DISCLAIMER: I pg sono miei, ma tanto non si capisce nulla, potrebbero essere anche Batman e Robin per quanto ne sapete... NOTE: questa fic non vuole dire assolutamente niente, è solo un tentativo di scrittura "sperimentale"... per chi avesse letto il mio "Gregory", i personaggi sono Drake e Aluin (in gioventù)... più o meno... tutti gli altri la prendano come un semplice delirio…
di Fiore di Loto Silenzio tutt’intorno, pesante come piombo, e aria leggera nelle narici. Il cuore di Drake nelle orecchie. Il proprio, sulle punte delle dita. – A che pensi? Un sospiro come risposta, e nulla più. Infiniti secondi di infinite ore passano, scorrono davanti agli occhi socchiusi. Sembra un quadro, l’immobilità è pressoché totale. Il respiro annullato. – Potremmo… – No. Le labbra si muovono appena, si dischiudono di un niente a lasciar passare invisibili rivoletti di fiato. – Perché? – si azzarda a soffiare, Drake. E d’un tratto il suo cuore smette di palpitare. Grida. È assordante. – Ho paura – risponde. Le dita scottano, formicolano. La pelle di Drake è liscia come seta. – Di che?
– Non lo so.
Quel silenzio gli riesce intollerabile. Vorrebbe mettersi a urlare per romperlo. E invece, tutto quello che può è mormorare. Mormora. – Ho paura – dice – delle conseguenze. Mente, e Drake lo sa. Lo sanno entrambi. Poco importa. – Un bacio… Il respiro si tende, risucchiato dai polmoni. Il cuore si dimena come un serpente tra le costole. – … che male può fare?
– Non lo so.
– Lasciami provare… – Drake… – Solo una volta. – È sbagliato – geme.
Le mani di Drake – lunghe, bellissime – gli carezzano la schiena. Rabbrividisce. Le dita si rattrappiscono, convulse, a pugno.
– Che importa? – sussurra Drake, dolcemente. Le mani corrono lungo la spina dorsale, inarrestabili, fino al capo, e delicate lo sollevano, perché con gli occhi guardi i suoi occhi. – Che importa? – Drake… – … taci. Non è un bacio, è un sussulto d’agonia. Doloroso prima che piacevole. Doveroso prima che voluto. Quando ritira le labbra, gli pare di averle piene di minuscoli taglietti sanguinanti, tanto bruciano.
Le mani di Drake – lunghe, bellissime – scivolano giù, fino all’orlo dei calzoni leggeri. Sotto è nudo. Drake lo sa. Con calma glieli abbassa. – Lo scopriranno – geme. – E che importa? – Lo scopriranno, e mi cacceranno via. Mente, mente ancora, spudorato. E Drake non l’ascolta più. Gli stringe le natiche, furtivo, lo attira un po’ più su. Gli preme le labbra sulle labbra, senza permesso.
– Ho paura… – Perché, io no?
Il buio inghiotte le loro parole. Silenzio. E poi, inarrestabile, una cascata di altri suoni, vecchi e sempre nuovi. Drake si inarca, geme, gode, soffre. Soffrono insieme. Lasciano, riprendono. A che serve parlare? Silenzio.
– Potrei amarti – dice, poi. – Non mi ami già?
Tacere o dire qualcosa. Nessuna scelta. – Non lo so.
E infine silenzio. Misericordioso.
Fiorediloto
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