Disclaimers: i personaggi sono miei nonostante l'evidente ispirazione a
qualcuno che sicuramente, conoscendomi, non avrete difficoltà a
riconoscere.
Shari
di Shun Andromeda
Parte 2/?
Shari
non vedeva altro che il corpo della madre offeso e deturpato dal barbaro
selvaggio, la smorfia di dolore del padre che cadeva trafitto.
Eppure non realizzava appieno l'accaduto. "E' un incubo !"
continuava a ripetersi "Non può essere stato altro che un incubo ! Non
c'è niente di reale in questa maledetta giornata, deve essere così !
Questa giornata non esiste e non esisterà mai !"
La grande mano di Shill era stretta come una morsa sul suo polso sottile; lo
strattonava con tale forza da fargli male ma al principino non dispiaceva:
quel contatto con il fratello era l'unica cosa rimasta a dargli un briciolo
di sicurezza.
Un uomo affannato corse loro incontro. Shari ebbe un attimo di terrore prima
di riconoscere sir Allain, il cavaliere più fidato dopo Krall.
"Grazie al cielo altezze ! Ormai disperavo di ritrovarvi vivi ! I
sovrani?"
"Sono... morti..." rispose Shill soffocando un singhiozzo.
No fratello, avrebbe voluto urlare Shari, non dirlo, non è vero ! E' stato
un sogno, solo un sogno!
Deglutendo per arginare lo sconforto, Allain li spinse verso una porticina
di legno che dava in uno scantinato: "Qui dentro sarete al sicuro,
almeno per un po' ; non dovete assolutamente muovervi e restate nel più
assoluto silenzio qualunque cosa udirete. Io devo tornare dai miei uomini a
cercare di arginare i danni !"
"Come vanno le cose ?" domandò Shill, lottando contro il proprio
dolore, consapevole che adesso era lui la maggiore autorità cittadina,
soffocando la disperazione con una facciata di razionalità.
"Vorrei darvi buone notizie altezza ma mentirei. Siamo allo stremo, le
mura non esistono più, i nostri uomini cadono come mosche mentre i barbari
continuano ad entrare a fiumi. Tutto quel che possiamo fare è salvare il
salvabile all'interno della città ma... non posso nasconderlo... ogni
speranza sta morendo con il nostro regno..."
...
Quanto tempo era passato da quando si erano rinchiusi in quello stanzino
squallido, riparati dalle tenebre mentre fuori impazzava l'inferno ?
Non lo sapevano... Shari se ne stava rannicchiato contro il fratello, in uno
stato catatonico, in preda ad un torpore che non l'aveva più abbandonato.
Da quando aveva visto morire i suoi genitori non aveva più pronunciato una
parola.
Anche Shill taceva, limitandosi ad abbracciarlo... non c'era niente da
dire.. inutile tentare di nascondere il dramma che si era abbattuto su di
loro.
In più, il principe ereditario stava lottando contro un grande conflitto
interiore : la coscienza del suo stato lo spingeva ad uscire da lì, a
gettarsi nella mischia insieme ai suoi soldati e, probabilmente, morire
insieme a loro.
Ma questo avrebbe significato lasciare da solo Shari e abbandonarlo al
proprio destino : cos'era giusto fare?
E se fossero rimasti lì insieme, sarebbe stato comunque possibile salvarsi?
Non era a se stesso che pensava : le sue preoccupazioni erano tutte per quel
fratello minore troppo fragile.
Una rabbia improvvisa gli deformò il volto abbronzato : era colpa sua.
L'aveva sempre protetto.. era ora che Shari imparasse a cavarsela da solo...
avrebbe dovuto iniziare a farlo in una situazione molto tragica ma non ci
sarebbe stata un'altra occasione... se lo sentiva.
Così, scostando il fratello, si alzò in piedi e gli fece cenno di alzarsi
a sua volta ; Shari obbedì senza fare domande.. non obiettava mai ai voleri
di Shill, gli obbediva a spada tratta, sempre, senza bisogno di insistenze.
Inoltre, quel giorno meno che mai si sentiva curioso.
Quindi fece come gli era stato detto, mantenendo un'espressione vacua e
persa.. assente, l'espressione di chi, nell'immediato seguito di una
terribile tragedia, ancora non riesce a rendersene pienamente conto.
"Dobbiamo salutarci fratello.. io esco !"
Le parole di Shill provocarono nel ragazzino una scossa di panico tale da
riportarlo di colpo alla realtà : il suo volto si sollevò e gli occhi di
smeraldo si posarono, enormi, su colui che era rimasta tutta la sua
famiglia. Riuscì persino a parlare, per la prima volta dopo quelle che
sembravano ore : "Perché ?"
"Io sono il re adesso... se mi nascondo io, dov'è finito l'onore ? Io
devo essere là fuori, a combattere al fianco dei miei uomini !"
"Ma nessuno di loro vuole che tu muoia ! Ci stanno proteggendo, vuoi
che facciano tutto questo inutilmente ? !"
Shill, ammorbidito dal tono disperato del piccolo principe, posò le sue
mani forti sulle esili spalle e disse, con tono più carezzevole : "L'hai
detto tu.. quegli uomini stanno combattendo anche per noi.. e a te sembra
giusto che si sacrifichino da soli ? E ti sembra giusto che la nostra
popolazione venga massacrata per un gioco di potere nel quale la gente
semplice non c'entra nulla ? Ti sembra giusto che la gente stia correndo per
le strade senza sapere dove ripararsi mentre io, il loro re, sono qui dentro
al sicuro ?"
Quelle parole non potevano non colpire il sensibile Shari ; abbassò il
capo, contrito per essere apparso egoista agli occhi del fratello. Tuttavia,
non poteva accettare che Shill andasse incontro a morte certa.
Dopo qualche istante di riflessione, risollevò di nuovo il viso,
trattenendo a stento le lacrime : "Allora, se tu sei il re e hai il
dovere di andare fuori a combattere, io sono il fratello del re e divento
automaticamente l'erede del regno ! Il mio dovere è di essere al tuo fianco
!"
Shill sussultò e rimase interdetto : questo non l'aveva previsto...
trascinare Shari con se, nel mezzo del dramma, esporlo alle lame e alla
ferocia di quei barbari assetati di sangue, lui, così contrario ad ogni
forma di violenza ? Sicuramente si sarebbe fatto uccidere subito, perché
tremava ogni volta che doveva tenere una spada in mano.. non che non sapesse
usarla, anzi, era molto abile finché si trattava di semplici esercizi di
scherma, ma Shill non ce lo vedeva proprio a sostenere un combattimento
vero.
Eppure, le pretese avanzate dal fratello erano giuste e lui non poteva
negarlo... era anzi fiero di quella determinazione dimostrata dal
principino.. e nonostante tutto, non poteva portarlo fuori con sé.. non
voleva, assolutamente !
Doveva giocare tutte le carte a sua disposizione per convincerlo e
d'altronde non poteva obbligarlo a restare lì. Gli afferrò con forza le
spalle, stringendole convulsamente e guardandolo fisso negli occhi di
smeraldo, così contrastanti con i suoi, scuri come pozzi neri : "E se
morissimo entrambi ? Che ne sarebbe del nostro regno ? Non avrebbe più un
sovrano !"
Shari scosse con foga il capo : "Quale regno ? Stanno distruggendo
tutto, stanno massacrando la popolazione! Non avremo più un regno, né un
popolo su cui regnare !"
Shill sospirò... altro che ingenuo ragazzino.. era acuto e sveglio.. anche
in questo aveva ragione.. probabilmente la loro popolazione era destinata a
disperdersi : i pochi sopravvissuti sarebbero stati venduti come schiavi...
"E tu, Shari, vuoi distruggere ogni speranza di un futuro ? Finché uno
di noi sarà vivo, la nostra dinastia non si estinguerà... potrai trovarti
una compagna, farla regina e dare l'inizio a una nuova era..."
"Da solo non potrò fare proprio nulla !"
Shill sbuffò : "Quando la smetterai di fare il bambino ? Non potrai
sempre contare sulla presenza di qualcuno !"
Shari strinse i pugni, demoralizzato per quel rimprovero ma sentendosi
vittima di una profonda ingiustizia : "Solo quando ti fa comodo devo
smetterla di fare il bambino vero ? ! Ma se si tratta di combattere al tuo
fianco per il mio popolo, allora sono solo un poppante !"
Le parole gli morirono sulle labbra, improvvisamente ferite dal feroce
schiaffo del fratello ; si portò una mano alla bocca, guardandolo
disperato, con un misto di rabbia e dolore negli occhi.
Non osò dire nulla lasciando a Shill il tempo di pentirsi e riprendere la
parola ; il ragazzo più grande gli posò due dita sotto al mento, mentre
con l'altra mano gli accarezzò i capelli : "Scusami.. scusa.. io...
non volevo fare questo... ma ti prego, non crearmi problemi.. lasciami
andare laggiù con il cuore leggero, sapendo che tu sarai al sicuro dalla
ferocia di questa gente.. fallo per me.. ritienilo un regalo per me..."
Shari abbassò il viso ; ogni traccia di rabbia era scomparsa... dovette
fare forza in se stesso per riuscire a sussurrare le seguenti parole :
"E quando anche tu sarai morto ? Sarò comunque in balia del
pericolo..."
"No, perché tu rimarrai nascosto e al sicuro finché non avrai una
possibilità di fuga e allora scapperai lontano, fuggirai in cerca di posti
tranquilli e nei quali potrai rifarti una vita..."
Nessuna risposta ; il viso di Shari era sempre rivolto a terra.. rifarsi una
vita.. quella frase era davvero la prova che tutto era finito... i
genitori non c'erano più e avrebbe dovuto obbedire a Shill.. certo, glielo
doveva.. se avesse, nonostante tutto, insistito nel volerlo seguire, sarebbe
stato solo un peso per lui ; Shill sarebbe stato distratto dalla lotta
perché non avrebbe rinunciato a proteggerlo...
E così doveva lasciarlo andare da solo, con la consapevolezza che,
probabilmente, non l'avrebbe mai più rivisto...
Non aveva ancora perso la speranza che tutto questo fosse solo un orribile
sogno, ma la spietata realtà era sempre più nitida e chiara nei suoi
confusi pensieri.
Sollevò gravemente lo sguardo sugli occhi intensi e scuri che erano sempre
stati il suo principale punto di riferimento.. all'idea che forse li stava
osservando per l'ultima volta si sentì soffocare ; con un impeto
travolgente gettò le braccia al collo del fratello : "Non lasciarmi
!" esclamò tra i singhiozzi.
Di fronte a quell'angoscia, Shill fu tentato di seguire il proprio istinto
di fratello maggiore ; al diavolo tutto il resto ! Il suo posto era accanto
alla creatura che per lui era la più importante sulla faccia della terra !
Sarebbe rimasto lì, con lui, finché tutto non fosse finito.. e poi
sarebbero scappati insieme, lontano e avrebbero ricominciato tutto daccapo.
Ma l'altro frammento del suo cuore non riusciva a restare sordo alle urla,
ai gemiti, alle battaglie sostenute dai suoi soldati, macabre voci di una
tragedia che feriva il silenzio di quello stanzino buio e giungeva fino a
loro... e fu il senso del dovere a prevalere, mentre si divincolava dalla
stretta soffocante delle tenere braccia fraterne..
Lo spinse via, con forza e si costrinse a rimanere distaccato di fronte a
quegli occhi enormi e supplichevoli che lo fissavano attoniti.
"Adesso è il momento di mostrarmi la tua dignità" lo apostrofò
"So che ne hai, da vendere ! E questa dignità ti impone di essere
forte nell'attendere, mentre a me impone di essere forte là fuori !"
Shari emise un gemito penoso ; ormai si sentiva impotente, non sapeva più
che fare per impedire l'inevitabile.
Le labbra tremarono, come per dire qualcosa ma qualunque fosse la parola che
voleva pronunciare, rimase bloccata nel groppo insopprimibile che si era
formato nella gola... tutto quello che fuggì fu un flebile suono, la voce
stessa dell'angoscia.
Shill deglutì, resistendo con tutte le sue forze alla tentazione di
afferrarlo e stringerselo al petto ; non doveva farlo, avrebbe reso tutto
più difficile.
Quindi parlò con tutta la freddezza e la calma di cui fu capace : "Tu
resta qui dentro e prima di allontanarti assicurati che la battaglia sia
conclusa e che i barbari non possano vederti ; se per allora non sarò
ancora tornato, allora vattene.. cerca di raggiungere i regni vicini, che
sicuramente ti accoglieranno e affidati all'aiuto e al sostegno di coloro
che credi degni di fiducia..."
Shari rimase immobile ; non aveva neanche la forza d'animo per annuire.
"Io ho fiducia in te e so che ce la farai !" concluse Shill,
tentando di dominare una lacrima.
Nell'udire l'ultima frase, Shari raggiunse il colmo della commozione ;
avrebbe voluto correre ancora ad abbracciare il fratello, ma un gesto di
quest'ultimo lo spinse a fermarsi : "Mettiti seduto in un angolo e
attendi... non commettere niente di precipitoso.. limitati ad aspettare,
domina l'angoscia."
Quindi si decise a voltarsi, a dirigersi verso l'uscita, ad aprire la porta;
Shari seguiva pietrificato ogni suo gesto, pregando tra sé che quegli occhi
gli rivolgessero almeno un ultimo saluto.
Ma Shill si chiuse l'uscio alle spalle senza più voltarsi ; Shari cadde in
ginocchio e rimase così, immobile, per un tempo indefinito.
Alla fine si decise a rannicchiarsi in un angolino, raccogliendo le
ginocchia sul petto e nascondendo il viso tra le braccia, soffocando i
singhiozzi.
Si isolò in uno stato di torpore, il quale tuttavia non riusciva ad
escludere le grida che giungevano attutite fino alle sue orecchie ; temeva
ogni istante di riconoscere, tra quelle voci agonizzanti e morenti, quella
dell'adorato fratello.
Forse si addormentò ma non poteva dirlo con certezza, era incapace di
percepire lo scorrere del tempo, incapace persino di percepire la propria
vita.. non stava male, semplicemente non sentiva nulla. Aveva ridotto la
propria coscienza ad un puntino impercettibile dentro l'anima, anche il suo
spirito, come il corpo, si era raggomitolato su se stesso, sognando un
avvolgente ventre materno che lo tenesse lontano, isolato da tutta quella
sofferenza.
Se un briciolo di consapevolezza provava a salire in superficie, lui la
respingeva stizzito : era la sua unica possibilità per non impazzire.
Ma suo malgrado la coscienza non poteva restare sopita in eterno.
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