NOTE:  Perdonate il titolo volgare, ma cercavo un'assonanza con il film “Se scappi ti sposo” con J. Roberts e R. Gere. Sorry!

DEDICHE: A Slam Dunk Yaoi Temple che compie un anno e a tutte le ragazze del canale #Kanagawa (l'idea di questa fic è nata una sera d'agosto chattando insieme a loro. ^___^)

A Midnight e alla mia AMMORRA (che a causa degli impegni lavorativi, non sento quasi più! T__T)

Mille grazie alla mia Super-Beta Lilyj che me l'ha corretta a tempo di record! ^***^

 



 


 

Se scappi ti scopo

di Gojyina-chan

 


Hanamichi si diede un'ultima occhiata allo specchio.

 

Passabile.

 

Jeans a vita bassa, neri e attillati.

 

(Tremendamente scomodi, ma quando un paio di giorni prima, girando per il centro, erano passati davanti alla vetrina del negozio di moda, lo sguardo di 'Lui' si era fatto più attento, notando proprio quel capo d'abbigliamento, così... il rossino aveva passato le ultima due ore a fare shopping selvaggio.)

 

Magliettina bianca, senza maniche, in cotone semi-trasparente.

 

(Come pretendeva la temperatura estiva.)

 

Anfibi neri, lucidi.

 

(Che davano un aspetto trasandato e pericoloso.)

 

Perfetto.

Era carico.

Era pronto.

Determinato ad annientare il nemico, pur di raggiungere il suo obiettivo.

 

Forse avrebbe dovuto legarsi in fronte un laccio rosso e mimetizzare il viso come faceva Rambo.

 

Mmm...

Meglio di no.

Rimbambito com'era quello lì non lo avrebbe neppure riconosciuto.

 

No, no!

Niente intoppi, nessuna incertezza.

 

Hanamichi Sakuragi spalancò la porta di casa, diretto nella tana della volpe al grido guerriero...

 

“COPULIAMOOO!!!”

 

Forse 'Geronimo' sarebbe stato più elegante...

Ma chi cavolo lo conosceva?!

 

Meglio Kaede!

 

 

 

Sbadigliando sonoramente, Rukawa si rigirò sul divano.

 

Dopo gli allenamenti, il Do'hao aveva insistito per passare a casa propria.

Aveva lasciato lì un'imprecisata 'cosa' e adesso la volpe lo stava aspettando, ammazzando il tempo con un piccolo sonnellino post-basket.

 

Dopo la dormitina pre-basket e lo sport, era quello che ci voleva.

 

Stare col rossino richiedeva uno smodato dispendio di energie.

 

Il sabato pomeriggio era costretto a girovagare senza meta per le vie del centro e la sera a poltrire sui divanetti di qualche pub in compagnia del rossino e dei Quattro dell'Ave Maria (Che tentavano di utilizzarlo come specchietto per le allodole... o 'prugnette', come poco elegantemente chiamavano il genere femminile)

 

Purtroppo, il Guntai non era poi così malaccio.

Potevano considerarsi quasi simpatici.

Troppo rumorosi, ma pur sempre degli ottimi amici.

 

Erano stati fondamentali per Sakuragi.

Kaede lo ricordava bene.

 

All'inizio del secondo anno, gli sguardi che si lanciavano di sottecchi il numero dieci e l'undici dello Shohoku non erano passati inosservati.

 

Infatti, Mito e soci lo avevano capito già da un pezzo, ma forse era tutta un palla per atteggiarsi a uomini di mondo, chissà!

 

Comunque, il silenzioso linguaggio tra lui e il Do'hao, fatto di occhiate stupite, poi indispettite, frustrate e infine rassegnate, avevano portato la famigerata algida Kitsune, un pomeriggio di giugno, a mugugnare un risentito: “Mi infastidisci, Do'hao! O ci mettiamo insieme o ti trucido!”

 

Ok, la forma lasciava un po' a desiderare, ma il messaggio fu recepito chiaramente da Hanamichi che si limitò ad arrossire fino alle punte dei piedi, somigliando ad un'aragosta ustionata.

 

Aveva sbuffato, ricordò Kaede con un mezzo sorriso, borbottando qualcosa del tipo: “Mh, allora devo passare a comprare un collare anti-pulci!”

 

Entrambi avevano capito, fosse anche solo a livello inconscio, che quel rapporto così anomalo doveva sfociare in qualcosa.

Odio vero oppure...

 

Arrivati al bivio, scelsero di percorrere insieme una di quelle strade, anche se Rukawa faticava ancora a capire quale delle due avessero imboccato.

Infatti non erano cessate né le litigate titaniche né gli interminabili silenzi offesi, in cui davano sfogo a quella fiamma che ardeva nelle loro anime, destinata a non sopirsi tanto facilmente.

 

Ma anche nei momenti peggiori, il Guntai era lì.

 

Come sempre.

 

Durante la crisi esistenziale di Hanamichi, che non si dava pace all'idea di provare qualcosa per una volpe ibernata, dopo aver passato quasi quattro anni a rincorrere ragazzine di porcellana fatte in serie, tutte piccole e aggraziate come la sorella del Gorilla.

 

Quando – dopo aver accettato quel cambiamento – aveva dovuto affrontare le famose conseguenze e rivelare tutto agli amici di sempre.

 

Dopo l'attimo di gelo che aveva seguito la sua dichiarazione, Takamiya aveva esordito esclamando: “Ricominceremo daccapo il conteggio dei tuoi due di picche!” mentre Noma aveva dato il via alle scommesse clandestine: “Sarà scaricato da almeno sessanta uomini, che dite?”

 

Rukawa si era chiuso in un commosso silenzio, guardando il suo coraggioso Do'hao che, tra le lacrime di gioia, prendeva a testate quei compagni di mille bisbocce.

 

Kaede si alzò, sgranchendosi le lunghe gambe da troppo tempo immobili.

 

Certo, era faticoso stare con Hanamichi, però... non si era mai sentito così vivo.

Come se ogni giorno fosse la finale di un campionato.

 

Al mattino, appena lo scorgeva da lontano, l'adrenalina iniziava a circolare nelle sue vene, svegliandolo completamente.

 

Lo sguardo di sfida che gli riservava il suo Do'hao, pop, era quanto di più gratificante c'era al mondo, perché era lo stesso fuoco che animava i suoi profondi occhi scuri un attimo prima di realizzare uno Slam Dunk.

 

Hanamichi si stava impegnando al massimo, mettendo tutto se stesso in quella relazione e Rukawa aveva deciso di ripagarlo nello stesso modo.

 

Lo avrebbe fatto molto volentieri anche in quel preciso momento... se solo fosse arrivato, quel Do'hao!

 

 

 

Sakuragi indugiò difronte al cancello in ferro battuto, ripetendosi mentalmente lo schema d'attacco.

 

'Lo seduco, lo bacio, lo spoglio, lo stendo – non a testate- e lo... e lo...e lo sc...e lo sco... e lo 'quella cosa lì', ecco!'

 

Ottimo.

Non ci sarebbero stati problemi.

Quegli ultimi due mesi si era documentato, visionando svariati porno gay e letto numerose doujinshi e riviste... di settore.

 

Era pronto.

 

Lui e Kaede avrebbero avuto una prima volta indimenticabile, parola di Hanamichi Sakuragi, il Tensai!

 

Dopo un ultimi sospiro, si decise a suonare il campanello.

I passi strascicati gli confermarono la presenza del suo animaletto sonnecchiante.

 

Ma nessuno lo preparò alla visione di un Kaede super-sexy, in boxer e canotta dalla spallina svenevole, i capelli arruffati, le gote lievemente arrossate e gli occhioni lucidi e confusi di chi si è appena destato da un sogno erotico particolarmente realistico.

 

E la dolcezza della sua voce, resa profonda e roca dal sonno, che mormorava un dolce e soave...

 

“Quanto cazzo c'hai messo ad arrivare, Do'hao!?”

 

Che tenero!

 

 

 

Dopo quel moto di stizza, Rukawa fu costretto a sgranare i suoi occhi azzurro cielo, man mano che lo sguardo scendeva lungo il corpo sinuoso del suo ritardatario compagno.

 

Quel pantalone gli era familiare...

 

Nascondendo un sorriso compiaciuto, si rese conto che quel Do'hao lo aveva lasciato solo per quasi mezzo pomeriggio solo per potersi agghindare a festa...

 

A suo unico beneficio.

 

Perché non festeggiare, allora?

 

Sorridendo sorniona, l'allupato volpe fece accomodare il piccolo rosso-senza-cappuccetto, all'interno della propria calda e accogliente tana.

 

 

 

I due ragazzi si guardarono in silenzio.

Nell'istante in cui la serratura scattò, decretando la definitiva chiusura della porta d'entrata, si saltarono letteralmente addosso, divorando l'uno le labbra dell'altro.

 

Famelici, incontrollabili, animaleschi.

 

Kaede trascinò sul tappeto il suo focoso compagno, tremando d'eccitazione non appena avvertì su di sé il calore di quel corpo statuario.

 

Non aveva mai messo fretta al suo dolce Do'hao, deciso a rispettare i suoi tempi, anteponendo così i  bisogni dell'altro ai propri.

 

Aveva desiderato a lungo quel contatto di pelle, era da settimane che i soli baci non bastavano più alla vorace volpe, ma l'essere stato così paziente, lo stava ripagando oltre ogni immaginazione.

 

Hanamichi sembrava determinato ad aggiungere un altro tassello in quel variopinto mosaico che componeva la loro relazione.

 

Sorrise, la taciturna volpe, mentre lo sguardo si accendeva di mille riflessi color passione, desiderio ed estasi.

 

Tinte uniche, che solo quello strano Do'hao era riuscito a miscelare, donandogliele con semplicità e un pizzico di incoscienza.

 

 

 

'Lo seduco, lo bacio, lo spoglio, lo stendo – non a testate- e lo... e lo...e lo sc...e lo sco... e lo 'quella cosa lì', ecco!'

 

'Lo seduco, lo bacio, lo spoglio, lo stendo – non a testate- e lo... e lo...e lo sc...e lo sco... e lo 'quella cosa lì', ecco!'

 

Sedotto: pareva di sì.

Baciato: ok.

Spogliato: quasi.

Steso: fatto.

 

Mancava solo quella cosa lì ed era a cavallo.

 

Arrossendo miseramente per quel pensiero a doppio senso, Hanamichi cercò di riacquistare la concentrazione necessaria al buon esito della sua missione.

 

 

 

Kaede mugolava piano ad occhi socchiusi.

Ogni carezza, ogni bacio, ogni lappata leggera lo stavano portando inesorabilmente verso il punto di non ritorno.

Si sentiva andare a fuoco e i dolci lamenti del suo Do'hao non lo aiutavano di certo a mantenere un minimo di controllo.

 

Quando Hanamichi si decise a sfilargli i boxer leggeri, decise che mantenere il controllo di sé era un'attività decisamente inutile.

 

Cingendogli le spalle con le lunghe braccia nivee, avvicinò le labbra alle sue, allargando leggermente le gambe in un chiaro e inequivocabile  invito.

 

Era pronto.

 

Da tempo ormai non gli bastava più dimostrare l'amore per il Do'hao con i gesti o le poche parole che il suo carattere introverso gli permettevano.

 

Voleva amarlo con tutto il suo corpo.

 

L'anima gliel'aveva già donata, precisamente il giorno in cui aveva compreso la reale natura dei suoi sentimenti per lui.

 

 

 

Hanamichi afferrò l'elastico con entrambi i pollici e fece scendere i boxer lungo le cosce tese della sua volpe.

 

Vedendo Kaede aprirsi completamente a lui, sentì un fremito incontrollato scuotergli il corpo.

 

Era pronto.

Erano entrambi pronti.

 

Socchiuse le labbra, permettendo alla lingua di Rukawa di giocare con la sua mentre slacciava febbrilmente la cerniera dei jeans, poi...

 

SHOCK

 

Eiaculazione precoce.

Desiderio sessuale ipoattivo.

Disturbo da avversione sessuale.

Dispareunia.

Impotenza.

 

E se fosse venuto subito? Dopotutto era la prima volta anche per lui!

E se la volpe sentisse troppo dolore e iniziasse a non provare più desiderio sessuale?

E se perdesse totalmente lo stimolo a causa del male fisico provato?

E se tutto ciò gli causasse dei coiti dolosi?

E se, dopo il male provocato al suo compagno, lui fosse diventato  impotente a causa del senso di colpa?

 

Hanamichi si staccò dal corpo caldo e umido del suo Koi, fissandolo con occhi sbarrati, mentre tutte quelle domande gli turbinavano nella mente.

 

Boccheggiando come un pesce, si guardò attorno tremando come una foglia.

 

“LA... CHIAVE!” urlò sconvolto.

“H... Hn?!” mugugnò Kaede, allibito.

“Ho lasciato la chiave di casa nella toppa! - spiegò concitato, mentre si riallacciava i pantaloni - Devo correre prima che qualche ladro entri! Scusa Kae, ci vediamo domani!” concluse, scappando via come una lepre.

 

Un volta solo, un inebetito Rukawa, ancora steso sul tappeto, seminudo ed eccitato come mai prima d'allora, restò diversi minuti a fissare stranito la porta d'ingresso prima di realizzare l'accaduto e sospirare affranto un malinconico “Do'hao!”

 

 

 

Stupido, stupido, stupido, stupido, stupido, stupido, stupido, stupido, stupido, stupido, stupido, stupido, stupido, stupido, stupido, stupido, stupido, stupido, stupido, stupido, stupido, stupido!

 

Hanamichi si rigirò nel letto, incapace di addormentarsi dopo la figuraccia fatta con la sua volpe.

Chissà cosa aveva pensato Kaede di lui.

 

Che era un Do'hao, ovviamente!

 

Ok, con calma.

Aveva avuto solo un lieve contrattempo, dopotutto anche i Tensai devono imparare, no?

Avrebbe rimediato il prima possibile.

L'indomani stesso, a casa di Kaede, avrebbe ripreso il discorso interrotto e portato a termine la sua missione.

 

Parola del Tensai.

 

 

 

Kaede varcò la soglia della terrazza, cercando con lo sguardo il suo compagno.

Il Do'hao sedeva rannicchiato in un angolo, con la schiena contro la ringhiera.

Sembrava così piccolo e indifeso.

 

Da tempo oramai, Rukawa aveva imparato a leggere in quell'anima così sensibile e delicata come un fiore di ciliegio.

 

Hanamichi, nascondeva timidezza e paure, stordendole con urla e testate.

 

Con ogni probabilità, in quel momento non sapeva come comportarsi con lui, dopo la sua fuga.

 

“Do'hao” lo chiamò piano, sedendosi accanto a lui.

“Ciao, Baka!” sospirò il giovane, posando il capo sulla sua spalla.

 

Circondandogli le spalle con un braccio, Rukawa sfiorò con le labbra una tempia del rossino che a quel contatto, si rilassò immediatamente iniziando a sfiorargli distrattamente il petto, per poi proseguire con carezze sempre più spinte.

 

Sorridendo soddisfatto, il volpino lo lasciò fare, lieto di vedere il suo compagno finalmente di ottimo umore.

 

 

 

Persa completamente la percezione del tempo e dello spazio, Hanamichi dimenticò d'essere sulla terrazza di un edificio scolastico e si stese completamente sulla sua bella volpe, pronto a continuare il discorso interrotto il pomeriggio precedente.

 

Slacciando velocemente i pantaloni di Kaede, si fiondò sulle sue labbra, tentando parallelamente di spogliare se stesso.

 

Quando Rukawa gli circondò le spalle con entrambe le braccia emettendo un mugolio soddisfatto, la mente di Sakuragi andò nuovamente in black out.

 

SHOCK

 

Eiaculazione precoce.

Desiderio sessuale ipoattivo.

Disturbo da avversione sessuale.

Dispareunia.

Impotenza.

 

 

Staccandosi velocemente dal suo compagno, puntò il suo sguardo nocciola sul volto arrossato del ragazzo.

 

“ALLENAMENTI! Ci sono gli allenamenti, Kitsune! Arriveremo tardi!” sbottò alzandosi rapidamente in piedi, cercando di darsi un contegno.

 

 

 

“Hn!” mugugnò Rukawa, annuendo con poca convinzione.

 

Per una volta che non stava pensando al Basket...

 

Controvoglia, seguì il rossino fino alla palestra, deciso a scaricare la frustrazione con qualche canestro.

 

Un milione e mezzo, per l'esattezza.

 

 

 

Hanamichi chiuse la manopola dell'acqua con un sospiro rassegnato: il piano stava procedendo con troppa lentezza.

 

E la colpa era principalmente sua...

 

Unicamente, sua...

 

Completamente, sua...

 

“Porca paletta!” sibilò a denti stretti.

 

Era o non era il Tensai?

Allora all'attacco, dannazione!

 

Ripensandoci meglio, non è che fosse proprio totalmente colpa sua, però.

 

Rukawa era tutto, tranne che un dolce uke bisognoso di coccole.

Non si comportava come nei manga yaoi, accidenti!

 

Avrebbe dovuto improvvisare...

 

'Lo seduco, lo bacio, lo spoglio, lo stendo – non a testate- e lo... e lo...e lo sc...e lo sco... e lo 'quella cosa lì', ecco!'

 

'Lo seduco, lo bacio, lo spoglio, lo stendo – non a testate- e lo... e lo...e lo sc...e lo sco... e lo 'quella cosa lì', ecco!'

 

'Lo seduco, lo bacio, lo spoglio, lo stendo – non a testate- e lo... e lo...e lo sc...e lo sco... e lo 'quella cosa lì', ecco!'

 

Psicologicamente pronto per il nuovo round, Sakuragi attese con impazienza che i compagni di squadra si eclissassero.

 

La sua volpaccia stava terminando l'allenamento supplementare.

Aveva poco tempo per sistemarsi un po'.

 

Rimasto solo negli spogliatoi, si preparò all'arrivo di Rukawa: arruffò i capelli come piacevano alla Kitsune, si stese – nudo – sulla panchina e adagiò l'asciugamano sulla sua zona più intima, fingendo di leggere un libro di scuola.

 

Quando udì i passi del suo ragazzo farsi sempre più vicini, trattenne il respiro e continuò la sua recita.

 

 

 

Kaede rimase impietrito per lo stupore, incapace di distogliere lo sguardo da quella visione inaspettata.

 

Il corpo statuario di Hanamichi brillava sotto la luce artificiale del lampadario donandogli un aspetto quasi ultraterreno.

 

Deglutendo a vuoto, seguì il tragitto di una goccia d'acqua che percorse il petto ambrato, correndo velocemente dalla clavicola all'ombelico.

 

Come aveva osato?

Quella era proprietà privata!

 

Avvicinandosi a quel giovane Apollo, scrutò minuziosamente ogni piccolo particolare di quel bellissimo viso: i capelli purpurei scompigliati come dopo un incontro d'amore, le lunghe ciglia nere che celavano al suo sguardo il colore nocciola delle sue dolcissime iridi, il naso perfetto e le labbra gonfie e turgide, create unicamente per baciare lui.

 

Continuando la perlustrazione visiva, la Kitsune si soffermò sulle spalle larghe, il petto, i capezzoli turgidi, i muscoli addominali... l'asciugamano candido che celava, sì, il sesso del rossino, ma non la sua forma, che riusciva a intravedere attraverso le pieghe del tessuto di spugna.

 

Le lunghe gambe, una stesa sulla panchina e l'altra piegata, lo condussero sino ai piedi e alla fine della sua avventurosa esplorazione.

 

Sorridendo maliziosamente, intuì la ragione di quella posa seducente, appena s'accorse che il libro scolastico che teneva tra le mani il suo Do'hao era sottosopra.

 

S'inginocchiò di fronte al proprio ragazzo, strappandogli di mano il testo scolastico, facendolo volare sul pavimento.

 

Trovandosi nelle iridi azzurre, il colore bronzeo dello sguardo del suo Do'hao, nascose un brivido di trepidante attesa, scorgendo le piccole scintille che screziavano gli occhi del suo koi, resi ancora più scuri dalla passione vi albergava.

 

Sakuragi sollevò pigramente un braccio artigliando la sua nuca, permettendo alle loro bocche di incontrarsi e dare inizio a un torbido duello di lingue.

 

Di lì a poche secondi, Kaede si ritrovò sdraiato sulle fredde mattonelle dello spogliatoio, avvolto dal corpo umido del suo rossino.

 

Conscio più che mai della nudità del ragazzo, il volpino provò un attimo di imbarazzo pensando al proprio, di corpo.

Sudato e con la maglietta scura appiccicata al petto non doveva essere molto desiderabile...

 

 

 

La visione di Rukawa, accaldato e stanco dopo l'allenamento, aveva eccitato all'inverosimile Hanamichi, che stava leccando via ogni gocciolina salata di sudore al viso del suo koi e la maglietta che gli aderiva come una seconda pelle, non stava di certo facilitando il suo autocontrollo.

 

Una mano tra i capelli neri e l'altra che si era insinuata sotto i candidi pantaloncini, Sakuragi prese a divorare le labbra del suo sensualissimo Kaede, desideroso di dargli più piacere possibile.

 

Incoraggiato dagli ansimi del volpino, gli sollevò la maglietta per potersi dedicare ai capezzoli rosei che si erano sollevati in cerca di attenzione.

 

Era il momento giusto.

Kae era molto eccitato e lui non era da meno.

Se non lo prendeva subito, rischiava di esplodere!

Non poteva certo fare un simile figura, non davanti a...

 

SHOCK

 

Eiaculazione precoce.

Desiderio sessuale ipoattivo.

Disturbo da avversione sessuale.

Dispareunia.

Impotenza.

 

 

Sollevandosi di scatto, Hanamichi sgranò sconvolto gli occhi scuri.

 

“IL... GATTO! – tuonò disperato, mentre correva a rivestirsi – Ho lasciato il gatto sulla pentola a pressione! Devo salvarlo!!!” urlò, scappando via dalla palestra a gambe levate.

 

 

 

Rimasto, nuovamente, da solo, Rukawa guardò il soffitto meditabondo.

 

La prima interruzione lo aveva lasciato basito, la seconda alquanto scocciato, la terza... DECISAMENTE FURIOSO!

 

Tirandosi a sedere, andò a fare una doccia gelata – l'ennesima della settimana – riflettendo sulla situazione.

 

Ogni volta, ogni stramaledetta volta che era lì lì per... il Do'hao fuggiva con delle scuse al limite del delirio.

 

Che volesse farlo impazzire?

Probabile, perché di quel passo a Kaede si sarebbero fusi i neuroni!

 

Non capiva cosa stesse accadendo al rossino.

Si stava comportando in modo assurdo, o perlomeno, aveva decisamente superato i suoi standard abituali, ecco.

 

Credeva che la loro passionalità fosse una naturale evoluzione del loro rapporto... ma Hana sembrava... spaventato.

Non era normale tutta quella paura.

 

A meno che...

 

L'idea di fare l'amore non fosse un desiderio del Do'hao, ma un modo per rendere felice lui...

Forse voleva farlo solo per soddisfarlo a qualunque costo.

 

Kaede sbuffò contrariato: ragionamento assurdo e  contorno degno del Do'hao che era.

Non gli aveva mai chiesto nulla, dannazione!

 

Certo, sognava quel corpo ambrato ogni notte, bramando di leccare e mordere ogni centimetro di pelle a disposizione... ma non gli aveva mai chiesto esplicitamente di... di...

 

“Razza di deficiente! - sibilò Rukawa, chiudendosi la porta della palestra alle spalle – Gli farò sputare l'osso a costo di legarlo al.. HN?!” s'interruppe, trasalendo appena.

 

Poteva essere una soluzione, perché no?

 

Senza perdere altro tempo, partì all'inseguimento del Re dei Do'hao, deciso a non dargli scampo.

 

 

 

Stupido, stupido, stupido, stupido, stupido, stupido, stupido, stupido, stupido, stupido, stupido, stupido, stupido, stupido, stupido, stupido, stupido, stupido, stupido, stupido, stupido, stupido!

 

Sakuragi non si dava pace.

In pantaloncini, camminava avanti e indietro per la stanza a piedi nudi, maledicendosi in tutte le lingue del mondo.

 

Il piano stava subendo devastanti ritardi... tutti causati da lui.

 

Doveva escogitare qualcosa, trovare un rimedio, una soluzione, un cavillo...

Un sotterfugio qualsiasi che lo aiutasse a copulare, dannazione!

 

La colpa di tutto era della sua stramaledetta timidezza...

Mmm... anche della sua insicurezza...

Per non parlare del terrore di non essere all'altezza delle aspettative delle persone che amava...

 

Era Do'hao!

Cosa poteva fare, allora?

 

Ubriacarsi?

L'alcol non aiutava l'erezione, lo dicevano all'unanimità tutte le riviste che aveva letto.

Sniffare?

Peggio ancora.

Fumare erba?

E se poi non avesse riconosciuto Ru e fosse finito a letto con uno sconosciuto?

Troppo rischioso.

Kaede lo avrebbe trucidato.

Il Viagra?

Inutile.

Non era un problema di funzionamento, il suo.

 

Il suono del campanello lo riportò con i piedi per terra.

 

 

 

Entrato velocemente in casa, Kaede afferrò la mano del Do'hao, trascinandolo in camera sua in religioso silenzio.

 

Lo costrinse a sedersi sul letto e poi lo imitò, guardandolo dritto negli occhi.

 

“Parla.” ordinò, lapidario.

“Io non... È che... Poi tu...” balbettò il rossino, torturandosi le mani.

“Soggetto, predicato e verbo, Do'hao!” specificò contrariato il volpino, sollevando un sopracciglio.

 

“Uffa!È tutta colpa tua!” lo accusò Hanamichi, guardandolo storto.

“Hn?!”

 

“Non ti comporti come dovresti!”

“Hn?!”

 

“Non sbavi, non piangi e non sudi copiosamente come loro, vedi?” borbottò Sakuragi, mostrandogli i manga yaoi che aveva comprato.

 

“Non sono mica una spugna, Do'hao! - sbottò Kaede guardando allibito quei ragazzi dall'eccessiva salivazione – È solo un fumetto. Nella vita reale non succede mica così! Santa Pazienza!” sospirò Rukawa, passandosi una mano sugli occhi.

 

“A no?! Sei sicuro?” volle sapere il rossino, imbronciandosi confuso.

 

“Hana, cosa ti succede?” gli chiese il volpino, accarezzandogli distrattamente una guancia.

 

“Fin dall'inizio, sei sempre stato tu ad aspettarmi. Quando ho capito d'essere attratto da te, quando l'ho accettato, quando poi l'ho detto al Guntai. Tu mi hai lasciato tutto il tempo di cui avevo bisogno, rimanendo in silenzio. Per sdebitarmi, volevo regalarti una prima volta indimenticabile, invece...” sussurrò Sakuragi, abbassando lo sguardo per la vergogna.

 

“Vieni qui, piccolo!” mormorò Rukawa, cingendogli le spalle con un braccio.

“Sono un disastro!” ammise Hanamichi, strofinando il naso contro il petto della volpe.

 

“No, sei solo Do'hao.” lo rincuorò Kaede, adagiandolo delicatamente sul letto.

 

“EHI! - esclamò il rossino, adirato – Lo stavo facendo per te e tu... tu... Che stai facendo?!” chiese allibito il numero dieci dello Shohoku, quando sentì della stoffa stringere i suoi polsi ambrati.

 

“Metto in atto il tuo geniale piano, Tensai!” fu l'inquietante risposta del volpino, a metà tra l'ironico e il malizioso.

 

“Ma perché mi hai legato alla testata del letto?” domandò innocentemente il rossino.

Quello non era descritto nelle riviste che aveva letto.

 

“Lo scoprirai presto, piccolo!” promise Kaede sulle sue labbra.

 

 

 

Le mani di Rukawa sfioravano ogni punto sensibile del suo corpo, quasi fosse stato in possesso della mappa di tutte le sue zone erogene.

 

Hanamichi mugolò piano, quando la lingua vellutata del compagno prese a stuzzicare uno dei suoi capezzoli, mordicchiandolo e succhiandolo con crescente voracità.

 

Stava per sciogliersi, ne era sicuro.

Troppo calore in migliaia di punti.

Sarebbe diventato il primo caso di autocombustione nella storia dell'umanità.

 

“Kae...” ansimò con la vista appannata e il respiro corto, quando un paio di dita nivee sfiorarono la sua apertura pulsante.

 

Stava per...?

 

SHOCK

 

Eiaculazione precoce.

Desiderio sessuale ipoattivo.

Disturbo da avversione sessuale.

Dispareunia.

Impotenza.

 

“RU, ASPETTA! - tuonò il rossino, strattonando le corde che gli impedivano la fuga - Ho dimenticato di...Aahh...” gemette, impossibilitato a concludere la frase.

 

La mano di Rukawa aveva artigliato il suo sesso, accarezzandolo con foga.

Dimentico di tutto, all'infuori delle dita del suo volpino, Sakuragi si rilassò nuovamente, lasciando a Kaede tutto lo spazio di cui aveva bisogno.

 

 

 

Sorridendo soddisfatto, il bel volpino continuò a stimolare il corpo statuario del suo dolcissimo Do'hao, deciso più che mai a farlo impazzire di piacere.

 

Lo masturbò senza pietà mentre affondava due dita nell'ano umido del suo ragazzo, pregustando il momento in cui lo avrebbe potuto penetrare.

 

Pochi istanti ancora e il ventre abbronzato di Hanamichi fu inondato del proprio sperma chiaro.

 

Golosamente, Rukawa si chinò a leccare via quel liquido tiepido, ripulendo per bene la parte più delicata di quel corpo tanto amato.

 

Colto da un improvviso desiderio, usò la punta della lingua per solleticare lo scroto del rossino che s'inarcò gridando di piacere e di sorpresa per quel contatto così intimo.

 

Il volpino accarezzò quel pene nuovamente turgido con una guancia e ne leccò la punta, prima di ingoiarlo completamente e pompare a velocità vertiginosa.

 

Le urla sconvolte del Do'hao gli diedero l'input necessario a concludere quella tortura e ben presto poté nuovamente assaporare il vero gusto del suo Koi.

 

Sollevandosi sui gomiti, si beò della vista dell'amante.

Lo sguardo perso, le gote arrossate, il respiro ansante, Hanamichi era l'emblema del sesso e della perdizione.

 

Il corpo imperlato di sudore, risplendeva in tutta la sua gloriosa nudità e la vista del suo sesso esausto, fece completamente perdere il controllo al giovane volpino che artigliò la vita del ragazzo, poggiando la punta del proprio pene su quell'apertura da poco seviziata.

 

“Mmm...” mugolò Sakuragi, riuscendo appena ad allargare di poco le gambe.

 

Rukawa penetrò quel corpo caldo e burroso, godendo del modo in cui s'inarcò il rossino, gridando di pura gioia.

 

Non gli aveva fatto troppo male e ne fu sollevato.

 

Cominciando a spingere a velocità sostenuta, Kaede guardò famelico il corpo spossato che stava possedendo.

 

Esausto e accaldato, si era aperto, sbocciando come un fiore davanti ai suoi occhi volpini, lo aveva accolto e gli stava lasciando tutta la libertà che desiderava.

 

Il pene ambrato, arrossato e stanco, non aveva più la forza di riprendere consistenza, limitandosi a ondeggiare ad ogni sua spinta.

 

In quel preciso istante, Kaede Rukawa scoprì il possesso.

 

 

 

Con gli occhi socchiusi, Sakuragi tentò di mettere a fuoco il soffitto, senza riuscirci.

I suoi sensi erano andati completamente in tilt.

L'unica cosa che percepiva era il sesso rigido della Kitsune che scava dentro di sé, provocandogli brividi e fitte di profondo piacere.

 

Si sentiva esausto, morbido, esposto e vulnerabile.

Talmente felice che provò lo sciocco desiderio di scoppiare a piangere.

 

Era quello l'amore?

Probabilmente.

 

Nessun articolo di giornale, o foto, o manga, sarebbero mai riusciti a descrivere quel piacere così devastante e totale.

 

Adesso lo aveva capito.

 

Quando sentì lo sperma di Kaede inondare il proprio intestino s'inarcò nuovamente, attendendo l'arrivo del suo meraviglioso compagno.

 

“Ru, liberami...” ansimò il rossino, sfregando una guancia contro quella volpina.

 

Pur restando completamente sdraiato su di lui, il numero undici dello Shohoku riuscì ad allentare le corde che gli legavano i polsi e bene presto, Sakuragi poté avvolgere la sua volpaccia in una stretta calda e protettiva.

 

“Hai capito, Do'hao?” mugugnò Kaede sfiorandogli le labbra con le proprie.

 

“Non ne sono molto sicuro, forse ho bisogno di qualche ripetizione... - sorrise Hanamichi maliziosamente –  Grazie!” concluse poi, tornando per un attimo serio.

 

“Desideravo anch'io che fosse tutto perfetto, piccolo. - gli confidò Kaede, accarezzandogli un sopracciglio scuro – Però è stato divertente legarti, sai?” ammise felino, fiondandosi sulle sue labbra carnose.

 

“Baka Kitsune!” s'imbronciò Sakuragi, arrossendo miseramente.

“Era l'unico modo per non farti correre via, Do'hao!” lo rimbeccò Kaede, sfidandolo con lo sguardo a smentire quell'affermazione.

 

Rimasero a lungo così, adagiati l'uno sull'altro, godendo della vicinanza dei loro corpi nudi e accaldati.

 

Sorridendo tra sé, Hanamichi desiderò di mettere in pratica quanto aveva appena imparato dalla sua perversa volpe, amante del bondage.

 

“Ru?”

“Hn?”

 

“Mi è appena tornata voglia di scappare...” mormorò il rossino con malizioso candore.

“Bene!” sorrise Rukawa, ghermendolo con rinnovata foga.

 

 

-OWARI-

 

 

 

Gj: Questo è il motivo per il quale evito di scrivere HanaRu (finirebbero tutte così) ^^'''

 

Ru&Hana: Scrivileee!!! *ç*

 

Gj: Monotematici... ¬__¬