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Pairing: Ruhana

Raiting: PG lievemente S….(o ‘lievemente’ death? Boh!)

 

Pow alternati fra Hana e Mito, sempre.

***

Anche questa fic ha il triste compito di commemorare una persona che mi ha lasciato.
Ad A. al cui vivere avevo dedicato il cap 14 di Pr al cui morire dedico Slang perché accanto al suo letto, in cui respirava a fatica, ho scritto molte di queste righe.
I suoi occhi lucidi che guardavano me e che mi mostravano affetto.
Sapevo che era questione di tempo, ma ti dicevo sempre 'stammi bene' perché così ti incoraggiavo.
E mi ricorderò per sempre che quando mi avvicinavo mi dicevi 'Quanto sei bella..' in un pigolio ed io ti rispondevo che stavi mentendo, che eri tu bella dentro, un esempio da imitare, che spero di ricalcare nella vita.
Forza e coraggio.
Determinazione e affetto ed una generosità nella quale credevi così tanto da mettere al secondo posto anche il tuo bene.
Posso sperare un giorno di valere quanto te?
Le nostre frasi ed il tuo sorriso.
Le tue storie e le tue esperienze.
Giuro, conserverò tutto.
Anche la notte in cui ho cantato per te.

Per sempre.


 

Slang

di Mel

parte I

 

 

 

 

“E per questi motivi Rukawa lascerà il nostro club e partirà per l’ America domani”

Così Anzai annuncia alla sua squadra, a noi dello Shohoku, le ragioni per le quali non vedremo la kitsune nei prossimi giorni.

 

Non sento nemmeno le voci dei miei compagni che si avvicinano a lui per congratularsi, per augurargli buon viaggio e buona fortuna.

Mi alzo da terra, pulendomi lentamente i pantaloncini, in un mero tentativo di concentrare la mia mente  su qualcosa che non siano le parole del coach.

 

Ma loro sono sempre lì, conficcate nella mia testa.

Pulsano dolorosamente ad ogni respiro e ad ogni battito del mio povero cuore innamorato.

 

Eh sì.

 

Non so nemmeno io come, non so nemmeno io perché.

 

Ma ho finito per innamorarmi di lui.

Di quel bastardissimo egoista.

 

Che adesso mi lascia senza nemmeno sapere che lo amo.

 

Mi sento così triste.

Non mi avvicino per lanciargli una battuta, come faccio sempre per distogliere l’ attenzione di tutti dal mio sguardo, carico di sentimenti, che desidera solo aggrapparsi ai suoi occhi e non lasciarli.

 

Non voglio perdere il mio ultimo, preziosissimo giorno con lui in stupidi proclami di un copione che io stesso ho scritto e diretto per mesi.

 

Che scemo sono, poi.

Un vero do’hao.

 

Lo amo e gli grido sempre in viso che lo odio.

 

Poi mi arrabbio perché sogno, notte dopo notte, che lui capisca i miei sguardi ed un giorno mi stringa a sé.

Che do’hao!

 

Ma non posso farci niente.

Sono un ragazzo passionale.

Che desidera amare ed essere amato e quando lo fa, lo fa seriamente.

 

Forse una volta per sempre.

 

Kami,quando faccio questi pensieri mi sento tanto uno straccetto innamorato.

 

Poi mi basta guardarlo,osservare le sue iridi incredibilmente delicate, profumate del cielo di primavera.

E non mi sento più tanto sciocco.

 

Vi leggo l’ immensità della determinazione e tutti i colori meravigliosi di un sogno.

 

Adesso poi, che le ho davanti, non riesco più a vedere di che colore meraviglioso sono sempre state.

Le vedo solo brillare.

 

Di felicità.

 

La nascondi bene volpetta, ma io che ti conosco, anche se solo da lontano, so che sei così felice da volare quasi su questo parquet lucido.

Infatti mi sfuggi e corri verso il canestro.

 

Infili la palla ed io ti guardo ancora.

 

Un giorno, giurai tempo fa, ti sconfiggerò.

Pregando che sia la strategia vincente per farti innamorare di me.

 

Ma non confondere le cose….chiaro?

Io amo anche il basket e diventerò un bravo giocatore, che poi questo mi porti anche al tuo amore è tutto di guadagnato.

 

Ok?

 

Io non gioco solo per te….. chi ti credi di essere in fin dei conti ?

Io non mi alleno ogni mattina solo per farti vedere quanto posso diventare bravo, chiaro?

Non lo faccio minimamente per avere, anche solo un attimo, i tuoi occhi splendidi addosso.

Non lo faccio per potermi misurare con te e sentirmi degno di volerti tutto il bene che ti voglio.

 

Basket e amore sono due cose separate, capito bella volpe?

 

Che poi io mi menta in questi pensieri assurdi non  importa….eh eh …tanto non puoi sentirmi……

 

Sorrido da solo, davvero come uno scemo ed osservo la tua figura.

 

L’ ho guardata con attenzione solo dopo essermi infatuato del tuo carattere di ghiaccio.

Ed ho scoperto, senza potermi appellare più a nessun velo di rabbia per coprirmi gli occhi, che sei quanto di più bello abbia mai potuto vedere.

 

Perfetto ed elegante.

Sinuoso e potente.

 

Un bellissimo ragazzo dai capelli lisci e neri come la morte.

Forte.

Determinato.

Capace.

 

 

Basta!!!

 

 

Non voglio più perdermi fra i pensieri su di te.

Lo faccio già ogni sera quando torno a casa.

Lo faccio già ogni notte quando spalanchi senza invito la porta del mio mondo di sogni e ti tuffi sconvolgendomi il riposo.

 

Mi fai fare cose di cui poi la mattina dopo mi vergogno come un ladro.

 

E poi dici che non devo odiarti.

Persino mia madre non ti sopporta.

 

Io penso a te anche durante le lezioni.

Così i prof mi mandano in corridoio ed i miei voti si abbassano.

 

E lei non lo sa che è colpa tua, ma se glielo dicessi ti odierebbe, ne sono certo!!!

 

No, fermo!!!

Non mi sfuggire di nuovo.

Stavo ancora osservando la sericità  della tua pelle.

 

Kami, te ne andrai ed io avrò solo il tuo ricordo, almeno lascia che ne abbia di così belli e minuziosi da crederti ancora accanto a me.

 

Ma tu non ti fermi.

Non ti sei mai fatto fermare da niente e da nessuno.

 

Perché dovresti farlo per me?

 

Il povero do’hao casinista dal cervello pieno di pelo rosso di scimmia.

 

Mi sorrido ancora e penso di stare già impazzendo.

Anche se ti sono accanto.

 

 

Un fischio interrompe la partita.

Gli allenamenti stanno finendo e tu te ne andrai.

 

E non ti rivedrò.

 

No.

No.

Ancora non ho abbastanza immagini.

Abbastanza particolari di te.

 

E so già che, se anche avessi tutta una vita, non mi basterebbe lo stesso il tempo.

 

Perché ho capito già da un po’ che sei tu a non bastarmi.

Mai.

 

 

Ti chiamo, allora.

 

Mentre tutti se ne vanno.

 

Ovviamente la tua squadra ha vinto.

Meno male.

 

Così non sembrerà strano a nessuno che io ti fermi per una rivincita in solitario.

 

Lo faccio e tu ti giri e mi guardi.

Ed io sono contento.

Stupidamente contento.

 

Da lontano mi arriva la voce di Ayako.

 

“Hana…lascialo in pace…deve andare a casa a preparare le valigie”

 

Faccio finta di non sentirla.

La accantono.

 

Contiamo solo io e te, kitsune.

 

Solo    io  e   te.

 

Prendi la palla e mi raggiungi.

Ti pieghi di fronte a me e mi guardi con sfida.

 

 

Sorridendo da sbruffone ti mormoro.

 

“Oi kitsune odiosa, non mi frega niente che domani parti, ai venti e senza discutere”

 

Mi guardi ancora e poi sbuffi.

 

Lo so, lo so……ne farei a meno pure io, ma sono pur sempre un regista e come dice una mia cara amica…lo spettacolo deve andare avanti e la vita anche, no?

 

“Zitto e gioca, do’hao”

 

Mi mancava, volpe.

Ecco perché mi sentivo triste.

Non me lo avevi ancora detto.

 

 

Nascondo un sorriso vero e penso solo a giocare contro di te.

 

Non voglio altro.

Poco importa che in realtà non ‘posso’ altro.

 

Voglio solo giocare.

 

E riempirmi gli occhi della tua immagine.

 

 

 

 

 

 

“Partirà. Domani”dico stancamente

 

Yohei al mio fianco passeggia tranquillo.

La mia voce la può sentire solo lui, il mio fidato amico di sempre.

Che sa tutto di me e dei sentimenti che provo per quella stupidissima  kitsune che mi ha sconfitto venti a nove oggi.

 

“Rukawa?”chiede

 

Allora sa già.

 

Le notizie corrono veloci.

 

Annuisco, triste.

 

 

“Già mi manca” gli confido

 

Con lui posso mostrarmi come sono, senza paure.

Deluso e amareggiato adesso.

 

Yohei mi guarda.

Comprensivo.

 

Penso ancora ad oggi alla possibilità, l’ ultima, che ho avuto per guardarlo e sospiro.

Sento una mano di Yohei che si posa sulla mia spalla.

 

“Yo….”

 

 

“Dai Hana …sono solo due settimane!”

 

 

“Lo so ….”sbuffo

 

 

Solo due settimane dice lui.

Ma non sa che a me sembrano un’ eternità!!!!

 

 

Yohei ride della mia aria imbronciata ed i ragazzi si girano verso di noi.

Takamiya ha ancora in bocca i poveri resti massacrati di tre panini.

Inutile dire che li aveva messi in bocca tutti e tre insieme.

 

Più lo guardo, certe volte, più lo vedo iniziare a somigliare ad una fogna.

 

Rido sconsolato ed il mio sospiro subito attira la loro grama attenzione.

“Ooh..lo riconosco”esordisce Okuso con aria esageratamente teatrale

“Sì, sì…è il sospiro da scaricamento!”incalza Noma

Takamiya mi si avvicina, sbriciolando.

“Su vieni con noi e raccontaci tutto”

 

“No…io…..no…..Yo…aiuto…YOOO……”

 

E lui mi guarda affondando le mani nelle tasche, assolutamente non intenzionato a salvarmi, sghignazzando ad occhi chiusi, felice.

La mia eco si spegne e sono in loro balia.

 

 

Il divertimento di questa sera mi ha lasciato un buon sapore, subito rovinato dal rinnovato pensiero che domani lui se ne andrà.

E chissenefrega se sono solo quattordici giorni.

Mi sembreranno certamente quattordici mesi!

 

E ancora lui non conosce i miei sentimenti.

Mi sono permesso alle volte dei voli di fantasia.

Soprattutto nelle notti dal cielo chiaro.

E pensavo quasi sempre di andare da lui.

Salutarlo, sorridergli e mormorargli che lo amavo.

E poi nella mia mente vedevo lui, che si avvicinava a me e mi sorrideva a sua volta.

Con quelle labbra così perfette da sembrare finte.

E poi mi baciava.

Mi toccava.

E mi stringeva.

 

E pensavo subito a come sarebbe stato vivere insieme, ma poi l’ ombra scura dell’ America incombeva su di noi.

Se anche ci fossimo messi assieme…

Se anche ci fossimo amati……

Se anche Rukawa mi avesse voluto con sé…..

 

Sarebbe arrivato lo stesso il giorno in cui lo avrei visto partire per inseguire il suo sogno?

 

 

Me lo chiedevo sempre con rassegnata tristezza.

Come chi già conosce la risposta, ma fatica ad accettarla.

 

Ed ora forse so che sarebbe realmente così.

 

Sono un po’ giù.

Cammino per le strade e Yohei mi affianca.

Abitiamo vicini, rincasiamo sempre insieme.

La sua presenza discreta è piacevole.

Senza volerlo sospiro ancora una volta, l’ ennesima. 

Lui allora si ferma.

 

“Hana……”sussurra quasi divertito

 

 

Io lo guardo.

Devo avere un’ aria veramente indifesa perché mi si accosta e mi circonda le spalle con un braccio.

 

“Ehi…su con la vita…….”

 

“Nh”

 

Fantastico!

Ora rispondo persino come la volpe!

 

Oh Kami!!

 

Yo sorride.

Poi mi si avvicina, con aria complice.

 

“Sai che facciamo domani mattina?....Ci svegliamo presto..io e te…andiamo all’ aeroporto e ci confondiamo fra la gente……lo salutiamo e poi ce ne andiamo a spasso…che ne dici?”

 

“Cosa??”

 

“Dai su tensai, non avrai mica paura di dirgli ‘arrivederci’?”

 

“N.no….ma io …e lui….”

 

Yohei non vuol sentire storie.

 

“Tu domani vai lì e lo saluti, anzi gli dici che quando torna gli devi parlare e poi passerai questi pochi giorni a pensare ad una dichiarazione che possa fare breccia nel suo cuore di ghiaccio, ok? Vedrai che alla fine ti sembreranno anche troppo pochi quattordici giorni……..”

 

E ride.

 

Lo guardo e sorrido anch’ io.

 

E’ proprio un buon amico.

 

 

 

L’ aeroporto è ovviamente gremito di una folla rumorosa e in continuo movimento.

Chi parte, chi torna, chi saluta.

Come il team dello Shohoku.

 

E circondato da tutti, lui.

 

Lo guardo da lontano.

Ho accanto Yohei, ma ancora non mi sono voluto avvicinare.

 

Yo mi spinge.

Io lo guardo male.

 

Volevo solo osservarlo ancora un po’!!!!

Mica fuggire!

 

Il fatto che stessi indietreggiando è puramente casuale.

 

Ma Yo non ci crede e mi tira un calcio d’incitamento.

 

Capito?

Mica pacche!!

 

Calci!

 

Maledetto!

 

 

Uff……così 'gentilmente convinto' mi accosto a tutti gli altri.

I loro sguardi sorpresi non mi stupiscono poi più di tanto.

 

Ma un piccolissimo guizzo incredulo in quelle iridi di mare mi ferisce.

 

Davvero pensavi, volpe, che non sarei venuto a salutarti?

 

Chissà che misera considerazione avrai di me.

 

In lontananza vedo la polizia aeroportuale sgomberare tutto il tuo fan club che aveva già cominciato ad attaccare striscioni dagli slogan contrari alla pubblica decenza in ogni spazio libero.

Riderei se non fossi così terribilmente triste.

 

Ma nascondo tutto e parlotto un po’ con i ragazzi.

 

Ayako nel frattempo ti sta facendo le sue brave raccomandazioni da ‘mamma’.

E’ la tua unica amica femmina, volpe.

Vedi di tenertela cara.

 

E non alzare gli occhi al cielo quando ti suggerisce di non addormentarti in bici a New York.

Lì non c’ è mica lo stesso traffico di Kanagawa.

 

Finiresti in pelletteria.

 

Pelliccia di volpe zebrata.

Molto rara.

Tirata sotto da un camion austriaco, ma d’origine giapponese!!!

 

 

Akagi ti saluta ordinandoti di mettercela tutta.

 

Non sprecare il fiato Gori.

Nessuno impedirà alla kitsune di mostrare il proprio valore

 

Poi è il turno di Kogure.

Un inchino, un augurio e qualche altra raccomandazione.

 

Mitsui ti lancia uno sguardo di silenzioso saluto.

 

Le altre matricole ti mormorano da lontano dei bassi ‘buona fortuna’.

 

Ryota ti vorrebbe dare una pacca, ma il tuo sguardo lo congela.

E non è un eufemismo.

 

Ti hanno salutato tutti.

Dietro una colonna scorgo persino Haruko che non osa staccare gli occhi da te.

 

Ho smesso di fingermi innamorato di lei subito dopo aver capito quali erano i miei reali sentimenti per te.

Almeno questo mi sentivo in dovere di farlo.

 

Per te e anche per lei.

Sia mai si fosse sentita, anche  lei, un giorno in dovere di ricambiarmi!

 

Adesso tutti mi guardano.

Lo so, lo so Yo, non ti azzardare a tirarmi un altro calcio.

Attireresti troppo l’ attenzione.

 

Mi risolvo infine ad avvicinarmi.

 

 

“E così kitsune scappi, eh?”

 

 

No,Yo non tirarmi dietro il carrello porta valigie e nemmeno la vecchia signora che ci è seduta sopra.

 

Sai che non posso cambiare il copione, tirare fuori un fazzoletto enorme e trasformare questo posto in un muro del pianto.

Troppe cose ancora devono cambiare fra noi prima che io possa permettergli di scorgere nei miei occhi l’ affetto sconfinato che provo per lui.

 

Ti vedo sbuffare irritato volpe.

Sembri dirmi che, se era tutto qui quello che dovevo dirti, potevo anche fare a meno di venire.

 

Ma io non ho finito.

 

“Tanto anche laggiù sentirai parlare del genio…non sfuggirai, volpastra”

 

Prevedibile.

Mi sferri un colpo d’ incontro e iniziamo a fare rissa.

 

Era quello che volevo.

Avevamo troppi occhi puntati addosso.

 

Adesso invece nessuno fa più caso a noi.

 

Ed io sono libero di dirti la cosa più importante.

Il motivo per cui sono qui stamani.

 

Ci separiamo ansanti, dopo aver saggiato che i pavimenti dell’ aeroporto non sono poi così ben puliti come vogliono farci credere ed io ti fisso.

 

Ho addirittura l’ impudenza di perdermi nei tuoi occhi meravigliosi per un istante.

Poi assumo un’ espressione che tu raramente hai visto su di me ed io ho tutta la tua attenzione.

 

“Volpe…..”

 

Mi stai ascoltando, lo capisco dal tuo mento leggermente sollevato.

 

“……..quando torni io e te dobbiamo parlare”

 

 

Diretto.

Semplice.

Vero.

 

 

 

 

Dovrò pur dirtelo che popoli tutti i miei sogni, no, volpe dispettosa?

 

Ci separiamo e non dici niente.

Se non il solito …

 

“Do’hao”

 

 

Poco dopo annunciano il tuo volo.

E tu, senza girarti, ci fai un cenno con la mano e te ne vai.

 

Ti imbarchi e Yohei mi trascina su, alle terrazze piene di ringhiere.

 

A dirti ‘a presto’ anche con lo sguardo rivolto al cielo terso.

 

 

 

 

 

Sono qui in camera e cerco un’ idea per dichiararti il mio amore.

Ma niente va bene, secondo me.

 

Farlo in sordina non mi piace.

Eliminiamo dalla lista lettere rosa, mazzi di fiori, canzoni e poesie.

 

 

Io sono pur sempre il Tensai duro e puro!!!

Ho una reputazione.

 

E non è quella da do’hao, come risponderesti tu.

 

Vorrei qualcosa di spettacolare.

Di grandioso, di …di …stoico!!

 

Eh, eh.

Che scemo sono.

 

So già che poi, quando ti avrò davanti, non riuscirò a trovare nemmeno il fiato per dirti ‘ti amo’.

 

Ma lasciami sognare.

Mica solo tu sei autorizzato!!!

 

Mi stendo a terra, al sole, nella mia stanza.

Guardo il cielo e maledico gli scambi interscolastici in tutto il mondo.

 

Una scuola americana ne ha organizzato uno.

Un liceo specializzato nel basket, con una grande palestra ed una grande fama.

 

Cercavano giovani promesse.

 

Ed hanno contattato anche la nostra scuola e così ti hanno offerto questo viaggio.

Due settimane.

Da passare nella terra della pallacanestro.

 

Solo tu e la tua sfera arancione.

 

Chissà se un giorno amerai anche me come ami lei.

 

Ah dimenticavo.

Tu, lei e la tua fascetta nera!

 

Inseparabili.

 

Ah, dannazione.

 

Ancora.

 

Penso sempre e solo a te.

 

Maledettissima volpe splendida.

Ma pulciosa.

 

Meglio studiare e tu, lontano dai miei pensieri.

Almeno il tempo di copiare gli esercizi di Yohei.

 

 

 

Il giorno seguente entro a scuola lentamente.

So che lui non è lì in palestra, prima di tutti gli altri, ad allenarsi in solitudine.

 

 

Ma mi tiro su.

Tredici giorni e tornerai da me.

 

 

Tredici ..che brutto numero…

 

Scherzo e rido con Yohei ed il guntai.

Il tempo passa più velocemente di quello che credevo.

 

Arriva il momento di andare in palestra.

Entro fischiettando il mio motivetto, ma appena apro gli occhi leggo lo sgomento sui visi dei miei compagni.

 

Lo sento subito, sotto la pelle, nel cuore.

 

 

 

 

C’ è qualcosa che non va.

 

 

 

 

 

Mi avvicino piano.

Domando qualcosa, ma Ayako si volta e non mi risponde.

 

Da lontano vedo Haruko piangere.

Il suo lamento mi si conficca nella testa.

 

Inizio a sentirmi male.

 

Devo sapere.

 

Afferro Kogure per una spalla, ma anche lui mi sfugge avvicinandosi ad Akagi.

 

Non sopporto più questo clima di tragica incertezza.

Improvvisamente esplodo.

 

 

“Insomma qualcuno mi può dire che cazzo sta succedendo qui dentro?”grido

 

E nel silenzio mi rispondono solo i singhiozzi di Haruko.

 

 

Kami, ti prego…….

 

…Kami…

 

Ayako mi si accosta.

 

Ha gli occhi lucidi.

 

Kami, no, ti supplico.

 

Apre le belle labbra pallide, ma non emette un suono.

Come avesse perso le parole.

 

Kami, Kami…..

 

 

“Hana……non hai sentito il tg ieri sera?”

 

Scuoto la testa.

Veloce.

Nervoso.

 

 

Lei dà uno sguardo affranto ad Haruko.

 

 

Poi mi guarda di nuovo.

 

 

“Un aereo è esploso…….in volo…..ieri….”

 

 

Kami, Kami, Kami……no, no….ti prego, ti imploro..

 

 

“…….era diretto a New York……..”

 

No.

No.

No.

 

NO. NO.

 

Kami…no, Kami….

 

 

“…partito ieri mattina da Tokyo……”

 

Mi si gela il respiro.

 

 

Kami…non puoi farmi questo…….

 

 

 

Ma Kami non mi ascolta e non impedisce ad Ayako di alzare uno sguardo umido su di me e dirmi piano.

 

 

“….l’ aereo di Rukawa…….”

 

Kami.

 

 

Avverto debolmente i singhiozzi di Haruko diventare sempre più forti.

Mi sento male.

 

Mi gira la testa.

Rimango immobile.

 

Kami.

 

 

KAMI SEI UN BASTARDO!!!!!!

UN BASTARDO!!!!!!

TI AVEVO PREGATO, IMPLORATO!!!!!!!

 

 

 

NON CI VOGLIO CREDERE!

E NON CI CREDERO’, NON CI CREDERO’ MAI!!!!!!!!!!!!!

 

 

 

“Ayako!!”la richiama duramente Akagi “Non è detto sia lo stesso aereo, non dirlo”

 

Il mio cuore riprende un battito.

Ma giusto uno solo.

 

“Akagi…non c’ erano altri voli, il coach Anzai ha controllato….e…..”

 

Mi sento male.

Mi sento davvero male.

 

 

Devo uscire.

Uscire.

Prendere aria.

 

 

 

 

Arranco pesantemente fino alla porta.

Mi porto dietro la palestra.

 

E mi lascio andare contro il muro.

Sull’ erba gialla e malata.

Appassita.

Come me.

 

Non so quanto tempo passa.

Non so nemmeno se passa.

 

Penso solo che è uno scherzo.

Sì, è uno stupido scherzo idiota.

 

La mia volpe…no…..

…la mia volpe è immortale, giusto?

 

Giusto?

 

Altrimenti tutte le testate del tensai…..

 

……volpe….

 ..................dove sei?

 

 

Improvvisamente i miei sensi lontani si accorgono che il guntai sta passeggiando verso di me.

Mi raggiungono.

 

Solo Noma, Okuso e Takamiya.

Manca Yohei.

 

 

Voglio Yohei.

 

 

“Ehi Hana che ci fai qui, marini gli allenamenti?”scherza Noma

 

La mia mente è in black-out.

Completamente.

 

Non rispondo.

 

Loro mi guardano.

Lo sento.

 

Sono incerti.

 

 

“Hana?”

 

 

Non rispondo.

 

 

Parlo come da solo.

Così piano da sembrare solo un refolo di vento in mezzo alla tempesta.

 

 

 

“Chiamate…..Yohei”

 

E deglutisco.

 

Veloci corrono via.

Ad eseguire i miei ordini.

 

Probabilmente i miei occhi vuoti li hanno spaventati.

 

 

Pochi istanti dopo Yohei arriva di corsa, solo.

Chissà cosa gli hanno detto.

 

Mi si siede subito accanto.

Una sua mano mi raggiunge le spalle.

Mi parla.

 

 

Non…

Non riesco a dire niente.

 

Mi chiede cosa è successo.

Mi aggrappo spasmodico alla sua maglia, ma non dico niente.

 

Lo sto spaventando, lo so, ma non riesco a parlare.

 

Kitsune.

Kitsune.

Kitsune.

 

Dove sei?

 

Kitsune.

Volpetta.

 

 

“Hana ….che succede…parla ti prego……Hana!”

 

 

Volpe.

Volpe.

 

Una lacrima preme così tanto da sfondare le mie misere resistenze.

 

 

Piango.

 

 

Io.

 

 

 

 

Ora Yohei è disperato.

Una volta sola mi ha visto piangere.

 

 

Kaede.

Kaede.

Kaede.

 

 

 

Mi appoggio completamente a lui.

E trovo un po’ di forza.

 

 

 

“…………………………………………………………….e.e.esploso………………….l’ aereo………………………………….”

 

 

E Yohei sbarra gli occhi e comprende subito.

E’ sempre stato sveglio.

 

In ginocchio accanto a me mi stringe così forte da togliermi il fiato.

 

Sì, uccidimi.

Uccidimi Yo, ti prego.

 

Non farmi vivere in un mondo in  cui lui non c’ è più.

 

 

“Oh Kami…no, Hana, no……….Dio….no..”mormora

 

E mi stringe.

Mi culla.

 

Ed io piango piano.

Poi singhiozzo con forza.

Artiglio le sue spalle ed un attimo dopo soffoco grida di dolore contro il suo petto.

Gli inzuppo la divisa di saliva e lacrime, impastate assieme nel mio dolore.

 

Come latrati agonizzanti le mie urla vengono portate piano dal vento.

 

Mordo la tua spalla Yohei, perdonami.

Ti sto facendo male.

Ma solo così riesco a non impazzire.

 

Il mondo che avevo sognato giace in pezzi davanti a me.

 

 

Kaede.

 

Lo vedo anche ora.

Il mondo che sognavo.

 

Io che mi dichiaravo.

Tu che segretamente mi corrispondevi.

Tu che mi baciavi.

Mi chiedevi di diventare il tuo ragazzo.

Io che ti rispondevo che non avresti più potuto fare a meno di un tensai come me.

Tu che sorridevi.

A me.

I baci.

Il cercare sempre un angolino lontano da tutti per accarezzarci.

Telefonarci per invitare l’ altro a casa, perché i genitori non ci sono.

Tu che mi tocchi intimamente.

Io che ti dico che è troppo presto.

Tu che sbuffi e cerchi di convincermi.

Il giorno in cui cedo.

E tu mi possiedi.

Il nostro piacere.

Le passeggiate.

Le vacanze.

Il basket.

 

 

Tu.

Tu.

 

 

Kaede, dove sei?

 

Io voglio questo futuro.

Dove sei?

 

Dove sei?

 

Non posso realizzarlo da solo, non posso, non posso, non posso, non posso.

 

Dove sei?

Dove sei?

 

 

 

Stringo forte Yohei.

Forte.

Lo stringo come se fossi tu.

 

 

 

Ma tu non ci sei.

Non ci sei più.

 

 

E grido e piango.

 

Ma tu non ci sei.

 

Kaede.

Volpina.

Kaede.

Kaede.

 

 

“KAEDE…”

 

 

 

Chiudo gli occhi, stanco.

Mi sento morire.

Sì, penso che questo dolore insopportabile riuscirebbe ad uccidermi.

 

Non sento più le forze.

Quanto ho pianto?

 

Sono sulle gambe di Yohei.

Mi stringe ancora e mi accarezza i capelli.

 

Come quel giorno in cui ho perso mio padre.

 

Lui fuma nervosamente una sigaretta e mi accarezza.

Piano.

Piano.

 

Stremato chiudo davvero gli occhi.

 

 

 

***

 

Hanamichi si è addormentato.

Ma io continuo a soffrire per lui.

Come è potuto accadere?

Proprio …proprio quando lui se ne era innamorato…

Proprio prima che potesse dichiararsi.

Kami non sei giusto con lui.

Non sei misericordioso.

 

Gli hai tolto il padre.

Ed adesso anche l’ amore.

 

Sento dei passi.

Spengo veloce la sigaretta.

Mi volto e vedo Ayako.

Gli occhi ludici e bagnati.

 

Guarda me e poi Hana.

 

Sta per dire qualcosa, chiedere probabilmente, ma io la fermo.

Scuoto la testa.

 

 

“Sta male”dico pianissimo indicando il mio amico dai capelli di fiamma

 

Ayako annuisce comprensiva.

Poi un suo sussurro mi raggiunge.

 

“Il coach ha telefonato, fra un’ora sarà qui, è tornato all’ aeroporto per avere informazioni, ha detto che vuole trovarci in palestra, non so cosa vorrà dirci…..”

 

“Grazie” mormoro

 

E lei si allontana.

Mentre io ricominciò a passare le mani fra i capelli spenti del mio migliore amico.

 

 

Passa un’ ora e Hanamichi dorme ancora.

Penso riesca a sfogare così il dolore.

Mi sembra di rivivere quei giorni d’inferno dopo la morte di suo padre.

 

Sei un testone.

Non avevi capito nemmeno tu quanto profondamente te ne eri innamorato, eh?

 

E adesso soffrirai anche per non aver avuto la possibilità di rivelargli i tuoi sentimenti.

Mi dispiace tanto.

Così tanto.

 

Per lui.

Per te, amico mio.

 

Ma io ci sarò.

Ti consolerò come posso.

Ti darò tutto il mio sostegno.

 

Appoggiati a me Hana e ne uscirai ancora.

 

 

Come in passato anche nel presente.

 

Sento nuovamente dei passi.

Mitsui si sporge.

Probabilmente Ayako deve averlo mandato a chiamare Hana.

 

Ma lui dorme ed io non voglio che si svegli.

 

Faccio segno a Mitsui di non dire niente.

 

Regalo un’ ultima carezza alla testa rossa che ho sulle gambe e piano mi alzo, spostandolo.

Mi tolgo la giacca e la poso sotto la sua testa.

Voglio stia comodo.

 

Mitsui sembra capire, lo vedo fissare interdetto gli occhi  rossi e gonfi di Hanamichi.

Quelli che anche Ayako ha visto prima.

 

Mi chiede con lo sguardo perché mi sia alzato io.

 

“Verrò io a sentire le parole del coach, lui lo voglio lasciare qui, tranquillo, almeno per un altro po’ ”sussurro

 

Il ragazzo dai capelli scuri mi guarda e annuisce.

 

Poi mi fa strada.

 

Non temere, Hana.

Solo cinque minuti.

Il tempo di capire quando e dove terranno il funerale.

E poi sarò di nuovo da te.

Oggi e stanotte.

Che so sarà tremenda.

E poi domani.

E dopodomani.

E dopodomani ancora.

 

Fino a che il ricordo di lui non sarà più così dolorosamente soffocante.

 

Entro in palestra.

Gli sguardi di tutti sono affranti.

 

Si voltano a guardarmi.

 

Già, io sono un intruso.

 

Mi tolgo le scarpe sulla soglia e avanzo.

 

“Dov’ è Sakuragi?”mi chiede il capitano

 

Mitsui prima di me scuote la testa, ma non dice niente.

 

“Lo sostituisco io, gli riferirò tutto quello che direte, ma lui adesso non può venire”

 

Akagi sembra innervosirsi.

Ma io ho tutta l’ intenzione di evitare al mio migliore amico anche l’ umiliazione di scoppiare in singhiozzi davanti alla sua squadra.

E lo voglio evitare anche per loro.

Non le hanno mai viste le lacrime di Hana e non sanno, non possono nemmeno immaginare, quanto male possa fare vederle.

 

“Dove si è cacciato? Possibile non abbia un po’ di rispetto per…..per….”

 

Mi avvicino silenziosamente furioso.

Ignorando Mitsui e Ayako che tentano di fermare le parole del capitano perché sanno la verità.

Ma è bene che la sappia anche lui.

 

Da me.

 

 

“Sta male……molto…..non voglio che venga qui, chiaro?”gli sputo in faccia stringendogli una mano al collo

 

E non voglio più tornare sull’ argomento.

 

Akagi spalanca gli occhi ed io lo lascio.

Ci sediamo tutti.

 

Anzai ha avuto il tempismo di arrivare proprio adesso.

 

 

E’ lievemente affannato.

Dovrebbe riguardarsi alla sua età.

 

Non vorrei ci lasciasse anche lui.

 

Tsk, che pensieri idioti faccio…

 

Mi giro.

Ancora non ci credo.

Ho sempre pensato che Rukawa avrebbe fatto parte di questa palestra per sempre.

Che lo avrei ogni volta trovato qui.

 

Ed invece mi guardo attorno e lui non c’è.

Mi sento morire.

Come farà Hana a dimenticarlo giocando qui dentro per altri due anni?

 

Scuoto la testa ed il coach ci parla.

 

Prende fiato.

Ci annuncerà la notizia definitiva della sua morte.

 

 

“Ragazzi miei…..”

 

Ecco lo sento, sta per dirlo.

Hana.

Mi dispiace.

 

 

“……..hanno commesso un errore”

 

 

 

 

 

C.o.s.a?

 

 

 

 

 

Vedo gli occhi di tutti sgranarsi.

Non….non….

 

 

 

“……mi hanno assicurato che l’ aereo di Rukawa è esploso dopo essere ripartito…….quindi lui era già sceso….ragazzi……..”

 

Ayako scatta in piedi.

Senza parole.

 

Mitsui con lei.

 

“SI’ ” lo sento gridare

 

Ryota abbraccia la manager, la stringe, volteggia con lei al centro della palestra, mentre la ragazza ride.

Il vicecapitano si toglie gli occhiali e si asciuga gli occhi mentre Akagi si allontana per abbracciare forte la sorella.

 

 

Io sono fermo.

Perfettamente immobile.

 

Penso solo.

 

 

 

KAMI SEI UN GRANDE!!!!!!!!!!

 

 

Rukawa è vivo.

Vivo!!!!!

Sentito Hana?

 

 

Mi ricordo improvvisamente che tu non lo sai e mi alzo con uno scatto.

Devo correre da te ed evitarti di soffrire ancora.

 

Hana!!!

 

 

Ma la voce del coach ferma i festeggiamenti.

 

“Non è tutto….”dice piano

 

 

Perché sento che questo tono non mi piace?

 

Ci fermiamo, silenti.

 

 

“……sappiamo che non era sull’ aereo esploso, ma non sappiamo altro……il direttore del college che lo aspettava mi ha telefonato…….lì lui non è mai arrivato”

 

Non sanno dove sia???

 

 

Echissenefrega!!!!!!!

 

Almeno è vivo!!!

 

Corro fuori e giusto con la coda dell’ occhio scorgo Mitsui e Ayako guardarmi e sorridere.

 

Schizzo dietro la palestra e lo vedo ancora lì, dove l’ ho lasciato.

Rannicchiato sopra la mia giacca.

Una macchia spenta e umida.

 

Subito mi getto in ginocchio accanto a lui e lo chiamo piano.

 

“Hana……..Hana, svegliati, svegliati….”

 

Lo vedo aprire gli occhi, in quel modo così dolce che lo ha sempre contraddistinto anche quando eravamo piccoli.

Scorgo giusto il colore dorato del suo sguardo che le lacrime di nuovo riempiono i suoi occhi.

 

No.

Non piangere.

Non piangere più.

 

 

 

“Rukawa è vivo!!!!”

 

 

Hana sbarra gli occhi.

Poi abbassa la testa.

 

Non vuole credermi?

 

Lo afferro per le spalle e lo scuoto.

 

“E’ VIVO!!!!VIVO!!!”grido

 

E lui si aggrappa a me.

 

Stupido idiota testone.

Non ti sto mentendo.

 

Come potrei mentirti con questo sorriso enorme stampato in viso?

 

 

“..Hanno sbagliato….hanno detto che l’ aereo in realtà è esploso dopo essere ripartito…capisci???……Lui era già sceso!!!!!!”

 

Hana mi guarda con occhi enormi.

Spalancati di fronte ad una realtà che gli sembra ancora troppo colorata di rosa.

 

 

“…Dici…dici davvero?....Yo….Yo…io……”

 

Annuisco.

 

“Tranquillo, non sei ancora rimasto vedevo……..dovresti saperlo che la tua volpe ha nove vite come i gatti, no?”

 

Posso scherzare ora che lo vedo sorridere.

 

Ancora un istante e capisce la portata reale di questa sconvolgente quando splendida notizia.

 

Mi si butta addosso, rotolandosi con me.

Piangendo ancora.

Ma di felicità.

 

Lo stringo e lui mi abbraccia, ridendo e piangendo insieme.

 

“Yo…Yo…Yo…………è vivo …vivo….Yo!!!!”mi chiama in una lenta, festosa litania

 

Grida, esulta.

 

Hana sono così felice per te.

 

 

 

***

 

Viva.

Viva.

 

La mia volpe è viva.

 

Kami, vorrei gettarmi in ginocchio e pregarti fino a domani.

 

Lo hai salvato!

Lo hai salvato…per me!!

 

Giuro.

Non sprecherò quest’opportunità.

Appena torna lo acchiappo e mi dichiaro.

 

Così saremo felici.

 

 

Abbraccio ancora Yo e mi sembra di sentire dei passi che si allontanano, ma non me ne frega niente.

Non mi interessa niente che non sia la notizia meravigliosa che il mio migliore amico mi ha dato.

 

Mi alzo in piedi ritrovando d’ improvviso tutta la mia forza e la mia esuberanza.

 

“Avete parlato con lui???Lo avete sentito dalla sua voce?Dov’ è adesso? Tornerò subito o rimarrà ancora lì?”

 

Yohei mette le mani davanti in segno di resa.

 

“Ehi!!!!Non mi sommergere……”

 

“Lo avete sentito?Dimmelo Yo….vi ha parlato lui?”

 

“No…..il tuo coach ci ha detto dell’ errore commesso nel diffondere la notizia…”

 

“E lui?”

 

Yohei si ferma un secondo e respira piano.

Perché tutto questo non mi piace?

 

“Vedi Hana……..Rukawa è sicuramente vivo……su questo non ci piove…..ma il problema è che non sappiamo dove sia….”

 

Mi fermo un istante.

Guardandolo con stupore.

 

Che significa?

 

 

“Al college americano dov’ era stato invitato non è mai arrivato……nessuno di noi o di loro sa dove sia finito……”

 

Yohei mi guarda preoccupato, ha pronunciato piano queste ultime parole.

Temendo forse di spaventarmi o di farmi soffrire ancora.

 

Ma non dovresti fare di questi errori, Yo…non tu che mi conosci così bene……

 

Ti guardo.

In tutta la mia determinazione e l’ amicizia che provo per te.

 

“Grazie per avermelo detto Yohei”

 

Faccio per allontanarmi velocemente.

 

So esattamente cosa devo fare.

Lo so con tutta la precisione che il mio cuore mi fa sentire.

 

Veloce ti abbraccio forte Yo, stringendoti al mio petto, ti mormoro di passare da me oggi pomeriggio e sto per correre via.

 

Ma tu mi fermi.

Inquieto?

 

“Hana….cosa vuoi fare?”

 

Eh eh allora mi conosci davvero bene………

 

Stringo la tua manica e ti guardo.

Ancora una volta sfoggio tutta la mia più seria e ponderata sicurezza.

Tutto il mio determinato coraggio e la mia volontà.

 

 

 

 

 

“Io parto, vado a cercarlo”

 

 

 

 

 

 

Continua…..

 

 

 

 

M:Ih ih ih

Ps…Tutte le note e le traduzioni dall' inglese che serviranno nel prox cap sono alla fine del terzo e ultimo cap!

Un bacio Mel

 

(La mia mail è sempre MelKaine@hotmail.com)

  

 

 


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