I personaggi di Saint Seiya appartengono a Masami Kurumada ecc. ecc.


Se fossi...

di Minako



Sdraiato sul grande letto della dodicesima casa, Shun osservava il foglio del compito che gli avevano assegnato a scuola.
Sbuffò e cercò di concentrarsi sul suo compito.
"Scrivi un breve testo in cui esporre i motivi delle tue risposte alle seguenti domande:
1. Se fossi un elemento sarei...
2. Se fossi un colore sarei...
3. Se fossi un animale sarei..."
Che razza di compito era?????????
Era tutto il pomeriggio che cercava di farlo, eppure nonostante il suo animo poetico per natura, non gli veniva in mente proprio niente!
Se avesse dovuto parlare dei suoi fratelli avrebbe scritto pagine e pagine!
Ikki, ad esempio, era l’incarnazione del fuoco per il suo animo ribelle!
Il colore che lo identificava, ovviamente, era il rosso e che animale c’era più adatto della Fenice di cui indossava l’armatura?
E Hyoga, immagine del ghiaccio perenne, bianco come il foglio del suo compito e come il Cigno, la sua costellazione guida.
Shiryu, simbolo della calma acqua dei laghi che può anche divenire pericolosa; come colore il verde e come animale il Drago!
Seiya... bhè... Seiya era già più complesso. Non aveva un modo d’essere a cui fosse fedele.
L’animale a lui più consono era un puledro selvaggio che, nonostante sia stato a lungo addestrato ad essere mansueto, manifesta la sua vera indole appena può.
L’elemento... forse la terra, sì. E il colore l’argento, poiché può brillare al sole o scurirsi, proprio come lui doveva fare con il suo carattere espansivo: mostrarlo e nasconderlo in continuazione.
Scosse per l’ennesima volta i riccioli verdi e si mise davanti alla scrivania.
Poi c’era il suo amore... Variabile e frizzante come l’aria che li circondava, l’animale che più gli somigliava... ?????? Non c’era un animale particolare che gli somigliasse! Forse una sirena, se fossero davvero esistite. Il colore… uhm… doveva trovare qualcosa di simile al diamante! Già! Il diamante! Con le sue mille sfaccettature, ma con un’unica forma che racchiudeva la sua bellezza! Ma c’era davvero un colore simile al mondo?
- Stai ancora studiando?- gli domandò Aphrodite entrando.
- Non riesco a fare il compito!- si lamentò, osservando per l’ennesima volta il foglio bianco d’innanzi a lui.
- Fa un po’ vedere.- disse afferrando il foglio- Compitino interessante!- commentò.
- Già... da morire...-
- Non deprimerti così! Cos’è che non ti riesce?-
- A parte tutto... niente!- commentò sarcasticamente.
- O insomma! Non può essere così difficile!
- E allora dimmelo tu! Che animale sarei? Oppure che colore? Per non parlare dell’elemento che mi rappresenta!
- ...- nessuna risposta - Forse hai ragione... è difficile... pensiamoci...- e si sdraiò sul letto accanto a lui, mentre il materasso s’infossava a causa del suo peso.
Passavano i minuti ma ai due non veniva alcuna idea.
Muovendosi lentamente Aphrodite scivolò accanto a Shun e gli morse delicatamente il collo.
- Aphro... devo studiare...- mormorò ridacchiando quello e fece per spostarsi, ma l’altro lo trattenne con una mano.
- Magari dopo ci verranno delle idee... è inutile stare qui a far niente...- un lampo di malizia attraversò i suoi occhi turchini- Non hai voglia di impiegare il tempo?
- Aphro...-
- E dai...- un morso sul lobo dell’orecchio- Tanto lo so che non puoi resistermi...-
- Aphro!- eppure, nonostante le su proteste, Shun stava cedendo all’invitante proposta.
- Ora basta chiamarmi... lo sai che sono qui...- e gli chiuse la bocca con la propria.
Un tocco leggero.
Una carezza quasi.
Shun mugolò di disapprovazione.
- Ma non dovevi studiare?- lo provocò divertito il Gold Saint.
- Dopo... c’è tempo...-
- Piccolo lussurioso...-
E lo baciò nuovamente facendo scorrere la sua lingua sulle labbra del cavaliere di Andromeda chiedendo un tacito permesso; che ottenne, infatti le labbra di Shun si schiusero per concedere l’ingresso all’atteso visitatore.
Aphrodite lo fece aderire al letto con la schiena, le sue braccia ai lati della testa del più giovane.
Sorrise.
Le ciocche dei suoi lunghi capelli turchini solleticavano il viso del più giovane che sorrideva a sua volta.
Dio! Quanto era bello!
Sorrise di nuovo.
Sino a poco prima non avrebbe pensato ciò di nessun altro a parte sé stesso.
Quel piccoletto lo stava cambiando.
Si scambiarono un altro bacio caldo ed umido, le lingue che si strusciavano l’una contro l’altra per poi separarsi per riprendere fiato.
Guardò ancora il suo compagno più giovane.
Le gote arrossate che risaltavano sul colorito pallido, gli occhi lucidi come due smeraldi.
I suoi smeraldi.
Il suo amore.
Amore... che strana parola... piena di significati ed al contempo vuota... dipendeva solo dalla persona che la pronunciava.
Quante volte aveva sentito delle labbra bugiarde pronunciarla?
Spesso anche le proprie lo avevano fatto.
Ma ora era diverso.
Lui era diverso.
Ed il suo compagno gli aveva fatto comprendere il senso intrinseco di quella parola tanto grande di cui tutti si riempivano la bocca sino ad essere ebbri di menzogna.
- Ti amo Shun...- mormorò prima di baciarlo ancora.
Non voleva una risposta dall’altro, sapeva da tempo che lo amava, eppure aveva sentito il bisogno di dirglielo.
Shun si lasciò assorbire da quel bacio denso di sentimenti.
Era la prima volta che Aphrodite gli diceva d’amarlo!
Di solito si limitava ad un anch’io, oppure mugugnava in senso affermativo... ma nulla di più!
Ora glielo aveva detto a chiare lettere!
Aspettava da sempre quel momento!
Si strusciò maggiormente contro il Gold Saint e sorrise.
- Anche io...- gli mormorò sulle labbra prima di lasciare andare di nuovo ad un bacio caldo e bagnato.
La mani del più giovane vagavano sulla schiena dell’altro creando sentieri tortuosi a affascinanti.
Aphrodite si lasciò andare sul materasso e il cavaliere di Andromeda non perse tempo.
Gli sbottonò velocemente al camicia, si sdraiò su di lui e appoggiò la testa nell’incavo del collo del suo compagno, soffiandogli leggermente sul collo e inalando quel profumo inebriante.
- Sei un piccolo demonio...- sussurrò il Gold Saint tra le risate.
Le labbra di Shun iniziarono a posare leggeri baci sul collo dell’amante.
L’altro sorrise... adorava il tocco di quei petali di rosa...
Poi il più giovane cominciò a spostarsi verso il basso e a tracciare umide linee con la lingua.
I muscoli dell’altro si contraevano bramosi al suo passaggio.
Gli sfilò i pantaloni con un gesto veloce e glieli abbassò fin sotto le ginocchia, poi prese tra le mani il membro turgido e iniziò ad accarezzarlo lascivamente.
Aphrodite si mosse di scatto facendo ricadere il ragazzino tra le coltri e sorrise sardonico.
- Ora tocca a me. - e si rituffò in quelle labbra dal sapore dolcissimo, assaporandolo con lentezza.
Afferrò il bordo della maglietta e, aiutato da Shun, gliela tolse.
Le sue mani presero a scorrere alacremente su quella pelle candida...
Poi incapparono nell’ostacolo che erano i pantaloni del più giovane e li slacciò senza ti problemi mettendo a nudo l’erezione del ragazzino.
Sorrise soddisfatto e si chinò per accoglierlo nella sua bocca bollente.
Passò la lingua su tutta la lunghezza dell’erezione più volte, con una lentezza esasperante!
Shun lo afferrò per i capelli mugolando di piacere, mentre l’altro aumentava il ritmo che lui assecondava con le sue spinte.
Una spinta più forte e il ragazzino si svuotò nella bocca del sofisticato Gold Saint che inghiottì goloso il frutto del loro amore.
Poi fece scorrere la lingua sull’apertura del Saint di Andromeda e la fece entrare... dentro e fuori... per lubrificare l’apertura prima di penetrarlo.
Si rialzò e appoggiò il pene all’apertura, poi lo penerò con un’unica spinta.
Shun chiuse le gambe intorno alla schiena del Gold Saint e lo strinse contro di sé.
Dopo il primo attimo di dolore il piacere si diffuse nei due corpi.
Quello di Shun, che si sentiva pieno sino a scoppiare, sperava che il compagno affondasse sempre di più sino a riempirlo completamente; mentre l’altro si sentiva avvolto dal calore dell’amante e continuava ad affondare e ad estrarre e con una mano stuzzicava il membro del compagno.
Dopo una serie di spinte, con un gemito vennero entrambi; Aphrodite dentro il ragazzino ed il seme di Shun schizzò sui loro corpi accaldati.
Aphrodite si accasciò sul compagno e cominciò a baciarlo mentre usciva da lui.
Si sorrisero e poi presero a coccolarsi con dolcezza.
Shun appoggiò il capo al petto del compagno.
Si divertiva a sentire il suo petto che si alzava e si abbassava, mentre il suo corpo era costretto ad assecondare il movimento visto che erano a stretto contato.
Lo sguardo di Aphrodite si soffermò sul foglio stropicciato che giaceva sul letto.
- Uhm... dobbiamo ancora finire il tuo compito. - commentò divertito.
- Già...- sbottò Shun contrariato. Non sapeva proprio cosa scrivere!
- Allora... se fossi un elemento... uhm... saresti aria. O meglio... una nuvola di aria!-
- Perché?-
- Perché sei dolce, soffice ed inafferrabile, come una nuvola! E questo è fatto! Poi.. se fossi un colore... potresti essere... naaa... forse ci sono!-
- Che colore sarei?- domandò Shun incuriosito.
- Saresti un arcobaleno, perché è troppo riduttivo definirti con un unico colore!-
Shun arrossì.
- Visto che non era difficile questo compito!- esclamò il Gold Saint mentre gli accarezzava i capelli verdissimi.
- E l’animale?-
- Tu inizia a scrivere l’elemento ed il colore che io intanto ci penso...- mormorò con un’espressione pensierosa.
- Va bene...- e si mise a scrivere ciò che gli era stato detto.
Dopo qualche tempo domandò nuovamente:
- E l’animale?-
- Saresti un cervo.-
Shun lo guardò sbigottito.
- Ma sì! Sei dolce come un piccolo cerbiatto, ma quando serve sai tirare fuori la tua vera forza come un cervo adulto!- sentenziò.
- Aphro... devi smetterla di guardare Bambi...- commentò Shun divertito.
- Ma come! Io m’impegno seriamente per aiutarti coi compiti e tu mi rispondi così? Ma questa te la faccio pagare!- e con un movimento rapido attirò il ragazzo verso il letto e si posizionò sopra di lui. - So bene come fartela pagare…- mormorò prima di fondersi di nuovo con quelle labbra delicate.
FINE ^O^


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