NOTE: … e ho
detto tutto.
DISCLAIMERS: Date alla Rowling ciò che è della Rowling, e a Tes ciò
che è di Tes.
DEDICHE: a kieran, rei-chan, saku e pam… e a geme, e a Ca-chan*_*…
vi voglio tantissimo bene!!!!!!
RINGRAZIAMENTO : a tutti quelli che commentano ç*ç, grazie di
cuore: questa ficci continua grazie a voi.
NOTA 2: Draco mi è sfuggito un pelino di
mano°_°'''''''''''''''''''''''''''''''''''… ma appena appena un po'''''…
SFIDA
capitolo 5
di Tesla
Gli occhi della McGrannit diventano…
enormi, non sa come altro
descriverli. Forse sono le lenti degli occhiali a dilatarglieli in
quella maniera impressionante, dandole un'aria scioccata, oltre che
scandalizzata.
Ma forse, riflette Harry… forse non sono gli occhiali.
Forse è semplicemente scioccata.
E basta.
La professoressa McGrannitt rimane a fissarli pietrificata sulla
porta, senza dire una parola. Harry la osserva stordito, e per un
paio di secondi pensa veramente sia solo un sogno.
L'attimo dopo realizza la situazione… lui e Malfoy incastrati
morbidamente sulla scrivania coperta di sperma di Piton. Sente il
sangue affluire di colpo al volto in maniera bruciante, mentre
estrae il pene dal corpo di Draco e si riveste con dita tremanti.
Accanto a lui, Malfoy si ricompone, con gesti automatici e un po'
goffi; ha gli occhi chiusi, e nel silenzio tenebroso che è calato
all'interno dell'aula di Pozioni, Harry lo sente bisbigliare
incredulo e smorto " …Non è possibile, non è possibile…", con una
voce così distaccata da non sembrare neanche la sua.
L'ultima lampo viene tirata su, e la McGrannitt si rigira rigida
verso di loro, più pallida che mai.
Il suo corpo trema in maniera impressionante. Harry lancia
un'occhiata al resto dell'aula, aspettandosi di vedere tutti i
mobili tintinnare.
"È un terremoto, non c'è altra spiegazione…" pensa, ma quando si
sofferma sul viso della loro insegnate di Trasfigurazione si
corregge subito.
Non è la terra a tremare.
È la McGrannitt.
Trema di rabbia.
Si sente lo stomaco ridotto alle dimensioni di un tappo di
Burrobirra accartocciato. Cerca di deglutire, ma trova solo aria,
la bocca completamente secca.
Sa che deve dire qualcosa, QUALUNQUE cosa… ma non riesce. È come se
davanti all'espressione furibonda della McGrannitt il suo cervello
fosse salito a cavallo di una scopa e volato via in gran fretta.
Come ha potuto essere così stupido?! Come?!
- Professoressa…- tenta con voce flebile Harry, ma la
McGrannitt lo interrompe immediatamente.
- Stai zitto, Potter- sibila gelida, e non ha bisogno di
scagliare alcuna maledizione Imperius per farsi ubbidire.
Qualunque speranza di poter spiegare la situazione svanisce quando
sente la voce tremante continuare.
- Trentanove anni…. Sono trentanove anni che insegno qui, e
mai, MAI!... degli alunni si sono permessi di…
Il suo corpo trema in maniera febbrile, il suo viso è ancora
pallido, le labbra stinte in un'unica linea candida.
Si raddrizza, si erge in tutta la sua statura; Harry, benché l'abbia
ormai quasi raggiunta, indietreggia inconsciamente e sbatte la
spalla contro quella di Draco, che ancora bisbiglia incredulo
affianco a lui.
Di nuovo il bisogno di spiegarsi viene, e di nuovo evapora, quando
la McGrannitt riprende a parlare.
- Questa scuola non è… una casa per appuntamenti, NESSUNO può
permettersi di entrare in un'aula e … vandalizzarla! Come avete
POTUTO?!?
Harry si sente il viso ardere dalla vergogna, dalla propria idiozia.
Trovarsi in una situazione del genere, così imbarazzante… gli
sarebbe andato bene qualunque altro insegnate. Perché proprio con la
McGrannitt?
La McGrannitt abbassa lo sguardo sui due alunni, e la sua bocca si
storce in una smorfia furiosa.
- Settanta punti – inizia, e Harry sussulta – verranno tolti a
Grifondoro e Serpeverde per il vostro comportamento vergognoso.
Malfoy- dice brusca rivolta a Draco, - esci fuori e aspetta davanti
allo studio del professor Piton. In quanto Direttore della tua Casa
e diretto interessato andrò subito ad informarlo dell'accaduto.
Pretendo che gli facciate entrambi le vostre scuse, e sperate di
essere sinceramente pentiti. Speratelo con tutto il cuore.
Harry impallidisce di colpo davanti a quella notizia. Sa già che
Piton lo ucciderà quando verrà a conoscenza dell'accaduto.
Di fronte all'immobilità di Malfoy, che ancora fissa il vuoto
imbambolato, la professoressa McGrannitt grida con forza:
- MALFOY! FUORI!
Draco si riscuote con un sussulto e scappa fuori dalla stanza senza
degnare Harry di uno sguardo. Ora la furia della sua insegnante di
Trasfigurazione è rivolta verso di lui.
La mente di Harry galleggia nell'incredulità più totale.
Non è possibile che stia accadendo una cosa del genere. Deve essere
un incubo, ecco. Solo uno stupido….
- Potter…
La McGrannitt stringe le labbra furiosa, e in quella voce avverte
tutto il suo disgusto.
- Non avrei mai creduto che un giorno sarei stata messa in un
tale imbarazzo da un alunno della mia Casa.
Harry continua ad osservare con interesse le punte delle sue scarpe
scollate, stordito, ancora incredulo che una cosa così apocalittica
possa esistere veramente.
- Da questo momento in poi, Potter, sei pregato di consumare i
tuoi – stringe più forte le labbra – rapporti sessuali nel posto
dove è loro convenuto: un letto! Per quanto possano essere grandi i
tuoi screzi con il professor Piton, NULLA ti autorizza ad entrare
nell'aula di Pozioni, o in qualunque altra aula, e…. vandalizzarla
in quel modo !!!
- Ma non era quella la mia intenzione, professoressa
McGrannitt!- la interrompe disperato Harry.
Preferirebbe affrontare un centinaio di Ungari Spinati piuttosto che
intrattenere una discussione sul sesso con la McGrannitt, ma non può
permettere che la sua insegnante di Trasfigurazione continui a
pensare una cosa del genere.
Le narici delle McGrannitt si dilatano pallide, sembrano sul punto
di sprizzare scintille, ma non fa commenti sarcastici; invece si
siede su uno dei banchi e dice bruscamente:
- Bene, Potter. Allora spiegati.
Ecco. Bene. Dunque…
E adesso?
Vorrebbe tanto essere un Animagus come Codaliscia, e fuggire via, ma
poi il suo pensiero va al suo padrino, Sirius, e si dà per
l'ennesima volta dell'idiota. Molto probabilmente Sirius gli avrebbe
fatto i complimenti per il bel colpo tirato a Piton... prima di
scoprire con CHI ha fatto… il misfatto.
- Io non volevo offendere Pi… il professor Piton o
vandalizzare l'aula di Pozioni- inizia Harry, e si sente appena un
po' rincuorato quando la professoressa non lo interrompe, anche se
inarca paurosamente le sopracciglia.
- È solo che in quel momento…
Stringendo i pugni, alla fine riesce a dirlo.
- … per me contava solo M-malfoy. Io non riuscivo a pensare ad
altro, volevo solo un posto p-per …stare solo… con lui.
La McGrannitt continua a rimanere in silenzio, e Harry gliene è
grato, perché è più facile per lui liberarsi di tutto così, senza
interruzioni.
- Avrei pulito, dopo, e lo so che ho sbagliato, che ho
commesso una cosa estremamente stupida, e mi dispiace, mi dispiace
per aver perso il controllo in quel modo! Mi dispiace, io…
- Potter- lo blocca la McGrannitt molto più calma, e a quella
voce Harry si zittisce di colpo.
Fissa la sua insegnante di Trasfigurazione in attesa.
- Tu hai sedici anni, e sei un ragazzo, e – stringe di più le
labbra facendo una smorfia- posso capire l'irruenza del momento, e
tutto il resto. Però, nei tempi in cui viviamo, sarebbe meglio
evitare la relazione con certe persone con più prudenza.
- Cosa intende dire, professoressa?- domanda piano Harry, ma
crede di conoscere già la risposta.
- Lucius Malfoy è un Mangiamorte, Tu-Sai-Chi è tornato… e noi
non sappiamo il ruolo di Draco dentro questa guerra. Molto
probabilmente i suoi sentimenti nei tuoi confronti sono sinceri,
Potter- continua la McGrannitt, - ma potrebbe anche … essere usato
come arma… contro di te. Devi solo prestare attenzione, Potter.
Promettilo.
Harry annuisce col capo un pochino più rilassato, anche se sente
ancora le guance ardere, e bisbiglia:
- Lo prometto.
È più tranquillo, sì. Ma c'è un'altra cosa. Quel discorso lo ha
fatto riflettere, e finalmente si è reso conto di tutta la
situazione in generale.
Deve parlare con Draco, e deve farlo adesso.
La McGrannitt punta la bacchetta verso la chiazza di sperma sulla
scrivania di Piton e dice:
- Gratta e Netta!
La scrivania torna pulita come prima.
Quando Harry fa per uscire dopo un "arrivederci" appena mormorato,
la McGrannitt lo richiama.
- Ah, Potter?
Harry si gira.
- Sì, professoressa?
- Mi raccomando: su un letto, la prossima volta.
Il viso di Harry va in fiamme.
Poi un dubbio, e stavolta è lui a chiedere:
- Professoressa McGrannitt?
- Sì, Potter?
- Come faceva a …sapere che ero qui? È stata una coincidenza o…
- No, Potter. Ti consiglio vivamente di non litigare più con
Pix con aria da cospiratore, se non vuoi che vada subito a
spifferarlo ad un insegnante.
- Oh- dice semplicemente Harry.
- Mi raccomando quello che ti ho detto, Potter, tienilo a
mente. E se provi a fare un'altra volta una cosa del genere, verrai
espulso. Sono stata chiara?
- Si, professoressa.
Ora sa cosa fare.
Si attarda ad uscire dall'aula, e appena la McGrannitt gira
l'angolo, corre a cercare Draco.
***
Malfoy è in piedi davanti all'ufficio di Piton, in attesa. Saranno
una decina di minuti scarsi da quando ha lasciato la professoressa
McGrannitt e Harry, e per tutto il tempo è rimasto lì, a fissare il
vuoto, imbambolato.
Ci sono troppi pensieri nella sua testa, che si accavallano, e
scalciano.
Troppi pensieri, troppi.
(Cosa dirà Piton? Cosa farà?)
Ed emozioni.
(Paura. L'attesa)
E ricordi di sensazioni.
(Harry. Harry ovunque intorno a lui. Harry)
Si sente addosso il calore di Potter, l'impressione di dita note che
accarezzano la sua pelle, di un corpo contro il suo, a modellarsi
morbido sulle sue forme.
Ricorda la fitta di sollievo, e di qualcos'altro
(Cosa, Draco? Esattamente COSA?)
che ancora non accetta, implosagli nel petto quando Potter lo ha
raggiunto lì nei sotterranei, e baciato.
Ma è solo una parte dei pensieri.
C'è il viso deluso e scioccato del professor Piton quando lo ha
sorpreso a masturbarsi… e non su una persona qualunque, ma su SAN
POTTER, circondato da decine e decine di foto in cui facevano sesso…
ha visto il suo alunno prediletto contorcersi e affondare smarrito
nel corpo di una delle persone che più odia al mondo, il viso
contrarsi in smorfie mute di piacere.
E c'è il terrore, nell'attesa di scoprire cosa debba succedere. La
paura di affrontare nuovamente il professor Piton dopo essere stato
sorpreso a scopare nella sua aula e aver macchiato la cattedra dove
tante volte ha insegnato di sperma.
Cosa dirà?
Cosa penserà?
Cosa farà?
Verrà espulso?
O punito?
Lo dirà ai suoi compagni, agli altri insegnanti?
A sua madre?
A suo… padre?
(Oh no, ti prego, a lui no, a lui no)
Come ha potuto cedere? Come ha potuto fare quello che ha fatto?
(Ma è Harry, Harry intorno a lui, Harry nel suo corpo, Harry che lo
accoglie)
Come?
Come?
La paura, il vorticare di pensieri… ogni cosa smette di girare di
colpo sotto il rumore di passi affrettati che si avvicinano.
La mente di Draco è nel panico più totale.
L'attimo dopo, però, riconosce quei passi.
Non sono quelli del professor Piton.
Sono di Potter.
- Malfoy, dobbiamo parlare- annuncia atono Harry, il respiro
ancora un po' affannato.
Draco non si gira, rimane con gli occhi inchiodati alla maniglia
dello studio di Piton.
- Vattene, Potter, hai già combinato abbastanza guai- si
lamenta con voce strascicata Draco, con l'orecchio teso per l'arrivo
del suo Direttore.
Le parole seguenti di Harry gli ghiacciano il sangue.
- È finita, Malfoy.
Draco gira il collo di scatto verso Harry. Digrigna i denti.
- Che diavolo vuoi dire, Potter?
- Che è stata l'ultima volta. Questa storia è deteriorata fin
troppo.
- D-deteriorata?- ringhia Malfoy a denti stretti, il viso
pallido contratto. – Che buffo, Potter, non mi sembrava fosse
così "deteriorata" per te quando mi sei venuto in culo cinque minuti
fa!
Le guance di Harry diventano color papavero, ma non abbassa lo
sguardo.
- Doveva essere solo quella volta, negli spogliatoi! – lo
attacca Harry, - Anzi, non doveva esserci nemmeno quella! Ho
sbagliato dall'inizio a farmi coinvolgere da uno come te!
Il viso di Draco si storce in una smorfia disgustata, perde la sua
avvenenza. La pelle è bianca come ghiaccio, gli occhi ridotti a due
fessure dai quale vi sfugge appena un balenio di iride pallida, le
labbra serrate, una grossa vena che pulsa lungo la fronte…
È brutto, ma è anche gonfio di rabbia. Harry è certo che stia per
rifilargli un cazzotto quando vede le mani di Malfoy strette in due
pugni, i tendini tesi, in rilievo, sul punto di spezzarsi.
Invece Draco riprende a parlare. Trema di rabbia.
- Credi che mi importi qualcosa di te, Potter?- sibila quasi
sputando il cognome di Harry. – Beh, ti sbagli. Non mi importa nulla
di te. NULLA. Solo perché hai quella cicatrice credi di essere
speciale, che tutti cadano ai tuoi piedi. Sei solo un illuso, Potter.
- Piantala, Malfoy…- ringhia Harry altrettanto furioso.
- Perfino quel fallito di Weasley, che ti conosce meglio di
chiunque altro, ha preferito una schifosa Mezzosangue a te…
Harry perde il controllo e si scaglia contro Malfoy con tutte le sue
forze. Draco sbatte violentemente la schiena contro il muro di
mattoni ammuffiti alle sue spalle e guaisce di dolore; Harry ne
approfitta e gli dà un pugno in pieno stomaco tanto forte che Malfoy
si accascia a terra, tenendosi la pancia, il respiro affannato,
cercando di far entrare aria nei polmoni svuotati nell'impatto.
- Mi fai schifo, Malfoy- mormora con disprezzo Harry,
guardandolo dall'alto in basso, là dove è accasciato Draco. – Ti
ritieni superiore solo perché sei Purosangue e ricco, e disprezzi
Ron ed Hermione. Ma la verità è che non sei neanche degno di
pronunciare i loro nomi.
Malfoy alza la testa fino ad incrociare lo sguardo di Harry. Il suo
viso è ancora sfigurato della rabbia, anche se le sue guance sono
bollenti. I capelli gli ricadono scomposti sul viso.
- Sei morto, Potter.
- Sì, sì, Malfoy, questa mia pare di averla già sentita…
Rivolge un'ultima occhiata disgustata a Malfoy, si volta e si
allontana, senza mai voltarsi indietro, ma da come tiene la mano
nella tasca, Draco sa bene che è chiusa sulla sua bacchetta, e la
alzerà al primo segno di movimento ostile.
Attende che Potter svolti l'angolo per rialzarsi dolorante. Il corpo
è ancora scosso da convulsioni rabbiose.
"Come ha osato?" pensa febbricitante, "Come ha osa fare questo a
ME…?"
(…e disprezzi Ron ed Hermione. Ma la verità è che non sei neanche
degno di pronunciare i loro nomi)
(Ron)
(Hermione)
(non sei degno)
(non sei degno)
(non sei degno)
La rabbia implode nel suo corpo, così intensa che si espande come
elettricità in lui, strizzandogli i muscoli. Attacca a correre e
segue in automatico tutte le svolte nei corridoi, fino ad arrivare
all'aula di Pozioni; la porta è ancora aperta, la McGrannitt non
l'ha sigillata. Entra, e si ferma tremante davanti ai posti
solitamente occupati da Weasley e la Granger.
(non sei degno)
(non sei degno)
( NON SEI DEGNO)
Li osserva con odio per pochi instati, e per un attimo Ron ed
Hermione sono lì veramente, seduti a sminuzzare gli ingredienti per
le pozioni. Si fermano ed alzano il viso verso di lui.
Un'ultima occhiata, e poi sputa sul viso ad entrambi, in faccia a
quell'Weasley che tanto piace a Potter.
(NON SEI DEGNO)
Caccia un urlo frustrato e dà una manata là dove è la testa di Ron,
ma il viso pieno di lentiggini scompare, la sua mano sferza l'aria e
Draco si sbilancia, cade a terra, franando tra le sedie della fila
prima. Geme ammaccato e dolorante, disteso a terra. Gli brucia
tutto il lato destro del viso, che ha sbattuto sul pavimento.
Il suo sguardo ricade sulle due sedie vuote; due grossi sputi di
saliva amara sugli schienali riflettono le luci fioche della stanza.
Poi, lo sguardo di Draco scivola sulla seggiola accanto.
È quella di Harry.
Harry Potter.
(NON SEI DEGNO)
Espelle un altro grido di rabbia e balza in piedi rapido, afferra
per il poggiaschiena una delle sedie contro cui è caduto e la cala
con forza sul banco di Harry, e ancora, e ancora, e sotto il
frastuono di metallo e legno che si sbrecciano e mandano schegge
ovunque, attacca ad urlare furioso:
- STRONZO! VAFFANCULO, SEI TU A NON ESSERE DEGNO! SE TU,
BASTARDO… FIGLIO… DI… SPORCA… MEZZOSANGUE!-, schiantando la sedia
contro il tavolo ad ogni parola.
Sente qualcuno che urla qualcosa, forse il suo nome, ma non se ne
cura, non gli importa. Cala per l'ennesima volta la sedia, e la
gamba del tavolo salta via; il tavolo rimane stabile ancora per un
secondo, e poi crolla a terra,con un botto che rimbomba nell'aria
umida.
"Eccolo, è Harry, ferito ai tuoi piedi!"
(NON SEI DEGNO)
- VAFFANCULO!-, e schianta la sedia, - BASTARDO! BASTARDO!
Salta un'altra gamba del tavolo, e una delle assi che lo compone è
storta in maniera sbagliata.
La sta per calare nuovamente quando una presa salda gli strappa la
seggiola dalle mani e gliela scaglia via. Un attimo dopo gli scoppia
un rogo sulla guancia, e arriva l'umiliante consapevolezza di essere
stato appena schiaffeggiato.
Il professor Piton è davanti a lui, la mano che l'ha colpito ancora
alzata. Il viso giallognolo è livido di rabbia.
- CHE DIAVOLO TI E' PRESO, DRACO?!?
Draco fissa imbambolato il suo insegnante di Pozioni, la testa di
nuovo vuota. Indietreggia di un passo e quasi inciampa nel banco
demolito di Harry dietro di sé.
- COSA SIGNIFICA TUTTO QUESTO?- lo attacca gelido reprimendo
l'ira. – Ti allontani dalla lezione dicendo di star male e scopro
che in realtà ti stavi… E quelle FOTO! E ora la professoressa
McGrannitt mi è venuta a riferire ciò che TU e POTTER STAVATE
FACENDO NELLA MIA AULA! SEI IMPAZZITO? SPIEGATI!!
Malfoy continua a fissare Piton con sguardo spento, smarrito. Il
viso brucia ancora là dove ha sbattuto ed è stato schiaffeggiato, ma
a parte questo… non sente nient'altro.
Non capisce più nulla.
Non sa più nulla.
- Draco, guardami!- lo richiama Piton.
E Draco lo guarda, e vede che il volto del professore cambia in un
attimo. Dal livido di rabbia diventa sconcertato.
- Ma cosa ti ha fatto?- domanda incredulo con un filo di voce.
"Cosa mi ha fatto chi?" pensa con mente appannata Malfoy. Poi nota
che il professore gli guarda il viso, e capisce che si riferisce ai
tagli che ha; si porta una mano alla guancia ammaccata, e la ritrae
strana.
Quando osserva i polpastrelli, li trova umidi di lacrime.
"Sto piangendo" pensa incredulo, ma scopre che effettivamente è
proprio quello che vuole.
Non regge più quelle tensioni, l'ondata di sensazioni, il soccombere
ai ricordi di qualcosa che forse è stata solo un sogno. E la cosa
peggiore è l'ignoranza, è il non capire se quello che ha vissuto ,
tutto quanto, non sia stato che il frutto di un desiderio troppo a
lungo tenuto soppresso.
Non è qualcosa a cui è abituato, non è qualcosa che ha chiesto … ma
è capitato, così forte e con così poco preavviso che si è ritrovato
dentro senza avere qualcuno che possa spiegare… il dolore… la
rabbia… il sollievo… il nervosismo… la gelosia… e il sorriso che gli
sale inconsciamente quando pensa… a lui.
È una sensazione schifosa, piangere, gli occhi e la gola bruciano
forte, e gli cola il naso come un moccioso del primo anno. Se lo
asciuga con la manica della divisa mentre le lacrime continuano a
colare giù sempre più numerose, e prima che possa fare qualcosa, si
ritrova a raccontare al professore ogni cosa, la storia completa… e
piange ancora, finchè le parole perdono di significato, e viene
scosso dai singhiozzi.
Piton rimane fermo a guardarlo. Non si muove, non dice nulla.
Osserva Draco con sguardo sconcertato.
Le lacrime vengono, e se ne vanno, e quando i singhiozzi di Malfoy
sono ormai pochi e soffocati, finalmente Piton parla.
- Ho paura di tutto ciò che senti, Draco.
Malfoy annuisce col capo, senza guardarlo.
- Mi hai deluso profondamente, questo lo sai.
Non è una domanda, è un'affermazione, ma Draco annuisce nuovamente.
- Lui mi piace, professore- mormora con voce arrochita dalle
lacrime, ed è l'unica scusante che può portare.
Nel momento in cui pronuncia quelle quattro parole ad alta voce, sa
che QUELLA è la verità.
E non solo.
È molto di più.
- Con "lui" intendi…
- Harry, signore.
Sul viso del professore di Pozioni passa una leggera smorfia di
disgusto.
- Uhm – mormora realizzando quella realtà.
- Signore, io…
- Anch'io- lo interrompe Piton con voce amara, - ho amato una
persona, quando ero giovane. Era… speciale. Ma l'amore è una cosa
che un Mangiamorte non può permettersi.
Osserva il suo pupillo con aria triste e aggiunge:
- Spero che quello che provi per Potter ti aiuti a non
commettere errori e a mantenerti fuori dai guai. Ora vai.
Una grossa bolla di sollievo esplode nel cuore di Draco; annuisce e
si dirige verso l'uscita.
Sulla porta sente Piton pronunciare alcuni "Reparo", e si volta: il
banco dove Harry ha spesso lavorato e la sedia sono di nuovo
perfettamente integri. Vede Piton fissare gli sputi ancora umidi
sugli schienali delle sedie di Weasley e Granger, e poi inarcare un
angolo di labbra in una smorfia maligna. Non pronuncia verso di loro
alcun "Gratta e Netta".
Voltandosi, vede Draco ancora sulla porta. Gli fa segno di andare,
sigilla l'aula e lo accompagna fino alla Sala Comune di Serpeverde.
***
TES: fine capitolo-.-`''… più lo leggo, più non mi piace… Harry,
dimmi tu il perchèç_ç!
HAR: wuf ^_^!
TES: -.-`''… animaletto domestico…vabbè, allora tu, marito mio,
Draco! Dimmi!
DRACO: PERCHE' MI HAI LASCIATO? PERCHE'? >_< (attacca a sfasciare
tutto)
TES: -.- `'' senza parole…
i commenti dei sopravvissuti impietositi-.- a
tesla_vampire@yahoo.it, grazieç_______ç…
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