Secretum

di IrisAlba.

 

Capitolo V.

 

Il giorno dopo mi alzai con la febbre alta (colpa della pioggia della sera prima) ma, per fortuna, Sanzo non aveva lezione

e potei rimanere a letto.

Il mio tutore mi aveva misurato la febbre (lamentandosi del fatto che avevo ancora bisogno della bàlia malgrado i miei 18 anni…) per poi lasciarmi in camera a riposare.

Ma io non riuscivo ad addormentarmi, soprattutto per due motivi: innanzitutto sono sempre stato un ragazzo “piuttosto vivace” (per usare un eufemismo^^) e, malgrado la rigida educazione che Sanzo aveva cercato di impartirmi, per me era assolutamente impossibile rimanere fermo in una stanza senza nulla da fare!!!.

La mia mente, inoltre, tornava prepotentemente a ciò che mi era accaduto la sera prima: pensavo ad Homura, ai suoi occhi

e alle cose che aveva detto. E ripensavo alla reazione di Sanzo.

Che strano. Non è da lui comportarsi in quel modo!!!”.

Sembrava che quella mattinata fosse destinata a passare così, con me che ogni quindici minuti uscivo dalla mia camera dicendo di sentirmi meglio per poi

essere ricondotto, a suon di sventagliate e di –Stupida scimmia ricorda che se ti aggravi poi non ne voglio sapereee!!!- direttamente sotto le coperte,

quando all’improvviso sentì dalla mia stanza qualcuno bussare alla porta.

Lentamente mi avvicinai alla porta della mia camera e la socchiusi, in modo da vedere chi fosse, ma il corpo di Sanzo mi impediva di vedere bene.

-Che diavolo vuoi?- sentì che chiedeva, non molto gentilmente, alla persona che aveva bussato.

-Sono qui per vedere Son Goku. È in casa?-.

Non c’erano dubbi: era la voce del ragazzo che avevo incontrato la sera prima. Homura!!!.

-Oggi non credo che tu possa vederlo. Ha la febbre- fece Sanzo in tono lapidario.

-Oh. Sta morendo?- gli chiese Homura divertito.

-Idiota- si limitò a sibilare Sanzo –Perché diamine vorresti vederlo?-

-Tu non sei solito visitare coloro che consideri amici?- domandò Homura in modo insinuante.

Sanzo non si preoccupò nemmeno di rispondergli e, scostatosi leggermente dalla porta, lo fece entrare senza dire nulla. Io, vedendo che si dirigeva verso la

mia stanza mentre Homura si accomodava in salotto, mi precipitai sotto le coperte, proprio un attimo prima che spalancasse la porta con aria molto, MOLTO irritata e mi dicesse, con tono apparentemente “normale”

–Di là c’è qualcuno che vuole vederti!!!-.

Iniziai ad alzarmi, giusto in tempo per vedere Sanzo che si eclissava in camera sua. Raggiunsi, quindi, Homura in salotto e lo trovai seduto sulla mia sedia

preferita, quella vicina alla finestra.

-Da qui la vista è stupenda!!! Se abitassi in questa casa chiederei a Dio di farmi morire qui, vicino al cielo e alle nuvole…- mi disse vedendomi arrivare.

-Io non credo in Dio- ribattei –Però hai ragione: se potessi scegliere dove morire, anch’io vorrei che fosse lì!!!-.

 

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-Porti sempre dei pigiami così?- mi chiese mentre ci siedavamo entrambi sulle poltrone, uno di fronte all’altro.

-Che hai da dire sul mio pigiama?!!!>__<- gli chiesi offeso.

-Nulla, è delizioso- fece Homura divertito -Ma pensavo che, essendo allievo di Sanzo, avresti imitato anche il suo modo di vestire…-

-Io mi vesto come voglio io!!!- affermai con orgoglio, ma in realtà sapevo che non mi sarei mai e poi mai potuto vestire come Sanzo. Non avevo la sua eleganza,

la sua sensualità, i suoi modi sofisticati. Confronto a lui il mio modo di vestire sembrava davvero quello di un teppista!!!. E poi, tornando alla questione dei pigiami, non sarei mai riuscito a dormire nudo come invece lui faceva….

-Sanzo non sembrava molto contento di vedermi- osservò Homura ammiccando verso il corridoio.

-Non ama ricevere visite. Inoltre, questo non è un periodo molto felice per lui all’Università…- dissi, pensando a tutti i casini che ultimamente ci erano successi.

-Oh, ma non è per questo. Almeno, non soltanto- fece Homura con sguardo insinuante –Lui è preoccupato per te!!!-.

-E perché dovrebbe?!!!- gli chiesi, non capendo dove volesse andare a parare.

-Semplice, perché ha capito che mi piaci e che cercherò di portarti via da lui!!!- mi rispose, come se gli avessi chiesto una banalità.

Io rimasi per un po’ in silenzio a pensare se avevo capito bene o meno.

-COSA?!!!- gli chiesi quando mi fui ripreso.

-Le mie parole ti hanno scandalizzato di nuovo, Son Goku?!!- mi domandò Homura, che sembrava deciso a non staccare i suoi occhi dai miei.

-Si…cioè no….insomma, MI CONOSCI SOLO DA IERI SERA!!!!- esclamai tutto in una volta, arrossendo.

-Una sera o un anno sono assolutamente irrilevanti!!! Guarda Sanzo!!! Vive con te da una vita: ti ha mai detto qualcosa di simile?!!-.

Senza volerlo, con quella domanda, Homura stava sfiorando in me qualcosa che doveva assolutamente restare segreto. Decisi quindi di sviare subito l’argomento, sperando che Sanzo non stesse sentendo nulla di quello che stavamo dicendoci.

-Non è detto che, perché vivo con lui ormai da tre anni, Sanzo debba necessariamente provare qualcosa per me…- risposi, lasciandomi ferire dalle mie stesse parole: se prima avevo sempre avuto dei dubbi sulla mia predisposizione al masochismo, allora ne ebbi la certezza!!!.

-È vero- ribadì Homura, in realtà non molto convinto –Comunque è indubbio che provi per te dei sentimenti molto profondi, altrimenti non avrebbe mai

sopportato di tenerti accanto per ben tre anni della sua vita…-.

-Ma questo che centra con il fatto che io ti piaccio?!!- gli chiesi interrompendolo -E poi, scusa, ti piaccio in che senso?!!!-.

-Potrei dirti che mi piaci per la tua intelligenza, le tue idee, il modo in cui porti avanti una conversazione ma capiresti che è impossibile perché non ti conosco che

da ieri sera e che quindi ti sto mentendo. Potrei dirti che ciò che mi piace è il tuo corpo e che vorrei vederti in questo preciso istante senza nulla addosso ma,

anche se ciò è vero, finirei per farti credere che mi interessi solo per saziare i miei desideri e non vorrei solo questo da te. In realtà- disse, mentre si sporgeva un

po’ in avanti con la schiena –Mi hanno colpito i tuoi occhi. Loro mi hanno parlato di te ieri sera ed io so che entrambi nascondiamo qualcosa di torbido dentro il nostro animo. Sono i peccati che ti porti dentro che mi attirano, le tue colpe inconfessabili che mi attraggono verso di te…-

-Io dentro di me non ho nessuna colpa!!!- affermai quasi con disperazione.

-Non è vero e nessuno meglio di me lo può sapere. Nessuno sa che cosa cova nel tuo animo e per tutti tu sei solo un diciottenne che vive in maniera spensierata

la sua giovinezza…-

-E che centra Sanzo in tutto questo?!!- gli chiesi alzandomi in piedi.

-Centra perché lui è riuscito a leggere nel tuo animo. Ed ha visto che è contorto e oscuro come il suo. Per questo ti ha portato qui e sono sicuro che durante

questi tre anni ti ha cercato e rifuggito!!!-.

-Tu leggi nel mio animo e in quello di Sanzo qualcosa che non esiste!!!- gridai stringendo forte i pugni -Sanzo non è come me ed io… IO NON SONO COME TE!!!-.

A quell’esclamazione Homura si alzò in piedi e, artigliandomi le braccia con le dita, avvicinò il suo viso al mio, così vicino che riuscivo a sentire le sue labbra quasi sulle mie.

-Guarda i miei occhi- mi intimò –Guarda!!! Sono come i tuoi, dorati come i tuoi!!! Sai cosa significa questo, Son Goku?!! Che io e te siamo simili!!! Siamo stati entrambi generati nel peccato e questo rende il nostro sangue uguale a quello di due fratelli!!!-.

 

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Io e Homura parlammo ancora a lungo. Credo che passarono alcune ore ma, per tutto il tempo, io cercai di guardare i suoi occhi il meno possibile.

Sembrava che mi avesse strappato i vestiti di dosso. Mi sentivo come se mi avesse infilato con violenza un braccio nello stomaco e che da lì fosse riuscito

a penetrare a fondo, sempre più a fondo, sino al mio animo.

Mai mi avevano sbattuto in faccia con tale violenza la mia diversità. E mi pareva ancora impossibile che a farlo fosse stato un altro ragazzo con le iridi dorate.

-Guarisci in fretta, perché voglio portarti a vedere un luogo a me molto caro- mi disse quando ormai stava per andarsene.

-Mi porti a conoscere altri eretici come noi?- gli chiesi.

-Non proprio come noi, ma sono sempre eretici!!!- mi rispose accennando un sorriso –Spero, però, che Sanzo ti permetta di uscire con una persona poco raccomandabile come me…-.

-Non so cosa ti sei messo in testa, ma per Sanzo io sono solo un allievo!!! E lui per me…-

-Lui per te cosa?- mi chiese con sguardo malizioso.

-Lui è il mio tutore e il mio maestro!!!- affermai mentre sostenevo il suo sguardo sornione.

-Curioso- affermò Homura –Anche Koumyou Sanzo era il maestro e il tutore di Sanzo. Eppure…-

-Eppure cosa?!!!-

-Niente, lascia perdere- fece Homura scuotendo un po’ la testa –Si tratta solo di dicerie e di ferite nascoste, che si è cercato in tutti i modi di tenere segrete. Adesso torna a letto. Verrò a trovarti ancora-.

- D’accordo!!!- dissi, e poi ci separammo.

Mentre tornavo nella mia stanza ripensai nuovamente alle sue parole e non potei fare a meno di ammirare quel ragazzo, che sembrava vantarsi delle sue origini oscure e addurre a motivo di gloria l’alone di mistero che circonda gli esseri con gli occhi dorati.

E ripensai a quello che aveva detto di Sanzo.

Mi accorsi che dell’infanzia e della giovinezza del mio tutore non sapevo molto. Sanzo infatti non amava parlare di sè, soprattutto del suo passato.

Avevo vissuto con lui per tre anni, ma apparentemente di lui non sapevo nulla. Dico apparentemente perché, in realtà, in quei tre anni di cose non dette, in tutto

quel tempo passato ad osservare Sanzo, a seguire Sanzo, io ero riuscito a conoscere di lui più cose di quello che lui stesso pensava.

Sapevo che forse avrei potuto scrivere la vita di Sanzo, ma solo attraverso i gesti e sacche di segreto silenzio.

Entrando in camera, mi accorsi che la sua stanza continuava a rimanere chiusa.

Non lo vidi che alcune ore più tardi.

 

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Una sera Homura mi portò a vedere un locale poco conosciuto in città, frequentato sopratutto da artisti. Venne a prendermi con la sua macchina, dove preferì aspettarmi mentre io scendevo.

Prima di raggiungerlo mi fermai di fronte alla porta aperta dello studio di Sanzo che, seduto dietro ad un’enorme scrivania, era intento a sfogliare alcuni libri.

-Ancora qui, scimmia?!!- mi chiese senza distogliere gli occhi dal libro –Ti ho già detto che non mi dispiace affatto se anche stasera esci-

-Davvero?!!!- gli chiesi con i piedi ancora incollati all’entrata del suo studio –Io pensavo che Homura non ti piacesse…-

-Non ho mai detto il contrario!!!- esclamò Sanzo mentre si degnava, finalmente, di guardarmi con uno sguardo, però, di ghiaccio –Ma è anche vero che tu hai

ormai 18 anni e che, al di là del nostro rapporto maestro-allievo, tu debba vivere nel modo che più ti aggrada. Con i tuoi simili….-.

Lo lasciai dopo aver sbattuto la porta con violenza.

Non che Sanzo si fosse mai lasciato andare a gentilezze con me, per carità, ma sembrava che nell’ultimo periodo fosse particolarmente propenso al più completo mutismo, oppure che aspettasse solo un pretesto per saltarmi alla gola!!!.

Raggiunsi Homura senza nemmeno cercare di nascondere la rabbia che tenevo dentro. Lui intuì cosa fosse successo e per tutto il tragitto non parlammo molto, limitandoci ad osservare le case che sfrecciavano davanti a noi e che per la velocità si confondevano in un’unica massa colorata.

 

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Il “locale” era in realtà il porticato di una vecchia casa abbandonata, che qualcuno aveva aggiustato alla meglio, aggiungendo dei tavolini e qualche sedia. C’erano parecchie persone e dire che qualcuna era abbigliata in modo eccentrico era dire poco!!. Homura sembrava conoscere gran parte delle persone lì presenti ma, invece di fermarsi a chiacchierare con quelli che lo salutavano, si diresse verso uno dei tavoli più nascosti.

Qui erano seduti due strani tipi: un ragazzo in giubbotto di pelle, jeans, stivaloni ed occhiali da sole ed un altro con addosso abiti che sembravano orientali e lunghi capelli avvolti in una complicata acconciatura. Non appena riuscirono ad intravedere Homura, gli fecero con la testa un cenno di saluto.

-Era da tempo che non ti facevi vedere da queste parti Homura!!!- esclamò quello che sembrava il cantante di un gruppo metal –Hai avuto troppo da lavorare?-.

-Sono stato per un mese nella villa di una scrittrice- rispose Homura mentre sosteneva lo sguardo sornione del suo amico.

-Un intero mese!!! Per te sarà stato quasi come un matrimonio!!!- esclamò nuovamente il tizio con gli stivaloni.

-Non avrei mai potuto sposarla, Zenon- fece Homura serio.

-E perché?-.

-Semplicemente perché i suoi libri non mi piacevano affatto!!!- rispose lapidario.

All’improvviso il ragazzo vestito con abiti orientali si accorse di me e rivolto ad Homura chiese

-Chi è questo giovane con gli occhi dorati?-.

-Questo è Son Goku- rispose Homura mentre appoggiava una mano sulla mia spalla –Ed è mio fratello!!!-.

 

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E così quella sera conobbi Zenon, un bizzarro e abile scultore e Shien, suo amico e raffinato violinista. Homura volle trattenersi per un pò con loro ed io accettai, anche perché in quel posto riuscivo stranamente a sentirmi a mio agio.

Pensai con amarezza che forse Sanzo aveva ragione: era ora che trovassi altri “miei simili”, altri eretici come me.

-Dovresti sentire Shien suonare il violino- fece Zenon rivolto a me –È un’esperienza davvero unica!!!-

-Tale è solo per chi ha la sensibilità necessaria ad accostarsi alla musica- osservò Shien con voce bassa e tranquilla –Sai suonare qualche strumento?- mi chiese.

-No- risposi -Però mi piace guardare chi suona. E ascoltare la musica!!!-.

-Ascoltare non è facile e solo chi dall’ascolto sa trarre piacere è capace di farlo. Suonare o ascoltare della musica sono…-

-…sono atti spiccatamente edonistici!!!- conclusi io e Shien mi guardò compiaciuto, annuendo con la testa.

Suonare uno strumento è un atto meramente edonistico era solito affermare Sanzo ogni volta in cui lo vedevo suonare il grande pianoforte da concerto che troneggiava nel salotto. Era capace di suonare per ore ed ore ma, con mio grande rammarico, non lo faceva molto spesso.

Ricordo che quando Sanzo iniziava a posare le dita sui tasti sembrava andare in estasi, un’estasi che nulla aveva a che fare con significati religiosi, che nulla aveva

a che fare con i rapimenti mistici di alcuni santi.

Sembrava che suonasse solo per appagare i suoi sensi.

Nulla esisteva all’infuori della musica e di lui in quei momenti, quei momenti in cui io mi limitavo a guardarlo senza parole, lasciando che la sua voluttuosa bellezza

da angelo dell’inferno mi turbasse e mi eccitasse, lasciando la mia mente in preda ad una serie di immagini confuse e sensuali.

Più la sua bellezza sembrava bianca e incorruttibile, più in me si faceva largo la voglia di vederla sporcata, corrosa dallo stesso desiderio che sporcava e

corrodeva il mio animo: forse perché, inconsciamente, avevo intuito che l’animo di Sanzo, in realtà, non era candido e incorruttibile come il suo aspetto

lasciava (falsamente) intendere. 

-Ancora non posso credere che questo ragazzo sia l’allievo di Genjo Sanzo Oshi!!!- esclamò Zenon, riportandomi con i piedi per terra –È così diverso da lui…-

-Sanzo è un cultore della diversità- intervenne Homura –Se il carattere di Son Goku non fosse stato agli antipodi del suo, non l’avrebbe preso con sé: si sarebbe annoiato troppo!!!-.

-A meno che non l’abbia preso con sé per altre ragioni…- fece Zenon con tono insinuante. Io capì subito dove voleva andare a parare la sua insinuazione e, guardandolo dritto negli occhi, esclamai con il mio tono più categorico (in perfetto Sanzo style)

-Non sopporto che si parli male di Sanzo!!!-.

Zenon però non si scompose e, mentre sosteneva divertito il mio sguardo, fece -Davvero!!! Eppure tu e il tuo tutore siete ultimamente la favola della ricca

borghesia della città…-

-E a molti di loro ho già spiegato il mio punto di vista!!!- esclamai, riferendomi ai brutti grugni di molti “figli di papà” che i miei pugni avevano avuto modo di “accarezzare” in quell’ultimo periodo.

-Deve tenere molto a Sanzo- osservò Shien –Vero Homura?!!-.

-È il suo maestro, nient’altro. Non voglio assolutamente che sia nient’altro- fece Homura con tono deciso. Io ormai mi ero abituato a questo suo atteggiamento possessivo nei miei confronti, ma notai che gli altri ne rimasero stupiti.

-Non avrai intenzione di portarlo con noi domani?!!- chiese Zenon incredulo.

-Solo se lui vorrà- gli rispose Homura.

-Portare dove?- chiesi guardando prima Zenon e poi Homura ma quest’ultimo, invece di rispondermi, si limitò a farmi cenno di andarcene.

 

TO BE CONTINUED!!!

 

P.S.S.S.S.S. di IrisAlba: ed eccomi al penultimo capitolo!!!^^ Scrivere questa ff non è affatto facile, soprattutto da quando ho perso tutto il sostegno morale

del mio amato principino ;___; ( Sostegno morale?!! Io?!! Ma quando mai!!!!!>__< Nd. Homura).

Dedico questo capitolo alla mia sorellina (e mago della grafica^^) IrisAtra, che sempre mi incoraggia e mi sprona ad andare avanti (ti voglio bene cocca!!!!!!^^).

Alla proxima allora, per il VI capitolo!!!

CIAUUUUUUUUUUUUUUUUUU!!!!!!!^^