NOTE: Questo capitolo lo dedico a Naika
e Aiko che mi sopportano ^^;;;;
Se la gente
usasse il cuore... parte
IV
di Neko
POW: Sendo
Maledizione...
Perchè quella donna doveva telefonare proprio ora...
E per dirmi cosa, quella frase che odio tanto sentirmi dire. Come fa a non
capire che Hanamichi non è una proprietà, non è un oggetto che lei può
usare a suo piacimento.
Lui è la persona che io amo.
E' la mia vita e senza di lui io non ce la farei ad andare avanti.
Non sono un debole.
Non sono un rammollito solo perchè ammetto quello che lui è per me.
Solo perchè credo di non riuscire ad andare avanti senza di lui.
Come fa a non capirlo la gente che ci circonda che l'amore è un
sentimento pazzo che si impossessa di te e tu non puoi decidere chi amare
o no.
Non voglio perdere altro tempo.
Perchè dovrei quando il timore si stà impossessando ancora una volta di
me.
E sò bene qual'è il motivo.
Aver lasciato Rukawa solo in stanza con Hanamichi.
E non mi sento per nulla tranquillo. Ho una strana fitta allo stomaco.
E questo succede ogni qual volta stà per accadere qualcosa di terribile.
-Chi sei in realtà Hanamichi-
Mi fermo di colpo.
La voce di Rukawa è arrivata all'improvviso alle mie orecchie.
Mi pare così strana.
Non gelida e ferma come si mostra di solito.
Ma addirittura calda e con un accenno di dolcezza.
E questo mi fa star male, perchè sapere che lui può essere così
"umano" fa crescere in me la paura che un giorno o l'altro
riuscirà a portare via Hanamichi da me.
Perchè ormai ne ho la certezza lui è l'unico che ne abbia il potere.
Elimino completamente la lunga distanza tra noi, entrando nella stanza.
Il mio passo è talmente silenzioso che credo non si sia accorto
minimamente della mia presenza, perchè accarezza con il dorso della mano
destra il viso del mio rossino.
E' un gesto talmente dolce che insinua in me un piccolo dubbio.
Che quello davanti a me non sia Rukawa, ma un clone creato da quelle fuse
delle sue fan.
Sì questa potrebbe essere una delle spiegazioni per giustificare il suo
strano atteggiamento.
Ma sò che in realtà la spiegazione è molto più semplice perchè questo
che ho di fronte a me, che continua a guardare Hana con un piccolo
sorriso, che continua ad accarezzarlo in realtà è...
...il vero Rukawa.
Sì ora posso vedere cosa si nasconde oltre quella maschera gelida che
insiste a portare.
Ora si possono intravedere tutti quei piccoli gesti che riserva alla
persona che ha catturato il suo cuore.
Cuore caldo nascosto in una parete di roccia che si è ghiacciata dal
tempo.
Una barriera difficile da infrangere.
Ma il mio Hana ce l'ha fatta.
Il tuo cuore non ti appartiene più, vero Rukawa?
Il tuo cuore è stato catturato dall'innocente angelo dai capelli rossi,
giusto?
O forse sono tutte conseguenze per quello che avete fatto, o meglio che tu
gli hai fatto?
E' solo un modo per i tuoi stupidi sensi di colpa?
Ne hai vero?
O sei talmente gelido da non farti scrupoli per nulla?
-Sarebbe ora che ti togliessi dai piedi-
Ancora una volta sono riuscito a rimanere calmo di fronte a te.
Ancora una volta la mia voce è ferma e seria.
Ma tu sembri ignorarmi, anzi mi ignori proprio mentre ti allontani piano
da Hanamichi senza allontanare lo sguardo da lui.
Lo sguardo dipinto sul tuo volto mentre mi rivolgi l'attenzione non
promette nulla di buono.
Freddo e impassibile.
Cosa pensi di risolvere fissandomi così... nulla...
-No-
-Ma perchè sei così stupido da non capire-
-Lui è mio-
Tuo?
Credi che sia davvero tuo?
Dopo quello che gli hai fatto?
Cosa aspetti che accada ora, che lui appena si svegli corra tra le tue
braccia gridandoti di amarti.
E' davvero questo quello che speri.
-Non è tuo Rukawa-
-............-
Si irrigidisce.
Abbassa lo sguardo.
Non capisco più, lo sai che non ti riconosco più?
Non sei tu per caso quello che vuole tutto a qualsiasi costo?
Non sei tu quello che lo ha violentato solo perchè soffocato dal
desiderio?
Ma tutto questo non ha nulla a che fare col ragazzo che ho davanti a me.
Non ha nulla a che fare col ragazzo di prima che accarezzava dolcemente
Hana.
Mi faccio strada.
Mi avvicino al letto dove riposa Hanamichi.
Mi siedo sul bordo del letto opposto al lato dove è Rukawa.
I miei occhi si posano sulla figura di questo angelo dai capelli rossi che
non riesce a trovare neppure la pace nel sonno.
Forse perchè quello che è accaduto lo rivive varie volte nei
sogni...incubi...
Prendo la sua mano stretta tra le mie.
Forse riuscirò ad infondergli un po di sicurezza.
Voglio che riposi tranquillamente senza pensare minimamente al passato,
solo al futuro... con me...
Sì ci sarò io nel suo futuro, giusto Hana?
Non lascerò che lui si prenda gioco ancora di te.
Sono pieno di dubbi...
...su di noi... sul nostro futuro...
...su di lui... su quello che prova per te...
...su quella donna... sul suo ritorno a prepotenza nella tua vita...
Solo di una cosa sono fermamente sicuro...
... ti amo...
-Kae..de..dove..sei..-
Il cuore si ferma.
Non lo sento più battere al mio interno.
Sono bastate quelle poche parole da parte della persona che più amo al
mondo a far crollare tutto quello che mi circonda.
Sento un vuoto inghiottire ogni parte di me.
Un dolore incalcolabile attraversare il mio corpo.
-Hai visto-
La voce di Rukawa mostra in pieno la sua soddisfazione.
E' bastato sentire il suo nome dalle labbra di Hana che tutti i suoi
castelli di sabbia, ferme convinzioni, si sono costruiti solidi e
indistruttibili.
E' lì fermo a pochi passi dal letto che mi fissa.
I suoi occhi sembrano emanare fiamme.
La sua figura sembra rinvigorita dalle poche parole che Hana
inconsciamente ha detto.
-Mi dispiace Sendo ma ho vinto...-
L'ha davvero detto?
Crede davvero di avere vinto solo perchè Hanamichi lo chiama
nell'inconscio.
Si crede che basti solo questo per avere a sè il cuore e l'anima di una
persona.
Mi fissa e poi volge lo sguardo verso Hanamichi.
Un sorriso infrange ancora una volta la sua maschera di ghiaccio.
Riporta il suo sguardo su di me, mi osserva con sfida.
-Lui è mio... ricordatelo-
Si volta e si incammina fuori dalla stanza.
Si allontana da noi come se fosse la cosa più semplice di questo mondo.
Ma non lo è.
No, non lo è affatto quando sono sicuro che tornerà.
Lo sò che non lascerà stare Hanamichi.
L'ha appena ammesso lui.
POW: Rukawa
Lascio la stanza dopo aver ammesso sia a me che a Sendo che Sakuragi è
mio.
Mio e di nessun altro.
Ogni volta che sono accanto a quel do'aho sento un calore nel mio petto.
Il ghiaccio che circonda il mio cuore si scioglie e io mi sento rinascere.
Mi sento una persona completamente diversa.
Forse in fondo lo amo.
Non lo sò ancora, ma lo scoprirò.
Stò scendendo le scale e sento dietro di me dei passi.
Non mi giro neanche tanto sò già a chi appartengono.
-Fermati!-
Lo urla.
Ma quanto sei stressante quando fai così.
Che bisogno aveva di urlare quando siamo in un posto chiuso e lo avrei
sentito benissimo anche se avesse parlato con voce normale.
Mi fermo.
Mi volto piano e lo fisso.
I suoi occhi così scuri sembrano bruciare d'odio.
Un odio che sò che prova nei miei confronti.
Ma è normale...
Mi sembra logico, io sono quello che gli porterà via la persona che ama.
E in un certo senso mi sento l'essere più potente sulla terra.
-Cosa vuoi?-
-Io non te lo lascerò, chiaro?-
-Sendo sei proprio noioso, lo sai?-
-Smettila di fare il superiore Rukawa... La tua non è altro che voglia di
possedere, tu non lo ami e allora perchè non lo lasci in pace-
-Chi ti ha detto che io non provi amore verso di lui-
I suoi occhi si allargano nello stupore della mia frase.
Impallidisce leggermente.
Le mani strette a pugni, ai lati del corpo, tremano.
Hai tanto paura, vero Sendo?
E fai bene ad averne perchè lui è mio e tornerà ad esserlo molto
presto.
Mi allontano da questa casa.
Non voglio pensare assolutamente al fatto che loro vivono assieme.
Lui non mi ferma, non continua con quella noiosa cantilena.
E se solo provasse a farlo proverebbe cosa vuol dire mettersi sulla mia
strada.
Apro la porta di casa.
Mi giro e lui è ancora lassù.
Mi dispiace molto Sendo, ma presto dovrai dirgli addio.
Esco e chiudo piano la porta alle mie spalle.
Le strade sono vuote.
Come lo è il mio cuore ora.
Chiuso a tutto il mondo esterno.
Non riesco proprio a capire più me stesso.
Cosa provo io per lui?
Ci penso e ripenso ma ogni qual volta sono vicino a lui sento solo un gran
calore diffondersi nel corpo.
Sono arrivato a casa.
L'appartamento che mi hanno regalato i miei per il mio compleanno è al
buio.
E come potrebbe essere il contrario se ci abito solo io.
Nessuno tranne me, vi ha mai messo piede.
Mi dirigo verso la mia stanza, ho bisogno di farmi una doccia fredda.
Devo togliermi dalla mente che quei due vivono assieme.
Che da domani Hanamichi non farà più parte dello Shohoku.
Devo forse digli addio?
No, mai.
Perchè noi abbiamo una vita da vivere assieme
E non ci saranno ne Sendo ne nessun'altro che riusciranno a dividerci.
Mi tolgo lentamente i vestiti e uno alla volta li appoggio nella spalliera
del letto.
Un filo d'aria accarezza il mio corpo.
Non ho nulla addosso e così completamente nudo mi dirigo nel bagno
adiacente alla mia stanza.
L'acqua calda accarezza il mio corpo come calde mani.
Mani che vorrei appartenessero ad un'unica persona.
A lui, quel do'aho pazzo che sembra volermi entrare di prepotenza
nell'anima.
E forse ce la stà facendo.
Muovo le mani sul mio corpo come se fossero le sue.
Chiudo gli occhi e immagino di averlo di fronte.
Lo vedo, nudo e sorridente di fronte a me.
Le sue mani che si muovono sulla mia pelle.
La sua bocca che accarezza ogni lembo della mia carne.
I suoi occhi nocciola diventati ancora più scuri per la passione che ci
sorprende.
La sua mano su di me, scende piano e afferra il mio sesso con forza.
Sento l'aria mancarmi mentre la mia mano si muove sempre più velocemente,
pensando che sia lui a farlo.
Ansimo e gemo mentre continuo ad accarezzarmi.
Grido mentre vengo e mi accascio esusto sulla base della doccia.
Il respiro non vuole tornare normale.
E io mi maledico mentalmente per essere così debole.
Per aver creduto che fosse davvero lui a toccarmi a darmi tutto quel
piacere.
Lo voglio... Voglio che sia di nuovo mio...
Esco dalla doccia.
Afferrò un asciugamano e me lo metto attorno alla vita.
Torno nella mia stanza e senza vestirmi o altro mi butto così sul letto.
Sforzo la mia mente per tornare indietro a quel giorno.
************
Erano rimasti solo Sakuragi e Rukawa negli spogliatoi.
Hanamichi era ancora all'interno della doccia, quando Rukawa entrò negli
spogliatoi.
Sembrava che tutto andasse come al solito.
Rukawa si era avvicinato alla panchina.
Lentamente si stava spogliando, liberandosi degli indumenti bagnati di
sudore.
Li gettava senza tanta cura in terra, poco distante da lui.
Hanamichi era uscito dalla doccia .
Alcune goccioline d'acqua percorrevano la sua pelle bronzea e si fermavano
sull'orlo dell'asciugamano, che aveva legato in vita.
Si avvicinò agli armadietti lasciando dietro di sè una scia umida.
Lo aveva visto.
Aveva visto che Rukawa si stava spogliando.
Il suo cuore batteva forte solo per aver visto il suo corpo mezzo nudo
dargli le spalle.
Respirò profondamente alcune volte mentre apriva lo sportello del proprio
armadietto.
Doveva rivestirsi in fretta ed andare via, sapeva bene che non avrebbe
resistito alla vicinanza del corpo nudo del compagno di squadra.
Hanamichi sciolse l'asciugamano dalla propria vita, finendo di asciugarsi.
Il suo corpo totalmente nudo offerto alla vista del volpino.
I suoi occhi scuri che sembravano squadrare quel corpo ben modellato.
Il rossino sembrava non curarsi del bel panorama che gli stava offrendo.
Sembrava che stesse cercando di provocarlo.
Gli si stava cambiando davanti senza il minimo pudore.
Eppure non era una cosa nuova, non era la prima volta che si cambiavano
negli spogliatoi.
Certo, ma non erano mai restati soli.
E mai aveva potuto assistere alla nudità del fondo schiena del compagno,
senza che nessuno potesse interromperlo.
Eppure ora era lì, nudo davanti a lui.
Canticchiava come se nulla fosse, la solita canzone stonata.
Eppure aveva una voce così calda.
Chissà com'è sensuale e calda mentre lo fa...
Non si era reso conto del suo pensiero.
E non si era nemmeno reso conto del suo stesso movimento.
Ora era dietro il rossino.
Hanamichi continuava a frugare nel suo armadietto alla ricerca di
qualcosa.
Senza nessun ritegno chiuse l'armadietto e lo sportello di metallo,
sbattendolo.
Questo movimento attirò l'attenzione del rossino, che si voltò per
constatare chi avesse osato fare quell'azione, anche se sapeva benissimo
di essere rimasto solo con Rukawa e che di sicuro fosse stato quest'ultimo
per fargli un dispetto.
-Kitsune...-
Le parole gli morirono in gola.
La sua frase bloccata da un forte dolore, provocato dall'essere sbattuto
contro la parete metallica degli armadietti.
Non capiva.
Non riusciva proprio a capire cosa stesse succedendo.
Perchè quell'improvvisa mossa da parte del volpino.
Sentiva solo il suo corpo di Rukawa premere contro il suo.
Le sue mani tenute contro l'armadietto da quelle del suo aggressore.
Ogni movimento era impedito, era tenuto prigioniero tra quel corpo caldo e
gli armadietti freddi.
Sentiva il respiro caldo di Rukawa nel suo orecchio.
Quante volte aveva desiderato sentire così vicino il corpo del compagno.
Quante notti aveva passato insonne immaginandosi che accanto a lui non ci
fosse quel perenne vuoto, ma il corpo del volpino che lo teneva stretto a
sè come se fosse la cosa più preziosa al mondo.
Ed invece niente altro che un approccio violento.
Ma forse non aveva intenzione di fare nulla, forse di stava solo
divertendo a spaventarlo.
Certo, perchè doveva ammettere a sè stesso di essere spaventato, molto
spaventato.
Le mani di Rukawa lentamente lasciarono le sue, scendendo dal dorso della
mano sino alle spalle. Poteva sentire su di sè il leggero tocco delle
dita.
Poteva sentire sulla sua pelle calda quelle dita muoversi.
Una delle mani insinuarsi in mezzo alle sue gambe, mentre l'altra aveva
preso a torturargli un capezzolo.
Nessuna dolcezza, sentiva solo una piccola carezza violenta su di sè.
La mano del volpino afferrò di colpo la virilità del rossino, provocando
un urlo da parte di quest'ultimo.
Un urlo di sorpresa e forse anche di piacere.
La mano cominciava a muoversi con una certa velocità su di lui,
portandolo in un piacere che mai aveva provato prima di allora.
Completamente dimenticandosi della situazione in cui si trovava, sentiva
solo la mano della persona che amava su di lui. Di quella persona da cui
credeva di essere odiato.
Ma tutto il piacere si sostituì bruscamente ad un lancinante dolore.
Urlò.
Era entrato dentro di lui senza la minima cura, affondandoci completamente
con un'ultima spinta.
-Ahhhh... fa male...fa male...-
-Shhh...-
Quella parola era l'unica uscita dalle labbra del volpino.
Una sola parola, un solo significato... fare silenzio...
Si stava perdendo totalmente in quelle sensazioni.
Le sue spinte erano violente e possessive, riuscendo a trarne solo gemiti
di dolore da parte del rossino.
Una mano sui fianchi lo aiutava ad aumentare le spinte, ad entrare sempre
più in profondità.
L'altra mano ancora sul membro del rossino si muoveva allo stesso modo
delle sue spinte.
I singhiozzi, i gemiti di dolore, le lacrime sembravano non volersi
fermare, e Rukawa sembrava non farci poi tanto caso.
Forse perchè troppo preso dalle sensazioni che gli provocava quel corpo.
Sensazioni che sembravano lentamente raggiungere anche Sakuragi.
Ora non erano più suoni di dolore ad uscire dalle sue labbra, ma piccoli
suoni paragonabili a lamentele di piacere.
Non chiedeva di più e non si lamentava di quelle attenzioni più come
prima.
Ma Rukawa sentiva quei piccoli sussurri, gemiti, uscire da quelle labbra
così invitanti.
Non lo aveva baciato.
Non le aveva minimamente toccate e sfiorate e non ne capiva il motivo.
Forse era troppo preso dal suo assolto.
O forse c'era un motivo più profondo.
Perse totalmente il controllo di sè, quando sentì la sua mano bagnata
dal seme del rossino, spingendosi all'interno dell'altro ragazzo con
maggiore forza.
Un grido di piacere e soddisfazione uscì dalle sue labbra mentre veniva
all'interno di Sakuragi.
Il tempo si era fermato.
Era come se tutto attorno a loro fosse fermo.
Nessuno dei due accennava a fare la prima mossa.
Rukawa uscì da lui.
I suoi occhi erano di ghiaccio.
Privi dell'emozione di cui sembravano traboccare prima.
Forse era solo dovuta al piacere che aveva provato.
Non si curò minimamente di Hanamichi che crollava a terra e si chiudeva
su se stesso come un bocciolo di rosa.
Non lo toccavano neanche i singhiozzi e le lacrime che si erano
rimpadroniti di lui, del suo corpo che tremava come una foglia.
Rukawa si rivestì come se non fosse successo proprio nulla.
Con calma mise le proprie cose nella borsa.
Uscì dallo spogliatoio senza curarsi del "giocattolo" che aveva
lasciato rotto in terra.
************
Cosa ho fatto?
Perchè mi sono comportato in quel modo.
Perchè non mi sono avvicinato a lui e non gli ho chiesto scusa.
Ma scusa per che cosa?
Non capisco... non mi capisco...
Getto a terra l'asciugamano che ancora mi copre.
Mi infilo sotto le lenzuola e aspetto che il sonno prenda il sopravvento
su di me... come sempre...
Ma non è come sempre.
Io non sono più il solito.
Perchè ora ho capito che tutta quella violenza su di lui non è stato
altro che un sentimento represso troppo a lungo che si è trasformato in
violenza e possessione.
Io non voglio solo il suo corpo.
Io voglio che lui mi ami.
E così sarà perchè anche lui prova qualcosa per me... ne sono sicuro.
Chiudo gli occhi.
Domani mi aspetta una nuova giornata.
Domani inizierà una nuova partita.
Ma questa volta il premio è troppo importante.
Non è un titolo, ne una coppa ma un cuore che piano piano batterà solo
per me.
Fine 4° capitolo...
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