Dedicato senza via di scampo a Naika! (Divertiti chérie!)

E ovviamente a Ria per la sua santa pazienza. 

Enjoy e tutti!




Sfide 


Parte V

di Yu




Giorno V: lonliness





Che diavolo aveva fatto?!

Come gli era venuto in mente di comportarsi a quel modo?!

Gli aveva addirittura chiesto se lo amava!

Come aveva anche solo potuto concepire di fargli una simile domanda?!

Doveva essere impazzito…

E pensare che l’altro aveva anche tentato di andare d’accordo con lui, e ora aveva rovinato tutto!

Avrebbe dovuto accontentarsi, anche se non era suo…

e non poteva toccarlo, lo aveva comunque vicino…

E invece proprio ora che aveva scoperto che lui non lo odiava, che potevano anche arrivare ad essere amici, aveva fatto in modo di farsi odiare!



- Merda! – esclamò improvvisamente aprendo gli occhi il ragazzo moro disteso sul freddo pavimento della terrazza del suo appartamento, mentre il buio sempre più fitto avvolgeva ogni cosa. 



- Miaao - Un rauco miagolio si sollevò alle sue spalle, a testimoniare che il suo coinquilino non solo si era svegliato, ma essendo stato trascurato tutta la sera, aveva anche fame.



Il ragazzo si alzò indolente e si diresse in cucina per procurare qualcosa da mangiare al gatto. 



< Ci mancava solo lui a farmi ricordare quello che ho rovinato, anzi distrutto… >



Sospirò rassegnato.



§§§§§



- Forse dovrei chiamarlo kitsune. –



- Vuoi chiamare un gatto ‘volpe’ ? -



- Rukawa è troppo informale…Allora Kaede. -



- … - 



- Che c’è? Non ti chiami Kaede? –



- Hn. Fai come ti pare. -



- Bé notte. – si voltò per andarsene – Ah già… -



- Notte Kaede. –



§§§§§



Prese il gatto e lo pose sopra il tavolo di fronte ad una ciotola piena di croccantini, incrociò a sua volta le braccia sul tavolo e vi appoggiò il mento, restando ad osservare la piccola palla di pelo nero che mangiucchiava tranquilla. 



- Dimmi, che cosa dovrei fare ora, eh Kaede? – chiese più rivolto a sé stesso che al micetto



Il gattino, forse intuendo l’apprensione malcelata del suo ‘padrone’, smise di mangiare gli si avvicinò e prese a strusciarsi contro la sua guancia.



- La fai facile tu… - disse continuando con aria assente



Forse avrebbe dovuto lasciar perdere…In fondo era la cosa migliore.

A continuare avrebbe solo complicato le cose, rischiando addirittura di non poterlo più vedere e un colpo tale dopo aver continuato ad alimentare le proprie false speranze sarebbe stato sul serio troppo.

Beh, era finita. 

Il ritiro era finito, il suo amore era finito.

Sabato, ultimo giorno, sarebbe potuto restare anche domenica e tornare al club lunedì…Ma non se la sentiva proprio di restare là.

Doveva lasciarsi tutto alle spalle, almeno per un po’….

Il tempo di riprendersi, di riabituarsi ad essere odiato, anche più di prima, per poter mostrare la sua maschera più indifferente.

Del tipo: ‘ E’ forse successo qualcosa? Davvero, io non me ne sono accorto…‘

Probabilmente Hanamichi lo avrebbe odiato anche di più, ma almeno non lo avrebbe disprezzato…

Avrebbe continuato a picchiarlo...l’unico contatto possibile tra loro due…o almeno così sperava. 

Possibile non era ancora mattina… Non né poteva più…

Quanto sarebbe durata ancora quella tortura.

Il gattino gli leccò la guancia, facendolo tornare alla realtà.



- Hai ragione…ormai è troppo tardi. -

si limitò a constatare.



Avrebbe dovuto essere più cauto con lui.

Se solo avesse avuto un’altra possibilità.

Aveva intuito che Hanamichi non era affatto quello che faceva apparire a tutti.

E di sicuro era piuttosto fragile.

Di sicuro era rimasto disgustato dal suo comportamento,

Forse prima odiandolo almeno lo rispettava…Ora aveva perso anche quello. 

E poi quando lo aveva visto piangere…Per colpa sua.

Solo e soltanto sua.



Accompagnato da tanto cupi pensieri scivolò in un sonno totalmente buio e privo di sogni. 






- Ma dov’è quel deficiente?! – esclamò Seiji in preda ad un simulato e quanto mai comico disappunto – E’ forse caduto nel water mentre tirava lo sciacquone ed è stato risucchiato! -



- MA CHE CAVOLO DICI KURAI?! – lo apostrofò il capitano – TACI E GIOCA!!! -



- Ma capitano è l’ultimo giorno, non puoi fare un eccezione?! – lo guardò implorante continuando la farsa, mentre i suoi compagni, ovviamente escluso Rukawa, trattenevano le risate. 



- Deve forse venire a vederti giocare – rispose con un ghigno maligno il capitano - il tuo ragazzo? – concluse sbeffeggiandolo senza ritegno. 



- E se anche fosse..? – si bloccò per un attimo Seiji voltandosi di spalle e abbassando la testa, lasciando un silenzio tombale nella palestra e tutti gli sguardi puntati su di lui, tra cui due occhi che lo fissavano come se volessero incenerirlo. 



- In questo caso puoi anche prenderti il giorno libero – continuò il capitano – visto che tanto è l’ultimo e non stai concludendo un tubo – concluse disinteressato, come se nulla fosse.



Seiji allora si voltò nuovamente dalla sua parte e sorridendo esclamò – Volevo solo mettervi alla prova… – e concluse la sua farsa osservando il capitano e facendogli l’occhiolino – lo sai che io amo solo te! - 



- E basta con le idiozie!!! Se ci riprovi ti faccio nero!!1 E ora muovi quel culo Kurai!!! – gli urlò dietro l’altro. Constatando che quel gioco era durato fin troppo.




Finalmente l’allenamento era finito…e di Hanamichi nessuna traccia.



Non é venuto…Ovvio.

Continuava a ripetersi mentalmente Rukawa.

Perché sarebbe dovuto venire poi.

Non né aveva alcun motivo…

Anzi avrà pensato che più alla larga mi sta meglio è.



Il moro si era cambiato in fretta e ancor più in fretta era uscito dalla palestra.

Come se avesse voluto comunque evitare di incontrarlo.






Che cosa devo fare? Che cosa…?



Hanamichi non riusciva a chiudere occhio.



Dopo che l’altro se n‘era andato aveva sentito una voragine aprirsi al posto del petto.

Si sentiva tremendamente in colpa.

Per cosa poi…? In fondo chiunque si sarebbe arrabbiato e avrebbe quantomeno picchiato Rukawa per quello che aveva fatto…

E lui…Lui invece che cosa aveva fatto…?

Nulla…proprio nulla…anzi lo aveva anche assecondato.

E sicuramente non gli era dispiaciuto…

E nonostante ciò si sentiva in colpa. 

Perché…? Di certo non era arrabbiato o disgustato, forse solo sorpreso e spaventato.

E si sentiva tremendamente in colpa.

In colpa nei confronti dell’altro. 

Senza capire perché…

Come quando si ha la consapevolezza di aver fatto qualcosa di male, ma non si sa cosa…

Di aver fatto qualcosa di male a qualcuno senza sapere come.

E cos’era? Non riguardava se stesso…Non riguardava nessun altro.

Allora cos’era? 

Non poteva di certo far finta di nulla…

Però di una cosa era certo, quando Rukawa era uscito da quella porta la paura lo aveva attanagliato.

Come una voragine che ti si apre sotto i piedi, un vuoto profondo al posto del cuore e un’ansia tremenda.

Si sentiva come se avesse potuto toccare così in profondità l’anima dell’altro da vedere e sentire e comprendere cose che erano troppo profonde per essere comprese, sentite o viste da chicchessia. 



Sapeva di averlo ferito…



Come se fosse riuscito a sfiorare una verità, una comprensione oltre il tutto, che però non era in grado di capire.



Non riusciva a capire come…



Sentiva che avrebbe potuto continuare a vedere le sue spalle per il resto della sua vita per l’errore di averlo lasciato uscire da quella porta…Per l’errore che sicuramente avrebbe commesso di lasciarlo uscire dalla sua vita.



E perché aveva percepito l’animo dell’altro emanare una sensazione simile…Così tremendamente triste e senza speranza.



Tuttavia non riusciva a comprenderne il motivo, una cosa che sembrava comunque così semplice e chiara, da non poterla afferrare, come un’immagine riflessa nell’acqua. 

O semplicemente qualcosa che non voleva decidersi a vedere, che non voleva mettere a fuoco.



Prese ad osservare il soffitto bianco e spoglio che nell’oscurità risultava nero, strinse gli occhi come a voler mettere a fuoco quello che non riusciva a capire pensando.



E vide la risposta a tutte le sue domande.

Certo impossibile comprenderla così di botto, eppure tremendamente semplice.

Alla fine non era di una o più risposte che aveva bisogno.

Aveva bisogno di quello che aveva visto.

Di fermare quello che aveva visto, di bloccarlo dov’era.

E quello che aveva visto sostituirsi al nero della notte, che copriva come una coltre il soffitto bianco, 

era Rukawa…

Rukawa che usciva da quella maledetta porta…

Che usciva dalla sua vita.

Le risposte non avevano alcuna importanza, l’unica cosa importante era quello.




Senza sapere come, Hanamichi si trovava di fronte agli alloggi della nazionale.

Scrutava con malcelata apprensione le finestre buie e le terrazze deserte nella notte oscura e silenziosa. 

Sentì un suono lieve come un miagolio, due occhietti da gatto, splendenti come falci di luna, lo fissavano da in cima ad una terrazza. 



Ma allora lo faceva proprio apposta il destino a prendersi gioco di lui…

Gli aveva fatto trovare l’appartamento di Rukawa con una tale facilità da sembrare programmato.

Solo al momento i dubbi cominciarono a farsi strada nella sua mente agitata.

Ma se…E poi…non posso…potrebbe anche…come faccio…?



Il ragazzo dai folti capelli rossi si voltò e tornò sui suoi passi.



Forse…forse aveva bisogno di rifletterci ancora un po’.

Ma quanto tempo avrebbe avuto ancora per rifletterci prima di perdere tutto.



Udì di nuovo un miagolio, ma più forte.

E o un mormorio di disapprovazione.



- Torna dentro piccola peste... – la voce di Rukawa pacata e profonda come al solito giunse da dentro l’appartamento, lo sguardo astuto del micio scomparve dalla terrazza.



Il gatto doveva averlo svegliato.



Dopo un attimo di smarrimento, che aveva seguito un tuffo al cuore, Hana proseguì per la sua strada.




Hanamichi si ritrovò in palestra.



Era piuttosto tardi, inconsciamente era riuscito ad evitare Rukawa, tuttavia non poteva mancare alla parola data. E se gli allenamenti fossero finiti poteva almeno dire di esserci andato, ma che non c’era nessuno.

Una scusa piuttosto stupida, ma comunque una scusa. 



- Ma – guarda – chi – si – vede…! – sibilò Seiji in cagnesco, facendo poi un sorriso esagerato.



Il rossino si guardò intorno come a controllare che tutti se ne fossero andati.



- Così sei l’ultimo ad andartene…che bravo... – emise un sorriso stentato.



- Ti aspettavo. – fece una pausa il ragazzo biondo, tirando a canestro, ma poi continuò - Ma come sei sbattuto Hana-caro…che ti è successo? – chiese, col suo solito tono assurdo, osservandolo tra il curioso e il preoccupato. 



- N...niente. – balbettò Sakuragi preso alla sprovvista. 



Seiji si diresse agli spogliatoi ripose la palla e dopo un po’ uscì vestito normalmente.

Sorrise tranquillo ad Hana e presolo per un braccio fece in modo di farsi fissare negli occhi.



- Allora? – disse serenamente – Scommetterei la mia mano destra che riguarda Rukawa… - continuò scrutando l’espressione ansiosa del rosso.



Merda, merda, merda!

E adesso cosa gli dico?!

Non posso certo dirgli una cosa del genere…

Cosa devo fare…? 

Non è con lui che dovrei parlare…

Rukawa…



Seiji parve leggergli nel pensiero come al solito.



- Rukawa se ne andrà oggi stesso…probabilmente sta già facendo i bagagli. – disse come soprappensiero.



Ad Hanamichi si strinse il cuore.

Ed assunse un espressione gelida, Seiji gli lasciò il braccio e lui fece per andarsene.



Aveva bisogno di tempo…non ce l’avrebbe mai fatta a correre da lui senza pensarci!
Si sarebbe ritrovato a correre indietro ancora una volta.

Forse era davvero meglio lasciar perdere.



Seiji sorrise illuminandosi. Pareva aver raggiunto una verità superiore.



- D’accordo, come vuoi, arrangiati. – disse tranquillo come al solito, mentre il suo sguardo ritornava quello dell’esaltato di sempre. – Ahahahah! – concluse. 



Hanamichi se ne andò perplesso.

Non gli era davvero servito parlarci.

O almeno così credeva.





- Ru – chaaaan… - disse una voce melensa che proveniva dal corridoio, appena fuori dall’appartamento di Rukawa.



Che seccatore! 

Si limitò a pensare il moro, andando ad aprire, più per forza di inerzia che altro, mentre Kaede saltellava qua e la tra i suoi piedi rischiando di farlo cadere… 



Automaticamente mentre Rukawa apriva la porta, Seiji si abbassò a osservare il micio nero.



- Cosa vuoi Kurai? – disse telegrafico, senza mostrare la minima ombra di interesse.



Il biondo sembrava rivolgere la sua attenzione soltanto al gatto, senza degnarsi di rispondere alla domanda di Rukawa.



- Se sei venuto per parlare col gatto, dillo, così io me ne torno dentro. – continuò il moro sinceramente scocciato.



- Ti assomiglia. - si limitò a dire Seiji rialzandosi – In quanto a bellezza non saprei chi scegliere… - fu interrotto da un miagolio di disapprovazione del gatto che gli si era accoccolato in braccio – ma sicuramente lui è più trattabile. – sorrise dolcemente accarezzando il micetto che ora faceva le fusa.



Rukawa pareva leggermente spiazzato.



- Ho sentito che te ne vuoi andare oggi stesso… - continuò il biondo tranquillamente. 



- Hn. – mormorò Rukawa, tranquillizzandosi. 



E ritornando in modalità scocciata.

Ma che cavolo ha in mente sto pazzo?!

Si può sapere che vuole… 



- Io pensavo… - continuò sorridendo sereno Seiji – di sfidarti. One on one. Che dici, ci stai? – terminò in attesa di risposta.



- Quando? – fu la risposta di Rukawa.



Aveva bisogno di giocare.

Un bisogno impellente di fuggire dalla realtà…Di rifugiarsi nel basket.

L’unico posto in cui era al sicuro.



- Stasera non è troppo tardi? – chiese il biondo.



- No, va bene. – rispose Rukawa – Andrò dopo la partita. -



Seiji fece un sorriso a 32 denti, tipo quelli del genio per intenderci.



- Ok…ci vediamo in palestra alle 6.30 – concluse e lasciando scendere il gatto si voltò e se ne andò.



Rukawa richiuse la porta e vi si appoggiò sulla schiena.

Non riusciva a capire quel ragazzo…aveva un che di Sendoh…Tuttavia era allo stesso tempo diverso.

Sembrava in grado di leggere nel pensiero.

Così avrebbe giocato, ma il suo problema rimaneva…

Hanamichi…




- Beh qualcuno doveva pur fare qualcosa… - si disse Seiji mentre tornava in camera.



Sorrise e scomparve dietro la porta della propria stanza.





Adesso devo trovare il modo di non fare una figuraccia.



Seiji rimuginava.

Uscendo dalla sede delle nazionali.



- Allora siamo d’accordo? – Gli sorrise una ragazza dai folti capelli neri, lunghi e mossi. 



Una canottiera scollata nera, su cui pendeva una collana con una croce, pantaloni un po’ larghi con una catena penzolante anch’essi neri, anfibi con le borchie.

Sarebbe parsa inquietante se non fosse stato per i grandi occhi castani dolci, anche se truccati pesantemente sempre in nero, e per il lieve sorriso sul volto pallido. 



- M – Mieko…che ci fai qui? – si limitò a rispondere il biondino alzando il capo sorpreso.



- Sono venuta a controllare… - disse la ragazza con fare sospettoso – Te lo ricordi vero…che stasera dobbiamo uscire insieme? – concluse con uno sguardo truce.



- Oh, merda! – si limitò a ribattere Seiji dandosi una manata sulla fronte.



- Ecco, lo sapevo! – sbuffò la ragazza imbronciata – Ti sei trovato qualcosa di meglio da fare! -



- N – no…cioè a che ora dobbiamo trovarci…? D – devo organizzare una cosa… - disse incerto sperando di calmarla.



La ragazza lo guardò di sottecchi poi scoppiò in una risatina trattenuta.



- Tu che organizzi qualcosa?! Ihihih… - lo prese in giro – ma se tra un po’ ti dimenticherai persino di andare in bagno…ahahah… - continuò facendogli uno sberleffo. 



Il ragazzo la prese sottobraccio e la trascinò in avanti.



- Allora ti offro un gelato e tu mi dai una mano. – disse sorridendole entusiasta.



- Io odio il gelato – si limitò a dire Mieko seguendolo tranquilla.



- Poi si dovranno arrangiare! – concluse il biondo sospirando – speriamo in bene. -





Dopo aver parlato con Mieko, che gli aveva senza saperne nulla, non che lui ne sapesse molto di più, suggerito un ottima idea, Seiji si recò al centro da Hanamichi dicendo che la mattina se ne sarebbe andato e in caso non avesse potuto salutarlo…

Poi gli comunicò cercando di non ridere per la faccia assurda di Hana, che tentava di mantenere il controllo, che Rukawa se ne sarebbe andato alle 7.00 la sera stessa e che aveva deciso di lasciare il gatto in appartamento, non fidandosi di darlo a lui, affinché Hanamichi se lo riprendesse.



Hanamichi si limitò a salutare Seiji e ad affermare che avrebbe ripreso il gatto. 



Il biondo si sentiva realizzato per non aver detto nessuna bugia, neanche piccola piccola.

[ma - che - ragazzo – sincero… ndYu E si io non mento mai…quasi… ndSei] 

Tranne forse per il fatto che Rukawa non avrebbe abbandonato quella stupida palla di pelo per niente al mondo. [no, no…non parlo di Hanamichi… ndYu]

Teoricamente dunque non si sarebbero potuti incontrare…

[Che peccato…ma ormai è andata… ndYu Insomma un po’ di fiducia…Sono o non sono un campione di basket? ndSei Beh…si, lo sei. ndYu E sono o non sono un genio o un dio (se preferisci)? ndSei Mmm…beh dio no…magari angelo…sei così bellino… ndYu E allora vedrai…ahahah ndSei Scordati che ti lasci stuprare Rukawa affinché non se ne vada! ndYu Merda!Dovrò eliminare il piano A… ndSei Ecco lo sapevo…sempre il solito… ndYu Idiota. ndRu Ma se fino ad un attimo fa eri d’accordo! ndSei Grrrrrrrr ndHana] 

[Ahem…forse ho esagerato un po’ ndYu]





Fine della partita.



Rukawa è a terra ad occhi chiusi, ciocche di capelli nerissimi gli coprono disordinati le lunghe ciglia e la fronte, disteso come se avesse appena finito un allenamento dei marines.

[Ma quanto figo non è sto ragazzo?ndYu Mmm…non è che ti stai dimenticando di qualcuno…?ndSei Certo anche tu sei bellooo Sei-chan! ;)ndYu]

Seiji in piedi sta bevendo una bibita energetica con un sorriso beato stampato in faccia, anche i suoi capelli dorati bagnati per il sudore si appiccicano sulla fronte e sulle guance arrossate, mentre la canottiera inzuppata fa ben vedere il suo torace ben tornito.

[Eh già…confermo, confermo…ndYu]



- Che dici possiamo chiudere in parità? – cominciò convinto Seiji.



- La partita non è ancora finita… - esalò Rukawa socchiudendo gli occhi d’onice e volgendo lo sguardo al suo avversario.



- Già, ma non credo che riusciresti a continuare in quello stato, poi mi faresti sentire in colpa…Per averti tartassato troppo… - continuò sorridente il ragazzo biondo riponendo l’asciugamamno che aveva sulle spalle nella borsa.



- Ma se fino ad un attimo fa stavi perdendo… - gli fece notare il moro tirandosi a sedere e respirando ancora affannosamente. 



- Dettagli mio caro, dettagli privi di importanza. – sorrise il biondo – Tra l’altro io ho un appuntamento fra mezz’ora e tu non te ne dovevi andare stasera, hm? – concluse lanciandogli la bottiglietta da cui aveva bevuto.

[Sarà anche indiretto ma alla fine il bacetto di Rukawa l’ ho avuto…ndSei Certo che sei proprio un maniaco…hai organizzato tutto sto ambaradan solo per bere dalla bottiglia di Rukawa?!ndYu Eheh…ho avuto una grande maestra…ndSei Ok, ok…questa te la concedo.ndYu] 



- Hn. – si limitò a rispondere Kaede assumendo un espressione ancora più fredda del solito.



- Allora muoviamoci a tornare alla sede. – terminò Seiji mettendosi addosso la maglia della tuta che aveva lasciato sulla panchina del piccolo campo all’aperto.



- E’ colpa tua che hai scelto un posto tanto lontano… - commento Rukawa ricordandosi della prima volta che ci era stato.



- Certo che oggi parli davvero troppo! Non ci sono abituato… - sorrise Seiji raccogliendo la borsa e aprendo il cancello. – sai dirmi che ore sono? -



- Hn… - e gli mostrò l’orologio raccogliendo a sua volta la propria borsa e infilandosi la felpa.



- Ok…come non detto… - commentò Seiji per poi impallidire di fronte all’ora. – Oh…merdaaa!!! E’ tardissimo Mieko mi ammazzerà! – e detto questo prese a correre verso la sede della nazionale.



Rukawa si ritrovò ad essere trascinato per un braccio verso la sede, talmente giù di corda da non avere nemmeno la forza di reagire.



Ma che diavolo ha questo babbeo?!

Tutto sto casino per una ragazzina, come quella stupida scimmia!

Merda! 

Possibile che devo sempre finire col pensare a lui!!! 

E’ finita…E’ finita!

Devo farmelo entrare nella testa.



Seiji lo mollò all’inizio del corridoio del secondo e suo piano, farfugliando che dopo salvo imprevisti sarebbe passato a salutarlo, prima di uscire e si fiondò nel suo appartamento.

[Rompicoglioni fin nell’anima, eh Sei-chan?ndYu Sono come te, mammina…ndSei E non mi chiamare mammina!!!ndYu Che brutto esempio che dai ai tuoi figli…^^’’’ndSei]



Rukawa si diresse nella sua stanza per fare i bagagli e andarsene.



OWARI





[Ahahahahahahaha! Ci siete cascati!!! Ma, da 1 a 10, quanto sono bastarda???]



GIORNO V: Seeing you


- Kacchan…Kacchan…?Dove sei?Vieni fuori stupida palla di pelo… - Hanamichi borbottava improperi a destra e a manca non riuscendo a trovare il gattino.

Chissà dove si è cacciato quel deficiente di un gatto!

E’ proprio un idiota!

Poteva anche non scappare…da me.

Mica me lo mangiavo.

[Che stia parlando del Kaede umano o di quello animale…?ndYu Mah…ndSei]

Avevo solo bisogno di pensare un po’.

Effettivamente se fosse rimasto non sarebbe cambiato nulla…Ma nessuno gli ha dato il diritto di andarsene.



- Kaede! Ma si può sapere dove cavolo sEIIII…?! – mentre pronunciava questa frase, dirigendosi verso la porta d’uscita in totale rassegnazione, una palla di pelo nero schizzo fuori da una stanza a lato del corridoio miagolando festosa, causando una tremenda reazione a catena. – IIIIIIH…! -

La porta si aprì e Hanamichi inciampato nel gatto si ritrovò a terra ai piedi di Rukawa e con il gatto che miagolava saltellandogli in testa.



- Eccomi. – si limitò a dire Rukawa fissando Hanamichi con uno sguardo tra il divertito e il sorpreso.



- Beh che c’è?! – inveì Hanamichi dopo un attimo di smarrimento fissandolo storto lungo disteso sul pavimento dell’ingresso. – cos’è quello sguardo?! – mentre il gattino impacciato, su un suolo per così dire ‘straniero’, gli scivolò sulla faccia tentando di aggrapparsi ai corti capelli rossi.



- Ppfff… - Rukawa trattenne le risate.



- Stupida palla di pelo… - continuò Hanamichi mettendosi a sedere sul pavimento e contemporaneamente sollevando per la collottola a mezz’aria il gattino nero che lo fissava con sguardo innocente e sorpreso.



Rukawa si tolse le scarpe cercando di mantenere un contegno serio di fronte alla scena, mise le ciabatte ed entrò dirigendosi in cucina.



- Ho fame. – disse soltanto, forse era da considerarsi un offerta a cenare li.



Lo stomaco di Hanamichi parve essere d’accordo con Rukawa perché borbottò ansioso, effettivamente il rossino non aveva ancora mangiato. Il moro gli indicò una sedia e apertolo si mise ad osservare contrariato il frigo praticamente vuoto.

Hanamichi sorrise vedendo Rukawa con un espressione così ‘umana’.

Si alzò si diresse al telefono.



- Posso? – disse con un tono serio e tranquillo.



- Hn. – si limitò a rispondere Rukawa, che lo aveva seguito, forse pensando che se ne sarebbe andato, fermo sulla soglia della cucina.



Hanamichi chiamò una pizzeria ad esporto. Ordinò una pizza per lui e poi si rivolse al moro.

- Ti va una pizza? – chiese restando in attesa. 

- Hn… - rispose soltanto Kaede.

- Quale? – dovette chiedergli Hanamichi richiamando tutto il suo self control.

Dopo alcuni secondi, che al rossino parvero anni, Rukawa rispose.



Poi farfugliò che aveva appena terminato di giocare, infatti era ancora visibilmente stanco e sudato, e si diresse verso il bagno.



[Beh?!Ve la volete dare una svegliata! si o no?! NdSendoh E tu che cacchio ci fai qui?!ndYu Non è un hentai questa?ndSe Certo–che–no!L’ ho scritta io!ndYu Aaaah…capisco…allora ciaaaao...ndSe Heiiii!!!Come ti permetti!Adesso resti qua fino alla fine!Se no ti faccio copulare con Uozumi!ndYu Noooo…pietà…ndSe Anzi no…eheh..con Haruko!ndYu ok. Non mi muovo più. Lo giuro. Le tue fic sono stupende. Questa fic è stupenda.ndSe eheheh…ci vuole poco, no?ndYu] 



Ne uscì dopo una ventina di minuti, rilassato e bellissimo, ma soprattutto coperto solo da un asciugamano.

Sfortunatamente [parere mio personale…ma penso che in molti saranno d’accordo…ndYu] si diresse direttamente in camera a vestirsi. 

[eheh..se no era troppo facile!ndYu]



Mangiarono in silenzio.

Una tensione opprimente aveva invaso la stanza.



Merda…se continua così non risolverò nulla.

Se ne andrà sicuramente…

Eppure pare che non ne abbia l’intenzione, forse aspetta che io me ne vada per partire.

Ma fra poco sarà troppo tardi, non ci saranno più treni.

Allora forse dovrei restare qui il più a lungo possibile.



Hanamichi sollevò il capo dal suo piatto ormai vuoto per ritrovarsi gli occhi di Rukawa puntati su di lui interrogativi.

Volse lo sguardo altrove, non era in grado di sostenere quello dell’altro.



Rukawa depose i piatti nel lavello, poi si diresse al divano e vi si lasciò ricadere, si stiracchiò e buttò la testa all’indietro, facendo scivolare a lato i capelli corvini, che solitamente gli coprivano il volto, e sospirando chiuse gli occhi.



Hanamichi rimase in assoluta contemplazione, rabbrividendo al suono del suo sospiro.



E’ bellissimo, la cosa più bella che abbia mai visto…

La pelle delicata, i capelli di seta, gli occhi profondi come la notte, la grazia dei suoi movimenti, quella lentezza che pare calcolata, le labbra morbide e rosate, la sua voce profonda e sensuale.

Mi sento come uno scolaretto che ha appena rubato una rivista porno che gli sarebbe proibito avere.

Dovrei smettere di fissarlo, se si girasse…dovrei smettere di fissarlo e basta.

Ma pare che il mio corpo non abbia più intenzione di dare retta alla mia stupida mente.

Mi gira la testa, come all’inizio della partita col Sannoh.

In fondo sono il tensai, no?

Allora qualunque cosa io possa fare sarà la migliore, il tensai non ha bisogno di pensare.



Il rossino si mosse lentamente senza fare rumore, si fermò dietro il divano e si chinò sul volto rilassato di Rukawa.


Probabilmente sta aspettando di sapere che cosa ci faccio qui.

E’ stato così freddo oggi, proprio come un tempo.

Come se non fosse successo nulla.

Che sia stato solo un incidente?

Baka! Basta pensare!



Ancora una volta le labbra di Rukawa si schiusero, facendo uscire la sua voce profonda.



- Perché sei qui? – domandò freddamente.



Ma Hanamichi riuscì ad avvertire soltanto il soffio caldo che sfiorava la sua pelle, perso com’era nella contemplazione del volto del suo compagno di squadra.

Gli occhi dell’altro stavano per aprirsi, forse perché non aveva ottenuto risposta.



Merda! Merda! Merda!

Perché sono così indeciso!?



Vedeva le lunghe ciglia scure carezzare dolcemente la pelle, mentre le palpebre si sollevavano lievi.

Frattanto una piccola palla di pelo nero si stava arrampicando sul tavolo della cucina e presa debitamente la mira, scelto il bersaglio più difficoltoso [ …si sa Kacchan mira sempre in alto e sempre ad Hana-chan… ndYu], prese una buona rincorsa e saltò.



Che cosa dirà trovandomi qui così…come un idiota.

Ha proprio ragione lui…sono un idiota.

E’ meglio che me ne vada.

Era ad un soffio dalle sue labbra, ma era troppo pericoloso, fece per rialzarsi.



Ma che diamine…!

Con la coda dell’occhio fece in tempo a vedere un gatto volante, che si dirigeva pericolosamente verso la sua testa, ma prima di riuscire a fare qualunque cosa si ritrovò sbilanciato con il micio in testa.

[Slam dunk! NdYu]



- Stupida volp…! – riuscì a dire prima che gli occhi di Kaede si spalancassero definitivamente e lui si ritrovasse con le labbra premute sulle sue.

Il cuore prese a battergli a velocità supersonica e lui si ritrasse immediatamente.

Pareva che Rukawa avesse capito cosa era successo, ma non si spiegava comunque il perché lui si trovasse là, per quanto assurdo un gatto non avrebbe potuto spostare un gigante come lui.



Il gatto intanto se ne stava sulla sua testa con aria di superiorità.

Quando Hanamichi lo prese per la collottola e se lo portò davanti al volto per rimproverarlo emise un miagolio di sdegno. 

- Ma si può sapere che cosa sei?!Un alieno?!Un mostro?!Una divinità?!Un feticista di geni?! – prese a sgridarlo il rossino.

Il gatto rispose pacatamente.



D’accordo…

Qui c’è decisamente qualcosa che non va Hanamichi…non solo stai parlando con un gatto, per di più davanti a Rukawa, ma stai anche analizzando mentalmente la situazione rivolgendoti a te stesso. 

Comincio a credere che tu stia impazzendo.

Forse dovresti andare da un strizzacervelli…



-Cosa ti è saltato in mente di usare la mia testa come bersaglio?! – continuò il rossino imperterrito.

Il gatto prese a miagolare fortissimo.

- E va bene!Hai ragione!Hai vinto! – lo interruppe infine Hanamichi facendolo smettere di miagolare.

Sentì una risata lieve provenire dalla sua sinistra.



E si volse a guardare il moro che rideva serenamente. 

Il gatto sgusciò fuori dalla stanza col suo passo impettito e trasudante superiorità.



- A questo punto mi arrendo…io ci ho provato. Ma se tu fai così…proprio non ce la faccio. – disse il rossino fissando l’altro ragazzo negli occhi. 

Rukawa tornò improvvisamente freddo come al solito.





E così è finita di nuovo.

Me e la mia stupida speranza.

Meglio che mantenga questo mia maschera o questa volta potrei anche mettermi a piangere.

Sono davvero un idiota…





- No. – continuò Hanamichi dolcemente – Non m’importa che tu rida della mia stupidità, ma non smettere, ti prego. - 



Rukawa non smise di fissarlo indifferente anche se una sorta di luce, Hana se ne era accorto, aveva attraversato i suoi occhi apparentemente gelidi. 



[E qui il mio unico grandissimo insormontabile trauma…Non so fare le lemon…NOOOOO! NdYu Eddai, che te lo insegno io! NdSendoh Allora…Allora, dopo anni e anni, ce la faro!!! NdYu]



- Sei tu quello che fa apposta a comportarsi così. – si limitò a ribattere Rukawa freddamente – Vuoi…Vuoi proprio che ti sbatta sul pavimento?! – sibilò cercando di mantenere la calma.



Se possibile il volto di Hanamichi diventò più rosso dei suoi capelli, abbassò improvvisamente il capo e prese a fissarsi i piedi.



- P - Perché no? – balbettò con un filo di voce.



Per un attimo tutto si fermò.



CHECCOSA?!

No scusatemi…ma che cosa ha detto?!

Sicuramente sto impazzendo e sento le voci.

Non è possibile!

Oh, Dio, allora esisti da qualche parte!!!

Non so che cosa sia successo, ma…questa volta non farò di certo finta di nulla!



Rukawa si alzò con uno sguardo talmente determinato che persino Sendoh ne sarebbe rimasto shockato e si diresse con passo sicuro verso Hanamichi.



[Si!Si!Si! Ho superato il blocco dello scrittore! Siiii!NdYu Era ora!NdRu A chi lo dici!NdHana]





- Haem…Non per dire, ma…mi fai un tantino paura… - Hanamichi indietreggiò di un passo.



Rukawa continuava a fissarlo come se volesse mangiarselo, camminando deciso verso di lui.



- E da quando il genio ha paura di qualcosa? – rispose il moro, passandosi la lingua sulle labbra.



L’altro quasi inciampò in una pianta, che si trovava accanto allo stipite della porta, che separava la cucina dallo stretto corridoio. Riuscì ad evitarla senza perdere di vista Rukawa e continuando a procedere come un gambero.



- Finirai contro il muro, se non vai a destra, do’aho. – continuò Rukawa tranquillo.



Ma che diavolo gli é preso per essere così loquace?

Ma che diavolo mi è saltato in mente di dargli carta bianca?!

Questo è uno psicopatico, maniaco, stupratore…



Senza pensarci Hanamichi si spostò sulla destra, evitando il muro e finendo in un’altra stanza.



Sono salvo per un pelo.

Per fortuna che non sono rimasto bloccato in corridoio.



Poi incrociò lo sguardo di Rukawa, più luminoso che mai, mentre un lieve sorriso gli increspava le labbra.



Un attimo…Eh, no…

Qui c’è qualcosa che non va…Che cos’è quel ghigno sadico?!



Continuava ad indietreggiare, finché non inciampò in qualcosa ed inevitabilmente cadde, solo allora capì…

[Il topo è intrappola!NdYu E adesso la volpe se lo mangia!NdSei Eh, già…ndRu *gulp* ndtutti]



Letto…Letto…Sono su un letto…sono su un letto…

Il letto di Rukawa!



Continuò ad indietreggiare anche sul letto, senza però riuscire ad alzarsi.

Non riusciva a muoversi, né a distogliere lo sguardo da quello dell’altro.

Rukawa si avvicinò con la sua consueta lentezza, tutta quella apparentemente studiata precisione e fluidità nei movimenti, che lo rendeva tanto seducente alla vista, senza contare che quell’aria determinata incentivava alquanto la sua già irresistibile sensualità.

Salì sul letto, mise le mani ai lati della testa del rossino e lo fissò per un istante.

Poi avvicinò il capo a quello dell’altro, che lo scrutava senza muovere un muscolo, quando fu abbastanza vicino gli occhi di Hana si serrarono e finalmente le loro labbra si sfiorarono.

Inizialmente non si trattava che di un bacio casto, come quello involontario di poco prima, ma poi la lingua di Rukawa presa ad accarezzare le labbra di Hanamichi, dandogli piccoli morsi al labbro inferiore per poi leccarlo con dedizione, l’altro dischiuse le labbra con titubanza, sapeva che questa volta non avrebbe potuto scaricare la colpa su qualcun altro, lasciandogli la libertà di esplorare il morbido interno della sua bocca.




Questa volta…questa volta…

No…non ho intenzione di rischiare come la prima volta.

Devo cercare di controllarmi.



Tutte le sue convinzioni svanirono in una nube di fumo, Hanamichi aveva improvvisamente risposto al bacio e null’altro importava.

Oramai i loro corpi erano provvisti di propria volontà, le mani del rossino si insinuarono sotto la sua maglietta, accarezzando la sua pelle accaldata.

Una scarica elettrica lo percorse in ogni parte, il corpo di Hanamichi si muoveva convulsamente sotto di lui, sentiva l’erezione del compagno premere contro la sua coscia. 

Gli sfilò la maglietta e prese a mordicchiargli con calcolata lentezza il capezzolo roseo, lasciando una scia di umidi baci sulla sua pelle ambrata, scivolando in una dolce tortura verso il punto di maggior tensione.

Armeggiò con i bottoni dei suoi pantaloni fino ad aprirli, glieli sfilò, poi si sollevò per togliersi la camicia color indaco, ormai impregnata del sudore di entrambi, continuando a fissare gli occhi languidi di Hanamichi.

Il rossino respirava affannosamente e si trovava in una posa fin troppo invitante.



A questo punto ho due possibilità…

O me ne vado subito, oppure posso dire addio a tutti i miei buoni propositi.

Una sconfitta a tavolino per rinuncia mia?

Insomma io sono Kaede Rukawa.

Il n°1 del Giappone.

Se dovesse pentirsene almeno mi sarò preso la soddisfazione di essere il primo.

Ma che ca**o faccio?!

Mi sto giustificando per qualcosa che non ho ancora fatto!

Beh…mi sono stufato di pensare.

Ci sono modi molto più produttivi di passare il tempo.

[Cmq questa riflessione sarà durata si e no 3 secondi…ndYu Embé?ndRu Cos’altro puoi fare in tre secondi?ndYu Eiaculazione precoce…?ndSendoh Povero Hacchan…ndSei*scotendo il capo* L’invasione dei Sendoh…ndRu*armato di mazza da baseball*] 



Si avvicinò nuovamente, riprendendo ciò che aveva interrotto.

Si scambiarono un altro bacio appassionato, poi Kaede scese nuovamente a torturare i suoi capezzoli oramai turgidi e ad assaggiare ogni centimetro della sua pelle morbida, i loro corpi si strusciavano, provocandogli scariche di piacere, le mani di Hanamichi, mentre quest’ultimo si scioglieva sotto le sue attenzioni, avevano ripreso a vagare su quanto del corpo dell’altro fosse loro concesso.

Senza preavviso il moro sfiorò con la lingua la stoffa sottile e tesa dell’unico indumento rimasto al rossino, facendolo sussultare e gemere, quindi si liberò di quell’ultimo ostacolo, rivelando ai propri occhi il suo membro pulsante. Scese a giocherellarci sadicamente con la lingua, come se si fosse trattato di un gelato, mentre l’altro spingeva con foga, ma invano, lasciando qua e là anche dei piccoli morsi e massaggiandogli i testicoli con una mano. Nel frattempo gli allungò la mano libera affinché la leccasse, per poi tentare l’intrusione di un dito nello stretto orifizio, l’altro si irrigidì un poco, fortunatamente la sua attenzione era focalizzata in un altro punto.



Beh…ormai è andata.




Hanamichi sentiva che qualcosa lo stava violando, ma la sensazione, nonostante andasse in crescendo, era così debole, rispetto al piacere che stava bramando, che portò una mano fra i capelli corvini dell’altro, facendo pressione per essere appagato, finché Rukawa non lo prese interamente in bocca, facendolo quasi urlare, per poi cominciare a succhiare ed aiutandosi con la mano. 

Il volto di Hanamichi si trasfigurò da un’espressione di assoluto piacere, mentre si liberava nella bocca di Rukawa, ad una di assoluta beatitudine, l’altro bevve fino all’ultima goccia, poi si allungò verso di lui per fargli saggiare il suo stesso sapore, il rossino lo accolse con dolcezza e passione anche se sembrava alquanto spossato.



- Com’è che tu sei ancora così? – soggiunse poi serenamente, tenendo gli occhi socchiusi, ridacchiando ed indicando i pantaloni dell’altro.



Sentiva di essere stato preparato…Con un colpo di reni, riuscì ad invertire le posizioni, portando un incredibilmente sorpreso Rukawa sotto di lui.

Gli posò una serie di piccoli baci sul torace e sull’addome, passando la lingua a giocherellare con il suo ombelico, stuzzicò con una mano un capezzolo roseo e salì a baciarlo sulla bocca, poi sul collo, fin nell’incavo, con una sorta di sacra lentezza. 





Non ci posso credere…vuole vincere anche qua…

Ma, forse, sono io quello che vuole vincere ovunque.

Però questa posizione non è male, riesco a vederlo bene.

Scorgo la sua espressione attenta e il suo corpo stupendo; i muscoli che guizzano sotto la pelle ambrata, gli occhi di cioccolato screziato d’oro, i suoi capelli di fuoco, che adesso mi sembra davvero che stiano bruciando.

Come tutto il mio essere, che brama il suo.

Riesco a vedere il sudore che scorre sulla sua pelle imperlandosi e carezzandola lieve.




Sentiva Rukawa ansimare sotto di lui e il suo corpo fremere, ma voleva scuoterlo ancora di più.



Non vuoi assolutamente lasciarti andare…

Lo so, non hai alcuna intenzione di sottometterti, vero Rukawa?

So che cosa vuoi.

Anche se hai cercato di non farmelo pesare, forse quasi di evitarlo, lasciandomi libera scelta.

Sarò anche un idiota, ma non sono così stupido.

E va bene, per questa volta te lo concedo…ma a modo mio.



Scese a slacciargli i pantaloni e poi glieli sfilò, si liberò anche delle mutande, restando per un attimo in contemplazione della bellezza di quell’essere così perfetto da sembrare un angelo.

I profondi occhi blu lo scrutavano pervasi di una strana luce, probabilmente cercava di mantenere il controllo, i capelli corvini arruffati risaltavano sulla pelle eburnea, le labbra rubino erano socchiuse e gonfie a causa dei baci, il corpo dalle linee sinuose giaceva languidamente sotto di lui.

Bruciavano gli occhi e bruciava la pelle, dietro quell’espressione pressoché indifferente.

Si allungò a baciarlo di nuovo sulle labbra, sfiorando intenzionalmente con la propria la sua erezione, poi si abbassò e prese a leccarlo con dedizione, Rukawa emise un gemito roco.

Infine si risollevò e senza che l’altro potesse far nulla, restando sopra, lo fece entrare di colpo in sé, gemendo di dolore e lasciando che una lacrima scorresse lentamente sul suo volto, strappandogli però un altro profondo gemito di piacere.



Evvai, con la seconda volta!

Adesso penserà che sono un frignone!

Possibile che debba piangere sempre davanti a lui?!





Ma che razza di esaltato…e io che mi preoccupavo…



Si accorse della lacrima che scendeva lungo il suo volto.



Sei proprio un idiota, Hanamichi Sakuragi, avremmo anche potuto farlo con più calma.

E poi non era necessaria questa posizione…è sicuramente più dolorosa.

Non è che ha voluto stare sopra a tutti i costi?

Tzk…proprio un idiota.

Adorabile.



Rukawa riuscì miracolosamente, facendo forza su tutta la sua imbattibile volontà, a non spingere, finché il rossino non si rilassò un po’.




Infine simultaneamente, l’uno assecondando i movimenti dell’altro, cominciarono a muoversi, dapprima lentamente e via, via con sempre maggiore foga e più c’era piacere più il dolore diminuiva, finché non scomparve del tutto.

Vennero assieme, Hanamichi si accasciò sopra Kaede, per poi sollevarsi a fatica, facendolo uscire, e distendersi sul letto, ad una piazza e mezza, accanto a lui.



- Tutto bene? – sussurrò Rukawa con il suo tono profondo, riprendendo fiato e passando una mano ad accarezzare i corti capelli dell’altro ragazzo.



- Baka kitsune... – si limitò a rispondere Hanamichi accoccolandosi nell’incavo del suo collo, chiudendo gli occhi e passandogli un braccio intorno alla vita. – …Lasciami dormire, prima di domani devo tornare al centro. – concluse sorridendo ed addormentandosi.



Un lieve sorriso sfuggì anche alle labbra di Rukawa.



- Do’aho. – rispose di rifesso, mentre scivolava anch’egli nel sonno.



Dannazione!!!

Non sono riuscito a controllarmi.

E se poi dovesse pentirsene…come potrei sopportare il suo disprezzo?



Rukawa si tirò a sedere sul letto, facendo attenzione a non svegliare Hanamichi, non ancora, abbassò il capo, lasciando che i capelli corvini coprissero il suo sguardo nuovamente gelido.

Rimase per un po’ ad osservalo, riusciva ad essere vitale anche mentre dormiva, sfiorò la sua spalla ambrata e possente con un lieve bacio. 

Si diresse in salotto, aveva bisogno di scaricare i nervi.

In fondo Hanamichi dormiva come un sasso.



Il rossino sentì una musica dolce permeare la stanza, una voce maschile bisbigliava tristi parole.

Si decise ad aprire gli occhi ed alzarsi, per cercare Rukawa che, lo aveva percepito, non era al suo fianco.

Si sentiva abbastanza sbattuto, ma come per tutte le altre cose, ci avrebbe fatto l’abitudine.

L’altro era in piedi di fronte allo stereo, gli dava le spalle, in tutto il suo etereo splendore; la schiena pallida riluceva alla prima luce del Sole che filtrava dalla finestra socchiusa.

Per una volta Hanamichi si risolvette a cercare di capirlo, voleva sapere.

Fino ad allora non aveva ricevuto alcuna spiegazione per il comportamento dell’altro e forse era questo a renderli inquieti entrambi.

Si avvicinò silenziosamente e gli cinse i fianchi, petto contro schiena, poggiando il mento sulla sua spalla.



- Cosa dice? – domandò riferendosi alla voce che cantava.



- Hn. – si limitò a ribattere il moro, allungandosi verso lo stereo e alzando il volume.



[To see you when I wake up is a gift I didn’t think could be real…To know that you feel the same, as I do, is a dream for me. Don’t be a dream…You do something to me that can’t explain…ndYu Bleah…sei una campana!ndtutti] 



Quindi lo abbassò, ritornando ad appoggiarsi al petto di Sakuragi.



- Kitsune? – lo interrogò Sakuragi ironicamente.



- Hn? – rispose come di consueto l’altro.



- Sai qual è il mio voto in inglese? – continuò sempre con ironia, restando abbracciato a Rukawa, che a sua volta restava appoggiato a lui.



- Do’aho. – concluse il moro con un lieve sorriso dipinto sul volto.





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Potrebbe finire qua, ma come al solito c’è il double end!:-P

Se vi piace Rukawa continuate.

Ahahah…voglio vedere chi non legge!

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Hanamichi però lo fece voltare di scatto e gli mollò un pizzicotto tremendo sul braccio. [Non possiamo certo rovinare il suo bel visino da milioni di dollari!ndYu Concordo…ndHana] 



In cambio però gli arrivò un sinistro, che miracolosamente riuscì a schivare, andando a piombare sopra il divano. 

- Hei calma…era solo un innocuo pizzicotto! – commentò riprendendosi dalla sorpresa.



Ti ho dimostrato che non sono un sogno?

O forse era una prova troppo stupida?

Beh, ti ci dovrai abituare questo è il mio modo di essere.



- Come al solito non capisci un tubo. – si limitò a ribattere l’altro, scotendo la testa e incrociando le braccia, scrutando al di là della finestra.



- Merda è tardissimo!Devo tornare al centro!!! – urlò Sakuragi, senza tuttavia muoversi dal divano.



- Ho detto che passavi il week-end coi tuoi. – annotò Rukawa continuando a dargli le spalle, alle loro menti si affacciò la stessa scena avvenuta al centro. 



- Sai ci ho riflettuto un po’ e… - riprese Hana, passandosi un mano fra i capelli e arrossendo - Credo…proprio…di…sì. – continuò, mentre il moro si voltava. – E tu? – concluse scrutandolo in attesa. 



L’altro ragazzo gli si avvicinò, si piegò verso di lui stravaccato sul divano, poggiando una mano sullo schienale, fece incrociare i loro sguardi e lo baciò dolcemente, poi incastrò un ginocchio fra le sue gambe, restando piegato su di lui in una sorta di assalto-abbraccio. 



- Hn. – mugugnò spostandosi a baciare collo ed incavo, assaporandone l’odore, tormentando un capezzolo con le dita affusolate, per poi scivolare inesorabilmente verso il basso. 

– Anch’io. – disse infine, mentre la sua bocca si bramava nuovamente quella dell’altro e il suo corpo la seguiva sinuoso come quello di un gatto.





OWARI



Però ormai che mi ci sono affezionata…avrei anche qualche nuova idea…potrei continuarla. Oramai il grosso è fatto!

Kacchan si affida ora alle amorevoli cure di Sei-chan!^^

Sei-chan: Scusa, ma mi pare che sia già impegnato…

Yu: Non la volpe il gatto. Commenti?

Sei-chan: Preferisco la volpe.

Sendoh: Ti manca ancora un po’ di esperienza, però non male. ^___^

Yu: Voi?

Kacchan: Meowwww! Frrrr…Frrr… 

Ru-chan: Hn...

Hana-chan: Yuuu!Ce l’hai fatta!!!Ci hai fatto concludere!

Yu: Bene!Pare che siano tutti contenti, perciò adesso posso anche fuggire.


 

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