Silver Hunter

di Ephiny



Sto respirando!

L'aria fresca che entra dalla finestra aperta riempie i miei polmoni e mi richiama dal mio limbo senza sogni.

Ancora una volta sono qui!

Ancora una volta il giovane ningen che ospita la mia essenza ha abbassato le sue difese quel tanto che basta per farmi tornare.

Ultimamente succede sempre più spesso. È strano. Un tempo era necessario il frutto della vita precedente, ma ora sembra diverso. Arrivo sempre quando il ningen è immerso nel sonno più profondo e non so cosa scateni la mutazione.

Forse è semplicemente troppo stanco e la sua identità si perde nel mondo dei sogni.

Ma non mi importa il perché. Io sono qui, ora, e tanto mi basta.

Aspiro ancora con voluttà l'aria notturna e mi lecco le labbra, nel sentire il suo odore.

Come sempre, il koorime è qui, nello stesso letto, spossato da ciò che lui e il ningen hanno fatto fino a poco fa.

Forse per questo è così lento ad accorgersi della trasformazione.

Approfitto della sua distrazione e mi volto di scatto, sedendomi a cavalcioni su di lui.

Il grido soffocato di sorpresa è musica per le mie orecchie e i suoi tentativi di liberarsi della mia stretta non fanno altro che aumentare la mia eccitazione.

Questa è una cosa che il ningen non potrà mai capire: il gusto per la caccia, la frenesia della lotta, la totale, irrefrenabile voluttà nell'imporre il proprio volere alla preda.

Rovescio il capo all'indietro e rido di trionfo, mentre una gioia pura mi pervade.

Con un gesto fluido mi libero del kimono, per poter assaporare con ogni centimetro di pelle il corpo guizzante del piccolo koorime.

Sa di non avere scampo. Conosce il mio potere e la mia determinazione. Provare a fuggire è inutile, eppure ancora cerca di contrastarmi, ancora le sue braccia si tendono in un vano tentativo di allontanarmi.

Mi chino su di lui, bloccandolo sotto di me, e con le mani gli sollevo le gambe aprendogliele.

Il mio bacio non riesce a impedire le sue proteste. Con un ghigno mi sollevo leggermente, osservando le sue labbra serrate e la sua espressione corrucciata.

Lo penetro mentre torno a distendermi su di lui.

"Kisama!"

Per punizione gli affondo i denti nella carne candida di una spalla e stringo fino a sentire il caldo sapore del sangue sulle mie labbra. Lecco con cura la piccola ferita, con rapidi passaggi della lingua sincronizzati con le mie spinte.

Adesso il koorime non lotta più. Si è abbandonato passivamente sotto di me, le gambe distese, il volto girato da un lato per non vedermi.

Non è questo che voglio!

Mi sollevo nuovamente, senza uscire da lui, e mi inginocchio, tirandomelo praticamente in braccio. Con una mano gli afferro i capelli sulla nuca e lo costringo a guardarmi.

Con l'altro braccio gli circondo i fianchi e lo muovo ritmicamente finché il mio corpo non raggiunge il limite massimo di sopportazione. Allora mi fermo e lo allontano da me quasi con violenza.

Sembra sorpreso, mentre osserva il mio membro gonfio e turgido uscire da lui.

Possibile che non capisca? Non voglio venire da solo. Voglio che lui partecipi. Voglio che lui soffra e goda insieme a me.

Senza gentilezza lo giro e gli sollevo il bacino. Mi appoggio a lui senza penetrarlo, resistendo alla tortura di sentirlo sporgersi contro la mia virilità ormai satura.

Lo circondo con le braccia e con le mani comincio ad accarezzare il suo membro con tocchi sempre più esigenti. La risposta non tarda a venire.

Provo una sorta di strano calore nel sentire il suo respiro sempre più affrettato, nel vedere i pugni stretti sul cuscino, nel sentirlo crescere sotto le mie dita.

Si spinge contro di me, un gesto quasi casuale, che per lui equivale a un invito in piena regola. È il massimo che posso ottenere e lo so.

Lo penetro di nuovo, questa volta gentilmente, e trovo insieme a lui il ritmo giusto per entrambi.

Veniamo quasi simultaneamente, lui schiacciando il viso tra le lenzuola, io inarcato all'indietro, ululando alla luna la forza della mia passione.

Ricado accanto a lui, la coscienza che già si perde nelle nebbie del mio limbo ovattato.

Afferro un braccio del koorime nell'inutile speranza che ciò mi trattenga ancora qualche istante in questo mondo.

Inutilmente...

 

*** *** ***

 

"Hiei?"

la voce assonnata di Kurama protesta perché il demone del fuoco si sta alzando dal letto.

"Continua a dormire, Kurama. Torno subito!"

Cercando di non fare rumore il koorime sposta una sedia vicino allo scaffale e ci sale, riponendo con cura un barattolo sul ripiano più alto.

Sballottato dal movimento, il frutto della vita precedente si agita nel suo succo, come dotato di una propria volontà.

"Dovrò cercare di moderarmi, o Kurama potrebbe accorgersi della velocità con cui cala il livello del liquido..."

 

 

N.B.: tutti i personaggi di YuYuHakusho appartengono, purtroppo, ai legittimi proprietari.

2002 © Ephiny




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