I bellissimi personaggi di Takehiko Inoue appartengono a lui ed ai suoi editori, io mi ci sono solo divertita un po', per far vivere loro alcune delle mie fantasie.
Papà Inoue, basketboys di tutto il manga di SlamDunk, vi adoro!!!
In alcune noiosissime giornate di fine mese, dove i miei clienti si fanno vedere più di rado che la neve d'agosto (?!?), ho eccezionalmente deciso di scrivere mentre lavoravo, dal negozio, per adempiere ad un impegno che mi ero presa con una mia carissima amica...


Just a bad day
- parte 3 -
by Choco-chan


Gli occhi di Koshino si spalancarono fino all'inverosimile, arrivando a somigliare a due cerchi quasi perfetti.

Per qualche secondo, si dimenticò di respirare, si scordò dov'era, non riuscì a sentire nessuna parte del suo corpo all'infuori delle labbra, premute con forza contro quelle di Sendoh.

Quanto il suo cervello riuscì a registrare ciò che stava accadendo, Hirohaki avvertì una stranissima sensazione alla bocca dello stomaco, come se qualcuno lo avesse ribaltato sottosopra, mentre strane lacrime gli si formavano agli angoli degli occhi; solo che, questa volta, non erano della stessa natura di quelle che aveva versato fino a pochi attimi prima.

Koshino spinse con forza contro il petto di Sendoh, in modo da riuscire a staccarsi da lui.

Si ritrasse su letto, fino a toccare la parete adiacente, raggomitolandovisi contro, dimentico della caviglia dolorante, coprendosi la bocca con una mano e guardando Sendoh con occhi terrorizzati e smarriti.

"A... Akira!!! Che diavolo ti è saltato in mente?!?" Chiese con un filo di voce all'amico, che era rimasto immobile anche lui, con la medesima espressione di confusione sul bel viso dai lineamenti affusolati.

Sendoh si lasciò cadere all'indietro, sedendo poi sul pavimento con le gambe incrociate e stringendosi le tempie fra il pollice e il medio della mano destra. Sospirò profondamente.

"Scusa... Ho perso la testa. Credevo... Mi era parso di aver capito la natura del tuo problema, ma, evidentemente, mi ero sbagliato."

Koshino lo fissò, incredulo. Non sapeva più nemmeno lui cosa provava, in quel momento; era in preda ad un totale black-out emozionale.

Non sentiva più la tristezza, la stanchezza, il malessere che l'aveva accompagnato per tutta la giornata... Provava solo una grande confusione, come qualcuno che si risvegli dopo una sbronza colossale, insieme ad un'immensa curiosità riguardo ai sentimenti di Sendoh.

Quest'ultimo sospirò profondamente, prima di ricominciare a parlare:

"Beh, comunque, ormai io mi sono scoperto, mi sembra. Tanto vale che te lo dica... Accidenti, pensare che ero venuto fin qui perché tu ti confidassi con me..."

"Akira..."

"Ti voglio bene, Hirohaki. Ma non come ad un amico, non solo. Credo di essermi preso una terribile cotta per te."

Sendoh aveva confessato tutto questo con la massima tranquillità, con il mento appoggiato ad una mano, il gomito puntato su un ginocchio.

Come, più o meno, se gli avesse detto che aveva preso un brutto voto.

Koshino continuò a guardarlo, esterrefatto.

"Beh, non avevo certo intenzione di rivelartelo... Conoscendoti, sapevo che l'avresti presa male; ma, per un attimo, creduto che... Bah, lasciamo perdere!" Sendoh sbuffò, sconsolato, affondando ancora di più il mento nel palmo della mano e distogliendo lo sguardo da Hirohaki.

Quest'ultimo, dopo lo shock iniziale, stava cominciando a prendere atto di quanto Akira gli aveva appena detto e, soprattutto, di quello che gli aveva fatto; si ritrovò a contemplare il suo amico, che nel frattempo, evidentemente, si era anche lui reso conto di come aveva agito e stava arrossendo furiosamente.

Il viso di Sendoh riusciva a conservare un'aria rilassata e serena anche quando esprimeva tristezza, dolore o rabbia. Sembrava quasi che fossero solo le sue sopracciglia e le sue labbra a fargli assumere espressioni diverse, mentre tutto il resto del volto rimaneva statico.

Era un tipo che piaceva molto alle ragazze, questo Koshino lo sapeva; forse, era perché aveva un po' del gaijin, così alto, con i lineamenti allungati, il naso dritto e sottile e gli occhi all'occidentale... E quel suo sorriso, che lo caratterizzava rendendolo tanto affascinante.

E, in quel momento, quel volto così pacifico e flemmatico era arrossito, arrossito per lui...

Rimasero in silenzio per un po', Koshino fissando Sendoh, Sendoh fissando la parete di fronte.

"... Forse è meglio che me ne vada." Disse dopo un po' Akira, facendo per alzarsi.

"No. Non andare." Lo fermò Hirohaki, deciso.

Sendoh si alzò dal pavimento, con l'ennesimo sospiro della giornata, avvicinandosi al letto e sedendovisi ai piedi. Teneva gli occhi bassi e le spalle curve, non sembrava neanche più lo stesso ragazzo.

"...Dicevi sul serio?" Gli chiese Koshino, fissandolo. "...Da quanto tempo tu... Da quanto ti senti così?"

A Sendoh scappò una risatina ed il suo viso si illuminò della solita luce, la tristezza di poco prima come dissolta. Si voltò lentamente, per guardare il suo amico negli occhi: il suo sguardo era talmente ricolmo di tenerezza che Hirohaki si sentì sciogliere. Arrossì fino alla radice dei capelli e distolse

lo sguardo, accigliandosi come il suo solito e facendo sorridere Sendoh ancora di più.

"Che hai da sorridere come un idiota, adesso?" Lo aggredì, sulla difensiva; dopo lo shock iniziale, sembrava aver ritrovato tutto il suo cipiglio battagliero, scatenando definitivamente l'ilarità di Sendoh, che scoppiò in una delle sue fragorose e sane risate.

"Meno male, Kosh, sei tornato quello di sempre! Allora non era poi così grave come avevo creduto!"

"Ma coma fai a ridere in un momento come questo?!? Non ce la fai proprio a rimanere serio per più di cinque minuti, tu?!?" Koshino era paonazzo, non sapeva nemmeno lui se per la rabbia scatenata dalla reazione di Akira o per l'imbarazzo che gli aveva procurato l'intera situazione.

Sendoh si asciugò le lacrime che gli si erano formate agli angoli degli occhi.

"Scusa, scusa... E' che ho sempre pensato che fosse meglio riderci sopra, piuttosto che rimuginare..."

"Non stavi certo scherzando quando mi hai tirato quel ceffone!"

"Quello è stato proprio perché il tuo atteggiamento negativo degli ultimi tempi mi aveva esasperato... E, poi..."

"Non mi hai ancora risposto" Puntualizzò Koshino, arrossendo ancora di più di quanto già non lo fosse.

Il viso di Sendoh si fece di nuovo serio, improvvisamente.

"Non... Non so che risponderti. Io... Da quando ti ho conosciuto, penso. O da quando ho cominciato a pensare che l'omosessualità non era qualcosa che mi turbava. O, forse, le due cose hanno combaciato. Oppure, ancora, mi sono reso conto che l'omosessualità non mi disturbava perché mi sono accorto che mi piaceva un ragazzo... Che mi piacevi tu."

"... Non... Non avevo capito..." Balbettò Hirohaki, con voce un po' tremante. Non sapeva perché, ma gli stava scappando di nuovo da piangere.

"E io non volevo dirtelo... Conoscendoti, pensavo che ti avrei scioccato a morte, che non avresti più voluto vedermi, o, peggio, che mi avresti considerato un pervertito..."

Sendoh fece una pausa, fermandosi a studiare l'espressione di smarrimento sul volto del suo amico, indeciso se continuare a parlare o meno.

"...Perché in fondo, Hirohaki, non è per lo stesso motivo che tu ti senti tanto disperato? Non

hai capito anche tu che..."

"NO!!! Non dirlo, NON DIRLO!!!!!" Urlò improvvisamente Koshino, coprendosi le orecchie con le mani e chiudendo gli occhi, raggomitolandosi ancora di più contro la parete.

Le lacrime ricominciarono a cadergli prepotentemente sulle guance, si sentiva scottare e avrebbe giurato che gli fosse salita una febbre improvvisa.

Sendoh sussultò, sentendosi leggermente ferito da quella reazione. Gli si avvicinò, appoggiandogli una mano sulla spalla.

"...Kosh."

"Non mi toccare!" Koshino si scostò con uno scatto. Aveva ricominciato a singhiozzare, si teneva la testa fra le mani e tremava come una foglia.

Sembrava in preda ad un vero e proprio attacco isterico, tanto che Sendoh, per qualche attimo, ebbe la tentazione di chiamare sua madre; invece, si risolse a prenderlo con decisione per le spalle, costringendolo a girarsi e guardarlo in faccia.

"Ora basta, Hirohaki Koshino! Smettila immediatamente o ti schiaffeggerò di nuovo, hai capito? Tu ti sentirai anche terrorizzato all'idea di aver scoperto di essere innamorato di me, ma io non sono meno spaventato da queste tue reazioni! Mi stai preoccupando a morte, CAPITO?!?" Lo abbracciò di nuovo, questa volta tenendolo stretto contro di sé, impedendogli di scappare .

Koshino era rimasto a bocca aperta e con gli occhi spalancati, una guancia schiacciata contro il petto di Sendoh.

Lui sapeva. Se ne era accorto.

Glielo aveva detto, quando lui stesso aveva cercato di negarlo a sé stesso con tutte le sue forze... Aveva dato voce a quel sentimento che lo stava terrorizzando, che lo faceva sentire ancora più insicuro e terribilmente... sbagliato.

Per un momento, ebbe di nuovo uno dei suoi moti di rabbia e, se Sendoh non lo avesse tenuto abbracciato, di sicuro gli si sarebbe scagliato contro per picchiarlo. Gli affondò le unghie nelle spalle, aggrappandoglisi con rabbia.

"Io non voglio! Non voglio, è sbagliato! Come fai a parlarne come se ne fossi contento?!? Per me è una cosa orribile. Orribile, capisci?!?"

"No, Hirohaki, io non la penso come te!" Akira lo strinse ancora di più, cercando disperatamente di trasmettergli un po' di sicurezza. "Non può esserci nulla di male, nel voler bene a qualcuno... Mi dispiace, non riesco a pensarla diversamente. Da quando ho cominciato a rendermi conto che la... diversità, diciamo così, esiste, ho anche cominciato a credere possibile innamorarmi di un altro ragazzo. Non mi sento in colpa per questo, non mi voglio sentire in colpa! Capisco che ognuno è fatto a modo suo e che tu ne sia spaventato, ma accidenti! Scoprire che i nostri sentimenti sono reciproci e averti qui a disperarti per questo davvero no, non lo posso accettare!"

"Chi ti dice che mi sono innamorato di te, brutto presuntuoso?" Gridò Koshino, tentando, invano, di sciogliersi dalla stretta dell'amico.

"Tu, con la reazione che hai avuto poco fa, baka!"

"Nani...?!?"

Koshino cercò di liberasi da quell'abbraccio soffocante, dibattendosi, cominciando a prendere a pugni ogni parte del corpo di Sendoh che riusciva a raggiungere, con le braccia così bloccate in quella morsa d'acciaio. Non credeva che Akira avesse tanta forza... Continuò a lottare selvaggiamente per liberarsi finché non udì un suono, indistinto e soffocato, provenire dalla gola di Sendoh.

Si fermò.

"...Akira?!?"

Un singhiozzo?

"A...Akira..."

Koshino lasciò cadere le braccia lungo i fianchi e rimase immobile, annichilito.

Akira Sendoh, il ragazzo dall'eterno sorriso, stava piangendo in silenzio, convulsamente avvinghiato a lui.

Koshino non si era mai sentito tanto stupido, immaturo ed egoista in una volta sola.

Non avrebbe mai pensato che Sendoh sarebbe stato capace di piangere e invece... Lui era riuscito a spezzargli il cuore... Ed era stato talmente idiota, così impaurito dai suoi stessi sentimenti, da non rendersi nemmeno conto che Akira aveva confessato di volergli bene.

E ora, cosa avrebbe detto a Sendoh? Qualsiasi cosa, gli sembrava terribilmente fuori luogo.

'Kuso, kuso, kuso! Perché devo sempre rovinare tutto così? Baka, Hirohaki no baka!!!'

"Sei... Sei un cretino, Hirohaki!"

La voce di Sendoh gli arrivò un po' distorta dal pianto, ma nella parola 'cretino' aveva sentito una particolare energia.

Tentativamente, sollevò le braccia, circondando le spalle di Akira.

"Mi... Mi dispiace..." Provò a dire, esitante.

"Sei un egoista! Io ti ho confessato i miei sentimenti, e tu non sai far di meglio che pensare alle tue paranoie! Ma non ti importa nulla di me?"

Sendoh aveva abbassato il viso, appoggiandolo alla spalla di Koshino e, mentre parlava, le sue labbra si mossero contro il cotone leggero della felpa che ancora indossava, facendo correre un birvido leggero lungo la schiena del giovane playmaker.

"Non dire così! Io... sono solo spaventato... Spaventato a morte! Non... Non sapevo come affrontarlo..."

"Non puoi nemmeno provare a fingere di essere contento del fatto che io ricambio i tuoi sentimenti?"

"Akira, io..."

"Ti importa solo di te stesso, delle tue paure! Sei un vigliacco!" Lo accusò Sendoh, mentre un altro singhiozzo gli sfuggiva dalle labbra.

"NO!!! Non dire così, ti prego! Io... Io... Suki da, Akira. Non essere arrabbiato con me, per favore..."

Koshino si strinse a Sendoh con tutte le sue forze, sentendosi disperato. Come aveva fatto a comportarsi come un bambino capriccioso? Il suo migliore amico, il ragazzo che si era accorto piacergli più di qualsiasi ragazza avesse mai conosciuto, gli aveva appena aperto il suo cuore e lui si era preoccupato solo di se stesso, rischiando di perderlo...

"Per favore, per favore... Akira-kun..." Continuava a ripetere, come un bimbo che ha combinato qualche marachella e chiede perdono alla mamma.

"...Sei il solito ragazzino, Kosh."

Hirohaki si immobilizzò, spalancando gli occhi.

"Nani?!?" Chiese, smarrito. La voce di Sendoh gli era sembrata nuovamente ferma e sicura, come sempre.

"...Immaturo, sconsiderato, irascibile e capriccioso."

Sendoh sollevò il viso dalla spalla dell'amico, drizzandosi a sedere sul letto, continuando però a tenere abbracciato Koshino.

Il suo viso era sorridente, gli occhi chiusi e le sopracciglia leggermente sollevate, con quell'espressione pacifica e ilare che mandava sempre in bestia Taoka-sensei.

Hirohaki lo fissò, a bocca aperta.

"...Comunque, alla fine ci sono riuscito, a farti dire che mi vuoi bene." Finì Akira, aprendo gli occhi e inchiodando Hirohaki lì dov'era con lo sguardo.

Quest'ultimo non fu in grado di dire nulla per qualche istante; Sendoh lo guardava divertito,

sembrava che i lineamenti gli si fossero congelati in una maschera di assoluta incredulità e

sbigottimento; poi, il viso di Koshino riprese lentamente la solita espressione accigliata, anzi,

data le circostanza, iraconda. A Sendoh sembrò persino di vedergli digrignare i denti e tutto

ciò non fece altro che scatenare ancora una volta la sua ilarità: lo indicò con un dito, ridendogli in faccia:

"Ahahah, Kosh, come sei buffo, dovresti vederti!"

"Tu... Tu... Sei un deficiente, Akira Sendoh!"

'Idiota! Mi ha fatto credere che stava piangendo, solo per... Ed io ci sono cascato in pieno!'

Koshino si getto su Sendoh come una belva, con un impeto tale che finirono tutti e due a gambe all'aria sul letto; Sendoh continuava a ridere, cercando di tenere bloccati i polsi di Koshino che tentava di colpirlo; Koshino non riusciva a sentirsi arrabbiato sul serio e lottava con il suo compagno più per sfogare la tensione accumulata in quelle ultime ore che per assestargli un pugno in faccia.

In quel groviglio di lenzuola, braccia e gambe, ad un certo punto i due ragazzi si trovarono pressoché naso a naso ed allora si fermarono, rendendosi conto che avevano praticamente passato gli ultimi cinque minuti sdraiati sopra un letto, appiccicati, l'uno contro l'altro; e, allo stesso tempo, si accorsero di quanto i loro corpi avessero reagito a quel contatto...

Il viso di Sendoh si fece improvvisamente serio e Hirohaki si fermò, guardandolo con occhi quasi impauriti.

Una mano di Akira si appoggiò dietro alla sua nuca, attirandolo a sè, mentre le nocche dell'altra gli accarezzavano dolcemente una guancia.

Koshino si lasciò guidare, avvicinando il viso a quelle labbra che aveva tanto ammirato, sognato, desiderato sentendosi così terribilmente in colpa, ma che adesso voleva soltanto toccare...

Quando furono ad un soffio l'uno dall'altro, Sendoh mormorò, dolcemente:

"Suki da, Hirohaki"

"Suki da, Akira", ripetè Koshino, trasognato, chiudendo gli occhi e apprestandosi ad assaporare quelle labbra sempre sorridenti...

"RAGAZZI!!! Vi ho portato la cena, venite ad aiutarmi ad aprire la porta, con il vassoio in mano non ce la faccio!"

L'urlo della madre di Koshino, fuori dalla porta, li fece sussultare.

Si rizzarono a sedere sul letto, guardandosi negli occhi, sbattendo le palpebre come se si fossero appena risvlegliati da un sogno.

Poi sorrisero, simultaneamente.

"Arriviamo, kaasan!" Rispose Koshino, mentre Sendoh si alzava e apriva alla signora, prendendole il vassoio di mano e ringraziandola.

"Beh... Quando si dice il tempismo..." Disse Akira, una volta che fu di nuovo solo con il suo... amico, ed ebbe depositato i vassoio con la cena sulla scrivania di Koshino.

"Già..."

"Pazienza... Credo di aver perso l'occasione della mia vita."

"Akira..."

"Si, Kosh?"

"Ce ne saranno ancora. Di occasioni intendo dire."

"...Pensi di farcela? Ad accettare quello che provi per me?"

Koshino non aveva mai visto Sendoh tanto serio.

"Si... Se tu mi aiuterai. Siamo in due, no? Siamo sempre stati in due in tutto. A scuola, nel basket, con... Beh, con le ragazze! Affronteremo in due anche questo. Io... cercherò di essere forte, te lo prometto."

"Mmmhhh... Prometti che cercherai di non essere sempre così scorbutico? Che non tratterai mai più male i nostri compagni di squadra? Che non mi terrai più nascosto nulla? Che..."

"Hey, hey, quante pretese!"

"Aspetta, non ho ancora finito! Prometti... Che sorriderai più spesso? Sei cosi kawaii, quando sorridi... Ma te lo vedo fare solo quando vinciamo qualche partita!"

Koshino arrossì a quell'affermazione; abbassò un attimo gli occhi, poi guardò Sendoh negli occhi e gli sfoderò uno dei sorrisi più belli che il suo compagno avesse mai visto; il volto di Akira si illuminò, addolcendosi.

Hirohaki Koshino si alzò in piedi lentamente e si avvicinò, zoppicando, alla 'stella' del Ryonan.

Si sollevò in punta di piedi, depositandogli un bacio leggero sulle labbra.

"Sorriderò tutte le volte volte che vorrai, Akira-kun. Ma che rimanga fra noi!"

"Sarà il nostro segreto, Hiro-kun..."

Akira Sendoh abbracciò il suo compagno per un attimo, prima di sollevarlo di peso così com'era ed incamminarsi verso il letto.

"Akira, la cena..."

"Può aspettare...?"

"Beh... Si, direi proprio di si!"

Tutto sommato, quello non era stato poi il giorno più brutto della vita di Hirohaki Koshino...

-owarii parte 3-


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