Non so esattamente come si evolverà questa fic,
ma spero che vogliate leggerla e mandarmi le vostre impressioni o i vostri
consigli ^__^
Hikaru
Scherzi del
destino
parte II
di Hikaru
Il giorno seguente,
agli allenamenti, Mitsui e Miyagi non persero di vista un attimo il
rossino.
Quando ormai tutti se
ne erano andati i due avvicanarono Hanamichi.
“Hey rosso, dobbiamo
parlarti” disse Mitsui.
“Sì, che c’è?”
“Ieri sera ci trovavamo
per caso a passare vicino al tempio Horikawa (Me lo sono inventato di sana
pianta, scusate!!! ^__^ NdH) e…”
Sakuragi sbiancò per un
attimo.
Oh no… adesso
mi faranno mille domande… Beh, gli dirò la verità, tanto arrivato a questo
punto…
“…e mi avete visto con
Ak…, ehm… con Sendo, dico bene?” chiese il rossino.
“Beh…sì…” confermò
Miyagi.
“Allora, che facevate
insieme voi due, eh?”
“Ve lo racconterò, ma
dovete promettermi di non dirlo a nessuno, ok?”
“D’accordo,
promettiamo” risposero i due compagni all’unisono.
E così Hanamichi
raccontò loro dell’imminente matrimonio dei suoi genitori con quelli del
porcospino sorbendosi le battutine dei due a proposito della “coppia” di
basketman più famosa di tutti i tempi.
Divertente…
davvero divertente - pensò il rossino –
ma almeno manterrano il segreto…
Due mesi dopo…
“Hana, tesoro, hai
finito di vestirti?”
“Sì mamma”
“Vieni, fatti vedere”
“Mamma, devo proprio?”
“Oh, su, fallo per me”
“D’accordo…”
“Oh tesoro…sei
stupendo” disse la madre rimanendo letteralmente a bocca aperta, mentre
Hanamichi diventava più rosso dei suoi capelli.
Suo figlio diventava
sempre più affascinante…
“Ricorda che lo faccio
solo per te…” farfugliò aggrottando le sopracciglia in quel suo modo cosi
infantile e allo stesso tempo sexy (oh mamma quant’e figooooooooooooooooo!!!!!!!
^////////////^ NdH)
“Coraggio raggiungi gli
altri”
“Ok… - fece per
andarsene, ma poi tornò indietro e disse – Mamma sei splendida”
Le regalò un sorriso e
poi se ne andò.
Quando Akira vide
Hanamichi ci rimase quasi secco.
L’abito blu scuro che
indossava metteva in risalto le sue braccia tornite, le spalle possenti,
l’ampio petto e quelle gambe muscolose che avrebbero fatto girare la testa
anche a un santo.
E poi quel colore cosi
scuro faceva risaltare i suoi splendidi capelli di fuoco, che rilucevano
splendidi ai raggi solari.
Sulla camicia candida,
in netto contrasto con la pelle di bronzo, faceva bella mostra una cravatta
rosso cupo.
Oh Kami… sento che
sto per svenire… mi manca l’aria, devo assolutamente trovare il modo di
respirare di nuovo…mamma mia…aiuto, viene proprio da me…aiuto, adesso cosa
faccio… oh Kami…
“Hey Akira, ti senti
male? Sei cosi rosso in viso…”
“Ehm…no, no, sto
benissimo… sono solo un po agitato…”
“Se lo dici tu… Ah,
complimenti, questo completo ti sta davvero bene” disse il rossino
sorridendo.
Ecco, adesso muoio…
Hanamichi rimase a
fissare il porcospino.
Stava davvero bene nel
completo grigio perla che gli aveva fatto comprare sua madre e la cravatta
blu scuro si intonava perfettamente ai suoi occhi.
E’ davvero un bel
ragazzo, non c’è che dire… per forza le ragazze gli corrono dietro. E’
bello, è un campione di basket e in questi mesi ho cominciato ad apprezzarlo
sia come persona che come amico…
E’ davvero
fantastico.
Un paio d’ore dopo i
due amici diventarono fratellastri a tutti gli effetti.
“Non riesco ancora a
crederci” disse il rossino.
“Già” confermò il
porcospino. (^___^NdH)
“Siamo fratelli”
“Fratelli…” ripetè
Akira.
Non mi piace per
niente questa parola… non se riferita a me e Hana…
“Hey, che c’è?”
“Niente, non
preoccuparti. Andiamo di sotto a salutare i nostri genitori, ormai
dovrebbero essere pronti per partire”
“Ok, andiamo” disse il
rossino poco convinto.
Il porcospino si
comporta in modo strano…mah, chi lo capisce è bravo…
Dopo un quarto d’ora di
raccomandazioni finalmente le due coppie di neo sposi partì in viaggio di
nozze.
Avrebbero passato una
decina di giorni in Italia, visitando città, musei, monumenti… Avevano
deciso di vedere quanto più era possibile e, naturalmente, di portare ai
loro figli una montagna di souvenirs!!!
“Che facciamo?” chiese
ad un certo punto il rossino.
Ormai era più di un’ora
che se ne stavano in silenzio sul divano.
“In che senso?” chiese
Akira.
“Beh… non ho molta
voglia di cucinare stasera, sono stanco. Che ne dici se ordiniamo la cena e
ce la mangiamo davanti ad una partita di NBA?”
“Andata” rispose
sorridendo il porcospino.
La serata trascorse in
fretta e così, verso le 23, i due decisero che era meglio andare a dormire,
in fondo domani li aspettava la scuola…
…e l’allenamento!!!
“Buonanotte” disse il
rossino sorridendo.
“Buonanotte” rispose il
porcospino ricambiando il sorriso.
Il mattino seguente
Akira si alzò più tardi del solito.
Dopo essersi
stiracchiato un po’ nel letto si diresse verso la camera di Hanamichi, ma la
trovò vuota.
Strano…dove si sarà
cacciato?
Decise di cercarlo,
così scese in cucina.
Ma… Hana ha
preparato la colazione anche per me…
Sorrise.
Era davvero premuroso.
“Hana? Hana, dove sei?
Rispondi. Hana?”
Dopo un attimo di
silenzio il rossino rispose “Sono in palestra”
Il porcospino andò
verso la palestra per ringraziare Hanamichi , ma quando arrivò ogni pensiero
coerente venne completamente dimenticato.
I suoi occhi non
riuscivano a staccarsi dalla splendida visione del corpo perfetto del
rossino coperto soltanto da due minuscoli bragoncini neri della Nike.
I capelli illuminati
dal sole, che sembrava splendere solo per lui, gli occhi più luminosi che
mai, la bocca semiaperta in cerca d’aria, il petto ampio madido di sudore e
quelle goccioline che scendevano maliziose a disegnare gli addominali
scolpiti per arrivare fino all’ombelico e poi scendere giù, ancora più giù,
fino a sparire dentro ai pantaloni.
Le braccia, quelle
braccia incredibilmente forti e le gambe, quelle gambe muscolose e
assolutamente perfette.
Era una bomba, una
bomba sexy.
E non sa neanche di
essere così bello… Kami… non so quanto a lungo potrò resistere ancora…E’
così dannatamente bello.
“Akira, avevi bisogno
di me?”
Sì, ho bisogno di
te, adesso, subito, o impazzirò… Kami, che diavolo sto dicendo…Riprenditi
Akira, forza…
“Ehm…io…volevo solo
ringraziarti della colazione”
“Figurati - rispose il
rossino sorridendo – ma non ti ci abituare, il Tensai è gentile, ma fino ad
un certo punto… ‘Fratello’ ”
Perché…perché quella
parola mi fa così male… non capisco…
“Forza, ora andiamo a
mangiare”
Improvvisamente le
parole uscirono di bocca senza che il porcospino potesse controllarle.
“Che ne dici se dopo
scuola ci allenassimo insieme?”
Hanamichi era sorpreso
della proposta, ma accetò volentieri.
“Ok. Ci troviamo qui a
casa verso le 19, ti va bene?”
“Perfetto”
La mattina per Sendo
sembrava non finire mai.
Tutto quello che voleva
era tornare a casa il più presto possibile.
Ma la cosa più strana è
che non capiva questa sua ansia.
Non poteva credere che
dipendesse dal fatto di poter giocare col rossino.
No…forse sono solo
un po’ frastornato per il matrimonio…sì, dev’essere così…
Koshino non poteva fare
a meno di notare quanto fosse strano il suo amico quel giorno.
In classe era rimasto
tutto il tempo a guardare i ciliegi fioriti dalla finestra con sguardo
pensieroso ed assente.
Sembrava che la sua
mente fosse altrove.
Anche all’allenamente
era stato distratto per tutto il tempo.
Cosa gli stava
succedendo?
“Hey Akira, tutto
bene?” chiese Hiroaki al compagno.
“Uhm? Sì, tutto bene,
non preoccuparti. Scusa se vado di corsa, ma ho un impegno. Ci vediamo
domani”
“Ciao…” rispose Koshino
guardando il suo capitano allontanarsi.
Intanto allo Shohoku…
“Hanamichi, vuoi
smetterla di picchiare Rukawa?”
“Ha cominciato
lui!!!!!”
“Do’hau”
“Hey tu, stupida
kitsune, come osi…”
“Adesso basta!!!!
Ragazzi, l’allenamento è finito, potete andare e tu - disse
Miyagi rivolto al
rossino – 20 giri di campo, 100 tiri liberi e 50 tiri da tre, chiaro?”
“Ufff… d’accordo tappo”
“E non chiamarmi tappo,
sono il tuo capitano!!!!”
“Ok capitan tappo”
rispose Sakuragi allontanandosi.
“Grrrrrrr…”
“Avanti Ryota, lascialo
in pace” intervenne Ayako sussurrando poi all’orecchio del play “Lo sai che
i suoi si sono risposati solo ieri, sarà ancora un po’ sconvolta
dall’evento”
“D’accordo Aya-chan”
disse Miyagi con aria adorante.
“Hey, che fai? Hai
dimenticato il nostro incontro?” chiese Sendo entrando in palestra.
“Scusa Akira, ma il
tappo mi ha dato degli esercizi supplementari” si lamentò il rossino.
“Il tappo?” chiese
l’altro confuso.
“Ehm, sì… Miyagi, il
nostro capitano”
“E tu lo chiami tappo?”
disse il porcospino cominciando a ridere come un matto.
Hanamichi lo guardò e
poi scoppiò a ridere anche lui.
Le risate dei due però
svegliarono un certo volpino che si era addormentato nello spogliatoi mentre
aspettava che Sakuragi finisse gli esercizi supplementari.
“Hn” disse Rukawa
entrando in palestra.
“Che ci fai ancora qui
kitsune?”
“Hn”
“Sempre molto loquace…
Aspetta Akira, mi cambio e poi andiamo” disse il rossino senza rendersi
conto del modo in cui aveva chiamato quello che tutti credevano il suo
peggior rivale dopo Rukawa.
Rimasti soli i due assi
si guardarono negli occhi.
Quelli di Sendo erano
allegri e luminosi come sempre.
Nello sguardo di Rukawa
invece si poteva leggere chiaramente un puro e profondo astio per l’altro.
“E tu che ci fai con
quel do’hau”
Il porcospino scosse le
spalle.
Il volpino alzò un
sopracciglio.
“Dovevamo incontrarci a
casa, ma sono passato a prenderlo, tutto qua” rispose calmo Sendo col solito
sorriso stampato sulle labbra.
A casa? A casa
di chi? si chiese Rukawa.
“Non lo sai? – chiese
Sendo con aria fintamente sorpresa - Hana non vi ha detto niente? Strano…”
disse strofinandosi il mento con la mano destra.
Il volpino era sempre
più confuso.
“Sono pronto, possiamo
andare” disse il rossino interrompendo Sendo sul più bello.
Appena uscito dalla
porta Hanamichi, l’asso del Ryonan si girò verso il volpino e disse “Viviamo
insieme da più di due mesi” e, dopo aver fatto l’occhiolino a Rukawa, se ne
andò.
Quei due vivono
insieme? Da più di due mesi? Non è possibile…non può essere vero…Do’hau…
Perché? Perché ho
detto quelle cose a Rukawa? Così gli ho dato l’impressione che io e Hana…
che noi due… Perché?
Non ci capisco più
niente…
Nella testa di Akira
giravano vorticosamente mille pensieri, mille emozioni…
Non riusciva, o meglio,
aveva paura di dare un nome a ciò che stava cominciando a provare per il
rossino.
Non posso…non
posso…non posso… continuava a ripetersi, ma sapeva
che ormai tutto stava per cambiare.
La sera passò
stranamente silenziosa.
Dopo essersi allenati
un paio d’ore nel campetto in giardino, Akira e Hana erano tornati in casa
e, dopo una bella doccia, si erano messi a preparare la cena.
Il porcospino non potè
fare a meno di sorridere vedendo il rossino girare tra i fornelli col
grembiule giallo della madre.
Era così allegro,
dolce, gentile… a volte sembrava un bambino, ma poi, guardandolo bene, Akira
non poteva fare a meno di notare quanto in realtà fosse uomo…
Un uomo stupendo…
Terminata la cena i due
si sedettero in salotto a guardare una partita di NBA (sono un po’ fissati
^___^ NdH).
Il tempo passava ed il
silenzio calato su di loro sembrava non voler finire.
Hanamichi fissò lo
sguardo sul porcospino con aria preoccupata.
Prese il telecomando e
spense la TV.
“Akira, si può sapere
che ti succede?”
E adesso cosa gli
rispondo?
“Akira?”
Il rossino si avvicinò
di più al compagno e fece in modo di fissare gli occhi in quelli dell’altro.
Un sorriso.
Quello splendido
sorriso che emanava luce e sicurezza.
E lo sguardo.
Quello sguardo così
dolce e comprensivo.
Hanamichi posò entrambe
le mani sulle spalle del porcospino e disse nel tono più dolce “Io sono qui…
se hai bisogno di confidarti. Ricordalo”
Poi si alzò e lasciò
Akira solo coi suoi pensieri.
Il mattino seguente
Sendo trovò il rossino intento a preparare la colazione.
“Buongiorno, come va
stamattina?” chiese Hanamichi.
Non voglio che si
preoccupi per me… farò finta di niente, tornerò ad essere il solito Akira di
sempre. Non deve sospettare ciò che sento per lui o perderò anche la sua
amicizia e non voglio… non deve accadere… per nessun motivo.
“Bene… Scusa per ieri
sera, non ero in me, ma ora va tutto bene. Grazie” rispose il porcospino col
suo solito sorriso.
“Ne sono felice… E ora
facciamo colazione, non vorrei arrivare tardi anche stamattina”
Dopo aver mangiato e
riordinato la cucina i due si diressero alla fermata che li avrebbe portati
a scuola.
Akira fece di tutto per
non pensare ai sentimenti che provava per il rossino, ma nello stesso tempo
non riusciva a cancella re dalla mente quegli incredibili occhi nocciola,
quella mani grandi e quel sorriso più luminoso della luce stessa.
Pregava solo di non
fare stupidaggini o lo avrebbe perso per sempre.
Non ho mai provato
niente del genere per nessuno…
Credo di provare per
lui qualcosa che sento troppo nuovo per dire di averlo già provato…
Che sia vero amore
questo?
Beh… se non lo è non
ci va certo lontano…
Il porcospino sorrise
dei propri pensieri.
Sono completamente
andato…
All’allenamento si
comportò come al solito, era riuscito ad ingannare quasi tutti i suoi
compagni di squadra… quasi…
Koshino e Fukuda
infatti si erano accorti che c’era qualcosa che preoccupava il loro
capitano.
Finito l’allenamento i
due gli si avvicinarono.
“Hey Sendo, che ne dici
di andare da qualche parte a bere qualcosa?” propose Hiroaki.
“Uhm…beh…ok”
Così i tre amici si
diressero in un bar vicino alla scuola.
Dopo essersi seduti ed
ordinato da bere Fukuda e Koshino si prepararono ad ‘attaccare’…
“Senti Akira, abbiamo
notato che sei piuttosto strano in questi giorni…” cominciò Hiroaki.
“…e ci chiedevamo se
potevamo esserti d’aiuto” continuò Kitcho (spero si scriva così, ho guardato
sul manga ^___^ NdH).
Sendo sorrise.
“Grazie ragazzi, ma non
è niente, sul serio. Credo di essere ancora un po’ stravolto dagli ultimi
avvenimenti…la nuova casa… il matrimonio…la nuova famiglia… Devo ancora
abituarmi” disse mentendo spudoratamente.
I due amici si
guardarono.
Non erano completamente
convinti da quella spiegazione, ma non potevano costringerlo a confidarsi.
“Per qualsiasi cosa
puoi contare su di noi” disse Koshino.
“Grazie - rispose il
porcospino – Ora è meglio che vada o Hanamichi mi farà la pelle… Stasera
tocca a me cucinare. A domani.”
E uscì dal locale in
tutta fretta.
Sono fortunato ad
avere degli amici così…Grazie ragazzi…
Durante tutto il
tragitto verso casa Sendo non fece altro che pensare a come fingere meglio.
Non voleva far
preoccupare i suoi amici.
E se mi confidassi
con loro?
Cosa penserebbero di
me?
Mi vedrebbero ancora
con gli stessi occhi?
Che stupido che
sono…
Certo che
capirebbero… non ho dubbi su di loro…
Farò passare un po’
di tempo e poi mi confiderò con loro.
Ho deciso.
E così, col cuore più
leggero, il porcospino si diresse verso casa.
Svoltato l’angolo,
però, si trovo di fronte una scena decisamente fuori dal comune.
Uno strano tipo,
immerso fino alla vita in un cassonetto dei rifiuti, stava rovistando alla
ricerca di qualcosa.
Poco mancò che Sendo
scoppiasse a ridere.
A stento trattenendosi,
si avvicinò allo strano personaggio.
“Serve aiuto” chiese
con tono ironico e il sorriso sulle labbra.
“AAAHHHH!!!!”
Il tizio riemerse dai
rifiuti e stavolta il porcospino scoppiò a ridere.
Lo strano tipo altri
non era che… Sakuragi!!!!!
“Si può sapere perché
diavolo ridi? Mi hai spaventato!!!”
Vedendo che l’altro non
smetteva il rossino alzò un sopracciglio e disse laterato “Allora?”
“Scusa, ma… non…non
posso…non riesco a… a trattenermi…
Cosa diavolo ci fai in
un cassonetto?”
“Baka…A te cosa sembra
che stia facendo?”
“Beh, a dire il vero
non ne ho proprio idea” rispose ricominciando a ridere.
Poi…
“Ma… questo suono…”
“Esatto” rispose
Hanamichi mostrandogli il contenuto del cartone che aveva fra le mani.
“Sono dei gattini”
“Complimenti, abbiamo
appurato che ci vedi” disse il rossino incamminandosi.
“Hey, dove vai?”
“Al negozio di animali
qui all’angolo”
“Vengo con te” disse
Akira di getto.
I due si guardarono per
un attimo e poi s’incamminarono, fianco a fianco, mentre i micini
piangevano.
Non avevano fatto che
pochi metri, che Sakuragi si fermò.
“E ora che fai?” chiese
il porcospino.
“Reggi un attimo lo
scatolone” disse il rossino porgendo i gattini all’amico.
Buttati a terra
cartella e borsone, Hanamichi cominciò a sbottonarsi la giacca
dell’uniforme.
Una volta tolta quella
si sfilò la maglietta e rimase a torso nudo.
“Ma…ma che fai?” chiese
Sendo col cuore che batteva a mille.
La sola vista del petto
nudo del rossino le faceva andare fuori di testa.
Poi fu riscosso da ciò
che vide.
Hanamichi stava…
Sorrise.
E’ così dolce e
premuroso…
“Anche se non fa freddo
i micini sono molto piccoli e hanno bisogno di calore - spiegò il rossino
mentre avvolgeva i cuccioli nella sua maglietta – e visto che non c’è la
loro mamma a scaldarli, ci penserò io. Ecco fatto” disse al termine
dell’operazione.
“Adesso possiamo
andare” continuò Sakuragi dopo essersi rimesso la giacca dell’uniforme
scolastica.
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