Volevo solo darvi qualche indicazione per
meglio seguire la storia.
Dunque : Hana è al secondo anno e Akira al
terzo, siamo all’incirca poco dopo l’inizio della scuola, dunque in aprile.
E ora veniamo ai personaggi creati da me :
Yoko = mamma Hana, fotografa
Rika = mamma Akira, dottoressa
Kazuko = papà Akira, avvocato
Hideaki = papà Hana, pittore
Scherzi del
destino
parte I
di Hikaru
E’ strano come la vita ti sorprenda nei
momenti più impensabili…
Di
fronte a certe situazionii ti domandi…sono io a possedere la vita o è la
vita a prendere temporaneamente possesso del mio corpo?
Esiste davvero il destino?
Il
nostro cammino è già tracciato o siamo noi a deciderlo?
Quello stesso week-end
Hanamichi e Akira furono letteralmente trascinati dai rispettivi genitori a
visitare la casa che avevano scelto, la casa “perfetta” come l’avevano
definita.
In
effetti doveva avere parecchi requisiti : non troppo distante dallo Shohoku
né dal Ryonan, vicino al mare (per desiderio comune) e abbastanza grande per
soddisfare i bisogni di ognuno.
“E’
stupenda, vedrai Akira, ti piacerà” affermò con sicurezza la signora Sendo
“Abbiamo girato decine di case, ma quando abbiamo visto questa ce ne siamo
subito innamorati”
“Sì,
è una casa da sogno” confermò il signor Sakuragi.
Non
riuscivano a credere a quello che avevano davanti agli occhi.
La casa aveva uno stile
a metà fra l’orientale e l’occidentale che si ergeva maestosa su tre piani,
di cui l’ultimo mansardato.
Tutt’intorno c’era un
grande giardino che la circondava su tutti e quattro i lati.
Però…niente male
Il rossino guardò con
interesse quella che sarebbe presto diventata la sua nuova casa.
Il suo sguardo si
incupì, ma fu solo un attimo.
Giunti davanti al
cancello il padre di Akira estrasse un mazzo di chiavi dalla tasca e lo aprì
facendo segno ai due giovani di seguirlo.
“Venite, date
un’occhiata anche dentro”
Lo sguardo di Hanamichi
vagò per qualche istante sul giardino e poi seguì gli altri senza dire
niente.
Appena entrati i due
basketman si accorsero che la casa era già in parte arredata.
“Ma… da dove viene
questa roba e quando l’avete portata qui?”chiese Akira sorpreso.
“Beh… abbiamo pensato
di comprare duo o tre cosette…” gli rispose sua madre.
“Abbiamo comprato tre
divani in modo che la sera si possa stare tutti insieme davanti alla TV,
oppure ad ascoltare musica o a parlare” spiegò la madre del rossino.
“Mi pare un’ottima
idea” concordò l’asso del Ryonan trovando l’idea decisamente buona.
“Ma venite – li chiamò
il padre di Akira – c’è ancora tanto da vedere”
Cominciarono a visitare
la casa da cima a fondo e quando ebbero terminato né Hanamichi né Sendo
riuscirono a trovare qualcosa che non andava… era veramente perfetta.
Al primo piano oltre al
grande salotto c’era quella che sarebbe diventata una cucina mastodontica,
una stanza adibita a studio per Kazuko, due bagni, una lavanderia ed una
piccola palestra attrezzata (il padre di Akira è un patito dello sport!!!)
Al secondo piano
c’erano due camere da letto coi rispettivi bagni privati, un piccolo studio
per Rika ed una camera oscura per Yoko.
Lo studio di Hideaki,
pittore di professione, era stato ricavato nel capanno che stava in
giardino.
I signori Sendo e
Sakuragi avevano pensato di lasciare il terzo piano a completa disposizione
dei figli.
C’erano infatti due
camere da letto molto grandi, un ampio bagno ed un enorme salotto.
“Così potete invitare
tutti gli amici che volete” disse sorridendo Yoko.
Hanamichi ancora non
credeva ai suoi occhi.
Quella casa era
stupenda, era tutto ciò che si poteva desiderare, ma…
Quando vide lo sguardo
cupo del rossino sua madre gli si avvicinò e gli sussurrò “Non preoccuparti,
non abbiamo intenzione di vendere il nostro appartamento, lo affitteremo
soltanto. Se e quando vorrai tornarci ti basterà dirlo”
Hanamichi fissò la
madre con uno sguardo dolcissimo, poi le sorrise teneramente e le disse
“Grazie”
“So bene cosa significa
per te… per noi… quel posto” gli rispose la madre.
Intanto la
conversazione privata aveva attirato l’attenzione del porcospino che pareva
molto interessato a quello che si erano detti madre e figlio, ma purtroppo
non era riuscito a sentire nulla, solo qualcosa a proposito di un
appartamento.
Mah… per me i
Sakuragi sono un mistero.
Il week end
successivo avevano già cominciato il trasloco e mentre i loro genitori erano
al settimo cielo, Hana e Akira non facevano altro che pensare
Sta succedendo tutto troppo in fretta… cosa succederà adesso?
In soli quattro giorni
tutta la roba si trovava nella nuova casa… casa, più che una casa sembrava
un campo di battaglia!!!
Ovunque non si vedevano
altro che stoviglie, tegami, soprammobili, pile di libri, portafoto, mobili
accatastati dappertutto… regnava il caos più totale!!!
Eppure in una sola
settimana riuscirono a sistemare tutto.
Da non credere.
“Finalmente” sbuffò
Hanamichi lanciandosi a peso morto su un divano “non ne potevo più, sono
esausto… il trasloco è peggio di dieci allenamenti del Gorilla!!!!”
“Su, di cosa ti
lamenti? Non sei forse il mio tensai della fatica?” lo canzonò la madre.
“Divertente, davvero
divertente”
Si guardarono scuri in
volto per alcuni minuti e poi scoppiarono a ridere.
Era piacevole passare
un po’ di tempo con sua madre… ultimamente l’aveva un po’ trascurata per via
del basket e si era dimenticato quanto lo facesse stare bene.
Akira entrò proprio in
quel momento e vide il rossino e Yoko sorridersi.
Un sorriso caldo e
luminoso.
Sono proprio
uguali questi due pensò il porcospino mentre
faceva dietro front per lasciarli un po’ soli.
Peccato che io non
abbia un rapporto così bello con mia madre…
“Ciao mamma, ci vediamo
stasera” urlò Hanamichi mentre usciva di corsa dalla sua nuova casa.
“Arrivederci, grazie
per la colazione” gli fece eco la voce di Akira che correva appresso al
rossino.
La fermata dei loro
autobus era la stessa e così la mattina facevano sempre un pezzo di strada
insieme.
Quando arrivarono a
destinazione videro l’autobus del rossino che si allontanava.
“Kuso!!! Adesso mi
toccherà fare la strada di corsa… uffa!!!”
Akira lo guardò col
solito sorriso dipinto sul volto.
“Sai, dovresti
svegliarti prima la mattina” gli fece notare.
“Io mi sveglio in
perfetto orario, solo che poi… beh, mi accorgo di avere più cose da fare di
quanto mi aspettavo” rispose sulla difensiva.
“Si, si, certo”
“Hey porcospino, vuoi
prenderle già di primo mattino?” chiese spazientito il rossino.
“Non dirmi che te la
sei presa”
“No, ma non mi va che
mi si dica cosa devo fare. Sono in grado di badare benissimo da solo a me
stesso”
“Ok, ok, non ti
scaldare…Ci vediamo dopo” disse Akira mentre saliva sull’autobus che era
appena arrivato.
“Oh cavolo, la
scuola!!!!!” si ricordò improvvisamente Hanamichi mettendosi a correre nella
direzione opposta.
Avrebbe fatto tardi
anche oggi.
La mattina passò
tranquilla, uguale a tante altre.
Hanamichi non fece
parola con nessuno di ciò che stava succedendo, non voleva far sapere che
abitava col porcospino per nessuna ragione!
Già immaginava i
compagni di squadra prenderlo in giro a vita…
Non se ne parla
proprio!!! Nessuno deve saperlo!!!
Ovviamente si confidò
col suo amico Yohei, non c’erano segreti fra loro.
“Allora, com’è la vita
con Sendo?”
“Beh…non è poi così
male. Devo ammettere che a volte mi da un po’ sui nervi…sorride troppo per i
miei gusti ed è sempre calmo”
“E sarebbe un difetto?”
“No, ma il suo perenne
sorriso non mi convince… è come se volesse nascondere qualcosa…”
“Un po’ come te”
rispose il moretto con tono dolce e triste.
Il rossino lo guardò
serio.
“Già…”
Dopo un lungo silenzio
Hanamichi si riscosse.
“Devo andare agli
allenamenti, ci vediamo dopo” disse allontanandosi.
“Ok”
Yohei guardò l’amico
sparire.
“Hana…”
Come al solito gli
allenamenti furono movimentati da risse e battibecchi e il rossino fu punito
con esercizi supplementari.
Sempre e solo io…
non è giusto, non è colpa mia se mi provocano. Che dovrei fare?
Era ormai rimasto solo
in palestra e così, terminati gli esercizi supplementari, cominciò ad
allenarsi nei tiri.
Era migliorato
moltissimo, ormai era quasi al livello di Rukawa.
Presto lo batterò
Tutti si erano resi
conto degli incredibili progressi di Sakuragi ed erano rimasti senza parole,
mai avrebbero immaginato un miglioramento così rapido.
“Hey, complimenti”
Il rossino si girò e si
trovò di fronte Sendo.
“E tu che ci fai qui?”
chiese sorpreso.
“Sono venuto a
prenderti” rispose l’altro sorridendo.
“Non ho bisogno della
balia, grazie”
“Ma come siamo
permalosi”
“Io non sono…”
“Dobbiamo parlare”
disse Akira serio.
“O…Ok…vado a cambiarmi
e arrivo”
Il rossino si girò e
tirò dalla linea dei tre punti.
Si voltò senza neanche
guardare se la palla serebbe finita nel cesto.
Canestro.
E’ veramente
incredibile… mai mi sarei aspettato che arrivasse a questo livello così in
fretta. Quest’anno ci sarà da divertirsi… pensò
sorridendo il moretto.
Una mezz’ora dopo i due
erano seduti al tavolino di un bar davanti a due thè freddi.
“Allora, di cosa devi
parlarmi” chiese il rossino rompendo il silenzio.
Sendo fece un profondo
respiro, poi alzò lo sguardo su Sakuragi.
“Non so come ti senta
tu, ma io sono abbastanza shockato dalla notizia del matrimonio fra i nostri
genitori”
“Credi che per me sia
stato facile accettarlo?- si lasciò sfuggire il rossino - cioè…Credo non ci
sia nulla da discutere ormai. Sono adulti, forse non hanno tutte le rotelle
a posto e non sono il massimo della responsabilità, ma sono i nostri
genitori e non si lasceranno influenzare da ciò che vogliamo, quindi…”
“Guarda che hai
frainteso quello che volevo dire. Visto che d’ora in avanti passeremo molto
tempo insieme volevo proporti di diventare amici, che ne pensi?”
Il rossino ci pensò un
po’ su e poi…
“Perché?”
“Come perché?”
“Perché?” ripetè
l’altro calmo.
“Beh, mi sembra ovvio…”
“Ma non lo è per me…
spiegamelo”
“Senti…Ti ho sempre
considerato un idiota, anche se un idiota con un discreto talento, ma…”
“Come sarebbe a dire!!!
Ma come ti permetti di…”
“…ma vorrei conoscerti
meglio e non soltanto perché diventeremo in qualche modo parenti, ma perché
mi sono sempre chiesto come sei in realtà. Voglio solo conoscerti” ribadì il
moretto serio.
Sakuragi era rimasto
esterrefatto.
Il discorso di Sendo
gli sembrava sensato.
Sorrise.
Un sorriso caldo,
luminoso, sincero.
Tese la mano al
porcospino, ancora incantato da quella visione, e strinse fra la sua mano
forte quella del neo amico.
“Ok”
“Ok” rispose l’altro
ancora frastornato.
“Ad una condizione”
“Uhm…?? Quale
condizione”
“Nessuno deve sapere
che viviamo insieme per il momento, ok?”
“Perché?”
“Ne parlerò quando le
nozze saranno imminenti”
“Mancano solo due mesi”
gli ricordò il moretto.
“Lo so”
L’altro scosse le
spalle.
“Ok, come vuoi, anche
se non capisco. Però a Koshino devo dirlo per forza, è il mio migliore
amico”
“Ok, in fondo anch’io
l’ho detto a Mito”
“Affare fatto” dissero
all’unisono.
Era nata una nuova
amicizia.
Un’amicizia destinata a
grandi cose…
Il giorno seguente allo
Shohoku…
“Hey Hana, allora come
va?” chiese Mito.
“Bene” rispose il
rossino con un sorriso dipinto sulle labbra.
“EEEHHH???”
Lo guardò e gli
posò la mano sulla fronte per controllare la temperatura.
Eppure sembra tutto a posto...
“Smettila, sto bene”
disse Hanamichi.
“Scusa, ma che è
successo? Cos’è cambiato da ieri?”
“Non ci crederai, ma…
Akira mi ha chiesto di diventare amici!!!”
“Sul serio – Mito
sorrise – sono contento”
“Sul serio? – domandò
il rossino – Non è che sarai geloso?”
“Hey, io sono e sarò
sempre il tuo migliore amico!!!”
“Lo so – rispose
Hanamichi – lo so…” ripetè con sguardo serio e allo stesso tempo triste.
Nel frattempo al Ryonan…
“Hey Akira, come va?”
“Bene, grazie” rispose
il moretto con un sorriso più allegro che mai.
“Beh, che ti è
successo? E’ da un po’ che non ti vedo così felice”
“Ho un nuovo amico…”
“Uhm…?”
Koshino non ci capiva
niente.
“Ieri ho chiesto ad
Hanamichi di diventare amici e lui ha accettato” spiegò.
“Tutto qui?” chiese
l’amico.
“Beh, per me è
importante. Vorrei che andassimo d’accordo… anche per i nostri genitori,
certo, ma soprattutto perché credo che potrebbe essere un ottimo amico”
Il porcospino guardo
l’altro oscurarsi.
“Se lo dici tu…”
“Hey, tu sei e sarai
sempre il mio migliore amico, chiaro?”
I due si sorrisero e
poi andarono agli allenamenti.
Quella sera a casa
Sakuragi-Sendo ci fu un gran trambusto, infatti Yoko e Rika avevano deciso
di andare tutti fuori a cena e purtroppo né Akira né Hanamichi riuscirono a
salvarsi.
Quando la
mamma decide una cosa non c’è verso da farle cambiare idea… Ah, povero me…
pensava il rossino, per niente allettato all’idea di uscire.
Un’ora dopo si
trovavano tutti e sei attorno ad un tavolo del “prestigioso”
fast food del centro.
La serata,
contrariamente a quanto si aspettava Hanamichi, fu piacevole e anche
divertente.
Passarono quasi tutta
la sera ad ascoltare lo strambo modo in cui si erano conosciuti i loro
genitori.
“Ho conosciuto tua
madre durante un’intervista ad un giornale – spiegò Kazuko al rossino – e ne
rimasi affascinato. Lei mi fece qualche foto e subito dopo le chiesi di
uscire con me, ma…”
“Io rifiutai” terminò
per lui Yoko.
“E poi?” chiese Hana
curioso.
“Allora mi feci dare il
suo numero dal giornale, scoprii dove lavorava e le mandai un centinaio di
rosse rosse…”
“Che io prontamente gli
spedii indietro” finì di nuovo la madre del rossino.
“Ma non mi arresi e
dopo una corte serrata accettò un mio invito ad uscire così finalmente
andammo a cena insieme e…”
“Accettai per
disperazione” precisò Yoko sorridendo.
“…e lei si innamorò
pazzamente di me!!!”
“Esagerato!!! Mi
accorsi che avevi qualche buona qualità e decisi di darti un’opportunità…”
disse Yoko con tono canzonatorio.
Tutti scoppiarono a
ridere.
Ora ho capito
da chi ha preso il suo caratterino Hanamichi pensò
Akira.
“E tu papà come hai
conosciuto Rika?” chiese il rossino.
“Beh…”
Rika prese la mano di
Hideaki fra le sue.
“Devi sapere che tuo
padre ha partecipato ad una festa di beneficenza che avevo organizzato per
l’ospedale della nostra città e aveva messo in palio un ritratto fatto da
lui al vincitore del primo premio e…”
“Ha vinto Kira” terminò
per lei Hideaki.
“Ci siamo visti per le
sedute necessarie al mio ritratto e… beh, sono rimasta affascinata
dall’allegria di tuo padre… Anche se a volte è un po’ megalomano” disse
ridendo.
“Hey… cosa dici? Io non
sono affatto megalomane. Sono un artista e quindi, come tutti i geni, un
incompreso…” ribattè Hideaki con tono tragico.
Ed ecco da chi
Hana ha preso la sua presunzione… pensò Akira
scuotendo la testa.
Dopo un paio d’ore
decisero di tornare a casa.
“Che ne dici di fare
quattro passi?” chiese Akira al rossino.
“Ok” rispose Hanamichi.
“State attenti” si
raccomandò Yoko.
“E non fermatevi a
bighellonare, tornate subito a casa” le fece eco Rika.
“Si mamma, stai
tranquilla” rispose il moretto.
“Bene, a dopo” disse
Kazuko.
Così, fianco a fianco,
i due ragazzi s’incamminarono, cominciando a parlare del più e del meno, ma
principalmente di basket (Che volete, sono fatti così ^___^ NdH)
Era piacevole starsene
fuori a passeggiare.
Akira si rendeva sempre
più conto che gli atteggiamenti superficiali del rossino molto spesso erano
costruiti e voleva assolutamente sapere perché.
Cosa nascondi
Hanamichi? Cosa?
Nel frattempo, nei
paraggi, giravano per quelle strade altri due amici…
“Hey Mitsui, non è
meglio tornare a casa? Si sta facendo tardi”
“Ok pappa molla. Ci
vediamo domani agli allenamenti così…” Mitsui spalancò gli occhi per lo
stupore.
“Beh, che c’è?” chiese
Miyagi non capendo il comportamento dell’amico.
L’ex teppista indicò al
play un punto con l’indice.
“Ma quello è…”
“…Sakuragi…”
“…ed è…”
“…con Sendo!!!”
“Ma che ci faranno quei
due insieme?” chiese Miyagi.
“Non ne ho la minima
idea…”
OWARI – 1
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