Premessa: questa fic all'inizio era nata come una Ikki+Hyoga, brillante idea di Kaaroth, una mia amica. Incoraggiata da lei e sua cugina Yukina, sono arrivata a scrivere quest'obbrobrio, quindi se vi fa schifo, rivolgetevi a loro per eventuali proteste. Come dicevo, è nata come un Ikki+Hyoga, ma è degenerata, prendendo in mezzo tutta la gente possibile che ci può stare nella villa di Saori. Ho intenzione però di non lasciare la coppia iniziale, mi piace troppo! Vale sempre la faccenda che i personaggi sono di papà Masi...(Masami Kurumada, per chi non l'avesse capito...) e che questa robaccia non ha alcuno scopo di lucro... Idea di: Digi, Kaaroth e Yukina Testi di: Digi
Scusa, ma
non ho resistito...
parte I di
Digi
Era primavera inoltrata, quella era una giornata delle più belle che ci potessero essere al termine della stagione. Era maggio, e le rose dell'immenso parco della villa dei Thule erano sbocciate, più maestose che mai. Hyoga si avvicinò ad un cespuglio, per osservare meglio una rosa selvatica. La prese in mano e se la portò al naso, assaporando quell'antico odore. Il pensiero gli corse al Grande Tempio, alla dodicesima casa, dove Shun aveva combattuto la sua prima vera battaglia. Shun, quell'angelo dagli occhi verdi, color della giada, che sapeva soffrire anche per te. Gli sembrò di aver udito la sua risata cristallina, ma si riscosse e pensò di aver immaginato tutto. Ma la sentì di nuovo, questa volta unita ad un'altra più profonda e mascolina. Si accostò all'albero, e sporgendosi un po' vide il suo angelo con un altro uomo. Si fermò ad osservarli: Shun era inginocchiato davanti al fratello e si piegava in due dalle risate, mentre i suoi capelli biondi gli ricadevano in parte sul viso, gli occhi chiusi, pieni di lacrime per il troppo ridere. L'uomo che era con lui era Ikki di Phoenix, e anche lui rideva divertito. Si sporse avanti ancora un po', appena per vedere la testa di Ikki rovesciata all'indietro, mentre il suo ampio e muscoloso torace era scosso da forti risa. I capelli corvini gli cadevano sulle spalle, disegnando dei giochi di ombre sul suo collo, gli occhi erano semi aperti, rivelando delle iridi scure e penetranti come l'acciaio. Hyoga seguitò la sua esplorazione con gli occhi. Le spalle ampie e muscolose cui erano attaccate delle braccia scure e forti. Le mani... erano belle sebbene fossero piene di calli per i duri allenamenti. La vita era stretta, le sue gambe lunghe, muscolose anch'esse come il resto del corpo. Sì, il cavaliere dell'Araba Fenice era veramente bello, come un dio. Shun aprì gli occhi e lo vide: " Hyoga, vieni a sederti qui con noi. Ci stiamo godendo la lue del mattino.". Quando Ikki sentì pronunciare quel nome smise di ridere, e tornò serio come al suo solito: " No, ti ringrazio, continuerò la mia passeggiata. Volevo solo dirvi che la colazione sarà servita tra poco.". Shun rimase un po' deluso, ma cercò di non darlo a vedere, sfoggiando uno dei suoi più bei sorrisi, prendendo sotto braccio il fratello più grande.
Hyoga si chiese cosa gli fosse preso. Perché si era messo a spiare Shun e Ikki? Non avevano forse diritto ad un po' di privacy? Il cavaliere di Phoenix era appena tornato dal suo giovane fratello, ma come sempre non si sarebbe trattenuto a lungo, sentendo la necessità di vagare di nuovo per il mondo. Come avrebbe reagito se qualcuno si fosse messo a spiarlo? <<Se fosse Ikki a spiarmi non avrei molte obiezioni... ma cosa vado a pensare? Ikki è il fratello del mio migliore amico, anche se non posso negare che è attraente... Accidenti!>>. Si diede dello stupido per aver pensato ad Ikki non come ad un amico, ma come... accidenti a lui e ai suoi sogni! La sua fantasia cominciò a volare, e si ritrovò a pensare a cosa avrebbe celato ai suoi occhi quella leggera stoffa dei jeans e della maglia. Si ritrovò ancora sognante, quando udì quello sciocco di Seiya che si mise ad urlare: " Hyogaaa! Hyogaaa! La colazione è servita! Manchi solo tu!". Sempre nel momento meno opportuno! Respirò a fondo, cercando di calmarsi e cercando di riprendere quella calma glaciale che lo contraddistingueva.
"Mai una volta che tu arrivi puntuale, Hyoga." "Ma chiudi quella boccaccia! E pensa un po' agli affari tuoi." "Nervosetti questa mattina, eh?" disse Seiya, passandosi un dito sotto il naso e facendo l'occhiolino. A tavola mancava veramente solo lui, erano tutti seduti. Prese il suo solito posto accanto a Shiryu, il cavaliere del Dragone, dai lunghi capelli corvini. A capotavola sedeva la signorina Saori, l'incarnazione della dea Athena; accanto a lei stavano seduti il cavaliere della prima casa e il Grande Sacerdote, resuscitato dalla dea per dargli una seconda possibilità. Seguivano Shun, cavaliere d'Andromeda, con al fianco il fratello; di fronte a loro sedevano rispettivamente il piccolo Kiki, fratello di Muu, e Shiryu. Così lui si trovava quasi di fronte alla Fenice. Riuscì così ad osservare senza essere osservato. Per tutta la colazione quello sciocco di Seiya non chiuse la bocca, prima parlando con Saga, senza serbare rancore per la battaglia, poi litigando con Kiki, prendendolo in giro e lamentandosi perché lui poteva usare i suoi poteri telecinetici. La signorina Saori non sembrava per nulla infastidita da quella scena, anzi, divertita. Oramai tutti sapevano che Seiya era il preferito di Milady. Phoenix parlava tranquillamente con Shun e Shiryu, di qualsiasi cosa potesse essere argomento di conversazione. Hyoga se ne stava zitto, sorseggiando il suo caffè, osservando quell'atmosfera quasi di familiarità che si era creata tra loro. Ad un certo punto però si ritrovò la testa più pesante del solito, e sbilanciandosi in avanti si rovesciò il caffè addosso. Kiki sparì subito, per andare a nascondersi chissà dove, ma fu preso in tempo dal fratello, che tirandogli un orecchio gli disse: " Chiedi scusa, Kiki. Ma è mai possibile che tu non stia fermo un minuto? E tu, Seiya" disse, volgendo il capo verso il ragazzo che stava ridendo a crepapelle" Non sei molto meglio di lui. Dovresti dargli il buon esempio, invece di fare lo stupido allo stesso modo." "Suvvia Muu" intervenne Saga con la sua dolce voce, unica fra tutte in grado di calmare il cavaliere d'Ariete nei suoi rarissimi momenti di collera" non ti sembra di aver fatto abbastanza? Ora lasciali in pace. Basta che se ne vadano fuori in giardino.". Saga non aveva neanche terminato la frase che Kiki sgusciò dalla morsa del fratello, prese Seiya per un braccio e lo trascinò fuori. La pace tornò a regnare sovrana, mentre Hyoga chiedeva scusa e si allontanava in fretta per cambiarsi.
La giornata passò tranquilla, e come ogni pomeriggio ognuno si dedicò alle attività che più gli piacevano. Seiya e Kiki continuarono a farsi scherzi e dispetti, e riuscirono anche a coinvolgere Shiryu nei loro giochi. Saga e Muu erano spariti, ma oramai nessuno se ne preoccupava più, tutti sapevano del sentimento che li legava. Hyoga si trovò da solo con Ikki, in piscina. Cercò in tutti i modi di non guardarlo, ma ovunque cercasse di volgere lo sguardo, vedeva il possente corpo di Ikki, coperto solamente da un paio di pantaloncini da bagno attillati. Quando lo vide uscire dall'acqua, gli sembrò l'essere più bello che esistesse sulla faccia della terra. Il suo sguardo si concentrò sulla schiena, coperta da minuscole gocce d'acqua, che scivolavano molto lentamente e voluttuosamente sulla pelle scura della schiena, fino ad infilarsi nel costume... Hyoga s'immerse rapidamente, cercando sollievo nell'acqua fresca. Dopo una decina di vasche uscì e si diresse verso lo spogliatoio. Li trovò Ikki a torso nudo, intento ad asciugarsi i capelli con un asciugamano. Lui non lo degnò nemmeno di uno sguardo, così Hyoga passò oltre, dirigendosi verso le docce. Lasciò che l'acqua gelida gli scorresse sul corpo cercando di calmare i suoi bollori. Da quel momento perse di vista il proprietario del corpo da lui tanti desiderato.
Si ritrovarono tutti a cena, che per fortuna fu un po' meno agitata della colazione, grazie anche al fatto che Seiya era fuori con Miho, la sua ragazza. La signorina Saori non era molto felice di ciò, e si vedeva chiaramente, anche se cercava in tutti i modi di nasconderlo. Kiki non rinunciò però a divertirsi, così ricominciò a torturare il povero Shiryu, che si ripromise di non aver mai più a che fare con bambini. Perso interesse per il povero Dragone, Kiki si concentrò sul fratello, che per un po' sopportò, poi lo prese come un sacco di patate e se ne andò con lui. Tutti erano molto divertiti dalla scena, e gli unici che non ridevano erano Hyoga e Ikki. Milady dichiarò finita la cena, così tutti poterono ritirarsi nelle proprie stanze. Saga e Athena rimasero sulla veranda a chiacchierare, mentre Shun e Shiryu si misero a giocare a scacchi. Gli unici che andarono a dormire furono il Cigno e la Fenice. Hyoga si cambiò e si sdraiò sul letto sperando di prendere sonno al più presto, ma invece di dormire si trovò pensare all'uomo che tanto lo attraeva. E pensare che bastava solamente oltrepassare il corridoio e... poi si decise: quella notte avrebbe compiuto l'azione più pazza e spericolata della sua vita. Per evitare di essere visto e sentito, aspettò che gli altri andassero a dormire. Aspettò anche Seiya, che da bravo impiccione quale era lo avrebbe scoperto di sicuro. Aspettò fino a mezzanotte, ma Seiya non era ancora tornato. Pensò che avrebbe passato la notte con Miho, così si alzò e si tolse la maglia del pigiama. Aprì la porta cercando di non fare rumore, e attraversò il corridoi con passo silenzioso. Si trovò davanti alla camera di Ikki, e il suo cuore prese a fare capriole per la troppa emozione. Girò la maniglia e spinse cautamente la porta. Per fortuna quella notte Ikki non aveva chiuso la porta a chiave. Entrò e richiuse la porta alle spalle. Alzò lo sguardo con trepidazione, aspettandoselo ancora sveglio. E invece vide la Fenice sdraiata sul materasso candido, il lenzuolo scivolato fino alla vita rivelava che non aveva addosso null'altro che la biancheria intima. Hyoga deglutì a fatica, sentendo mancargli l'equilibrio. La luna piena gli conferiva un'aria seducente e ostile al tempo stesso: la luce argentea giocava con la sua meravigliosa pelle scura. Hyoga rimase sulla porta, incerto sul da farsi, non riuscendo a scostare il suo sguardo. Le braccia abbandonate mollemente sul chiarore del lenzuolo, una mano sullo stomaco, l'altra con il palmo rivolto verso l'alto. I lineamenti del viso raddolciti dalla luce lunare, la sua bocca serrata con fare severo, quelle labbra che erano così belle... La confusione nei pensieri di Hyoga divenne insopportabile, ma fu quella che lo spinse ad agire. Si avvicinò piano al letto e vi s'inginocchiò accanto. Restò ad ammirarlo ancora, senza riuscire a fare nulla, i palmi delle mani sudati e freddi, mentre due voci chiare e distinte urlavano nella sua mente parole contrastanti. Con cautela, quasi paura, cominciò ad accarezzare i capelli sparsi sul cuscino, lievemente, con tocco leggero, per poi far scendere le dita sul collo, seguendo i lineamenti del viso. Si avvicinò un po' di più, e si trovò con le labbra a pochi centimetri dalle sue. Cosa si era messo in testa? Cosa stava facendo? Non lo sapeva, forse non lo avrebbe saputo mai, ma in quel momento l'unica cosa di cui era a conoscenza era che provava un forte, immenso desiderio di assaporare quella bocca, Hyoga era sempre combattuto tra ragione e passione, non sapeva a quale delle due dare retta. Chiuse gli occhi azzurro cielo e quando li riaprì aveva preso la sua decisione.
Ikki aveva la sensazione che qualcosa lo osservasse. Era sicuro di averla chiusa a chiave, quindi non era possibile che fosse entrato qualcuno. Sentì come un leggero venticello freddo sul suo corpo, ma rimase fermo, nel dormiveglia. Sentì delle mani fredde e frementi che gli accarezzavano impercettibilmente il collo e i capelli, per poi delineare i contorni del suo viso. Sentì un alito caldo sulle labbra. A metà tra sogno e realtà, quasi sveglio, pensò ad Esmeralda, continuò a sognare di fare l'amore con lei, come lo avevano fatto la prima e ultima volta prima che il padre la uccidesse. Tutta quella dolcezza, quell'insicurezza... Si svegliò, aspettandosi di trovare i due occhi verdissimi della ragazza, ma si trovò davanti due immense iridi azzurre. Una smorfia di disgusto gli si dipinse sul volto quando capì di chi erano quegli occhi. Si alzò di scatto scostando con una mossa brusca Hyoga, guardandolo torvamente: " Cosa diavolo ci fai in camera mia? Cosa volevi fare?" "Io... io... io... niente, non volevo fare niente." Mentì
Hyoga, deglutendo a vuoto: " E allora cosa ci fai qui?". Questa volta Hyoga rimase muto, senza trovare una risposta: " Allora? Hai perso la lingua? Rispondimi!". Ad ogni domanda il tono di Phoenix si faceva di un tono più alta, svelando l'ira che stava per esplodere. Lo sguardo si faceva sempre più cupo e minaccioso: " Allora?" questa volta Ikki aveva urlato, in preda alla rabbia" Cosa ci facevi vicino al mio letto?" "Non urlare, sveglierai tutti." "Cosa vuoi che me importi degli altri? Dammi una spiegazione!". Ora una furia fredda aveva preso possesso del corpo di Hyoga. I suoi occhi erano più gelidi che mai: " Vuoi una spiegazione, eh? Eccotela!" disse, prima di chinarsi su di lui, mettendogli una mano sulla nuca e tirandogli la testa all'indietro. Infilò la mano tra i capelli neri, tirandoglieli, mentre la sua bocca si posava con rapidità su quella della Fenice. Hyoga voleva solo farlo tacere, ma nell'istante in cui le loro calde labbra si incontrarono, perse ogni proposito coerente. Appoggiò l'altra mano sul petto scolpito e pieno di cicatrici, sentendo il cuore di Ikki accellerare rapidamente i battiti. Si avvicinò un po' di più, scivolando sul materasso, sinuoso come un gatto. Insinuò la lingua nella bocca di Ikki, ma trovò una valida resistenza. Allora si staccò, scrutando i suoi occhi in cerca di qualche emozione che non fosse rabbia. Ma vide solo quella insieme a sconcerto e ribrezzo. L'ira tornò a fare da padrona nel suo cuore: " Ti disgusto vero? Lo so.". Fece per ritrarsi, ma una mano calda e gentile si posò sulla sua schiena. Hyoga alzò gli occhi sorpreso, cercando quelle iridi grigie, ma Ikki le aveva nascoste alla sua vista chiudendo gli occhi.
Ikki non aveva mai provato delle sensazioni così strane e travolgenti. Quel bacio aveva risvegliato qualcosa di primordiale in lui. Aveva opposto resistenza, ma non l'aveva fatto apposta. Il suo corpo aveva reagito da solo. Quando Hyoga lo fissò negli occhi, lui non avrebbe voluto fargli vedere la rabbia e il disgusto, ma quella nuova ed incredibile sensazione che ora gli faceva circolare più velocemente il sangue nelle vene. Sentì il corpo del Cigno irrigidirsi e Hyoga che fece per andarsene, ma gli mise prontamente una mano sulla schiena, trattenendolo. Hyoga era rimasto sorpreso, molto. La Fenice non si aspettava certo di reagire a quella maniera. Ma ora era curioso, di sperimentare, di provare qualcosa di nuovo, di diverso. Così lo aveva fermato.
Hyoga si sentiva frastornato per la nuova reazione di Ikki. L'aveva trattenuto! Sentiva la sua mano calda e invitante sulla schiena: " Perché?" "Non lo so." rispose con sincerità la Fenice" Sono curioso. Mi sento... strano. Voglio provare quello che mi stai offrendo.". Hyoga credette di aver capito male: la Fenice che si offriva spontaneamente a lui! Neanche nei suoi sogni più audaci avrebbe potuto essere così bello. Hyoga allora fece sdraiare Ikki, togliendosi la mano dalla schiena. Scivolò sul corpo della Fenice, accarezzandogli la pelle scoperta. Le loro bocche si incontrarono di nuovo, questa volta con più dolcezza. La lingua di Hyoga scivolò lentamente sui denti dell'altro, cercando la lingua di Phoenix, trovandola, giocandoci un po'. Le mani del freddo Cigno intanto vagavano sul corpo più scuro, stuzzicandolo, solleticandolo. Hyoga sapeva condurre bene il gioco, sapeva come stuzzicare un uomo. Le sue mani giocherellavano con l'elastico degli slip di Phoenix, tirandolo. Conficcava quasi le unghie nelle sue natiche, per poi lasciarle. Ad un certo punto Hyoga staccò la sua bocca da quella di Ikki, che si imbronciò un poco. La bocca scese sul petto, assaporando il gusto della sua pelle. Ikki e Hyoga erano presi in quel gioco di sapori e piaceri, quando la Fenice scostò un po' bruscamente il Cigno: " Ma che cavolo ti succede? Hai cambiato di nuovo idea?" "No, certo che no, ma ho la strana sensazione che qualcuno ci osservi..." "Sciocco! E chi ci osserverebbe? Sono tutti a dormire! Sei troppo teso, ora ti faccio rilassare io...", e con un sorrisetto maligno riprese il suo lavoro. Ikki lo scostò di nuovo, e questa volta Hyoga sbuffò: " Ma la finisci? Sei insopportabile! Te l'ha mai detto nessuno? Paranoico!" "Sì, sì, ma ora chiudi quel becco e finiscila di starnazzare come un'oca!". Quelle parole bastarono per far tacere il Cigno, che piantò un muso lungo fin per terra. Ikki, si alzò e si avvicinò cautamente alla porta.
Pandora si era alzata perché non riusciva a dormire. Era dormire in quella villa, che in fondo lei considerava ancora la tana del nemico, anche se il suo padrone, Hades, aveva stretto un patto con Athena. Si era rigirata per un pezzo nel letto, non trovando una posizione comoda per addormentarsi, poi si era stufata e si era alzata, decidendo di dare ragione la proprio stomaco. Quella villa era immensa, e lei era appena arrivata, e non aveva la più pallida idea di dove si potesse trovare la cucina con quel frigo enorme che aveva scorto passandoci vicino per caso. Cominciò a girovagare per i lunghi corridoi, sperando di imbroccare quello giusto per la cucina (N.d.A.: cretina, di solito le cucine sono al pianterreno, non ai piani alti. Capisco che Saori è stramba, ma a tutto c'è un limite...). Passando per il corridoio principale, quello del dormitorio dei cavalieri, aveva pensato di cercare la stanza di Ikki, ma si era detta che era meglio di no. Aveva visto però scivolare nell'oscurità un'ombra con una chioma dorata che risplendeva alla luna. Lo vide prendere un respiro profondo ed entrare in un'altra stanza: " Ma che cavolo ci fa Hyoga in giro a quest'ora di notte? Sono curiosa...". Si avvicinò, molto cautamente, sentendosi come una ladra. Erano fatti suoi, no? Che diritto aveva di impicciarsi? Glielo aveva detto anche Hades che era troppo curiosa. "Al diavolo tutto! Non mi interessa cosa dice Hades! Sono curiosa e decisa a soddisfare questa curiosità!". Arrivò alla porta giusto in tempo per infilare un lembo della sua camicia da notte nera (N.d.A.: ma questa si veste sempre di nero?) tra la porta e lo stipite per impedire che questa si chiudesse del tutto. Aprì un piccolo spiraglio, che le consentiva di vedere ciò che stava facendo il Cigno. Un violento rossore le salì alle guance non appena capì le sue vere intenzioni, ma poi si rassicurò: " Ikki non lo farebbe mai... non è tipo da queste cose..." (N.d.A.: see, come no! Conosco i miei polli...) e si sentì più rilassata quando Ikki si svegliò e respinse Hyoga, urlando. Ma quando vide il bacio diventò ancora più rossa, e rendendosi conto che la cosa si faceva più spinta voleva andarsene ma la testa che girava e le proprie gambe glielo impedirono. Così rimase dietro alla porta ad osservare il tutto. Fece un movimento troppo brusco che mise in allarme Ikki. Doveva scappare! Ma perché proprio in quel momento le gambe si rifiutavano di obbedire alla sua volontà? La Fenice spalancò la porta trovandola impietrita dal terrore, e non riuscì a scappare nemmeno quando negli occhi di Phoenix si accese un lampo che lei aveva già visto, e non desiderava sperimentare ancora. Allora si lasciò sopraffare dall'emozione cadendo pesantemente sulla leggera moquette color blu.
Ikki era spaesato. Che cavolo ci faceva Pandora in giro a quell'ora e soprattutto nel dormitorio MASCHILE? Sulle prime non seppe che fare, ma poi pensò che lanciarle il Genmaken per farla tacere non sarebbe stata una brutta idea. Ma come avrebbe spiegato a Saori il fatto che Pandora si era totalmente rincretinita (N.d.A.: più di quel che già era)? Fortunatamente la ragazza gli venne in aiuto svenendo sotto i suoi occhi. Hyoga sentendo il tonfo sordo uscì e vide la vide:" Ma questa cosa diamine ci fa qua?" (N.d.A.: io lo so, ma non te lo dico... eh eh eh!) "Aiutami a portarla dentro, vediamo cosa fare.". La trascinarono dentro per i piedi, e quando Hyoga chiuse la porta le chiuse anche i lunghi capelli neri, strappandole qualche ciocca:" Ma le hai lanciato il Genmaken o è svenuta da sola?" "Ha fatto tutto lei... cosa ne facciamo?" "Aspettiamo che si svegli e poi le raccontiamo che era tutto un sogno." "Sì, in camera mia!" "Già... la riportiamo in camera sua, no?" "Vuoi andare nel dormitorio delle RAGAZZE? Ma sei scemo? Figurati, con la nostra fortuna becchiamo Seiya che torna dalla stanza di Shaina, o magari Marin che scorrazza per la villa in cerca di Aiolia!" "Hai ragione, ma allora che facciamo?" "Fammi riflettere... " "Ho trovato! La nascondiamo nel primo armadio che capita nella prima camera vuota che ci capita qui in giro, tanto è talmente scema che non si chiederà nemmeno come ha fatto ad arrivarci e non ci romperà! Così noi potremo andare avanti con il nostro lavoro..." disse Hyoga abbracciando da dietro la Fenice e leccandogli voluttuosamente il collo:" Siccome ... non mi viene in mente idea migliore... faremo così... ma ora basta, o questa si risveglia e ci ribecca (N.d.A.: dopo che l'hai trascinata e strappato i capelli? Sarà dura...) ". Ikki si caricò la disgraziata in spalle come un sacco di patate, mentre Hyoga andava in avanscoperta. Appena il russo gli fece cenno che la via era libera, Ikki uscì e insieme percorsero tutto il corridoio principale, svoltando a destra, nell'ala sud, ben sapendo che nessuno ci dormiva (N.d.A.: sbagliato! Qualcuno c'è, ma non si vede...). Aprirono la prima porta che capitò loro a tiro, spalancando un armadio a due ante, scoprendo che era pieno di vestiti:" Ma perché quella cretina di Saori non la finisce di invitare gente? E adesso che facciamo?" "Non preoccuparti Ikki, ficchiamocela dentro lo stesso. Tanto basta spostare qualche abito e fare un po' di posto... ecco, appendila a quell'unico appendino libero!" "Ok, fatto, e ora filiamocela, prima che ci becchi il proprietario.". Se la diedero a gambe, non notando che un'ombra da dietro l'angolo li osservava senza capire chi fossero.
Hades rientrò nella sua stanza, preoccupato che qualcuno fosse entrato per rubare qualcosa. Poi riuscendo ad accettare l'idea di essere un po' alticcio, si convinse che si era immaginato tutto. Si spogliò e s'infilò nel letto, sperando che la sbornia passasse presto, conscio di non potersi presentare in quello stato ai suoi specter e a Pandora. Lo avrebbe deriso per l'eternità. Ma lui era o no il dio degli Inferi? Se avesse osato deriderlo, l'avrebbe punita! Cullato da quei pensieri si addormentò placidamente nel suo letto, ignorando il ronzio che usciva insistente dall'armadio. Dal canto suo Pandora, dopo essersi ripresa un poco, aveva ritenuto opportuno non aprire gli occhi, per non interrompere il sonno tanto agognato, convincendosi che la lussuria della Fenice se l'era solamente sognata. (N.d.A. Dico, essere scemi ok, ma talmente scemi da non accorgersi che si sta dormendo in piedi, e mettersi pure a russare... questo è il colmo...)
La mattina dopo il sole inondò il parco e l'immensa villa dei Thule, annunciando l'arrivo di un nuovo giorno. Sorprese Shiryu correre nel parco, fece sbocciare le rose tanto amate da Aphrodite, che cominciarono a spargere generose il loro profumo, inebriando le farfalle e le api (N.d.A. Sperando che non siano veramente le demon rose di Aphrò, perché se no siamo fritti). Arrivò a penetrare tra gli spiragli delle imposte chiuse per la notte umida, e a svegliare per primi gli inservienti che cominciarono a preparare la colazione, per poi svegliare il resto degli abitanti della casa. Ikki si svegliò mezzo frastornato, sentendo un peso sul petto. Appena vide che era Hyoga si pentì di quello che poteva avere fatto. Cristo, lui era la Fenice! Aveva un orgoglio e una reputazione che non poteva disdegnare. Svegliò
Hyoga, e dopo avergli chiesto che cosa avevano combinato quella notte, si sentì rispondere: " Grazie a quella cretina di Pandora nulla. Ma questa notte mi rifaccio, Ikki. Questa notte ti farò divertire come un matto..." "Sì, non ne dubito, ma ora vai in camera tua, non vorrei che qualcuno ti beccasse da me. Sarebbe a dir poco imbarazzante.". Dopo aver sbattuto fuori dalla camera Hyoga, Ikki si fermò un attimo a riflettere: " Ok, mi è piaciuto, non lo posso negare, ma quello non ero io. Devo un altro favore a Pandora, a meno che quella scema si sia dimenticata tutto. E questa sera sarà meglio che chiuda la porta a chiave, se poi durante il giorno cambio idea... questo è un altro discorso!". Aprì l'armadio e si vestì per scendere a fare colazione e pronto a godersi quella magnifica giornata.
Hades si era svegliato con un terribile mal di testa, e sempre ignorando il ronzio che usciva dall'armadio si diresse in bagno, sperando che una buona doccia lo avrebbe svegliato.( N.d.A. capisco la sbornia, ma forse il ragazzo dovrebbe farsi un'audiometria...) Pandora, intanto dormiva ancora beata e tranquilla nella sua piccola tana, scavata tra i vestiti che avevano per lei un odore famigliare. Hades uscì dalla doccia nudo, asciugandosi i lunghi capelli neri come la notte con un asciugamano, dirigendosi verso l'armadio, e accorgendosi solo in quel momento del ronzio. Girovagò un po' per la stanza per vedere da dove proveniva quello strano rumore, ma non riuscì a trovarlo. Poi accostò un orecchio al famigerato armadio e scoprì che la fonte del rumore era proprio quella: " Athena è stata troppo lontana da questa casa, ora i tarli la fanno da padrone! Dovrebbe farla disinfestare.". Si sdraiò un po' sul letto, assaporando il lieve calore dei raggi solari sul suo corpo (N. d. A. come vorrei essere il sole in questo preciso istante :-ppp). Concentrato com'era su quella magnifica sensazione, non si accorse che i "tarli" avevano finito il lavoro. Pandora si era decisa a svegliarsi, ma solo perché lo stomaco la stava chiamando di nuovo all'ordine. Cercò di divincolarsi, ma in quel momento realizzò di essere appesa a qualcosa, in una specie di sgabuzzino. Diede uno strattone più forte e sentì il sostegno cedere.
Hades scelse proprio quel momento per alzarsi e andare a vestirsi. Appena aprì l'anta dell'armadio una cosa nera gli crollò addosso, spingendolo a terra, facendogli battere la testa (N.d.A. Altro che tarli Hades, Saori in casa tiene gli scarafaggi giganti...). Per un attimo divenne tutto buio, poi si riprese e alzò un poco la testa, per vedere che cosa diavolo gli era crollato addosso. Vide una donna che cercava di rialzarsi a sua volta. Appena lei si tolse i capelli dal viso, Hades desiderò ardentemente che la terra si aprisse e lo facesse precipitare a casa.
Pandora cadde e si accorse di essere atterrata sul morbido. Sconvolta, convinta di aver fatto del male a qualcuno, cercò di rialzarsi, e appena si scostò i capelli per chiedere scusa, vide il volto di Hades, che teneva gli occhi chiusi ed era di un rosso violento. Pandora spostò lentamente lo sguardo sul suo corpo, finché si accorse che era completamente nudo. Fissò ancora per un po' quel meraviglioso corpo, poi decise che quello era troppo anche per lei, svenne di nuovo, presa in tempo da Hades.
Hades la depose sul letto, stufo marcio di doversela sempre trovare tra i piedi (N.d.A. tu, e io? Ho dovuto ficcarla in una fic per levarmela di torno...), e si vestì con la sua solita e lugubre veste nera. La riprese in braccio, un po' più delicatamente questa volta, e aprendo a fatica la porta, si diresse nell'ala nord, dove c'erano le stanze di Saori, decidendo che se Athena si fosse presa cura di quell'impicciona che pesava come un bue, lui avrebbe avuto la giornata libera per una certa persona. Forte di questa convinzione bussò alla camera di Saori, che rispose e lo fece accomodare. Appena vide chi portava tra le braccia gli corse incontro: " Santo cielo! Cosa le è successo? Come mai è svenuta?". Hades rifletté un attimo: << Se le dico che era nel mio armadio e che mia ha visto nudo, può pensare male... le dirò che ha avuto un calo di zuccheri quando è venuta a trovarmi.>>, e poi rispose alla domanda: " Stamattina è venuta a svegliarmi, e non sembrava molto in forze, perché era molto pallida. Infatti, appena ha messo piede in camera mia è svenuta." "Ma perché l'hai portata da me?" "Tu sei Athena, e come dea della guerra e della sapienza, dovresti sapere curarla. E poi io non posso starle dietro tutto il giorno, ho un appuntamento importante con una persona altrettanto importante. Quindi la affido a te, e anche se non si riprende non importa, forse me ne sono liberato una volta per tutte." (N.d.A. Ben detto!) "Ma Hades! Che modo è questo di parlare? Anche se è un po' insopportabile, petulante e noiosa, non c'è nessun buon motivo per trattarla così!" (N.d.A. E stai zitta una buona volta! Che ne sai tu! Devi sempre rovinare tutto...) "Vorrei vedere te, Athena, al posto mio! Ho passato 14 lunghissimi anni con questa qua, e anelo disperatamente alla mia libertà! Ciao!". E detto questo si dileguò rapidamente oltre la pesante porta in legno di mogano. Saori si voltò un po' seccata, stringendosi più forte nella sua costosa vestaglia in cachemire, sedendosi al tavolino per fare colazione. Sorseggiando il caffè, si mise a rimuginare sui suoi pensieri: << Ma guarda tu se mi tocca fare da baby-sitter a Morticia Addams! E io che speravo di andare a fare un po' di shopping con Marin o Shaina... non che mi sia persa un gran divertimento, quelle due sono così noiose e petulanti, quasi quanto Pandora! "Athena non si dovrebbe prestare a cose così futili, Athena deve pensare al bene dell'umanità, Athena qui, Athena là..."e che palle! La metterò nelle mani di coso... accidenti, non mi viene in mente il nome del pelatone... Tatsumi! Sì, la sbologno a lui!>>. Felice di aver trovato la soluzione al suo problema, si tolse la ricca camicia da notte in pizzo bianco, in stile vedo non ti vedo (N.d.A. ma che cosa se ne fa lei di una roba del genere? Di sicuro pure Seiya preferisce non vederla che vederla... sprecona...) e si mise un sobrio tailleur color lavanda (N.d.A. che starebbe bene a mia trisnonna morta e sepolta... pace all'anima sua...) e, con delle scarpette in tinta, riempì la sua borsetta di tutte quelle cianfrusaglie inutili che servono alle donne e non si dimenticò di prendere la sua carta di credito platinata. Stava per uscire quando il suo interfono rosa antico squillò: " Sì?" "Milady, sono la capocuoca. Ha gradito la colazione?" "Sì, molto." "L'ho chiamata per avvertirla che il signor Tatsumi si è ammalato ed è stato trasportato d'urgenza in ospedale." "Oh, sant'Iddio! Cosa gli è capitato?" "Ha avuto un principio d'infarto." "Grazie per avermi avvertita, Odette, ora torna al tuo lavoro.". Appena riattaccò cominciò ad inveire contro il suo cameriere personale (N.d.A. il suo
leccapiedi-strisciante-rompicoglialtri-perché-i-coglioni-sono-già-rotti, prego...): " Maledetto! Proprio oggi! Stanno tutti complottando contro di me!" e mettendosi le mani tra i capelli, si lasciò sfuggire una lacrima. A malincuore si tolse il tailleur per mettersi il suo solito vestito bianco e rosa, caro ricordo del nonno (N.d.A. Che la fa sembrare un bambolotto...), e riporre la sua carta di credito a fondo illimitato per stare vicina a quella guastafeste e porta sfortuna di Pandora... Si mise a fissarla, senza sapere cosa fare, mentre l'altra cercava di trovare un angolino comodo nel divano. Dopo mezz'ora che Saori la fissava, si stufò e decise di farsi un solitario al computer. Appena si sedette alla sua scrivania, squillò di nuovo l'interfono. Saori si alzò, lieta di un po' di movimento in tutta quella noia: " Sì, pronto?" "Saori, sei tu?" "Seiya, ti sembra il modo di rivolgerti a me?" "Non metterti a fare la signorina tu-mi-turbi. Sei pure venuta a letto con me, no?" "Non osare dirlo a nessuno! Ne andrebbe della mia reputazione. Cosa vuoi?" "Sapere dove sono finiti tutti! Sarà mezz'ora che giro per la villa, ma non c'è un cane!" (N.d.A. Io so dove si sono imboscati tutti... e tra poco tu fai la stessa fine... UahUahUahUahUahUahUahUah!) "Ma cosa vuoi che ne sappia io? Prova in palestra!" un rumore strano si sentì dall'altra parte dell'interfono "Seiya, che fai?". Seiya rispose con il fiatone: " Nulla, nulla... ho solo... trovato... la persona che cercavo... grazie...". Saori riattacco un po' frastornata, senza capire precisamente ciò che accadeva al di là dell'interfono. Si sedette alla scrivania e si dedicò al suo solitario.
Verso sera, ad ora di cena, Saori spense il suo terzo computer. Non era riuscita a vincere neanche una volta, così aveva sfasciato, con l'aiuto di un piede di porco, due computer, per poi farsene recapitare un terzo. La ragazza cenò nel più assoluto silenzio, guardando fuori dalla finestra, osservando le ombre della sera che si allungavano nel parco, sfiorando i sempreverdi, le aiuole fiorite, le rose di Aphrodite sbocciate e Shiryu che correva nel parco (N.d.A. Ma questo corre dalla mattina alla sera?). Tendendo l'orecchio si accorse che quel rumore sordo di tarli era sparito, sostituito da un sonoro sbadiglio. Si voltò e vide che Pandora si era svegliata, e si stiracchiava con poca grazia, tendendo le braccia e le gambe, sollevando la gonna, lasciando vedere cosa c'era sotto. Si stropicciò un po' gli occhi e si mise a mangiare la parte restante della cena di Saori: " Ma... cosa fai? Quella era la mia cena!" "E allora?" rispose l'altra "Hai detto che era, no?", masticando con voracità. Saori fece una smorfia di disgusto. Pandora bevve di gusto l'ottimo vino d'annata. Poi, mezza alticcia, prese per un braccio Saori e la pregò di accompagnarla nella propria camera. Per farlo dovevano per forza passare nell'ala sud, a causa di alcuni lavori di ristrutturazione nei corridoi principali. Ogni tanto rimproverava Mur di aver usato il suo " Crystal wall" per respingere la fenice, sfondando così mezzo edificio. Passando davanti all'unica camera occupata, ossia quella di Hades, si soffermarono entrambe all'ascolto, udendo degli strani rumori in sottofondo. Sembravano dei gemiti e degli scricchiolii. Forse la casa era anche infestata da topi. Doveva darsi da fare prima che le crollasse in testa. Avvicinandosi di più alla porta scoprirono che i rumori provenivano da lì. Appena sfiorarono la porta, questa si aprì (N.d.A. ma perché in questa casa hanno tutti il brutto vizio di non chiudere le porte a chiave?). Pandora e Saori videro due figure avvinghiate che si baciavano e toccavano, con frenesia. Grazie alla debole luce della luna piena che filtrava dalla finestra, scorsero due chiome in netta opposizione: una nera come la notte, l'altra bionda come il sole. Le due caddero insieme sulla moquette, guardandosi estrefatte, a bocca spalancata (N.d.A. chiudetela, che ci fanno il nido le cicogne...). Tornarono a guardare, mentre i gemiti si facevano più vicini tra loro. Si tirarono di nuovo indietro e si indicarono, sussurrando in coro: " Shun!" "Hades!". Stettero un po' così, poi tornarono a guardare, per vedere le due figure staccarsi e alzarsi, dirigendosi verso la porta, entrambe nude. Pensarono di fuggire, ma il corpo non riceveva più ordini dal cervello (N.d.A. non è una gran differenza, non ne riceveva molti neanche prima...). Hades spalancò di colpo la porta, trovandole impietrite. Saori e Pandora si guardarono, poi guardarono i due ragazzi in piedi, dopodiché decisero entrambe di svenire cozzando la testa l'una contro l'altra.
(Flashback)
Dopo aver lasciato Pandora ad Athena, Hades si era diretto nell'immenso parco della villa, per farsi una bella passeggiata. Nonostante fosse appena arrivato, conosceva abbastanza i vari viottoli che attraversavano il parco. Ne scelse uno isolato, per rilassarsi un po', godendosi il canto degli uccelli e la debole luce del sole che riusciva a filtrare attraverso il fitto fogliame. Dopo un po' arrivò sulle sponde di un piccolo laghetto artificiale, con alcuni cigni e papere che nuotavano tranquilli. Un debole sorriso gli increspò le labbra rosate, facendogli tornare alla mente i Campi Elisi, la sua casa, dove aveva dormito per millenni. Una voce lo fece tornare alla realtà: " Hai malinconia di casa?". Hades si voltò e vide una meravigliosa chioma bionda, quanto quella di un angelo, e un paio d'occhi verdissimi, come smeraldi: " Shun! Come fai a saperlo?" "Siamo stati la stessa persona per un certo periodo, ricordi? E poi, ti sembra il modo di darmi il buongiorno, amore mio?". Si avvicinò al dio degli Inferi e lo abbracciò, accarezzandogli teneramente i capelli, e sfiorando le labbra con le labbra. (N.d.A. Scusatemi, ma a questo punto i personaggi mi sono sfuggiti di mano e stanno facendo tutto quello che vogliono...). Hades lo attirò con forza a sé, baciandolo più appassionatamente, percorrendogli la schiena con le mani. Shun si lasciò scappare un leggero mugolio di soddisfazione, che piacque molto al dio. Hades continuò la sua esplorazione, sganciando le bretelle della salopette bianca (N.d.A. Non sono riuscita a convincere Shun a mettersi qualcosa di diverso...), e cercando di sbottonargli la camicia: " Fermati, sciocco. Qui qualcuno potrebbe vederci." "Non me ne importa nulla, ti voglio e ti avrò, adesso.". Shun si arrese subito, conscio del fascino del suo amante e della sua impossibilità di resistergli. Ma perché resistergli, poi? Il parco era immenso, quasi quanto una riserva, chi li avrebbe potuti trovare? Shun stava cominciando a spogliare il suo amante, erano ormai sdraiati sull'erba fresca quando il rumore di un ramo che si spezzava attirò l'attenzione di entrambi. Hades si rialzò, mentre sentiva il panico prendergli lo stomaco: " Fa che non sia Pandora! Fa che non sai lei, perché questa è la volta buona che la spedisco nel fiume Sanzu e ce la faccio annegare!". Shun si era rialzato subito, sistemandosi alla bell'e meglio, cercando di individuare la fonte del rumore. Un altro movimento dietro ad un cespuglio di more attirò l'attenzione di entrambi, che si avvicinarono. Shun scostò cautamente un paio di rami, vedendo un pantalone scuro. Scostò ancora un po' le foglie e vide che a terra era sdraiato un uomo, che non dava segni di vita. Hades, che era più alto, riuscì a scorgere una pelata: " Shun, credo che sia il cameriere personale di Saori." "Accidenti! Se è così siamo nei guai!" "Sembra morto." "Cosa intendi dire con sembra morto?" "Che sembra, anzi, è
morto.". Shun scavalcò il cespuglio, senza badare alle spine che gli graffiavano la pelle. Si avvicinò al corpo di Tatsumi, e gli tastò il polso: " Hades, ho la netta sensazione che tu abbia ragione. Sta morendo! Dammi una mano a trasportarlo in casa, là si occuperanno di lui.". Hades aiutò il ragazzo, e in fretta e furia trasportarono il pover'uomo in casa, dove Odette chiamò l'ambulanza. Dopo un po' il malcapitato rinvenne: " Voi...voi... che stavate... facendo?" "Tatsumi, stai male, non sforzarti. Tu non hai visto nulla." "Forse... forse... hai ragione, mi sono... immaginato tutto.". Di li a poco arrivò l'ambulanza, che lo trasportò d'urgenza in ospedale. Odette tornò in cucina, fece per aprire bocca e chiedere spiegazioni, ma i due se ne erano già andati.
"E adesso che facciamo?" Hades e Shun avevano battuto in ritirata, nascondendosi in camera del ragazzo biondo: " Non lo so. Tu cosa proponi di fare?" "Andiamo a farci un giro in centro? Magari troviamo qualcosa d'interessante. Questa villa è grande e bella, ma non offre molto. Tanto più che non possiamo nemmeno entrare al planetario, visto che è
privato.". Hades si era sdraiato sul letto, guardando fuori dalla finestra, mentre Shun era seduto alla scrivania, osservando la sua collezione di manga. Stufo di leggere e rileggere cose conosciute a memoria, si alzò e andò a sdraiarsi accanto al dio, posandogli la testa sul solido petto: " Quando sto con te mi sento benissimo, Shun. Sei il mio angelo." "Anche io sto bene con te. Senti..." "Dimmi." "Come hai fatto a liberarti di Pandora? Da come me l'hai descritta sembra una piovra o una cozza.". Hades scoppiò in un'allegra risata, immaginandosi la testa di Pandora attaccata ad uno scoglio, con il corpo di una cozza nera. La risata si fece incontenibile, tanto che Hades, per rannicchiarsi su se stesso, cadde pesantemente a terra: " Santo cielo! Ti sei fatto male?" ma il dio non lo ascoltava, era troppo impegnato a respirare. Si rialzò, con le lacrime agli occhi: " L'ho lasciata da Saori. Questa mattina... mi è svenuta tra le braccia." "Credo sia il caso andare in città, forse riesco a farti calmare.". A quell'affermazione Hades ricominciò a ridere come un dannato: " Ahahahahah... Pandora... una... cozza! Ahahahahahahahahah! Troppo forte! Ahahahahahah!". Shun si mise una mano tra i capelli, pentito di aver detto quella maledetta frase. Scese dal letto e fece rialzare Hades, che non la smetteva di ridere, e insieme si avviarono verso la porta.
Tornarono all'ora di cena, dopo aver camminato in lungo e in largo per la città, e aver visitato tutti i possibili negozi: " Giuro che non mi freghi più
Shun! Andare a fare compere con te è peggio che andarci con Pandora!" "Sempre che ti lamenti... ma ti va mai bene qualcosa?". Shun appoggiò le borse sul letto, cominciando a svuotarle e a riporre gli abiti: " Allora, vediamo... questo è mio, questo è mio... ah, questo è tuo Hades!" disse Shun, porgendo al dio un paio di boxer attillati. Hades li prese e dopo averli osservati per un po', chiese: " Che razza di roba è?". Per poco Shun non inciampò nei propri piedi. Recuperato l'equilibrio, si voltò a guardare il suo amante: " Stai scherzando, vero?" "No, perché non ho la più pallida idea di cosa sia questo... coso." "Primo: non è un "coso", ma sono dei boxer; secondo: sono un capo di biancheria intima; e terzo:..." a questo punto un sorrisetto malizioso increspò le labbra di Shun"... te li voglio vedere addosso. Quindi vai in bagno e provateli." "Shun, lo sai benissimo che non indosso mai nulla sotto, è troppo scomodo!" "Ti assicuro che questi non lo sono.". Il biondino si avvicinò maliziosamente al dio, e dopo avergli sorriso, lo baciò, infilandogli la lingua in bocca, assaporando il gusto dell'altro:" Va bene, mi hai convinto. Lo faccio solo per te.". Hades s'infilò in bagno, mentre Shun finiva di mettere in ordine, cercando di immaginare il suo amore con quel capo sexy addosso. Dopo un po' Shun sentì lo scatto della serratura e si voltò. Rimase folgorato dalla visione che gli si parò davanti: Hades era meraviglioso! (N.d.A. non c'è difficile crederlo,
Shun! È già figo di suo, senza vederlo mezzo nudo...) La pelle diafana era in netta contrapposizione con la stoffa e i capelli scuri. A Shun s'illuminarono gli occhi: " Allora?" "Allora?! Sei...sei... più che meraviglioso!". Hades arrossì un po' a quel commento, ma Shun non ci fece caso: " Mi viene voglia di farlo adesso..." "E cosa c'impedirebbe di farlo?" "Nulla...". Hades prese il viso di Shun tra le mani ed incominciò a baciarlo. Poi fece scendere le labbra sul collo, facendo mugolare di piacere il piccolo Shun. Il dio, continuando a baciarlo, lo trascinò vicino al letto, e, dopo aver gettato a terra tutte le borse, lo adagiò sul letto. Hades si distese sull'esile corpo, continuando a baciarlo e spogliarlo. Quando fu totalmente nudo, il dio si fermò un attimo ad osservarlo in tutta la sua bellezza, aumentata dalla luce della luna. Mentre Hades torturava dolcemente Shun, l'altro non stava di certo fermo, ma faceva di tutto per eccitare il compagno. Quando Hades scese per occuparsi della virilità del compagno, Shun non resistette e cominciò a contorcersi come in preda a degli spasmi. Hades lasciò a metà il suo lavoro, per togliersi i boxer ed entrare finalmente nel corpo accogliente dell'amante. Quando arrivarono entrambi al culmine, Hades crollò sul ragazzo più giovane. In quel preciso istante entrambi sentirono delle voci di là della porta. Si alzarono per controllare e, aperto, trovarono Saori e Pandora, che svennero sbattendo la testa l'una contro l'altra.
FINE PRIMA PARTE!!!!!
Ce l'ho fatta! Finalmente ho finito la mia prima fic yaoi! E mi ci sono voluti ben 5 mesi d'infinite sofferenze. Volevo ringraziare Kaaroth, perché è stata lei a darmi la coppia iniziale, ad aiutarmi anche in seguito e a correggermi con una precisione che rasenta la pazzia (e la nausea) la fic fino a questo punto; Yuki, che oltre a pubblicarmi questa fic (sono LEGGERMENTE imbranata con Internet... rischierei di entrare nel computer della NASA...) mi ha anche aiutato quando non avevo la più pallida idea di come continuare; Anna, perché anche lei mi ha corretto la fic e mi ha dato degli utili consigli; Sana che mi ha fatto conoscere il manga di Saint Seiya, prestandomi anche le cassette delle puntate registrate, (grazie a lei mi sono imparata a memoria il dialogo della 6a casa) e mi ha incoraggiata quando l'ispirazione era andata a farsi benedire dal prete del mio paese, anche non avendo mai letto questo prodotto della mia deviazione mentale. Ok, mi pare di aver finito con i ringraziamenti... ah, dimenticavo di ringraziare ancora Ka e Yuki per avermi iniziata al genere yaoi, scioccandomi + di una volta, e anche per tutto il bene che mi hanno fatto standomi vicine in questi tre anni... ragazze, vi voglio bene!
Yukina:- Se Digi ci becca......
Kaaroth:- Se Digi ci becca............
Yukina:- becca....ecca....cca....ca...a.....
Kaaroth:- ehhhhhhhhhhhhhh...
Yukina:- Vabbè.... Abbiamo le guardie del corpo... NOI!!!....... KAAAAANOOOOOOOOONNNNNN
Kaaroth:- Poi se lei ci incarica (scarica) di fare le cose per lei...non si può certo lamentare!! (SHURAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!)
Yukina:- veramente non mi pare che abbia detto "inzozzate la mia fic con le vostre schifezze..."
Kaaroth:- solo perché non sa ancora che ci abbiamo messo dentro le nostre schifezze...........................................................!!! E' un problema!!
Yukina:- comunque..... facciamo le narratrici di fine puntata.... Che fine faranno Pandora e Saori? E cosa faranno di loro Shun e Hades?
Kaaroth:- E che fine faremo noi povere disgraziate che andiamo contro la volontà della somma Digi???
Yukina:- giusto... scappiamo!!!!!!
Kanon:- scusa tesoro ma non ti stai dimenticando qualcosa?
Yukina:- mmmm.... Ah giusto..... Ehi Digi, già che ci sei, butta dentro anche Kanon che va a letto con... che so.... Sirya!
Kanon:- COSA???
Kaaroth:- fiiigooo^^... dai dai, fallo Digi!!!
Kanon:- si sono messi tutti contro di me......
Yukina&Kaaroth:- ma state bene^_^.... Vabbè.... Fuggiamo!!!
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