Eccomi di nuovo qui con un’altra fic!! Non so ancora bene come si svilupperà, ma non credo che sarà molto lunga.

Le virgolette “ ” stanno ad indicare il parlato, mentre le singole ‘ ’ stanno per il pensato. Buona lettura!! ^__^

Hikaru

P.S. Vi ricordo che i personaggi non sono miei ma del mitico Inoue.

 


Senza paura

capitolo I

di Hikaru


Il 1° di Aprile.

Il suo compleanno.

Il giorno più brutto della sua vita.

Hanamichi Sakuragi si svegliò nel suo letto con un senso di pesantezza nel cuore e con la consapevolezza che ciò che provava ogni anno, in questo stesso giorno, sarebbe durato per sempre.

Tristezza, dolore, rabbia, rimorso, disperazione….

Ogni anno una parte di lui scompariva e sapeva che presto non sarebbe rimasto più nulla di ciò che era.

Il sole era coperto da grosse nubi grigie e l’aria era insolitamente fredda.

‘ Anche il tempo sembra volermi ricordare cosa significa questo giorno per me ’ pensò il rossino con amarezza.

Non aveva alcuna voglia di starsene chiuso fra quattro squallide mura, così decise di andare a fare una passeggiata sulla spiaggia prima di recarsi all’appuntamento a cui non era mai mancato.

 

Anche il mare era grigio, grigio come il cielo, come il suo cuore che bruciava piano piano, lasciandosi dietro solo cenere.

Il suo sguardo si perse all’orizzonte.

Rimase in piedi a fissare il mare ancora qualche istante, poi sedette sulla fredda sabbia, circondò le ginocchia con le braccia appoggiandoci sopra la testa.

Chiuse gli occhi.

Intorno a lui solo il ritmo incessante delle onde.

Anche lui avrebbe voluto essere un’onda.. libera e spensierata, senza paure, senza dolori né sofferenze, senza responsabilità, senza quei ricordi che gli avvelenavano l’anima uccidendolo lentamente.

Avrebbe voluto liberarsi di ogni cosa, ma più di tutto desiderava liberarsi da sé stesso.

Ma era proprio questo che voleva?

In fondo non esiste felicità senza sofferenza, non c’è futuro senza passato e lui non voleva scordare la sua infanzia, ciò che era stato…

‘ No, non potrei mai scordare. Eppure…. ’

Hanamichi era più confuso che mai.

Si alzò lentamente e s’incamminò verso la sua destinazione.

Le mani in tasca, la testa china e il cuore serrato in una morsa.

 

Decisamente oggi non era la sua giornata!!!!!!

La cameriera non gli aveva lasciato la colazione e non aveva stirato la sua maglia blu, la giornata era fredda e grigia, durante il tragitto verso il campo di basket era andato a sbattere due volte contro alcune ragazze che poi lo avevano seguito per un bel po’, poi si era schiantato ben tre volte contro dei bidoni e come se non bastasse gli si era anche bucata una ruota della bici!!!!! ( ‘mazza Ru quanto sei sfigato!! NdH Beh, devo ringraziare te…Non è che per caso ce l’hai con me? NdR Chi, io??? Noooooo… NdH )

‘ Ora basta, non ne posso più! Quasi quasi me ne ritorno al calduccio nel mio letto…’

Rosso.

Una testa rossa attirò la sua attenzione.

Si voltò e vide…

..Hanamichi.

Quello era proprio Hanamichi!

‘ Cosa ci fa in giro il do’aho? ’ si chiese il volpino.

Era molto che non lo vedeva, da quando si era fatto male alla schiena.

Chissà come stava…

Era vestito molto bene.

Tutto di nero.

“ Un angelo nero ” fu il primo pensiero che attraversò la mente di Rukawa, un pensiero lieve e inaspettato come un alito di vento che s’intrufola di nascosto da una finestra lasciata socchiusa.

‘ Chissà dov’è diretto… ’

Senza nemmeno rendersene conto cominciò a seguirlo da lontano.

Si fermò solo quando lo vide indugiare davanti ad un cimitero alla periferia di Kanagawa.

‘ Cosa diavolo ci va a fare in un cimitero a quest’ora del mattino quel baka? ’

Dopo un attimo d’indecisione la curiosità prese il sopravvento e seguì il rossino che era appena entrato.

Hanamichi stava davanti a due tombe su una delle quali era posto a bruciare dell’incenso.

Poteva sentirne l’odore che si diffondeva nell’aria.

E poi vide qualcosa che lo lasciò senza parole.

Il do’aho, il suo do’aho…

Era incredibile.

Sul bellissimo volto del rossino vi era un’inequivocabile vuoto, nulla traspariva dal suo sguardo, nessuna emozione…

I suoi occhi erano come privi di vita, come se non potessero vedere.

E poi, d’un tratto…

…una lacrima.

Una lacrima intrisa di un dolore troppo a lungo celato in un sorriso.

 

Rukawa non riusciva a credere a ciò che aveva appena visto.

Per un attimo aveva intravisto la vera essenza di Hanamichi, quella parte di lui che nessuno era in grado di vedere perché celata nelle profondità più nascoste del suo cuore.

‘ Che sciocco!! Credevo che i sentimenti che provo per lui mi avessero aperto gli occhi, rendendomi in grado di capirlo come nessun altro sa fare e invece non ho capito nulla… La verità è che non lo conosco, non so nulla di lui, della sua vita e questo mi fa male… Eppure so che ciò che sento per lui è reale, è un sentimento forte che non posso e non voglio reprimere ’

Ripresa la bici, Rukawa decise che sarebbe andato comunque al campetto.

Forse così sarebbe riuscito a distrarsi.

 

Nel frattempo qualcuno si stava dando da fare per rendere speciale il compleanno del rossino…

“ Fratellone, sei riuscito a chiamare tutti i ragazzi? ”

“ Si Haruko, manca solo Rukawa. Quando l’ho chiamato non era in casa, ma riproverò più tardi ” la rassicurò Akagi.

“ Bene. Chissà come rimarrà sorpreso Hanamichi nel vedere la festa che gli abbiamo preparato!! ”  

“ Sono sicuro che sarà felice di sapere che è stata una tua idea ”

“ Ma…Takenori…cosa dici? ” disse Haruko arrossendo.

Poi entrambi scoppiarono a ridere e tornarono ai preparativi per la festa.

Ormai il Gorilla aveva accettato il fatto che Haruko si fosse innamorata di quell’idiota di Sakuragi e le aveva promesso di non interferire.

 

Verso le sette tutto era pronto, ma…

“ Oh no!!!! ” esclamò Haruko.

“ Che ti succede sorellina, qualcosa non va? ” le chiese Akagi.

“ Mi sono scordata di avvertire Yohei e gli altri!!! ”

“ Che cosa? Come hai fatto a dimenticarti di loro? ”

“ E’ che ho avuto così da fare… Ma ora li chiamo subito ” disse afferrando la cornetta del telefono.

“ Pronto? ” chiese una voce dall’altro lato dell’apparecchio.

“ Pronto Yohei, sono Haruko ”

“ Oh ciao ”

“ Ciao, senti ti ho chiamato perché ho bisogno che tu e gli altri portiate  Hanamichi qui a casa mia stasera, verso le otto. Credi di riuscire a farlo    venire? ” chiese impaziente Haruko.

“ Perché tutta questa urgenza? E poi perché dovremmo venire tutti ad accompagnarlo? Se devi parlargli di qualcosa di importante è meglio che lo    chiami tu ”

“ Ti prego, non fare domande e fa come ti ho chiesto. Per favore…” chiese Haruko con dolcezza.

“ E va bene, d’accordo. Farò come mi hai chiesto ” la rassicurò Mito.

“ Grazie ”

“ Di niente ”

“ Beh, allora a più tardi ”

 

                                                                                     CONTINUA…





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