Disclaimers: i personaggi sono miei nonostante l'evidente ispirazione a qualcuno che sicuramente, conoscendomi, non avrete difficoltà a riconoscere.


Shari

di Shun Andromeda

Parte 1/?


Due immensi occhi verdi osservavano l'orrore di fiamme e sangue che aveva cambiato volto alla florida cittadina.
Le ricche case erano ridotte in cenere, il suo bel palazzo non esisteva più; i cadaveri erano abbandonati per le strade, i feriti agonizzanti imploravano una pietà che non sarebbe mai stata concessa.
I soldati nemici scorrazzavano per le strade, gli occhi iniettati di ferocia; la lunga guerra non aveva lasciato loro niente di umano... nei loro cuori ardeva solo il desiderio di sangue e saccheggio.
Il principe Shari cercava di nascondersi alla loro vista ma il terrore lo paralizzava; si guardava intorno, alla disperata ricerca di un volto amico...
Un giovane alto e bruno, dalla carnagione scura, i muscoli guizzanti nelle braccia nude, si gettò in una mischia, con la spada in pugno. 
Shill, l'erede al trono di Valgum, era un bel ragazzone, robusto e fiero, che dimostrava molto di più dei suoi diciotto anni.
"Fratello mio!" esclamò Shari vedendolo tuffarsi impulsivamente in mezzo al pericolo.
Il piccolo principe uscì allo scoperto per accorrere al suo fianco.
"Che diavolo fai?!" gli gridò Shill  "Allontanati!"
Non venne ascoltato; fuggirono insieme, zigzagando tra i corpi che si battevano e urlavano, tra le spade che cozzavano, accompagnando con il loro clangore metallico il crepitio delle fiamme che si innalzavano alte nel cielo.
Shill teneva il fratello dietro di sé, guardandosi intorno ansioso, come una madre che vede minacciato il proprio cucciolo.
Un gruppo di uomini li circondò mentre un richiamo concitato giunse alle loro orecchie: "Stringetevi intorno ai principi! Proteggeteli!"
Il gruppetto di fedeli servitori, allontanando con ferocia chiunque osasse avvicinarsi ai loro due protetti, formò un'impenetrabile barriera di spade e scudi tra loro e i nemici.
Un cavaliere piuttosto anziano prese in consegna i ragazzi, guidandoli lungo i vicoli, spronandoli a scavalcare cadaveri, intimando loro di fare attenzione a non scivolare sul sangue che allagava le strade... e i due fanciulli reali gli obbedivano, riconoscendo in lui l'esperienza, fidando in lui, nel primo cavaliere del loro esercito, come sempre avevano fatto, fin dalla loro nascita.
Shill aveva afferrato la mano di Shari trascinandoselo dietro, mentre il ragazzino si lasciava guidare in mezzo all'ecatombe, con la mente sconvolta dalla paura e dalla pietà per tutto il dolore che vedeva intorno a sé. 
Il vecchio cavaliere, con l'appoggio dei suoi coraggiosi uomini, li condusse in una zona della cittadina ancora risparmiata dalle stragi... Ma queste non avrebbero tardato ad arrivare... si sentivano le urla dei soldati nemici, i lamenti angosciati delle vittime laceravano l'aria e i cuori dei due ragazzi.
"Krall, li hai ritrovati!"
Una bella donna, somigliante come una goccia d'acqua a Shari, corse loro incontro, stringendo in un forte abbraccio il piccolo principe e accarezzando Shill sulla guancia mentre il cavaliere si inchinava rispettosamente: "Avrei detestato tutto ciò che rimane della mia vita se non ve li avessi riportati sani e salvi, mia signora!"
"Sei l'orgoglio della nostra corte Lord Krall!" aggiunse un uomo alto e forte, attraente con la sua prestante virilità rispecchiantesi quasi alla perfezione nelle fattezze del giovane Shill.
"Vostra maestà, ho unicamente compiuto il mio dovere" si schernì umilmente l'anziano guerriero.
"Però... un sacco di nostri amici ci hanno rimesso la vita per proteggere la nostra fuga" mormorò Shari a capo chino, lasciando scivolare calde lacrime lungo le pallide guance ancora lisce come quelle di un bambino. Con i suoi lineamenti delicati e femminei sembrava più piccolo dei suoi sedici anni 
"Li sentivo cadere dietro a noi mentre scappavamo... non è giusto!" 
"Altezza" cercò di confortarlo Krall "Erano addetti alla protezione e alla difesa della casa reale, per questo hanno inseguito il loro sogno di diventare cavalieri... e morire adempiendo al proprio sacro compito è il sogno di ogni cavaliere; quegli uomini sono caduti con orgoglio!"
"Tuttavia..." cercò di continuare Shari ma la voce gli si ruppe in gola quando un urlo di dolore risuonò a pochi passi da loro.
"Stanno arrivando anche qui!" esclamò Krall "Sire, presto, mettetevi al sicuro!"
Una freccia sibilò, per conficcarsi un attimo dopo nel petto del cavaliere che cadde con un gemito strozzato. La regina e Shari emisero un unanime grido mentre il re e Shill imprecarono con rabbia disperata.
Una folla in fuga si precipitò nella stradina; era tale il terrore di quella povera gente che non riconobbero la famiglia reale o forse, ormai non importavano più le gerarchie in quella catastrofe comune.
Il re e la sua famiglia si trovarono travolti dalla calca. Istintivamente, Shill strinse a sé l'ancora sconvolto fratello e il re fece lo stesso con la consorte, la quale tendeva disperatamente una mano verso i figli.
Ma l'implacabile, irrazionale paura del loro popolo li separò. 
Shill si appiattì contro il muro, stringendo il tremante Shari contro il suo petto e sguainando la spada. Ma sapeva che se fossero rimasti lì sarebbero stati perduti, in completa balia dei feroci nemici. 
Riuscì a fare qualche passo nella folla e a spingere Shari in un vicolo, seguendolo un attimo prima di essere visto da un gruppetto di uomini armati e disumanizzati dal desiderio di sangue che pulsava nei loro volti, deformati dall'adrenalina e dalla crudeltà.
Shari scivolò a terra e Shill si accovacciò al suo fianco, posandogli una mano sulla bocca per soffocare i singhiozzi del troppo sensibile fratello...
Era in pena soprattutto per lui, il giovane erede... se fossero sopravvissuti, l'emotivo Shari avrebbe superato difficilmente i terribili ricordi di quel giorno.
L'orda selvaggia passò senza scorgerli e un irreale silenzio si posò laddove un attimo prima si era scatenato l'inferno, quello stesso inferno che ora, era sicuramente giunto a seminare distruzione in un'altra zona della loro amata città.
Con cautela, Shill liberò la bocca del fratello il quale, tuttavia, non singhiozzava più; si era abbandonato ad un silenzio angosciato. Shill lo spronò ad alzarsi: "Dai... vediamo di ritrovare i nostri genitori..."
Uscirono dal vicolo, scrutando mestamente intorno, in quelle che solo fino a poche ore prima, erano state strade floride e ridenti.
"Perché ?" gemette Shari con un respiro penoso "Perché è accaduto tutto questo? Il nostro paese... non ha mai dato fastidio a nessuno..."
"Ma la serenità del nostro popolo, la ricchezza con la quale lo sostentavamo, erano fonte di invidia e brama da parte di molti !"
"Io... non capisco come ragiona la razza umana... non capisco questo desiderio di distruggere la felicità..."
Shill lo guardò tristemente; non aveva il coraggio di rispondere nulla, il suo fratellino era semplicemente disarmante e terribilmente saggio nella sua candida ingenuità.
"Restami vicino" si limitò a dire incamminandosi per le vie devastate alla ricerca dei sovrani.
Gli occhi grandi e tremolanti di Shari si erano intanto posati sul corpo senza vita di Krall, disteso su un fianco in una posa grottesca, sul volto la smorfia spaventosa della morte improvvisa e violenta. 
Shill costrinse lo sguardo del fratello a cambiare direzione, mentre il suo cuore tremava all'idea che i genitori fossero stati trascinati dalla folla nel mezzo di qualche altra mischia.
Un improvviso urlo isolato si levò nello spettrale silenzio di quella che si stava trasformando in una città fantasma.
"Madre !" esclamò Shari.
"Sì! Era lei !"
Al primo grido ne seguì un secondo, poi un altro ancora e ad essi si accompagnarono ben presto quelli del re e altre voci, più selvagge, soffocarono entrambe quelle dei sovrani.
Bastarono pochi passi e l'incubo colpì gli occhi dei ragazzi, peggio di qualsiasi pugnalata: la regina, gli abiti a brandelli, si agitava convulsamente sotto il corpo, nudo dall'addome in giù, di uno di quei barbari giganteschi. Il re cercava di raggiungerla, battendosi come un ossesso contro chi lo ostacolava...
Shari si immobilizzò, portandosi le mani alla bocca, spalancando gli occhi sconvolti, mentre Shill, più razionale, accecato dalla rabbia, si gettava in avanti.
In quel momento, entrambi i genitori li scorsero.
"Andate via !" urlò il re "Scappate! Non potete fare niente qui !"
La dignitosa regina dimenticò totalmente la propria tragedia: "Shill! Pensa a tuo fratello! Non farlo stare qui! Salvalo! Salvatevi !"
E sotto gli sguardi dei ragazzi, si svolse l'atto finale della scena che li avrebbe segnati per sempre: una lama raggiunse il petto del sovrano, il quale cadde a terra sbarrando gli occhi, la bocca spalancata per emettere un gemito che non fece in tempo ad uscire; L'uomo che torreggiava sulla regina portò a termine il suo scempio, sguainando il coltello e tracciando un taglio netto sulla gola della donna.
Nella mente confusa di Shill risuonavano le ultime parole della madre: "Pensa a tuo fratello... salvalo... pensa a tuo fratello..."
Il suo cuore gridava vendetta per quello a cui aveva appena assistito ma ancora più impellente, più viva era la voce che gli diceva di mettere al sicuro Shari.
Il principe più giovane, intanto, era ancora immobile, lo sguardo fisso e perso. Shill lo prese per mano e, quasi facendolo cadere, lo obbligò a mettersi a correre ; non c'era tempo da perdere : gli assassini dei loro genitori li avevano visti e mentre fuggivano, Shill udiva le loro voci, più minacciose del ruggito di belve affamate: "Sono i principi ! Prendete i principini che ora ci divertiremo anche con loro !"



 
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