Questa è la prima fic che ho scritto, cinque anni fa credo, prometto di postare solo questa e lo faccio per un semplice motivo: in questa fic sono raccolte tra le più belle poesie d’amore, almeno per me, di Shakespeare e visto che la fic extra di Come divenni uomo non mi è venuta un granché dolce per un giorno speciale come San Valentino, ho tirato fuori dall’armadio questo vecchio scheletro. L’ho un po’ cambiata perché se adesso fa schifo prima faceva veramente pena… ma se la fic fa schifo almeno leggete le poesie che meritano davvero. I personaggi sono di Inoue sensei, le poesie sono di Shakespeare e la frase con l’asterisco fa parte del film “La Vita è Bella”  di Benigni (e già ho fregato anche quella). Le poesie non l’ho scritte riferendosi al maschile perché non ho voluto rovinare il suono poetico. La rima dell’ultima poesia con due asterischi in realtà era “Non ho mai scritto” ma per licenza poetica l’ho cambiato in “Non ho mai vissuto”. L’ultima poesia la dedico a Massimiliano. Lunghi giorni e piacevoli notti… ops >_< qui sto su SD mica sulla Torre Nera… Ah quando ho scritto questa cosa il mio nick era diverso…

 


 


 

 

Shakespeare in Life

 

di Mia

 



 

Pov Rukawa

 

Finalmente soli… nella palestra pesa il silenzio del mio imbarazzo e della sua indifferenza. E’arrivato il momento di rivelare i miei sentimenti, anche se c’è gente che dubita che io possa averli, spero con tutto me stesso che lui non sia tra questi. Ho aspettato molto per dichiararmi, ora che sono sul punto di farlo non so come cominciare il discorso, forse temo la sua risposta e non faccio altro che trovare una scusa per rimandare. Ma oggi sono deciso a chiudere questa faccenda nel bene o nel male. 

- Sakuragi devo parlarti… – Sento la mia voce che trema come non ha mai fatto ma credo che all’esterno non si capisca, almeno spero.

- Beh kitsune che aspetti? Se non parli come faccio a sapere quello che mi devi dire?– Ma quanto diavolo sono stato a fissarlo?! Ora faccio un respiro e glielo dico tutto d’un fiato, tipo kamikaze, e poi incrocio le dita.

- Do’hao…– Comincio bene gli sto per dichiarare il mio amore e lo chiamo idiota, ma sarò io l’idiota?– Sono innamorato di te…– Tutta la mia vita ora dipende dalla risposta che sapranno darmi quelle sue labbra così invitanti, chiudo gli occhi per non vederle. 

 

 

Q

uelle labbra che Amor creò con le sue mani

bisbigliarono un suono che diceva “Io odio”

a me, che per amor suo languivo:

ma quando ella avvertì il mio penoso stato,

subito nel suo cuore scese la pietà

a rimproverar la lingua che sempre dolce

soleva esprimersi nel dar miti condanne;

e le insegnò a parlarmi in altro modo,

“Io odio” ella emendò con un finale,

che le seguì come un sereno giorno

segue la notte che, simile a un demonio,

dal cielo azzurro sprofonda nell’inferno.

Dalle parole “Io odio” ella scacciò ogni odio

e mi salvò la vita dicendomi “non te”.   

                          

- Io odio…– Dice queste parole con leggerezza come se stesse parlando del tempo mentre io mi sento morire. Il mio cuore urla di dolore mi prega di farlo a pezzi per non sentire più quest'angoscia che lo sta torturando.

- Io odio…– Mi ripete come se volesse farmi impazzire, gli faccio tanto schifo da volermi annientare? Questa volta me lo dice con un tono diverso ma che io ormai distrutto non riesco a decifrare, forse è pietà ma io non voglio niente da lui se non posso avere lui stesso. Sto per allontanarmi ma mi trattiene un braccio, cosa vuole, umiliarmi ancora? Mi vuole vedere piangere come una femminuccia? Non gli darò questa soddisfazione, la mia maschera nonostante tutto è rimasta al suo posto.

- Io odio…– Mi sussurra con gentilezza e dolcezza, a questo punto non capisco più niente e per la prima volta la mia maschera deve essersi infranta perché vedo Hana che mi sorride teneramente…

– Ma non te kitsune, odio essere trascurato, odio essere respinto nei miei momenti di super romanticismo, odio che qualcuno adocchi il mio compagno o che quest’ultimo faccia gli occhi dolci a qualcun altro che non sia io ma soprattutto odio stare lontano dalla persona che amo. Se non l’hai ancora capito stupida kitsune ti sto dicendo quello che odio perché tu sappia cosa non sopporto e cosa mi aspetto dalla persona che amo, e se non hai ancora compreso quello che voglio dirti non mi rimane altro che sillabare ogni mia parola, T-I   A-M-O  S-T-U-P-I-D-I-S-S-I-M-A  K-I-T-S-U-N-E!!! Ce ne hai messo di tempo per dichiararti, ormai quasi non ci speravo più!-. Me lo dice con un sorriso a trentasei denti e io non so se spaccargli la faccia per lo spavento che mi ha fatto prendere, o abbracciarlo e baciarlo per la felicità. Si sa che l’istinto prevale sulla ragione e allora mi ritrovo avvinghiato a lui a baciarlo e ad accarezzarlo come ho sempre sognato di fare e scopro che la sua pelle è morbida calda e profumata come me l’ero immaginata; già penso che non potrò più fare a meno di questa sensazione. Quando ci stacchiamo il mio cervello riconnette e mi ricorda che vuole vendetta per quello che ho passato in quei secondi in cui ho creduto di morire. Lo guardo negli occhi e forse lui si aspetta che io lo baci di nuovo visto che non tenta nemmeno di evitare il mio pugno. Finisce a terra ancora incapace di reagire per la sorpresa, allora ne approfitto per spiegargli alcune cosette:

- Ora è il mio turno di dire cosa odio do’hao. Odio parlare inutilmente, odio perdere tempo, odio le persone superficiali, odio fare cose sdolcinate in pubblico ma soprattutto odio le frasi a doppio senso lasciate in sospeso da un idiota sadico a cui non importa se schiatto di crepa cuore, e se non l’hai ancora capito ti ho dato quel pugno per spiegartelo meglio!- Ma perché cavolo sto perdendo tempo, quando potrei stringermelo tra le braccia e baciarlo fino a quando il fiato me lo permette??? Beh a questo posso rimediare subito!

 

C

onsunto da fatica, corro presto a letto
caro ristoro al corpo distrutto dal cammino;
ma allor nella mia testa s'apre un'altra via
a stancar la mente or che il mio corpo ha tregua.
Svelti i miei pensieri da lontano ove dimoro
volgono in fervido pellegrinaggio a te
e tengono spalancate le mie palpebre pesanti
scrutanti quelle tenebre che il cieco sol conosce:
ma ecco che la vista immaginaria del mio cuore
presenta la tua ombra al mio sguardo senza luce,
che, simile a diamante sospeso nel buio più nero,
fa la cupa notte bella e il suo vecchio volto nuovo.
Così di giorno il corpo, di notte la mia mente
per colpa tua e mia non trovano mai pace.

 

Sono talmente stanco che non ho neanche la forza di farmi una doccia, meglio avrò addosso l’odore di Hanamichi sulla mia pelle a farmi dolce compagnia… mi metto in pigiama e poi a letto pronto ad addormentarmi per riprendermi dalla sfiancante giornata trascorsa,. Ma appena appoggio la testa sul cuscino magicamente tutta la stanchezza passa e la mia mente ripercorre ciò che è successo mentre con gli occhi aperti cerco di abituarmi all'oscurità. Con il cuore e la mente vedo la sua figura luminosa che si presenta ai miei occhi ciechi, rimango senza fiato per il contrasto che c’è tra l’oscurità della notte e la sua vitalità di fuoco che riesce ad emanare con il solo semplice fatto di esistere. Grazie a lui anche la notte più cupa può diventare bellissima, non è più metafora di morte ma di rinascita verso un nuovo giorno d’amore. Non solo è riuscito a cambiare la notte, ma ha fatto lo stesso a me che piano piano sto abbandonando la maschera per mostrargli il mio vero io. Il pensiero di lui non riesce a farmi prendere sonno, così già al corpo stanco dalle fatiche della giornata si aggiunge la stanchezza notturna della mente che richiama la sua immagine con urgenza come se da questo dipendesse la sua sopravvivenza. ‘Ti rendi conto delle cose che mi fai pensare do’hao?’ Perdo la speranza di dormire, decido quindi di riassaporare attimo per attimo i momenti trascorsi insieme dalla prima volta che l’ho visto fino al dolcissimo bacio che ci siamo dati prima di dividerci. Arrivo alla conclusione più ovvia: non potevamo che finire insieme perché è evidente che il destino ci ha legato fin dall’inizio facendoci provare quel sentimento così ambiguo chiamato odio. A questo pensiero sorrido e finalmente ritrovo la voglia di dormire e mentre sto per addormentarmi prego Kami per farmi sognare l’unico in grado di rallegrare i sogni così come le mie giornate… Kami non ha ascoltato la mia preghiera, ho sognato è vero ma non come avrei voluto io. Ho sognato che Hanamichi mi lasciava e io non potevo fare nulla per impedirlo perché io stesso ne ero la causa. Mi sveglio di soprassalto, guardo l’orologio, è ancora maledettamente presto, so già che non prenderò più sonno. Non mi rimane altro che pensare a quanto ho sognato e chiedermi se accadrà mai per davvero, e cosa potrò fare in quel momento per evitare il suo disprezzo e la mia pazzia:   

 

Q

uando avrai deciso di non stimarmi più
Ed esporrai i miei meriti al pubblico disprezzo,
contro me stesso combatterò al tuo fianco
e proverò che sei sincero pur sapendoti spergiuro.
Conoscendo a fondo ogni mia mancanza,
a tuo sostegno potrei portare a conoscenza
colpe nascoste di cui mi son macchiato,
affinché perdendomi tu possa averne gloria:
e in tal modo anch'io ne sarei gratificato:
perchè volgendo a te ogni mio pensiero d'amore,
le gravi accuse che imputerò a me stesso,
dando a te un vantaggio, doppio per me sarà.
Il mio amore è così grande, talmente ti appartengo,
che per la tua ragione sopporterò ogni torto.

 

Quando verrà il giorno in cui mi lascerà, perché succederà, io sarò lì ad aiutarlo ad elencare i miei difetti e i miei sbagli, mi descriverò come un bastardo anche se con lui non lo sarò mai stato. Potrei fare un elenco di tutte le colpe di cui mi sono macchiato cosicché lui non abbia nessun senso di colpa nel lasciarmi che possa contaminare la sua felicità e, facendolo felice, farei felice me stesso. Ogni mio pensiero d’amore nei suoi confronti apparirà più intenso e vero che mai, si accorgerà così quanto grande è il mio amore e quanto io gli appartenga e che per il suo amore sarei disposto a sopportare qualsiasi pena, ma mai il suo disprezzo.

 

P

er quel giorno, se mai verrà quel giorno,
in cui ti vedrò accigliare ad ogni mio difetto,
e chiuderà il tuo amore il suo conto estremo
spinto a tal giudizio da sagge riflessioni:
per quel giorno in cui m'incontrerai da estraneo
senza volgere al mio viso il sole dei tuoi occhi,
e l'amor, mutato da quel era un tempo,
troverà ragioni di una certa gravità:
per quel giorno, dovrò cercare asilo
dentro la coscienza dei miei soli meriti,
e alzerò davanti a me questa mia mano
per parare quanto addurrai a tua ragione.
Per lasciar me miserabile tu hai la forza delle leggi
mentre io d'esser amato non posso vantar diritti.

 

Se mai arriverà quel giorno in cui non sopporterà più nessun mio difetto e smetterà di amarmi, quando m'incontrerà mi tratterà come un semplice estraneo, senza volgermi più il suo dolce sguardo, e io nei suoi occhi non leggerò più nessuna traccia d’amore sostituito dall’astio causato da chissà quale motivo, per quel giorno allora esaminerò la mia coscienza per farmi una ragione del suo abbandono. Scoprirò allora, che avrà tutti i diritti del mondo per volermi lasciare mentre io non posso certo costringere nessuno a voler amare un miserabile come me, e sicuramente non lo farò con lui perché per lui voglio il meglio che il mondo possa offrirgli ed evidentemente lui non mi considera tale. Tutto il mio entusiasmo per il futuro si è andato scemando, mi sento più insicuro che mai. Non so più se faccio bene a lasciarmi andare con Hana, se tra noi due dovesse finire e io ne fossi pienamente coinvolto non so se riuscirei a sopravvivere al distacco. Forse è meglio farla finita subito, prima di toccare il cielo con un dito per poi ritrovarmi nei gironi dell’inferno. Al solo pensiero mi fa male il cuore, mi pare assurda l’idea di doverlo lasciare e non so dove troverò il coraggio per farlo. Il mio corpo grida di dolore ed è già il momento di alzarsi e affrontare la giornata più brutta della mia vita.    

 

Pov Hanamichi

 

Stamattina comincia la nuova vita del genio con la kitsune. Sono arrivato prima a scuola proprio per vedere il mio amore ma so già che arriverà in ritardo. Stanotte per l’emozione non ho chiuso occhio, immaginando la vita che ci aspetta e la felicità che da essa potrà derivare. Finalmente lo vedo sfrecciare con la sua bicicletta nel cortile e corro per cercare di raggiungerlo. Ho talmente tanta voglia di baciarlo che travolgo le persone che mi si parano davanti, arrivo davanti a lui e aspetto che metta il lucchetto alla bici. Finalmente si volta:

- Buongiorno kitsune, dormito bene?- Beh in effetti non ha un bel colorito.

- Hn buongiorno do’hao, scusa ma ho un compito in classe.– Al suo tono di voce mi si è gelato il cuore. Non mi aspettavo di certo che mi saltasse addosso davanti a tutti ma di certo neanche questa sua freddezza che non mi ha riservato neanche quando non stavamo insieme. Forse non ha dormito bene e quindi gli gira male, poco male tenterò un altro slancio amoroso nella pausa pranzo. Le ore non passano mai, non faccio altro che pensare al suo strano comportamento, mentre le spiegazioni dei prof non riescono neanche a scalfire il manto dei miei pensieri. Finalmente sento la campanella suonare e senza aspettare che il prof smetta di spiegare mi fiondo verso il terrazzo dove so che lo troverò. Che amara delusione in terrazzo non c’è nessuno, il solo pensiero di dover ancora aspettare per vederlo mi getta nel panico, non mi rimane altro che setacciare l’intera scuola per trovarlo. Purtroppo sento la campanella suonare e non ho più tempo ma mentre sto per andare nella mia classe lo scorgo che sta per entrare nella sua e allora lo chiamo forse con un po’ troppa energia, visto che tutti si girano a guardarmi. Ma a me non interessano gli sguardi di questi idioti m'interessa solo di incatenare il mio sguardo al suo, e quando lo faccio il mio cuore si contrae perdendo un battito. Quello che vedo non è lo stesso Rukawa di ieri, non è possibile, non c’è nessuna traccia di dolcezza e di amore nel suo sguardo ma solo gelida indifferenza. Non mi degna di una parola, dolce o amara che sia, lo vedo rientrare in classe… il mondo mi sta crollando addosso. Ritorno nella mia classe, camminando come uno zombie che non ha più nessuna anima e volontà. Sono seduto al mio banco, incapace di capire cosa è successo, dove ho sbagliato per meritarmi un tale atteggiamento. Le lezioni finiscono e finalmente ho l’occasione di vederlo e parlargli visto che è costretto ad andare agli allenamenti. Lo vedo negli spogliatoi dove ci sono anche tutti gli altri che mi salutano, mentre lui non mi degna di un solo sguardo. Sento la rabbia ribollire ma cerco di darmi un contegno dicendomi che affronterò il discorso alla fine degli allenamenti, non voglio che gli altri vengano a conoscenza dei fatti nostri. Gli allenamenti sono finiti, sta per andarsene, ma io non glielo permetto non prima di aver ricevuto qualche spiegazione.

- Non te ne andare che ti devo parlare.– Gliel’ho dico con il tono più freddo che ho ma temo che la mia voce sia tremata ugualmente e mi sento morire mentre lui sussurra il suo solito hn. Ora che siamo soli il mio coraggio e la mia strafottenza sono spariti, ma mi basta ripensare al suo atteggiamento per ritornare lucido, prendo fiato e parlo:                     

 

S

ii saggia quanto sei crudele, non pressar
la mia muta pazienza col tuo continuo sdegno
affinché il dolore non mi presti verbo e dica
il perché della mia amara pena.
Se potessi insegnarti un po' d'acume, ti converrebbe
amore, dirmi che mi ami, anche se non vero;
come a malati tremanti ormai prossimi alla fine,
vengon dette dai medici sol parole di speranza.
Perché se disperassi, senz'altro impazzirei
e nelle mia follia di te potrei dir male;
questo deviato mondo è oggi così perverso
che i più pazzi maldicenti trovan sempre ascolto.
Perché io non sia creduto, né tu sia calunniata,
ferma il tuo sguardo pur se il tuo cuore assente.

 

- Kaede non credevo che tu fossi così crudele, ma dovresti stare più attento a giocare con la mia pazienza, il dolore che mi provochi potrebbe annebbiarmi la mente e potrei dire o fare cose di cui poi ci potremmo pentire entrambi. Se fossi più intelligente capiresti che faresti meglio a dimostrarmi un po’ più d’affetto, anche se non lo provi, proprio come fanno i medici con i loro malati terminali dicendogli solo parole di speranza, perché vedi io potrei impazzire dal dolore di perderti e nella mia follia potrei coinvolgere involontariamente anche te. Questo mondo è talmente marcio da dare ascolto più ai pazzi che alle persone per bene e allora io potrei inventarmi cose sul tuo conto che potrebbero distruggere la tua fottutissima fama. Quindi evita di farmi impazzire ed evita le conseguenze ad esso connesse, guardami negli occhi e dimmi che mi ami ancora anche se il cuore ti chiede di non mentire. Sei stato tu a dichiararti a me e se non è vero che mi ami perché lo hai fatto? Forse per prenderti gioco di me?- Rimango in silenzio e tremante aspetto una sua risposta.

- Sbagli io ti amo veramente, ma credo che tu non mi contraccambi con la stessa intensità e per questo forse è meglio farla finita adesso che tra qualche tempo quando ti stuferai di me mentre io invece mi legherò sempre più a te. Non riuscirei a sopportare un simile dolore, quindi non tiriamola per le lunghe, mettiamo via ogni ipocrisia e facciamo quel che dobbiamo fare-. Di tutte le risposte che poteva darmi questa è la più assurda che io potessi immaginarmi. Non riesco a trattenermi senza accorgermene piango lacrime amare di rabbia, di tristezza ma anche di leggero sollievo. Ho l’ambigua voglia di prenderlo a pugni ma anche di baciarlo per rassicurarlo sui miei sentimenti. Poi la rabbia prende il sopravvento sulla ragione e passo all’attacco:

 

O

 crudele, come puoi dire che tanto t'amo
se sempre a mio sfavore prendo le tue parti?
Non penso forse a te, o tiranna ingrata,
quando per causa tua dimentico me stesso?
Chiamo forse amico qualcuno che ti odia
o lusingo forse chi tu guardi con disdegno?
No, se il tuo sguardo mi minaccia, non volgo forse a me
quel desiderio di vendetta con sùbiti lamenti?
Quale merito potrei trovare in me
tanto superbo da disdegnare di servirti,
quando il meglio di me stesso adora le tue miserie
solo dominato da un cenno dei tuoi occhi?
Ma odia sempre, amore, ora conosco il tuo pensiero:
tu ami chi può vederti, ed io sono cieco.

 

- Come puoi essere così cinico nei miei confronti? Lo sai che sacrificherei la mia vita per salvare la tua? Da quando ti conosco non faccio altro che pensare a te trascurando me stesso e chi mi circonda. Odio chiunque ti mostri il suo disprezzo e sdegno qualsiasi persona che si meriti il tuo disprezzo. Ogni volta che ti vedevo giù, ho fatto sempre in modo di farti sfogare con delle risse che per me ormai erano senza senso. Per dimostrarti quanto io ti possa amare basta il fatto che mi sciolgo anche a un solo tuo cenno degli occhi, sarei disposto a vivere solo di questo se sapessi che quello sarebbe il massimo del tuo affetto. Ho capito, tu non riesci ad amarmi perché hai paura del futuro ma purtroppo su questo non posso darti certezze neanche io che per te sarei disposto a fare qualsiasi cosa. Se vuoi lasciarmi per questo allora fallo, ma ti avverto non osare più avvicinarti a me, neanche con lo sguardo, io non sopporto i vigliacchi, e se tu ora mi lasci giuro che tramuterò tutto l’amore che provo per te in odio e te lo dimostrerò ogni volta che mi si presenterà l’occasione-. Ho concluso il discorso più difficile della mia vita, e ora con il respiro affannato e con le lacrime agli occhi non mi rimane altro che aspettare la sua risposta, se una risposta ci sarà o se questa invece sarà la fine di una storia che non ha avuto neanche il tempo di sbocciare e fiorire.

 

Pov Rukawa

 

Non posso crederci, sta mettendo in dubbio ciò che provo per lui… Non ero io quello che aveva bisogno di rassicurazioni? Non può pensare che io non lo ami, sopporto qualsiasi insulto ma non questo: 

 

N

o, non dire mai che il mio cuore è stato falso
Anche se l'assenza sembrò ridurre la mia fiamma;
come non è facil ch'io mi stacchi da me stesso,
così è della mia anima che vive nel tuo petto:
quello è il rifugio mio d'amore; se ho vagato
come chi viaggia, io di nuovo lì ritorno
fedelmente puntuale, non mutato dagli eventi,
tanto ch'io stesso porto acqua alle mie colpe.
Non credere mai, pur se in me regnassero
tutte le debolezze che insidiano la carne,
ch'io mi possa macchiare in modo tanto assurdo
da perdere per niente la somma dei tuoi pregi:
perché niente io chiamo questo immenso universo
tranne te, mia rosa; in esso tu sei il mio tutto

 

- Non dire mai che il mio non è vero amore perché sarebbe un peccato ben più grave della bestemmia. Anche se oggi sono stato freddo con te non vuol dire che io non ti amo, sarebbe come staccarmi dalla mia anima che ormai appartiene al tuo cuore e questo non sarebbe proprio possibile. Anche se mi sono comportato da bastardo, dentro mi sono sentito malissimo e mi sono sentito talmente in colpa da essermi sentito male. Non credere in nessun caso, che io possa smettere di amarti, perché tu per me sei il tutto, il mondo e l’universo, in te io trovo ciò di cui ho bisogno la forza, la gioia, l’amore e l’amicizia-. Me ne frego dei dubbi che cercano di strapparmi la felicità dalle braccia, mi fiondo su quello che è e sarà per sempre il mio ragazzo e lo bacio con più quanta passione riesco ad esprimere, cercando di dimostrargli quanto è grande il mio amore e che non sono disposto a lasciarlo andare per niente al mondo. Lo sento rilassarsi e rispondere al mio bacio e non c’è niente di più bello al mondo che stare abbracciati al proprio sogno e desiderio. Mi stacco da lui e gli sussurro all’orecchio:

 -Hana perdonarmi, sono stato un idiota ma per questo non ti devi scordare di quanto io ti amo, non mi mostrerò mai più vigliacco davanti ai tuoi occhi, imparerò a fidarmi di te e del tuo amore e come te sarò fiducioso sul fatto che ci aspetta un vita di felicità insieme e che se si presenteranno degli ostacoli noi li affronteremo insieme-. Sento Hanamichi sussultare tra le mie braccia, gli alzo il viso con un dito e mi rallegro quando vedo che le lacrime che sta versando non sono più di tristezza ma solo di gioia. Non posso che baciarlo nuovamente e pensare che grazie a questo do’hao testardo tocco nuovamente il cielo con un dito, e sono sicuro che continuando a stare con lui presto o tardi mi ritroverò a camminare addirittura in paradiso. Il bacio questa volta si fa più lungo, sento la mano titubante di Hana accarezzarmi, prima attraverso la maglietta e poi a pelle, la schiena e il petto e all’improvviso mi sento avvampare. Il mondo sembra andare a mille senza darmi il tempo di raccogliere i pensieri e razionalizzare ciò che questo do’hao riesce a trasmettermi tramite una semplice carezza. La temperatura si fa insopportabilmente calda ma inspiegabilmente il mio corpo è attraversato da brividi che mi fanno accapponare la pelle. Due parole mi attraversano la mente assiduamente, di più di più di più. Il mio corpo concorda pienamente e senza pensarci diminuisco le distanze che ci separano. Sento il bisogno di sentirlo vicino, come se fossimo una cosa sola e dai suoi baci e dalle sue carezze che si sono fatte più audaci, capisco che per lui è lo stesso. Lentamente si allontana da me, e il senso di vuoto e la delusione che provo in questo momento è talmente grande che quando vedo il suo sguardo perso nel vuoto e la sua immobilità, non posso fare ameno di dirgli in tono alterato:

- Beh do’hao che ti succede, ti sei imbambolato? A che cosa stai pensando così intensamente da voler smettere di baciarmi?- Pare risvegliarsi e nel suo sguardo leggo una certa confusione che non riesco proprio a capire e che mi fa bollire ancora di più il sangue nelle vene. Sto per dirgliene quattro, quando lui punta i suoi dolcissimi occhi color nocciola nei miei, vuol dirmi qualcosa di estremamente importante…

- Pensavo che ho una voglia di fare l’amore con te che non si può immaginare, ma questo non lo dirò mai a nessuno soprattutto a te, mi dovrebbero torturare per farmelo dire-. Riesce a farmi rimanere senza parole per la sua infinità innocenza che dimostra anche quando parla di cose che tanto innocenti non sono. Così decido di stare al suo gioco e gli domando:

- Dire cosa?-

- Che ho voglia di fare l’amore con te, non una volta sola ma tante tante volte ma a te non lo dirò mai, solo se diventassi scemo ti direi che farei l’amore con te anche qui in palestra adesso e per tutta la vita*-. La sua dichiarazione mi lascia senza fiato, mi sento imbarazzato e per cercare di spezzare la tensione mi invento qualcosa da dire:

- Ehi do’hao ma chi ti ha detto che io farò il passivo? Non hai pensato che ho voglia di farlo io l’attivo?-. La mia domanda deve averlo colpito ed affondato, è impallidito, non se l’aspettava proprio una cosa del genere. Per quanto è traumatizzato non riesce neanche a rispondermi, poi fa un bel respiro che gli ridona un po’ di colorito e mi dice:

- Veramente io non ho programmato niente, non so come spiegarti, ma vedi ho sempre ho avuto la sensazione che sarebbe stato così. Ma se tu non vuoi possiamo invertire i ruoli per me l’importante è stare insieme-. Non so come Hana riesca ad esprimere queste belle parole quando poi gli si legge in faccia quello che pensa veramente, cioè che ha il terrore di fare il passivo. Però è confortante sapere che lui sia disposto a rinunciare al suo ruolo per far felice me. Credo di averlo stuzzicato anche troppo ed è meglio farla finita prima che crolli del tutto.

- Che aspetti do’hao che ti prenda in braccio e ti porti a casa mia con la carrozza del principe azzurro?- Mi guarda con espressione terrorizzata e non so come non gli sbotto a ridere in faccia – Ah dimenticavo, la tua sensazione era più che giusta.– Questa è la volta buona che mi fa fuori, lo vedo irrigidirsi e farsi tutto rosso e io non posso neanche dargli torto.

- KITSUNEEEE! Come ti sei permesso di prendermi in giro!!! Lo sai che mi hai fatto venire un colpo, ci tieni tanto ad uccidermi?- Si getta al mio inseguimento ed io per evitarlo agisco con astuzia…

– Ehi do’hao hai tanta voglia di perdere tempo per farmi la pelle? O credi di volermi fare qualcosa di più creativo ed eccitante a casa mia?- La testa rossa finalmente si calma anche se il suo colorito si fa di un rosso ancora più intenso. Lo sento borbottare qualcosa che non comprendo. Poi con passo veloce mi sorpassa e con lo sguardo mi dice che possiamo andare. Annuisco soddisfatto, ho scoperto di avere un forte potere su Hana, ce l’ho adesso che non abbiamo ancora fatto niente figurarsi dopo! Non posso fare a meno di stuzzicarlo un’ultima volta.

- Do’hao com’è che ora vai così di fretta? Forse è la tua parte bassa che ha preso il sopravvento?-. È troppo bello prenderlo in giro, si infiamma per un non niente e si vergogna per ancora meno, ma almeno stavolta ha il coraggio di rispondermi.

– Non capisco come fai a dire certe cose kitsune! Con il tuo visino da angioletto in verità nascondi un diavolo! Ma proprio con un hentai dovevo finire!-. Come faccio ora a non rispondergli se mi leva le parole di bocca?

Do’hao ti ricordo che sei stato tu a cominciare il discorso sul sesso quindi non darmi dell’hentai perché tu sei molto peggio di me! Forse è per questo che siamo una coppia perfetta.- Vedo Hana bloccarsi, temo di aver esagerato questa volta. Ma poi mi accorgo che siamo arrivati a casa mia e capisco il suo comportamento, ora che è arrivato il grande momento mi sento nervoso anch’io. Intendiamoci non ho paura del sesso ma temo che qualcosa possa andare storto e invece io voglio che la nostra prima volta sia perfetta, e credo che Hana stia pensando la stessa cosa. Entriamo in casa, sento Hanamichi farsi sempre più nervoso, credo che se non faccio io la prima mossa rischiamo di mandare tutto a rotoli. Mi avvicino a lui l’abbraccio, l’accarezzo e lo bacio. Lui risponde al mio bacio ma poi si stacca da me, e come sempre io mi sento morire ogni volta che si allontana. Poi mi parla:

– Kaede io non so se sia il caso di farlo subito, il fatto è che io in queste cose sono una frana, non so che devo fare, che cosa dire. Sono un tale imbranato che ho paura di rovinare tutto. È la mia prima volta e non so come fare per evitare di farti del male e l’ultima cosa che voglio è farti soffrire.– Mi emoziona sentirlo parlare così, ma non per questo sono disposto a rinunciare. Spero di trovare il modo giusto per spiegarlo a questo testone:

- Hana se è questo il tuo problema ho trovato la soluzione. Che ne dice se mi faccio scopare da tutta la città? A quel punto dovrei essere talmente abituato a farlo da non dover sentire nessun dolore non credi?- Il suo pugno arriva inesorabilmente. Lo vedo infuriarsi ed è proprio quello che volevo:

- Brutto stronzo io mi sto preoccupando per te e tu te ne esci con ste cazzate?- Finalmente ho tutta la sua attenzione per spiegarmi meglio:

- Guarda che io ho solo interpretato quello che mi hai detto. Hai detto che visto siamo tutte e due vergini è inevitabile che io provi dolore. L’unica soluzione non è forse quella che uno di noi faccia esperienza? Guarda che è questo che uno capisce dal discorso che hai fatto! E poi chi ti ha chiesto di preoccuparti per me? Credo di essere abbastanza grande per decidere se voglio venire a letto con te! Non me ne frega niente se mi farà male; te ne sei sempre fregato quando mi prendevi a pugni e allora perché non te ne freghi anche adesso invece di metterti a fare da balia? E se non sai quello che devi fare usa la fantasia e l’istinto e di sicuro non potrai sbagliare! Hana ti prego dimostrami quanto mi ami, ti chiedo solo questo, così che potrò dimostrarti quanto ti amo io-. Forse è la prima volta che mi altero, ma per me è troppo importante che lui capisca che il dolore che proverò sarà niente in confronto al piacere che saprà darmi. Lo vedo finalmente tornare in sé ed io posso tornare a respirare.

- Hai ragione kitsune, ti chiedo scusa, dici che dovrei usare la fantasia eh? Ti pentirai di avermelo detto kitsune perché non puoi sapere quale idee poco pudiche mi passano per la testa! Dal tensai del basket passerò al tensai del sesso, vedi che ti combino volpe ah!ah!ah!- La mia risposta viene immancabilmente:

- Spero che sarai più bravo a letto che sul campo da basket do’hao, se no sai che delusione!- Il suo KITSUNE! Mi trapana le orecchie e per farlo smettere di sbraitare come un pazzo ricomincio quello che avevo iniziato a fare appena entrati in casa: lo abbraccio, lo accarezzo e lo bacio e finalmente lo sento più sciolto. La mia mano si intrufola nei suoi pantaloni e poi nei suoi boxer, comincio a palparlo fino a quando non sento la reazione sperata. Il suo membro si va risvegliando e compiaciuto gli dico:

- Niente male do’hao davvero niente male! Credo che stanotte ci sarà da divertirsi!-. Senza sapere come, ci ritroviamo nella mia camera. Siamo come due esseri perfettamente sincronizzati: io accarezzo lui, lui accarezza me, io abbraccio lui, lui abbraccia me, io bacio lui, lui bacia me, io spoglio lui, lui spoglia me. Con questo ritmo ci ritroviamo distesi sul letto nudi e già sfiancati. Mi porto sopra di lui, voglio divertirmi a fare l’attivo finché posso. Comincio così a baciarlo lungo l’incavo del collo mentre le mie mani si danno da fare sui suoi capezzoli rosa e perfetti. I suoi gemiti si fanno sempre più forti mano a mano che con la mia lingua mi avvicino al suo inguine. Il suo respiro dolce e caldo è per me un estasi maggiore di qualsiasi altra droga e per protrarre più a lungo l’agonia del mio amore, risalgo con la lingua il suo petto soffermandomi ancora sui suoi capezzoli facendoli passare da un rosa pallido ad una rosso più acceso. Lecco e succhio fino a quando non li sento indurire, mi compiaccio della mia opera quando sento indurire anche qualcos’altro. A questo punto ritorno a baciare la bocca del mio Hana mentre mi struscio facendo in modo di unire i nostri corpi. La sensazione che mi trasmette questo gesto è talmente forte da farmi mordere il cuscino per evitare di urlare. Contro voglia mi allontano leggermente dal suo corpo e con una mano palpo la sua virilità. Quando lo faccio Hana smette di respirare e quando la mia carezza si fa più audace non può fare a meno di sospirare e sento che la sua eccitazione si fa sempre più grossa. A questo punto mi chiedo se mi convenga ancora fare il passivo, non mi sarei mai immaginato che Hana avesse un cazzo così grosso! Credo che sentirò un po’ più del semplice dolore ma ormai ho deciso di farlo e non cambierò certo idea per una questione di grandezza. Continuo ad accarezzarlo e a baciarlo contemporaneamente fino a quando mi sembra arrivato il momento di concludere questa dolce tortura. Ripercorro il percorso iniziale con la lingua scendendo fino all’ombelico per poi tuffarmici dentro. Con un movimento lento e deciso entro ed esco da questa piccola fessura e credo che questa cosa faccia eccitare più me visto che richiama quello che mi capiterà fra un po’. Lascio incustodito l’ombelico per passare alla parte più gustosa. Prima di iniziare il nuovo giochino, guardo in viso il mio do’hao per stamparmi nella mente il suo viso e i suoi occhi appannati dalla passione, questo panorama per me è migliore di qualsiasi afrodisiaco. Mi abbasso sul suo pene cominciando prima a baciarlo e poi a leccarlo. Mi convinco a soddisfarlo pienamente e lo prendo in bocca, sento Hana tendersi contro di me per approfondire il contatto. Comincio a succhiarlo ad un ritmo sempre più veloce, mi accorgo appena delle sue mani fra i miei capelli che mi accarezzano e mi incitano ad andare più a fondo. Sento le grida di Hana farsi più alte e il suo corpo rabbrividire fino a quando arriva all’apice del suo orgasmo e lo sento sciogliersi dentro la mia bocca. Il suo sapore è così particolare da non saperlo definire ma lo desidero così ardentemente da non voler perdere neanche una sola goccia del suo prezioso seme. Dopo aver finito mi lecco le labbra e mi porto nuovamente sopra ad Hanamichi, trovandolo in uno stato di assoluta estasi. Lo invito a lasciarmi accedere alla sua bocca per fargli provare il suo stesso sapore. Mi stacco da lui per cercare di riprendere fiato e il controllo delle mie azioni, mi accorgo per la prima volta del dolore della mia eccitazione non ancora soddisfatta, cerco allora di rilassarmi per farmela passare e ne approfitto per chiedergli:

- Ti è piaciuto do’hao? Non male per un verginello come me eh?- Lui ancora distrutto dall’amplesso appena avuto, mi risponde con un filo di voce:

- Sei pazzo volpe se credi che mi beva il fatto che tu sia vergine! Mi hai fatto impazzire mentre mi facevi quelle cose e poi quel bacio che mi hai dato è stato talmente strano da avermi mandato in corto circuito!-

- Quel bacio non era nient’altro che l’unione del nostro amore ed era così buono perché è il tuo seme che ha un sapore niente male!- Dicendo questo mi lecco sensualmente le labbra, sperando che capisca cosa voglio e che mi liberi dal dolore che mi investe l’inguine. Per fortuna pare accorgersi del mio stato e con la sua profonda voce m dice:

- Beh allora è un’esperienza da provare, non credi? Stupida kitsune vedrai farò quello che tu hai fatto ma mooolto meglio!- Io felice della mia vicina liberazione gli rispondo strafottente:

 - Ci conto do’hao vedi di non deludere le mie aspettative!- Non faccio in tempo a finire la frase che non so come mi ritrovo sotto di lui. Ora è il suo momento di fare quella dolce tortura, e appena comincia a  baciarmi e a mordicchiarmi il collo non posso fare a meno di ansimare e sussurrare il suo nome. Mi fa un succhiotto e nonostante il piacere non posso fare a meno di maledirlo, come cavolo farò a spiegare un livido sul collo? Continua il suo tragitto senza tregua, punta la sua attenzione sul il mio petto. Mi mordicchia un capezzolo fino a farmi strillare ma non so neanche io se sto urlando dal dolore o dal piacere. Oltre a questo sento la sua mano stringersi sul mio membro e la sensazione che mi provoca il suo tocco è talmente ampia da bloccarmi il respiro e ogni tentativo di pensiero razionale. La mano comincia a pompare e mi pare di vedere le stelle, sto per venire quando il do’hao decide che non è ancora arrivato il momento di soddisfarmi. Con la lingua scende più in basso fino ad arrivare all’ombelico, gli riserva la stessa attenzione che io ho riservato al suo. Con le mani intanto mi palpa le natiche. La sua presa è talmente potente da farmi sfuggire un gridolino di sorpresa. Continua a leccarmi fino ad arrivare all’interno coscia evitando volontariamente ogni contatto con il mio membro che pulsa di dolore per il mancato orgasmo. Si decide a passare le mani sui miei testicoli accarezzandomeli con delicatezza e facendomi provare così un nuovo brivido di piacere. Lo vedo finalmente alzarsi e sorrido compiaciuto dal fatto che ora mi darà quello che voglio. Prende in bocca il mio membro e comincia a leccarlo come un lecca lecca se nonché quando arriva alla punta me lo mordicchia facendomi urlare tra dolore e intenso piacere. Lascia di nuovo l’opera incompiuta per dedicarsi a leccare i testicoli, e quando mi vede gemere più forte sorride soddisfatto per poi ritornare alla sua meta principale. Le mie mani premendogli gentilmente la testa lo aiutano a mandare più profondamente il mio pene nella sua lunghezza. Lui continua a baciare,a leccare e a mordicchiare mandandomi in estasi. Vedo la sua bocca aprirsi e chiudersi mentre il mio membro entrare ed uscire. Questa visione se possibile mi eccita maggiormente, sto per venire. Hanamichi sente il mio corpo sussultare allora aumenta il ritmo della sua lingua preparandosi a ricevermi. Il primo orgasmo della mia vita, non provocato da masturbazione ovviamente, arriva cogliendomi impreparato ed è talmente forte che mi lascia svuotato e senza energie. Il mio respiro fatica a tornare normale e non ho nemmeno il tempo di sospirare che Hana mi cattura le labbra con quel bacio sperimentato da me in precedenza e nuovamente il nostro sapore mi ubriaca i sensi. Dopo essersi staccato ed essersi leccato le labbra per raccogliere eventuali gocce di sperma sfuggitigli mi dice:

 - Kitsune hai proprio un bel colorito rosso aragosta, sei pronto per il gran finale bellezza?- Consapevole di non poter ancora parlare per l’orgasmo appena avuto annuisco lentamente. Hanamichi si sdraia su di me catturandomi le labbra con le sue. Allargo le gambe per farlo sistemare meglio, si mette seduto e con una mano mi alza la schiena. Abbassa la testa sulle mie cosce e comincia a baciarmi e a leccare, arriva alle natiche, mi da un morso che mi lascerà sicuramente il segno, fino a posare la lingua sulla fessura. La sensazione è talmente forte che il mio corpo si torce da solo. La sua lingua si tuffa in me in movimenti lenti e circolari, riesce a farmi eccitare di nuovo e sento di nuovo quel fastidioso dolore all’inguine, indice della mia insoddisfazione. Hana porta le sue lunghe dita verso la mia bocca e io non indugio a farle entrare. La mia lingua segue il ritmo della lingua del mio amante, lecco le sue dita per tutta la loro lunghezza e una volta arrivato ai polpastrelli li mordicchio dolcemente per sfogare la frustrazione del piacere che mi sta provocando il do’hao. Da quando abbiamo cominciato a fare l’amore questo è il primo momento in cui mi sento rilassato e il mio corpo che sembra allargarsi ne è la conferma. Sento la sua lingua entrare più in profondità e questo non fa altro che darmi altre scintille di folle piacere. La sua mano si allontana dalla mia bocca e mugolo per esprimere il mio disaccordo. Ora è la sua lingua ad allontanarsi dal mio sedere, stavolta non mi lamento perché ho capito che cosa ha intenzione di fare. Aspetto con impazienza, e quando il suo primo dito entra in me, esulto perché non provo dolore ma soltanto un leggero fastidio, ma soprattutto provo già un immenso piacere che mi spinge a muovermi contro quel desiderato estraneo. Hana comincia a muovere il dito contro le mie pareti cercando di dilatarmi il più possibile. Mi sento andare a fuoco solo per questo piccolo contatto, non posso immaginare cosa proverò quando dentro di me ci sarà qualcosa di più grosso di un semplice dito. Sentendomi a mio agio, Hanamichi mi penetra con un altro dito e a questo punto il dolore comincia a farsi sentire. Sopporto stoicamente fino a quando non sento riaffiorare quel piacere già provato che mi spinge a voler approfondire quel suo tocco. Il do’hao pare capirmi, così, come già fatto in precedenza, continua la sua opera di allargamento tastandomi e a muoversi al mio interno. Non ancora soddisfatto aggiunge un terzo dito e sento la prima vera esplosione di dolore che mi fa urlare. Ora quest’intrusione mi diventa quasi insopportabile, Hanamichi capisce dalla mia espressione la mia sofferenza e per farmi rilassare con la mano libera mi dà sollievo al mio membro mentre con le labbra mi bacia cercando di distrarmi dal dolore. Devo dire che ci riesce benissimo visto che vengo nuovamente nella sua mano e che il dolore ora si sta trasformando piano piano in piacere. Hana mi libera dalle dita per penetrarmi col suo pene. Il contatto che c’è tra la mia fessura e il suo membro è talmente inebriante che entrambi tratteniamo il respiro per ansimare il più forte possibile. Hana gentilmente mi allarga le natiche e con una spinta mi penetra a metà. Il dolore che provavo prima è niente in confronto a quello che sto provando adesso, scintille bianche mi appannano la vista, la gola mi brucia per le mie urla. Non riesco più a resistere e sto per far uscire l’intrusione di Hana, quando le sue mani mi bloccano le natiche. Io entro in panico, sono sicuro che se questo dolore non finirà al più presto impazzirò, con grande fatica cerco di puntare lo sguardo su Hanamichi pregandolo di lasciarmi andare. Il mio sguardo incontra la sua espressione dolce che con voce implorante mi chiede:

- Kaede permettimi di dimostrarti il mio amore, fidati di me amore mio, vedrai il dolore passerà cerca di resistere!- Mi devo essere proprio rincoglionito perché il solo sentirlo parlare mi assoggetta a qualsiasi sua decisione. Spero che Hana abbia ragione e che il dolore passi in fretta, nel frattempo cerco di alleviarlo stringendo nei pugni il lenzuolo e mordendo la sua spalla per evitare di urlare. Cerco di sistemarmi meglio e deve aver funzionato perché sento un calore inaspettato salire fino a invadermi il petto e poi l’intero sistema nervoso. Sto finalmente provando le prime gioie del sesso quando quello stronzo di Hanamichi mi penetra del tutto con una sola spinta. Ora non ci sono spalle che tengono e mi metto a urlare come non ho mai fatto in vita mia fino a quando non ho più voce e ne fiato per farlo. Incomincio a frignare come un bambino e credo di star ripetendo cazzo cazzo cazzo esci da me brutto coglione, forse in realtà è tutto nella mia mente. Il sangue scorre copioso tra le mie natiche e mi dico che come prima volta credo che sia anche l’ultima. Sento le sue labbra che mi asciugano le lacrime che non vogliono saperne di fermarsi e io non ho la forza per tirargli un pugno per fargli capire che deve stare alla larga da me dopo quello che mi sta facendo. Credo di non aver mai odiato nessuno come ora sto odiando lui. La sua voce lagnosa mi da il voltastomaco…

 - Kaede mi dispiace! Scusami ma non ce l’ho fatta a resistere. Sei così caldo, morbido ed accogliente… mi fai impazzire.– Non avendo la forza di rispondere a voce penso: brutto stronzo come cazzo fai a dire che sono così accogliente se sono più stretto di un anello mentre il tuo cazzo è grosso come una melanzana e mi stai spaccando in due? Sono allibito dal suo egoismo, mentre il dolore dopo aver raggiunto l’apice va via via scemando. Tornato in me mi accorgo che Hana è in uno stato pietoso quasi peggiore del mio. Vedo nella sua espressione che i sensi di colpa e la vergogna lo stanno logorando. Sta per uscire da me senza concludere, ma non glielo permetto stringendomi maggiormente a lui e ritrovando l’uso della parola gli dico:

- Sei un do’hao, si sa che gli idioti fanno cose da idioti e tu purtroppo sei il re degli idioti. Ora mica vorrai scappare senza ripagarmi del dolore che mi hai provocato vero? Pretendo di provare altrettanto piacere di quanto dolore mi hai fatto altrimenti non so se riuscirei a perdonarti.- Finito di dirgli questo mi avvicino alla sua bocca, movimento che mi costa un’altra fitta di dolore, e gli lecco sensualmente le labbra per poi sprofondare in un bacio in cui spero di trasmettere tutto il mio amore e la fiducia che ripongo in lui, anche se dentro di me mi dico ma chi diavolo me lo fa fare! Mi sdraio facendogli capire che sono pronto a riprendere. Finalmente il do’hao sembra risvegliarsi e mi fa uno di quei stupendi sorrisi che sono riservati solo a me, e a me basta questo per perdonargli qualunque cosa.

-Ti amo baka kitsune, non riesco a capire che cosa ti piaccia in me ma ti assicuro che d’ora in poi non ti pentirai più della tua scelta.- Come posso non rispondere a questa provocazione?

– Speriamo, perché fino adesso me ne pento ogni secondo che passa do’hao. Allora ti dai da fare o vogliamo rimanere a parlare per tutta la notte di quanto sei idiota?!- Il do’hao decide di passare direttamente ai fatti e con un sorriso sornione riprende a stuzzicarmi l’inguine e a muoversi dentro di me stavolta mooolto delicatamente facendomi provare per la prima volta quel piacere così completo da farmi toccare il paradiso. Pienamente appagato comincio a muovermi anch’io contro di lui, legando le gambe attorno alla sua vita e spingendo con le mani addosso al muro. Prendo il ritmo di stringermi quando lo sento uscire e di allargarmi quando lo sento rientrare per godere appieno dell’attrito che viene a crearsi tra il suo membro e la mia parte interna. Il do’hao aumenta, su mia richiesta, il volume e la forza delle sue spinte. Ciò che provo non è neanche più paragonabile al paradiso, ogni mio vuoto fisico e mentale è riempito da questa miscela di sensazioni, i miei sensi sembrano acutizzarsi, i miei e i suoi sospiri mi arrivano alle orecchie come urla, il suo odore mi attraversa le narici come il profumo di chissà quale pietanza, nella mia bocca riassaporo il dolce sapore del suo sperma, i miei occhi sembrano fotografare ogni singolo cambiamento dell’espressione del mio do’hao, le mani sembrano sentire il respiro di ogni suo poro della sua pelle accaldata, il mio interno sembra non averne mai abbastanza delle sue spinte ormai veloci e violente. L’orgasmo ci coglie abbracciati, l’estasi che proviamo non ci permette più di trattenere le urla di piacere. Sfiancato mi lascio andare sul cuscino trascinando dietro il suo peso visto che ancora non si è deciso ad uscire da me. Anche se questo prolungato contatto mi fa sentire bene, la sua mole al contrario mi sta schiacciando, non ho più alcuna forza per sorreggerlo mentre lui per la stanchezza è appoggiato a me a peso morto. Non sentendo nessun segno vitale da parte sua gli dico:

- Ehi do’hao mica ti sarai addormentato? Ti dispiace spostarti, mi stai spiaccicando non sei tanto leggero!- Contrariamente da quello che pensavo è sveglissimo e mi risponde:

- Mi dispiace eccome… Vorrei rimanere così per l’eternità, ma scommetto che a te non starebbe bene vero? Ma se proprio devo…- Lo sento uscire da me e provo due sentimenti contrastanti: il primo sollievo, visto che il dolore non è mai andato via del tutto, il secondo di abbandono e per riparare a questo abbraccio immediatamente il mio do’hao. Provo un’ultima fitta di dolore e non posso non fare una smorfia. Hana se ne accorge, e preoccupato mi accarezza il viso e mi chiede seriamente:

- Tutto bene Kaede? Ti chiedo nuovamente scusa, sono stato un animale, se vuoi picchiami pure, hai il mio permesso-. La sua preoccupazione e la sua dolcezza mi commuovono, ma la cosa che ha fatto è troppo grave per essere perdonata senza punirlo, quindi decido di provocarlo un po’:

- L’ho sempre detto che sei una scimmia selvatica, quindi per me non è una novità il fatto che tu sia una bestia! Non ti ammazzo di botte solo perché non mi è rimasto un minimo di energia, forse lo farò domani-. A questa conclusione lo vedo sussultare e la cosa mi fa alquanto piacere perché non voglio che creda di avermi sottomesso solo perché mi ha scopato, non gli deve passare neanche nell’anticamera del cervello! Faccio per alzarmi e andare a fare una doccia visto le mie disastrose condizioni, quando sento abbracciarmi dalle sue forti braccia:

- Dove vai?- Un po’ alterato dalla sua domanda gli rispondo:

- Dove credi che vada? A farmi una doccia ovviamente! Sono tutto impiastrato dal tuo sperma, dal mio e dal sangue! Per non metterci pure la saliva!-. Lui mi trattiene maggiormente e baciandomi il collo mi sussurra all’orecchio:

- Non andarti a lavare ti prego, profumi della fragranza dell’amore che c’è stato tra noi… Adoro quest’odore, mi ricorda che non è stato tutto un sogno, e che tu sei mio veramente e che non sei una mia allucinazione.- Lo interrompo bruscamente prima che mi faccia venire voglia di piangere dalla felicità:

- Va bene va bene ho capito non mi lavo. Tu però finiscila con ‘ste sdolcinerie! Non avrei mai creduto di dovermi addormentare conciato così!!!- Mi sdraio nuovamente affianco a lui con la testa appoggiata sulla sua spalla. Credo che la nuova missione del do’hao sia quella di non farmi dormire perché mi dice:

- Kitsune dovrai rifarti il guardaroba-. Non mi sta facendo una richiesta o una domanda ma lo sta semplicemente affermando, io non riesco a capire che cosa voglia dire:

- Hn?-

- Kitsune i tuoi pantaloni ti stanno troppo stretti è ora di fartene dei nuovi…- Io sono sempre più allibito.

- Ma che cavolo vai dicendo se mi fasciano perfettamente!- Lui sembra alterarsi e mi dice:

- Appunto, io che ho detto? Ti stanno stretti! Mica vorrai andare in giro in quel modo?! Sai l’attenzione che attiri su di te? Poi se ti vedo vestito così finirei per violentarti ogni volta che mi capiti davanti!-. Punto i miei occhi sui suoi per fargli capire meglio il concetto.

- Do’hao tu hai il permesso di toccarmi solo quando te lo dico io capito? Non so se si nota ma io non sono una ragazzina indifesa, quindi quando non mi sta bene una cosa te lo faccio capire a suon di pugni.- Sono veramente arrabbiato per quello che ha detto ma lui non pare ancora soddisfatto e continua:

- Kitsune ti devo dire un’altra cosa. Ho deciso che non andrai più in bicicletta.- Ma che cavolo gli ha preso? Mo perché non dovrei più andare in bicicletta? Lo guardo torvo e lui continua con la sua assurda spiegazione:

- Non è giusto che il sellino si prenda tutte queste confidenze con il tuo sedere!- Lo guardo come se fosse impazzito, decido di andare a farmi quella doccia prima di spaccargli la faccia e ucciderlo di botte. Sto per alzarmi quando lo sento ridere a crepapelle, mi volto a guardarlo per vederlo tutto rosso in viso con le lacrime che gli sgorgano per lo sforzo. Tra una risata e un’altra riesce a dirmi:

- Ehi baka stavo scherzando! È troppo bello prenderti in giro! Ah ah ah guarda che faccia!- Io gli rifilo un pugno più che meritato e gli rispondo:

- Prendimi in giro quanto vuoi perché questo è l’unico modo che ti rimarrà di prendermi-. Devo aver toccato il tasto giusto, lo vedo allarmarsi della mia possibile rappresaglia:

- Kitsune io stavo scherzando non è giusto che te la prenda tanto!- Io prontamente gli rispondo innocentemente:

- Beh anch’io stavo scherzando, mi sembra che tu te la sia presa più di me!-. Sorride tranquillo e finalmente mi risdraio sulla sua spalla. La mia mano accarezza il suo petto mentre la sua mi palpa ovviamente il sedere… hentai. Sto scivolando nel sonno e nel dormiveglia, sento le sue labbra schioccare un bacio tra i miei capelli e un ti amo sussurrato ad un soffio dal mio orecchio. Non posso fare a meno di sorridere, e finalmente mi addormento senza che mi passi un solo pensiero per la mente tranne la frase che vorrei dirgli ma che non ho la forza di dire cioè “anch’io ti amo do’hao”.  

 

Pov Hanamichi

 

La stanchezza ha preso il sopravvento sul mio corpo e senza accorgermene sono caduto in un sonno senza sogni. Ma ora che il mio corpo si è ristorato mi sento più sveglio che mai incapace di impedirmi di pensare a ciò che abbiamo fatto. Mentre mi passano in mente le immagini della bellissima notte appena trascorsa sento il bisogno impellente di guardarlo e toccarlo, sta ancora dormendo e quindi mi accontento di poter poggiare su di lui solo il mio sguardo. Il solo guardarlo scatena in me emozioni e desideri che non credevo possibili, mi rendo conto della fortuna che ho avuto ad averlo incontrato e poi ad averlo amato, so che sono l’uomo più fortunato del mondo e che nessuno ha nulla di più prezioso di quello che è capitato a me.

 

V

i è chi vanta la propria nascita, chi l'ingegno,
chi la ricchezza, chi la forza fisica,
chi il vestire alla moda anche stravagante,
chi vanta falchi e cani e chi i cavalli.
E ogni temperamento ha una sua tendenza innata
in cui trova una gioia superiore al resto;
ma queste piccolezze non s'addicon al mio metro:
io tutte le miglioro in un solo immenso bene.
Per me il tuo amore è meglio di nobile natali,
più ricco della ricchezza, più fiero dell'eleganza,
di maggior diletto dei falchi o dei cavalli
a avendo te, di ogni vanto umano io mi glorio:
sfortunato solo in questo, che tu puoi togliermi
ogni cosa e far di me l'essere più misero.

 

C’è chi si vanta della propria classe sociale, chi della propria intelligenza, chi della ricchezza, chi della forza fisica, chi di come si veste e chi di quanto possiede. Per me tutto ciò rappresenta ben poca cosa in confronto a ciò che ho io, un bene immenso che supera di gran lunga tutte le altre le cose. Parlo dell’amore che Kaede ripone in me che è ben più nobile di qualsiasi persona, più ricco di qualsiasi fortuna, più fiero dell’eleganza e più bello di tutte le cose materiali messe insieme. Avendo lui io mi posso vantare di avere qualsiasi cosa che un uomo possa desiderare, e forse proprio questo sarà la mia rovina perché solo lui puoi togliermi ogni cosa e far di me l’essere più infelice del mondo. Lo guardo mentre dorme pacificamente sul mio petto, non posso fare a meno di paragonarlo ad un angelo ma subito mi correggo perché la sua bellezza ha in sé sia la bellezza di un angelo che quella di un demone e allora non posso fare a meno di chiedermi:

 

Q

ual è la tua natura, di che mai sei fatto
per essere scortato da tante ombre estranee?
Ognuno riflette solo l'unica sua ombra
e tu puoi, da solo, prestarti a tante ombre.
Si descriva Adone ed il suo ritratto
misera imitazione diventa di te stesso;
si sommi al volto d'Elena ogni bellezza rara
ed ancora appari tu dipinto in vesti greche:
si parli di primavera e di copiose messi,
la prima non è che l'ombra della tua bellezza,
le altre sembran solo tuo generoso dono;
e in ogni felice forma noi ti rivediamo.
Ogni bellezza esterna ha di tuo qualcosa,
ma per animo costante nessun con te s'accorda

 

Qual è la vera natura della kitsune? Come può ogni minima parte del suo corpo rappresentare una diversa bellezza e nel suo intero essere manifesto di tanta magnificenza? Le mitiche bellezze di Adone e di Elena impallidiscono davanti al suo splendore; appare agli occhi di noi miseri mortali come la statua di un dio greco; oscura la freschezza della primavera con il suo profumo e la sua pelle; in confronto alle generose messi è il dono più prezioso che si possa desiderare. In lui c’è ogni bellezza della natura: i suoi occhi sono il cielo, le sue lacrime sono il mare, il suo cuore colmo di amore è il sole, i suoi capelli sono la notte, la sua pelle chiara fa impallidire la bellezza della luna piena, le sue labbra sono il dolce più buono che un uomo possa desiderare, la sua voce è la più bella melodia che il mio udito possa ascoltare. Nessuna cosa terrena è paragonabile a lui e io mi chiedo perché lui abbia deciso di stare con un tipo insignificante come me e ancora una volta mi sento inferiore ma non mi pesa, al contrario sono orgoglioso di avere un ragazzo speciale come lui. Vederlo dormire così tranquillamente mi ha fatto venire sonno, gli bacio delicatamente la fronte, ricado sul cuscino e già Morfeo mi strappa silenziosamente al mondo reale per portarmi in quello dei sogni. 

 

Pov Kaede

 

La pallida luce che entra dalla finestra riesce a svegliarmi, ma non riesco ad aprire gli occhi. Lo sforzo che faccio viene pienamente premiato da ciò che vedo: il mio rossino sta ancora dormendo e la sua espressione è talmente dolce e innocente che neanche un infante fa così tenerezza. Dopo tanto tempo la mia camera è impregnata di calore ed affetto umano e non so come fa ma da solo riesce a sprigionare una luce talmente intensa che i raggi del sole sembrano solo deboli candele al suo confronto. Sento di amarlo così intensamente da farmi mancare il respiro e la pace che sento nel mio cuore mi è così estranea che le lacrime minacciano di uscire. Come posso spiegare cosa è lui per me?

 

D

ovrei paragonarti ad un giorno d'estate?
Tu sei ben più raggiante e mite:
venti furiosi scuotono le tenere gemme di maggio
e il corso dell'estate ha vita troppo breve:
talvolta troppo cocente splende l'occhio del cielo
e spesso il suo volto d'oro si rabbuia
e ogni bello talvolta da beltà si stacca,
spoglio dal caso o dal mutevol corso di natura.
Ma la tua eterna estate non dovrà sfiorire
nè perdere possesso del bello che tu hai;
nè morte vantarsi che vaghi nella sua ombra,
perchè al tempo contrasterai la tua eternità:
finchè ci sarà un respiro od occhi per vedere
questi versi avranno luce e ti daranno vita.

 

Potrei paragonarlo ad un giorno d’estate? No è ben più splendente e mite di un giorno così capriccioso. Il mese di maggio con i suoi forti venti temerebbe il confronto con la sua impetuosità, giugno appare fin troppo breve per essere considerato, luglio è insopportabile per la sua calura, mentre agosto si prepara all’autunno con i suoi temporali rovinando così gli ultimi giorni estivi. La sua bellezza invece non subirà nessun tipo di mutazione, né il clima, né il tempo e neppure la morte potranno scalfire ciò che è dentro di lui. Io sarò qui a sostenerlo e a lodare la sua bellezza, finché i miei occhi avranno il pregio di guardarlo e la mia bocca avrà il dono della parola, affinché la sua bellezza grazie alle mie parole, brilli di luce propria e rimanga come una stella nell’eternità. Prendo nuovamente sonno, non prima di aver pregato l’entità che mi ha concesso questa felicità.

 

Pov Hanamichi

 

Mi sveglio nuovamente ma ora è mattina e Kaede dorme ancora. Decido di fargli una sorpresa, mi vesto il più velocemente possibile senza fare il minimo rumore. Mi ricordo che qui all’angolo c’è un negozio di fiori. Voglio che questa sia una mattina speciale per la kitsune e voglio che quando aprirà gli occhi sia circondato dal profumo e dal colore di tanti bellissimi fiori. Esco di casa e il fioraio si trova solo al di là della strada. Entro e subito una dolce fragranza mi circonda che mi ricorda un odore ancora più buono, il suo. Faccio una breve perlustrazione dei fiori presenti per scegliere i migliori. Ma sono deluso dalla merce esposta perché nessun fiore è paragonabile alla sua bellezza. 

 

C

osì ho rimproverato la violetta audace:
ladra soave, a chi rubasti quel dolce tuo profumo
se non al respiro del mio amore? Il purpureo orgoglio
che a color dimora sulla tua soffice corolla
è ovvio che l'hai presa dalle vene del mio amore.
Ho accusato il giglio di plagio della tua mano,
e dei tuoi capelli i fior di maggiorana;
le rose timorose si ergevan sulle spine,
una rosa di vergogna, l'altra di paura;
una terza, né rossa o bianca, entrambe avea rubato
e alla sua rapina aveva aggiunto il tuo respiro;
ma per quel furto, nel vigor della sua crescita,
vindice un verme la divorava a morte.
Altri fiori ho notato, ma non ne vidi uno
che non ti avesse tolto o il colore o il profumo.

 

Anche i fiori sono invidiosi di lui…  La viola per il suo profumo ha rubato il suo respiro, la sua tonalità rossastra è ovvia parente del suo sangue. Il colore del giglio è un evidente plagio della sua mano, mentre la consistenza dei fiori di maggiorana è la stessa dei suoi capelli corvini. E che dire delle rose che per difendersi dalla vergogna di avergli rubato il colore e la morbidezza delle sue labbra hanno eretto delle spine capaci di ferire? Per questo crimine saranno punite, appassiranno in pochi giorni mentre la sua bellezza rimarrà per sempre. Gli altri fiori presenti non sono certo da meno, ognuno nella loro particolarità hanno ripreso un frammento della sua bellezza e quindi non sono certo degni di vivere nella sua stessa stanza. E’ inutile regalargli dei fiori, perché è lui la loro ispirazione, lui racchiude in sé tutti i segreti della perfezione e sarebbe riduttivo paragonarlo ad un semplice vegetale quando è il centro della vita stessa. Scocciato per essere uscito inutilmente esco dal negozio non prima di aver fulminato con lo sguardo che uccide il colpevole proprietario, ma subito ritrovo il buonumore pensando che la cosa migliore che posso fare è quello di preparargli una buona colazione e portargliela a letto proprio. Apro il frigorifero e dentro trovo il minimo indispensabile per sopravvivere alla giornata, e solo da questo si può capire che Kaede abita da solo. Per fortuna trovo tutto quello di cui ho bisogno e finito di preparare ritorno di sopra. Disteso sul letto e ancora addormentato, la mia kitsune assomiglia proprio ad una creatura ultraterrena e come ho già fatto stanotte, mi siedo affianco a lui e lo studio come si potrebbe fare con una cartina geografica. La mia mente inizia a vagare su di lui:

 

T

ale sei per la mia mente quale il cibo per la vita,

O gli acquazzoni di primavera sono per la terra;

e per goderti in pace sostengo la stessa lotta

che conduce un avaro per accumular ricchezza.

Ora fiero del mio possesso, e subito dopo,

sospettoso che il tempo rubi il mio tesoro,

ora contando di star solo a te vicino

poi orgoglioso che il mondo veda il mio piacere.

Talvolta sazio soltanto del vederti

E subito dopo affamato di un’occhiata

Non possedendo o cercando altra dolcezza

Se non ciò che ho da te o da te posso avere.

Così ogni giorno soffro di fame e sazietà

Di tutto ingordo e d’ogni cosa privo.

 

Lui è per me come il pane è per la vita, come la pioggia è per la terra. Con lui mi sento come un avaro con la sua ricchezza. Temo che qualcuno me lo possa portare via e diffido persino del tempo che riesce a posare il suo sguardo su di lui. Mi sento talmente orgoglioso da voler dividere la mia felicità con il resto del mondo per poi voler desiderare in un secondo momento di voler restare solo con lui. Mi basta guardarlo per sentirmi pienamente soddisfatto ma a volte desidero talmente tanto che ricambi il mio sguardo da sentirmi male. Non desidero altro che lui, potrei vivere di solo amore se solo me lo chiedesse, forse morirei di fame ma io ne sarei comunque felice.

 

Pov Kaede

 

Al mio risveglio, mi sento a pezzi, ho i muscoli tutti intorpiditi, non mi sono mai sentito così stanco in vita mia. Trovo Hana seduto al mio fianco già vestito, sono curioso di sapere dov’è stato ma sono talmente frastornato che non riesco a mettere in fila una sola frase coerente, quindi rimango in silenzio a guardarlo. Sento il forte odore del caffé e finalmente mi accorgo della deliziosa colazione che mi ha portato. Sembra così contento per quello che ha fatto che non ho cuore di rimanere semplicemente in silenzio. Per la prima volta quindi gli offro il migliore dei miei sorrisi e spero che nei miei occhi possa leggere non solo felicità ma anche immensa gratitudine. Per un momento ho temuto che svenisse, visto il pallore e lo stupore che ha mostrato, poi all’improvviso è scoppiato in una di quelle sue fragorose risate che riescono sempre a mettermi di buon umore. Il do’hao (e c’è da stupirsi?) è il primo a rompere il silenzio:

- Pensavo che avrei impiegato più tempo a farti sorridere lo sai Kaede? Lo vedi che in fondo non sei un ghiacciolo umano come vuoi far credere? E poi come riprova c’è quello che abbiamo fatto stanotte e devo dire che eri tutt’altro che freddo…- Il do’hao appena si accorge di quello che ha detto diventa del colore dei suoi capelli, e abbassa lo sguardo per la vergogna. Per me la scena è talmente buffa che non riesco a rimanere serio per più di cinque secondi, e senza nessuna delicatezza gli sbotto a ridere in faccia. Forse si è offeso, vedo che il suo viso si è oscurato. Sto per sentirmi in colpa e chiedergli scusa, quando lui mi precede nuovamente dicendo:

- Kacchan non ti stuferai mai di me e continuerai ad amarmi nonostante tutti gli ostacoli che ci si presenteranno davanti vero? Sii sincero perché ora che ti ho avuto sia col corpo che con l’’anima, morirei se non rimarrai vicino a me fino al giorno del giudizio e oltre se mai ci sarà un altro oltre da vivere-. Rimango stupito da questa sua richiesta perché è la stessa domanda che mi sono fatto quando ho rischiato di perderlo. Rifletto su come rispondere, so che dalla mia risposta dipenderà il futuro del nostro rapporto. Ripenso ad una poesia che mia madre mi leggeva spesso prima di morire. Quella stessa poesia che mi ha evitato di impazzire per la sua prematura perdita. Mi sembra molto appropriata per l’occasione, per una volta decido di essere romantico, guardo Hanamichi con tutto l’amore che sento di provare per lui e con la mia voce più dolce gli sussurro: 

 

A

more non è amore se muta quando scopre un mutamento

O tende a svanire quando l’altro s’allontana

Oh no! Amore è un faro sempre fisso

Che sovrasta la tempesta e non vacilla mai

Amore non muta in poche ore o settimane

Ma impavido resiste al giorno estremo del giudizio,

se questo è errore e mi sarà provato,

Io non ho mai vissuto**, e nessuno ha mai amato.

 

 

Fine.

 

 

Buon San Valentino^^