Commento:
è una fic molto descrittiva...ed è sicuramente adatta al termine
“Romantico & Stupido” (per lo meno all’inizio...dopo un po’
meno mi sa...)...ma Hiei e Kurama stanno così bene insieme! Il posto dove
vanno Hiei e Kurama esiste sul serio, si chiama Cogne ed è un paesino
della Val d’Aosta...è un posto che mi ricordo molto bene perchè è
stata la gita di fine anno della terza media...tutta la fic è stata
ricostruita fedelmente con le foto della gita, c’è anche lo strapiombo
ma sotto ci sono solo distese erbose, e non bastavano a costituire un
pericolo...ma non voglio raccontarvi tutto! Dedico questa fic alla mia
amica Marina che mi ha dato l’idea sul pullman per tornare a casa da
scuola
2nd
Month
1a parte
- Tekueki no pikkunikku
di Jpnir
“Hiei-chan?”
“Hnn...”
“Hiei,
svegliati...”
“Hn...
Mercoledì mattina: il
sole illuminava la stanza di Shuichi scaldandone le pareti e circondando
tutti i mobili e gli oggetti di una luce rossa e arancione. Anche i
capelli di Kurama, che stava chino sopra il futon dove giaceva
addormentato Hiei, erano imbevuti di quei raggi dorati, conferendo allo
youko un’aria angelica e mistica.
“Kurama...ma che ora
è?”
“Sono le sei e
mezza.”
“Ah...stai andando a
scuola...”
“No, Hiei, altrimenti
non ti avrei svegliato...”
Hiei, la voce e gli
occhi impastati dal sonno, si decise finalmente a guardare il suo
interlocutore. Il sorriso dolce di Kurama risplendeva sotto il bacio del
sole, e gli occhi verdi erano pieni di mille sfumature.
“Qual’è il
problema, allora?”
“Non avevi detto che
volevi andare da qualche parte insieme?”
Hiei si voltò del
tutto, osservando Kurama. Indossava soltanto un paio di Jeans che
circondavano la sua vita sottile, ed era chino su di lui, gli occhi
riflessi nei suoi.
“Ma Kurama...sono le
sei!”
Il viso di Kurama perse
le sue sfumature dolci per colmarsi di ombra di tristezza.
“Ho capito. Lascia
perdere, torna a dormire.”
Si alzò e uscì dalla
stanza, lasciando Hiei lì da solo.
E Hiei stava proprio
per rimettersi a dormire, quando il suo sguardo venne attratto da qualcosa
sulla scrivania di Shuichi.
Un cestino da pic nic.
NO! Se lo era
totalmente scordato. Aveva promesso a Kurama che sarebbero andati a una
diavolo di cascata dove lui voleva assolutamente portare Hiei nel giorno
dei...no, no, no! Nel giorno dei loro due mesi!
“Ma porc...”
Si alzò dal futon in
fretta e furia, e si precipitò giù dalle scale.
“Kurama!”
In piedi di fianco al
tavolo della cucina, Kurama stava ripulendo le briciole che aveva lasciato
sul tavolo probabilmente preparando i panini per la gita che aveva in
mente di fare.
Hiei cercò di
sorridere. “Mi dispiace...me lo ero scordato. Vado a farmi la doccia.”
Kurama
cercò di fare l’arrabbiato comunque ma non era bravo a celare i suoi
sentimenti, e Hiei riuscì a scorgere prima di uscire dalla cucina che le
ombre sul suo viso erano in un attimo scomparse.
Dieci minuti dopo aveva
finito la doccia, e nel giro di un paio d’ore erano arrivati (usando un
pullman, di cui Hiei non capiva l’utilità) alla meta designata.
Hiei dovette ammettere
tra sè e sè che il posto era davvero meraviglioso.
Da un ripido sentiero
costeggiato da cespugli di rovi, bacche e fiori (ecco perchè quel posto
piaceva tanto a Kurama, probabilmente) che seguiva il ciglio della cascata
fino a portare chi lo percorreva in cima ad essa per poi passarci sopra
attraverso un piccolo ponte, si arrivava ad un ampio spazio, questa volta
non così pieno di fiori ma più che altro semplicemente d’erba, dal
quale si godeva di un panorama che lasciava senza fiato: la cascata, il
piccolo laghetto che essa formava (ci avrebbero fatto il bagno, prima o
poi?), i mille sentieri lì intorno, i prati, i fiori, i giochi di
riflessi dell’acqua sulle piante circostanti. E Kurama, perso in quel
paesaggio, col migliore dei suoi sorrisi dipinto sulle labbra.
“Lo ammetto. E’
bello.”
“...solo bello?”
“Non pretendere
troppo da me, Shuichi.”
“E va bene.”. Ignorò
ancora una volta il fatto che lo avesse chiamato Shuichi, e si sedette per
terra, sopra la tovaglia che aveva sistemato perchè sia lui che Hiei non
sporcassero i vestiti puliti.
Anche Hiei si sedette,
però non sopra la tovaglia ma bensì proprio su un cespuglio d’erba.
“Hiei!Ma cavolo! Cosa
ho messo la tovaglia a fare?!”
“Hn...ma che
due...”
Hiei si alzò, i
pantaloni ormai irrimediabilmente sporchi d’erba.
“Scusa.”
“Ma cavolo, proprio
con l’erba...e chi le toglie le macchie adesso...”
“Cosa faccio adesso,
rimango in piedi?!”
“No, vieni a sederti
qui che almeno non li macchi di più.”
Hiei si sedette tra le
gambe di Kurama, che lo circondò con un abbraccio.
Se ne stettero lì
abbracciati per qualche minuto, con la brezza che carezzava loro i
capelli, quando lo stomaco di Hiei emise un mugolio terrificante e
rumoroso.
Kurama scoppiò a
ridere “Ok, ok, hai fame” e ridendo si alzò, anche se a dir la verità
Hiei avrebbe voluto che restasse ancora un po’, anche a scapito della
sua fame.
Kurama si sedette
dall’altra parte della tovaglia e gli porse il cestino, e finalmente,
Hiei ingozzandosi e Kurama facendo bocconi da uccellino come al solito, si
misero a mangiare.
“Con chi eri già
stato qui?”
“Con Touji e Kaede.”
“Hn.........e Ukio?”
“No, senza Ukio.”
“Hn.......e perchè
hai voluto portarci me?”
“Non lo vedi da
solo?”
“No, cioè, si. Posso
capire perchè ti piaccia questo posto. Ti assomiglia.”
“Già......l’ha
detto anche Kaede.”
“Ma come vi siete
conosciuti voi tre?”
“Alle elementari.
Vivevamo tutti e tre nello stesso quartiere, allora. Poi loro due hanno
cambiato casa.”
“Hn...hai detto sei
anni che vi conoscete, giusto?”
“Sì.”
“E quando siete
venuti qua?”
“Due anni fa, a
festeggiare il primo anno insieme di Kaede e Touji. Ci siamo divertiti.”
“E hanno portato
anche te?”
“Sì. Non abbiamo mai
fatto nulla senza gli altri, noi tre.”
“E adesso?”
“Adesso...ho te.
Siamo due coppie.”
“E io sono più
importante di loro, scusa?”
“Senza alcun
dubbio.”
Hiei rimase senza
parole. Kurama aveva risposto così, senza pensarci nemmeno un secondo,
possibile? Continuò a mangiare il suo panino (anzi lo finì e ne prese un
altro, mentre Kurama non aveva dato che pochi morsi al suo)
“Cosa c’è? E
mastica bene.”
Perchè doveva sempre
aggiungere qualcosa da mammina?
“Niente. Pensavo che
il vostro legame fosse più forte. Anche se sono solo dei Ningen.”
“Il nostro legame è
fortissimo. Ma tu sei tu.”
“Hn...”
“E a te di chi
importa di più?Di me o di Yukina?”
“Di te.” Anche lui
aveva risposto così, senza pensarci. Era così facile saperlo e dirlo?
Non se n’era mai accorto.
“Visto?”
“E’ un discorso
diverso!”
“No che non lo è.”
“Perchè devi avere
sempre ragione tu?”
“Perchè su questioni
di questo genere ne so più di te.”
“Perchè hai sempre
la risposta pronta?”
“Hai finito, Hiei?”
Sì, Kurama aveva
ragione, forse stava esagerando. Se ne stette zitto a finire il suo
secondo panino, e ne avrebbe anche preso un terzo se Kurama prevedendo le
sue intenzioni non avesse allontanato il cestino dalla sua portata.
Kurama finì (era ora)
il suo panino e si stese per terra, guardando le nuvole sopra di lui che
veloci, spinte dal vento, si rincorrevano e cambiavano forma sullo sfondo
azzurro del cielo limpido.
Hiei invece si alzò, e
si diresse verso il limite della distesa erbosa sul quale si trovavano, al
limite di uno strapiombo, per guardare ancora una volta quel panorama, che
gli dava un non so che di nostalgico. Il discorso di prima lo aveva
turbato un po’. Non solo per quel botta e risposta così veloce che si
era concluso svelandogli di sapere le risposte delle domande che lo
avevano tormentato per tutta la vita, ma anche perchè si era reso conto
per l’ennesima volta del fatto che si era perso veramente molto di
Kurama tornandosene nel Makai. Yuusuke e Keiko si erano sposati, Yukina e
Kuwabara probabilmente lo avrebbero fatto presto (strano, non gli veniva
più quella fitta al cuore lancinante...), e lui? Non aveva trovato di
meglio da fare che andarsene lontano dalla sua felicità, con quella donna
che lo amava e che lui non ricambiava, facendo soffrire Kurama. Non sapeva
nulla di lui. Era per questo che aveva sempre temuto che quei due, Touji e
Kaede, occupassero un posto più alto nella classifica del cuore di Kurama...e
invece non...
“ITE!” Errore.
Piede in fallo. Lo strapiombo sotto di lui.
Rotolò per qualche
metro, sentì un dolore lancinante al fianco che quasi gli strappò un
grido, poi riuscì ad aggrapparsi ad una radice che usciva dal terreno.
“Ma porc...e se
quello mi vede, adesso? Che figure ci faccio? Il grande ladro del Makai
che cade come un cretino in uno strapiombo mentre è perso nelle sue
fantasie?” mentre mille pensieri si affacciavano alla sua mente guardò
giù. Rocce, rocce, rocce. E acuminate, pure. Se fosse caduto nel modo
sbagliato avrebbe potuto anche farsi male. Tutta colpa di Kurama che non
gli aveva lasciato portare la sua Katana...con quella si sarebbe tirato su
in fretta.
“HIEI!”
Kurama si era
affacciato al bordo dello strapiombo, gli occhi spalancati in uno sguardo
pieno di terrore.
Hiei nel frattempo
scalciava con le gambe, cercando un appiglio. Voleva farcela da solo,
senza l’aiuto di Kurama.
“HIEI, ASPETTAMI!
VENGO GIU’!”
Hiei non si era accorto
che pochi metri più in là, comunque troppi per arrivarci con un balzo,
stava uno dei sentieri che riportavano nella vallata sottostante. In pochi
attimi Kurama stava lì, dietro la balaustra di legno, alla sua stessa
altezza. “A guardarmi in questa posizione da cretino!” pensò Hiei.
“Hiei” Kurama stava
urlando un po’ meno “Aspetta, non agitarti, non mollare la presa!”
Solo in quel momento
Hiei si rese conto che era vero, stava cedendo, e avrebbe davvero potuto
morire se fosse caduto...guardò di nuovo in basso (errore) ed ebbe una
visione di sè stesso, trafitto da uno di quegli spuntoni, col viso
lacerato nella caduta dei mille rami spinosi lì intorno. E Kurama,
urlante e piangente....Adesso sì che era spaventato. Doveva mantenere la
calma, “Una volta questi pensieri non mi sarebbero mai venuti in
mente....” si disse, sì, era colpa di Kurama e della sua dolcezza,
stava diventando un Ningen anche lui...perse la presa con una mano.
“HIEI! HIEI, NON
MOLLARE!”
Hiei teneva gli occhi
chiusi.
Non mollare, non
mollare, non mollare...ad un certo punto, un solletico alla guancia. Aprì
gli occhi di scatto. Dal sentiero, un Kurama ora sudato e rosso in viso
per lo spavento e per lo sforzo, aveva fatto crescere uno degli alberi
fino a far arrivare i suoi rami ad Hiei, che li afferrò e in men che non
si dica fu di fianco a Kurama.
“Hiei
Hiei Hiei Hiei...”
Kurama lo stava
abbracciando forte come non mai, dopo essere caduto in ginocchio, e
cantilenava il suo nome per la gioia di averlo tra le sue braccia, per
scacciare la tensione e la paura di quel momento finalmente terminato.
“Kurama...” anche
Hiei, sudato e ferito per l’aver urtato contro alcuni rami durante la
caduta.
Le bende che come al
solito celavano il Kokuryuha sul braccio si erano strappate, assieme alla
maglietta, e larghe ferite scoprivano la carne di Hiei, ma lui non ci badò,
preoccupato solo di consolare il povero Kurama.
“Kurama…Kurama!
Calmati! Calmati! Sono qui, Kurama!”
Lo youko levò lo
sguardo fino ad incontrare i due rubini incastonati nel viso di Hiei.
“Non farlo mai più,
Hiei! Non farlo mai più!” gli disse, tra le lacrime.
“Non l’ho mica
fatto apposta!”
Kurama sentì sotto le
dita qualcosa di umido. Si osservò la mano e la ritrovò grondante di
sangue.
“Hiei, Kami-sama!
Quanto sangue stai perdendo?! Cosa ti sei fatto?!”
“Niente,
niente…”disse Hiei, cercando di celare la sua ferita sotto la maglia
(“Ma porc…è stracciata!”) e sotto la mano, senza buoni risultati.
“Andiamo a casa!”
“Ma no, Kurama, non
è niente! E’ il nostro…”
“Non voglio
festeggiare i due mesi con un morto!”
Hiei guardò per terra,
e si accorse di stare sanguinando davvero tanto: i pantaloni bianchi erano
in vita già quasi completamente vermigli, e sulle gambe le striature di
sangue andavano ogni secondo allargandosi. Si decise a guardare la sua
ferita. Uno squarcio profondo e irregolare gli attraversava diagonalmente
il fianco all'altezza della vita, partendo dall’altezza dell’ultima
costola e arrivando fin quasi all’inguine. Ma quando accidenti se lo era
procurato?!
Nel frattempo Kurama
gli ricomparì al fianco, il fagotto della roba che avevano portato per il
picnic in mano. Alzò il braccio di Hiei e con la tovaglia (“Ma Kurama…la
stai sporcando tutta!”) gli fasciò la vita alla bell’e meglio, poi lo
prese praticamente in braccio e, stavolta proprio alla maniera di Hiei, si
avviò a grandi balzi verso casa.
Vai all'Archivio Fan Fictions |
Vai all'Archivio Original
Fictions |
|