Come al solito i personaggi sono degli aventi diritto.

Hana - Ehi, se dici così io non posso fare i miei commenti!
Kieran - Appunto.
Ru - Hana smettila di dare fastidio a Kieran.
Kieran& Hana - O_O???????????
Kieran - Hana, presto: bisturi etere flebo morfina valium termometro ghiaccio acqua calda cloroformio sciarpa bende cacciavite trapano...
Hana - Ok tutto a posto...ho solo qualche problema a trovare le bende...ma a cosa servono il trapano ed il cacciavite? Non vorrai....(brrrrrrrr)
Kieran - Niente, stavo per cadere dalla sedia e voglio fissarla bene al pavimento.
Ru - Volete piantarla? Non sono malato, solo mi dà fastidio che Hana ti dedichi la sua attenzione.
Hana - ^/////^
Kieran - o______o!

 




S.I.B. (Slam in black)

di Kieran


parte VI



Yohei camminava avanti e indietro nel salotto di Rukawa già da venti minuti: non sapere cosa stesse succedendo lo annientava, ma non poteva chiedere niente ad Hanamichi. Il suo migliore amico non sembrava più lo stesso: non aveva aperto bocca per tutto il tragitto fino alla casa di Rukawa, non aveva protestato quando gli aveva fatto togliere le scarpe all'entrata, si era steso docilmente sul letto del suo peggiore nemico, limitandosi a fissare il soffitto. Yohei Mito, sedicenne impaurito, non era riuscito a risvegliarlo...o meglio, a trovare il coraggio necessario per farlo. Sapeva che, una volta ripresosi, Hanamichi avrebbe preso a testate chiunque gli si fosse parato davanti, pur di avere una risposta alle sue domande. E lui sapeva bene quanto facessero male le testate di Hanamichi!

Finalmente qualcuno bussò alla porta e Yohei sbirciò dallo spioncino trovandosi a guardare gli occhi agghiaccianti di Rukawa: perché mai quel ragazzo lo spaventava tanto? Aprì immediatamente la porta e si trovò a lasciar passare tre dei titolari dello Shohoku, con indosso le tute di rappresentanza; Rukawa li guidò nel salotto e Akagi si guardò intorno.
- Dov'è Sakuragi? - chiese sbrigativo; Yohei indicò il piano superiore con un dito, temendo la reazione di Rukawa.
- Di sopra, nella camera di...Rukawa...
- Hn...
Fu l'unico commento della volpe; Yohei sospirò come se avesse superato un pericolo mortale.
- E come sta?
- Non so: non ha mai aperto bocca, sembra colto da morte clinica.
Miyagi si lasciò cadere sul divano blu di casa Rukawa, appoggiando le braccia allo schienale.
- Anche se per lui sarà dura, non possiamo più nascondergli la verità.
- Ma...cos'è successo? - chiese Yohei ancora all'oscuro dei fatti; Akagi si sedette compostamente accanto al playmaker, affibbiandogli una gomitata nelle costole.
- Lo ha trovato, ed a quanto pare ha assoldato un'armata.

- Lo ha trovato, ed a quanto sembra ha assoldato un'armata.
Hanamichi si appoggiò al muro per non cadere: chi, lo aveva trovato? Sì perché cercavano lui! (Sei davvero un genio, niente da dire! NdK) Rimase in silenzio fissando il corridoio semibuio davanti a lui: prima che gli altri salissero a cercarlo, doveva scoprire tutto ciò che non gli avrebbero mai rivelato.
- Ma come c'è riuscito?! - stava esclamando Mito...il suo migliore amico, che a quanto sembrava gli nascondeva qualcosa di veramente importante.
- Non so, nessuno ci aveva avvertito; il capitano si è subito messo in contatto con i "grandi capi" e quando ci raggiungerà forse avrà una spiegazione.
- Il ladro della scorsa settimana...lui cercava Hanamichi, vero?
- Non possiamo saperlo.
"Qual è il tuo nome? Ne sei sicuro?"
- Maledizione, ma voi che ci state a fare qui, se non siete capaci di difenderlo? - urlò all'improvviso Yohei; Hanamichi sobbalzò e guardò verso il basso, ma restò paralizzato. Silenzioso come una volpe sulla neve, Rukawa era uscito dal salotto ed ora era fermo in fondo alle scale e lo stava fissando voltato di tre quarti; Hanamichi non riusciva a scorgere bene il suo volto, perché aveva la luce alle spalle, ma sentiva una lama fredda trapassargli il corpo. Erano i suoi occhi, quelli che aveva scorto attraverso il fumo.
- Non urlare, Mito: sai bene che noi teniamo ad Hanamichi quanto te...
- Non direi! - lo interruppe Yohei, ma Miyagi lo interruppe a sua volta guardandolo con malizia.
- Davvero? Perché no? Nutri un affetto speciale per lui?
Yohei non rispose per un istante ed Hanamichi si trattenne dallo scendere per difenderlo; si limitò a guardare la figura snella che non si era ancora mossa sotto di lui.
- Certamente! - esclamò infine Yohei - Hanamichi ed io ci conosciamo da quando siamo bambini! È logico che io gli voglia molto più bene di quanto possiate mai fare voi...agenti!
La mascella di Hanamichi si spalancò all'inverosimile e Rukawa decise di mettere fine a ciò che stava ascoltando senza permesso; accese la luce del corridoio permettendo al rosso di scorgere l'inespressività del suo volto.
- L'idiota sta ascoltando. - disse solo e passi frettolosi precedettero i tre ragazzi fermi nel salotto; Mito salì a tre i gradini fermandosi di fronte al suo migliore amico, ma l'espressione che scorse sul suo viso non gli permise di articolare alcun suono. Akagi e Miyagi si fermarono accanto a Rukawa, guardando Hanamichi senza parlare: il rosso stringeva i pugni convulsamente, e la sua bocca era distorta in una smorfia di rabbia. Mito indietreggiò ridiscendendo un paio di gradini.
- Che storia è questa? - ringhiò Hanamichi; Akagi salì lentamente i gradini.
- Calmati e vieni a sederti in salotto: ti giuro che ti spiegheremo tutto quanto.
Hanamichi si mosse con lentezza calcolata, senza guardare nessuno di loro; passò accanto ai suoi compagni di squadra senza sfiorarli e si sedette piano sul divano occupato in precedenza da Miyagi e Akagi. Mito e Ryota si appoggiarono allo schienale della poltrona alla destra del divano, mentre Akagi si sedeva con cautela sul tavolino di cristallo che lo fronteggiava. Rukawa non li raggiunse.
- Quanto hai sentito? - chiese Akagi con voce bassa e controllata; Hanamichi alzò uno sguardo pietrificante verso di lui.
- Non importa quanto ho sentito: voglio che mi dici ogni cosa.
Il capitano lo guardò un attimo senza parlare, poi sospirò, raddrizzò la schiena ed annuì con il capo.
- Bene, ti dirò quanto sono autorizzato a svelare: i componenti titolari dello Shohoku...non sono ragazzi come gli altri. Sono agenti speciali messi a tua difesa...
- Piantala! - urlò Hanamichi balzando in piedi con furia - Non raccontarmi palle, Gorilla! Agenti speciali di che? Non vorrai farmi credere che avete tutti trent'anni o giù di lì, ma che qualche scienza speciale vi ha fatti ringiovanire! Voglio la verità!
- Calmati! - disse Akagi restando calmo - Non ti sto mentendo, Hanamichi: noi siamo agenti speciali. Ma non abbiamo trent'anni, la nostra età non è stata camuffata: io ho diciotto anni, Miyagi diciassette come Mitsui, Kogure...
- Mitsui?! - lo interruppe Hanamichi - Mi ha mentito anche lui? Era venuto per tenermi d'occhio?
- Sì. - ammise Akagi.
- Kogure? Quel quattrocchi sarebbe un agente speciale? Non ti sembra di scadere nella fantascienza, Gorilla?
- Sakuragi, stammi a sentire senza interrompere, altrimenti non ti racconterò più nulla fino all'arrivo del capitano.
Hanamichi non si sedette, ma chiuse la bocca.
- Bene. Ti stavo dicendo che noi siamo agenti speciali anche se siamo molto giovani: siamo stati addestrati dalla tenera età di quattro anni, perché l'organizzazione per la quale lavoriamo aveva bisogno di spie insospettabili, come dei bambini.
- Adesso basta! - esclamò Hanamichi non potendone più: ma per chi lo avevano preso? Spie bambine? Organizzazioni segrete? Perché gli stavano facendo questo? Si erano così esaltati dal rapimento che ora si credevano agenti segreti? Si voltò per andarsene dalla casa di Rukawa, ma appena uscito dalla stanza, si sentì afferrare per un braccio e fece un volo che terminò rovinosamente. Si ritrovò steso con la schiena a terra ed un piede di Rukawa appoggiato alla gola: lo aveva steso con una mossa di kung fu! Da quando la volpe conosceva le arti marziali? E perché non le aveva mai usate durante le loro frequenti liti? Il volto di Akagi affiancò quello impassibile di Rukawa.
- Hanamichi, non ti sto mentendo. Ma credo che tu non sia ancora pronto a scoprire la verità...almeno non da me...
Fu interrotto dal suono del campanello e Miyagi si lanciò alla porta sbirciando dallo spioncino; aprì immediatamente e lasciò entrare Mitsui sorretto da Kogure, Ayako, Haruko ed il coach Anzai. Si guardò attorno con attenzione, poi richiuse a chiave la porta. L'allenatore dello Shohoku guardò il suo numero dieci disteso a terra, con ancora il piede di Rukawa sulla gola.
- Oh Oh Oh, ragazzo! Qualcosa che non va?

Quando tutti si furono accomodati, Hanamichi si trovò seduto nuovamente sul divano, con Yohei alla sua destra e Mitsui a sinistra, con la gamba appoggiata al tavolino di cristallo; Anzai era sprofondato in una delle due poltrone e Akagi gli stava di fronte. Haruko era seduta ai piedi del coach, mentre gli altri erano intorno al tavolo della cucina, separata dal salotto da un semplice muretto di pietra. Hanamichi non guardava nessuno di loro, teneva i pugni stretti e fissava le proprie mani sbiancate.
- Ora, Hanamichi, io ti racconterò tutta la verità, ma tu non dovrai mai interrompermi. - disse il coach - Quando avrò terminato potrai chiedermi qualsiasi cosa. Sappi, però, che quanto sto per dirti potrà sembrarti inverosimile...ma è la pura verità.
Hanamichi alzò lo sguardo carico di rabbia su di lui.
- Prima di cominciare voglio capire una cosa: TU, vecchio, saresti il capitano di questi presunti agenti?
- Oh Oh Oh. Proprio così!

(continua)...

***********************

Kieran - ..........?
Ru&Hana - ..................
Kieran - Eddai, dite qualcosa!
Hana - Io ci capisco poco: la squadra dello Shohoku sarebbe composta da agenti speciali?
Kieran - Sì, hai capito!
Hana - E proteggono me? Ma da cosa?
Kieran - Che curioso! Lo saprai tra poco!
Ru (vestito come un blues brother) - Mi piace, sono troppo fico!
Kieran - -_________________-
Hana - sbav sbav *ç*


 

 


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