Scelta d’amore

-Kaede’s Diary-

By elyxyz


Capitolo 38

(In corsivo, il diario di Kaede)

 

POV di Hana.  


Mi sveglio, tutto indolenzito. E’ l’alba, credo.
Un timido sole filtra dalle tende.. e la corrente è tornata, ma qualcuno deve aver spento la luce principale, durante il turno della notte.

Mi risollevo dalla poltrona, sgranchendomi la schiena, sento il collo tutto indolenzito.
Ma quando sono finito, qui?
Non ricordo di aver lasciato il suo letto.. mah. 

“Buongiorno, amore..” lo saluto, sfiorando con le labbra la sua fronte.

Poso lo sguardo sulla sveglia sul comodino: le 6.30.
..cosa pagherei per poter dormire un altro po’..

Mi stropiccio gli occhi energicamente, per cancellare la tentazione di riappisolarmi.
“Ho bisogno disperato di una doccia.” -Gli dico, soffocando l’ennesimo sbadiglio.- “E poi a scuola, e dopo ritorno da te..”

Faccio mente locale, cercando di snebbiarmi il cervello: Saito-san ha detto che l’isya Kawata sarebbe stato reperibile nel primo pomeriggio.. ergo: dirò a Miyagi che salto gli allenamenti, e vengo qua..

Piego la coperta e la poso sul bracciolo della poltrona, butto l’incarto del mio magro pasto di ieri sera.. non ho neanche ringraziato Saito-san come si deve..
Socchiudo la finestra quel tanto che serve per far passare un po’ d’aria fresca, e dare il cambio a questa, che è fin troppo viziata..

“Ci vediamo più tardi, nh?” gli ribadisco, infilandomi la giacca stropicciata.

Saluto l’infermiera di turno, che non sembra per nulla sorpresa della mia presenza così mattiniera, evidentemente è stata informata dalle colleghe del turno precedente..
Sto per andarmene, quando lei mi richiama e mi allunga una tazza di caffé nero, forte e bollente, con un sorriso di comprensione.
Mi farà venire la tachicardia, un simile concentrato di caffeina, ma non mi sembra cortese rifiutare la sua gentilezza, e poi magari mi darà una scantata..
E’ dolce, non me lo aspettavo.

Lo sorseggio con gratitudine, e poi mi congedo.

Fuori dall’ospedale, le persone camminano veloci, verso i loro luoghi di lavoro.. un ragazzo che consegna i giornali quasi m’investe, per dribblare un ramo caduto in mezzo alla strada..
Ditemi che non sarà come ieri, vi prego..

Mi osservo intorno, stringendomi di più nel giaccone.. caspita, se fa freddo!!
Costeggio la via principale, anche se allungo un po’ il ritorno, ho tutto il tempo per fare le cose con calma.. e, mentre pregusto un’abbondante (talmente abbondante da far invidia a Taka) colazione, e penso ad una bella doccia fumante, di quelle che ti fanno rinascere, e una scusa decente per i compiti che non ho eseguito.. penso che questo Tsunami abbia fatto un gran casino: ci sono un sacco di rami divelti, lungo il marciapiede, uno di questi ha addirittura sfondato la vetrina di un negozio..
I cestini delle immondizie sono rotolati via, almeno quelli non fissati ad un palo. E poi un sacco di cartacce, e depliant.. trasportati da chissà dove.. la nettezza urbana avrà il suo bel daffare a ripulire tutto..
Perso in questi pensieri, non m’accorgo, quasi, d’essere arrivato a destinazione.

Ma un familiare borbottio mi riporta nei ranghi: pancia mia, fatti capanna!!!

….

“Quel botolo ringhioso..” mastico fra me e me, all’indirizzo di Miyagi..

“Quando gli ho detto che avrei saltato gli allenamenti, per venire qui, ha osato provare ad obiettare qualcosa, sul fare almeno i fondamentali, ma Ayako l’ha riempito di sventagliate, talmente forti –e talmente tante- che ha rinunciato a protestare, per guaire il suo dolore.. hi hi hi.
E poi la nostra manager mi ha spedito qua, senza sentir ragioni..”

“Comunque.. Kawata è in riunione, adesso, quindi ci parlerò assieme tra un paio d’ore..
Che ne dici.. dobbiamo dare una scorsa alla partita?” propongo.
Onestamente, controvoglia.
Non mi va di finire il diario.. non oggi.. 

 

3 Ottobre. Domenica. “Ore 20.45. Amichevole con il Ryonan.
Se avessi il collo di Sendoh a portata di mano..”
 

“Certo che, ultimamente, siamo un po’ sul nervosetti, eh?
Ieri a Maeda, poi con Sendoh.. non mi stupirei di leggere, fra qualche riga, ‘se avessi la testa del Do’aho vicino a me’!..” scherzo, per prenderlo in giro, sa essere suscettibile, la Volpaccia..

“La mancanza di Uozumi sotto canestro si fa sentire.. come quella di Akagi, del resto..
Una cosa significativa da annotare è che la guida spirituale dei nostri avversari è sempre stata Sendoh, ancor prima di divenire capitano.. invece, per noi, con Miyagi, siamo alla prima esperienza.. ed è bene che si prepari spiritualmente.. l’eredità del Gorilla non è facile da portare avanti.. ma Ryota ha preso il suo ruolo molto sul serio, a differenza di un certo porcospino..
Mi hanno dato sinceramente fastidio, le attenzioni che ha riversato sul mio rossino.. ma come si permette di provocarlo così??”

“Ah, sì?? E il modo in cui si strusciava su di te, allora? Come la mettiamo??” gli rinfaccio, allusivo.

“Al 5° minuto del primo tempo, eravamo sotto di 3 punti.. ma non eravamo preoccupati: ormai si sa che siamo come i Diesel.. ci mettiamo tanto a scaldarci, ma poi non ci ferma più nessuno..

Gli abbiamo dato del filo da torcere, poco ma sicuro..

Il loro Incazzato Perenne (come lo ha definito Hana) sembrava non gradire le attenzione agonistiche del Porcospino nei confronti della Baka Saru.. almeno, su questo, eravamo d’accordo!!

Hanamichi ha giocato per 12 minuti, per scelta del Coach.
Se lo avessimo escluso, ci avrebbe fatto una tirata infinita.. ma non può ancora sopportare un incontro intero..
Ad ogni modo, ha saputo far parlare di sé, anche in questi pochi minuti..

..Shiozaki non riusciva a smarcarsi: allo scadere dei 30 secondi, passa a Kakuta, che non era in buona posizione per tirare da fuori area, ma tant’è.. Hanamichi è sotto il canestro, pronto per il rimbalzo.. ma non ha calcolato che la palla lanciata da Satoru.. beh.. gli finisse sulla testa e rimbalzasse sul ferro.. io sono saltato, insaccandola: era un tap-in perfetto!!
Ovviamente il punto era valido, ma tutti si sono dimostrati parecchio infastiditi, per il risultato di questa mia azione.. soprattutto lui, che ne è stato il mezzo inconsapevole..
Stranamente, però, i nostri avversari non se la sono presa con me, ma con lui!
Hanno iniziato ad insinuare cose del tipo: “Se è l’unico modo che sconosci per fare canestro, è meglio che ti dai all’ippica!” - Al più sottile: “E’ una nuova tecnica segreta del ‘Tensai’??”

Mitsui e Ryota gli si sono affiancati, pronti a braccarlo, nel caso in cui avesse deciso di rispondere con i fatti alle parole.. il Do’aho, si sa, s’infiamma facilmente..
E invece, ci ha stupiti tutti, sfoderando uno dei suoi strafottentissimi sorrisi, e declamando alla folla in campo: “Quando un vero genio appare in questo mondo, lo si può riconoscere dal fatto che gli idioti sono tutti coalizzati contro di lui.”

“Altra citazione che non ricordo né di chi sia, né dove l’ho letta.” 

“Mph.. Baka Saru.. lui, e la sua mania di cadere sempre in piedi, come i gatti..”

 “Di necessità, virtù!”

“Bastava ammettere la casualità dell’evento.. e invece no!! SEMPRE A PIGNOLARE, LUI!!”

“E vorrei ben vedere!! Lì si mette in dubbio le immense capacità del Genio!!” sbotto, sulla difensiva.. Stupida Volpe…potresti anche prendere le mie parti, per una volta, no?

“Prima di essere rimpiazzato, Sakuragi è comunque riuscito a farsi valere.. ha compiuto diversi salvataggi.. una stoppata su Fukuda che vale da sola tutto un incontro..”

“Sì, eh??” –gongolo- “Ho fatto mangiare la polvere a Fuku-verme.. sì, sì…”

“Su alley-hoop di Miyagi, ha insaccato un bellissimo slam, e poi è stato sostituito da Sasaoka.
Si vedeva chiaro e tondo che non voleva uscire dal campo.. (due falli comunque se li è beccati) ma ha eseguito l’ordine di Anzai-sensei, senza TROPPI reclami (per il suo target, s’intende).”

“Non ho nemmeno avuto il tempo di scontrarmi seriamente con il Porcospino…” -piagnucolo, con fare melodrammatico- “E poi era più sicuro restarti vicino, nel caso in cui avesse tentato qualche mossa scorretta..”

“Egoisticamente parlando, sono contento che se ne sia uscito.. Hana non ha mezze misure.. e sconfiggere il Ryonan richiede un grande sforzo.. e, poi almeno, il Porco ha smesso di mangiarselo con gli occhi.. anche se ritengo che dovrà presto ingoiare le ire di un qualche Incazzato Perenne a caso…”

“DICI??” chiedo, molto sorpreso dai retroscena di quest’allusione..

Chissà.. magari.. magari Koshino è davvero inguaiato col suo capitano..
Ru ha una sensibilità tutta sua, per percepire ‘ste robe.. con Mitsui e Kogure, per esempio, ha visto giusto.. mah.

Sto per riprendere la lettura, quando sento uno scalpiccio in avvicinamento.

Saito bussa, entrando.. “Se vuoi, Kawata-san è libero, adesso..” m’informa.

“Vengo subito..” e lei m’aspetta, non so perché. Facciamo insieme un pezzo di strada, verso la zona degli uffici, poi lei mi dà una pacca d’incoraggiamento sulla spalla, e svolta destra, verso l’astanteria.

E io mi ritrovo di fronte alla familiare porta di mogano scuro.
Non che io l’abbia varcata molte volte..
Ma sempre una di troppo.
Con la stessa claustrofobica sensazione alla bocca dello stomaco.

Busso forte, racimolando un po’ di coraggio.

Un “Avanti.” pacato mi obbliga a portare a termine la mia decisione, sopprimendo l’istintivo impulso di mollare tutto e tornarmene di là, alla sicura inconsapevolezza della mia stanza 11.

Ma è troppo tardi, ormai.

Sospiro, e sospingo la maniglia verso il basso.

Kawata mi accoglie con un sorriso di circostanza, un po’ troppo forzato, forse.
Di sicuro è stanco.. i medici, qua dentro, hanno turni molto lunghi e impegnativi.. 

Mi fa accomodare, sfilando la cartella di Kaede da un mucchio disordinatamente impilato in un raccoglitore.
Non riesco a rilassarmi, malgrado la poltrona sia soffice e comoda.
E invece lui si distende sulla propria, sollevando il fascicolo davanti a sé. Per un istante, ho l’assurdo dubbio che voglia nascondersi.. di proteggersi dal mio sguardo.
Ma che sciocchezze!!! 

Rimaniamo in silenzio per un tempo indefinito, pochi istanti, suggerisce la mia razionalità.
Un tempo infinito.  

Kawata si risolleva, posando sulla scrivania i fogli, incrociando le mani e il mio sguardo.

“Cercherò di essere semplice.. Sakuragi-kun..” inizia, con un tono un po’ troppo familiare, per i miei gusti.

Perché sento aria di guai??

“I test a cui abbiamo sottoposto Rukawa-kun, nell’ultima settimana, non sono..” -s’arresta, cercando una parola appropriata- “Non sono.. esattamente.. soddisfacenti..”

Il fatto che m’indori la pillola, può solo dire che NON sarà una conversazione piacevole, questa.
Posso percepire chiaramente l’inquietudine salire dentro me, istante dopo istante, insinuandosi sottopelle, pulsare autonomamente nelle tempie, al ritmo del mio cuore accelerato.

Mi faccio violenza, nel chiederlo: “E’.. è peggiorato?”

“Nh..”

E’ un sì???
Perché cazzo ci mette tanto a rispondermi?? 

“Esistono diverse sindromi, dette ‘Di deterioramento rostro-caudale’, espressioni della compromissione graduale e progressiva, dal diencefalo fino al bulbo..” e poi si blocca, come rendendosi conto che è inutile parlare in termini medici con me..

“E’ peggiorato: SI’ O NO?!” l’incalzo, perdendo la pazienza e la calma.

“Hai.”

La sua risposta ha lo stesso impatto di una fucilata. Ero pronto a tutto, ma..

“E… e quanto?” sussurro, incespicando appena, sull’ultima parola.

“Siamo quasi arrivati al terzo stadio, chiamato 'Coma profondo'”.

Chiudo gli occhi, preparandomi all’ultimo colpo: “Le.. le caratteristiche..?”

“Una completa mancanza di risposte.. sono presenti gravi alterazioni delle funzioni vegetative e i riflessi sono del tutto scomparsi..” elenca lui, strofinandosi stancamente a testa, mentre io mi torturo le mani, per non mettermi a spaccare tutto.

“Non c’è..” –la voce mi s’incrina, deglutisco a vuoto- “Più nessuna..?” non ce la faccio.

Davvero. Non ce la faccio.
Neanche a dirlo, figurarsi a crederci.

“Speranza?” -completa lui, per me, con tono contrito.- “Poche… molto poche, in verità.” Conclude, lapidario.

Non so che farmene, del suo tono mortificato.
VOGLIO CHE MI GUARISCA KAEDE, NON IL SUO RAMMARICO!!

“Dannazione!!” impreco, scordando dove mi trovo.
Non me ne frega un cazzo.. 

“E’ meglio se ti fai vedere dal nostro terapeuta, per un supporto psicologico..” –mi consiglia, preoccupato della mia reazione- “Te lo chiamo subito, e fissiamo un appuntamento per stasera, nh?” propone, la mano già sulla cornetta..

Io lo fisso, con lo sguardo vacuo. Le sue parole di adesso, mescolate a quelle di pochi istanti fa.

Kawata ritenta, non sortendo in me alcuna risposta: “E’ importante, sai?.. in questi momenti difficili.. ti aiuta a scaricare la tensione, le paure.. parlarne con un esperto, può servirti a rielaborare l’evento.. a sentirti meno solo.. lo consigliamo a tutte le famiglie, con i pazienti in questo stato..” cerca di farmi ragionare, di spiegarmi che è la prassi comune, che è normale chiedere aiuto..

Ma quale cazzo di aiuto??
L’AIUTO LO VOGLIO DA CHI PUO’ RIDARMI KAEDE!!

..Che si tengano per loro, tutto il resto..

Un terapista.. un analista.. uno strizzacervelli.. non sono pazzo.. non ancora.

“Perché non me l’ha detto prima?” soffio, d’improvviso stanco.

Mi sento il peso del mondo addosso.
Ho le spalle larghe, sì.. ma per quanto reggerò?

“Nani?” fa lui, stupito del mio intervento, dal tono molto diverso da pochi istanti fa.

Ritento: “Le sue condizioni.. aggravate.. cosa aspettavate a dirmelo?” e calco sulla fine, con la speranza di farlo –assurdamente- sentire in colpa, per questa sua mancanza.. io mi fidavo, di lui.

“Non volevo angosciarti anzitempo.. Stavo aspettando di vedere l’evolversi della situazione..” si giustifica, distogliendo lo sguardo dal mio.

Ma non gli è sfuggita, la mia espressione accusatoria: “CONTAVA DI AVVISARMI PRIMA O DOPO CHE FOSSE MOR..”  mi blocco, realizzando la mostruosità che stavo per pronunciare.

“Solo stamattina, i risultati hanno confermato palesemente le nostre ipotesi..” legittima il suo operato.

Una piccola parte di me, mi ricorda che non siamo sotto processo, e che lui non mi deve spiegazioni, ma la sopprimo senza remore.

Gradirei essere informato su ogni più piccolo cambiamento.” Gli sibilo, alzandomi.
E non è una richiesta, lo sappiamo bene entrambi.

Lui annuisce, sospirando di desolazione.

Io gli giro le spalle, pronto ad andarmene, quando la sua voce mi richiama: “Sei pronto a sopportare quello che verrà?” il tono si fa paterno, preoccupato.

“Ho altre scelte?” e chiudo lui, e la porta, dietro di me. 

….

Macino il pavimento sotto ai miei piedi, dall’ufficio alla camera 11.
Mi devo calmare, mi devo calmare. Lo so.

Conto le mattonelle, una ad una, concentrandomi su di loro, e sul respiro, che si deve regolare.

Ce n’è una sbrecciata in un angolo, chissà se lasceranno morire anche lei..
Sento le labbra tendersi in un sorriso di ironica disperazione, e le unghie cercare di lacerare la pelle dei palmi.
Dannazione! Le ho tagliate giusto stamattina..

M’impongo di non fare scenate. Non qui.

….

“Svegliati, o ti prendo a testate, GIURO!!” ma sento le lacrime uscire, contro la mia volontà, bagnandomi la pelle, la  mia disperazione.
Stringo i pugni.. prenderei a calci il mondo.

Niente. Nessuna reazione.

“TI AVVERTO!!” –Gli ringhio, afferrando con rabbia il lenzuolo che ci divide- “SONO STANCO DI ASPETTARE!! STANCO DI FARE I TUOI COMODI!! SVEGLIATI, CAZZO!!
DANNAZIONE.. SVEGLIATI!!!!
VUOI MUOVERTI, SI’ O NO??!!

Sento il tessuto bianco strapparsi, sotto la mia morsa furibonda, un suono secco. Inappellabile.

Era la stoffa..
..o il mio cuore?

Gemo la mia disperazione, sento gli incisivi lacerare la pelle e un acre sapore metallico invadermi la bocca.

Osservo la mia mano avvicinarsi piano alle labbra, l’indice macchiarsi di rosso.
Un rosso scarlatto.
Un rosso vivo.

Sollevo gli occhi su Kaede, davanti a me.
Anche lui, è ancora vivo. 

Mi accascio ai suoi piedi, la sua mano tra le mie, sulla mia guancia.
 

“Permettimi di renderti felice, Volpe, ti prego.
..ti scongiuro… voglio solo passare la mia vita con te…”

“Dimmi.. che devo aspettare ancora.. e io tenterò di crederci!”

“Dammi un segno.. uno solo.. che mi permetta di sperare ancora.. me lo devi, Kaede.. lo voglio!
E resterò qui.. anche tutta la vita.. ma fammi capire che ci sei.. che stai lottando per tornare..
Fai vedere chi è Kaede Rukawa, a questo branco di dottorini idioti.. 
Se non vuoi farlo per te.. ti scongiuro.. fallo almeno per me..”  Stento a riconoscere questa voce disperata, stanca, il tono di resa.. 

Le lacrime hanno ripreso a scorrere, contro la mia volontà.
Stanno bagnando le mie dita e le sue.. per un attimo, mi sembrano l’acqua di mare.. 

Io, lui.. e il mare.. c’è sempre il mare, nei nostri momenti migliori.

Ma questo pensiero, anziché confortarmi.. tiro su col naso, reprimendo un singulto.

Poso con delicatezza la sua mano sul lenzuolo.

Mi stropiccio gli occhi, per asciugare lo sfogo. E’ quasi ora di andare..
Devo dirglielo.. riporto lo sguardo su di lui. 

..D’improvviso, mi sembra di aver scorto un movimento delle sue dita.

Sbatto le palpebre, certo di aver preso un abbaglio..
..invece no.

Le sue dita si sono mosse, di poco, ma si sono mosse!!

Lancio un grido di gioia, spalancando la porta: devo correre ad avvisare gli altri!!

Mi sento incredibilmente leggero ed euforico, mentre volo lungo il corridoio..
Un sorriso a 48 denti mi si stampa in faccia: lo sapevo, io!!
Con quell’idiota ci volevano le maniere forti!!
La Volpe ha risposto alla mia provocazione.. E’ IL SEGNO CHE ASPETTAVO!!

La mia scorreria ha richiamato un po’ di gente, che si affaccia dalle varie stanze, curiosa.

Un’inserviente tenta di rimproverarmi: “Ehi!! Questo è un osp..” ma sono già lontano.

Di colpo, vedo Saito-san sbucare da un anfratto, e quasi le finisco addosso, nella foga di arrestare la mia corsa.. sento le suole stridere sul pavimento, mentre lei mi blocca.

La prendo per le spalle, ansimando per lo sforzo e l’agitazione.
Lei mi guarda stranita, un po’ spaventata. 

“Kaede.. KAEDE SI E’ MOSSO!!” Le dico, calcando con enfasi sulla seconda parte.

Lei, tuttavia, non sembra del mio stesso avviso.
Perché non si è ancora infervorata di gioia??

“Sakuragi-kun, seguimi.” Mi ordina, percorrendo a ritroso il mio cammino.
Mi ritrovo a tallonarla, con sempre maggiori dubbi. Perché non chiama Kawata-san??

Rientriamo in camera, e lei s’avvia ai macchinari, iniziando a controllare con dovizia i tracciati, riavvolgendo anche quelli a memoria temporanea.

La osservo, trattenendo il respiro. Non mi aspettavo andasse così.

Fa una smorfia, portando la sua attenzione su di me: “Cosa è successo, di preciso?” chiede.
Io le racconto passo per passo il fatto, e attendo il suo giudizio.

La vedo scuotere la testa, in segno di diniego.
E percepisco chiaramente le mie timide speranze cristallizzarsi.

“Hana-kun.. vedi.. il tracciato parla chiaro.. è stata solo una risposta motoria non volontaria, mediata dall’attività sottocorticale..”

“Ma si è mosso!!” obbietto io, sul piede di guerra.. Non è che magari non mi crede, e pensa che mi sia immaginato tutto..

“Non lo metto in dubbio..” –riprende lei, paziente- “Ma il movimento NON era volontario..” e scandisce bene quel ‘NON’.

Le mie speranze s’infrangono all’istante, mentre la consapevolezza della mia illusione mi cade addosso, come una doccia gelata.

L’aveva detto anche Sumai-stronzo, qualche settimana fa.

“Ma.. le dita..” ritento, incapace di rassegnarmi.

Ennesimo segno di diniego. La vedo pensare, e poi confidarmi, seppur controvoglia: “Il paziente della camera 6, l’altrieri, ha aperto addirittura gli occhi..”

Ok. E’ stata crudele. Ma ho recepito l’antifona.

Ciò non toglie che l’impatto con la realtà sia devastante.

 

…continua.

 

Note dell’autrice:

- Per prima cosa, né la storia né i personaggi di Slam Dunk sono miei; appartengono agli aventi diritto e, nel fruire di essi, non vi è alcuna forma di lucro, da parte mia.

- Ritengo opportuno ricordare che si farà spesso uso di termini medici, per descrivere la situazione clinica di Kaede. Per rendere tale descrizione più realistica possibile, mi sono documentata in modo scrupoloso, consultando diversi testi di medicina e anatomia, e compiendo ricerche nel web.
D’altro canto, anche tenendo conto che ogni paziente è un caso a sé stante, il decorso del quadro clinico –pur rispettoso di una certa coerenza pseudorealistica- è una mia scelta personale, ai soli fini narrativi.

- La massima citata nel capitolo appartiene a Jonathan Swift (1667-1745).

- La storia si snocciola in numerosi capitoli, ma si è GIA’ CONCLUSA.

- Come sempre, sono graditi commenti, consigli e critiche. Chiunque desideri, può contattarmi al solito divano blue navy: elyxyz@libero.it

- Per ulteriori note e chiarimenti doverosi, vi rimando all’ultimo capitolo.

Arigato (_ _)

elyxyz


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