Scelta
d’amore
-Kaede’s
Diary-
Mi appresso ad aprire il diario,
tentennando in modo nervoso. Non vedo nessunissima differenza,
rispetto ad una settimana fa, a dieci giorni fa.. a un mese fa.. come
fanno a dire che è peggiorato?? L’infermiera Saito entra. “Ma tu.. quando sei arrivato?” infatti. “Pochi istanti fa..” le spiego, giocherellando con la copertina rigida, con fare irrequieto. “Come stai?” mi chiede, nascondendo
alla meno peggio l’apprensione della domanda. “Certi giorni, è solo più dura.. andare avanti.” Confesso, lasciando vagare lo sguardo ovunque, tranne che su di lei. “Il dottore mi ha ordinato di mandarti da lui, al tuo arrivo.. è importante.” Sto per chiedere un’anticipazione, ma
dal suo sguardo spento capisco che non mi dirà niente. Lascio l’agenda sulla sedia. Credo sia inutile prepararsi. Mi avvicino allo studio. La porta è
solo accostata e sento provenire delle voci, dall’interno. “Non dovrebbe parlargliene, signore..” Sumai? “Invece ritengo sia un suo diritto sapere, e prepararsi mentalmente e spiritualmente alla separazione..” Kawata? “Mpf.. se lo dice lei..” Sì, è
proprio la voce di Sumai-stronzo. Mah.. comunque non posso più aspettare, busso un paio di colpi sullo stipite, chiedendo il permesso ad entrare. L’espressione di Sumai esplica chiaramente della sorpresa, e fastidio malcelato, rivolto a me e al suo superiore. Il terribile dubbio che stessero parlando di me sta diventando consapevolezza. “Siediti, Sakuragi-kun.. ho bisogno di informarti sulle ultime notizie..” comincia Katawa-san, preparando il terreno. Sumai-san si avvia verso la porta, ma viene richiamato: “Ryoji, no. Vorrei che restassi anche tu, per favore..” gli ordina. La consapevolezza si sta trasformando in certezza. Cos’è.. teme che lo riempia di pugni, per quello che dovrà dirmi?? Penso, stizzito. “C’eri anche TU, nel giro-visite di stamattina.. E hai rilevato TU, il cambiamento.. potrebbe essere utile anche la tua presenza..” perché ha calcato così, su quel tu? Il kohai si ravvicina a me, sistemandosi sulla poltrona alla mia destra. La seccatura è palese.. sa che non sarà una discussione piacevole, e se ne trova immischiato, suo malgrado. L’isya Kawata riporta l’attenzione su di me, tamburellando nervosamente le dita sul ripiano dello scrittoio.. “Hanamichi..” -non mi aveva mai chiamato per nome.- “Non sarà facile, quello che sto per dirti. Né per me, né per te.. E non esistono metodi indolore. Mi spiace.” Il preambolo non è dei migliori..
centinaia di ipotesi mi si figurano davanti.. una più cupa dell’altra. Kawata si sfila gli occhiali. Perché non li avevo mai notati, prima? Non voglio pensare. Non potete costringermi a starvi a sentire.. I quadri alle pareti.. strani. “Hanamichi…” mi richiama lui. E io mi ostino a guardare altrove. Sarà sciocco. ..non me ne frega un cazzo. “Sakuragi, ascolta..” me lo ritrovo davanti, d’improvviso seduto davanti a me. Quando si è mosso? Mi afferra le mani. Troppo stordito,
per ribellarmi a questa confidenza inusuale. ‘Dagli occhi di quest’uomo, posso
capire che ha visto i dolori del mondo. “Dovrai essere forte.. so che sei un ragazzo coraggioso..” No. Vi prego. No. “Vuoi chiamare qualcuno.. che stia con te?” propone, incerto. Scuoto la testa, per rifiutare. Lo sento sospirare stancamente, riordinando le idee.. “Stamattina, vedi.. Sumai-san e il mio staff hanno monitorato lo stato di Rukawa, dopo l’aggravarsi di ieri.... e..” si ferma, si vede che è restio a continuare. “E..?” lo imbocco, è tardi, ormai per tornare indietro. “…e la diagnosi è mutata.
Irrimediabilmente, temo. “..o morte cerebrale.” Concludo io, per lui. Le sue pupille si dilatano di
sorpresa. Silenzio. Pensa veloce, Hana.. pensa.. Lui muove la testa, in segno di diniego: “Tutti gli esami e i tracciati parlano chiaro..” si ripete, come se la chiave dell’accettazione fosse lì. E’ che non so dove ho lasciato il lucchetto.. Ripenso a quella camera. Al letto.
Alle ore infinite passate lì, a ridere, a piangere, a brontolare, ad
arrossire.. a tutti i tracciati che ho visto disegnarsi.. “Ma il cuore batte!! Ho sentito anche oggi il ‘bip bip’ del cardiogramma!!” Ennesimo no. “Il coma irreversibile
coinvolge la degenerazione progressiva dei tessuti cerebrali.. Il suo cervello è semplicemente morto.” Lo fisso, come se avesse detto una
madornale castroneria. Perché non ritorna ad usare i suoi
complicati paroloni, di cui capisco solo la metà del significato? “Il quadro clinico-elettroencefalografico è un responso indiscutibile.” Sento la stretta delle sue mani farsi più serrata, come a palesarne la presenza. E sento qualcosa di umido scivolarmi giù, contro le dita. “E’ finita?” soffio, al mondo sfuocato attorno a me. “Hai.” Decreta lui. Un interminabile abisso di silenzio. Rotto solo dal tamburellare fastidioso di Sumai, sul bracciolo della poltrona. Percepisco lontanamente le dita di Kawata attraversarmi i capelli, in un gesto di conforto. Di consolazione, di.. voglio morire. Mi scappa un singhiozzo, e non mi sforzo nemmeno di trattenere quelli dopo.. Ho perso lui.. che senso ha tenermi la dignità? …. Chino la testa in avanti, sconfitto. Ho perso. –tutto quello in cui credevo- ho perso.
L’ho perso. …e adesso? “Abbiamo già avvisato il suo tutore legale.” –m’informa lo stronzo, con il suo familiare tono sgradevolmente saccente, con quella punta di annoiato, che mi fa saltare i nervi. Sollevo la testa di scatto nella sua direzione, cercando di mettere a fuoco la visione confusa del mondo. Perché..? Come fa a sapere..? Che abbia parlato a voce alta? “Nani?” soffio, snebbiandomi la mente. forzandomi a capire. Sumai ha adottato una posa più professionale, impostando un’inflessione impersonale, mentre ripete, lentamente, quasi fossi scemo: “L’assistente sociale è stato contattato, stamane, da me.” Questa mi mancava. E lo vedo rabbuiarsi, come se gli avessero sottratto un giocattolo divertente. Non mi sfiora nemmeno l’idea che sia dispiaciuto per me. o per Kaede: “E ci ha espressamente ordinato di non fare nulla, almeno finché non avrà consultato gli avvocati di mezzo Giappone, onde evitare ripercussioni legali sulla sua carriera, nel caso prendesse una scelta avventata..” Non mi è chiaro.. Stringe nuovamente le mie mani nelle
sue. “Ma Kaede… Kaede ha scritto che..
che..” farfuglio, ripescando con dolore frammenti scritti, convinzioni,
volontà. “Ne abbiamo già parlato, ragazzo mio..” incomincia il senpai, ma in realtà il discorso è già bello che finito. So, cosa sottintendono le sue parole. ‘Quello che Rukawa desidera.. non sarà nemmeno preso in considerazione.’ Con uno strattone, mi ribello dalla
sua stretta. Lo fisso. Con lo sguardo ferito di chi è deluso. Kawata lo sostiene, ma non replica
alla mia muta accusa. E la rabbia mi sale dentro,
soverchiando momentaneamente il dolore lancinante che sento nell’animo. Da oggi, è mio nemico anche lui. Sento la testa girare. Kawata accenna ad alzarsi, per
assistermi, ma il mio disprezzo lo dissuade. Sumai è una presenza inesistente,
oramai, dentro la stanza. Mi concentro sulla volontà di
andarmene da qui. E mi rialzo. Non me ne frega un cazzo di come non
vorrebbe che andassero le cose.. ha fatto una sua scelta? Da oggi, le nostre strade si dividono. “Lo dico per chiarire, al di là di ogni ragionevole dubbio, che non soffrirà.. se ti può aiutare a sopportare.. a fartene una ragione.. Kaede-kun non sente niente.. non prova alcun dolore..” E’ morto! Che cazzo di dolore vuoi che provi??!! Uscendo dall’ufficio, noto per la
prima volta un quadro, appeso al muro. “I medici non sono al mondo per
facilitare la morte, ma per conservare a qualunque prezzo la vita.” Un sorriso amaro mi si dipinge sulle labbra, fratello della disperazione che sento brillare nel riflesso del vetro sui miei occhi. E se la vita non c’è più? …. Entro in camera. Tutto è come sempre. “I grandi cervelloni rompono le balle..” gli dico, per dovere di aggiornamento. E, di colpo, realizzo l’assurdità. Mi appoggio sul bordo della sedia,
accasciandomi sul letto. Per 30 secondi, lo mando mentalmente
al diavolo. Che rimanga dov’è. Lo afferro, e lo ripongo sulle mie
ginocchia. Mi lascio consolare dal ronzio del
respiratore, dalla pompa che va su e giù, dai ricordi. Lo afferro di scatto, infastidito, e mi preparo a lanciarlo lontano. Poi comprendo. E ci rinuncio. C’è un pezzo della sua vita, qua dentro. Accarezzo la copertina blue navy, con
un impeto di devozione quasi religiosa. Lo apro lentamente, sfilando il
segnalibro. Forse è Destino che noi due lasciamo sempre le cose a metà. E il giorno della disgrazia. Istintiva la consapevolezza.. ci sono
già troppe cose che sono finite oggi. Il diario, no. Inizio a sfogliare a ritroso le pagine, soffermandomi qua e là, alla ricerca di possibili pezzi saltati, magari nella fretta, nella distrazione.. qualcosa che potrei aver ignorato? La ricerca diventa quasi febbrile, sembra sciocco, lo so, ma mi sento incatenato dalla smania di trovare qualcosa che sia una sorpresa, un insperato regalo, da parte sua. Ma non ci sono pagine incollate, passo e ripasso.. già tutto visto, già tutto letto. “Cosa posso fare, io, per te?” gli chiedo, ignorando la certezza di una risposta che è ormai dentro me. Risposta che non voglio sentire, che non voglio nemmeno prendere in considerazione. Do del codardo a Kawata-san, ma alla fine sono come lui. In un giorno di luglio, sta la mia
risposta. Ma è l’unico modo, per non lasciarmi andare alla disperazione della mia inutilità.
…continua.
Note dell’autrice: - Per prima cosa, né la storia né i personaggi di Slam Dunk sono miei; appartengono agli aventi diritto e, nel fruire di essi, non vi è alcuna forma di lucro, da parte mia. - Ritengo opportuno ricordare che si
farà spesso uso di termini medici, per descrivere la situazione clinica di
Kaede. Per rendere tale descrizione più realistica possibile, mi sono
documentata in modo scrupoloso, consultando diversi testi di medicina e
anatomia, e compiendo ricerche nel web. - La massima citata nel capitolo appartiene a Thomas Mann (1875 - 1955). - La storia
si snocciola in numerosi capitoli, ma si è GIA’ CONCLUSA. - Come sempre, sono graditi commenti, consigli e critiche. Chiunque desideri, può contattarmi al solito divano blue navy: elyxyz@libero.it - Per
ulteriori note e chiarimenti doverosi, vi rimando all’ultimo capitolo. Arigato (_
_) elyxyz
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