Nota: Muraki è un po' OOC, ma è perchè è davvero innamorato ora^^
Grazie a Miyu per aver corretto^*^
Dediche: Alla mia meravigliosa sorellina Sakuya per il suo compleanno! Miliardi di questi giorni, ti voglio un mondo di bene! E ovvi baci alla tua dolcissima e meravigliosa metà.
Scent
of roses
di Seimei
"KAZUTAKAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA"
Un urlo inumano inondò la quiete del mattino al Kokakurou.
Gli uccellini, che fino a quel momento avevano cinguettato felici nell'aria tersa, fuggirono spaventati da quel grido.
Il capo della famiglia Mibu, completamente ricoperto di petali di rose rosse, uscì gridando dalla sua stanza, dirigendosi verso l'esterno dove, ne era certo, avrebbe trovato il colpevole del suo stato.
Si era svegliato a causa di un intenso profumo che lo stava stordendo, e si era ritrovato immerso in un mare di petali di rose rosse, che erano stati sparsi su di lui, sul suo futon, nella sua stanza, lungo tutto il corridoio, fino a raggiungere il giardino, dove, a migliaia, erano posate rose a gambo lungo, a cui era legato un sottile nastro argentato.
Oriya ansimava leggermente, il kimono completamente aperto sul davanti, i capelli scompigliati e un'espressione collerica dipinta sul volto solitamente sorridente.
Il bersaglio della sua furia era seduto poco distante, mollemente adagiato sul bordo di pietra della fontana, una mano che giocava con la superficie dell'acqua, l'altra posata in grembo.
Muraki si voltò, e sorrise al nuovo arrivato, facendo rabbrividire oriya, un po' di paura e po' d'eccitazione.
I rari sorrisi di Kazutaka erano terrificanti.
Sembrava l'angelo della morte quando sorrideva così, ma al contempo era così sexy che a fatica il padrone del Kokakurou riuscì a ritrovare la lucidità e a dirgli ciò che doveva.
"Insomma Kazutaka, devi smetterla!!! finirò con lo sviluppare una brutta allergia alle rose se continuerai così!!!"
Muraki si alzò.
Era come sempre elegantissimo, vestito con un completo di un bianco accecante, gli occhi che rilucevano sotto le lenti sottili, e i capelli argentati che riflettevano il cielo, risplendendo in mille sfaccettature.
Oriya deglutì.
Perchè non riusciva ad essere arrabbiato come voleva?
perchè quel dannato dottore maniaco assassino e pervertito lo faceva sentire a quel modo?
Da quando si erano conosciuti non aveva fatto altro che assistere alle sue atrocità, ma ogni volta lo accoglieva con un sorriso e una paternale non troppo
convincente.
"Oriya" sussurrò Muraki, e l'uomo trasalì.
Non si era accorto che gli si fosse avvicinato a tal punto che le sue labbra riuscivano a sfiorargli il viso.
Prese il coraggio a due mani e scostò quel corpo caldo da sè, puntandogli le mani sul petto ed allontanandolo.
"Kazutaka" disse alzando un pungo dove pulsava di rabbia una vena identica a quella in rilievo sulla sua tempia "Non voglio più vedere nessuna rosa in camera mia, capito?"
Kazutaka lo guardò, ma non rispose.
Indicò il fiume di rose che li circondava e gli chiese se avesse idea di quante potessero essere.
"Ma cosa vuoi che ne sappia" sbottò Oriya, mentre sentiva salire in lui una voglia pazzesca di uccidere l'amico trafiggendolo una spina di rosa alla volta.
Stare con lui gli faceva venire dei pensieri morbosi.
"Un milione... e una rosa" gli rispose calmo Muraki, estraendone una dalla giacca.
Oriya fece per ribattere quando un lampo attraversò la sua mente, e i suoi occhi si allargarono di colpo, mentre tutta la sua furia si placava.
"Un... un mi..."
"Un milione e una" ripetè Muraki.
Oriya si lanciò fra le sue braccia e si lasciò stringere da quel pazzo e folle dottore, che tanto lo aveva fatto penare.
Un milione e una.
Lui lo aveva detto, tanto tempo prima.
"Regalerò un milione di rose rosse a colui che amo" erano state le sue parole, ma Oriya aveva
ribattuto che il suo per quello Shinigami non era amore, era una stupida ossessione. Si sentiva con lui parte di quella stirpe delle tenebre, e pensava solo di amarlo. Non era amore creato dal cuore, ma solo dalla mente.
Muraki gli aveva urlato contro che lui sapeva benissimo come e quanto amava Tsuzuki, e che lui non era nessuno per dirgli se il suo sentimento fosse vero o meno.
"Il giorno in cui troverò qualcuno che amerò più di Tsuzuki gli regalerò gli regalerò un milione e una rosa rossa" aveva sbottato e se ne era andato.
Un milione e una rosa rossa.
Oriya sollevò il viso dal petto del dottore in cui si era rifugiato per celare il suo stupore, e lo guardò in viso.
"Allora tu..."
"Ti amo"
La bocca di Muraki si chiuse sulla sua, mentre una lingua curiosa si intrufolava dentro di lui, sondandone ogni minima parte.
Le mani di Kazutaka si infilarono fra i suoi capelli, accarezzandoli in tutta la loro lunghezza, e il suo corpo si faceva sempre più vicino al suo, finchè non sentì premere la stoffa morbida del vestito sul suo petto scoperto.
"Entriamo" disse Oriya, mentre sentiva impellente il bisogno di avvertire quel corpo atletico pulsare di calore a contatto con il suo.
Percorsero a ritroso il percorso cosparso di rose, fino ad arrivare nella stanza piena di petali color del sangue, il
cui profumo invase le loro narici, eccitando ancor di più i loro sensi.
Oriya non era più infastidito da loro profumo: esso era la prova che finalmente il suo dottore lo amava.
Sollevò le braccia e gli fece scivolare la giacca dalle spalle, per poi iniziare a sbottonargli la camicia mentre Muraki lo guardava con profondo desiderio.
"Non guardarmi a quel modo" disse Oriya guardandolo in viso "Sembri un maniaco che fissa la sua prossima vittima!"
"Bhe..." rispose con tranquillità Muraki "Io SONO un maniaco e, in effetti, sto proprio guardando la mia prossima vittima".
Mibu gli lanciò uno sguardo da far raggelare il sangue ma, essendo il sangue di Muraki già congelato di suo, non successe niente.
O meglio, successe che, all'improvviso, Oriya si ritrovò disteso fra i petali carminio, completamente nudo, con le mani e la bocca di Muraki che esploravano la sua pelle, sfiorando, con studiata casualità, ogni sua zona erogena.
Le sue labbra sorbivano lentamente un orecchio, mentre le dita sfioravano il suo collo, appena sopra la clavicola, provocandogli intensi brividi lungo la schiena.
Oriya spinse il bacino contro il corpo di Muraki, scontrandosi con la sua erezione, stretta nella prigione di stoffa dei pantaloni.
Muraki si liberò di quell'inutile ingombro e, finalmente nudo, decise che era ora di passare all'azione.
La sua bocca si posò su un piccolo ciuffo di riccioli neri, al di sotto del quale pulsava il membro teso di Oriya, che gemeva ogni volta che la punta veniva sfiorata da un lembo di pelle del suo amante.
Muraki scese con la bocca lungo il pube, e prese in bocca quello strumento, iniziando a succhiare.
Oriya emise un lungo, prolungato gemito di piacere, e sul volto sadico di Muraki si formò un ghigno di soddisfazione.
Quanto avrebbe voluto legarlo e imbavagliarlo, ma quella era la loro prima volta, e doveva essere dolce, gentile e piena d'amore.
O almeno sperava.
Non sapeva se era in grado di resistere a tanta carne da mettere a ferro e fuoco.
Cercò di scacciare dalla mente corde e catene, iniziando a giocare con l'apertura di Oriya,
continuando a pompare con forza sul membro duro che spingeva contro al sua gola.
Oriya aprì di più le gambe, come una rosa che sboccia cercando i caldi raggi del sole.
E quel sole erano la bocca e le mani di Muraki, che stavano compiendo su di lui il più superbo dei lavori.
Poi il buio.
E il freddo.
Oriya si sentì abbandonato, quando Muraki lasciò al sua posizione, allontanandosi da lui.
Guardò il dottore, e subito capì.
Sollevo gambe e bacino, e si offrì a lui.
"Predimi" disse con voce roca e nella mente di Muraki calò la nebbia.
Una coltre spessa e fumosa, che gli fece prendere fra le mani le gambe di Oriya, aiutandolo a sistemarsi contro di lui, per poi poggiare il proprio pene sulla sua entrata.
"Sei pronto?" chiese, in un impeto di bontà che nemmeno lui sapeva da dove potesse essere scaturito.
"Lo sono sempre stato" rispose Mibu, spingendo contro la punta che prema contro di lui, ansioso di essere invaso e di sentirla ingrossarsi dentro di lui.
E Muraki lo prese.
Entrò in un colpo solo, ma subito si bloccò.
Un grido di dolore aveva lacerato la gola di Oriya, mentre lacrime calde sfuggivano alla prigione delle sue
ciglia.
Muraki allungò un dito, e asciugò quel liquido salato portandoselo alla bocca.
Fu allora che il bacino di Oriya iniziò a muoversi dolcemente contro il suo.
Muraki iniziò a spingere, uscendo quasi del tutto, per poi rientrare completamente, dentro e fuori, aumentando il ritmo, lasciando che fossero i gemiti stessi del suo amante ad aumentare la sua eccitazione.
Oriya sollevò ancora di più le gambe, e Muraki aumentò le spinte, uscendo ogni volta da lui, per poi rientrare con prepotenza e vigore, lasciando che ogni sua singola cellula combaciasse con quelle del suo amante.
Il padrone del kokakurou sussultò quando Muraki lo liberò dalla sua presenza.
Il membro gli doleva tanto era eccitato, e rivoleva il suo uomo dentro di lui.
E Muraki lo accontentò subito.
Lo fece voltare e lo prese da dietro.
Fu come un lampo.
Sentiva l'energia del suo uomo fluire dentro di lui, mentre una mano avvolgeva al sua virilità scoperta e iniziava a masturbarlo, facendolo urlare.
Muraki si sentiva molto vicino all'onnipotenza in quel momento.
Era come se stesse possedendo l'intero universo, il suo universo, nel quale era sospeso, pianeta che ruotava attorno alla sua stella, e quella stella era l'uomo che gemeva e si
contorceva sotto di lui.
Stelle reciproche, stelle gemelle, anime che si incontrano una sola volta nella vita, e che non si possono lasciare mai.
Ancora una spinta, ancora un colpo di reni e Oriya si riversò nella sua mano, sporcandolo di sè, macchiando di bianco il rosso dei petali che volteggiavano attorno a loro.
Muraki liberò Oriya di sè, e il ragazzo si voltò, mettendosi di fronte a lui.
Prese il pene ancora gonfio di Kazutaka e se lo portò alle labbra, iniziando a succhiarne avido la punta bagnata, mentre con la mani massaggiava l'asta tesa.
Muraki, seduto sul futon, gli mise le mani nei lunghi capelli, e iniziò a spingere piano sulla sua testa, aiutandolo nei suoi movimenti.
Oriya pompava, e Muraki gemeva.
I fianchi del dottore spingevano contro la sua bocca, e oriya aumentò di colpo le pompate, premendo con le mani sulla base dell'asta, facendo aumentare i gemiti e le grida di Muraki che, poco dopo, si riversò copioso nella bocca del suo amante.
Oriya, senza deglutire, si sollevò verso il suo amante e posò le proprie labbra sporche di seme sulle sue, lasciando che il liquido vischioso entrasse nella bocca di Muraki, e si posasse sulla sua lingua, che si affrettò ad unire alla propria.
Un bacio umido di saliva e sperma, sublime momento erotico, degna conclusione di un rapporto perfetto.
"Dove l'hai imparato quello?" chiese Muraki ad Oriya, mentre, stesi nudi tra le lenzuola sfatte del futon, aspettavano che il sonno li accogliesse fra le sue spire.
"Una delle ragazze me ne ha parlato una volta... ho sempre desiderato di farlo con te..." rispose l'uomo, passandosi una mano fra i lunghi capelli castani, soffermandosi a giocare con un petalo che si era incastrato fra di loro.
"Scusa se ti ho fatto aspettare" disse d'un fiato, per la paura che mai più sarebbe riuscito a dire una cosa tanto dolce a qualcuno.
"Meglio tardi che mai" sorrise Oriya rannicchiandosi contro di lui.
Muraki lo strinse a sè, e si lasciò cullare dal suo respiro.
"Ti amo" biascicò Oriya, la voce già prigioniera del sonno.
"Ti amo" rispose Muraki, mentre Morfeo lo rapiva fra le sue braccia.
Chiusero gli occhi e si addormentarono, felici e appagati, immersi nell'intenso profumo delle rose.
Owari
Sei: Cortaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa
Oriya: finalmente trombo!!! evviva, evviva evviva!!
Sei: Oriya -.-
Muraki: bella scena di sesso!
Sei: g-grazie O//O
Muraki: Prego!!!!
Sei: Oddio mi sento male... vabbè, a prescindere... AUGURI SORYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYY MILIARDI DI QUESTI GIORNI E SPERO CHE TU ABBIA GRADITO QUESTA SORPRESA!!! TANTISSIMI BACI
Sory Sei che ti vuole tanto bene^*^
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