Semplicemente
amore di
La-chan
Banale,
scontato.
Sono
qui.
Davanti
a te.
A
imparare a memoria le mie scarpe.
Cosa
si prova prima di morire.
-
Ciao.
Un
saluto impacciato, timido.
-
Dove sono gli altri?- stupore? Non ci posso credere…mio malgrado
sorrido: una reazione!
-
Non…non ci sono e non verranno.
-
…
Ah,
ecco…mi pareva…altro che reazione!
-
Non dici niente, ice-man?
-
…
Pare
proprio di no.
-
Non…vorresti venire con me a mangiare qualcosa? Una mela caramellata?
-
No.
Ah
ecco…sai parlare. Già qualcosa.
-
Vuoi… restare qui?
-
Senti un po’, che vuoi da me?!
Ormai
ho capito che quando (e se) parli, la tua voce fa solo del male.
Nella
mia mente cerco di immaginarti in situazioni più apprezzabili. Di
immaginare la parte che fisso di te (dai piedi alle spalle) perché non ho
il coraggio di guardarti in faccia.
Codardo.
Vigliacco.
Imbecille.
Illuso.
Io
che già ci vedevo a convivere per tutta la vita…
È
come il giorno del tuo compleanno, quando sai che non riceverai il regalo
che desideri, eppure continui a pensarci, a ricamarci, cercando di
convincerti che è vero, che arriverà quel regalo… ma poi non arriva, e
ti domandi tante cose…
Chiedendomi
a cosa,
a
cosa serve un sogno,
se
non a rompersi
e
a ferire.
I
sogni sono cazzate.
Solo
cazzate.
L’amore
è una bolla di sapone, disse qualcuno (qualcuno??? Ora sono diventata
“qualcuno”????!!!! Gioventù ingrata!!!!!!!!!! L’ho detto io!!!!! Io
quando l’ammmmorre della mia vita è finito!!!! Metteteci i diritti
d’autore, disgraziatiiii!!!!!!!! NdLa) ma perché a me non è stato
nemmeno concesso di vederla dal vivo?
Cerco
di alzare gli occhi, ma non ho il coraggio di parlare.
Fai
per voltarti e andartene.
Non
posso!
Non
posso dirtelo!!!
-
ASPETTA! RUKAWA!!!!
Parlare.
Parlare.
Senza
senso, purchè parli.
Purchè
parli la parte di cervello
Che
è impazzita.
E
sto parlando, parlando, parlando. Spiegando la mia mente, i suoi più
nascosti recessi….e non mi importa, purchè fluisca tutto via con le
parole, come sangue che cola dalla bocca. Come acqua di mare che esce da
una conchiglia a chiocciola.
Non
mi importa, purchè io continui a parlare. E non ti guardo in faccia, non
potrei mai, perché il tuo disprezzo mi brucia la fronte, se ti guardassi
mi incenerirebbe gli occhi…
No, non ti guardo.
Non
ne ho il coraggio…
Vigliacco.
Illuso.
Codardo!
Tu,
Akira Sendoh, tu sei un…
…fallito…
Un arabesco
di sangue e sudore…
Sudo freddo, tremo,
so che vorresti che smettessi questa idiozia, che smettessi di delirare
come un pazzo. Ma non posso. Lasciami sfogare, lasciami urlare…
Ma non urlo.
Sussurro. Un rivolo di parole mi scivola giù dalle labbra e si scioglie
come gocce di limone, da qualche parte al di là dell’Arcobaleno.
Parlo, parlo, parlo.
Semplicemente, parlo.
Racconto, spiego,
espongo.
- Basta.- mi arriva
il tuo sussurro.
Ma, su, Kaede! Lascia
anche tu che le tue parole fluiscano via come sangue, lasciandoti esanime,
morto, anemico….
“let
it be”, Kaede!
Una gabbia di
graffi sul cuore…
Mi colpisci con
forza, ma io continuo a parlare.
Anche quando mi mandi
a terra con un pugno.
Tutto, pur di far
smettere i miei deliri.
Oh! Addirittura i
calci!
Ma sono galvanizzato
da questo fiume di cuore che si allarga intorno a me- non posso smettere,
non adesso, amore mio, nemmeno per te.
Però inizio a
piangere. Solo righe d’acqua sulle guance…solo questo. Nessun
singhiozzo. Nemmeno uno.
Te ne vai a rapidi
passi, dopo avermi quasi ammazzato di botte.
Semplicemente…
- KAEDE!- grido,
disperato.
Ma tu non ti volti.
- Kaede.- mormoro.
Hai avuto paura. Di
me. Di quello che stavo dicendo.
Paura di non capire?
Forse.
Ma era così
semplice…parlavo di…
di…
semplicemente…
…amore…
owari
Allora
ragazzuoli oggi niente siparietto…questa fic muy frettolosssa non merita
una parola a sua discolpa. Giudicateci a tutte e 2!!!!!!!!^^ Un
baciottolone, La-chan
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