Sfiorarsi
di Hymeko
Il Faraone scostò la bocca da quella dell’amante, tentando di respirare. Il letto sotto di loro gemeva leggermente, in sincrono con i loro movimenti.
Stava impazzendo…non riusciva a credere che davvero stesse accadendo. Non solo Yugi, alla fine, aveva ceduto alle sue suppliche (dopo aver fatto fare a entrambi un sacco di esami clinici), ma erano finalmente riusciti a imboscarsi in uno degli appartamenti della Kaiba, senza che nessuno li vedesse/seguisse/decidesse di rapirli.
Sì, perché era successo anche quello.
Con un colpo di reni, il sovrano invertì le posizioni, tornando sulla sua bocca e circondandogli il viso con le mani.
"…bellissimo"
mormorò, fra un gemito e l’altro.
"Hhmm"
mugugnò Kaiba, anche lui quasi più incredulo che eccitato. Il suo –infine ufficialmente- ragazzo fra le braccia, un appartamento vuoto e insonorizzato, nessuno che sapeva dove fossero, ma soprattutto…il telefono staccato e i cellulari spenti!
Lo avrebbe avuto, ce l’avrebbe fatta. Avrebbero passato una notte indimenticabile. Non come i tentativi precedenti.
‘Indimenticabili anche loro, in un certo senso’
si ritrovò a pensare, prima di mordersi la lingua.
Spostò le mani dalla schiena del ragazzo ai suoi fianchi, e lo tirò giù, accanto a lui. Si sarebbero semplicemente baciati, per un po’. Il lento esplorarsi delle bocche, i sospiri interminabili, le mani che si intrecciavano coi capelli.
Non avrebbero ripetuto gli stessi errori.
Era la quarta volta, che tentavano di passare una notte assieme. Di unirsi, insomma, in un unico, caldo essere vivente. Solo calore, e sentimento.
Riaprì gli occhi, trovandosi di fronte due specchi ametista. Ridevano.
"Stai pensando a quello che penso io?"
gli mormorò il Faraone sulle labbra, succhiando piano quello inferiore.
"…forse"
rispose il ragazzo dagli occhi blu, giocando con quelle inspiegabili ciocche che avrebbero dovuto esser capelli.
"Smettiamola allora"
Il Faraone lo tirò di nuovo su di sé, circondandogli la vita con le gambe. Sentiva l’eccitazione del presidente premergli contro l’inguine…quanto lo desiderava…e quelle mani che stavano iniziando a slacciargli i jeans…
"…non siamo mai arrivati così avanti, da quando stiamo assieme…"
Kaiba sorrise, vedendolo rabbrividire. Gliel’aveva soffiato nell’orecchio, leccandogli il lobo.
"…già"
Era proprio vero…la prima volta, un pomeriggio, ci avevano provato nel letto di Yugi, che aveva assicurato loro che la casa sarebbe rimasta vuota almeno fino a sera.
Peccato che quell’inutile lagna vestita sempre da battona, che non faceva che decantare le lodi dell’amicizia, avesse deciso di far un’improvvisata al piccolo amico…il campanello aveva suonato così tante volte che il suo compagno era dovuto andare al citofono…e alla fine lui, proprio lui, Seto Kaiba, davanti al quale ricchi proprietari terrieri e petrolieri si inchinavano, prima si era dovuto nascondere nell’armadio come un amante qualunque…poi era stato costretto a uscire dalla finestra e a calarsi dal tetto, per non essere scoperto!
Tutto mentre il suo ragazzo si infilava un accappatoio e fingeva d’uscire dalla doccia, e tentava di mandar via Anzu che, tonta com’era, non capiva…
‘O faceva finta…’
Il sospetto era quello…ma dato che il Faraone gli aveva vietato di sezionarle il cervello per sapere la verità, avrebbe dovuto chiedere di restituirgli la Millenium Rod…in fondo era sua, no? Se davvero serviva per pasticciare con la mente…nelle sue mani avrebbe trovato- o meglio, ritrovato- un buon padrone…si sarebbe davvero divertito…
"Non dirmi che stai ancora pensando a quella volta!"
Il Faraone gli fece sollevare il viso dal petto, dalla pelle che stava succhiando.
"Un po’…"
confessò il ragazzo più alto, schioccandogli un bacio su un capezzolo.
"Quindi…"
Fintamente offeso, il compagno s’allontanò da lui…
"…Anzu è più interessante di me?"
"Veramente stavo pensando al mio Oggetto Millenario…"
Kaiba lo riacciuffò e lo tirò a sé, soffocando la sua protesta con un bacio tenero, ed un sorriso. Il suo ragazzo continuava a lottare. Probabilmente aveva qualcosa da dirgli.
"Kaiba! Non pensare mai più una cosa simile!"
urlò, piantandogli un palmo sul mento, e spingendolo via.
"Perché no?"
ribatté lui, sfacciatamente perplesso…
"In fondo, non mi hai sempre detto anche tu, che devo accettare il mio passato?"
Il Faraone si scurì:
"Non rigirare la frittata…"
"Io?!"
lo prese in giro il presidente, prima di slacciargli un altro bottone della camicia.
"No guarda, Jono-uchi. Ma certo che sto parlando di te! Non puoi usare il nostro passato solo quando ti fa comodo!"
"Ma non è colpa mia se lei è insopportabile…e si veste anche male"
"Anzu non si veste male"
biascicò l’altro, senza un minimo di convinzione.
"…non pensiamoci più"
tagliò corto Kaiba, allungandosi verso di lui, e strofinando le punte dei loro nasi.
"…sì"
arrossì il Faraone, abbandonandosi alle mani che gli toglievano del tutto la camicia.
Non aveva nulla sotto. Niente canottiera, solo la sua pelle nuda.
‘Forse sono stato troppo audace…’
pensò, in un rigurgito di imbarazzo. Comprendeva anche lui che quel pensiero era totalmente idiota, dato che avrebbero fatto l’amore, però…non voleva sembrargli troppo…spregiudicato.
Un fischio leggero gli fece socchiudere gli occhi…Kaiba lo stava fissando stranamente meravigliato.
Gli occhi blu si spostarono su di lui, quando s’accorsero del suo sguardo:
"Veramente magnifico"
mormorò, prima di iniziare a muoversi. Verso di lui, senza slacciare i loro occhi. Più vicino alla sua pelle, ai suoi capezzoli.
"K-Kaiba…"
Il ragazzo soffiò sulla sua pelle, prima di allungare la punta della lingua, e tracciare un cerchio nel centro del suo cuore.
"A-Ah…"
Le sue mani si mossero d’istinto, e s’afferrarono al corpo dell’amante.
"Y-Yugi…"
Al presidente piaceva così tanto mormorare il suo nome, nei momenti di passione…senza incontrare resistenza lo spinse indietro, fra le lenzuola fresche.
Sbirciò il suo volto…era già perso nell’estasi del piacere.
L’orgoglio di Kaiba traboccò: se solo con la lingua era in grado di ridurlo in quello stato…
"Sono contento ti piaccia…"
borbottò, sollevandosi per guardarlo meglio.
Sulle lenzuola celesti era steso il suo dio, il suo cuore, la sua anima…la prima persona per cui provava qualcosa di diverso da un potente affetto fraterno.
Colui che l’aveva conquistato, che l’aveva ammaliato. Che gli avrebbe donato tutto se stesso. Dolcemente…senza fretta. Non gli avrebbe fatto paura.
Appoggiò un palmo sulla base del suo collo, dove si univano le clavicole, e scese, assaporando la sua pelle leggermente sudata, i capezzoli sotto i polpastrelli delle dita aperte, il respiro corto…scese piano, fino al bordo dei pantaloni, arrestandosi sull’ombelico. Poco distante dai jeans gonfi.
"…è come in piscina…"
rise l’altro, ricordando.
La seconda volta che avevano provato a farlo, erano in una piscina. In teoria chiusa al pubblico…peccato che alcuni nemici della Kaiba Corp. avessero deciso di rapirli entrambi, e avevano fatto irruzione nell’edificio. Solo duellando assieme, fra insulti vari e minacce mai portate a compimento, ne erano usciti incolumi…più o meno.
"Non rovinare questo bel momento"
lo sgridò bonariamente Kaiba, ancora incredulo per esser uscito vivo e illeso da quell’esperienza.
Il peggio era stato trovare il modo di spiegare a tutti, richiamati dall’apparizione delle Divinità Egizie, come mai loro due fossero in quell’edificio vuoto…da soli…con un enorme cestino da picnic appresso…pieno solo di creme varie, oltretutto…
"Sai vero che il tuo adorato fratellino è un gran ballista?"
Era stato Mokuba a salvarli, inventandosi sul momento un fantomatico ‘Studio della rifrazione della luce emessa dai Duel Disk, nel contesto di uno specchio d’acqua alquanto vasto, alterato con emulsioni di variegato genere. Progetto portato a termine dai due migliori duellanti del pianeta’. Nessuno, come previsto dal ragazzino, aveva capito nulla…solo che quei due stavano duellando, prima di esser attaccati. Il sollievo per la loro salvezza aveva fatto il resto, e la versione degli sgherri sconfitti, pur essendo la verità, era stata bollata come un penoso tentativo di togliersi dai guai.
"E tu lo sai vero che gli dobbiamo una spiegazione?"
Durante il tragitto di ritorno, mentre erano soli in macchina, Kaiba aveva tentato di spiegare qualcosa al fratellino, che però non aveva voluto sapere nulla, limitandosi a trafficare col cellulare. Mokuba lo conosceva troppo bene, sapeva che non era ancora in grado di dirgli tutto, o l’avrebbe già fatto. In cambio di quell’attimo di tranquillità, gli aveva strappato la promessa che presto si sarebbero spiegati…tutti e tre. Assieme.
"Devo proprio venire anch’io?"
piagnucolò l’altro, accoccolandosi contro di lui. Non aveva molto voglia di spiegare la sua relazione col fratello a un ragazzino delle elementari.
"Non preoccuparti…"
Kaiba soffocò con un bacio quelle preoccupazioni…
"…sai che Mokuba è più sveglio della sua età…e anche di molta altre gente più grande"
concluse con soddisfazione.
"Se stai offendendo un biondino di mia conoscenza, sappi che non colgo l’insulto"
sbuffando, il Faraone si stese e sul letto e lo attirò su di sé, felice di ritrovare il peso del suo corpo. Faceva sempre attenzione a non fargli male, a coprirlo senza schiacciarlo, a proteggerlo dal mondo con la sua presenza…anche quello era il sentimento del presidente.
Un misto di possesso e gelosia, avvolti strettamente in amore, rispetto e profondissimo desiderio.
‘…è quasi incredibile che sia davvero lui, a trasmettermi questi sentimenti’
pensò, rivolto a quelle labbra che gli stavano marchiando il collo.
"Yugi mi e ti ucciderà"
borbottò invece, senza minimamente provare a fermarlo.
"Ancora?"
lo prese in giro Kaiba, grattandosi il mento.
"E poi, se non l’ha fatto dopo che ci hanno quasi beccati a scuola…quando tu avevi già i pantaloni abbassati…"
Il Faraone quasi si strozzò, avvampando dalla vergogna. Se se l’erano cavata quella volta, non li avrebbero più scoperti:
"Ma quelle due matricolette, proprio nel ripostiglio dovevano venir a cercare i gessetti?"
"E dove se no? Nella macchinetta delle merendine?"
"Kaiba!!! Non mi prendere in giro!!! Pensavo solo che…avrebbero potuto rubarlo in qualche altra aula…"
Kaiba scosse la testa, scostandogli una ciocca dal volto:
"Di che ti lamenti? È me quello che hanno visto…meno male che avevo dietro il palmare"
"Già…"
Lui s’era imboscato dietro il ragazzo, grato per una volta d’esser tanto minuto…e la paura che Kaiba aveva suscitato in loro, rei d’averlo interrotto mentre lavorava a un progetto top-secret, era bastata a non far notare l’altro paio di gambe che tentava di mimetizzarsi…certo, perché stesse lavorando nel ripostiglio doveva aver suscitato parecchie perplessità, ma almeno se n’erano andati subito…
"Non scorderò mai le loro facce…"
rise l’antico re, fissando con sguardo vacuo il soffitto.
"Figurati io…ma ora basta ricordare. Abbiamo cose molto più importanti da fare"
sentenziò Kaiba, aprendogli la zip dei jeans.
"Tipo?"
"Farlo fino alla sfinimento, fino allo stremo, fino a svenire"
"…per fortuna domani è sabato…"
Il Faraone lo accolse con un sospiro fra le braccia. Sentiva i pantaloni scivolargli piano lungo le cosce. Presto…
DRIIIN DRIIIN
"Il cellulare doveva essere spento!!!!! Maledizione Yugi!!!!"
In preda a una mezza crisi isterica, Kaiba scattò via e gli tirò contro un cuscino.
"Scuuuuuusa me ne sono scordato dico di richiamare!!!!"
"Non rispondere attacca e bast…"
Troppo tardi.
"Pronto?"
(perché la vedo male? n.d.Seto insoddisfatto)
(eh eh eh; n.d.Hymeko)
(maledetta autrice! n.d.Seto)
///Yugi?///
"Jono-uchi? Scusami ma non è un buon momento…"
///Non riattaccare!!! È importante!!! Dove sei adesso?///
"Dove sono? Ah…sul letto…"
"…a pomiciare col suo ragazzo!"
Kaiba finì per lui, a voce molto alta.
///Cosa? Ma chi c’è con te?!///
"Nessuno nessuno! Era la tv, sto facendo zapping!"
///Ma non era…Kaiba?///
"Ma figurati, perché mai dovrei essere in compagnia di Kaiba?"
Per impedirgli di aggiungere altro, il Faraone afferrò un cuscino e glielo stampò sul cranio.
"Ahio…"
si lamentò il presidente, rotolando giù dal letto, inseguito dal suo ragazzo che tentava di affossarlo nel pavimento.
///Yugi? Ma che succede?///
"Nulla, è che c’è una maledetta zanzara…stai…lì…non scappare!!!"
Kaiba ridacchiò…era quasi divertente, in fondo stavano prendendo in giro Jono-uchi, stava condividendo con un Faraone armato di cuscino qualcosa che nessun altro avrebbe mai avuto…solo lui lo avrebbe visto così, il sorriso negli occhi e sul volto, la felicità che lo rendeva raggiante…
…ma che si spense subito.
"Cosa?!"
Kaiba si accasciò sul bordo del letto, rovistando nel groviglio di lenzuola, per ritrovare tutti i suoi vestiti.
Aveva cambiato espressione…i suoi occhi non ridevano più. Sul suo volto, al posto della letizia, pallore e angoscia. Paura.
Il presidente conosceva bene quell’espressione, purtroppo per lui. Poteva significare solo una cosa: uno dei suoi disgustosi amici era nei guai.
Ma, ad andarci di mezzo, era la sua notte di follia.
Scosse la testa. Non gli importava nulla di loro. Solo di quelle palpebre che s’erano abbassate, perché nulla lo distraesse.
I suoi pensieri erano solo per il Faraone. Il suo ragazzo. Gli interessava solo lui.
Sospirò, cercando le chiavi della moto. Ovunque gli avesse chiesto di portalo, lui l’avrebbe accompagnato. Non l’avrebbe lasciato solo. Sarebbe rimasto con lui…anche a costo di sorbirsi quei pezzenti.
‘Ma perché sono così perso per lui?’
si chiese, quasi maledicendo quel sentimento. Forse non era più libero…un tempo non avrebbe esitato a farlo suo, comunque. Quanta forza aveva in sé quel ragazzo, per poterlo cambiare così? Era anche quel potere, a fargli perdere la testa? A lui piaceva la forza, gli piaceva così tanto…anche in quello sguardo ora su di lui, timidamente deciso, che si preparava a chiedergli un favore.
"Kaiba…"
pigolò, senza sapere bene come fare. La loro serata era distrutta, a causa di Anzu…e aveva idea che il suo ragazzo non l’avrebbe presa molto bene.
"Sentiamo…che è successo ora?"
l’aveva detto con più durezza di quanto desiderasse in realtà. Non era arrabbiato, non con col suo ragazzo almeno, ma non poteva soffocare l’amarezza. Voleva stare con lui…ma tutto il mondo sembrava complottare contro di loro.
Se fosse stato uno di quei cretini del Gruppo dei Perdenti, avrebbe iniziato a pensare che la loro unione non si sarebbe dovuta fare, che il fato e le stelle erano contrari…per fortuna era un razionale ragazzo coi piedi per terra, che non credeva né alla stregoneria, né alla magia.
‘Alla sfiga sì, però’
pensò, mentre il Faraone si sedeva accanto a lui, e prendeva fiato:
"Scusami…scusami"
"Lasciami indovinare: è successo qualcosa a uno di quei parassiti che ti ostini a chiamare amici, e ora devi andare"
Non aveva voglia di sorbirsi spiegazioni smielate e cariche di scuse.
"Sì…sì"
L’altro abbassò gli occhi. Sapeva di averlo ferito…Kaiba aveva atteso così tanto quella notte. E anche lui…averlo vicino, il sapore della sua bocca, il ricordo dei muscoli frementi sotto il tocco delle sue dita…
"Almeno dimmi che è successo"
sbuffò l’altro, gettandosi indietro sul letto.
Il sovrano lo guardò stupito:
"Ma…a te va bene che vada?"
Si fissarono, in silenzio. Poi Kaiba rispose:
"No, ma ho scelta?"
Il Faraone fu il primo a distogliere lo sguardo:
"Scusami…"
Kaiba scosse la testa, girandosi su un fianco e dandogli le spalle:
"Lascia stare…ma spero che, almeno una volta, metterai me prima di loro"
Si morse subito le labbra. Non avrebbe voluto prendersela con lui. Non era colpa sua.
‘Ma ormai l’ho detta, quindi…’
Non si sarebbe scusato. Non era da lui. Né desiderava farlo.
"Mi dispiace"
Sapeva di aver ferito Kaiba. Lo aveva imparato stando con lui, in quei giorni. Ciò che agli altri sembrava egoismo, in realtà era amore. Incredibilmente, amava così tanto lui e Mokuba, da sembrare assurdamente egocentrico.
A prima vista, sarebbe potuto sembrare che il presidente pretendesse la sua compagnia, a ogni schiocco di dita.
Era esattamente il contrario.
Era così desideroso di lui, che gli dedicava ogni attimo libero, e probabilmente anche di più. Non era Yugi che doveva stare con Kaiba, ma Kaiba che aveva bisogno di stare con Yugi…organizzava tutto non per avere il controllo, ma per poter stargli accanto. In ogni momento possibile.
Per poterlo vedere. Per un semplice bacio.
Se lui gli avesse detto che doveva andare sulla Luna, il presidente lo avrebbe seguito. Senza domande. Solo per poter sfiorare la sua mano, mentre camminavano.
Si morse un labbro. Gli aveva promesso quella notte. Come le altre prima…e di nuovo lo aveva deluso.
Forse questa volte di più…perché causato da persone a lui vicine, e detestate dal suo ragazzo.
‘Perché deve essere tutto così difficile?’
"Allora, che è successo stavolta?"
Una punta di risentimento…quando si trattava di loro, Kaiba non era bravo a mascherare i suoi sentimenti…
"Anzu…era nella Baia di Tokyo, stava facendo una crociera col biglietto vinto alla lotteria…"
"Ah sì, sul modellino del Titanic"
Il Faraone annuì:
"Già…ma stasera è anche una notte delle stelle cadenti, e lei è stata colpita da un frammento dell’asteroide Armageddon…ed è caduta in acqua"
"Aspetta un secondo…ma stasera in quello specchio di mare non c’era…"
Gli occhi blu zaffiro si illuminarono, mentre ricordava…
"Esatto…mentre era sul Titanic, è stata colpita dall’asteroide Armageddon, ed è caduta proprio dove stavano mettendo in scena "Lo Squalo"…con squali veri"
"Wow…questa sì che è sfiga!"
"Kaiba…sbaglio o ci stai godendo troppo?"
"Che dire…dato che la mia serata è rovinata, ho diritto a una consolazione, no?"
"…sì. Rapiscimi, domani"
Si guardarono in silenzio, per qualche istante. Poi Kaiba si rialzò, dirigendosi verso la porta:
"Non voglio arrivare a metodi tanto estremi"
E, sinceramente, non aveva neppure voglia di pensare ad altre soluzioni. Quella serata era ormai andata a farsi friggere, meglio finirla lì, andare a casa e farsi una bella dormita.
"Kaiba…"
"…è meglio se andiamo"
Il Faraone raccattò i suoi vestiti, infilandoseli alla meno peggio. Sapeva che era meglio non discutere con lui…non era il momento. Non voleva ricevere una sfuriata, né litigarci. Voleva solo sapere come poter rimediare…non era stata colpa sua, ma era comunque per la sua compagnia di amici, che tutto era saltato.
Da quando stavano insieme, Kaiba era attaccatissimo a lui, vero, ma al contrario che coi suoi amici, non aveva mai provato quel senso di soffocamento che stava provando in quel momento. Gli sembrava quasi di non avere una sua vita, staccata da loro…e che loro dipendessero troppo da lui…
Salirono in moto, senza dire nulla.
Kaiba si gettò indietro, sul letto. I capelli ancora umidi accarezzati dall’aria fresca del condizionatore, la pelle costellata di gocce d’acqua, l’asciugamano in vita l’unica veste.
Si era fatto una lunga doccia calda, sperando che, assieme alla stanchezza, se ne andasse anche quella maledetta irritazione che lo stava facendo impazzire.
Odiava sempre più intensamente quella combriccola di deficienti ritardati, quelle inutili palle al piede, che non facevano altro che interferire.
E, in fondo al cuore, sapeva bene di avere la paura di essere sempre secondo rispetto a loro, che il suo ragazzo s’interessasse più a quegli sfigati che a lui, che lui dovesse venire sempre dopo, proprio a causa di quei sentimenti che gli impedivano di smettere d’amarlo…sapendo di poter essere sicuro di lui, il Faraone sarebbe potuto arrivare a darlo per scontato…
Si morse le labbra…forse stava facendo un po’ la vittima. Il suo ragazzo non era esattamente il tipo di persona che usava gli altri.
’Quello sono io…’
pensò fra sé, con una punta di soddisfazione.
Si girò su un fianco, inghiottendo una perla d’acqua che gli era scivolata fra le labbra.
Stava veramente esagerando, se ne rendeva conto. Non poteva scaricare sul Faraone tutta la colpa, non era stato lui a dire a quell’asteroide di sfracellarsi sul cranio della scema.
Almeno si fosse fatta male…invece nulla, a parte un bernoccolo, un po’ d’acqua salata e dei morsi di squalo…fra l’altro ad avere la peggio era stato lo squalo, e dalle poche voci che aveva raccattato in ospedale, sembrava che la protezione animali volesse farle causa…
Gemette, chiedendosi cosa inventarsi. Quella relazione stava colando a picco ancora prima di iniziare veramente, tutti quegli intralci rischiavano di compromettere tutto.
’Non farla così drammatica’
si rimproverò, ricordandosi di credere nel futuro.
Quella giornata era ormai passata, era inutile andare avanti a farsi il sangue amaro, per colpa di quelle infime persone.
’Dormi, domani devi lavorare’
tentò di convincersi, senza sicurezza.
Gli mancava da morire…aveva sognato troppo quella notte, e desiderato il suo calore, per poter superare tutto così facilmente. Continuava a sfuggirgli…come un sogno…se allungava la mano poteva raggiungerlo, sfiorarlo, sentirlo…ma non averlo.
Mai. Non realmente, totalmente.
Con gli occhi chiusi, tese una mano. Per afferrare l’aria, o la luce della luna che cadeva attraverso la finestra. O il suo ricordo.
Incontrò qualcosa di solido e caldo.
"Ma che…"
scattò in piedi, spalancando gli occhi.
Era il suo ragazzo.
"Ma sei impazzito? Mi hai fatto venire un colpo!"
sibilò, prima di sedersi di nuovo.
Il Faraone si accoccolò accanto a lui, appoggiandosi alla sua spalla:
"Non volevo farti spaventare"
L’altro scosse la testa, gettando un’occhiata all’ora: erano quasi le due.
"Che ci fai qui a quest’ora?"
"Lo sai…"
Come un micetto, strofinò la guancia contro la sua.
"Yugi…"
"Mi dispiace per prima…"
gli posò un baciò casto e tenero sulle labbra, prima di spingersi ancora più contro di lui…
"…sono qui per rimediare"
Kaiba gli permise di sospingerlo indietro, e di mettersi a cavalcioni su di lui.
"Vedo che sei già quasi pronto…"
lo sentì mormorare, mentre gli passava un dito sulla pelle del ventre, accanto all’orlo dell’asciugamano.
Era lì…era andato lì per lui, in piena notte.
"Come sei entrato?"
gli chiese, osservando le tenebre e la luce mischiarsi nei suoi occhi.
"Dalla porticina riservata e dalle scale che non usa nessuno, come mi hai detto tu"
rispose l’altro, giocando con una chiave sottile.
"Yugi…"
"Sssshhhh…non preoccuparti di nulla"
Il ragazzo sospirò. Il mondo era davvero complicato, e lui stesso ancora di più.
Lo prese per i fianchi e lo tirò giù, accanto a sé:
"Non voglio farlo ora"
Il suo respiro, che gli aveva accarezzato le labbra, si bloccò.
"C-Cosa?"
"Yugi…"
Per impedirgli di muoversi, Kaiba si stese su di lui, bloccandolo:
"…non voglio fare le cose male. Sono le due e, sinceramente, inizio a esser stanco. Non ho passato una buona serata, e non voglio abbinare la nostra prima volta al ricordo di quel che è successo prima"
"N-Non capisco…"
Lo baciò. Infondendo in quel bacio tutti i sentimenti che provava dentro. Gli avrebbe fatto la miglior dichiarazione del mondo…senza gridare, solo un sospiro a fianco del suo viso:
"Voglio che sia indimenticabile, e a causa nostra, non di un ospedale. E che il tempo non sia nostro avversario…voglio un luogo speciale…la brezza della sera, il rumore del mare…"
"D-Di che parli?"
Si guardarono. Quell’idea gli era nata improvvisa. Era una mezza follia, ma…se avesse accettato…
"La settimana prossima sarà la Golden Week…vorrei portarti via con me"
Il Faraone deglutì. Kaiba gli stava proponendo una vacanza…solo loro due…in totale solitudine…e stavolta non avrebbe permesso a nulla di interromperli…
…il suo cuore impazzì…aveva quasi paura…
"D-Devo chiedere a Yugi…"
"Porta anche lui…"
fu il suggerimento di quella voce bassa e sexy.
"S-Stai scherzando, spero…"
Ma la luce nei suoi occhi smentiva quella frase…
"Intendo che lo lascerai sempre chiuso nel Puzzle…"
Il Faraone arretrò piano, finendo però contro la testiera, sempre col suo ragazzo sopra:
"N-Non è un cagnolino da lasciare in autostrada…"
Kaiba ridacchiò, prima di baciarlo piano:
"Rimani qui a dormire?"
"D-Dormire?"
L’altro annuì:
"Solo dormire"
"…va bene"
Non sapeva bene cosa provare…era un po’ deluso per come si era evoluta quella notte, però l’avrebbe comunque passata fra le braccia del suo quasi amante…chissà, magari qualcosa ci sarebbe scappato…doveva solo strusciarsi un po’…
Il Faraone aprì gli occhi. La luce filtrava forte dalle finestre, e gli uccelli rumoreggiavano nel cielo.
Rotolò su un fianco…era solo. La sveglia indicava le sette e mezza.
"Merda com’è tardi"
borbottò.
Non si mosse. Il nonno di Yugi sapeva che avrebbe passato la notte in ospedale, quindi non si sarebbe preoccupato. Anche se in ospedale non era.
Allungò la mano, tastando il posto del compagno. Era ancora caldo…probabilmente era andato a farsi una doccia, e non aveva voluto svegliarlo.
"Che bella dormita…"
Quel letto era veramente una favola…peccato che non ci avessero fatto nulla. Tutti i suoi tentativi erano stati clamorosamente inutili. A parte molti baci e parecchie palpate, Kaiba non si era lasciato andare. Nemmeno prendergli un ginocchio fra le cosce e strofinarglisi contro era servito…il suo ragazzo sapeva esser davvero tenace, quando ci si metteva.
"Maledetto Kaiba"
imprecò piano, stando attento a che nessuno lo sentisse.
Chissà cosa aveva in mente…sperava di avere la possibilità di scoprirlo.
"Ma come faccio a convincere Yugi a lasciami andare?"
gemette, stendendosi sulla schiena.
Il baldacchino non gli fornì alcuna risposta…dopo un po’ chiuse gli occhi, e scivolò sotto le lenzuola. Si sentiva protetto…era stato così diverso dalla prima notte in cui aveva dormito in quella casa. Non aveva avuto nulla da temere, questa volta.
Uno scricchiolio…il ragazzo sbirciò fuori dalle coperte. La porta si era aperta.
"Sei tornato, finalmente"
Voleva chiarire subito che non aveva gradito essersi svegliato da solo!
Ma non era Kaiba…non Seto, almeno. Era Mokuba.
"Yugi?"
Il ragazzo avvampò. Era stato beccato. Da un ragazzino delle elementari. Nel letto del fratello.
"Ah…io…"
Mokuba sorrise compiaciuto, e sventolò una mano:
"Non preoccuparti, farò finta di non essere stato qua. Io non so nulla"
aggiunse, canticchiando e uscendo.
"Aspetta!!!"
Lo strillo dell’altro lo fece fermare:
"Che c’è?"
"Non fraintendere!!! Non è successo nulla!!!"
"Uhm…"
Il ragazzino lo squadrò, dubbioso. In effetti, aveva addosso la metà superiore di un pigiama del fratello, e non sembrava neppure molto provato…
"…guarda che non ci sarebbe stato nulla di male. A me va benissimo che tu stia con mio fratello. Perché ci stai assieme, vero?"
"Ah? Sì…sì"
Si guardarono. Poi Mokuba sospirò:
"Ascolta…tu sei una delle poche persone, oltre a me, per cui mio fratello abbia mai dimostrato un sincero interesse. Quindi, non vedo perché dovrei avere qualcosa da ridire"
Lo Spirito del Puzzle tentennò:
"Non ti dà fastidio che Kaiba stia…con un ragazzo?"
L’altro lo guardò un attimo spaesato, poi la sua espressione si fece più dolce:
"Vuoi sapere se l’omosessualità mi disturba?"
Il Faraone annuì. Quel bambino sembrava troppo grande, per la sua età.
‘Quante ne avrà passate, per esser cresciuto tanto in fretta?’
Si rese conto di sapere così poco di loro…era a conoscenza di alcuni frammenti della loro storia, ma cosa avessero realmente provato, per lui era ancora un mistero.
‘Chissà se Kaiba me ne parlerà mai…’
Scosse piano la testa, tornando a concentrarsi su Mokuba.
"No. Se vi piacete, non vedo dove sia il problema. E poi, a dire la verità, ho sempre sperato che mio fratello si mettesse con un ragazzo"
"Eh?"
Non avrebbe mai pensato di sentire una frase simile da un bambino…
"Vedi…credo di essere davvero egoista. In realtà…sono felicissimo che stia con te. Perché così non c’è il minimo rischio che mi nasca un nipotino"
"………"
"Eh eh eh…"
Mokuba ridacchiò. Chissà quante persone avrebbe scioccato, con una frase del genere.
"Io non lo voglio un nipotino, perché altrimenti non sarei più il preferito di mio fratello!"
"Ah no?"
Il Faraone lo guardò, traumatizzato. Quel ragazzino era un misto di grande saggezza, limpidezza d’animo ed egocentrismo. Tutto concentrato assieme.
"Sì, per cui vedi di non farti mollare, capito?"
"…ok…"
biasciò, osservandolo mentre si avviava alla porta.
"E mi raccomando, prenditi cura di lui!"
Mokuba gli strizzò un occhio, e uscì fischiettando.
"…ma in questa casa sono tutti matti?"
biascicò il l’antico regnante, chiedendosi improvvisamente dove fosse capitato.
"Solo un po’"
Una voce alle sue spalle…la sua voce…il Faraone schizzò in piedi con uno strillo, voltandosi di scatto e finendo giù dal letto.
"Ehi, non rovinarti da solo!"
Kaiba accorse accanto a lui, e lo aiutò a rialzarsi.
"Da quanto eri lì?"
"Da quando ti ho sentito parlare ad alta voce"
ammise il presidente, senza nascondere un punta di soddisfazione.
"Hai sentito tutto???!!!"
"…lo confesso"
"Ma ma ma…si può sapere perché non mi hai aiutato?"
Kaiba lo guardò:
"Lo sai che sei magnifico con gli occhi spalancati e le guance arrossate?"
"Kaiba!!!"
L’altro sbuffò:
"Non avevi alcun bisogno del mio aiuto. E comunque non mi sembra che Mokuba ti abbia dato molti problemi. Anzi, fa platealmente il tifo per te"
"Sì però…"
"Cosa?"
Il presidente si chinò su di lui, e gli accarezzò le labbra con le proprie.
"…mi sono sentito in imbarazzo"
"Non devi…tutti ti adorano, ricordalo"
"Kaiba…"
Il bacio fra loro si trasformò in un fuoco appassionato…il Faraone gli cinse le spalle con le braccia, non permettendogli di allontanarsi per molto tempo.
"Yugi? Come mai sei qui?"
Kaiba si staccò un secondo dal pc, per osservare il compagno di classe. Non era il suo ragazzo, era proprio Yugi. Senza il Puzzle al collo, notò con dispiacere.
"Per contrattare"
Una risposta allegra, spensieratamente piena di possibili guai.
Il presidente si tolse gli occhiali, chiedendo alla segretaria di portare del tè, per poi affondare nella poltrona.
"Da quando porti gli occhiali?"
"Li indosso solo se lavoro troppo col pc. Mokuba mi ha obbligato"
"Capisco…vi volete bene davvero, eh?"
"Hn. Cosa ti serve?"
"Bè…"
Yugi intrecciò le dita sulla scrivania, in un’interessante imitazione del presidente di fronte a lui…
"…il mio alter ego mi ha detto della tua proposta di portarlo via per la Golden Week…e…"
"…e?"
Odiava quando qualcuno si permetteva di tenerlo sulle spine!
"E…potrei anche essere d’accordo, ma…"
"…vuoi qualcosa da me in cambio. Fin qui c’ero"
"Esatto"
Il sorriso di Yugi sapeva essere così irritante…Kaiba sospirò, assumendo la sua aria più formale:
"Cosa posso fare per te?"
Forse in cerca di coraggio, l’altro si schiarì la voce:
"Vedi, vorremmo fare un regalo a Jono-uchi, in parte da Mai-san per aver pensato così tanto a lei, un po’ da Marik per scusarsi d’avergli scatenato contro la Carta Divina…"
"Non parteciperò a una colletta per lui!"
Kaiba lo mise subito in chiaro, onde evitare spiacevoli richieste.
"Lo sappiamo lo sappiamo non è quello che volevo chiederti! Solo…la versione avanzata e limitata della tua consolle, la KC-NG…vorremmo regalargliela. Non è riuscito a trovare nemmeno un esemplare della prima versione"
"Lo so…ne abbiamo vendute così tante che nemmeno noi l’avevamo, a casa"
Non era una vanteria…anzi, aveva perso intere notti di sonno per controllare tutti i contratti che avevano stipulato…
"Stavolta si è mosso in anticipo, diciamo che ci ha costretti a passare la notte prima del pre-lancio davanti a un negozio, per poter essere il primo ad avere la card…"
Il presidente annuì, comprensivo. Per poter meglio smaltire gli ordini, aveva deciso che solo chi fosse riuscito ad avere una card di prenotazione avrebbe potuto acquistare la consolle. Tutto più semplice, per lui. La tiratura limitata ma non troppo aveva fatto impazzire gli appassionati, ingolositi da quel modello colmo di pura tecnologia.
"Dov’è il problema?"
"…è che vogliamo regalargliela noi la consolle!!!"
Yugi si appoggiò alla scrivania…era certo che l’avrebbe convinto!
"Quindi voi…"
"Vorremmo che tu annullassi in segreto la sua prenotazione, e ne facessi una a nome mio. Tanto col pagamento alla consegna lui non ci perderebbe nulla, giusto?"
"Sì"
Kaiba lo fissò. Il piano era ben congegnato, a parte un piccolo particolare:
"Come pensi che io possa annullare la sua prenotazione?"
"Un errore di sistema?"
Si vedeva che Yugi non era abituato a certe sottigliezze…e la cosa peggiore era che doveva spiegarglielo gentilmente…
"Ascolta, se facessi una cosa simile, metterei in discussione la credibilità della Kaiba. Nessun ordine è mai stato perso per un problema nel mio sistema informatico. E non intendo fingere per lui"
"Ah…"
Si fissarono, poi Kaiba riprese:
"Se vuoi il mio aiuto…cerca di farmi avere per un paio di minuti la sua card. Domani, a scuola. Credi di farcela?"
"Sì, perché?"
Yugi sentì un brivido lungo la spina dorsale, al cospetto del suo sorriso compiaciuto:
"Perché sarà un giochetto smagnetizzare quella tessera. Così ognuno sarà a posto"
"Quindi tu vuoi far ricadere la colpa su di lui?"
"Esatto"
"…sei diabolico"
Il presidente scrollò le spalle:
"La reputazione della Kaiba è troppo importante. E comunque immagino che gli dirai tutto, una volta consegnato il regalo, no?"
"Stanne certo"
Già s’immaginava i due litigare…
"Quindi è quasi tutto deciso, vero?"
"Quasi?"
"Non fare il finto tonto"
Yugi ridacchiò, alzando le mani in segno di resa:
"Ok ok, permetterò che tu rapisca il Faraone per cinque giorni"
Kaiba inarcò un sopracciglio:
"La Golden Week ne dura sette…."
"Sei se tu mi fai i compiti. L’ultimo per riprendermi"
"…non andiamo in guerra"
Si guardarono.
"Affare fatto"
"Benissimo!!!"
Yugi si stiracchiò, soddisfatto:
"È un piacere fare affari con te"
L’altro rispose con un minimo sorriso. La sua mente era già avanti, ai bei giorni di quella settimana, dove…
Fine
ancora nulla -.- n.d.Seto+Yami
;-PpPp n.d.Hymeko
dannata…n.d.Seto+Yami
eh eh eh…n.d.Hymeko
sai vero che questa parte è inutile? n.d.Seto+Yami
parecchio…e perdono per il titolo!!! n.d.Hymeko
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