_Ciao a tutti. Credevate che “Angeli da un’ala soltanto” fosse terminato? E INVECE NO!        collocate questo capitolo più o meno dopo che Mark riprende i sensi, dopo aver appreso la morte del suo amato Kevin. Quindi leggete questa storia dopo aver letto i precedenti capitoli. Ascoltate “Casper’s Lullaby” mentre leggete questo capitolo extra._


 


 

 

Sei il mio angelo

 

di Vikysweetgirl

 


 

Mio, per sempre mio…mio nella vita, mio nella morte…

 

 

 

 

 

Gli occhi chiusi, la mente sgombra da tutto all’infuori di lui, che gli martellava dentro, senza dargli pace, senza dagli riposo.

Quando si perde non un amore…ma L’Amore, in realtà moriamo anche noi.

Il cuore si spezza inevitabilmente e si cade in uno stato di consapevolezza e di perdita, che non ci faranno mai più essere gli stessi.

Un angelo non può volare senza la sua ala, ed è così costretto sulla terra, a vagare solo, sperduto e disperato, a leccare le proprie ferite, con la sua sola, bellissima ala, che non riesce però a farlo innalzare al cielo…

Mark si ritrovò circondato da chiarore, da un bianco puro e niveo, dolce e dal profumo senza nome, ma il più bello e soave che avesse mai sentito.

Intorno a lui il silenzio, solo il rumore dei proprio passi su quello che poco tempo prima era un pavimento di semplici, classiche, scadenti mattonelle.

Si guardò attorno.

Si sentiva stranamente bene, come se avesse superato ogni difficoltà terrena.

Guardò in lontananza dove gli sembrò di intravedere per un attimo un enorme ala…ma forse era frutto della sua immaginazione…quello doveva essere un sogno...

Lo era?

Incominciò a stagliarsi, sullo sfondo bianco e luminescente, la figura di qualcuno…un ragazzo?

Ci volle un attimo affinché capisse chi si stava avvicinando lento ma deciso a lui.

 

Kevin.


Kevin il ragazzo che aveva amato più di ogni altra persona al mondo,

 

Kevin che aveva perduto tragicamente,

 

Kevin che aveva portato con sé tutto il suo cuore, lasciandogli solo amarezza e dolore...

 

Kevin…la sola cosa che contava per lui…ora e sempre.

 

La figura si avvicinava e iniziavano a delinearsi meglio le forme di quel corpo.

Quell’ “angelo” indossava dei jeans chiari ed una camicia bianca, la sua preferita in vita. I capelli biondi, più luminosi di come li ricordava, quasi da confondersi con lo sfondo, gli cadevano morbidamente sulla fronte, comprendo a tratti le deliziose orecchie. Il busto stretto nella camicia era ben modellato, le mani candide.

Mentre si avvicinava Mark lo fissò con gli occhi sbarrati e smise di respirare.

Non poteva distogliere gli occhi da quella visione paradisiaca.

Kevin era lì, vivo, con la sua chiarezza e luminescenza e quell’espressione fantastica sul volto angelico.

 

_Non sono vivo Mark.

 

Il moro, stupito al massimo, si riscosse dal torpore in cui era caduto.

Quella voce…quella melodica voce…la sua voce…

Cercò di dire qualcosa, ma le parole erano come incastrate nella gola.

 

_...Ke…Kevin…

Pronunciò questo nome come se contenesse tutti i segreti dell’universo.

Il ragazzo dai capelli biondi sorrise dolcemente.

 

Oh, quel sorriso, quell’espressione di cui si era innamorato…

 

_Si, Mark…sono io…o meglio…quel che è rimasto di Kevin_ il ragazzo si toccò il braccio_  un’anima…il corpo che vedi è solo un’illusione per te.

 

_Kevin…_ Mark sembrava non riuscire a dire altro_ tu…sei…

 

_morto...si._ rispose l’anima tristemente.

 

Il sangue di Mark si raggelò.

 

Ma ora lui era lì, davanti a lui.

 

E nient’altro sembrava avere importanza.

 

_...posso toccarti?

_si._ il biondino alzò una mano e la tenne ferma, verticalmente.

Mark si avvicinò lentamente a quella creatura e con dita tremanti toccò il palmo dell’altro.

 

Fremette al contatto.

 

Stava toccando la sua pelle…la sua mano…

 

Lasciò scorrere le dita in alto, in modo da far combaciare i palmi delle loro mani.

Le sue mani erano sempre state più grandi di quelle dell’altro, ma le dita del biondino avevano avuto sempre le dita più lunghe.

 

Un colpo al cuore.

 

_Io non so_ continuò Mark_ come sia possibile tutto ciò…ma tu…perchè- -

_Mi dispiace Mark.

 

Quella voce, quella voce soave e armoniosa, delicata, calda e appassionata.

Aveva pregato e urlato per poterla sentire ancora, un’ultima volta…

 

_Ci sono cose_ continuò il biondino_ che per un ragazzo vivo valgono più di ogni altra cosa._ continuò il ragazzo a bassa voce.

_Ma tu…perché non mi hai detto niente, perché...? stavi male e non mi dicevi niente…io…Kevin…impazzisco se non capisco che è successo!

 

Mark, d’impulso, abbracciò quell’anima, quel ragazzo che aveva amato in modo così totale quando era in vita e tutt’ora non faceva che amarlo e pensarlo e desiderarlo.

Era parte di lui.

Esattamente come lo erano le sue braccia, come i suoi occhi, come le sue gambe, come il suo ventre.

Lo strinse forte, poggiando la testa nell’incavo del suo collo.

 

_Sei freddo amore…_ gli disse con voce rotta il moro.

Kevin sorrise.

_Capita quando non sei più in vita._ disse il biondino, stringendo a propria volta l’uomo della sua vita e della sua eternità e sentì il battito del suo cuore impazzito.

 

Aveva amato quel corpo, quando era ancora fatto di carne e sangue.

 

Mark sbottò, nel pianto più struggente che potesse esistere.

 

Straziante, di fronte al quale ci si sente solo che impotenti.

_io ti amo, non ho mai smesso di amarti, mai…io…muoio con te, non ce la faccio a vivere…

_E invece devi farlo Mark!_ gli disse l’altro staccandosi leggermente da lui.

Anche lui bramava quel contatto.

_Perchè? Dimmi almeno perché tu…

Kevin abbassò la testa, mortificato, poi la rialzò, guardandolo con occhi dolci e tristi allo stesso tempo.

 

I suoi occhi, i suoi pezzi di prato, gli smeraldi luminosi sul suo candido viso…

 

Non avrebbe più smesso di guardarli lo sapeva.

 

_Non chiedermelo. E’ il mio peccato e la mia vergogna. Probabilmente presto lo saprai anche tu…mi hanno fatto del male. Lascia stare i dettagli…io non potevo più vivere…Oh Mark…il sesso…con te…non era altro che una piccola parte delle nostre infinite coccole…

_Cosa dici? Che stai dicendo? Crudele…egoista! Mi hai lasciato solo in un mondo orribile_ prese quel viso candido fra le mani_ avevamo un sogno io e te, che era il nostro amore…_Kevin lo guardò addolorato. Asciugò le calde lacrime dell’altro con le dita_ Amarci senza nasconderci, ricordi? Era il nostro sogno…io…io voglio raggiungerti…sei freddo, sei distante…voglio venire con te.

_Non puoi!_ si affrettò a dire l’anima_ non provarci neanche, non è giunto il tuo momento, sei destinato a vivere molto, molto a lungo.

_E come la sopporto la vita senza te…?

_Anche io la sopporterò…da qui…un giorno verrai, torneremo insieme…ma non ora…_disse in un sussurro il biondino.


Mark non resistette più, scattò e lo baciò sulle labbra.

Quelle labbra ora fredde, ma pur sempre carnose morbide, e poi…

Oh, si…

 

Il profumo dei suoi capelli…


Ci passò le dita in mezzo, fra le ciocche dorate e l’accarezzò tutto, stringendoselo contro, strappandogli un bacio più profondo, che si accorse non era il solo a desiderare…

Si staccarono a malincuore.

Si guardarono negli occhi.

 

_...con te è morta una parte di me…quella senza la quale una persona…non è niente…io non riesco a vivere senza di te, come non ci riuscirei senza aria. Riesci a capire?

_Si…ho trasceso molte cose…ma non l’amore per te…il tuo ricordo ed i momenti a te collegati, sono vivi in me come quando ero in vita…ed ero caldo_ si abbracciò_ …e vivo.
_Sei vivo in me lo capisci?!

_Lo so. E tanto basta. Deve bastare…Ma devi rifarti una vita amore…e prima lo farai…prima tornerai a sorridere.

_Io non posso rifarmi una vita!
_trova una persona che ti ami, che sia migliore di me…io sono stato debole e ti ho ferito, ti ho rovinato la vita…non merito il tuo amore.

_Sicuramente ti è successo qualcosa…e anche se non vuoi dirmelo farò di tutto per scoprirlo…finché non saprò io non morirò.

_Allora meglio che tu non lo sappia mai.

Mark accennò un triste sorriso.
_...ti ricordi la prima volta che ci siamo visti?
Kevin sorrise.

_Si. Ero così impaurito ed emozionato.

_Perchè impaurito?
_perchè forse era un preannuncio della catastrofe finale. Se non ci fossimo mai incontrati...

_Non dire così.

_E il nostro primo bacio? Te lo ricordi? Alle rovine…
_Si. Eri così dolce ed indifeso quella volta.

Kevin rise.

Una risata strana.

Cos’era che non andava nel modo in cui parlava?

Oh certo: lui non respirava.

Non emetteva un soffio d’aria dalla bocca e ciò non permetteva alla sua infinita emozione di esprimersi.

Mark parlò a bassissima voce.

_Quando abbiamo fatto l’amore per la prima volta, tremavi tutto tra le mie braccia.

_beh…questo è il momento in cui arrossirei se fossi vivo…

_Sei adorabile Kevin…lo sei sempre stato…te l’ho mai detto?

_Dovresti odiarmi.

_Non l’ho mai fatto e mai lo farò. Io ti amo più di prima.

_Non avrei dovuto incontrarti ancora…

_perchè hai deciso di farlo?

_Perchè non eri in pace…e neanch’io…

_Kevin…ce l’avremmo potuta fare insieme…

_Forse si…forse no…non è più importante.

_Lo è per me! Avevamo una vita davanti Kevin!

_Mi dispiace…ascolta..._ il biondino prese le mani dell’altro tra le sue e le strinse dolcemente_ io veglierò su di te…occupati della mia famiglia, Mark…_ abbassò la testa, sconsolato_ non posso più fare niente per loro…Linelle…la mia piccola, dolcissima principessa…Sai qual è un mio dispiacere? Non aver più rivisto mio padre...

_Maledizione Kevin, io ti amo! TI AMO! Come faccio ad andarmene e lasciarti qui, quando sei tutto ciò che ho al mondo?!

_Io non sono più parte del tuo mondo! Ti prego…non rendere tutto più difficile…va!

_No!

_Sei il solito testardo!
Mark non smetteva di piangere.

Anche Kevin si accorse che qualcosa di bagnato gli colava sul viso.

Lacrime insapori; tenere.

_Puoi…piangere ancora?

_A quanto pare si…_ rispose il biondino, tentando di asciugarsi decentemente la faccia.

_Sei il mio angelo…io l’ho sempre saputo che eri un angelo dolcissimo…ti riporterei con me sulla terra usando catene!_ disse sfiorando con dita tremanti i suoi capelli.

_Non è possibile.

Mark lo abbracciò ancora.

Strano, gli sembrava ancora di sentire quell’intenso profumo dei suoi capelli…

Era un’illusione creata dal dolore e dal ricordo?

Non lo seppe mai.

Un abbraccio struggente fu il loro.

Carico di dolore e di amore.

Amore che mai più avrebbero potuto consumare.

_Ti voglio ancora in un letto, stretto al mio petto, tremante e godente sotto di me. Ti voglio nelle cose più semplici e banali….Kevin…voglio te_ baciò le mani del suo amore.

L’angelo si scostò da lui delicatamente.

Sorrise tristemente.

_Non riesco nemmeno ad esprimerti il senso di colpa e il senso di perdita che sento…mi dispiace…mi dispiace e so che questo non basta a cambiare tutto, a far tornare tutto come prima fra di noi…è il destino Mark…abbiamo…mi dispiace solo che il tuo sono stato io a crearlo…perdonami di aver rovinato la tua esistenza…non odiarmi mai…ti prego…

Stava lentamente svanendo nel nulla.

_NO, NON LASCIARMI! ALMENO SPIEGAMI PERCHE’! SPIEGAMI! _ urlò Mark disperato.

Gli afferrò la mano, saldamente.

Lo guardò negli occhi.

 

Si guardarono negli occhi.

 

Kevin sorrise e pianse senza asciugare le lacrime stavolta.

La mano di Mark lentamente strinse il vento.

Solo una voce in lontananza, proveniente da nessuna direzione o forse da tutte.

 

“Ti amerò per tutta la mia eternità…ed oltre…”

 

Mark cadde in ginocchio sull’invisibile pavimento bianco.

Strinse i pugni e gemette di perdita, atroce perdita.

Tutto scomparve.

 

Si trovava di nuovo nella sua stanza, insieme al ricordo di quel sogno, che non avrebbe più dimenticato…

 

Angeli separati, angeli caduti, angeli innamorati…

 

 

 

 

Fine...