I
personaggi, tutti tranne i cattivi, sono del grande Inoue, io non ci
guadagno niente...
Hana - E chi ti dovrebbe pagare per 'sta schifezza? ^^
Kieran - Il secondo capitolo...
Hana - Che coraggio che hai!
Kieran - Grazie! ^__^ Ma per cosa?
Hana - Per aver continuato!
Kieran (con faccia assassina) - Adesso che non c'è più Rukawa ti ci metti
anche tu?
Ru - E chi ti ha detto che non ci sono?
Kieran - Come, non ti eri licenziato?
Ru - No, hai capito male.
Hana - Ma se resti non faccio la lemon con Harukina!
Kieran&Ru - ..............
Hana - Che c'è?
Kieran - Non l'avresti fatta cmq!
Hana - Ma tu...
Kieran - Basta, iniziamo il capitolo: forse adesso si fa un po' più
movimentato! (FORSE)
S.I.B. (Slam in black)
di Kieran
parte II
Preso com'era dalla rabbia, non si era fermato a ragionare (E quando mai lo
fai! NdK; Ehi! NdH) e non aveva pensato (Come prima! NdK) che il ladro
potesse essere armato: ora che si trovava con la sua pistola a pochi
centimetri dal naso, però, si dava continuamente dell'idiota...proprio come
faceva sempre Rukawa...quel pensiero lo rianimò un poco e gli fece ritrovare
un po' di spirito.
- Che ci fai in casa mia? - chiese con meno rabbia di quanto avesse voluto;
il ladro lo guardò un attimo senza proferire parola e strizzando gli occhi,
che erano l'unica parte visibile del suo viso. Hanamichi cercò di non
perdere nemmeno un particolare di quell'uomo, per poterlo riconoscere in
futuro.
"Sì, come se lui ti lascerà vivere"
Quel pensiero lo raggelò, ma cercò di non mostrarlo.
- Qual è il tuo nome? - chiese l'altro con voce bassa e sibilante; Hanamichi
non rispose e fissò gli occhi azzurri ed intensi del ladro, lanciandogli una
sfida silenziosa.
"Idiota che fai? Quello ti ammazza se lo sfidi!"
In risposta a quel pensiero, l'uomo liberò il cane della pistola; Hanamichi
si arrese.
- Hanamichi Sakuragi.
Quella risposta sembrò giungere poco gradita all'uomo, che adesso aveva
stretto gli occhi riducendoli ad una minuscola fessura.
- Ne sei sicuro? - chiese ancora sibilante; Hanamichi si trattenne dal
dargli dello stupido.
- Certo che sono sicuro, mi chiamo così da sedici anni.
L'uomo lo guardò ancora per un attimo, poi gli fece un cenno con la pistola,
indicandogli di avvicinarsi al letto; Hanamichi obbedì, accorgendosi di
stringere ancora in mano l'inutile arma che si era procurato. L'uomo gli
sferrò un calcio alle ginocchia, costringendolo a cadere con la faccia sul
letto, poi un dolore gli trafisse la nuca, seguito da mille lucine
sfavillanti e dal vuoto assoluto.
Risvegliandosi il suo primo pensiero fu che non era morto! Cercò di
raddrizzare la schiena, ma un dolore lancinante gli impedì di muovere la
testa; ricordò di quanto fosse successo e comprese che il ladro la aveva
colpito con la pistola, senza però sparargli. Quella era una buona notizia!
In fondo esistevano ancora ladri buoni (Che cavolo stai pensando? NdK; Sei
tu che scrivi se str...ndH; Sì, ma sto solo interpretando la tua mente
malata! NdK; Vabbè, sono un tantino confuso, dopo la botta che ho preso...ndH).
Si tastò la nuca trovando subito un rigonfiamento dolorante, ma pensò che
poteva ritenersi fortunato e lentamente si mise a sedere sul pavimento
lanciando sguardi preoccupati tutt'intorno. Quanto tempo era trascorso? Era
uscito dalla palestra verso le sei, certamente aveva impiegato un'oretta per
tornare...vista la rissa con Rukawa...ed ora erano quasi le nove. Era stato
svenuto per quasi due ore? Sì, più o meno i conti tornavano! Quindi il ladro
non doveva più essere in casa sua. Sentendosi idiota come poche ore prima,
raccolse il mattarello ed uscì piano dalla camera, dirigendosi in cucina; la
luce del corridoio era accesa e la porta d'entrata socchiusa. Sbirciò in
cucina trovandola vuota, lanciò un'occhiata nel bagno e finalmente si
rilassò un poco: era solo. In quel momento una vocina stridula lanciò un
grido spaventato al di fuori della porta d'entrata, e l'anziana signora
Hanigata, sua vicina di casa da ormai tre anni, entrò chiamandolo per nome.
- Hanamichi, ci sei? Come ti senti?
Quelle urla rimbombarono nella mente ancora frastornata del rosso, che
avrebbe voluto far tacere la donna a modo suo.
- Signora Hanigata, sono qui. Va tutto bene.
La donna lo vide in piedi davanti alla porta del bagno, con il mattarello in
mano ed un'espressione spiritata; gli si avvicinò a piccoli passettini,
sporgendo gli occhi dalle orbite.
- Come ti senti? Hai un'aria così spaventata! Perché la porta era aperta?
- C'è stato un ladro.
- Coooosa? - strillò l'anziana donna ed in quel momento Hanamichi la guardò
con un misto di rassegnazione e sollievo: se la donna avesse visto la porta
aperta un paio di ora prima, sarebbe entrata esattamente come aveva appena
fatto, e di fronte ad una pistola sarebbe morta d'infarto. In fondo le aveva
salvato la vita.
- Hana-chan, presto chiama la polizia! - gli strillò ancora nelle orecchie
la donna; in realtà gli arrivava a metà del petto, ma la sua voce era così
acuta che rischiava di rompergli i timpani...oltre ai cristalli di casa!
Il ragazzo annuì con il capo, ma una fitta di dolore gli si sprigionò dalla
nuca e gli scese fino alle spalle; gemette stringendo gli occhi e la donna
si portò dietro di lui.
- Ma tu sanguini! Sei stato ferito?
- Sì, mi ha colpito con il calcio della pistola... - mormorò confuso il
ragazzo; la donna sobbalzò.
- Una pistola? Ma allora potevi morire!
Potevi morire potevi morire potevi morire
"E' sì caro mio, questa volta hai rischiato sul serio di morire: quello non
ci metteva molto a spararti!"
Lasciò cadere il mattarello che si scontrò con il pavimento facendo un tonfo
che risuonò più volte nella mente di Hanamichi.
"Potevo morire: ho rischiato di morire"
Le sue mani tremarono ed il suo notoriamente scarso autocontrollo vacillò:
la consapevolezza di aver sfiorato la morte si fece strada nella sua mente,
e pochi secondi dopo scoppiava a piangere inginocchiato sul pavimento.
- Non posso crederci Hanamichi, hai affrontato un ladro armato! - esclamò
Yohei seduto accanto al suo migliore amico sul letto di quest'ultimo; il
rosso non diede segno di averlo sentito. Stava seduto tra lui e Noma,
fissando il campo di battaglia che era il pavimento di camera sua, senza
dire una parola: aveva pianto tanto da farsi mancare il fiato, e se ne
vergognava ancora. Perché aveva pianto di terrore! Terrore allo stato puro!
Quel suo spirito di autoconservazione che lo aveva sostenuto mentre aveva di
fronte la pistola, e che mai lo aveva abbandonato da quando era rimasto
solo, era sparito all'improvviso, lasciando il suo posto al terrore più
agonizzante che avesse mai provato. Aveva visto la morte in faccia per la
prima volta nella sua giovane vita...credeva...
I suoi pensieri furono interrotti da Takamiya, incredibilmente serio.
- Hanamichi, ti senti bene? Ti fa male ancora la botta che hai preso?
- Va meglio, la signora Hanigata mi ha medicato. - rispose a fatica; non
notò lo sguardo preoccupato che si scambiarono i suoi amici.
- Vuoi venire a dormire a casa mia? - gli chiese Yohei apprensivo, ma il
rosso scosse appena il capo, per non procurarsi altro dolore.
- No, resto qui. La serratura non si chiude bene e potrebbe entrare un
ladro.
Sorrise appena a quella battuta, che però non rallegrò nessuno.
- Non ti lascerò qui da solo, allora! Dormirò sul divano!
Finalmente Hanamichi alzò il viso e sorrise mestamente al suo migliore
amico.
- Grazie, lo gradirei molto. - bisbigliò appena; Takamiya si alzò con
sguardo determinato.
- Resto anch'io! E se quel tizio dovesse tornare io...
- Lo schiacceresti, palla di lardo! - esclamò Okusu - Noi andiamo a casa,
non c'è bisogno di soffocare Hanamichi! Resterà Mito con lui; ci vediamo
domattina, d'accordo Sakuragi? Mi raccomando, cerca di dormire.
Hanamichi ringraziò confusamente i suoi tre amici, che prima di andarsene
confabularono con Yohei; ma lui quasi non se n'accorse. Erano ormai le
undici e la polizia se n'era andata già da mezz'ora: lo avevano costretto a
prestare attenzione alle loro parole, ed a concentrarsi per capire cosa gli
fosse stato rubato. Ma non mancava niente. Probabilmente il ladro era appena
entrato quando lui lo aveva sorpreso sul fatto; ma che razza di ladro era se
entrava nelle case degli altri alle sette del pomeriggio? Senza contare che
lui abitava in un complesso di trenta appartamenti uno attaccato all'altro!
Non temeva che qualcuno lo potesse sentire? Certo, anche lui aveva dovuto
rimanere in silenzio per alcuni minuti per riuscire ad avvertire la sua
misteriosa presenza.
- Ti senti bene?
Hanamichi alzò il capo verso Yohei, con espressione a dir poco terrorizzata.
- Oggi è giovedì. - disse solo ed il suo migliore amico corrugò la fronte
senza capire.
- Lo so; ma perché lo dici così?
- Ogni giovedì noi andiamo a guardare le ragazze del tennis.
Yohei continuò a non capire e Hanamichi rimase lì a fissarlo negli occhi; il
suo migliore amico gli si accucciò davanti appoggiando le mani sulle sue
ginocchia e finalmente il rosso espresse la sua paura.
- Il ladro lo sapeva.
Yohei quasi non cadde a terra per lo stupore.
- Cosa?! Vuoi dire che quell'uomo seguiva da tempo le tue mosse e credeva
che oggi avresti fatto tardi come ogni giovedì?
Hanamichi continuò a guardarlo senza dire nulla e Yohei cercò di trovare una
spiegazione che potesse rassicurarlo.
- Non devi aver paura Hanamichi, probabilmente chiunque intenda rubare in
una casa tiene d'occhio le sue vittime per un po'. Non devi pensare che
quell'uomo avesse qualcosa di personale contro di te.
Ma Hanamichi non lo stava ascoltando: se quel pomeriggio non avesse fatto a
botte con Rukawa, lui ed i suoi amici sarebbero andati a sbirciare le
tenniste e lui non avrebbe visto in faccia la morte. Sempre colpa sua.
- MALEDETTO RUKAWA!!!
Era ormai notte inoltrata, ma non riusciva a prendere sonno: disteso nel
letto di Hanamichi, Yohei non si sentiva per niente tranquillo. Il suo
migliore amico dormiva profondamente solo perché, con la scusa di calmarlo
un po' e riscaldargli lo stomaco a digiuno dall'ora di pranzo, la signora
Hanigata gli aveva somministrato un sonnifero sciolto in una camomilla.
Yohei era grato a quella strampalata vecchina che da tre anni vegliava sul
suo migliore amico. Anche se aveva una voce impensabile e così acuta da fare
invidia ad un fischietto per cani. Si ritrovò a sorridere ed
involontariamente ad accarezzare la testa rossa di Hanamichi; gli piaceva
quel colore, lo faceva sembrare così diverso da tutti quanti. E lui lo era
davvero...diverso da ogni persona che avesse mai conosciuto.
Nello stretto letto, Hanamichi si voltò verso di lui e lo abbracciò con le
sue forti braccia; Yohei per poco non si sentì mancare. Perché diavolo aveva
accettato di dormire con lui? Perché non aveva inventato una scusa qualsiasi
per restare sul piccolo divano della cucina? Se gli altri avessero scoperto
quello che stava succedendo in quel momento, probabilmente lo avrebbero
preso in giro per tutta la vita...sempre se non avessero compreso il vero
motivo per il quale lui non era riuscito a dire di no alla richiesta quasi
supplicante di Hanamichi. Ed in quel caso, forse, lo avrebbero tolto di
mezzo...
- Sei un idiota: quello era il ragazzo giusto.
- Ma...il nome...
- I nomi si cambiano!
- Sì, ma anche il resto...è così diverso dalla fotografia che mi hai
mostrato...
- Ho sempre saputo che non potevo fidarmi degli altri! Maledizione! Ma fra
qualche giorno mi occuperò personalmente del nostro caro Kioshi...
(continua)...
**********************
Kieran (ballando) - Non ci credo, due capitoli!
Ru - Non ci crediamo neanche noi.
Kieran (fermandosi) - Sempre acido, eh?
Mito - Scusa, ma chi è che mi deve eliminare?
Ru - Io, se non giri alla larga da Hanamichi.
Hana - blush! */////*
Kieran - Basta commenti alla mia fic, altrimenti vi licenzio tutti quanti e
faccio una bella storia alla Disney!
Hana - Basta che non mi fai fare Bambi ^v^
Ru - Al massimo puoi fare Bambo...(bambo=stupido)
Hana - Io ti disfo!
Ru - Ma se nella fic continui a piangere!
Hana - Non è colpa mia! Kia si vede che non mi conosci bene!
Kieran - Non preoccuparti, Tensai, nei prossimi capitoli ti riscatti! (^^'')
Hana - ^___^ Bene, allora alla prossima!
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