno + colazione non è
proprio male.
Il letto è abbastanza morbido.
Chissà come lo hanno riempito.
Pelo di topo?
Mi alzo, il bagno deve essere fuori, comune per tutti.
Sistemo veloce la mia poca roba e vado a sciacquarmi.
Esco dal bagno a torso nudo.
Accidenti!
Ho dimenticato la maglietta in camera.
Che freddo!
Mentre sto per aprire la porta della mia stanza la
donnona sale le scale con un secchio.
Andrà a pulire il pavimento sudicio di quel cavolo di
bagno puzzolente, spero.
La vedo sollevare uno sguardo su di me.
Cosa?!
Possibile…..adesso mi stia
………………………….……ammiccando????????????
OH KAMI…NOOOO!!!
Rabbrividisco d’ orrore, scorgendo il suo sguardo
malizioso al mio torace nudo e mi chiudo in camera.
Doppia mandata.
Kitsune mi pagherai anche questa, TE LO GIURO!!!!!!!
E’ scesa la sera.
Sento fame.
Tiro fuori il panino che ho comprato per strada e lo
mangio velocemente.
Sul letto ho lasciato la foto di Kaede.
Lo guardo.
Sei veramente bello.
Anche statico, lì, racchiuso in una prigione di carta
plastificata, sei sempre splendido ed affascinante.
Mi guardi con indifferenza.
Lo farai anche quando ti troverò e scoprirai che sono
venuto a cercarti?
Spero di no, volpe.
Spero proprio di no.
Mi alzo.
Non posso permettermi di sprecare queste poche fino
alla notte.
Esco, veloce.
Senza degnare di uno sguardo il donnone dell’ ingresso.
Brrrrrr!
Ho sentito i suoi occhi scivolarmi addosso.
Seguo le strade e mi inoltro fra i locali.
E’ tutto così pieno di luci qui.
Brutto.
Una città che non dorme mai.
Ed invece un po’ di riposo le farebbe bene.
Per riprendersi da questo colore grigiastro.
Prendo la foto di Kaede, la stringo e mi faccio
coraggio.
Forza Hanamichi!
Entro nel primo bar.
Un pub più che altro e chiedo un po’ in giro.
Niente.
Il proprietario già mi guarda male perché non ho
ordinato niente e sto infastidendo i clienti, così esco.
Mi giro un po’ tutti questi locali dietro l’ aeroporto.
Ma niente.
Un pezzo di cielo mi sorride fra le luci accecanti.
Non vedo la luna e non vedo neppure te, Kaede.
Dove sei?
Cerco i tuoi occhi su tutti i visi che incontro.
Cerco i tuoi capelli fra tutti i fili neri che
intessono il cielo notturno.
Dove sei?
Stai bene?
Torno alla mia stanza e mi sdraio esausto.
Deprimente come primo giorno.
Mi ripeto fino alla nausea che domani sarà un giorno
migliore, mentre tento di non far caso al raspare dei topi sul soffitto.
Niente.
Ho girato per i centri commerciali.
Kami, che marea d’ umanità!
Almeno duemila persone.
E nessuno ti ha visto, volpetta.
Stringo forte una ringhiera al centro di questo impero
del consumo.
Il rumore è talmente forte ed eterogeneo che sento
quasi silenzio.
Dove sei, Kaede?
Dove?
Torno verso il motel.
Ed è solo primo pomeriggio.
E di te nessuna traccia.
Che sia stato troppo ottimista nel ritenere che ti
avrei trovato facilmente?
Pensavo davvero che sarebbe bastato questo mio sciocco,
privato sentimento a mettermi sulla giusta strada verso di te?
Sì, dannazione, sì.
Io ci credevo!
Ci speravo!
Ed invece….sono solo e non riesco a trovarti.
Ma non voglio ancora arrendermi.
Non lo farò mai.
Perché penso proprio che amarti valga tutto questo
sacrificio.
Sento con sicurezza che il tuo amore per me varrà così
tanto da ripagarmi di qualsiasi sforzo.
E se anche dovessi finire i soldi, se anche fossi
costretto a ritornare in Giappone senza di te, non temere.
Troverò un lavoro.
Uno di quelli in cui si riesce a guadagnare bene.
Non importa a che prezzo.
Ed ogni mese tornerei una settimana qui per continuare
a cercarti.
E’ una promessa volpe!
Più tardi ho deciso di prendere l’ autobus per l’
ospedale.
Voglio essere certo che tu non sia stato ricoverato per
qualche motivo.
***
Sono passati ormai due giorni.
Perché non telefoni Hana?
Il mio numero lo conosci…..
Siamo in pena per te, per voi.
Il tuo coach non fa che telefonare al college che aveva
la responsabilità di accogliere Rukawa.
Avevano mandato un tutor a prenderlo, ma dicono che non
sanno niente neppure di lui.
Ci hanno detto poi che non sono nemmeno sicuri che l’
aereo sia esploso in volo.
I tuoi compagni sono tesi, preoccupati.
A scuola si è sparsa la voce.
Cosa sta succedendo?
Cosa è successo?
Adesso mi sembra un posto pericoloso l’ America.
Torna presto Hana.
Torna presto, amico mio.
***
Niente.
Niente.
Se non parole di scuse che non capisco.
Non voglio le vostre scuse o le vostre ragioni.
Voglio Kaede.
Il Kaede che doveva essere mio.
Qui all’ ospedale lui non c’è.
Non so se sentirmi sollevato oppure no.
In compenso mi hanno detto, un’ infermiera gentile che
si è presa il tempo di farsi capire, che l’ aereo esploso ha provocato
diversi danni all’ aeroporto, tutta l’ area che ho intravisto, circondata
dalle strisce gialle della polizia.
Ha detto anche che diversi feriti sono stati
ricoverati.
Ho chiesto i nomi, ma non me li ha voluti dire.
Così gli ho fatto vedere la foto, speranzoso.
Ma niente.
Lui non è qui.
Non mi arrendo!!!
No.
Non ci sto, kitsune!
Non puoi sparire così.
Non puoi !!!!!!
Torno al motel che è già sera.
Inutile dire che mi sono perso al ritorno.
Ed i miei risparmi si stanno esaurendo.
Ne avrò ancora per tre giorni.
Poi dovrò tornare indietro.
Fatti trovare stupidissima volpe!
Fatti trovare!!!!
Tristemente faccio ritorno alla topaia.
Educatamente saluto la donna.
Meglio essere gentili, potrebbe sempre decidere di
farmi uno sconto.
<Good evening>
<Nh!>
Simpatica.
Sembra la volpe.
<Oh...madam…did you
see by chance this guy?>chiedo
mostrando anche a lei la foto di Kaede
Non voglio tralasciare nessuna possibilità.
Forse lo ha visto, penso che una come lei non
dimentichi un bel ragazzo come il volpino…..
…mmmh…a dire il vero nessuna donna con un equilibrato
senso estetico si dimenticherebbe di lui…..
Comunque attendo, trepidante.
Kami, kami fa che….
<No…>
Uff….ho tentato almeno….triste la ringrazio e salgo le
scale.
Improvvisamente mi sento richiamare.
La donna mi squadra.
Poi sorride.
Sembra quasi umana ora……brrrr……
Poi mormora un nome, anzi prende una penna e lo scrive
poi mi porge il foglietto.
Dev’ essere un locale e questo qui il nome della
persona alla quale devo chiedere.
Signora.
Ma io la amo!!!!!!!
Beh, non esageriamo però posso riuscire a farmi
violenza e ad abbracciarla.
Lo faccio e lei arrossisce.
Poi scappo via, al diavolo il riposo.
Voglio trovare Kaede!!!
Raggiungo il locale grazie ad un sacco di indicazioni
prese per strada.
Ed entro.
E’ pieno di fumo, un sacco di minorenni bevono birra e
fumano tranquillamente.
Il paradiso per noi giapponesi!!!!
Mi snebbio la testa da questi pensieri e da tutti gli
odori forti che mi stanno stordendo e cerco quest’ uomo.
Dal nome almeno credo che lo sia.
Mi guardo attorno poi un simpatico ragazzo mulatto mi
si avvicina.
Mi chiede qualcosa.
Sarà la musica, sarà il fumo, sarà che ancora non
capisco un tubo di inglese, ma questo davvero parla arabo!!!!
Lo fermo e gli mostro il foglio.
Spero capisca.
Annuisce e mi guarda.
Mi fa cenno di seguirlo ed io lo faccio.
Subito.
Mi porta ad un tavolo.
Seduto lì un giovane uomo dalla faccia simile a quella
della donnona del motel.
Che sia suo figlio?
Mi siedo davanti a lui e aspetto.
Sento che i suoi occhi mi percorrono.
Non abbasso lo sguardo.
Non l’ ho mai fatto.
Nemmeno il giorno dopo che mi sono reso conto di amare
Rukawa l’ ho abbassato quando ho incontrato i suoi splendidi occhi blu.
E non lo farò di fronte a questo sconosciuto.
Ci sfidiamo quasi.
Io reggo i suoi occhi verdi e penetranti.
<What do you want?>dice improvvisamente, in tono duro
Lo fisso ancora un istante poi tiro fuori la foto e
gliela mostro.
<Please…please – sottolineo con la voce e lo sguardo –
did you see this guy, by chance?>
I suoi occhi verdi mi guardano ancora.
Mi scrutano profondamente.
Passano dal mio sguardo serio ai miei capelli.
Infine penso che il mio colore rosso gli piaccia
particolarmente perché finalmente mi risponde.
<Maybe…>
Maybe?
Non so che vuol dire.
Ma almeno non è un no!
Kami ti prego fa che sia la volta buona….
Imbarazzato gli faccio cenno di aspettare.
E’ troppo importante questa risposta per fregarmi della
mia reputazione.
Tiro fuori dalla tasca il dizionario e cerco
velocemente, arrossendo.
Ecchecavolo almeno fai finta di restare serio occhi d’
erba, se mi ridi in faccia mi fai arrossire.
Lo so che sono un ignorantone, ma vorrei vedere te.
Sfoglio ed infine ….
‘Può darsi’
significa ‘Può darsi’….
CHE CAVOLO SIGNIFICA??!!!?
O SI’ O NO!!!!!!!!!!!!!!!!
Mi trattengo dal provocare una rissa e lo guardo
intensamente.
Ehm….forse troppo…
Cos…..cos..cosa…sta facendo?
Eh eh eh (risatina isterica).
AIUTOO!!!
Mi …mi..mi….mi…sta toccando una …..gamba??!!??
Oh Kami, tale madre tale figlio.
Aiuto Ru.
Aiuto!!!!
Credo proprio che alla fine dovrai essere tu a salvare
me, non il contrario.
<Where…….did you see…..ehmm…..?>tento di domandare
Lui mi guarda mentre stoicamente lo ignoro.
Ancora tre secondi e gli do una testata alla giapponese
come dico io!!!
Lui mi artiglia quasi una coscia e si avvicina.
Pensa forse di essere così affascinante?
Schifo non fa, però da lui al mio volpino ce ne
passa!!!
<Manhattan…….75° district, behind
Harlem Queen’s Boulevard, nice chick>
Nice chick?
Che caspita significa?
Molto rapidamente mi scosto e mi alzo.
Veloce come un fulmine lo ringrazio e scappo via.
Fiuuuu!!!
Volpe anche questa metta in conto, anche questa.
Corro per le strade, fermo tutti quelli che mi
capitano.
Devo raggiungere questo posto.
Finalmente ho una pista, un indizio.
Grazie Kami!
Corro come il vento.
Se l’ istinto non mi abbandona forse già domani io e la
kitsune potremmo essere su un volo per Kanagawa.
Le persone che fermo mi indicano la strada veloci,
spaventate quasi?
Non capisco.
Raggiungo la zona.
Vicoli stretti s’ intersecano fra di loro creando un
dedalo pieno di ombre.
Che strano contrasto fra le vie principali illuminate a
giorno.
Velocemente mi guardo in giro.
E mi ritrovo al punto di partenza.
Quel maniaco mi ha indicato il posto, ma non mi ha
detto niente di preciso.
Beh, almeno è già qualcosa.
Concentrerò le mie ricerche qui.
Riprendo in mano la foto di Kaede e ricomincio a
chiedere alle persone che passano.
Nessuno mi guarda.
Mi ignorano.
Molti di loro sono ragazzi dall’ aspetto poco
rassicurante.
Quasi certamente teppistelli come lo eravamo io e Yo.
Dopo l’ ennesimo mi fermo.
Mi guardo attorno.
Forse devo inoltrarmi un po’.
Mi infilo in un vicolo, giro un angolo.
Qui l’ aspetto delle strade è degradato, cupo.
Il buio mi circonda quasi, fumi senza odore si levano
da terra mentre i fasci di luce dei lampioni non sono che miseri tentativi
d’ illuminare pochi centimetri di cemento sporco e vecchio.
Aneliti deboli nel vento nero di questa sera.
Giro veloce un angolo.
Questo posto non mi piace neanche un po’.
Un urlo mi ferma.
Tre figure nel buio.
Due in piedi, uno accovacciato in terra.
Urto qualcosa con un piede.
Abbasso gli occhi.
Un….un ragazzo?
Riverso a terra.
Immobile?
Kami….cosa….
<Please …please …….today I’m broken,
but tomorrow…..>
Parla veloce, concitatamente.
<Ehy…..he hasn’t got a cent…..sure!> risponde
sprezzante uno dei ragazzi in piedi
L’ altro si avvicina al giovane rannicchiato a terra.
<You are a very dipshit to ask us
dope without a buck>continua quello che ha parlato prima
Come al rallentatore vedo l’ uomo che è stato in
silenzio fin ora mettersi una mano nella giacca, prendere qualcosa,
sussurrare.
<I cannot abide your rudeness>
E ridere.
E sparare.
Schizzi di sangue mi raggiungono.
Li sento.
Bollenti.
Su una guancia.
Sul petto attraverso la maglia.
Sussulto violentemente.
E i due giovani uomini si voltano verso di me.
Passo lo sguardo da loro ai resti sul muro della testa
squartata del ragazzo che li pregava.
Un riflesso di luce illumina il colore più chiaro del
cervello che, dolcemente, scivola verso terra accarezzando, tiepido, il muro
freddo contro il quale è stato fatto in pezzi.
Sento il respiro abbandonarmi.
Ed il cuore impazzire.
Un orrore smisurato mi cresce nella testa.
E urla.
Urla.
I due si alzano veloci, verso di me.
Kaede.
Penso solo e fuggo via.
Le mie gambe si muovono velocissime.
Senza che la mia volontà le possa comandare.
Sento dei fruscii alle spalle.
Kami, kami mi stanno inseguendo.
Uno scatto metallico dietro di me.
Salto in un cono d’ ombra per istinto e solo dopo sento
gli spari.
Vicini ai miei piedi che adesso corrono come il vento.
Kami, cosa……Dio…!!
Mi stanno sparando.
Vogliono uccidermi.
Sento ora per la prima volta in tutta la mia vita un
sentimento che non ho quasi mai avvertito.
Paura.
Folle.
Cieca.
Enorme.
Nera.
E tutto questo mi fa correre.
Forte.
Corro, corro così velocemente, ma non so verso dove.
Questi vicoli sono tutti uguali.
Sembrano un labirinto nero e alto.
Profondo.
Se troverò un vicolo cieco davanti a me non potrò più
vederti volpe.
Mai più.
Se mi uccidessero spero solo di rivederci lassù,
kitsune.
Nei campi da basket che sicuramente stanno costruendo
per te in paradiso.
Il buio complice mi aiuta, ma ho perso l’orientamento.
I polmoni mi bruciano, sembrano sanguinare.
Ho gli occhi lucidi, ma non mi fermerò.
Perché se lo faccio lo faccio per sempre.
Altri spari.
Vorrei coprirmi le orecchie.
Ma non posso.
Perderei l’ equilibrio.
Corro.
Corro.
Corro.
Con sollievo li sento lontani adesso.
Intravedo le luci, improvvisamente.
La strada principale.
Non so come.
Kami, ti ringrazio.
Corro via, fregandomene di chi urto, volando verso il
motel per rifugiarmi da quello che ho visto.
Le gente mi sembra un unico, immenso carosello.
Le forze vogliono abbandonarmi, ma non glielo permetto.
Corro.
Corro.
Mi bruciano gli occhi e anche la gola.
Kami.
Kami.
Rientro rapido.
Non c’ è nessuno all’ ingresso.
Prendo le chiavi.
Per l’ agitazione mi cadono di mano, le raccolgo
guardandomi attorno con agitazione.
Apro la porta e mi chiudo dentro.
Stremato mi accascio contro la porta.
Raccolgo le ginocchia al petto.
Non è possibile.
Non è possibile.
Gli ha…..
….gli ha….sparato……
avrà..avuto la mia età………..
…ed è morto….
…ucciso…..
Kami.
Kami.
….E il ragazzo per terra……………….
……………la pozza scura che lo accoglieva…..
………….sangue……….
Kami!
Perché me lo hai fatto vedere?
Ho assistito ad un omicidio.
Chiudo gli occhi
Rivedo la morte di mio padre.
Sulla soglia di casa mia.
Anche lui mi pregava.
Con lo sguardo.
Di salvarlo.
Di non lasciarlo morire.
Kami!
Basta, non torturarmi.
Strappami tutti i ricordi.
Lasciami solo quelli di Kaede.
Solo i suoi.
Ti prego.
Sono stanco.
E’ notte fonda.
Mi strappo di dosso la maglia sporca di sangue e la
getto via, dalla finestra.
La vedo accasciarsi scompostamente nel sudicio vicolo
qui sotto.
Fra tutta l’ altra spazzatura dimenticata.
Mi hanno sparato contro.
Ma non sento dolore.
Non sono stato colpito fortunatamente.
Sì.
È solo fortuna.
Perché sono abituato a correre.
Akagi allena bene.
Era buio.
Non li ho visti in viso e forse neanche loro hanno
visto me.
Credo sia così.
Spero sia così.
Altrimenti mi cercheranno e mi uccideranno.
Questa notte, ne sono certo ora che mi rannicchio
scosso sul letto, non riuscirò a dormire e so già che mi sembrerà di
sentire, oltre al suono orribile dei topi che masticano, anche passi soffusi
verso la mia porta.
I passi di chi vorrà farmi tacere perché ho visto
troppo.
Mi copro, ma sorrido.
Ti troverò Kaede.
Volpina.
Il tuo pensiero, il pensare a te mi dà un vago sentore
di conforto.
Mi aggrappo alla speranza di vederti.
Ti troverò, penso, sentendo le lacrime iniziare a
correre.
Perché mi devi pagare
anche questa volpe, capito?
Anche questa metto in conto quando ti ordinerò di
riempirmi di baci.
Sussurro dolcemente a me stesso, come stessi
scherzando, mentre ancora piango di spavento.
***
Hana perché non ho tue notizie?
Cominciamo seriamente a preoccuparci.
Tua madre mi ha telefonato.
Ha voluto sapere.
Io gli ho detto solo ciò che potevo dire.
Solo quello che so avresti detto anche tu.
Quelle parole in più, quei sentimenti in più che ti
hanno spinto non sono io a doverli svelare.
E’ una decisione tua.
Ho rassicurato lei.
Ma chi rassicura me?
Dove sei?
Stai bene?
Hai trovato il tuo Rukawa?
Perché non tornate?
Le mie giornate assomigliano a giri senza fine su una
giostra chiamata apprensione.
Voglio scendere, ma non so come fare.
Anzai ci ha parlato, di nuovo.
Akagi ha chiamato anche me.
L’ aeroporto ha confermato, questa volta con sicurezza,
che l’ aereo di Rukawa non è esploso in volo.
E’ scoppiato mentre veniva riportato nell’ hangar.
I piloti avevano riscontrato delle anomalie durante il
volo.
Fortunatamente non c’ è troppa distanza fra il Giappone
e l’ America.
Altrimenti…….
L’ aereo era vuoto.
Fatta eccezione per i piloti e i meccanici addetti alle
riparazioni.
I danni però sono stati ingenti.
Un’ intera aerea dell’ immenso aeroporto di New York è
stata chiusa.
Le scosse provocate dall’ esplosione hanno causato
danni e feriti.
Il college che doveva ospitare Rukawa ha telefonato.
Il tutor mandato da loro è stato ricoverato perché
rimasto ferito.
Ma di Rukawa non si sa niente.
Ora tu sai che io non sono uno sciocco.
Se il tutor si trovava lì è probabile che anche Rukawa
fosse in quell’ area.
Altrimenti che ragione avrebbe avuto per recarcisi?
Sospiro e prego Kami affinché tu possa tornare da me
sano e salvo e possibilmente ‘accasato’.
Capito Hana?
Non ti permettere di venire qui senza un anello al dito
o un ciondolo o roba del genere.
Come anche non ti permettere di farti lasciare dalla
tua volpe dopo un mese o roba simile, chiaro?
Se no ti sfascio!!!!
Scherzo Hana.
Scherzo.
Perché sono nervoso.
E sai che quando lo sono devo cercare una via d’
uscita, anche idiota.
Hana.
Fa’ attenzione.
Spero tu abbia controllato gli ospedali.
Ma so che sei davvero un Tensai quando vuoi quindi…..
Però torna Tensai.
Si sente la tua mancanza.
Chiaro?
***
Dannazione.
E’ tardi ed io, che mi sono addormentato solo verso l’
alba, non mi sono svegliato.
Niente colazione oggi.
La simpatica signora maniaca, con figlio maniaco al
seguito, è stata chiara su questo punto.
Alle sette o mai più.
Esco in strada.
Camminare in mezzo alla gente non mi crea problemi.
E’ il dover tornare lì a spaventarmi.
Ma quello è l’ unico posto in cui posso cercarti.
L’ unico che mi sia stato indicato in tre giorni.
Torno vicino a quei vicoli.
Facendomi seriamente violenza ne imbocco uno.
Mi canticchio la mia canzoncina per darmi forza.
Devo trovarti ad ogni costo.
Mi ripeto che quei due di certo saranno fuggiti lontano
dal luogo dell’ omicidio.
Quindi non dovrei correre il rischio di incontrarli.
E poi, mi dico, è giorno.
Di notte è buio si vede male, le ombre fanno credere
ciò che non è, ingigantiscono i problemi e la paura.
Perso nelle mie riflessioni non mi accorgo proprio di
queste ombre e finisco a terra.
Sgrano gli occhi.
Non sono inciampato.
Qualcuno mi ha spinto.
Kami.
Mi giro.
Teppisti.
Quattro o cinque.
Quattro.
Borchie e orecchini, capelli di tutti i colori, catene
in mano.
E guardano me.
Steso a terra.
Rapidamente mi rialzo.
Li fronteggio con lo sguardo.
Se vuoi sperare di cavartela, ho imparato nelle
innumerevoli risse a cui ho partecipato, non devi mai fargli capire che hai
paura di loro.
I conigli vengono sempre fatti fuori.
I leoni al limite feriti, no?
Li guardo con rabbia.
Uno di loro si avvicina.
Sferra un pugno e lo evito.
Per farlo non vedo un secondo pugno appartenente ad un
altro uomo, che mi arriva sul viso.
Sbando, ma resto in piedi.
C***o che male!
Non sono veloci, ma sono potenti.
Mi lancio contro di loro e ne stendo uno con una
testata.
Era dall’ altro giorno che avevo la voglia di prendere
a testate un americano!!!
Mi giro, ma sento qualcosa di mortalmente freddo
serrarsi sul mio polso.
Una catena!
Il più imponente di loro mi si avvicina.
In un attimo mi hanno bloccato.
Scalcio furiosamente.
<Give me your money, dickhead!!!>
Money?
Vogliono i miei soldi?
Bastardi!!!!!
La risposta alla vostra richiesta non può che essere
una sola.
<No!!!>
E gli sputo in viso.
Mi arriva un altro pugno.
Così forte da stordirmi.
Con uno strattone mi libero della catena, gemendo per
la ferita sanguinante che mi sono procurato.
Assesto un calcio violento al ragazzo che mi teneva e
lo butto a terra.
Voi, miseri insetti, non sapete che io sono il Tensai
delle risse.
Fingo di lanciarmi contro il più alto ed invece scarto
di lato e colpisco con il gomito l’ idiota che mi teneva con la catena.
Poi mi giro e………………..il nulla!
Mi riprendo faticosamente.
La mia testa sembra un dondolo.
Un forte dolore s’ irradia dalla spalla destra al
collo, su fin dietro la nuca.
Bastardi maledetti!!!!!
Mi hanno colpito con qualcosa e……….
………….mi hanno svuotato le tasche!!!!
Bastardissimi
@x))#/&@!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Erano i soldi del mio pranzo.
Adesso dovrò restare a digiuno!!!
Ho anche saltato la colazione!
Mi guardo attorno.
Il portafortuna di Takamiya mi deve essere caduto.
In mezzo a tutta questa spazzatura non riesco a
trovarlo!
Lo avevo in tasca, assieme ai soldi!
Non è che si sono presi anche quello?
Ma se non sanno nemmeno cos’è!
Maledetti!
Ah, se ci fosse stato Yo con me li avremmo sistemati
per le feste.
Mi sento a pezzi.
Forse per oggi dovrei sospendere e continuare domani.
Ma non posso.
Non posso sprecare nemmeno un istante.
Ho sempre meno soldi (anche grazie a certi
avvenimenti!!!!)e devo ancora trovare la mia kitsune.
Sono stanco, ma vago lo stesso per queste strade.
Gli edifici non sono curati.
Campi di sterpaglie circondati da reti arrugginite e
contorte infestano ogni angolo.
La spazzatura crea piccoli monti dall’ odore nauseante.
In giro solo ragazzi dall’aspetto di delinquenti e
donne dall’ aria poco casta.
Ed io penso alla mia kitsune.
E prego affinché mi sia stata data una notizia
sbagliata.
Non voglio saperti in un posto del genere, volpe.
Così pieno di pericoli.
Prendo la tua foto ed il tuo viso, così forte ed
indifferente, mi fa sperare che tu abbia tutta la determinazione a non
lasciarti andare, qualsiasi cosa tu stia affrontando.
Io, da parte mia, farò l’ impossibile per raggiungerti.
Arrivo in una strada che sembra essere centrale.
E come sempre inizio a tempestare i passanti con la
solita, unica frase.
Mostrando la tua foto.
Quasi nessuno si ferma.
E’ più difficile del previsto.
Evito di fermare gruppi di più di tre persone.
Non sono affatto cordiali da queste parti.
Molti addirittura mi mettono le mani addosso.
Stringono il mio colletto fra le dita e mi insultano.
<I don’t know
a jackshit about your
stupid friend!!!>mi grida un teppista
Non so nemmeno cosa abbia detto, ma capisco che non è
un sì, quindi……
Continuo.
Mi spingono, mi strattonano.
Sto attirando troppo l’attenzione.
Devo andarmene.
Non vorrei che…corresse voce che…..sono qui…..
…quei due di ieri notte……….potrebbero sapere che sono
in questa zona…
potrebbero cercarmi e…….
Un brivido intenso mi corre lungo la schiena.
Vorrei Yo con me e le braccia del mio Kaede sulle
spalle.
Ed invece….
Sono solo.
Completamente.
Disperatamente.
Solo.
Torno al motel e ringrazio la donnona per l’
informazione dell’ altro giorno.
Poi salgo e mi chiudo nella mia stanza, lasciandomi
andare sul letto.
Mi sento la schiena a pezzi.
Il braccio ferito mi fa male.
Sono stanco.
E sfiduciato.
Ti troverò, Kaede?
Ma dico, ti rendi conto di cosa sto facendo per te ?
E non me ne pento neppure!
Sono definitivamente impazzito.
C***o mi manchi, volpe.
Ti vorrei davvero qui, in questo schifo di letto,
insieme a me.
Non mi importerebbe nemmeno dei topi o dell’ odore o
dell’ aspetto fatiscente di questo posto.
Guarderei solo te.
Stanco mi spoglio e lavo i miei vestiti, stendendoli su
un semplice filo alla finestra.
Mi infilo nel letto, rigorosamente sul fianco sinistro.
La guancia destra mi fa troppo male.
Sospiro e spero almeno di incontrarti nei sogni.
Perché nella realtà mi sei ancora lontano.
La luce del sole mi raggiunge.
Mi alzo di soprassalto, è tardi.
Mi vesto in un lampo, ma quando arrivo giù sono già
passate le sette da un po’.
Sconsolato mi allontano dalla sala colazione di mia
iniziativa, prima che la donna mi scacci malamente.
Lei mi vede.
La saluto e sto per andarmene, quando mi chiama.
Con un sorriso burbero mi lancia qualcosa.
Lo prendo al volo.
Un sacchetto.
Lo apro e sorrido.
Le devo essere simpatico, in fondo.
Dentro ci sono due panini ed una mela.
Una specie di bento!!!
La ringrazio con uno sguardo ed esco.
Torno ancora lì.
Nell’ unico posto in cui posso continuare le mie
sfortunate ricerche.
Kami.
Ho soldi solo per altri due giorni.
Come farò se non ti trovo?
Come?
La grande varietà di razze che scorgo qui è
stupefacente.
In realtà non dovrei nemmeno parlare di razze.
Gli esseri umani non sono mica cani!
Mi giro.
Filippini, cinesi, neri, europei.
Che camminano insieme.
Scherzano, parlando quel loro dialetto che non capirò
mai.
Lo slang.
Mi distolgo da questi pensieri, che in fin dei conti
non mi sono affatto utili, e riprendo a chiedere informazioni.
Certo non è migliorato molto da ieri, ma non voglio
ancora arrendermi.
Non lo farò mai.
Non finché avrò respiro e questo battito irregolare al
cuore quando ti penso.
Ti voglio trovare, dividere con te la vita che ho
progettato per due.
E se tu non mi vorrai allora potrò provare a
conquistarti.
E mi impegnerò per piacerti.
Per essere una persona che tu possa rispettare,
stimare, amare.
E se non dovessi riuscirci allora mi potrò arrendere.
Ma sarà solo per tua libera scelta e per tua volontà.
Non perché un paese intero ci ha divisi.
Non perché io mi sono arreso prima.
Il sole picchia forte.
Sento caldo.
E la necessità di restare un po’ all’ ombra.
Mi riparo sotto un albero e i miei occhi incontrano un’
altra rete metallica.
Lascio correre il mio sguardo oltre, abituato alle
distese desolate di erba gialla e fabbriche abbandonate, quando scorgo delle
forme che conosco fin troppo bene.
Forme che mi sono entrate nel cuore.
Tralicci di ferro, intersecati fra di loro, una rigida
struttura che s’ innalza verso il cielo.
Un tabellone bianco, squadrato di nero.
Un cerchio di ferro, tondo come il sole.
Mi giro meravigliato ed osservo un campetto da basket
americano.
Mi aggrappo alla rete con le mani e mi perdo,
finalmente, in un attimo di serenità e ricordi.
Solo adesso noto il gruppo di ragazzi che sta giocando
sul cemento.
Li guardo, ognuno di loro.
Forse li ho anche fermati in strada per chiedergli di
Kaede.
Giocano bene, ma senza stile, senza tecnica.
Sono ‘campioni di strada’ che forse sognano il successo
come me e la volpe, ma che molto probabilmente non lo raggiungeranno mai.
Forse solo il ‘mio’ giocatore ce la farà, fra noi
tutti.
Forse, davvero, solo lui.
Mi riscuoto dai soliti pensieri che lui mi fa fare e
decido di cogliere al volo anche quest’ opportunità.
Sono tanti, se riesco a domandare loro durante una
pausa forse uno o due di quei ragazzi sa o ha visto qualcosa.
Mi avvicino lentamente, con attenzione.
Non vorrei sembrare un malintenzionato.
Ci sono anche diverse ragazze che li guardano, urlano,
fanno il tifo con le braccia alzate e le mani a mo’ di megafono.
Sembra una gara, una sfida importante.
Mi accosto ancora, apro il cancelletto lasciato
socchiuso e mi appoggio alla rete, dentro il campo.
Appena lo faccio la partita si ferma.
Come le ragazze, anche tutti i giocatori in campo si
voltano verso di me.
Ehm…..cos’ ho fatto?????
Non è suolo pubblico, questo?
Nel silenzio generale un ragazzo, con la palla ferma
sotto il braccio mi si avvicina.
<Who are you?>
Reggo il suo sguardo penetrante.
Occhi neri, capelli biondi.
<Blow it off, buddy!>sento gridare da lontano
Non capisco un cavolo, che caspita stanno dicendo??!!?
<Mind your own business..>sibila piano il ragazzo
biondo, sembra stia rispondendo a quello che gli ha parlato
Mi si avvicina.
Ancora.
<Ehy……..I asked who are you…..I want
an answer, foreigner>
Silenzio.
Come faccio a dirti che non ho capito un accidente di
tutto il tuo favoloso ed interessantissimo discorso?
Oh Kami.
Sembrano minacciosi.
Un altro ragazzo si fa avanti.
Si accosta a quello che dovrebbe essere il suo capo e
dice.
<I saw
this idiot ramble around
here to check out something about a….. guy I think…>
Ehi un attimo!!!!!
Non ho capito niente, ma ho sentito la parola ‘idiot’.
E so perfettamente cosa significa.
La mia volpe mi ha delucidato sul suo significato più e
più volte.
Faccio un passo avanti.
Nessuno può chiamarmi idiota, tranne la mia volpe
adorata, chiaro?
<Ehy…..idiot will be your sister,
stupid!!!>
Non me ne frega niente se non si dice così, vai a quel
paese americano del cavolo!!!!!!!
Il ragazzo sembra capire e sta per avventarsi contro di
me.
Solo contro dieci o dodici.
La vedo male….
Ma il ragazzo biondo lo ferma.
<Cool it >lo sento dire piano e il mio presunto
aggressore si ferma, regalandomi comunque uno sguardo d’ odio intenso
Il loro capo mi fissa ancora.
Scruta il mio viso, i miei capelli, il mio corpo.
<Who are you, then?>
Vuole sapere chi sono.
Questo almeno l’ ho capito.
L’ ha detto tre volte.
Lo sfido con lo sguardo.
So che non riuscirei mai a spiegargli che sono un
ragazzo che viene dal Giappone in cerca di un suo amico, di cui si è
innamorato, che si è perso dopo l’ esplosione del suo aereo.
Quindi dico solo, sorridendo.
<I am Hanamichi Sakuragi, the great basketman of
Kanagawa>
Gli occhi neri di questo ragazzo che mi fronteggia
sembrano divertiti.
Mi lancia improvvisamente la palla.
E silenziosamente so che mi sta sfidando.
Lo seguo in campo.
Sia mai che il Tensai rifiuti una sfida.
<One on one?>mormoro, giusto per essere certo
E lui annuisce.
Gli altri si separano e ci lasciano il campo.
Al centro.
Palla a due.
Lo supero di ben cinque centimetri e la ottengo.
Scatto verso il canestro, palleggiando come Ayako mi
ha insegnato.
Era da quando sono arrivato qui che mi manca la
palestra, l’ allentamento, il capitano, tutto insomma.
Avevo davvero una voglia matta di giocare.
Vengo improvvisamente fermato.
Il biondo mi marca stretto.
E’ bravo.
Quasi come la mia kitsune.
Ma manca di velocità.
E non ha nemmeno un grammo della precisione della mia
volpe.
In compenso è potente e scattante.
Ha una buona tecnica.
So che se mi ruberà la palla non lo potrò più fermare.
Ma io sono abituato a ben altro.
Le interminabili partite contro le finte da manuale di
Miyagi.
Le stoppate del Gorilla.
I tiri millimetrici di Mitsui.
Voi non siete granchè, ve lo assicuro.
Scarto, finto, tento di liberarmi.
Ma è tenace il biondino.
Mi circonda, si preme contro di me, cercando di
infilare le mani nei pochi spazi che lascio scoperti.
Mi giro.
Siamo petto contro schiena.
Ho un solo tentativo.
Come fu con Akagi.
Un solo canestro ed avrò dimostrato di valere.
Devo farlo.
Per me, per Kaede.
Saranno costretti ad ascoltarmi dopo.
Un’ idea improvvisa.
Mi giro, di scatto.
Dopo una delle finte più semplici che Miyagi mi abbia
insegnato tento un tiro che so non entrerà.
<Rebound!!!!> sento gridare ed immagino cosa significhi
Rimbalzo!
Urla la mia mente ed il mio corpo è già pronto.
Salto e mi impossesso della sfera.
Atterro e salto di nuovo.
Sento i muscoli tendersi, modellarsi per consentirmi
elevazione e potenza.
Kaede, questo è anche per te!!!
E schiaccio.
Il ferro duro contro la mano.
La palla che s’ infila violentemente nelle retina.
<Slam Dunk!!!!!!> grido
E sorrido, ricadendo a terra.
Nel silenzio scoppia un boato.
Per me.
Sorrido ancora, felice come non lo sono mai stato da
quando sono arrivato qui.
Il biondo guarda la palla e sospira, poi si passa una
mano fra i capelli e sospira di nuovo.
Mi tende le dita ed io mi alzo con lui.
Mi sorride, lievemente imbronciato per la sconfitta.
E adesso dovrai ascoltarmi!!!
Gli faccio cenno che devo parlargli e lo vedo
finalmente attento.
Prendo dalla tasca la foto di Kaede e gli chiedo se lo
ha visto.
Trepidante, attendo.
Lui scuote la testa, con decisione.
Io abbasso lo sguardo sulla foto, disperato.
Kami.
Niente.
Niente.
Ancora niente.
Kaede dove sei?
Lui mi guarda, lo noto ora.
Sorride…incoraggiante?
Lo fisso e lui chiama tutti i suoi amici.
Mostra loro la foto e chiede qualcosa.
Comprendo al volo e li fisso, fiducioso.
Forse….
Forse….
Sì.
Sì.
SI’.
Uno di loro annuisce e indica la foto.
Io mi accosto, velocissimo.
Li sento parlare.
Non capisco un cavolo.
Sento solo ‘black hair’, ‘tall’, ‘Japanese’.
Prendo un foglio, la penna.
Chiedendo con i gesti di scrivermi la zona, l’
indirizzo, la persona a cui devo chiedere.
Qualsiasi cosa, insomma.
Il ragazzo scrive veloce, un po’ storto e mi riconsegna
tutto.
Sembra una zona.
E sotto c’è scritto ‘Basket ground’.
Devo chiedere al campo di basket di laggiù?
Alzo lo sguardo e loro mi fissano.
Sorrido, con tutta l’ anima.
E corro via.
Ringraziandoli da lontano.
Non voglio perdere nemmeno un istante.
Volo per i vicoli che mi spaventavano senza nemmeno
pensarci.
Verso quella strada.
Ma non riesco a trovarla.
Chiedo, ma nessuno risponde.
Molti ragazzi di colore girano guardandomi.
Nessuno mi presta più di un secondo d’ attenzione.
E senza rendermene conto è già buio.
La partita contro quel biondino mi ha portato via quasi
tutto il pomeriggio.
Dannazione.
Ma almeno so dove andare domani.
L’ ultimo giorno.
Poi niente.
Torno verso il motel, mi sono spinto molto in là.
Sarà notte prima che riesca ad arrivarci.
E devo attraversare nuovamente qui vicoli dove ho
visto….
Basta.
Certo non mi aiutano questi pensieri.
Raccolgo le ultime forze e li attraverso correndo.
Veloce.
Per non vedere.
Non sentire.
Non essere fermato.
Salgo nella mia stanza.
Stanco.
Sfinito.
Ma felice.
E’ la prima volta, da quando sono qui, che rido di
cuore.
Mi lascio cadere sulle lenzuola
Chiudo gli occhi e li riapro.
Questi….rumori?
Oh kami…sono…..sono………………………………..gemiti?
Mi rialzo, rosso in viso, mentre un grido di piacere
risuona fra le pareti.
Kami, ma non hanno un po’ di decenza?
Mi risponde un altro grido, ancora più forte se
possibile.
Mi sento il viso in fiamme.
Gemiti e ansimi.
Lo sbattere di…un letto..contro il muro…..?
Ma che diavolo stanno facendo?
Mi rannicchio fra le mie lenzuola.
Ed inevitabilmente i pensieri corrono.
Si prova davvero tutto questo piacere, nel farlo?
Penso di sì.
Ma la sicurezza non la ho.
Non ho mai…….
Blushhh!!!!!!
Arrossisco ancora.
Altri gemiti e ansimi.
Ma non avevano finito??????
Penso a me…e alla volpe…
A me che faccio l’ amore con la volpe………oddio, oddio!
Mi si arrossa persino la punta del naso.
Certo, lo desidero più di ogni altra cosa al mondo,
ma…..
Lo faremo mai?
Mentre gli animali di sopra riprendono il loro secondo
o terzo round mi spoglio e mi vado a sciacquare il viso.
Mi stendo nel letto e mi addormento.
Certo che domani troverò la metà mancante del mio
cuore.
Quella che ho lasciato a lui.
***
Hana, qui procede tutto come sempre.
Angosciantemente lento e monotono il tempo scorre.
Ed io mi sento solo.
Al Guntai, come a me, manchi.
Dico loro di abituarsi all’ idea.
In palestra gli allenamenti sono privi di vita e
spessore.
Il fan club di Rukawa è sparito.
Spererei un suicidio di massa per la perdita del loro
idolo, ma temo sia solo una pausa momentanea.
Le vostre liti, la tua allegria, il brio che Rukawa
dava alle vostre sfide.
Manca tutto.
Anche Akagi sospira.
E non sappiamo niente.
Ti rendi conto?
Ci farai disperare?
Ti costa così tanto farti sentire?
Non voglio credere che ti sia successo qualcosa.
Non a te.
So che sei forte e capace.
Determinato.
Ed innamorato.
Ma non sfidare troppo la sorte.
Se anche non troverai lui lo sai vero, che qui puoi
tornare e sarai accolto e sostenuto?
Ci saremo io, la tua armata, i ragazzi della palestra.
Torna.
Torna Hana.
Ci manca la tua voglia di fare.
E di vivere.
Quella che ci sai trasmettere solo con un sorriso da
Tensai.
***
Mi alzo ed esco.
Guardando malissimo, nella sala della colazione, la
coppia d’ innamorati che non mi ha fatto dormire stanotte.
Inutile!
Tanto non saprei trovare le parole per lamentarmi con
la proprietaria.
La saluto con un sorriso e lei sbuffa.
E’ simpatica in fondo (molto in fondo).
Rapido esco e corro fino al punto in cui, ieri, ho
dovuto sospendere le ricerche.
Devo trovare questo campetto di basket.
Assolutamente.
E’ il mio ultimo giorno qui.
Devo riuscirci.
Fermo tutti i passanti.
Siamo già a metà mattina e niente.
Entro in un negozio e chiedo.
Quasi mi sbattono fuori.
Maleducati!!!!
Tento di fermare anche due anziane signore, ma le vedo
correre via.
Per evitare di farle cadere, poverine, o di far venire
loro un infarto, le lascio stare.
E mi accascio su un gradino.
Sconsolato.
Uff!!!!!!
Ma perché tutte a me?
Sospiro e mi volto.
Un anziano signore sta tentando di scendere le scale
dove sono appoggiato.
Mi alzo e lo aiuto.
Chiedo anche a lui.
Sia mai che……
Si mette una mano sotto il mento, mi guarda e prende la
penna che ho in mano.
Corregge l’indirizzo che quel deficiente mi ha dato e
mi indica la strada.
Lo ringrazio con un inchino e corro via.
E’ già primo pomeriggio.
Il campetto è pieno.
Lo trovo subito.
Gremito.
Ci sono moltissimi neri.
Molti più di quelli che ho visto nell’ altro campo.
Ci sono davvero un sacco di persone.
Tante.
Troppe.
Mi sento a disagio.
Basta che mi accosti alla rete e subito ho tutti i loro
sguardi addosso.
Devo farmi forza.
Non posso mollare proprio ora.
Sembrano ostili, ma io devo riuscire a trovarlo entro
oggi.
E’ la mia ultima possibilità.
Penso a Kaede.
La mia meta.
Prendo tutta la voglia che ho di vederlo e la trasformo
in coraggio.
Entro.
Tutti gli sguardi sono davvero puntati su di me.
Avanzo lentamente.
Si aprono fino a che un solo ragazzo di colore non
rimane di fronte a me.
Prendo fiato, lentamente.
Prendo anche la foto che ho in tasca e gliela porgo.
Non ho più tempo da sprecare in incertezze o
presentazioni.
Voglio sapere dov’è lui.
Mormoro calmo.
<Please…..do you know where is
he ?>
Il ragazzo prende la foto e mi guarda.
Un suo amico gli si accosta.
Li sento parlare.
Mentre continuano guardarmi.
Discutono velocemente, a bassa voce, in slang.
Non capisco una parola, ma attendo.
<Why
are you looking for this boy?> mi
viene chiesto
Non so cosa rispondere.
Non posso dire loro che lo amo più di me stesso e per
lui ho sfidato la morte, la solitudine, un intero paese straniero e
pericoloso.
Il mio silenzio li insospettisce, lo so.
Ma non riesco a trovare le parole.
Prendo il dizionario e loro attendono.
Non so nemmeno cosa cercare.
Indico la foto.
<Kaede Rukawa is his name……..we play
basketball together in Japan, in a team named Shohoku…..>
Il ragazzo di colore che tiene ancora in mano la foto
mi scruta.
Sembra fregarsene delle mie frasi stentate.
Vuole sapere un'unica cosa.
<Are you his friend?>
Amici?
Io e la volpe?
No.
No, affatto.
Scuoto la testa.
Lentamente.
Poi piano sfoglio il dizionario.
Li sento attendere una risposta completa.
<More – dico piano – lot more>
E spero capiscano, nonostante tutto.
Mi guardano.
Ancora incerti.
Non posso perdere la battaglia contro i loro sguardi.
Altrimenti tutto quello che ho fatto finora non avrebbe
valore.
Spero i miei occhi possano parlare per me, in una
lingua sincera e leale.
Spero riescano a trasmettere loro la mia
determinazione.
La serietà e l’ importanza di questa cosa.
Vi prego.
<Bring me to him> chiedo
Nei miei occhi nocciola un leggero lucore.
Lo sento anch’ io.
Si guardano.
Il suo amico scuote la testa.
Ma io guardo il ragazzo che ho di fronte.
Nei suoi occhi scuri.
Mi fa un cenno ed io chiudo gli occhi ad arginare la
tentazione di piangere.
Kaede, sto venendo da te.
Aspettami.
Lo seguo per un breve tratto.
Dal cancello del campo ad un vicolo vicino, dentro un
portone malridotto, lungo un corridoio vecchio e sporco.
Fino ad una porta.
<Wait!> mi ammonisce
Non sai nemmeno da quanto lo sto facendo.
Lui entra, esce, mi chiede il nome.
<Sakuragi>dico
E lui sparisce di nuovo dentro.
Un attimo che mi sembra lungo un anno.
Due attimi, due anni.
Tre attimi, una vita intera quasi.
Lui esce e mi fa cenno d’ entrare.
Solo.
Saluta con un cenno, ma io lo fermo.
<Thank you so much>dico
dal profondo del cuore
E lo guardo andare via.
Fermo, con la mano sulla maniglia.
Se entro lo vedrò.
O forse no.
Forse si sono sbagliati.
Forse non è lui.
Forse….
Kami, mi sento il cuore scoppiare.
Brucia.
Brucia da morire.
Mi calmo con un respiro profondo ed entro.
Continua…..
M:Ih ih ih ….tutte le note e traduzioni di tutte le
frasi inglesi e americane nell’altro capitolo, alla fine, ok?
Vi consiglio si tenerlo aperto mentre leggete, le frasi
sono messe in ordine d’ apparizione.
Non impazzite a cercarle
sul dizionario!!!!E' una faticaccia che vi risparmio!!!
Un bacio!!!
Mel
_spunta fuori Lem: E’ finito il Natale, eccomi a
voi!!!!
M: Oh no!!!!
Hana e Ru: Oh sì!!!! *________*
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