Ben, bene… finalmente siamo arrivati alla pubblicazione… sono davvero contenta. Leggete e commentate!! Prevedo dei risvolti davvero interessanti… ah ah ah ah ah!!!  
BUONA LETTURA!!! 




Sentimenti di un dio perennemente imbronciato

parte I

di Arumi-chan 



“Le cose immutabili sono inutili… terribilmente noiose…” pensò ancora una volta Kanzeon Bosatsu.
“Fortunatamente da quando c’è quella scimmietta… il sole è tornato a splendere nel cuore, perennemente ghiacciato, di qualcuno di mia conoscenza…” sorrise beffardo.

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-NOOOO!!!!!!!-
Un grido infranse la pacifica calma dei giardini del Palazzo Celeste, inondati dalla dorata luce del pomeriggio inoltrato.
-Che cosa stai facendo, idiota di una scimmia?!?!- urlò Konzen iracondo, correndo attraverso i vialetti alberati dove i ciliegi eternamente in fiore sprigionavano il loro dolce profumo, verso una montagnola di fango. Questa si mosse e parlò.
-Che c’è, Konzen?-
-Come “che c’è?”!- ribatté furioso il Dio. -Ma sei scemo? Cioè… stai lì a… a farti i fanghi termali e mi chiedi “che c’è?”?-
-Si! Perché, qualcosa non va? È divertente!- disse il cumulo di fango, che iniziava a sciogliersi e a colare in rivoli marroncini sulla faccia e sui vestiti del bambino dagli occhi dorati e i capelli nocciola celato sotto la melma.
Konzen si mise le mani nei capelli.
“Se quella vecchia megera di Kanzeon mi da un altro incarico del genere, giuro che la ammazzo!” pensò sconsolato sospirando, e subito dopo ritraendosi orripilato di fronte all’abbraccio melmoso del mocciosetto al settimo cielo che urlava:
-Konzen, guarda che belli i ciliegi!-
-Schifoso essere! Mi hai insudiciato i vestiti!-
-Scusa…- mugugnò il bambino con voce risentita chinando la testa.
Konzen lo guardò perplesso.
“Ehm… forse ci sono andato un po’ troppo pesante… sembra ci sia rimasto veramente male…”
-Vabbè… dai, Goku, non fa niente… tanto dopo li…-
Il Dio cercò con lo sguardo il bambino, un attimo prima di fronte a lui, che adesso rincorreva giocondo una farfalla che gli era passata sotto il naso.
Numerose, minuscole vene si gonfiarono sulle tempie del Dio…
“Non mi calcola nemmeno! Che moccioso impertinente!! E io che pensavo ci fosse rimasto male! Mai essere comprensivi con una scimmia…”
Mentre Goku gli trotterellava davanti, con un movimento rapido Konzen lo acciuffò per la collottola.
-STUPIDA SCIMMIA!!! Devi ascoltarmi quando ti parlo!!!-

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All’ombra di un ciliegio poco distante, il Grande Generale dell’Armata Celeste Tenpou Genshu si godeva la scena, senza dare nell’occhio, col suo solito sorrisetto cordiale stampato sul volto.
“Anche se questa volta” si disse ridendo sommessamente “ho un buon motivo per sorridere…”
Nel Mondo Celeste c’era una novità di cui, per ora, solo lui era a conoscenza…
Quando decise che la cosa stava andando troppo per le lunghe, Tenpou si avvicinò a Konzen, che minacciava di sculacciare Goku, e sorridendo indulgente, si rivolse al Dio biondo:
-Buongiorno Konzen! Cosa state facendo di bello?-
-Tenpou…- ringhiò lentamente Konzen scandendo le lettere, con fare omicida.
-Se non avete nessun impegno veramente urgente,- riprese Tenpo con la sua parlantina sciolta, ignorando Konzen –vi consiglierei di andarvi a fare un bel bagno! Senza offesa, naturalmente!- aggiunse ammiccando.
-SI!!!! Konzen, dai, andiamo a fare il bagno, ti prego!!!!- urlò Goku gioiosamente tentando di liberarsi dalla salda presa del biondo, e scalciando invano per poggiare i piedini a terra.
-Va bene, stupida scimmia!! Quando ti avrò affogato nella vasca sarai più contento!!!- sbottò Konzen avviandosi verso il suo alloggio con Goku ancora sollevato e schiamazzante.
Mentre Tenpou guardava la strana coppia allontanarsi bisticciando, una voce alle sue spalle lo distrasse dai suoi pensieri.
-Cosa stai guardando, di tanto interessante?-
Kenren affiancò Tenpou, che per tutta risposta puntò il dito in direzione di Konzen e Goku.
-Ehh… mi si scioglie il cuore… come potevo pensare che quel ghiacciolo di Konzen avesse tutto questo talento con i mocciosi?… altrimenti gli avrei già offerto un lavoro part-time…- sospirò Kenren.
- Già… come potevamo?- cantilenò Tenpou ridacchiando tra sé e sé…
I due si avviarono per il viale alberato discutendo, mentre il sole calante dipingeva nel cielo arancio striature rosa pesca.

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-Ah, ah, ah! Il nuovo arrivato sta proprio facendo smuovere il nostro Konzen, non credi?- disse Kanzeon divertito, rivolto a Jiroshin. Il servitore sgranò gli occhi stupito e indignato, pronto a replicare, ma il Dio ermafrodito riprese a parlare.
-Guarda… sta quasi per sorridere!- concluse vedendo la scimmietta sporca di fango trascinare il nipote per i corridoi del palazzo…

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-Sbrigati Konzen!- esordì ancora una volta Goku, abbracciando il Dio e sporcandogli ancora di più la veste. -Dobbiamo farci il bagno!!!-
Il Dio si bloccò, guardandolo perplesso.
-Cosa ti fa credere che io faccia il bagno con te, baka saru?-
Lo sollevò di peso, entrando nella loro stanza.
-Sei cattivo, Konzen!!!!! E io che ci speravo tanto!…- cominciò a sfilarsi la maglietta buttandola per terra. -Cattivo…-
“Bhe… teoricamente il bagno dovrei farmelo anch’io…” si disse contemplando la sua veste, un tempo chiara e profumata… “Tanto vale prendere due piccioni con una fava…”
Il Dio si sfilò a sua volta il vestito.
Gli occhi del bambino si illuminarono.
-GRAZIE!!!!- urlò saltandogli addosso e facendolo sbilanciare all’indietro, per finire sgraziatamente a terra.
Konzen sorrise, dopo tanto tempo…
“In fondo è solo un bambino… ha bisogno di affetto… ma cosa sto dicendo?”
-Maledetta scimmietta!!!-
Konzen afferrò con una mano Goku e con l’altra il bagnoschiuma, e infilò il bambino nell’acqua calda, rovesciando tutto il contenuto schiumoso della boccetta nell’enorme vasca, che somigliava ad una piscina.
-E adesso, pulisciti!- ordinò il Dio spingendo sotto l’acqua Goku, che si dibattendosi stava formando chili di schiuma che si spargevano rapidamente per tutta la stanza.
Mentre il bambino cercava di riemergere sputando bolle colorate che si infrangevano a mezz’aria, Konzen, evitando di mostrarsi troppo, si immerse nella vasca.
-Sei pazzo?! Mi vuoi uccidere?! Ehi, ma dove…!!-
La voce di Goku venne soffocata da Konzen, che risbucava da un banco di schiuma con una spugna, che infilò delicatamente in bocca al ragazzo.
Poi, nonostante le vivaci proteste lo girò e iniziò a passargli al spugna sul corpo.
Mentre gli ultimi residui di fango scivolavano via col sapone, Konzen si stupì nel toccare la pelle liscia e morbida del ragazzino e si accorse continuare ad insaponare la schiena già pulita.
Arrossì leggermente e gli diede la spugna, girandosi e fingendo di pulirsi a sua volta.
-Mphh… ah, ecco… così va meglio!- disse Goku sputando gli ultimi residui di bagnoschiuma e passandosi da solo la spugna sul petto.
Konzen era ancora girato.
Aveva finito di sciacquarsi tutto in pochi secondi, ma sembrava non essersene accorto, dato che si stava scorticando il braccio a furia di insaponarlo. Non vedeva Goku, ma sentiva degli strani tonfi nell’acqua. Probabilmente il bambino stava giocando. Konzen girò un poco la testa, in modo da vederlo con la coda dell’occhio. Goku salterellava come un pazzo dietro alle bolle colorate che deambulavano per la stanza, lucenti e tremolanti. Il Dio, nel guardare il suo piccolo corpo, la sua allegria contagiosa e il suo sorriso così spontaneo e ingenuo, si sentì avvampare le guance.
“Che carino…. Ma cosa vado a pensare? No, no, è inaccettabile!! Io non ci resto un secondo di più con questa stupida scimmia!!!”
Dando accuratamente le spalle alla scimmia in festa, Konzen uscì dalla vasca, si infilò l’accappatoio e si avviò verso la sua camera.
A metà percorso, però, si fermò e si appoggiò al muro, pensieroso.
“Non ho mai provato niente di simile… è così piccolo e fragile… mi sembra un cristallo che si potrebbe rompere da un momento all’altro… insomma, se scivola nella vasca e si rompe l’osso del collo? No, non posso lasciarlo da solo…”
Il Dio fece dietrofront. Arrivato davanti alla porta del bagno si fermò a guardare attraverso la porta socchiusa, indeciso sul da farsi. Goku stava ancora giocando con le bolle di sapone, che leggiadre di spandevano per la stanza. Distratto, abbassò il braccio, sbattendolo violentemente sul bordo della vasca color alabastro. Una smorfia di dolore si dipinse sul suo volto, ed andò subito a sfiorarsi le catene dure e fredde. Nonostante fosse bagnato, Konzen capì che quelle che bagnavano il suo volto dai tratti ancora acerbi non erano gocce d’acqua, ma… lacrime. Il Dio non avrebbe mai immaginato di vederlo piangere. Era confuso e agitato, per la prima volta nella sua vita.
“Adesso che cosa faccio?” si disse, si diede dello stupido e, rosso in viso, entrò nella stanza.
Prese Goku in braccio, stringendolo forte, come se avesse avuto paura di vederlo scomparire da un momento all’altro.
-Konzen…-
Il bambino lo abbracciò continuando a piangere.
-Perché mi hanno messo delle catene? Io… sono così pericoloso?-
-Non sei affatto pericoloso… Quelli che ti hanno messo queste catene…- disse sfiorando lievemente il polso dolorante di Goku –sono solo degli stupidi senza cervello!- concluse fermamente. Il bambino si strinse di più a lui.
“Come hanno potuto fargli una cosa simile?” si disse indignato. “E’ solo un bambino! E’ piccolo, indifeso, ha bisogno di cure e di affetto! Come qualsiasi altro bambino! Cosa importa della sua forza incontrollabile, o del suo istinto feroce? Hanno preso in considerazione solo quella parte di lui! Non hanno badato ai suoi occhi ingenui, o al suo sorriso! Non hanno neanche pensato che fosse capace di piangere! Loro… loro non l’hanno tenuto tra le braccia, in lacrime! Come possono decidere la sua sorte?!”
Nella stanza era calato un silenzio ovattato, interrotto solo dai profondi respiri di Goku che cercava di calmarsi e riprendere fiato. La sua testa era ancora premuta sul petto del Dio.
Mentre egli stava sciogliendosi dall’abbraccio, con voce flebile il bambino chiese:
-Konzen… tu… mi vuoi bene?-
A quella spontanea domanda, Konzen, sentendo il dolce calore del piccolo corpo a contatto col suo, forte e ben sviluppato, sentì rinascere il sentimento provato prima nella vasca, e di colpo arrossì.
Nel rispondergli, cercando di non tradire la propria emozione, Konzen si fece un’altra domanda.
“Si, ma QUANTO?”
-Non sai quanto.-
“Forse TROPPO…”

Konzen venne distolto dai suoi pensieri dal prepotente suono della campana delle 21. Goku, tra le sue braccia, sbadigliò. 
“Com’è passato velocemente, il tempo… Bè, i bambini alle nove vanno a letto, no?”
-Ok! Adesso però a letto!- esclamò, cercando di concludere quell’imbarazzante discussione.
-…Vieni anche tu, vero?…- chiese Goku, con aria di supplica.
-Eh? Come sarebbe a dire? Io sono grande, quindi vado a dormire quando mi pare!-
-Ma io non ci voglio andare da solo! È tutto buio! Io ho paura! Ti prego, Konzen!!!-
-Va bene…- sospirò Konzen.
“In fondo non posso negarglielo… non dopo quello che è successo oggi…”
-Però solo cinque minuti, eh? Ti porto nella mia stanza, ma dopo torni nella tua!-
-Certo! Grazie!- esultò Goku raggiante.
Konzen percorse di nuovo i noti corridoi che portavano alla sua camera, ma stavolta con Goku in braccio.
Aprì la porta ed entrò nel salottino privato, arredato con buon gusto, ma permanentemente in disordine, lo attraversò, ed entrò nella sua stanza.
Scostò le lenzuola del letto fresco rifatto, unica cosa decente nella stanza, e vi posò delicatamente il bambino, che già chiudeva le palpebre, coprendolo bene col lenzuolo candido. Le sue labbra calde sfiorarono la fronte del piccolo.
In quel piacevole tepore, Goku si sentì sprofondare dolcemente tra le braccia di Morfeo, ma prima di addormentarsi, percepì una sensazione… no, un profumo…. Il profumo di Konzen.

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Konzen si era seduto su una sedia accanto al letto, e fissava un punto imprecisato delle lenzuola con sguardo assente. Poi, guardando l’orologio, si accorse che erano già passati dieci minuti… già, ma con che coraggio avrebbe potuto svegliare la dolce creatura che dormiva beatamente sul suo letto?
Era così calmo, rispetto al solito… Perdendosi con gli occhi nei suoi lineamenti infantili, e nella pelle abbronzata, Konzen sentiva finalmente la pace che il suo animo da tempo cercava… era… il suo Paradiso.
Cominciò ad accarezzare distrattamente i soffici capelli color cioccolato.
Il sonno pian piano stava catturando anche lui, quando una luce abbagliante pervase la stanza, squarciando l’oscurità.
Konzen, riportato di colpo alla realtà, coprì gli occhi di Goku per non farlo svegliare.
Sulla porta comparve Jiroshin, che, con un profondo inchino, proferì a bassa voce ma categoricamente:
-Sommo Konzen, il divino Kanzeon Bosatsu desidera vedervi immediatamente.-
“Cosa vorrà adesso, quella vecchia strega?” si chiese rabbiosamente il Dio biondo, sbuffando.
Un mugugno alle sue spalle lo fece destare.
-Mmhh… Konzen… che succede?- disse Goku assonnato, mentre con una manina si aggrappava alla veste del Dio.
-Non ti preoccupare, non è niente di importante… devo andare un attimo via, ma tornerò subito. Vedrai, non te ne accorgerai nemmeno!- sorrise Konzen, sorprendendosi da solo del tono così rassicurante della sua voce.
-Ma io ho paura!…- replicò il piccolo, stringendo il braccio di Konzen.
Il Dio si allontanò un attimo, per poi tornare con il coniglietto di peluche di Goku, che gli aveva regalato pochi giorni prima.
“Il primo regalo che io abbia mai fatto!”, sorrise.
Lo porse al bambino, e gli disse:
-Con lui ti senti meno solo?-
Goku sorrise, consolato, ed, abbracciò forte il pupazzo.
-Sì…, ma torna presto!- disse, con la voce impastata dal sonno, e gli occhi semi-chiusi. Si girò sul fianco, e si riaddormentò subito, con il sorriso sulle labbra.
“E’ stata una giornata movimentata per lui…” sospirò Konzen. “Quanto è dolce, quando dorme… Sembra un angelo…” Subito dopo averlo pensato, si bloccò un attimo, turbato. 
“Deve essere stata una giornata pesante anche per me… Proprio così…” si giustificò, cercando di auto-convincersi che era vero.
-Andiamo.- disse Jiroshin, riportandolo per la seconda volta alla realtà.
“Devo essere più sveglio…” si raccomandò Konzen, seguendo l’altro lungo i corridoi, e poi attraverso i giardini; e mentre osservava il manto stellato, senza accorgersene era già nella stanza del Dio ermafrodito.
-Cosa vuoi, adesso?- chiese brutalmente.
-Oh… ho notato che quella scimmietta sta facendo un ottimo lavoro….- constatò Kanzeon, misticamente soddisfatta, ridendo sotto i baffi.
Si alzò dalla poltrona, portandosi di fronte al Dio biondo, e prese in mano la lunga coda dorata che pendeva sul petto di Konzen, osservandola con aria significativa.
-Ma… cosa cavolo…- ringhiò il Dio biondo, accigliandosi.
Guardandolo fisso negli occhi, Kanzeon esordì ad alta voce:
-Pensi di poter rimanere in eterno il sole di quel bambino?-
Konzen, le cui chiare sopracciglia formavano ormai una marcata “V” sulla fronte, sgranò gli occhi perplesso, tentando di nascondere la sua evidente preoccupazione.
-Tsk!- sibilò, prima di andarsene sbattendo la porta.

Passeggiò a vuoto nei giardini per un po’, mentre la fresca aria notturna, mista al familiare profumo dei ciliegi, si insinuava nei suoi polmoni, rilassando il diaframma innaturalmente contratto.
Era stata sicuramente un’altra delle stravaganze di quella stupida megera.
Eppure….
<Pensi di poter rimanere in eterno il sole di quel bambino?>
“Cosa avrà voluto dire?”

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La porta della stanza era rimasta socchiusa. Konzen la chiuse piano, attento a non far rumore.
Goku era ancora là, abbracciato al suo coniglietto. Il Dio si rasserenò un po’… Si era quasi aspettato di non trovare più il bambino nel suo letto.
Senza accorgersene, era tornato ad osservarlo, quasi ossessivamente, perdendosi nel ritmo ipnotico dei suoi respiri regolari.
<Pensi di poter rimanere in eterno il sole di quel bambino?>
“Se un giorno il tuo mondo, il tuo punto di riferimento, non dovessi essere più io… Se tutte le tue attenzioni, il tuo voler bene infantile, non fossero più per me… Come farei? Come potrei perdermi nei tuoi ingenui occhi dorati, se il loro orizzonte fosse un’altra persona? Me ne sono reso conto quando ti ho visto giocare, e mentre piangevi, e io ti consolavo, e quando Kanzeon mi ha parlato così… Ormai è inutile negarlo. Tu sei il mio mondo. Io… ormai… non posso più vivere, senza te…”
Konzen si accostò all’altro lato del letto, sollevò le lenzuola, e vi si infilò sotto.
“Almeno, stanotte, voglio sentire il tuo calore tra queste mie fredde coperte…”
Le sue braccia circondarono il piccolo demone, mentre Konzen si abbandonava al sonno.




Fine primo cap! Ringrazio infinitamente Kei-chan che mi aiutato e sostenuto!! 


Konzen: autrice perché io sono così maniaco?
Goku: ^-^ Konzen andiamo a farci il bagno!
Arumi: su su niente smancerie in pubblico… e ora… il seguito!! Ah ah ah ah!!
Tutti: NOOOO!!!

By Arumi-chan!