Ciao! In questo cap. i fatti sono narrati dal punto di vista di Goku....
Ho scordato di dirvi che la ff è ambientata alla fine di saiyuki (dopo la
sconfitta di Gyunmao) mentre i nostri bei ragazzi stanno tornando a casa……
Ç__ Ç
Scintille nella fiamma
parte II - Anima
e corpo
di Eva
:: Ma il risvegliato e il sapiente dice: corpo io sono in tutto e
per tutto, e null’ altro; e anima non è altro che una parola per
indicare qualcosa del corpo ::
- Nietsche -
Bhe, del resto, te lo saresti dovuto aspettare, no?
Hai veramente creduto..... che si sarebbe lasciato toccare da te?
Sai bene che, nel suo tollerarti a stento, il contatto fisico è
apertamente dichiarato un inviolabile tabù, regola ferrea che, per altro, è
imposta solo a te poiché lui non ha alcun bisogno di questo genere di cose.
L’ autocontrollo innanzi tutto.
Eppure più lo osservi più vuoi toccarlo, baciarlo, cullarlo come
fosse il tuo tesoro più prezioso. Lo desideri. Lo ami.
Percepisci il fascino che lui esercita su te, pari, forse,
solamente alla forza gravitazionale con cui la terra attrae la luna, ma temi
che la cosa non sia reciproca ed è questo il motivo per il quale rimanete
costantemente equidistanti.
Siete un sistema fondato su nesso e connesso, su impulso e
controllo, su un equilibrio quanto mai precario e sulla voglia irrefrenabile
che avete, o meglio, che hai, di radere tutto al suolo… terra bruciata sotto
i tuoi passi. Tutto da ricostruire… da ricominciare.
Lui è come un’ incessante e simbolica fonte di calore attorniata da
una fitta selva di aghi acuminati, pronti a trafiggere chiunque si avvicini
oltre un certo limite.
Contempli la sua sublime perfezione statuaria, quasi diafana, il
suo candore… lui è così… qualche volta, traspare.
E l’ incontenibile brama di sporcarlo ti assale con la stessa foga
con cui un branco di lupi digiuni da mesi si avventa su una preda.
Lui mai ha affermato di volerti bene, figuriamoci di amarti, non
usa mai il pronome "noi", non fa progetti per il futuro e sei certo che, se
ne fa, tu non sei compreso.
Ciò ti rende instabile e lunatico, ma non devi darlo a vedere.
Nonostante abbia tentato di inculcarti in testa che tutto questo
stramaledetto mondo è lercio e che dietro ad ogni individuo su due gambe si
può nascondere un potenziale nemico, una sola cosa hai imparato alla
perfezione da lui: fingere.
Se ti applichi, sai essere un allievo modello… soprattutto per
compiacerlo.
Lui non ti ha interpellato.
L’ hai intuito: tu devi essere il suo antipode.
Sanzo è stanco di gentaglia bigotta e leccapiedi…… tu devi essere
diverso. Devi essere il suo opposto, ma, se lui te lo chiedesse, non
esiteresti a re-inventarti, a cambiare radicalmente…… per lui… qualsiasi
cosa.
Avverti la solidità del muro che si pone tra voi, (ci sbatti sempre
contro) una barriera che, in qualunque modo, temi di abbattere; poi la
tristezza ti assale pensando di non poterlo raggiungere e di non essere tu
la persona a cui affida incertezze e angosce e la cosa ti sbatte in faccia
la cruda verità: tu non sai alcunché di lui.
Immagini che il suo passato sia stato orribile come il tuo proprio
perché lui non ne fa mai parola con te. Il suo soffermarsi a valutare
meticolosamente cause e conseguenze in qualsiasi situazione, il suo
ostentarsi freddo, controllato, inumano, sono perfettamente in antitesi con
la tua briosa spontaneità che, giorno per giorno, diventa sempre più falsa
ed insostenibile, forzata e nervosa, superficiale e……… rumorosa.
Hai ragione di credere che sia lui che gli altri abbiano colto
appieno questo tuo stato d’ animo…….
Nella tua mente si affaccia un primo piano del suo volto. Un
brivido fa vibrare le tue vertebre, quasi fossero corde di liuto, quando
incontri il suo sguardo sprezzante, redarguente……
Del resto, lui te l’ ha sempre detto:
“Sei rumoroso.”
Lo senti?
C’è troppo fracasso in questa stanza. Troppo.
Di questo passo diverrai sordo. Silenzio, silenzio, Silenzio!
SILENZIO!
Le pareti si stringono, sempre più vicine tra loro, la stanza ti
opprime adagio……… il rumore viene compresso tra i muri ed il tuo corpo,
stritolandoti.
Per non sentire più questa cacofonia di voci (tra le quali risuona,
al di sopra di ogni altra, la tua), questa dolorosa pressione ti infili di
scatto nel letto e ficchi la testa sotto al cuscino, premendo
eccessivamente, come se preferissi soffocare e morire qui, piuttosto che
dover incrociare ancora quegli specchi d’ odio.
Poiché ne sei certo: lui ti odia.
Il centro nevralgico dei tuoi desideri è spinoso ed infido…… e
brilla d’ un agghiacciante e, al tempo stesso, paradisiaca luce propria.
Sei convinto che, quando tenti di parlargli, si verifichi
puntualmente un interferenza nel circuito chiuso cervello-corde vocali.
È come se una sottile ed affilata lastra di vetro ti trapassasse il
collo di sbieco e, all’ improvviso, ti ritrovi muto.
L’ ostacolo arresta l’ impetuoso fiume di parole in cui vorresti
annegarlo, mentre ti fissa accigliato.
Alcune frasi, però, esibiscono una sorta di lasciapassare che apre
loro tutte le porte…..
Alcune futili, per lo più bisogni effettivi, talvolta espressi solo
per avvicinarlo:
“Ho fame!”
“Ho sete!”
“Sono stanco!”
“Quanto dobbiamo camminare ancora?”
Altre che rappresentano invece l’ unico appiglio del vostro
rapporto unilaterale:
“Stai bene?”
“Come ti senti?”
“Sei sicuro di non avere la febbre?”
Sfrutti entrambe le categorie da quando eri uno scricciolo d’ uomo
che bighellonava per un tempio in cui albergavano sdegno e solitudine.
Sei obsoleto e temi che, ben presto, degenererai in un rottame.
Ma, in qualsiasi caso, ci sei ancora no?
Preferisci mille volte che i tuoi compagni ti definiscano “un disco
incantato” anziché sparire dalle loro vite.
Eppure anche questo aspetto della vostra convivenza riesce a farti
del male, ora come ora, perché rammentarti che esisti ti fa percepire ancor
più netta e marcata la mancanza degli altri…… la tua distanza dagli altri…..
il muro immenso e vuoto, onnipresente che ti separa da lui.
-E se… -
No.
Questa notte ti è andata a buca. Non insistere oltre.
Ora stai male, crogiolandoti nelle tue frivole illusioni ti
sentirai indubbiamente un po’ meglio, ma quando poi lui ti sbatterà per l’
ennesima volta la porta in faccia proverai una sensazione anche peggiore di
quella che ti sconvolge in questi lunghissimi istanti vuoti.
Continua pure, di notte in notte, a trascinarti dinanzi alla sua
stanza, unico accesso che ti è quasi sempre precluso, e troverai lì la fine
dei tuoi giorni…… passerai la vita ad implorare un orgoglioso di concederti
un minuscolo posticino accanto al suo focolare.
Ma il calore pervade ogni corpo umano nel medesimo modo.
Pertanto, se è dannatamente vero che a tutti piacerebbe stare
vicino al fuoco, e altrettanto concreto che le bruciature non verrebbero
accettate da alcuno….
Cosa preferisci? Assiderarti poco a poco nell’ ombra o avvampare
tra le fiamme alla luce del sole?
In ambedue i casi avresti ben poco da perdere.
Ma sei ammonito: soffrirai sempre.
Quindi resta, non uscire.
Protrai la tua esistenza all’ infinito, rendendola felice e
spensierata in un visione onirica, finché sei ancora in grado di sognare.
Un’ illusione suggestiva ha lo stesso prezzo della realtà.
Una menzogna ben raccontata vale quanto la verità.
Per questo, Non uscire, dannazione……. Non lo fare……… fermo.
Troppo tardi.
Cocciuto macaco ottuso.
Scivoli silente sul parquet.
Sosti in più punti, in cerca dell’ asse che, poco fa, ti ha
avvertito della sua vicinanza. Vuoi fargli intendere che ti stai
avvicinando.
Il legno emette un suono un po’ sinistro…
Ora sei all’ entrata.
Con tocco vellutato carezzi la superficie verniciata ed, in alcuni
punti, scrostata.
“Sparisci”
Una voce bassa e sibilante giunge dall’ interno.
Ma che credi? Che ti apra?
Un fremito ti scuote senza preavviso.
Un tremito del quale non riesci a comprendere l’ origine: Rabbia?
Frustrazione di fronte alla sconfitta?......... Paura?
Di chi? Di lui?
Di te stesso…?
Della porta che hai impulsivamente spalancato? Delle conseguenze
del tuo gesto? O……… della persona che dovresti fronteggiare se solo osassi
muovere un passo e varcare questa soglia semisconosciuta?
“Vattene, ho detto.”
La figura accasciata sul letto ti rivolge la schiena. Non sembra né
sconvolta né, tanto meno, interessata al tuo atto.
Pensavi che si sarebbe messo a sbraitare come un ossesso perché hai
disubbidito al suo volere, vero? Prevedevi che, nella peggiore delle
ipotesi, ti avrebbe percosso?
E ora, ora che le tue aspettative sono state abbattute senza
ritegno, come pensi di agire?
Non riesci a tenergli testa nelle risse verbali, quando il suo
sdegno per te è volutamente mostrato, pertanto, come potresti affrontarlo
quando si appella al silenzio e alla passività, le armi più efficaci nel
demolire le intenzioni di chicchessia?
“Ti avviso: non ho menomazioni fisiche e se non muovi il culo e
torni da dove sei venuto entro una decina di secondi giuro che ti ammazzo
qui.”
Il tono è tagliente come un rasoio affilato, per nulla ironico.
Ma c’è qualcosa che prescinde dalla tua volontà, che abbatte le
clausole del vostro tacito accordo di indifferenza reciproca, che trapana il
muro del tuo cervello. Qualcosa che pulsa sotto la pelle e vuole stare con
lui, solo con lui.
Nonostante tutto quanto.
Nell’ immediato non sei forte quanto Sanzo ma, certamente, sei più
resistente a livello emotivo di quanto lui non sarà mai in vita sua. Come
potresti giustificare altrimenti il fatto di essere sopravvissuto a tutte le
coltellate che ti ha sferrato fino ad ora?
“Perché…?”
Sai che potrebbe anche non risponderti, però devi tentare una
conversazione… se speri di arrivare da qualche parte. Bhe, tu con la
psicanalisi non vai esattamente a braccetto…… ma provare a strappargli
qualche parola non monosillabica non consta nulla…
“Sei rumoroso, stupido e non hai rispetto per la privacy altrui.”
Ah! Senti da che pulpito viene la predica!
Guardati bene da ciò che dici. Una parola fuori posto e tutto
finisce qui.
“Tu… mi odi?”
Sei sincero, questa volta. La domanda ti preme davvero e hai un
immenso timore di conoscere già la risposta.
Solo Dio sa quante volte ti sei interrogato su questa questione.
Eppure, non hai mai confidato in una sentenza differente da quella che lui,
senza l’ ausilio delle parole, emette da sempre.
“Si. Ti detesto.”
Crollato.
Vige una non enunciabile differenza tra immaginare un frase
terribile a dirsi e sentirsela sputare in faccia quando meno ne abbisogni.
Vorresti scappare senza voltarti.
Anche se non cogli la menzogna nella sua voce sei sicuro che stia
mentendo almeno quanto sia sincero.
Non sforzarti di capirlo, non ci riuscirai. Non ci sei mai
riuscito. Ma non puoi scordarlo.
Non dimenticare che ti ha ferito.
Non dimenticare che ti ha preso in giro.
Non dimenticare che ha tradito la tua fiducia.
Non puoi dimenticare neppure quanto male t’abbia fatto.
“Sei ancora lì?”
…………………….
Non dimenticare che ha squarciato le tenebre con la sua luce.
Non dimenticare che ti ha donato un mondo splendente.
Non dimenticare che ti ha riportato alla vita….
Il leggero scatto dello stipite che si sovrappone alla struttura
portante della porta mitiga il clima d’ insofferenza che cala
progressivamente in questa camera.
Poi, lui si rende conto che non sei uscito.
“Ma sei diventato sordo?! Vattene!” urla.
Non ti muovi. Hai deciso di non spostarti di un solo centimetro.
Sei arcistufo di fare sempre ciò che lui vuole.
Parecchio tempo fa ti disse che non voleva schiavi.
Hai scoperto, a tue spese, quanto questi ultimi gli facciano
comodo.
Scatta in piedi con sguardo furente, ti s’accosta e ti spinge
malamente contro la parete, cercando nervosamente a tentoni la maniglia
della porta.
Non sai cosa ti abbia spinto ad agire.
Una sorta di riflesso condizionato o che altro…?
Lo hai afferrato per un polso e lo hai scaraventato a terra.
Resti ad osservarlo.
La luce della luna ti illumina il viso conferendoti un’ aria,
immagini, un po’ minacciosa.
Senza troppa titubanza lui si rialza e tenta di colpirti al volto
con un pugno che tu schivi assai facilmente.
In questi mesi la tua forza e la tua rapidità sono aumentate a
dismisura. Anche se mai oseresti fargli del male sei certo di averlo
sorpassato e, per la prima volta, ti chiedi come si evolverebbe il vostro
rapporto se i ruoli si rovesciassero… ma non vorresti mai sapere realizzata
una nozione astratta così dolorosa.
Sanzo preferirebbe lasciarsi morire piuttosto che sottostare al
volere di qualcuno che non fosse egli stesso.
Gli afferri le mani nel tentativo di trattenerlo ma lui tenta di
centrarti con un calcio ben assestato, che però tu blocchi in extremis.
Un paio di gambe non sono sufficienti per mantenere in equilibrio
due corpi in movimento, quindi lui capitombola sul letto trascinandoti
involontariamente con sé. Nella caduta la sua testa cozza violentemente
contro la testiera in sandalo e, anche se lui non manda un gemito e mantiene
coscienza capisci che l’ esperienza non è stata delle più gradevoli.
“Smettila Sanzo… ti sei fatto male?” bisbigli un po’ allarmato.
Lo osservi. È un po’ frastornato a causa della botta…… i suoi
lineamenti minuti e prefetti…… i suoi capelli morbidi, lisci come seta….
Ti sembra così strano… percepisci un’ infinita sensazione di
onnipotenza mentre stringi i suoi polsi ora immoti, mentre lo sovrasti e lo
contempli in tutto il suo splendore……
Non resisti all’ impulso improvviso di baciare le sue labbra
semidischiuse e carnose, alla tentazione di morderle, di assaporarle……
Ma quando la tua lingua goffamente penetra nella sua bocca, lui
sembra reagire, e sei costretto a ritrarla frettolosamente, evitando un suo
morso.
Dopo un istante di immobilità iniziale, Sanzo scatta
improvvisamente come un topolino accortosi di essere in trappola, iniziando
a dimenarsi con foga, minacciandoti: “Pezzo di stupida scimmia lasciami
immediatamente o giuro che quando mi sarò liberato te ne darò talmente tante
che non riuscirai nemmeno a pronunciare il tuo nome correttamente!”
Solo in questo istante ti rendi conto della futilità di ciò che
stai facendo. Lo costringi in quella posizione puramente per il tuo egoismo
e il tuo diletto…
Non vuoi farlo star male… Non vuoi vederlo così…… Non è questo che
vuoi da lui……
Stai per lasciare la presa quando lui s’ arresta.
Ansima profondamente alla ricerca d’aria… attraverso le tue dita,
strette attorno ai suoi polsi, percepisci le vene pulsare come impazzite.
Cerchi qualcosa da dire, ma non ti viene in mente alcunché…rimani
in silenzio, come fai di solito quando lui tace…non sai se sia per rispetto,
gentilezza, o pura codardia……non riesci neppure a pensare di toglierti da
questa strana situazione, perché ti sembrava tutto così…semplice…e nel
sentirlo premuto così forte contro di te, non puoi fermare le labbra che
cominciano a tremare vistosamente….
Avanzano, si fermano, si irrigidiscono. Ma non si ritraggono.
Qualche lieve incertezza, e vanno a posarsi sulla pelle candida del suo
collo……senza fare pressione… quasi avessi paura di vederlo disperdersi dopo
il contatto…… come una goccia di rugiada che precipita al suolo, …per
insicurezza…lo tocchi appena, quanto basta per fargli sentire che tu gli sei
vicino, che non vuoi che sciolga il piccolo incanto, che con quella
vicinanza gli dimostri un sentimento sconosciuto e profondo come un abisso
inesplorato,…
…stai baciando qualcuno, per la prima volta…e quel qualcuno é
proprio Sanzo……chiudi gli occhi, abbandonandoti al calore di quel timido
tocco… come una ninna nanna suonata dai battiti irregolari del suo cuore ……
cullato dal suo silenzio non più opprimente…..e desideri che il tempo si
fermi così…in questo istante tanto meraviglioso…
-Non lasciarmi, Non lasciarmi più….-
Ma è, appunto, solo un istante.
Poi, così com’é cominciato, tutto finisce.
Hai ceduto il tuo primo, prezioso bacio senza che ti venisse
restituito.
Oramai lui se l’ è preso, assieme al tuo cuore che non sa di
possedere dalla prima volta che ti ha visto.
Si è preso tutto…
Si sposta lievemente a destra, con dipinta in viso un’ espressione
che non riesci a decifrare e ti scopri incapace di sostenere l’imbarazzo di
essere il solo a desiderare che la piccola magia continui………. Molli la presa
e fai per rialzarti…
Lasci che le mani gli accarezzino piano i fianchi per poi scivolare
e ricadere stanche e vuote sul lenzuolo sgualcito e freddo…
Ti vergogni come un cane.
Vorresti correre e mettere la testa sotto l’ acqua gelida per
settimane.
Poi……… accade l’ inatteso.
Ti abbraccia, rigido, ma, nonostante le sue membra siano statuarie
come quelle di una scultura marmorea, il contatto è così sorprendente e la
sua persona così dolcemente calda che il tuo respiro accelera…… e quasi
cominci a piangere.
Nessuno ti ha stretto in vita tua e il contatto fisico viene visto
da te come qualcosa di arcano.
L’oscurità non ti permette di vederlo, ma senti la sua mano
sfiorarti il viso.
Non capisci perché.
Il suo tocco leggero ti fa quasi bruciare la pelle, ma preferisci
non dire nulla…infondo, se ti sta carezzando, forse non è arrabbiato…
Stai per allontanarti, quando qualcosa d’improvviso ti blocca.
Sentì la stretta di Sanzo farsi più serrata, attorno al tuo collo……
le sue dita affusolate che scivolano sulla pelle, la tastano quasi fosse
Braille …… poi un dolce peso sulla spalla…..una pressione delicata e
piacevole contro il petto.
Si aggrappa alla tua maglietta e ti tira verso il basso,
avvicinando la sua fronte alla tua… sfiorandoti la gota, mentre avvicina la
bocca al tuo orecchio e una scarica di adrenalina ti scuote da capo a piedi.
È molto vicino ma i sussurri sono impercettibili al tal punto che
non riesci a cogliere una sola parola di senso compiuto…
Ma, adesso, verbi e soggetti non servono…… le frasi mancano di
temperatura… di peso… di fisicità…
Come l’ anima.
Ora, solo il corpo sceglie.
Smetti di essere razionale nel momento in cui scivoli sotto il suo
fisico con la stessa leggiadria con cui un sottile foglio di carta scorre
sotto una porta di cristallo.
Olè !!! Ho completato anche questo cap. !! Credevo di arrivare alla
bara prima di finirlo! Tutto sommato ne sono abbastanza soddisfatta… anche
se avrei potuto approfondire un po’ di più le sensazioni della scimmietta
verso la fine…… Ma che volete che vi dica? Scrivere un POV di Goku-kun per
me è letteralmente impossibile!
Mi raccomando, nel prossimo capitolo (PRIMA CHE TUTTO CROLLI)
aspettatevi qualsiasi cosa. E, soprattutto, non perdetelo.
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