Disclaimers: i personaggi non sono miei, ma di papà Masi (Masami Kurumada) e logicamente a scrivere queste robe non ci guadagno niente di niente. Volevo fare un appunto, dimenticato nella prima parte: se non si fosse notato odio a morte Saori perché pur avendo ben 88 Saint a disposizione, sbava dietro a quella carretta di Seiya, e Pandora, perché nella serie dell'Ades si è avvinghiata come una piovra al MIO Ikki!


Scusa, ma non ho resistito...

parte II

di Digi


Dopo aver visto svenire Saori e Pandora sotto i loro occhi, Shun e Hades non seppero che fare. (N.d.A. Questa situazione l'ho già vista...) Per prima cosa le trasportarono nella camera. Hades prese Pandora per i piedi e con poca grazia la trascinò dentro, mentre Shun raccolse delicatamente Saori e la depose sul letto disfatto: " E ora che facciamo? Non possiamo dire loro che si sono sognate tutto! Hades, che ne pensi di rivelare loro la verità? Tanto alla fine tutti lo verranno a sapere." "No Shun, vedi, preferisco che la gente sappia della nostra relazione in un modo diverso. E soprattutto non voglio che la prima persona che scopre il nostro legame sia quella piaga che mi è capitata come sorella." "Ma non sei un po' troppo duro con lei? Insomma, è tua sorella, le dovrai pur volere bene, in qualche modo!" "Tu non hai idea di com'è veramente! E, come ho già detto ad Athena, mi sono bastati i 14 anni che ho vissuto al suo fianco." "Senti, posso capirti, almeno in parte. Mio fratello Ikki (N.d.A. Amore... _-_) è iper protettivo, cerca sempre di spronarmi a combattere e a smetterla di piangere. Ma so che mi vuole un bene infinito e me lo dimostra, magari poche volte, ma lo fa. E io gli voglio bene." "Il discorso è diverso. Per te Ikki è la tua unica famiglia. Per me Pandora è solo colei che mi ha liberato da una prigionia!". Shun preferì chiudere lì il discorso, non aveva voglia di litigare con Hades proprio dopo aver fatto l'amore con lui, e si stava convincendo che Pandora fosse davvero una spina nel fianco. Rimasero in silenzio, cercando una soluzione per risolvere l'imbarazzante situazione. Alla fine Hades prese la parola: " Senti, io ho cercato di trovare una soluzione alternativa, ma non ci sono riuscito." "Qual è la tua idea?" "Le nascondiamo da qualche parte." "Ma sei impazzito tutto d'un colpo? Ti rendi conto di cosa mi stai dicendo? Di nascondere la mia dea da qualche parte e trattarla come un'emerita cretina!" (N.d.A. Perché, non lo è?) scattò Shun, facendo un gesto di diniego con il capo: " Senti, Shun, amore, lo so benissimo che sarebbe un sacrilegio, ma non è mica la prima volta che ne commetti uno! Avete sconfitto perfino me!" "Quello è un altro discorso, Hades. Quando lo abbiamo fatto era per necessità, per il bene dell'umanità. Qua ne va solamente della nostra reputazione di etero! Nient'altro" "Questo vale solo per te! Io sono un dio, i miei generali, Hypnos, Thanatos e tutti i miei soldati mi deriderebbero!" "Allora dovevi pensarci un po' prima di venire a letto con me!". Shun aveva gli occhi che gli brillavano di lacrime e dolore, mentre puntava un dito accusatore contro il petto di Hades, che dal canto suo non sapeva come ribattere alle accuse, riconoscendo in cuor suo la loro veridicità. Allora mosse un passo verso Shun, che aveva abbassato lo sguardo, pentito di aver detto quelle parole, anche se era quello che sentiva nel suo cuore. Il dio posò prima le mani sulle sue esili spalle, poi lo tirò contro di sé, e lo abbracciò. Shun prima resistette un po', poi si abbandonò al calore che gli regalava quel corpo: " Scusami.". Quella semplice parola sfuggita dalle labbra del dio degli Inferi lasciò stupefatto il giovane ragazzo, che alzò la testa e lo guardò con occhi sgranati: " Come?" "Ti ho chiesto scusa. Tutto ciò che dici è vero, lo ammetto. Ma ti prego, ascoltami, non c'è altra soluzione." rincarò Hades. Shun osservò le due figure stese e prive di sensi. Per quanto riguardava Pandora, non gliene importava nulla, ma Saori... lei era Athena, non poteva trattarla in quel modo. Si staccò da Hades e si sedette ai piedi del letto, incrociando le gambe, mettendosi a pensare. Dopo un po', sospirò sconsolato e si alzò: " Anche io ci ho pensato, e capendo le tue ragioni, non vedo altra soluzione. Dobbiamo nasconderle entrambe da qualche parte. Ma dove?" "Non lo so. Insomma, questa villa è immensa, ci sarà una stanza vuota o un qualche sgabuzzino!" "Hades, ho accettato la tua idea, ma non ti sognare nemmeno di chiudere Athena in uno sgabuzzino!" (N.d.A. Dico io, ma che male ci sarebbe?). Hades sospirò, prese in spalla Pandora e si diresse verso la porta: " Andiamo. Prendi Athena. Strada facendo troveremo un posto dove nasconderle, no?". Shun prese delicatamente in braccio Saori ed insieme con Hades uscì dalla stanza. 
Erano quasi le due di notte, quando finalmente i due ragazzi trovarono un posto dove sistemare le svenute, che nonostante tutti gli sballottamenti, erano ancora tali (N.d.A. Saori era ancora svenuta, ma Pandora si era addormentata...-_-). Hades aprì una porta e accese la luce, che illuminò una lunga scalinata: " Shun, sai dove portano queste scale?" "Alle cantine." "Allora abbiamo trovato il posto dove chiuderle." "Va bene, anche se credo che non riuscirò più a guardare Milady negli occhi." "Su, amore, non fare così. Non la stai mica uccidendo, no? E poi lei acquisisce la coscienza di Athena solo quando l'umanità è in pericolo. Ora è una semplice ragazza che nuota nell'oro.". Shun sospirò e seguì l'amante, prestando attenzione a non cadere. Giunti alla fine dei gradini, accesero un'altra luce, che illuminò fiocamente l'immensa cantina, piena di barili e botti: " Ora ho scoperto dove Athena tiene tutto quel magnifico vino." sussurrò Hades tra i denti, cercando un posto scuro dove depositare Pandora, che continuava a dormire beata. Shun invece depose Saori su di una panca, cercando una coperta e trovandola, per impedire che Saori prendesse un raffreddore con tutta quell'umidità. Hades scrollò sconsolato la testa e, individuato un barile vuoto, ci mise dentro Pandora. La stava ancora sistemando, quando Shun disse: " Io torno in camera, ti aspetto.". Hades assentì, mentre osservava il ragazzo sparire lungo le scale. Appena i passi di Shun non si sentirono più, e nemmeno il loro eco, Hades scoperchiò un barile. Annusandone il contenuto, storse il naso: " Birra... un dio non dovrebbe nemmeno tenere nella propria cantina una cosa come questa. Le uniche bevande degne degli dei sono l'ambrosia e il vino di qualità." pensò, facendo uno sforzo che gli fece risaltare i muscoli del collo e delle braccia per rovesciare a terra la birra. Il liquido si convogliò verso un piccolo tombino, mentre Hades aspettava paziente che il liquido uscisse totalmente dal barile: " Ci devo mettere dentro una dea e non mi sembra giusto che Athena si sporchi con questa schifezza.". Lo rialzò, prese Saori e la mise dentro, lasciandole solamente la testa fuori: " Ah, quanti ricordi! Forse è meglio che mi sbrighi, o Shun s'insospettirà.". Si chinò nel barile e tirò la ragazza per i piedi, di modo che anche la testa fosse dentro. Poi prese i rispettivi coperchi e, dopo aver chiuso Pandora (N.d.A. Spero che muoia soffocata... ma so che non succederà... lei porta sfiga agli altri, ma mai a se stessa!) ebbe un ripensamento con Athena: " Il barile puzza troppo, e in fin dei conti è una dea, come me. La lascerò respirare." (N.d.A. Hades, sei troppo magnanimo...). Gettò il coperchio da una parte e s'incamminò su per le scale, sentendo l'impazienza attanagliargli l'anima. Chissà se Shun aveva qualche sorpresa in serbo solo per lui? 

Saori si svegliò sentendo un odore forte e sgradevole pizzicarle le narici. Si accorse di essere rannicchiata in qualcosa di molto stretto e tondo. Toccando le pareti sentì che erano ancora umidicce. Si portò le dite alle labbra ed assaggiò: " Che schifo! Birra! Ma dove sono capitata? L'ultima cosa che ricordo è che Shun e Hades... ma allora era tutto vero! Sono loro che mi hanno rinchiusa qua dentro, per depistarmi! Beh, questo metodo può funzionare con una scimmia come Pandora, ma non con me! Adesso mi alzo e..." non ebbe tempo di terminare la frase che cadde a terra, sbilanciata dall'improvviso scatto fatto da lei per alzarsi. Scuotendo la testa per riprendersi un po', uscì dal barile e notò che dal minuscolo lucernario entrava un fioco raggio di luce. Corse alla piccola finestra e cominciò a saltare per cercare di chiamare qualcuno in suo aiuto. Dopo un po' si arrese, conscia del fatto di essere troppo bassa per arrivare fin lassù. Si sedette sulla panca, sconsolata. Dopo un po' che ascoltava sentì un rumore sordo, come di tarli. Conosceva benissimo quel rumore: Pandora! Solo lei russava in quel modo assurdo! Individuò la fonte del rumore e scoperchiò la botte. La ragazza dormiva beata come un agnellino, tentando di rannicchiarsi su se stessa, con il pollice della mano destra in bocca. Saori rimase spiazzata da quel comportamento, ma si riprese e cercò di svegliarla. L'unica risposta che ottenne fu un sordo mugolio di dissenso. Allora decise di passare alle maniere forti: prese il barile e lo ribaltò, facendo rotolare fuori Pandora, che non si svegliò lo stesso. Saori le andò vicino, scuotendola un po', senza risultati. Sconsolata le si sedette vicino e proprio in quel momento Pandora le si avvinghiò addosso quasi urlando: " Ikki sei solo mio!". Saori rimase interdetta: " Ma guarda tu se questa doveva scambiarmi per il cavaliere della Fenice... appena usciremo da qua, le farò fare un paio d'esami. Almeno così sarò sicura che non andrà in giro per la villa ad avvinghiarsi a tutti i cavalieri credendoli Phoenix!". Mentre pensava questo, cercò di staccare Pandora, ma si accorse che la ragazza aveva una presa molto salda: " La farò giocare nella mia squadra di football! Con una presa come questa...". Dopo vari e infruttuosi tentativi, Saori passò alle maniere forti: si trascinò vicino alla cassetta degli attrezzi e prese un paio di forbici. Con uno sforzo immenso si tirò in piedi, mentre Pandora rimaneva attaccata come una zecca alla sua gonna. Saori cominciò a tagliare il vestito sotto il seno, e quando il lembo che rimaneva attaccato fu troppo poco per sopportare il peso di Pandora, questa cadde a terra con un tonfo. Grazie a quello stratagemma Pandora si svegliò e mezza addormentata, ancora attaccata alla gonna, guardò Saori: " Cosa sta succedendo? Dove sono?" "Svegliati imbranata, dobbiamo cercare di uscire da qua.". Pandora si tirò in piedi e barcollando nel buio trovò l'interruttore. Appena la luce si fu accesa trovarono le scale e le percorsero, arrivando alla porta. Appena girarono la maniglia questa si aprì e il sole le illuminò. Le ragazze uscirono in corridoio, mezze accecate dalla luce solare, e si accinsero a tornare nelle proprie stanze, quando un leggero colpo di tosse le fece voltare: " Hypnos! Thanatos! Cosa ci fate qua?" disse Pandora. Appena Saori si ricordò in che condizioni era, arrossì in volto e scappò via urlando: " Hades! Shun! Me la pagherete, maledettiiiiiiii!". I due guardarono sconvolti la figura che si allontanava da loro in gran fretta: " Ma... Pandora... non dirmi che quella era... Athena..." chiese Thanatos che fissava ancora il punto in cui era sparita la ragazza:" Invece era lei, in carne e spirito. Ha detto che Shun e Hades ci avevano rinchiuso in cantina." "E per quale arcano motivo?" chiese Hypnos" Non ne ho idea... sapete, troppe botte in testa...". Questa volta i due dei si voltarono verso colei che li aveva liberati, guardandola molto ma molto perplessi:" Che avete da guardare? Capita a tutti, no? Vi saluto, vado a vedere in che condizioni è Saori...". Si allontanò dai due, che continuavano a guardarla perplessi:" Certo che ultimamente sono tutti un po' strani... che sia l'influenza della villa?" chiese Hypnos:" Mah..." fu la risposta di Thanatos. Poco dopo sentirono delle urla:" Pandora! Vattene via!" "Ma veramente io volevo aiutarti...". I due gemelli accorsero subito, trovando Saori e Pandora che litigavano. Athena fece un passo falso e cadde lunga distesa sulle scale, gambe all'aria rovinando definitivamente la sua reputazione. La ragazza si mise a piangere, mentre Pandora l'aiutava a rialzarsi. Saori accettò il gesto, ma mise un piede sulla lunga camicia da notte di Pandora, che si sbilanciò all'indietro e cadde, trascinando con sé la dea. Hypnos e Thanatos fecero giusto in tempo a scansarsi per non essere travolti da quella valanga umana, quando Saori si mise a piangere più disperata di prima. Ora sembrava una fontana. Gli dei non sapevano che fare, era una situazione decisamente imbarazzante:" Athena, senta... noi faremo finta di nulla, così la sua reputazione sarà salva." "Davvero? E cosa volete in cambio?" chiese la ragazza tra i singhiozzi:" Nulla. Anzi, una piccola cosa. Dateci una stanza nell'ala più isolata della casa, lontana dai cavalieri e dal nostro padrone." "Non so a cosa vi serva, ma vi accontenterò." (N.d.A. Eh, lo so ben io, ragazza mia... e comunque, sono cose che non capiresti...). Athena si rialzò, asciugandosi le ultime lacrime. Pandora rimase stesa a terra, con lo sguardo fisso in alto, intenta a guardare qualcosa. Hypnos fu il primo che se ne accorse: " Pandora, cosa stai facendo ancora lì?" "Non sapevo che anche gli dei portassero i boxer..." "Pandoraaaaaaaaaaa! Rialzati subito, è un ordine! Disgraziata! Ti potrei giustiziare solo per questo!". Hypnos era rosso fino alla radice dei capelli, mentre suo fratello era seduto per terra che rideva come un matto: " E tu cos'hai da ridere? Vuoi che dica a tutti che dormi ancora con un orsacchiotto di peluche e hai le mutande con gli aeroplanini?". Thanatos si bloccò e si rialzò, sul piede di guerra: " Come ti sei permesso?". Mentre i due fratelli si stavano guardando negli occhi, Athena prese Pandora per un braccio e le disse: " Forse è meglio che ce ne andiamo. Non vorrei essere coinvolta in qualcos'altro. Ne ho avuto abbastanza per il resto della mia vita!" "Ha ragione, signorina.". Piano piano, stando attente a non farsi vedere se n'andarono. Dopo un po' Thanatos chiese: " Se ne sono andate definitivamente?" "Sì, ora possiamo dedicarci a noi due, fratellino." E infilò le dita tra i soffici capelli color argento di Thanatos, premendo le proprie labbra su quelle morbide del fratello, che però lo respinse: " Qui ci potrebbero scoprire, andiamo nella camera che ci ha appena dato Athena.". Hypnos assentì con il capo, ma non resistette e gli diede un piccolo morso alla base del collo. Thanatos fu scosso da brividi, ma si incamminò verso l'ala del palazzo dove dormiva Saori. Bussarono: " Athena, possiamo entrare? Vorremmo chiederle dove si trova la nostra stanza..." Certo! Potete andare nell'ala sud. La sola stanza occupata è quella del vostro signore, quindi potete prendere quella che volete." "Molto gentile." e si ritirarono. Ora era Thanatos a fremere d'impazienza, mentre Hypnos sembrava avere pieno controllo dei suoi istinti. Girovagando un po' per la villa e chiedendo informazioni, riuscirono ad arrivare nella fatidica ala sud. Riuscirono ad individuare subito la stanza di Hades, così cercarono la loro molto più in là. Hypnos fu il primo ad entrare, mentre Thanatos si chiudeva la porta alle spalle, facendo girare la chiave (N.d.A. Finalmente qualcuno che chiude le porte!). Il dio dai capelli argento prese alle spalle il fratello, scostandogli i capelli dal collo, leccando voluttuosamente la pelle serica e delicata come un petalo di rosa, mentre l'altro veniva scosso da brividi di piacere: " Lo sai che non dovremmo farlo. Va contro le leggi imposte dal nostro signore." "Solo ora senti i rimorsi di coscienza, fratellino?" chiese Thanatos, scostandosi bruscamente da Hypnos:" No. E' da quando siamo finiti a letto insieme per la prima volta che mi tormento l'anima." "E perché? Non ti sei reso conto che perfino il nostro dio ha infranto le sue leggi?" "Lo so benissimo, ma ciò non toglie che mi sento lo stesso in colpa." "Fratello, dimmi cosa ti rode l'anima. Siamo dei è vero, ma soffriamo anche noi. Non ce ne dobbiamo vergognare.". Thanatos si era seduto sul letto, facendo cenno a Hypnos di seguirlo: " Ora dimmi cosa ti passa nel cuore. Ci siamo sempre confidati, anche se agli occhi degli altri sembra assurdo che due dei come noi si possano parlare. Io sento il tuo dolore, ma non trovo la sua fonte." "Non la conosco nemmeno io. So solo che quando faccio l'amore con te l'anima mi si riempie di gioia, ma subito dopo mi assalgono i sensi di colpa. Non è la prima volta che vado a letto con un uomo, ma quando lo faccio con te è tutta un'altra cosa. E poi, c'è un'altra cosa..." "Cosa?" "Muoio di gelosia per te. Ho la sensazione che un giorno mi lascerai." "Non dire assurdità. Perché dovrei lasciare la persona che amo di più al mondo?" Hypnos alzò la testa, per guardare il fratello dritto negli occhi: " Cosa... hai detto?" "Che ti amo, e se non mi credi... beh, non so come dimostrartelo." "Ti credo, fratello, amore mio, mia gioia! Mi rendi l'essere più felice! Anche io ti amo" "Allora dimmi il perché dei sensi di colpa." "Forse derivavano dall'insicurezza, chi lo sa. Ma ora che so che non mia lascerai mai... ora so che dopo averti amato non avrò più sensi di colpa.". Hypnos mise un braccio attorno al collo del fratello e lo baciò. Fu un bacio pieno d'amore e di dolci promesse, e quando si staccarono, fu per riprendere fiato. Thanatos però si mise subito all'opera, facendo scorrere le mani sulla schiena del fratello, tormentandogli con la bocca la pelle delicata del collo. Ora erano stesi sul letto, avvinghiati in un abbraccio possessivo, mentre si denudavano a vicenda. Poi le loro pelli vennero finalmente in contatto, uguali e diverse allo stesso tempo, mentre i loro capelli si mescolavano, l'argento della notte e l'oro del giorno. Due gemelli, così uguali così diversi, legati dall'amore. Hypnos si mise sopra al fratello, facendogli divaricare le gambe. Thanatos gemette ancora più forte quando sentì che il fratello lo apriva completamente. Alla fine, arrivarono entrambi al culmine. Hypnos si avvinghiò al fratello, come se temesse che potesse andarsene da un momento all'altro: " Per sempre..." sussurrò il dio dai capelli d'argento: "Per sempre..." rispose il dio dai capelli d'oro. Insieme caddero nel profondo sonno ristoratore che li attendeva paziente. 
Era pomeriggio inoltrato quando qualcuno bussò alla porta dei due fratelli. Hypnos fu il solo che si alzò, a causa del suo sonno leggero. Si alzò, rimettendosi la tunica bianca, stando attento a non svegliare il fratello, che giaceva in una posa lasciva sul candido letto. Con un sorriso guardò l'amante, prima di andare ad aprire. Intanto il suono continuava, sommesso ma insistente: "Chissà chi è? Nessuno viene mai ad importunarci. Solo il nostro signore ci fa visita ogni tanto.". Con questi pensieri aprì la porta e si trovò davanti Pandora. Non riuscì a trattenere un moto di stupore, che aumentò quando notò che la ragazza era insolitamente seria e un leggero sorriso malinconico velava le sue labbra. Pandora teneva la testa china di lato, e un velo di tristezza appannava i suoi occhi neri come l'opale: " Cosa c'è?" chiese Hypnos, un po' scosso nel vedere Pandora così:" Non lo so. Mio signore, i miei piedi mi hanno condotto alla vostra stanza senza un apparente motivo. Mi scusi." E fece per andarsene" "Aspetta. Pandora, non ti ho mai vista così. Prima della tregua qualcosa di crudele regnava sul tuo volto, poi sei diventata stranamente... sciocca e frivola. Ora un nuovo cambiamento: ti vedo... triste e malinconica." "Non lo so perché, mio signore. Mi sono sentita strana quando mi sono messa ad osservare il tramonto. Forse è la sua influenza. Poi ho sentito un legame sovrastare tutto. E mi sono sentita sola. Infinitamente sola." "Cosa hai sentito di preciso?" "Il vostro amore e quello di suo fratello Thanatos." "Ma... come hai fatto?" "Diciamo che certe cose una donna, soprattutto se respinta, le sente nell'aria. E lo stesso vale per il signor Hades e Shun. Credono che l'avermi rinchiusa in cantina in un barile mi abbia fatto dimenticare, ma ciò non è assolutamente vero. Ho cercato di dimenticare, per non soffrire. Ecco perché mi comporto da sciocca.". Hypnos stette ad ascoltare e, senza sapere il perché, si scostò un poco per fare entrare Pandora. La fece accomodare sul terrazzo, sulle poltroncine di vimini. Per arrivare al terrazzo dovettero però passare vicino alla camera da letto, dove Thanatos continuava a dormire beato, mentre gli ultimi raggio rossi creavano contrasti di colore assurdi con i suoi capelli. Pandora lanciò un'occhiata la dio della morte, e quel sorriso pieno di tristezza aumentò d'intensità:" Avevo ragione, mio signore." Disse tranquilla, mentre si sedeva su di una poltroncina. Hypnos la osservò per un po', fino a quando vide qualcosa luccicare come un diamante sulla bianca pelle di Pandora:" Tu... tu, stai piangendo... perché?" "Non lo so, mio signore. Come non so il motivo che mi ha condotto da voi." Appena ebbe finito questa frase, Pandora scattò in piedi, inchinandosi un poco:" Buonasera, signor Thanatos.". Hypnos si voltò per osservare il volto del fratello stupito, mentre il suo corpo era avvolto in una corta tunica di fattura greca:" Cosa ci fai qua, Pandora?" "Non ne ho idea. Se disturbo posso andarmene." "No, rimani, e raccontami. Sono curioso. Thanatos, siediti qua con me. Ascoltiamola.". Thanatos ubbidì e si sedette vicino al fratello, mentre la ragazza si risedeva sulla sua poltroncina. Le lacrime continuavano a rigarle le guance, turbando Thanatos. Un leggero sospiro le sfuggì dalle labbra, senza che lei riuscisse a trattenerlo. Questa volta fu Thanatos a parlare:" Pandora, apri a noi la tua anima e dicci cosa ti turba. So che ti rende difficile, anzi, impossibile, vederci come degli dei che sappiano ascoltare, siamo stati sempre come dei dittatori, ma per favore sforzati. Sei una nostra sottoposta, anzi, sei colei che ci ha liberato, quindi è bene che ti sfoghi con noi. Parla.". Intanto Pandora aveva levato gli occhi, volgendoli verso l'immenso parco, in particolare sulla composizione di rose bianche, curate in quel momento dal proprietario dai capelli turchini. 


Digi: Alt! Fermate tutto! Cosa mi sta succedendo? Cosa sto facendo? 
Pandora: Scusa, ma perché da emerita cretina a profondamente depressa?
Digi: Ma cosa vuoi che ne sappia io?! Mi stai anche diventando simpatica!
Pandora: Beh, questa è una buona cosa, no?
Digi: No, non lo è! Ti ricordo che hai fatto la piovra con mio marito!
Pandora: Beh, è stato un piccolo incidente di percorso, io stavo morendo e... scusami, tu resisti al fascino di Ikki?
Digi: Logico che no! Ma questo non c'entra con te! Lui è mio!
Hypnos: Scusi, signora scrittrice, ma perché ha scelto me e mio fratello come confessori?
Digi: Ho appena detto che mi sta sfuggendo tutto dalle zampe! Quindi, niente spiegazioni!
Ikki: Scusa cara, ma quando rientro in scena io?
Digi: Se vai a letto con Hyoga, mai più!
Saori: Grazie per la figuraccia. Athena che mostra a tutti il suo ben di Dio... ah, ma che battuta! Ahahahahahahahahah! 
Digi + resto: Saori, non è che faccia ridere...
Saori: Uffa, mancate di senso dell'humour...
Yuki: Digi, scusa, ma che sta succedendo? Che bordello!
Digi: Yuki, non ci capisco più niente! Dammi una mano!
Yuki: E' davvero un bel problema... prova a continuare su questa linea, magari non viene male...
Digi: Va bene, tentiamo...al mio tre ognuno ai suoi posti... 3,2,1,... azione! 





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