Disclaimers: Purtroppo io a scrivere questa cosa non ci guadagno niente... sigh... manco il becco di un centesimo di Euro!! -___-... (che tra l'altro non ho ancora capito bene come funzionino sti affarini!!)...Ad ogni modo tutti i diritti sono del maestro Yoichi Takahashi, che saluto con affetto (Hey, tipo! Quando andiamo a farci una birra??). **^_____^**
Buona lettura... (indipendentemente dallo stato mentale dell'autrice!!)


Sentimenti che crescono

di Akuma-chan



- Ancora, più forte!- gridò il portiere.
- Sei sicuro?- fece l'altro.
- Ma certo! Tira, capitano!-
Il cannoniere prese la rincorsa e calciò uno dei suoi tiger shot più potenti. Wakashimazu si tuffò come un gatto e riuscì a sfiorare il pallone, poi ad agguantarlo completamente, ma la forza che Kojiro gli aveva impresso era tale da strappare i guanti e far procedere la sfera fin oltre la linea di porta. Ken finì in ginocchio ma non si arrese, facendo leva con i piedi sul palo si proiettò a mani nude verso la cannonata, ghermendola ancora una volta come un felino e lasciando che il pallone si fermasse con violenza sul suo petto, cadendo all'indietro. Kojiro rimase senza parole... Ken aveva parato il suo tiger shot!... che razza di allenamento aveva fatto per parare un bolide del genere??? Wakashimazu si rialzò a fatica ma con un sorriso soddisfatto sulle labbra e le mani sanguinanti.
- Visto? Sono o non sono il migliore di tutti?- sorrise maliziosamente.
- Sei il più scemo, guardati le mani!-
Ken abbassò lo sguardo e mollò la palla a terra.
- Che palle sei! Non si può nemmeno avere una soddisfazione!-
- Non quando ti rompi le mani per parare i miei tiri!-
- Ok, ok... vado a metterci qualcosa sopra.-
Il numero nove della nazionale seguì il portiere fino negli spogliatoi del Toho, ormai deserti. Mentre il suo amico faticava a tirare fuori la cassetta del pronto soccorso dall'armadietto principale lui lo guardava... accidenti, era davvero migliorato di molto, la sua fissa di superare Wakabayashi si stava trasformando in realtà... eh, già Ken era sempre stato un tipo determinatissimo!
- Scusa se interrompo i tuoi pensieri ignoti, ma ti piace così tanto stare a fissare un portiere con le mani sanguinanti che tenta di aprire questo maledetto affare? Omettendo ovviamente che la causa dell'infortunio sei tu...-
Kojiro tornò alla realtà e arrossì lievemente, tentando di nasconderlo si voltò dall'altra parte.
- Ti odio quando fai così, Wakashimazu!-
- Ma tu guarda che razza di sadico!-
- Sadico? Io? Se non la pianti di fare stupida ironia, scordati il mio aiuto!- quanto gli dava fastidio quando Ken faceva quel sarcasmo che lo lasciava sempre spiazzato. Si sentiva un po' oppresso, lui era la Tigre, odiava sentirsi così... ma certe sensazioni strane le provava solo in presenza di quel portiere.
- Oh, mi scusi "mister presunzione"! Di un po' Hyuga, non è che non ti va giù il fatto che sono riuscito a parare il tuo tiger shot?-
- Figuriamoci, l'ho tirato apposta così piano per permetterti di arrivarci se no... domani eravamo ancora qua! Credi di essere il migliore? Tsk!-
Ken fece una smorfia e rimase zitto, armeggiando con l'apertura della cassetta. Una volta aperta estrasse il cotone e il disinfettante. Kojiro lo guardava ancora ma non riusciva a parlare, quel suo silenzio era insopportabile... era come se non riuscisse a trovare le parole giuste per fargli sapere che gli dispiaceva... ma a cosa stava pensando?! Fare le sue scuse a quell'arrogante di un portiere?! Stava sicuramente andando fuori di matto, non si era mai sentito così piccolo e fuori luogo, ma che diavolo gli prendeva?? Lui, il grande Kojiro Hyuga che mentre guardava il suo compagno provava una voglia di stringere le sue spalle larghe tra le braccia e sentirsi legato al suo petto... maledizione, ancora quel pensiero!! Poteva essere tanto stupido da poter solamente sperare che Ken si voltasse e gli sorridesse??
- Wakashimazu...- riuscì a dire dopo un po'.
- Vai via.- rispose quello di spalle. Kojiro ammutolì. Cosa?... gli stava dicendo di andarsene... dopo alcuni interminabili istanti il portiere si voltò e gli rivolse uno sguardo di ghiaccio.
- Sei sordo forse? Cosa ci fai ancora qui? Fare la bella statuina non mi aiuterà a fasciarmi le mani!-
- Senti io...- stava per rispondergli a tono quando l'altro gridò.
- Tu un bel niente! Non provare mai più a dirmi una cosa del genere! Cosa credi che sia un moccioso?!? Quando mi alleno lo faccio sul serio e se tu hai intenzione di prendermi in giro, ti conviene levarti subito dalle scatole! Solo perché sei il capitano del Toho devo portarti rispetto? Sai che ne faccio io del rispetto?!-
Sputò sul pavimento continuando a fissarlo, gelido. Nel capitano salì una voglia di prenderlo a pugni e si avvicinò pericolosamente al compagno di squadra, afferrandolo per la collottola e sbattendolo contro l'armadietto di metallo. Ken sorrise malignamente.
- Che vuoi fare, prendermi a pugni? Avanti, hai una grande occasione.-
Kojiro non riusciva più a trattenersi, sentiva un misto di sensazioni come la rabbia, l'odio, la voglia di piangere... e fu proprio quest'ultima che lo colse alla sprovvista, la voglia di piangere? Davanti a Ken? Per Ken?... sì, stava decisamente impazzendo, non riusciva assolutamente a capire perché quel portiere si comportasse così... però infondo era sempre stato strafottente, solo quando si era accorto di provare strane sensazioni quando stava con lui... solo da allora aveva disperatamente cercato un contatto... un abbraccio... qualcosa che andasse al di là della semplice amicizia... eppure non erano pensieri che gli si addicevano, per niente... nessuno lo sapeva, nessuno... perché con gli altri era freddo, scostante e rigido... ma con Ken... con lui si lasciava andare a grandi risate, erano così dai tempi del Meiwa... così affiatati, così amici. Si allenavano insieme fino a tardi ogni giovedì, quando il campo era libero, ma quella sera non riusciva a capire perché non era riuscito a resistere alle provocazioni dell'amico... forse perché era stanco di essere visto come tale... ma voleva che Wakashimazu si accorgesse di lui, ma dentro di sé aveva ancora un certo timore, un grande timore... gigantesco... di scoprirsi... se Ken avesse saputo e gli avrebbe riso in faccia? Per questo da un po' di tempo gli rispondeva male ed evitava ogni contatto fisico... da stupidi... già, proprio da stupidi.
Gli colpì il viso sulla guancia destra con un pugno, non voleva fargli male eppure era riuscito a tirargli un pugno. Ken si stava rialzando con foga e ora fu lui a prendere Kojiro per il collo e fece battere violentemente la sua schiena contro il metallo freddo dell'armadietto. Non voleva che finisse così... non voleva che Ken lo colpisse... eppure ora non poteva farci nulla... nulla... e chiuse gli occhi, rassegnato, per non guardare quei pugnali neri che lo fissavano pronti a vederlo soffrire con una mano sulla bocca sanguinante... già perché quando Ken picchiava lo faceva sul serio e ci andava giù pesante, lo sapeva. Si aspettava un colpo da un momento all'altro ma non arrivò nulla, sentiva solo il respiro affannato del compagno che a poco a poco tornava normale e poi tutt'un tratto qualcosa di morbido sulle sue labbra, aprì di scatto gli occhi ma non poté muoversi: Ken addossò il suo corpo su quello di Kojiro e i muscoli tesi non riuscivano a trovare spazio per muovere le mani e le gambe. L'unica cosa che il cannoniere poté guardare furono gli occhi del portiere che fissavano i suoi ma in modo diverso da poco prima, non riusciva a capacitarsi... lo stava... lo stava baciando!... poteva sentire le labbra morbide e bagnate di Ken sulle sue, rigide e secche e la lingua dell'altro insinuarsi nella sua bocca, che piano piano si dischiudeva, incapace di reagire. Il petto del portiere si fece più vicino, schiacciandogli il torace, e una delle gambe si infilò tra le sue, venendo a contatto con il suo sesso. Ken teneva gli occhi aperti e lo guardava... Kojiro si sentì avvampare, mai nessuno gli era stato così vicino... era troppo, troppo vicino! Fu costretto a chiudere gli occhi con un'espressione mista di piacere e insofferenza, espirando l'aria dal naso e sentì le sue gambe che non lo reggevano più, così si aggrappò involontariamente alle spalle dell'altro, che si fece ancora più vicino, cingendogli la vita con le braccia forti. Ora anche Ken aveva chiuso gli occhi e le sensazioni si fecero più intense, ancora più violente quando anche Kojiro cominciò ad avere fame dell'altro e la sua lingua si mosse verso l'interno della bocca di Ken, cercando sollievo con quella del portiere, incominciando una dolce lotta tra le due bocche che si cercavano freneticamente. Wakashimazu si allontanò piano, Kojiro se ne crucciò... voleva ancora sentire la lingua del compagno dentro la sua bocca e le sue braccia intorno alla sua vita, stringerlo, addossato a lui. Per pochi secondi le mani di Ken rimasero appoggiate ai propri fianchi, e il respiro alterato si infrangeva contro il suo collo, poi senza nemmeno guardarlo si voltò verso la cassetta del pronto soccorso, ne estrasse un rotolo di garza e si sedette a cavalcioni sulla panchina. Kojiro fissava le spalle e i capelli neri che poco prima erano talmente vicini da stuzzicargli la guancia e ora era come se non fosse successo nulla. Aveva riaperto gli occhi da poco e si sentiva troppo strano per parlare, ancora troppo eccitato e stranito. Per di più doveva essere diventato rosso come un pomodoro da un po' e sentiva calore, segno che non gli era ancora passato.
- Allora, non mi aiuti a fasciarmi le mani?- gli chiese Ken, ancora voltato di spalle. Il capitano si avvicinò lentamente e titubante, prese la garza e finì di disinfettargli i graffi, che per fortuna non erano troppo profondi. Nessuno dei due parlava, entrambi erano concentrati a fissare le mani di Ken, poi quando le medicazioni furono terminate, i due si cambiarono e uscirono dallo spogliatoio senza più una parola.

Come avrebbe dovuto guardarlo, quella mattina? Maledizione, non avrebbe nemmeno avuto il coraggio di guardarlo in faccia! Come diavolo poteva essere successa una cosa simile... un bacio... sì, ma tra due ragazzi! Quella notte aveva chiuso occhio solo per due ore, ancora cullato dal torpore della bocca di Ken... aveva provato una sensazione stupenda... però era troppo teso, troppo. Quando aveva sentito il corpo del compagno addossato al suo aveva cominciato a sudare, a sentire caldo... e a desiderarlo ancora di più... Quel giorno aveva realizzato che il suo dubbio di sentirsi diverso era realtà... già, era da qualche mese che non vedeva più Ken come un semplice amico, per non parlare delle ragazze, tra allenamenti e tutto il resto non ci aveva mai pensato... e ora... sedici anni e il suo pensiero fisso era uno stupido portiere menefreghista e cinico!... ah! Ma che razza di femminuccia era diventato! Si era chiesto perché Wakashimazu si fosse comportato così, perché lo aveva cercato con tanta foga... forse si era accorto di ciò che provava per lui?... se fosse stato così era davvero nei guai... accidenti, aveva fatto di tutto per essere freddo e duro ma a quanto pare non ci era riuscito e ora, nell'andare a scuola pensava ancora a come rivolgere la parola a quel portiere. Varcò l'ingresso della classe e lo cercò con gli occhi, vedendolo appoggiato al davanzale interno di una delle finestre ridere di gusto con quella Saeda. Natsumi Saeda, davvero una ragazza molto carina. Non si fermò, sentì come un crampo allo stomaco ed andò a sedersi al suo posto in silenzio.
- 'giorno Hyuga!-
Kojiro alzò lo sguardo per incontrare gli occhi sorridenti di Sorimachi.
- Che faccia, capitano! Tardi anche ieri sera per gli allenamenti?- fece ancora sorridendo. Kojiro trasalì. Già... ieri sera... cercò di non dare a vedere il rossore lieve che era comparso sul suo viso e si voltò a testa bassa dall'altra parte mormorando qualcosa come:
- Sì... sono solo un po' stanco...-
Nel farlo si imbatté nello sguardo di Ken, non si era accorto che lo stava fissando sorridendo. Gli fece cenno con la mano ancora fasciata.
- Ciao capitano!- sorrise. Kojiro non sapeva come rispondere, troppo imbarazzo... gli fece segno con il capo, poi tornò a guardare dritto davanti a sé.
- Sicuro di star bene?- chiese ancora Kazuki. 
- Sì Sorimachi, tranquillo, tutto ok...-
- Sarà...- disse l'altro mettendosi le mani dietro la nuca e trascinandosi stiracchiandosi fino al suo banco. Il campanello suonò e il professore entrò in aula, cominciando con l'appello e poi con la solita lezione di storia.
Kojiro cercò di rilassarsi... infondo non era successo nulla di speciale... seee, come no! Aveva baciato un uomo! E gli era pure piaciuto! Come se non bastasse, l'avrebbe rifatto milioni di volte ancora!! No, non era preoccupato per il fatto che gli piacessero i ragazzi e non le ragazze... solo che aveva a che fare con una grossa cotta per Ken! Si voltò verso di lui, era profondamente addormentato e respirava regolarmente coperto dal libro di storia messo in piedi davanti a sé. Era così bello anche quando dormiva... i capelli neri e setosi poggiavano leggeri sulle spalle, gli occhi chiusi e le labbra ferme e morbide... Accidenti, proprio di lui doveva andarsi ad innamorare!! Innamorare...?? Ecco, l'aveva ammesso finalmente!... Non si capacitava del fatto che il portiere fosse tanto naturale, nemmeno un po' imbarazzato, che l'avesse salutato con tanta spontaneità... Che strazio quei pensieri! Tanto andava sempre a finire su Wakashimazu! E su chi altrimenti?... bah... sbuffò pesantemente, tanto che il professore si voltò seccato e lo fissò nel silenzio in cui era immersa la classe.
- Hyuga! Se la mia spiegazione di storia non t'interessa puoi sempre lasciare l'aula!!-
Il ragazzo fu colto alla sprovvista e si risvegliò dai suoi pensieri, rispondendo con poche parole male articolate.
- Storia?... Spiegazione?...-
- Ma bene! Pensi anche ai fatti tuoi! È inammissibile!! Siam...- poi si bloccò, fissando il ragazzo accanto a Kojiro e si avvicinò pericolosamente. Il cannoniere si rese conto rapidamente che il professore si era accorto della totale assenza di Ken, così cercò di fare qualcosa per svegliarlo. Adocchiò una matita buttata lì sul suo banco e la afferrò, spostandosi sulla sinistra e facendo pressione sul gomito dell'amico.
- Sveglia...!!-
I suoi compagni lo guardavano in un misto tra il terrorizzato per la presenza del severo insegnante che si stava avvicinando sempre di più e l'incerto perché non sapevano come quello avrebbe reagito scoprendo Ken che dormiva beato. Il portiere socchiuse gli occhi infastidito.
- Hyuga... accidenti a te... stavo facendo un sogn...- sussurrò prima che l'uomo, raggiunta l'ultima fila e piazzatosi tra i due, sbottò:
- WAKASHIMAZU!!!!!!-
Ken chiuse d'istinto gli occhi e si tirò su lentamente.
- Ah, dicasi buongiorno signor Iwasaki!- fece massaggiandosi le orecchie.
- Non fare dell'ironia con me, ragazzino! Ti posso sbattere fuori da quest'aula come da quest'istituto!!-
- Sì, me l'aveva già detto...- rispose Ken massaggiandosi gli occhi. A Kojiro sfuggì un sorriso nel vederlo prendere in giro il professore, che era diventato praticamente viola dalla rabbia. Però infondo era colpa sua... se non avesse sbuffato così, Iwasaki non si sarebbe accorto di nulla... accidenti! Non gliene andava bene una!
- Fuori!! Wakashimazu esci immediatamente di qui!!!!- gridò l'uomo. Ken non disse nulla e ancora sbadigliando aprì la porta scorrevole e prima ancora che potesse richiuderla, l'insegnante, in preda alla rabbia aveva ricominciato ad urlare.
- Fuori anche tu, Hyuga!! Uscite tutti e due e non fatevi vedere prima di domani!!-
Kojiro fissava il professore con aria orgogliosa, come sempre. Ma come si permetteva quello stupido manichino con la cravatta di dirgli cosa doveva fare?! Prima che potesse fare qualsiasi azione avventata sentì la voce di Ken:
- Wow! Fino a domani! Andiamo a spassarcela Hyuga! Giornata libera!-
Con una mano in tasca e la solita divisa semi sbottonata tornò al banco e afferrò la cartella, buttandoci dentro scompostamente il libro di storia e la penna, poi senza nemmeno richiuderla se la mise su una spalla e si incamminò verso la porta.
- Razza di insolente!! Prova a rispondere un'altra volta e vedrai!- Iwasaki era praticamente furioso e sembrava trattenersi dal prendere a schiaffi Ken.
- Sì, sì... A domani!- sorrise quello uscendo dalla classe. Kojiro non se lo fece ripetere due volte e prese la cartella, imitando il suo compagno e uscendo dall'aula con il suo fare deciso e sdegnoso, senza una parola ma con un sorriso soddisfatto sulle labbra, lo stesso sorriso che aveva quando usciva vincitore da una partita di campionato.
- Ci si vede!- aggiunse poco fuori, richiudendo la porta e voltandosi verso l'uscita. Cominciò a camminare dietro a Ken, entrambi tenevano la cartella su una spalla con una mano, immersi in uno strano silenzio incedevano verso gli armadietti. Ecco, aveva fatto un'altra stronzata, ma infondo non gliene importava nulla di Iwasaki e della sua stupida storia, non appena aveva sentito Wakashimazu dire "Andiamo a spassarcela!" aveva avuto un tuffo al cuore e non aveva capito più nulla, così aveva preso la sua roba ed era uscito. Almeno così avrebbe avuto l'occasione di parlare a quel portiere e di mettere a posto le cose! Ad un tratto Ken si fermò e Kojiro alzò lo sguardo, per poco non ci andò a sbattere contro. Lo fissava, serio... poi la sua espressione cambiò lentamente, e le sue labbra si curvarono in un sorriso sempre più divertito, per poi scoppiare a ridere di gusto. A quella vista anche l'altro non poté resistere e si lasciò andare in una grande risata. Era da tanto che non ridevano insieme, non di gusto come quella volta.
- E anche questa volta abbiamo fatto una cretinata!- riuscì a dire il portiere tra le risa.
- Ma sentilo! Queste sono le tue fregnacce!!- ribatté Kojiro sempre ridendo. Ken si piegò in due e la risata si fece più rumorosa.
- Fregnacc... fre... fr... - non ce la fece a concludere la parola, tra poco non respirava più, era talmente impegnato a ridere che si teneva la pancia. L'altro si lasciò per l'ennesima volta trasportare dal sorriso di Ken, era troppo buffo quando rideva, talmente preso che aveva le lacrime agli occhi. Quando si furono calmati, il portiere sospirò ancora ridacchiando e guardò Kojiro che piano piano tornava in sé.
- Andiamocene da questo posto prima che chiamino un'ambulanza!- sorrise riprendendo a camminare - E non provare mai più a dire quella parola!-
- Perché? Ti fa ridere tanto la parola fregn...-
Ken gli tappò la bocca con una mano trattenendosi a stento dalle risate.
- Ti prego... non vorrai farmi morire, mh?- erano di nuovo così vicini. Kojiro sorrise dietro le dita del portiere, poteva sentire sulle sue labbra la fasciatura di benda bianca che gli procurava un leggero solletico.
- Non capisco, che c'è di tanto divertente? È una parola come un'altra.- fece mentre si sedevano sulle panchette per cambiarsi le scarpe.
- Non lo so... sarà l'assurdità della parola... o il modo in cui la pronunci tu...- rispose l'altro sorridendo pensoso.
- Che?? Cos'avrebbe la mia pronuncia??- fece il finto arrabbiato. 
- No, nulla. Solo che mi ha fatto ridere il modo in cui l'hai detto.- per poco non scoppiò di nuovo in un'interminabile risata.
- Tu sei pazzo!- sorrise Kojiro. Ecco la giusta conclusione.
- Mh, può darsi!- rispose l'altro ancora sorridendo. Incredibile come riuscivano a comportarsi da perfetti amici anche dopo quello che era successo il giorno prima. Forse nessuno dei due voleva tirare in ballo quel discorso per non rovinare quella situazione piacevole che si era venuta a creare. Kojiro sospirò: ma cosa c'era di piacevole? Aveva baciato un ragazzo, era stato cacciato dalla scuola e ora rideva anche??... forse l'unica cosa che rendeva il tutto affascinante era la presenza di Ken... già... Ken...
- Ti sei incantato?- vide la mano del portiere passargli davanti agli occhi, così si scosse.
- Mh... no. Arrivo.- disse rimettendosi la cartella su una spalla.
- Bene, siamo fuori!- il portiere inspirò una boccata d'aria fresca - Che si fa?-
- Ti va di allenarci?-
- Pensi solo a quello tu?-
- Beh, a cos'altro dovrei pensar...- il ragazzo si bloccò guardando il viso di Ken, rilassato e sorridente. Ecco a cos'altro pensava...
- Come vuoi, alleniamoci.-
- No... cioè... ce la fai con le mani?- Kojiro tentò di risollevare il discorso, un po' in imbarazzo.
- Ma certo, mi pare di averti già detto che non sono un moccioso!- rise dirigendosi verso la strada. Ok, ora doveva solo starsene zitto, era già piuttosto in uno strano imbarazzo, forse solo sul campo da calcio si sarebbe sentito a suo agio.
Arrivarono al loro solito luogo d'allenamento, era deserto quella mattina, avevano davanti ben cinque ore di esercizio prima che anche gli altri uscissero da scuola, poi sarebbero tornati a casa anche loro. Il campo da calcio era sempre deserto di mattina, dato che era utilizzato solo ed esclusivamente dai ragazzi della squadra di calcio del Toho. Kojiro cominciò a sentirsi un po' in soggezione, accidenti forse non era stata una buona idea andare in quel posto da solo con Ken, visto cos'era successo l'ultima volta... ma cercò di non darlo a vedere, mantenendo la sua aria decisa. 

- Direi per oggi basta.- disse notando che Ken stava facendo molti sforzi nonostante avesse i guanti.
- Eh?! E perché?!... Guarda che ce la faccio!!-
- Non dire scemate! Lo vedo io che ti fanno male le mani!-
- Beh, così mi tengo in forma!-
- Piantala! Per un portiere le mani sono l'elemento essenziale, come puoi parare se non le puoi usare??-
- Sono solo graffi superficiali, hai visto anche tu e poi posso sempre usare le gambe!-
- Lo so bene, ma se fai pressione non guariranno più e addio Toho!-
Ken zittì. Poi sospirò e guardò il suo capitano con aria di sfida.
- Ok, allora giocherò in un ruolo dove le mani non servono!-
- Se speri di venire in attacco contro di me non hai speranze!-
- Ah ah, mai dire mai, Hyuga!-
Il portiere si tolse rapidamente i guanti e li lanciò sulla panchina, cominciando a correre in attacco verso Kojiro.
Dopo un'ora circa entrambi erano distrutti e stavano entrando negli spogliatoi. Ken si tolse le bende.
- Senti un po'...- iniziò sciacquandosi le mani sotto l'acqua corrente del rubinetto del lavandino. L'altro lo guardò preoccupato. Cos'aveva intenzione di dirgli...? Ad un tratto si sentì sulle spine come se dovesse sapere il risultato della partita più importante della sua vita.
- ...come vado come attaccante? Sono migliorato?- terminò. Kojiro trasse un sospiro di sollievo dentro di sé, poi rispose.
- Hai fatto progressi!...- poi rise - Ma sai bene che contro di me in attacco non può niente nessuno!-
- Tsk! Premettendo che questa è tutta opera tua...- gli mostrò le mani ancora un po' graffiate -... prova ad attentare ancora una volta alla mia carriera di portiere che te lo faccio vedere io l'attacco!-
Il capitano rimase un po' stranito... già, avrebbe dovuto odiarlo per le ferite anche se leggere, che gli aveva procurato alle mani, e invece gli stava sorridendo... Ken era veramente strano... sembrava che non gliene importasse niente di nessuno, nemmeno della scuola, visto come si comportava con Iwasaki, era strafottente come pochi, orgoglioso e un po' cinico, però quando giocava a calcio ci metteva l'anima. Era proprio per questo che gli piaceva, il suo carattere forte e apparentemente indifferente, e il suo spirito dinamico e pieno di vita lo avevano colpito davvero nel profondo. Nessuno era fiero come Ken, nessuno era bello come quel portiere...
Kojiro si voltò per prendere le scarpe di ricambio e alla vista di quell'armadietto dove il giorno prima stava baciando il suo compagno, impallidì. L'altro se ne accorse e lo guardò senza dire nulla.
- Perché l'hai fatto, Ken?- domandò in un soffio. Wakashimazu ci mise poco a capire cosa intendeva e sorrise.
- Sai, di solito uno non bacia gente che non gli piace.-
- Che razza di risposta è?? Wakashimazu, tu mi hai baciato!!- l'aveva fatto ancora, risposto con una mezza frase.
- Anche tu.- ribatté calmo l'altro. Kojiro non riuscì a rispondere. Già... anche lui l'aveva baciato con tanta enfasi e slancio... arrossì.
- E potrei farlo ancora.- aggiunse il portiere avvicinandosi fino a sfiorare la punta del suo naso con il proprio.
- Perché...?- chiese Kojiro, rimasto più allibito di prima nel sentire quella risposta e nel vedere il bel viso di Ken così vicino, ancora così vicino.
- Non ci sono perché. Mi piaci e basta.-
Ecco, due parole semplicissime. Le aveva dette in un istante. Quelle due parole che lui non era stato capace di pronunciare anche solo a sé stesso, rivolte a Ken.
- A... a... anche tu...- riuscì a dire ostacolato dall'imbarazzo. Ecco, gliel'aveva detto. E ora? Che cosa sarebbe successo?... ma che domanda scema! Un bacio, no? Doveva baciarlo, lo desiderava con tutto sé stesso. Invece l'altro si scostò lentamente, come una fuga segreta, e lo lasciò in piedi accanto alla panca e si voltò per rifarsi le fasciature. Kojiro non si sentì di dire nulla, già era di poche parole di suo, figurarsi in quella situazione! Però... al pensiero del giorno prima... e del fatto che lui e Ken sarebbero rimasti soli in una stanza chiusa per più di due ore... assurdo! Si stava tirando un sacco di paranoie ma infondo non c'era nulla di cui preoccuparsi. Lo voleva baciare? Beh, che stava aspettando?! Ken era lì, lui era lì... e poi... oh, dannazione! Perché non era capace di affrontare tutto con la semplicità con cui viveva quel maledetto portiere?!... sospirò e tornò a fissare le larghe spalle del compagno. Quasi gli tremava una mano... ma cosa ci voleva per muovere due semplici passi e appoggiarsi a lui!? Era un gesto amichevole, Ken avrebbe capito cosa voleva... e... e... e? Ecco cosa lo preoccupava: ciò che sarebbe accaduto poi. Ad un tratto il ragazzo si alzò e richiuse l'armadietto, infilandoci dentro le garze. Dopo si voltò e Kojiro si trovò di nuovo in imbarazzo. Ma perché?! Maledizione... non poteva resistere a lungo, non voleva sentirsi così!! Lui era la Tigre, Kojiro Hyuga!!... ma a che diavolo serviva pensarlo se quando era con lui, esclusivamente con Ken, si sentiva così libero da obblighi invisibili, ma così impacciato da trovare difficoltà persino a rivolgergli la parola. Invece Wakashimazu... era un ragazzo solare, ma allo stesso tempo malinconico. Gli piaceva guardarlo mentre era immerso nei suoi pensieri, aveva l'aria sempre attenta, uno sguardo deciso... e quella vena di tristezza che lo rendeva tanto attraente e desiderato. Non sapeva quali erano i suoi rapporti con le ragazze, e nemmeno gli interessava, lui lo voleva solo per sé, voleva stringerlo tra le braccia e... e? Sempre quella stupida parola: e poi? Voleva che fosse notte, adorava la notte, poteva pensare di notte, stare in pace con il mondo, dimenticare la sofferenza del giorno... e rimanere con Ken per sempre... Si stupì del suo pensiero... accipicchia, mica se lo doveva sposare!!
- Che c'è, Hyuga?- gli chiese. Kojiro fece un passo indietro, sbattendo la schiena contro quell'armadietto. Non si era accorto che Ken si era avvicinato così tanto... eppure ancora poco più di un metro li divideva.
- Mh... niente... niente. Pensavo.-
- Oh, mi scusi, l'ho interrotta.- rispose l'altro, sogghignando. 
- Scemo...- gli disse lanciandogli l'asciugamano che aveva sulle spalle. 
- A che pensavi?- gli chiese risedendosi a cavalcioni sulla panchina.
- Nulla che...- fece per cominciare il cannoniere, avvicinandosi per riprendere l'asciugamano nelle mani di Ken. Ne afferrò un lembo, ma il portiere tirò verso di sé con forza e per poco Kojiro non gli cadde addosso, ma riuscì a fermarsi pochi millimetri in là delle sue labbra.
- Pensavi a me?- sussurrò tirando di più verso di sé. In un primo momento il capitano non sapeva come reagire, era successo tutto così in fretta... ma perché quel portiere era così dannatamente deciso?!?
- Può darsi...- sorrise maliziosamente posando un bacio sulla bocca dell'altro. Allora anche lui ne era capace! Accidenti, era così facile! Non se ne capacitò ma l'aveva baciato ancora, e stavolta l'aveva fatto lui. Il contatto durò poco, come il tocco di una farfalla ma quando si allontanò poté vedere quegli occhi nerissimi aprirsi piano, così come si erano chiusi e fissarlo dolcemente. Poi una voce calda e profonda sussurrò sulla sua bocca:
- Allora ce l'hai anche tu un cuore...-
- Un cuore...- ripeté Hyuga lasciandosi trasportare dal tocco delle labbra morbide di Ken. L'altro sorrise ancora più dolcemente e gli passò una mano dietro la nuca, mentre Kojiro si sedeva a cavalcioni sulla panchina, di fronte a lui.
- Ken... - fece per cominciare. La voce gli uscì strozzata e distolse lo sguardo, proseguendo -...io... non credo sia una cosa normale...-
- Ah, no?- sorrise l'altro - Provare dei sentimenti verso un'altra persona per te è sbagliato?-
Sapeva bene come trattarlo per cavargli di bocca quelle parole così difficili da pronunciare per il suo capitano... Kojiro arrossì e nascose l'imbarazzo cercando di parlare normalmente, quando il portiere gli prese una mano. Un tocco caldo, delicato ma forte e il ragazzo si sentì immerso nel torpore, quel calore dolce in cui si trovava, gli fece trovare la forza di rispondere alla stretta e guardare Ken negli occhi. Ah, quello sguardo... resse poco, Hyuga lo distolse di nuovo, ma parlò...
- No... sai cosa voglio dire Ken... tu... io... tu sei un ragazzo... e anche io... sono un... un maschio... non è esattamente... normale...-
Ken ritrasse di scatto la mano e lo guardò duramente:
- E così hai dei pregiudizi, mh?- esclamò rimproverandolo - Anche verso te stesso, a quanto pare! Non trovi normale che mi piacciano persone del mio stesso sesso. Beh, lascia che ti dica una cosa e te la dico in faccia: sono omosessuale e non ho nessuna vergogna né paura ad ammetterlo!-
Kojiro rimase amareggiato, sì Ken non aveva mai avuto problemi di questo tipo, di ammettere i suoi sentimenti, era cristallino il suo cuore... al contrario del proprio, che sentiva pesante come un macigno.
- Beh, rispondimi almeno!- disse ancora il portiere. Hyuga si decise a parlare di nuovo, cercando di esternare i propri sentimenti e tentando di chiarire la situazione.
- Wakashimazu... io... tra noi non ci sono differenze, anche io... provo interesse per i ragazzi e non per le ragazze... ma, ti prego... non prendere la mia timidezza per un pregiudizio.-
Si sentiva arrossire più che mai, tentò di nascondere il suo imbarazzo con una ciocca di capelli che gli era scivolata sul viso, ma Ken gli prese il mento con la mano, dolcemente. Lo guardò con quegli occhi neri e profondi e Kojiro per l'ennesima volta fu costretto a fissarlo, ma quella costrizione così dolce e piacevole che lo fece perdere nelle profondità nere penetranti di quelle iridi che ogni volta che lo guardavano gli trasmettevano sensazioni troppo forti.
- Scusa. Non avevo capito.- si limitò a dire baciandolo di nuovo. Il capitano era letteralmente in balìa del suo compagno, che lo stava trascinando ancora una volta negli abissi più nascosti della sua anima... dove solamente lì si sentiva veramente libero, felice, come sciolto da ogni costrizione invisibile...
Quando tornò dal suo viaggio di fantasia e riaprì gli occhi, trovò Ken che lo guardava ancora una volta affascinato dal tocco morbido delle sue labbra.
- Kojiro... cosa... provi per me?- gli chiese. L'altro rimase come irrigidito, non si aspettava una domanda del genere, non sapeva quali erano i suoi sentimenti figuriamoci ammetterli davanti a quel portiere!
- Ehi... io non sono come te.- si schiarì la voce - Voglio dire... i miei sentimenti non sono limpidi e cristallini come i tuoi... c'è qualcosa di più complesso... forse sono io...-
- Cosa credi che io sia il classico "casto e puro" all'apparenza che in realtà si diverte a fare giochetti con i suoi compagni di squadra? Sveglia capitano! Queste cose non esistono. Io sono fatto così, non riesco a nascondere nulla, sono come un libro aperto... ma solo in superficie. Tu non sai quali sono i sentimenti profondi che sto provando ora... non sai che labirinto intricato di emozioni ho dentro... è difficile da spiegare... ma nessuno sa che cosa provo realmente... in ogni minimo istante. Tranne te, forse... è per questo che mi vedi così limpido e cristallino...- Ken sospirò con un'espressione triste.
Hyuga aprì gli occhi di scatto, vedendo l'altro chinare la testa. Ora cominciava a capire... solo ora... iniziava a comprendere che quel ragazzo per lui non era un semplice compagno di squadra. Solo in quel momento, mentre non vedeva più i suoi occhi si rese conto di amarlo profondamente. Certo, ammetterlo così per dire era facile... ma provarlo dentro era tutt'altra cosa. Poteva sentire il cuore battergli all'impazzata, il sangue ribollirgli dentro. Tutti i ricordi, tutti i momenti che avevano passato insieme gli si rifletterono davanti agli occhi in un secondo, e riuscì a conoscere il motivo del perché aveva insistito tanto ad allenarsi con il suo portiere, a incoraggiarlo sempre, ad avere un buon rapporto: lo voleva vicino, lo voleva amare in segreto finché avesse potuto, desiderava stargli accanto più di ogni altra cosa ma ora che l'aveva inteso si sentiva come un piccolo bambino che a poco a poco cresceva e diveniva coraggioso. Mai aveva provato sensazioni così forti, la mano gli tremava mentre cercava di accarezzare la guancia del compagno, e nel momento in cui si avvicinava era come ottenere la meta bramata per tutta una vita.
- Ti amo...- riuscì sussurrare mentre le sue dita raggiungevano il collo di Ken, che sussultò a quel contatto e alle parole che aveva appena flebilmente percepito.
- Che...?- gli sfuggì. Ma Kojiro fu subito sulle sue labbra e lo baciò con passione, impedendo che la sua lingua pronunciasse altre parole. Il tocco dolce della bocca del portiere che accettava il bacio lo fece trasalire di piacere e si strinse a lui, in un abbraccio inebriante.

Erano passati poco più di due giorni e quella mattina Ken stava camminando verso la classe insieme a Takeshi, li vide appena più in là. Il più giovane gli fece cenno con la mano e il capitano si avvicinò.
- Ciao Hyuga!-
- Ciao!- li salutò entrambi.
- Ho sentito che ne avete combinata un'altra... questa volta prenderanno provvedimenti...- fece Takeshi con aria amareggiata.
- Non esserne così sicuro, Sawada!- sorrise il portiere.
- Eh?!- fecero insieme i due amici.
- Siamo gli elementi d'oro della squadra, vuoi che quello ci faccia buttare fuori a metà campionato? Sarebbe terribile per la scuola, ne risentirebbero a causa di tutte quelle clausole del tipo: se li espelliamo dal Toho la scuola non avrà una buona reputazione, e ne sentirebbe gli effetti negativi anche il ruolo che l'istituto ha nella società. Eheh... insomma non dico di comportarci da teppisti ma qualche libertà ce la siamo presi, mh Hyuga?-
Kojiro arrossì lievemente... eh, già si erano presi parecchie libertà! Takeshi sorrise divertito, certo che Ken sapeva proprio essere perspicace e sfruttare le possibilità che gli capitavano sottomano!
- Ehi, ciao!- Natsumi s'intrufolò nella discussione - Scusate se mi metto in mezzo ma sono molto di fretta, allora...- estrasse delle schede da una cartelletta -... queste sono le vostre iscrizioni, compilatele e portatele con voi il giorno dell'esame. Ah, occorre anche il codice che troverete sul retro. Ok... vi ho detto tutto?... spero!... uff, ma perché lo devo fare io questo lavoraccio!!-
Ken e Kojiro presero i fogli mentre la ragazza si allontanava di corsa con la cartelletta blu tra le mani.
- Bah, fortunati voi del corso superiore che ve ne andrete per due giorni!- 
- Hai poco da dire Takeshi! Dobbiamo fare un esame!- ribatté il capitano.
Già, dovevano superare un esame di lingua inglese. Si erano iscritti un anno prima, con altri ragazzi e alcuni componenti della squadra. Credevano che conoscere l'inglese ed avere un attestato sarebbe stato molto utile; c'era chi lo faceva perché desiderava diventare commerciante, altri perché volevano viaggiare, e loro perché con il calcio avrebbero viaggiato molto e poi l'iniziativa era promossa dall'istituto Toho, perciò non potevano proprio rifiutare. Era un esame strutturato in tre livelli, i primi due li avevano sostenuti l'anno prima ed ora mancava l'ultimo. Sarebbero partiti l'indomani, avrebbero sostenuto l'esame orale di mattina e lo scritto il pomeriggio dopo, ed avrebbero alloggiato in un albergo poco lontano dalla sede centrale dell'istituto tecnico dei commissari.

- Siamo solo in quindici?!- fece stranito Ken.
- Già.- sorrise Natsumi stiracchiandosi - Ecco perché hanno chiamato me all'ultimo minuto!-
I ragazzi stavano entrando in albergo, Kojiro era infastidito dalla presenza della ragazza ma camminava dietro al portiere con aria indifferente. L'insegnate che li accompagnava era una donna, la signorina Sabaku. Una volta nella hall, distribuì ai ragazzi le chiavi delle stanze.
- Saeda e Mochibuko.- disse la professoressa consegnando le chiavi della camera numero 23. Natsumi sorrise e salì le scale insieme alla sua compagna. Kojiro prese le chiavi della loro stanza e salì con Ken.
- Ci avrei scommesso che stavate in stanza insieme!- fece una voce alle loro spalle. I due si voltarono e trovarono Natsumi che sorrideva.
- Che ci vuoi fare!- Ken ricambiò il sorriso - Noi due ci vogliamo bene!- scherzò prendendo 
Kojiro per la vita. La ragazza rise come ad una battuta, ma Kojiro non era dello stesso parere: lui voleva davvero bene a Ken, e questi giochetti non gli piacevano per niente. Sbuffò e si voltò dando una brusca tirata di modo che il portiere perdesse la presa ed infilò la chiave nella serratura. Non appena entrò in camera e poggiò lo zaino ai piedi del letto e richiuse la porta in faccia a Ken. Il portiere rimase un po' imbarazzato, forse non doveva comportarsi così... no, proprio non doveva.
- Che gli è preso?- chiese Natsumi.
- Nulla... lui... è stanco, e anche un po' arrabbiato dopo quello che è successo con Iwasaki.-
- Oh...- fece lei - e tu?-
- E io cosa?- domandò Ken stranito.
- Come... stai...- rispose timidamente.
- Sto benone!- rise - Beh, ora è meglio che vada a farmi una doccia, tra poche ore avremo il primo esame.-
- O...ok. Ci vediamo dopo Wakashimazu!- sul viso di Natsumi ritornò il sorriso e sparì nella sua stanza, poco lontano da quella del portiere. Ken tornò in camera, sentendo il rumore di acqua corrente dedusse che Kojiro si stava facendo una doccia, così decise di aspettarlo in camera.
Ma perché accidenti quello stupido di un portiere doveva sempre fare il cretino in quel modo con quella ragazza?! Un attimo... ma quella che provava... era gelosia... ah, perfetto! Adesso era anche geloso!! Maledizione!! Da quanto tempo era che stava sotto la doccia?... più di un'ora ormai, e l'esame non aspettava certo lui, anche se non aveva per niente voglia di rivedere la faccia di Ken... che idiota... perché mentire a sé stesso? Ne aveva voglia eccome, una voglia matta!
Uscì dalla doccia e afferrò un asciugamano bianco avvolgendoselo in vita. Fu un attimo... la porta si aprì, Kojiro sussultò e lasciò andare l'asciugamano, il viso di Ken arrossì e rimase lì impalato a fissare il suo compagno praticamente nudo. Nessuno dei due riusciva a dire niente, solo quando Kojiro si riprese la situazione si sbloccò.
- Vuoi rimanere lì impalato a fissarmi ancora per molto?! Esci subito!!!-
- Aemh... però... non mi dispiacerebb...- stava per cominciare Ken.
- Fuori!!!!!!- urlò l'altro lanciandogli contro la saponetta che scivolò sulla porta dopo un tonfo. Kojiro rimase ansimante per qualche attimo, poi riafferrò l'asciugamano e borbottando qualcosa, in preda all'imbarazzo se lo riavvolse in vita.
Dall'altra parte della porta Ken era come bloccato con il viso rosso. Accidenti che idiota! Non ci aveva pensato proprio a bussare?! Beh, dopotutto anche quello scemo di Kojiro; starsene un'ora e passa sotto la doccia, arrabbiato e conoscendolo non avrebbe saputo proprio cosa aspettarsi!! Sentiva ancora calore, quella vista non voleva scomparirgli da davanti agli occhi... maledizione! Non poteva permetterselo ora! Doveva sostenere un esame!!
La porta del bagno si aprì lentamente e Kojiro uscì in accappatoio.
- Emh, capitano?- cominciò Ken sforzandosi di non saltargli addosso.
- Che vuoi?- fu la risposta secca dell'altro.
- Scusami per prima.-
- Niente.-
Stop. Il discorso si fermò lì... ma Ken non aveva intenzione di cedere, infondo un "niente" di Kojiro significava "stammi lontano o ti spezzo le gambe!"...
- No, cioè... prima che mi prenda per maniaco volevo spiegarti...-
- Lo so, sono stato per più di un'ora sotto la doccia, volevi... controllare... l'avrei fatto anch'io...- gli tolse le parole di bocca.
- Ma... allora perché sei arrabbiato?- domandò il portiere con naturalezza. Kojiro non resse a quel tono e scoppiò.
- Senti, io non mi diverto per niente a vederti fare l'idiota con Saeda, sai!?-
Ken si sentì tutt'un tratto strano... geloso... Kojiro era geloso...
Ecco fatto! Che stupido! L'unica cosa che voleva risparmiarsi erano le scenate e ne aveva appena fatta una! Adesso Ken l'avrebbe riempito di pugni e gli sarebbe servito anche da lezione! Andiamo, lui, Kojiro Hyuga sembrava una femminuccia isterica!!... ma l'unica espressione che vide sul viso di Ken fu un sorriso.
- Se ti da fastidio non lo faccio più.- disse semplicemente. Kojiro si sentì sprofondare... lui si tirava paranoie a non finire e Ken gliele smontava in una frase! Doveva stare calmo, era tutto ok ora...
- Ok.- rispose il capitano flebilmente, abbassando la testa. Si sentiva davvero piccolo piccolo... e vedeva il suo portiere avvicinarsi sempre di più ma non ce la fece e gli strinse la vita.
- Ok.- ripeté con tono dolce. Ken si lasciò abbracciare, gli prese la nuca e passò una mano sui capelli neri bagnati, posando un bacio sulla fronte del compagno.

Era andata bene. Beh, dal suo punto di vista era tutto filato liscio. Non sapeva di saper parlare l'inglese così bene, e quel pomeriggio dopo aver mangiato tutti insieme, erano tornati in albergo. 
Si lisciò i capelli e si stiracchiò, uscendo dalla sua stanza. Ken era rimasto dentro a dormire. Già... quando si trattava di dormire quel ragazzo era insuperabile! Non lo svegliavano nemmeno le cannonate! Che strano, pensò... era la prima volta che stavano in stanza assieme per qualcosa che non riguardasse il calcio... si sentì un ragazzo comune... innamorato di un altro ragazzo comune, non il grande cannoniere Kojiro Hyuga... innamorato del grande portiere Ken Wakashimazu... Cominciò a camminare sul pianerottolo, diretto giù nella hall, deciso ad andare a fare quattro passi fuori.
- Ehi, Hyuga?- una voce lo fermò. Kojiro si voltò e vide il volto naturale e sorridente di Natsumi. La guardò con aria interrogativa.
- Ciao Saeda.- disse.
- Vieni in terrazza con me?- gli chiese semplicemente.
- In terrazza? A fare che?-
- Così, a prendere un po' d'aria. Mi faresti compagnia?-
Kojiro la seguì sul piccolo terrazzo in fondo al corridoio. Il piano era pressoché deserto e i rumori che si poterono sentire furono solo quelli dei grilli, una volta che Natsumi ebbe chiuso la porta a vetri. Per un po' stettero lì ad ascoltare il loro canto e la brezza leggera, poi la ragazza parlò.
- Senti... il tuo amico Wakashimazu...-
Kojiro fu subito sull'attenti.
- Ha una qualche ragazza...?- Natsumi finì la frase.
- Mh... è per questo che hai voluto che venissi qui? Vorresti metterti insieme a Ken?- rispose lui piuttosto irritato e fece per andarsene.
- No.- ribatté lei. Hyuga si fermò e tornò a guardarla.
- E... e allora perché mi hai fatto quella domanda?- chiese stranito. Natsumi inspirò a fondo l'aria pulita e gli sorrise. Kojiro non seppe resistere a quel sorriso tanto sincero e tornò ad appoggiarsi alla ringhiera.
- Mi piaceva... Ken, intendo. Sì lo ammetto, fino ad una settimana fa avevo una cotta per lui ed ero seriamente intenzionata a diventare la sua ragazza.-
Kojiro ebbe un tuffo al cuore... non era possibile...
- Però...- continuò lei - mi sono accorta che c'è una persona che lo ama profondamente, molto più di quanto possa fare io. Anche se mi sforzassi per anni, non riuscirei a provare un sentimento simile... sei strano, Hyuga. Così burbero e severo... ma in grado di provare sentimenti tanto intensi...-
Il vento giocava con i suoi capelli fini e le lambiva le guance, sollevate da un sorriso dolce. Kojiro intese in un attimo, e rimase stranito ad ascoltarla ancora. 
- Niente paura, non ho intenzione di ricattarti o cose simili, odio le persone che lo fanno. Semplicemente mi sono innamorata del sentimento che provate uno per l'altro... è così bello... sincero... Volevo solo che tu sapessi che ho capito tutto. Non lo dirò a nessuno, sarà il nostro piccolo segreto? Tutto ciò che volevo dirti è di vivere tranquillo, so che è difficile una situazione del genere ma se credi in te stesso come hai sempre fatto la Tigre non ti deluderà.-
Il capitano era senza parole. Quella ragazza... aveva inteso tutto. Era una perfetta osservatrice, pareva quasi un angelo sceso in terra... molto bella e soprattutto possedeva un animo così puro... Kojiro le sorrise e annuì come per dirle grazie. Era un sorriso sincero che gli illuminò il volto, prima di lasciare la terrazza e di ripercorrere il corridoio in senso inverso. Quella piccola impicciona aveva dannatamente ragione... doveva credere in sé stesso come aveva sempre fatto... però le era infinitamente grato per avergli rivolto quelle parole... era stato talmente preso da questo nuovo sentimento verso Ken che si era addirittura dimenticato di chi fosse la Tigre... pazzesco... ma ora era tornato in sé... si sentiva rinvigorire di forza nuova.
Entrò in camera. Ken stava ancora dormendo. Poi perché non era sceso, invece di tornare lì?... lo capì subito. Lo voleva. Voleva quel portiere che ora respirava placidamente disteso prono sul materasso del suo letto. Chiuse la porta a chiave. A chiave... ma che razza di pensieri perversi aveva in mente?... non se ne capacitò nemmeno lui, solo si avvicinò a quel ragazzo e gli accarezzò dolcemente il viso. Ci mise tutta la dolcezza che aveva in quella carezza, e quando Ken si scostò un poco, infastidito nel sonno, l'altro sorrise lievemente, adagiando le proprie labbra sul suo collo e cominciando a baciarlo piano. Poteva sentire il suo profumo... lo stesso profumo che lo faceva impazzire tanto... presto quei baci cominciarono a non bastargli più e preso da sé stesso infilò le mani sotto la maglietta del compagno e la tirò più su possibile, scoprendo la schiena perfetta. Con un gesto un po' titubante fece voltare il ragazzo a pancia insù sfilandogli definitivamente la maglia, poi ricominciò la sua esplorazione con la bocca sui muscoli tonificati del petto di Ken, che cominciava ad avvertire qualcosa nel sonno. Gli sfuggì un gemito. Kojiro alzò lo sguardo e vide il viso del portiere a metà tra l'infastidito e il sereno... che strana espressione... forse sapeva ciò che gli stava facendo. Ad un tratto Kojiro si tirò su e rimase a guardarlo... certo che ce l'aveva davvero il sonno pesante... avrebbe anche potuto violentarlo e Ken si sarebbe svegliato solo dopo chissà quanto! Sorrise... già, era un gioco che gli piaceva, baciarlo sul petto... si sentì un po' spaesato, però era una sensazione terribilmente eccitante... si adagiò petto contro petto con Ken, appoggiando la bocca sul suo collo, respirando pesantemente, un respiro rotto dall'eccitazione... accidenti... ora come ora Ken era un bambolotto nelle sue mani, avrebbe potuto fargli ciò che più gli piaceva ma restò immobile abbracciandolo. Era così terribilmente dolce...
- Amh... capitano...? Kojiro...?- furono le parole che Ken riuscì a dire appena aprì gli occhi. Se li strofinò con le mani e poi sbadigliò. Kojiro non si mosse, anche se aveva sentito Ken svegliarsi, rimaneva sopra di lui. Il portiere si accorse ben presto che la sua maglietta era finita sul pavimento e il suo capitano, sopra di sé respirava caldo sul suo collo.
- Ehi, Hyuga... di' un po'... non volevi mica stuprare un povero portiere incensurato, mh?- sorrise maliziosamente, ma gli si riempì l'anima di piacere quando si rese conto che il leggero bagnato che sentiva sul suo petto non erano altro che le impronte della bocca del suo compagno.
- Incensurato?- rise Kojiro - Ma se sei un delinquente!-
- Io un delinquente?... e... eh?- Ken voleva rispondere con qualcosa di divertente ma l'unica cosa che gli venne in mente era afferrare il partner per le spalle e baciarlo con tutta la passione che aveva in corpo. Kojiro acconsentì e partecipò attivamente al bacio, cercando avidamente la lingua del portiere.
- Ben svegliato.- sussurrò sulle sue labbra, quando si allontanarono.
- Grazie a te.- rispose l'altro infilando le mani sotto la maglietta del capitano, sfilandogliela con facilità.
- Mi dai la rivincita?- gli chiese adagiando l'indumento a terra, accanto al suo. Kojiro sorrise e si distese sul letto, lasciando che Ken cominciasse a lambire con la lingua il suo torace, giocando con i capezzoli ormai duri dall'eccitazione. Le mani spaziavano sul petto, mentre quelle del capitano premevano sulla schiena dell'altro, salendo piano e tuffandogli le mani tra i capelli, trastullandosi con le ciocche morbide. Kojiro gemette quando l'altro, involontariamente sfiorò con una mano il suo sesso; il portiere si bloccò e fissò il compagno in attesa di una risposta.
- Ken...- ansimò. Sentire il compagno che invocava il suo nome fece crescere in lui l'eccitazione.
- Kojiro...- rispose -... tu vuoi che noi...- si fece intendere con poche parole, mentre Kojiro si metteva a sedere raggiungendo il compagno.
- Lo vuoi anche tu?- gli domandò di rimando. In tutta risposta Ken gli fu subito addosso, costringendolo con forza a ridiscendersi sul letto, baciandogli di nuovo il collo. Kojiro cominciò a cercare con le mani la lampo dei jeans di Ken, afferrandogli con violenza l'allacciatura e tirandola ingiù con un solo rapido gesto. Nell'impeto dell'azione anche il portiere sfilò con facilità i pantaloni al suo capitano che si trovò con addosso soltanto i boxer. La sua eccitazione ormai era visibilmente evidente e Ken se ne soddisfece, cominciando a giocare con l'elastico dell'indumento intimo del compagno.
Ormai Kojiro aveva chiuso gli occhi e aveva adagiato il capo sul cuscino, in balìa di quel portiere che ora lo aveva liberato anche dai boxer e stava baciando la sua intimità dolcemente e allo stesso tempo in modo aggressivo, circondandolo con la lingua. Quanto gli piaceva quella sensazione! Ansimò di nuovo, anzi in verità non aveva mai smesso di farlo, sentiva lo stimolo salire sempre di più, un'eccitazione che stava per esplodere. Tuffò le mani tra i capelli di Ken.
- Ahm... Ken... asp...-
Ma non fece in tempo a finire la frase che inarcò il corpo in un gemito profondo e gli venne in bocca. Ken si tirò su e sempre sfiorando il corpo di Kojiro che ansimava cercò la sua bocca, facendogli assaggiare il suo sapore con un bacio. Era teso ma aveva ancora una voglia matta di lui, come se quello che gli aveva appena fatto non fosse abbastanza. 
Se ne rese conto solo ora... stavano facendo l'amore. Ciò di cui aveva sempre avuto paura ora si era trasformato in un gioco di baci e carezze. All'improvviso salì in lui una voglia di dare a Ken ciò che aveva provato lui, lo fece voltare dolcemente di schiena sul letto e gli sfilò i pantaloni. Il portiere aveva bene inteso ciò che il compagno aveva intenzione di fare, non si oppose, strinse i pugni e rimase in attesa di un altro bacio...
- Non ti farò male...- gli sussurrò Kojiro infilandogli le mani sotto i pettorali e stringendosi a lui come se volessero essere una cosa sola. Ed entrò in lui.
Dolore. Aveva stretto gli occhi e stava sentendo quello strano dolore misto a piacere, poi il secondo stato d'animo prevalse sul primo e Ken riaprì gli occhi, cullato dal movimento del bacino del suo capitano. Furono istanti lunghissimi che durarono anni, poi con un ultimo gesto del bacino anche l'eccitazione di Ken esplose, insieme a quella di Kojiro, sentendolo ancora dentro di sé. Ansimavano vistosamente ancora quando si allontanarono per sdraiarsi insieme sul materasso. Voltarono lo sguardo l'uno all'altro e si sorrisero. A nessuno dei due andava di dire nulla, solo legarono le mani in una stretta forte e proseguirono a respirare affannosamente, mentre anche il fiato si calmava, come i loro cuori. Insieme. Erano insieme. E non gli importava di ciò che sarebbe accaduto il giorno dopo. L'importante era che ora stavano così vicini da sentirsi una cosa sola. Kojiro e Ken. Una cosa sola.



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