Se la gente usasse il cuore... 

parte III

di Neko 


POW: Sendo

I suoi occhi cominciano a tornare freddi.

Non vuole scoprirsi troppo e un po' gli do ragione.

Se mostrasse un qualsiasi sentimento il mondo perfetto che si è creato crollerebbe e lui rimarrebbe senza difese.

Oh non credere che io non sappia che quella maschera che ti porti dietro sia solo un modo per nascondere come tu sia veramente.

E' la stessa maschera che portiamo io e Hanamichi, ma la nostra a volte si scioglie per mostrare altri sentimenti.

Perchè noi a differenza tua abbiamo un cuore che batte e prova diversi sentimenti... emozioni...

Hanamichi si mostra tanto forte.

Ma in fondo non è che un ragazzo insicuro.

Ha sempre avuto paura di quello che lo circondava, ma non è un debole.

Il suo avere paura non è identificato come codardia.

Ma come un sentimento più bello, più puro ed è iniziato tutto a causa di quella donna.

Lei lo ha ferito, lo ha reso debole ed è per questo che Hana di fronte agli altri si mostra sempre così sereno, montato di testa, come se lui fosse il tensai.

Ma non è vero, o meglio in un certo senso è davvero un tensai.

Io sono un testimone di tutti i suoi miglioramenti in campo.

Eppure a volte lui, il suo corpo si blocca.

Come se dei fili invisibili bloccassero i suoi movimenti.

E così risulta il solito inetto in campo.

Ma non è così e io posso dimostrarvelo.

Fatevi avanti e chiedetemi una prova.

Vi prego, che qualcuno mi si metta davanti e mi chieda di mostrare qual'è il vero Hanamichi Sakuragi.

Geloso e orgoglioso.

Due sentimenti che vanno in contrasto solo per lui.

Sarei orgoglioso se lui riuscisse a dare il suo meglio in campo, se dimostrasse a tutti le sue vere potenzialità.

Ma allo stesso tempo sarei geloso degli sguardi che si poserebbero su di lui.

Attrae molte persone ora che si dimostra mediocre figuriamoci se mostrasse tutto se stesso.

E mi viene una rabbia.

Perchè Rukawa che continua a fissarmi con un'aria impassibile ha pensato solo a soddisfare le sue voglie sessuali senza considerare quante altre qualità potesse avere.

E' stato il primo ad averlo.

Il primo che ha potuto affondare nel suo corpo.

Che ha goduto dei suoi ansiti e gemiti.

Ma se non prova nulla perchè ha rovinato così la sua vita.

Perchè non ha lasciato che chi lo ama veramente si prendesse cura di lui, e non che raccogliesse i pezzetti del suo cuore per poi unirli con grande difficoltà , come un puzzle.

-Akira che succede?-

Mi volto di scatto verso la direzione della voce.

E lo stesso fa Rukawa.

E lui è lì che ci guarda, disorientato.

Si mantiene a stento alla parete.

Il suo corpo trema.

-Perchè cazzo ti sei alzato-

Gli urlo contro.

Ma come devo farglielo capire che ha bisogno di riposo, di cure.

Ha la febbre alta.

La ferità non si è ancora chiusa e potrebbe peggiorare se non si decide una buona volta a seguire le cure del medico.

Mi rivolge un piccolo sorriso.

Le sue mani lasciano piano la parete e come a rallentatore vedo il suo corpo cadere piano a terra.

Mi muovo, cerco di arrivare in tempo prima che tocchi il pavimento.

Scatto come un fulmine, ma non faccio in tempo.

Qualcuno ha anticipato il mio movimento.

Sgrano gli occhi e vedo Rukawa tenere stretto Hanamichi a sè.

E' stato più veloce nel prenderlo prima che cadesse a terra.

E' stato più veloce nell'accorgersi di quello che stava succedendo.

E' sempre il primo in tutto.

Certo forse fino ad ora.

Fino a che non hai deciso di strappare il suo cuore dal petto e gettarlo per strada come un comune rifiuto.

E non te lo permetterò più, lo giuro a me stesso.

Tu non puoi usare le persone a tuo piacimento.

Tu non puoi usare lui a tuo piacimento.

Ma ora devo mettere da parte tutto.

Ora devo pensare solo al bene del MIO Hanamichi.

Mi avvicino a lui.

Gli passo accanto.

Respiro profondamente e metto da parte tutta la gelosia che si impadronisce di me.

-Seguimi...-

Non sò come io abbia fatto.

Non sò come io sia riuscito a mantenermi freddo.

A non strappargli Hana dalle braccia e a cacciarlo fuori da casa nostra.

Saliamo le scale che portano al piano superiore.

Lui mi segue, sento il suo passo sicuro alle mie spalle.

Continuo ad ignorare quello che la mia mente insiste ad impormi.

Ignoro anche quello che il mio cuore mi urla.

Devo stare calmo.

Basta... Basta... Basta...

Mi fermo davanti ad una porta.

La nostra stanza.

Si la nostra, se lo sapesse Rukawa che questa è la stanza dove abbiamo fatto l'amore chissà come la prenderebbe.

Apro la porta e la spalanco totalmente in modo che possa passarci con il mio angelo tra le sue braccia.

-Questa è la nostra stanza-

Lo sento irrigidirsi.

Ti fa male, vero?

Senti il cuore stringersi tanto da farti mancare il respiro.

Bè questo è lo stesso che ho provato io.

Queste sono le stesse sensazioni che ho percepito quando Hana mi ha detto di quello che è successo tra di voi.

Tra le lacrime... nella disperazione più oscura...

Sorrido.

Ha appoggiato con infinita delicatezza Hanamichi sopra il letto.

Rivolge piccole attenzioni che non pensavo fosse capace di esprimere.

Come se fosse una statua di cristallo che al minimo contatto brusco si potesse frantumare.

Si allontana da lui.

Senza staccare il suo sguardo dal suo corpo, dal suo viso.

Come se allontanandolo rischiasse di non vederlo più.

E sento qualcosa crescermi dentro.

Un grande odio verso di lui.

Lo sò non si dovrebbe odiare nessuno, perchè l'odio è il sentimento peggiore sulla terra.

Ma non posso farne a meno.

E' più forte di me, si impossessa del mio essere e io non vorrei altro che prenderlo a pugni per tutto il male che gli ha fatto, che gli sta facendo.

-Sarebbe ora che ti togliessi dai piedi-

Non è una proposta, è un ordine.

E sò che ha capito, perchè mi guarda con occhi freddi ma allo stesso tempo furenti.

Perchè gli stò ordinando di andarsene, di lasciarlo per sempre in pace.

Perchè lui non è degno.

Lo sò che mi ripeto troppe volte su questo punto, ma questo è quello che penso.

E nessuno sarà in grado di farmi cambiare idea.

Perchè lo amo e non voglio vedere più la sofferenza in quegli splendidi occhi nocciola.

-No-

Ancora?

Ma perchè ti ostini a non capire.

Perchè diavolo sei così ottuso.

Ho una gran voglia di spaccare quel bel musetto che ti ritrovi e vedere se il tuo sangue è rosso come il nostro.

Oh se per caso tu non provi dolore nell'essere preso a pugni.

Vederti così freddo e scostante verso gli altri mi fa incazzare... e di brutto...

Ma è la concretezza che anche tu lo ami, che mi verrebbe voglia di toglierti dal mondo...


-Ma l'hai capito che qui non sei gradito-

-Hn-

Non faccio in tempo a dire o fare qualcosa che il telefono comincia a suonare.



POW: Rukawa

Il telefono continua a suonare.

Sendo non sembra intenzionato a lasciare la stanza.

E come dargli torto, se lo facesse mi lascerebbe solo con Hanamichi.

Lo noto nei suoi occhi scuri che ha paura.

E fa bene.

Mi lancia un'occhiataccia ed esce correndo dalla stanza.

Pensa che abbia paura di lui... si sbaglia...

Siamo soliti.

Io e te ancora una volta soli.

Hanamichi e Kaede.

Io qui in piedi a pochi passi da te.

Tu sdraiato su quel letto.

Mi si stringe il cuore a vedere la sofferenza dipinta sul tuo bel volto.

Eppure sono stato io a creartene buona parte.

Solo per soddisfare la mia voglia di te.

Tu non puoi sapere quante volte ho desiderato prenderti e sbatterti sul parquet della palestra.

Quante volte nelle docce avrei voluto prenderti e sbatterti contro le piastrelle bagnate.

E sentir uscire dalle tue labbra sensuali il mio nome, unito agli ansimi e gemiti.

E alla fine non ho resistito.

Eravamo soli negli spogliatoi, tu mi davi le spalle.

Mostravi alla mia vista il tuo fondo schiena, come se mi stessi provocando.

Come se volessi essere preso all'istante.

E così io ho fatto incurante della violenza che usavo su di te.

Incurante delle urla di dolore che uscivano dalle tue labbra.

Ma ero ubriaco di te, volevo che il tuo corpo fosse mio.

Non mi sono accorto di quello che facevo, o forse sì.

O forse quella violenza mi eccitava, forse avere il tuo membro eccitato stretto nella mia mano mi eccitava in un modo che mi faceva perdere ogni funzione che non fosse collegata al sesso...

E quando le tue grida di dolore si sono trasformate in piacere, ho perso totalmente il controllo aumentando le mie spinte.

Ma ora no.

Ora che ti ho davanti a me.

Sdraiato e con il sonno agitato.

Col viso imperlato di sudore per la febbre alta.

Tutto questo risveglia in me strani sentimenti.

Ho voglia di tenerti stretto e cancellare tutto il dolore che ti ho procurato.

Ma sò che non basta.

Mi avvicino maggiormente al letto.

Mi siedo poco distante da lui.

Rimango ad osservare il suo volto, parecchi minuti.

E non riesco a non soffrire per la smorfia di dolore che appare sul suo viso.

Continua ad agitarsi.

Piccole parole incomprensibili escono dalle sue labbra.

Non capisco cosa dica.

E non sò cosa fare per alleviare il suo dolore.

Avvicino le mie labbra alle sue.

Sono così calde e morbide e allo stesso tempo secche.

Passo sopra la mia lingua per rinfrescarle.

E avrei voglia di approfondire il bacio e sentire il sapore della sua bocca.

Ma questo sarebbe un po' come approfittarmi di lui, del suo stato.

Non sono così meschino.

Allontano le mie labbra.

I miei occhi si perdono nel contemplare il suo viso.

Allungo una mano e comincio ad accarezzarlo.

Le mie dita accarezzano e mi stupisco ancora una volta di me.

Lui riprende a delirare e io allontano la mia mano.

Ho paura che di colpo si svegli e mi trovi qui.

Vicino a lui.

Potrebbe interpretare male tutto.

Ma alla fine qual'è il vero motivo per cui sono venuto.

La risposta non è chiara neppure a me.

Non sò nemmeno io cosa provo per lui.

Ancora una volta comincia a dire parole senza senso.

Ma questa volta è diverso.

Riesco a percepire il nocciolo del suo discorso.

Ha paura.

Inconsciamente chiama qualcuno che lo ami.

Vuole affetto e nessuno è in grado di darglielo.

Si lamenta perchè tutti lo disprezzano e perchè si divertono alle sue spalle.

E mi sento un verme.

Ancora una volta mi torna alla mente quello che gli ho fatto.

L'essere riuscito ad aumentare le sue sofferenze.

Ho approfittato di lui.

Della sua innocenza.

Avvicino la mano, ancora una volta, al suo viso.

Lo accarezzo dolcemente.

Voglio in un qualche modo alleviare questo suo dolore.

Voglio che si calmi e riesca a ritrovare il sonno pacifico che si merita.

La mia mano sembra volere maggior contatto con la sua pelle bollente, sembra non averne mai abbastanza.

E la mia mente urla che dovrei allontanarmi, che ne soffrirò.

Che non devo scomodarmi così tanto con lui perchè non lo merita.

Che anche lui aveva una gran voglia di essere scopato.

Scuoto di colpo la testa.

Devo cacciare via quel pensiero.

Devo allontanare dalla mia mente tutti i pensieri inerenti al nostro ultimo, rovente, incontro.

E la mia mano prende a muoversi, lenta e con tocchi sensuali.

Percorre il collo e scende sempre più giù sino a fermarsi al lato sinistro del suo petto.

Si è rilassato e sembra mostrare l'accenno di un sorriso.

Continuo ad accarezzarlo, senza più pensare in che situazione siamo.

Senza riflettere che Sendo potrebbe tornare da un momento all'altro e trovarmi così. Prendermi a pugni e sbattermi fuori senza tanti complimenti.

Ma non mi importa.

Lui non è nessuno.

Io faccio sempre quello che voglio e lo farò anche ora.

Sposto lentamente la mano in cerca del suo battito cardiaco, voglio sentire sotto il palmo della mia mano il suo cuore battere.

Ma stranamente mi scontro qualcosa di ruvido.

Scosto lentamente la parte destra del pigiama e i miei occhi guardano stupiti la garza bianca che fascia buona parte del suo petto.

Non capisco, non riesco a spiegarmi che cosa sia successo.

Perchè sia fasciato in questo modo.

E perchè nessuno a scuola si sia accorto di nulla.

-Ka..Kae..de..-

Mi riscuoto dai miei pensieri.

Le mei mani si allontanano dalla sua pelle calda, e il freddo si impossessa ancora una volta di me.

-Ka..ede..do..ve..sei..-

Ripete ancora una volta il mio nome.

Ma questa volta al suo richiamo si unisce una richiesta.

Mi cerca... me... non Sendo o qualcun'altro...

E questo fa crescere in me un gran sollievo.

Che per noi non ci sia più un passato, ma un presente ed un futuro.

E per la prima volta mi verrebbe voglia di sorridere.

-Ho detto di no... Lei non ha nessun diritto di chiederlo... Stia lontana da lui...-

La voce di quel porcospino arriva sino alle mie orecchie.

Non capisco con chi stia parlando.

E nonostante tutto mi incuriosisco perchè a tratti sento il nome di Hanamichi.

Stà parlando di lui con una persona, gli vieta di vederlo.

Che lo ha abbandonato e incolpato di cose che non ha commesso.

Che lo ha rifiutato e ora tutto di colpo vuole far parte ancora una volta della sua vita.

Che cosa nascondi Hanamichi?

Questa è una domanda che rivolgo più a me che a lui.

E' una domanda che ricerco ma di cui non trovo una risposta.

Perchè non so niente di lui.

In verità io non conosco chi possa essere in realtà questo rossino.

Ma lo scoprirò, sì devo riuscire a capire cosa si nasconde dietro di te.




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