NOTE: Perdonate
il titolo volgare, ma cercavo un'assonanza con il film “Se scappi ti
sposo” con J. Roberts e R. Gere. Sorry! DEDICHE: A Slam Dunk Yaoi Temple che compie un anno e a tutte le ragazze del canale
#Kanagawa
(l'idea di questa fic è nata una sera d'agosto chattando insieme a loro.
^___^) A Midnight e alla
mia AMMORRA (che a causa degli impegni lavorativi, non sento quasi più!
T__T) Mille grazie alla
mia Super-Beta Lilyj che me l'ha corretta a tempo di record! ^***^
Se scappi ti scopo di Gojyina-chan
Hanamichi si diede un'ultima occhiata allo specchio. Passabile. Jeans
a vita bassa, neri e attillati. (Tremendamente scomodi, ma quando un paio di giorni prima,
girando per il centro, erano passati davanti alla vetrina del negozio di
moda, lo sguardo di
'Lui' si
era fatto più attento, notando proprio quel capo d'abbigliamento, così...
il rossino aveva passato le ultima due ore a fare shopping selvaggio.) Magliettina bianca, senza maniche, in cotone
semi-trasparente. (Come
pretendeva la temperatura estiva.) Anfibi neri, lucidi. (Che
davano un aspetto trasandato e pericoloso.) Perfetto. Era
carico. Era
pronto. Determinato
ad annientare il nemico, pur di raggiungere il suo obiettivo. Forse avrebbe dovuto legarsi
in fronte un laccio rosso e mimetizzare il viso come faceva Rambo. Mmm... Meglio
di no. Rimbambito
com'era quello lì non lo avrebbe neppure riconosciuto. No,
no! Niente
intoppi, nessuna incertezza. Hanamichi Sakuragi spalancò
la porta di casa, diretto nella tana della volpe al grido guerriero... “COPULIAMOOO!!!” Forse 'Geronimo' sarebbe stato più elegante... Ma chi cavolo lo conosceva?! Meglio
Kaede! Sbadigliando sonoramente, Rukawa si rigirò sul divano. Dopo
gli allenamenti, il Do'hao aveva insistito per passare a casa propria. Aveva
lasciato lì un'imprecisata 'cosa' e adesso la volpe lo stava aspettando,
ammazzando il tempo con un piccolo sonnellino post-basket. Dopo
la dormitina pre-basket e lo sport, era quello che ci voleva. Stare
col rossino richiedeva uno smodato dispendio di energie. Il
sabato pomeriggio era costretto a girovagare senza meta per le vie del
centro e la sera a poltrire sui divanetti di qualche pub in compagnia del
rossino e dei Quattro dell'Ave Maria (Che tentavano di utilizzarlo come
specchietto per le allodole... o 'prugnette',
come poco elegantemente chiamavano il genere femminile) Purtroppo, il Guntai non era poi così malaccio. Potevano
considerarsi quasi simpatici. Troppo
rumorosi, ma pur sempre degli ottimi amici. Erano
stati fondamentali per Sakuragi. Kaede lo ricordava bene. All'inizio
del secondo anno, gli sguardi che si lanciavano di sottecchi il numero dieci
e l'undici dello Shohoku non erano passati inosservati. Infatti, Mito e soci lo avevano capito già da un pezzo, ma
forse era tutta un palla per atteggiarsi a uomini di mondo, chissà! Comunque,
il silenzioso linguaggio tra lui e il Do'hao, fatto di occhiate stupite, poi
indispettite, frustrate e infine rassegnate, avevano portato la famigerata algida Kitsune, un pomeriggio di giugno, a mugugnare un risentito: “Mi
infastidisci, Do'hao! O ci mettiamo insieme o ti trucido!” Ok, la forma lasciava un po' a
desiderare, ma il messaggio fu recepito chiaramente da Hanamichi che si
limitò ad arrossire fino alle punte dei piedi, somigliando ad un'aragosta
ustionata. Aveva sbuffato, ricordò Kaede con un mezzo sorriso,
borbottando qualcosa del tipo: “Mh, allora devo passare a comprare un collare anti-pulci!” Entrambi avevano capito, fosse anche solo a livello
inconscio, che quel rapporto così anomalo doveva sfociare in qualcosa. Odio vero oppure... Arrivati
al bivio, scelsero di percorrere insieme una di quelle strade, anche se
Rukawa faticava ancora a capire quale delle due avessero imboccato. Infatti
non erano cessate né le litigate titaniche né gli interminabili silenzi
offesi, in cui davano sfogo a quella fiamma che ardeva nelle loro anime,
destinata a non sopirsi tanto facilmente. Ma anche nei momenti peggiori, il Guntai era lì. Come
sempre. Durante la crisi esistenziale
di Hanamichi, che non si dava pace all'idea di provare qualcosa per una
volpe ibernata, dopo aver passato quasi quattro anni a rincorrere ragazzine
di porcellana fatte in serie, tutte piccole e aggraziate come la sorella del
Gorilla. Quando
– dopo aver accettato quel cambiamento – aveva dovuto affrontare le
famose conseguenze e rivelare tutto agli amici di sempre. Dopo l'attimo di gelo che aveva seguito la sua
dichiarazione, Takamiya aveva esordito esclamando: “Ricominceremo
daccapo il conteggio dei tuoi due di picche!” mentre Noma aveva dato il via alle scommesse clandestine: “Sarà
scaricato da almeno sessanta uomini, che dite?” Rukawa si era chiuso in un commosso silenzio, guardando il
suo coraggioso Do'hao che, tra le lacrime di gioia, prendeva a testate quei
compagni di mille bisbocce. Kaede si alzò, sgranchendosi le lunghe gambe da troppo
tempo immobili. Certo, era faticoso stare con Hanamichi, però... non si era
mai sentito così vivo. Come
se ogni giorno fosse la finale di un campionato. Al
mattino, appena lo scorgeva da lontano, l'adrenalina iniziava a circolare
nelle sue vene, svegliandolo completamente. Lo sguardo di sfida che gli riservava il suo Do'hao, pop,
era quanto di più gratificante c'era al mondo, perché era lo stesso fuoco
che animava i suoi profondi occhi scuri un attimo prima di realizzare uno
Slam Dunk. Hanamichi si stava impegnando al massimo, mettendo tutto se
stesso in quella relazione e Rukawa aveva deciso di ripagarlo nello stesso
modo. Lo avrebbe fatto molto
volentieri anche in quel preciso momento... se solo fosse arrivato, quel
Do'hao! Sakuragi indugiò difronte al
cancello in ferro battuto, ripetendosi mentalmente lo schema d'attacco. 'Lo seduco, lo bacio, lo spoglio, lo stendo – non a
testate- e lo... e lo...e lo sc...e lo sco... e lo 'quella cosa lì', ecco!' Ottimo. Non
ci sarebbero stati problemi. Quegli
ultimi due mesi si era documentato, visionando svariati porno gay e letto
numerose doujinshi e riviste... di settore. Era
pronto. Lui
e Kaede avrebbero avuto una
prima volta
indimenticabile, parola di Hanamichi Sakuragi, il Tensai! Dopo
un ultimi sospiro, si decise a suonare il campanello. I
passi strascicati gli confermarono la presenza del suo animaletto
sonnecchiante. Ma nessuno lo preparò alla
visione di un Kaede super-sexy, in boxer e canotta dalla spallina svenevole,
i capelli arruffati, le gote lievemente arrossate e gli occhioni lucidi e
confusi di chi si è appena destato da un sogno erotico particolarmente
realistico. E la dolcezza della sua voce,
resa profonda e roca dal sonno, che mormorava un dolce e soave... “Quanto
cazzo c'hai messo ad arrivare, Do'hao!?” Che
tenero! Dopo quel moto di stizza,
Rukawa fu costretto a sgranare i suoi occhi azzurro cielo, man mano che lo
sguardo scendeva lungo il corpo sinuoso del suo ritardatario compagno. Quel
pantalone gli era familiare... Nascondendo
un sorriso compiaciuto, si rese conto che quel Do'hao lo aveva lasciato solo
per quasi mezzo pomeriggio solo per potersi agghindare a festa... A suo unico beneficio. Perché non festeggiare, allora? Sorridendo
sorniona, l'allupato volpe fece accomodare il piccolo
rosso-senza-cappuccetto, all'interno della propria calda e accogliente tana. I
due ragazzi si guardarono in silenzio. Nell'istante in cui la
serratura scattò, decretando la definitiva chiusura della porta d'entrata,
si saltarono letteralmente addosso, divorando l'uno le labbra dell'altro. Famelici,
incontrollabili, animaleschi. Kaede trascinò sul tappeto il suo focoso compagno, tremando
d'eccitazione non appena avvertì su di sé il calore di quel corpo
statuario. Non aveva mai messo fretta al
suo dolce Do'hao, deciso a rispettare i suoi tempi, anteponendo così i
bisogni dell'altro ai propri. Aveva desiderato a lungo quel contatto di pelle, era da
settimane che i soli baci non bastavano più alla vorace volpe, ma l'essere
stato così paziente, lo stava ripagando oltre ogni immaginazione. Hanamichi sembrava determinato ad aggiungere un altro
tassello in quel variopinto mosaico che componeva la loro relazione. Sorrise,
la taciturna volpe, mentre lo sguardo si accendeva di mille riflessi color
passione, desiderio ed estasi. Tinte uniche, che solo quello strano Do'hao era riuscito a
miscelare, donandogliele con semplicità e un pizzico di incoscienza. 'Lo seduco, lo bacio, lo spoglio, lo stendo – non a
testate- e lo... e lo...e lo sc...e lo sco... e lo 'quella cosa lì', ecco!' 'Lo seduco, lo bacio, lo spoglio, lo stendo – non a
testate- e lo... e lo...e lo sc...e lo sco... e lo 'quella cosa lì', ecco!' Sedotto: pareva di sì. Baciato:
ok. Spogliato: quasi. Steso:
fatto. Mancava solo quella cosa lì ed era a cavallo. Arrossendo miseramente per quel pensiero
a doppio senso,
Hanamichi cercò di riacquistare la concentrazione necessaria al buon esito
della sua missione. Kaede mugolava piano ad occhi socchiusi. Ogni
carezza, ogni bacio, ogni lappata leggera lo stavano portando
inesorabilmente verso il punto di non ritorno. Si
sentiva andare a fuoco e i dolci lamenti del suo Do'hao non lo aiutavano di
certo a mantenere un minimo di controllo. Quando Hanamichi si decise a sfilargli i boxer leggeri,
decise che mantenere il controllo di sé era un'attività decisamente
inutile. Cingendogli le spalle con le lunghe braccia nivee, avvicinò
le labbra alle sue, allargando leggermente le gambe in un chiaro e
inequivocabile
invito. Era
pronto. Da tempo ormai non gli bastava più dimostrare l'amore per
il Do'hao con i gesti o le poche parole che il suo carattere introverso gli
permettevano. Voleva
amarlo con tutto il suo corpo. L'anima gliel'aveva già donata, precisamente il giorno in
cui aveva compreso la reale natura dei suoi sentimenti per lui. Hanamichi afferrò l'elastico con entrambi i pollici e fece
scendere i boxer lungo le cosce tese della sua volpe. Vedendo Kaede aprirsi
completamente a lui, sentì un fremito incontrollato scuotergli il corpo. Era
pronto. Erano entrambi pronti. Socchiuse
le labbra, permettendo alla lingua di Rukawa di giocare con la sua mentre
slacciava febbrilmente la cerniera dei jeans, poi... SHOCK Eiaculazione precoce. Desiderio
sessuale ipoattivo. Disturbo
da avversione sessuale. Dispareunia. Impotenza. E
se fosse venuto subito? Dopotutto era la prima volta anche per lui! E se la volpe sentisse troppo
dolore e iniziasse a non provare più desiderio sessuale? E
se perdesse totalmente lo stimolo a causa del male fisico provato? E
se tutto ciò gli causasse dei coiti dolosi? E
se, dopo il male provocato al suo compagno, lui fosse diventato
impotente a causa del senso di colpa? Hanamichi si staccò dal corpo caldo e umido del suo Koi,
fissandolo con occhi sbarrati, mentre tutte quelle domande gli turbinavano
nella mente. Boccheggiando come un pesce, si guardò attorno tremando
come una foglia. “LA... CHIAVE!” urlò sconvolto. “H...
Hn?!” mugugnò Kaede, allibito. “Ho
lasciato la chiave di casa nella toppa! - spiegò concitato, mentre si
riallacciava i pantaloni - Devo correre prima che qualche ladro entri! Scusa
Kae, ci vediamo domani!” concluse, scappando via come una lepre. Un volta solo, un inebetito Rukawa, ancora steso sul
tappeto, seminudo ed eccitato come mai prima d'allora, restò diversi minuti
a fissare stranito la porta d'ingresso prima di realizzare l'accaduto e
sospirare affranto un malinconico “Do'hao!” Stupido,
stupido, stupido, stupido, stupido, stupido, stupido, stupido, stupido,
stupido, stupido, stupido, stupido, stupido, stupido, stupido, stupido,
stupido, stupido, stupido, stupido, stupido! Hanamichi si rigirò nel
letto, incapace di addormentarsi dopo la figuraccia fatta con la sua volpe. Chissà
cosa aveva pensato Kaede di lui. Che
era un Do'hao, ovviamente! Ok, con calma. Aveva
avuto solo un lieve contrattempo, dopotutto anche i Tensai devono imparare,
no? Avrebbe
rimediato il prima possibile. L'indomani
stesso, a casa di Kaede, avrebbe ripreso il discorso interrotto e portato a
termine la sua missione. Parola del Tensai. Kaede varcò la soglia della terrazza, cercando con lo
sguardo il suo compagno. Il
Do'hao sedeva rannicchiato in un angolo, con la schiena contro la ringhiera. Sembrava
così piccolo e indifeso. Da tempo oramai, Rukawa aveva imparato a leggere in
quell'anima così sensibile e delicata come un fiore di ciliegio. Hanamichi, nascondeva timidezza e paure, stordendole con
urla e testate. Con ogni probabilità, in quel
momento non sapeva come comportarsi con lui, dopo la sua fuga. “Do'hao” lo chiamò piano, sedendosi accanto a lui. “Ciao,
Baka!” sospirò il giovane, posando il capo sulla sua spalla. Circondandogli le spalle con un braccio, Rukawa sfiorò con
le labbra una tempia del rossino che a quel contatto, si rilassò
immediatamente iniziando a sfiorargli distrattamente il petto, per poi
proseguire con carezze sempre più spinte. Sorridendo soddisfatto, il volpino lo lasciò fare, lieto di
vedere il suo compagno finalmente di ottimo umore. Persa completamente la
percezione del tempo e dello spazio, Hanamichi dimenticò d'essere sulla
terrazza di un edificio scolastico e si stese completamente sulla sua bella
volpe, pronto a continuare il discorso interrotto il pomeriggio precedente. Slacciando velocemente i pantaloni di Kaede, si fiondò
sulle sue labbra, tentando parallelamente di spogliare se stesso. Quando Rukawa gli circondò le spalle con entrambe le
braccia emettendo un mugolio soddisfatto, la mente di Sakuragi andò
nuovamente in black out. SHOCK Eiaculazione precoce. Desiderio
sessuale ipoattivo. Disturbo
da avversione sessuale. Dispareunia. Impotenza. Staccandosi velocemente dal
suo compagno, puntò il suo sguardo nocciola sul volto arrossato del
ragazzo. “ALLENAMENTI! Ci sono gli allenamenti, Kitsune! Arriveremo
tardi!” sbottò alzandosi rapidamente in piedi, cercando di darsi un
contegno. “Hn!” mugugnò Rukawa, annuendo con poca convinzione. Per
una volta che non stava pensando al Basket... Controvoglia, seguì il
rossino fino alla palestra, deciso a scaricare la frustrazione con qualche
canestro. Un
milione e mezzo, per l'esattezza. Hanamichi chiuse la manopola
dell'acqua con un sospiro rassegnato: il piano stava procedendo con troppa
lentezza. E
la colpa era principalmente sua... Unicamente, sua... Completamente, sua... “Porca paletta!” sibilò a denti stretti. Era o non era il Tensai? Allora
all'attacco, dannazione! Ripensandoci meglio, non è che fosse proprio totalmente
colpa sua, però. Rukawa
era tutto, tranne che un dolce uke bisognoso di coccole. Non
si comportava come nei manga yaoi, accidenti! Avrebbe
dovuto improvvisare... 'Lo seduco, lo bacio, lo spoglio, lo stendo – non a
testate- e lo... e lo...e lo sc...e lo sco... e lo 'quella cosa lì', ecco!' 'Lo seduco, lo bacio, lo spoglio, lo stendo – non a
testate- e lo... e lo...e lo sc...e lo sco... e lo 'quella cosa lì', ecco!' 'Lo seduco, lo bacio, lo spoglio, lo stendo – non a
testate- e lo... e lo...e lo sc...e lo sco... e lo 'quella cosa lì', ecco!' Psicologicamente
pronto per il nuovo round, Sakuragi attese con impazienza che i compagni di
squadra si eclissassero. La
sua volpaccia stava terminando l'allenamento supplementare. Aveva
poco tempo per sistemarsi un po'. Rimasto solo negli spogliatoi, si preparò all'arrivo di
Rukawa: arruffò i capelli come piacevano alla Kitsune, si stese – nudo
– sulla panchina e adagiò l'asciugamano sulla sua zona più intima,
fingendo di leggere un libro di scuola. Quando udì i passi del suo
ragazzo farsi sempre più vicini, trattenne il respiro e continuò la sua
recita. Kaede
rimase impietrito per lo stupore, incapace di distogliere lo sguardo da
quella visione inaspettata. Il
corpo statuario di Hanamichi brillava sotto la luce artificiale del
lampadario donandogli un aspetto quasi ultraterreno. Deglutendo a vuoto, seguì il tragitto di una goccia d'acqua
che percorse il petto ambrato, correndo velocemente dalla clavicola
all'ombelico. Come aveva osato? Quella era proprietà privata! Avvicinandosi a quel giovane Apollo, scrutò minuziosamente
ogni piccolo particolare di quel bellissimo viso: i capelli purpurei
scompigliati come dopo un incontro d'amore, le lunghe ciglia nere che
celavano al suo sguardo il colore nocciola delle sue dolcissime iridi, il
naso perfetto e le labbra gonfie e turgide, create unicamente per baciare
lui. Continuando la perlustrazione visiva, la Kitsune si soffermò
sulle spalle larghe, il petto, i capezzoli turgidi, i muscoli addominali...
l'asciugamano candido che celava, sì, il sesso del rossino, ma non la sua
forma, che riusciva a intravedere attraverso le pieghe del tessuto di
spugna. Le
lunghe gambe, una stesa sulla panchina e l'altra piegata, lo condussero sino
ai piedi e alla fine della sua avventurosa esplorazione. Sorridendo maliziosamente, intuì la ragione di quella posa
seducente, appena s'accorse che il libro scolastico che teneva tra le mani
il suo Do'hao era sottosopra. S'inginocchiò di fronte al proprio ragazzo, strappandogli
di mano il testo scolastico, facendolo volare sul pavimento. Trovandosi nelle iridi azzurre, il colore bronzeo dello
sguardo del suo Do'hao, nascose un brivido di trepidante attesa, scorgendo
le piccole scintille che screziavano gli occhi del suo koi, resi ancora più
scuri dalla passione vi albergava. Sakuragi sollevò pigramente un braccio artigliando la sua
nuca, permettendo alle loro bocche di incontrarsi e dare inizio a un torbido
duello di lingue. Di lì a poche secondi, Kaede si ritrovò sdraiato sulle
fredde mattonelle dello spogliatoio, avvolto dal corpo umido del suo rossino. Conscio più che mai della nudità del ragazzo, il volpino
provò un attimo di imbarazzo pensando al proprio, di corpo. Sudato e con la maglietta
scura appiccicata al petto non doveva essere molto desiderabile... La
visione di Rukawa, accaldato e stanco dopo l'allenamento, aveva eccitato
all'inverosimile Hanamichi, che stava leccando via ogni gocciolina salata di
sudore al viso del suo koi e la maglietta che gli aderiva come una seconda
pelle, non stava di certo facilitando il suo autocontrollo. Una mano tra i capelli neri e l'altra che si era insinuata
sotto i candidi pantaloncini, Sakuragi prese a divorare le labbra del suo
sensualissimo Kaede, desideroso di dargli più piacere possibile. Incoraggiato dagli ansimi del volpino, gli sollevò la
maglietta per potersi dedicare ai capezzoli rosei che si erano sollevati in
cerca di attenzione. Era il momento giusto. Kae
era molto eccitato e lui non era da meno. Se
non lo prendeva subito, rischiava di esplodere! Non
poteva certo fare un simile figura, non davanti a... SHOCK Eiaculazione precoce. Desiderio
sessuale ipoattivo. Disturbo
da avversione sessuale. Dispareunia. Impotenza. Sollevandosi di scatto, Hanamichi sgranò sconvolto gli
occhi scuri. “IL... GATTO! – tuonò disperato, mentre correva a
rivestirsi – Ho lasciato il gatto sulla pentola a pressione! Devo
salvarlo!!!” urlò, scappando via dalla palestra a gambe levate. Rimasto, nuovamente, da solo, Rukawa guardò il soffitto
meditabondo. La
prima interruzione lo aveva lasciato basito, la seconda alquanto scocciato,
la terza... DECISAMENTE FURIOSO! Tirandosi a sedere, andò a fare una doccia gelata –
l'ennesima della settimana – riflettendo sulla situazione. Ogni volta, ogni stramaledetta volta che era lì lì per...
il Do'hao fuggiva con delle scuse al limite del delirio. Che volesse farlo impazzire? Probabile,
perché di quel passo a Kaede si sarebbero fusi i neuroni! Non
capiva cosa stesse accadendo al rossino. Si
stava comportando in modo assurdo, o perlomeno, aveva decisamente superato i
suoi standard abituali, ecco. Credeva che la loro passionalità fosse una naturale
evoluzione del loro rapporto... ma Hana sembrava... spaventato. Non
era normale tutta quella paura. A
meno che... L'idea
di fare l'amore non fosse un desiderio
del Do'hao,
ma un modo per rendere felice lui... Forse
voleva farlo solo per soddisfarlo a qualunque costo. Kaede sbuffò contrariato: ragionamento assurdo e
contorno degno del Do'hao che era. Non
gli aveva mai chiesto nulla, dannazione! Certo, sognava quel corpo
ambrato ogni notte, bramando di leccare e mordere ogni centimetro di pelle a
disposizione... ma non gli aveva mai chiesto esplicitamente di... di... “Razza di deficiente! -
sibilò Rukawa, chiudendosi la porta della palestra alle spalle – Gli farò
sputare l'osso a costo di legarlo al.. HN?!” s'interruppe, trasalendo
appena. Poteva essere una soluzione, perché no? Senza perdere altro tempo,
partì all'inseguimento del Re dei Do'hao, deciso a non dargli scampo. Stupido,
stupido, stupido, stupido, stupido, stupido, stupido, stupido, stupido,
stupido, stupido, stupido, stupido, stupido, stupido, stupido, stupido,
stupido, stupido, stupido, stupido, stupido! Sakuragi non si dava pace. In
pantaloncini, camminava avanti e indietro per la stanza a piedi nudi,
maledicendosi in tutte le lingue del mondo. Il
piano stava subendo devastanti ritardi... tutti causati da lui. Doveva
escogitare qualcosa, trovare un rimedio, una soluzione, un cavillo... Un
sotterfugio qualsiasi che lo aiutasse a copulare, dannazione! La
colpa di tutto era della sua stramaledetta timidezza... Mmm...
anche della sua insicurezza... Per non parlare del terrore di
non essere all'altezza delle aspettative delle persone che amava... Era
Do'hao! Cosa poteva fare, allora? Ubriacarsi? L'alcol non aiutava
l'erezione, lo dicevano all'unanimità tutte le riviste che aveva letto. Sniffare? Peggio ancora. Fumare
erba? E
se poi non avesse riconosciuto Ru e fosse finito a letto con uno
sconosciuto? Troppo rischioso. Kaede lo avrebbe trucidato. Il
Viagra? Inutile. Non
era un problema di funzionamento, il suo. Il suono del campanello lo riportò con i piedi per terra. Entrato velocemente in casa, Kaede afferrò la mano del
Do'hao, trascinandolo in camera sua in religioso silenzio. Lo costrinse a sedersi sul letto e poi lo imitò,
guardandolo dritto negli occhi. “Parla.” ordinò,
lapidario. “Io
non... È che... Poi tu...” balbettò il rossino, torturandosi le mani. “Soggetto,
predicato e verbo, Do'hao!” specificò contrariato il volpino, sollevando
un sopracciglio. “Uffa!È tutta colpa tua!” lo accusò Hanamichi,
guardandolo storto. “Hn?!” “Non
ti comporti come dovresti!” “Hn?!” “Non sbavi, non piangi e non sudi copiosamente come loro,
vedi?” borbottò Sakuragi, mostrandogli i manga yaoi che aveva comprato. “Non sono mica una spugna, Do'hao! - sbottò Kaede
guardando allibito quei ragazzi dall'eccessiva salivazione – È solo un
fumetto. Nella vita reale non succede mica così! Santa Pazienza!” sospirò
Rukawa, passandosi una mano sugli occhi. “A
no?! Sei sicuro?” volle sapere il rossino, imbronciandosi confuso. “Hana, cosa ti succede?”
gli chiese il volpino, accarezzandogli distrattamente una guancia. “Fin dall'inizio, sei sempre stato tu ad aspettarmi.
Quando ho capito d'essere attratto da te, quando l'ho accettato, quando poi
l'ho detto al Guntai. Tu mi hai lasciato tutto il tempo di cui avevo
bisogno, rimanendo in silenzio. Per sdebitarmi, volevo regalarti una prima
volta indimenticabile, invece...” sussurrò Sakuragi, abbassando lo
sguardo per la vergogna. “Vieni qui, piccolo!” mormorò Rukawa, cingendogli le
spalle con un braccio. “Sono
un disastro!” ammise Hanamichi, strofinando il naso contro il petto della
volpe. “No, sei solo Do'hao.” lo rincuorò Kaede, adagiandolo
delicatamente sul letto. “EHI! - esclamò il rossino, adirato – Lo stavo facendo
per te e tu... tu... Che stai facendo?!” chiese allibito il numero dieci
dello Shohoku, quando sentì della stoffa stringere i suoi polsi ambrati. “Metto in atto il tuo geniale piano, Tensai!” fu
l'inquietante risposta del volpino, a metà tra l'ironico e il malizioso. “Ma perché mi hai legato alla testata del letto?”
domandò innocentemente il rossino. Quello
non era descritto nelle riviste che aveva letto. “Lo
scoprirai presto, piccolo!” promise Kaede sulle sue labbra. Le
mani di Rukawa sfioravano ogni punto sensibile del suo corpo, quasi fosse
stato in possesso della mappa di tutte le sue zone erogene. Hanamichi mugolò piano,
quando la lingua vellutata del compagno prese a stuzzicare uno dei suoi
capezzoli, mordicchiandolo e succhiandolo con crescente voracità. Stava
per sciogliersi, ne era sicuro. Troppo
calore in migliaia di punti. Sarebbe
diventato il primo caso di autocombustione nella storia dell'umanità. “Kae...” ansimò con la vista appannata e il respiro
corto, quando un paio di dita nivee sfiorarono la sua apertura pulsante. Stava
per...? SHOCK Eiaculazione precoce. Desiderio
sessuale ipoattivo. Disturbo
da avversione sessuale. Dispareunia. Impotenza. “RU, ASPETTA! - tuonò il rossino, strattonando le corde
che gli impedivano la fuga - Ho dimenticato di...Aahh...” gemette,
impossibilitato a concludere la frase. La
mano di Rukawa aveva artigliato il suo sesso, accarezzandolo con foga. Dimentico
di tutto, all'infuori delle dita del suo volpino, Sakuragi si rilassò
nuovamente, lasciando a Kaede tutto lo spazio di cui aveva bisogno. Sorridendo soddisfatto, il bel volpino continuò a stimolare
il corpo statuario del suo dolcissimo Do'hao, deciso più che mai a farlo
impazzire di piacere. Lo masturbò senza pietà mentre affondava due dita nell'ano
umido del suo ragazzo, pregustando il momento in cui lo avrebbe potuto
penetrare. Pochi istanti ancora e il
ventre abbronzato di Hanamichi fu inondato del proprio sperma chiaro. Golosamente, Rukawa si chinò a leccare via quel liquido
tiepido, ripulendo per bene la parte più delicata di quel corpo tanto
amato. Colto da un improvviso
desiderio, usò la punta della lingua per solleticare lo scroto del rossino
che s'inarcò gridando di piacere e di sorpresa per quel contatto così
intimo. Il volpino accarezzò quel pene nuovamente turgido con una
guancia e ne leccò la punta, prima di ingoiarlo completamente e pompare a
velocità vertiginosa. Le urla sconvolte del Do'hao gli diedero l'input necessario
a concludere quella tortura e ben presto poté nuovamente assaporare il vero
gusto del suo Koi. Sollevandosi sui gomiti, si beò della vista dell'amante. Lo
sguardo perso, le gote arrossate, il respiro ansante, Hanamichi era
l'emblema del sesso e della perdizione. Il corpo imperlato di sudore, risplendeva in tutta la sua
gloriosa nudità e la vista del suo sesso esausto, fece completamente
perdere il controllo al giovane volpino che artigliò la vita del ragazzo,
poggiando la punta del proprio pene su quell'apertura da poco seviziata. “Mmm...” mugolò Sakuragi, riuscendo appena ad allargare
di poco le gambe. Rukawa penetrò quel corpo caldo e burroso, godendo del modo
in cui s'inarcò il rossino, gridando di pura gioia. Non
gli aveva fatto troppo male e ne fu sollevato. Cominciando a spingere a
velocità sostenuta, Kaede guardò famelico il corpo spossato che stava
possedendo. Esausto e accaldato, si era aperto, sbocciando come un fiore
davanti ai suoi occhi volpini, lo aveva accolto e gli stava lasciando tutta
la libertà che desiderava. Il pene ambrato, arrossato e stanco, non aveva più la forza
di riprendere consistenza, limitandosi a ondeggiare ad ogni sua spinta. In quel preciso istante, Kaede Rukawa scoprì il possesso. Con gli occhi socchiusi, Sakuragi tentò di mettere a fuoco
il soffitto, senza riuscirci. I
suoi sensi erano andati completamente in tilt. L'unica
cosa che percepiva era il sesso rigido della Kitsune che scava dentro di sé,
provocandogli brividi e fitte di profondo piacere. Si
sentiva esausto, morbido, esposto e vulnerabile. Talmente
felice che provò lo sciocco desiderio di scoppiare a piangere. Era quello l'amore? Probabilmente. Nessun articolo di giornale, o foto, o manga, sarebbero mai
riusciti a descrivere quel piacere così devastante e totale. Adesso lo aveva capito. Quando sentì lo sperma di Kaede inondare il proprio
intestino s'inarcò nuovamente, attendendo l'arrivo del suo meraviglioso
compagno. “Ru, liberami...” ansimò il rossino, sfregando una
guancia contro quella volpina. Pur restando completamente sdraiato su di lui, il numero
undici dello Shohoku riuscì ad allentare le corde che gli legavano i polsi
e bene presto, Sakuragi poté avvolgere la sua volpaccia in una stretta
calda e protettiva. “Hai capito, Do'hao?” mugugnò Kaede sfiorandogli le
labbra con le proprie. “Non ne sono molto sicuro, forse ho bisogno di qualche
ripetizione... - sorrise Hanamichi maliziosamente –
Grazie!” concluse poi, tornando per un attimo serio. “Desideravo anch'io che fosse tutto perfetto, piccolo. -
gli confidò Kaede, accarezzandogli un sopracciglio scuro – Però è stato
divertente legarti, sai?” ammise felino, fiondandosi sulle sue labbra
carnose. “Baka Kitsune!” s'imbronciò Sakuragi, arrossendo
miseramente. “Era
l'unico modo per non farti correre via, Do'hao!” lo rimbeccò Kaede,
sfidandolo con lo sguardo a smentire quell'affermazione. Rimasero a lungo così,
adagiati l'uno sull'altro, godendo della vicinanza dei loro corpi nudi e
accaldati. Sorridendo tra sé, Hanamichi desiderò di mettere in
pratica quanto aveva appena imparato dalla sua perversa volpe, amante del bondage. “Ru?” “Hn?” “Mi è appena tornata voglia di scappare...” mormorò il
rossino con malizioso candore. “Bene!”
sorrise Rukawa, ghermendolo con rinnovata foga. -OWARI-
Gj: Questo è il motivo per il
quale evito di scrivere HanaRu (finirebbero tutte così) ^^''' Ru&Hana: Scrivileee!!! *ç* Gj: Monotematici... ¬__¬
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