Scelta d’amore

-Kaede’s Diary-

By elyxyz


Capitolo 36

(In corsivo, il diario di Kaede)

 

POV di Hana.  


“Finora, ho sempre creduto che io e questo posto non avessimo niente a che spartire.
Niente, tranne la camera 11, e la persona dentro a quel letto.

E invece, quasi senza accorgermene, sono diventato anch’io parte di questo meccanismo..
Delle sue piccole, grandi incongruenze.
Io.. ho cercato di starne fuori.. ma ne resti impigliato, volente o nolente. 

Diventa tuo, il dolore di chi ha appena ricevuto una brutta notizia, impari a percepire la sofferenza delle persone.. come quei poveretti che ho visto poco fa, all’entrata, stretti gli uni agli altri, nella propria composta disperazione.. corridoi, dove la gente piange un lutto.

E dici che tu non ci vuoi entrare, che sono momenti privati, che sei un estraneo, e un estraneo deve farsi i fatti suoi.. ma quando lo pensi, ci sei già dentro.

Perché il loro dolore ti ha già toccato.

E allora, odio questo posto, lo odio ancor di più, se penso che ti ruba tutto, persino il diritto di soffrire senza occhi indiscreti.

E poi, quando il livello d’acredine rischia di traboccare, arrivano a stupirti -invece- i lati belli di questo strano animale, come l’ho definito l’altro
giorno.. il personale che ti saluta, riconoscendoti, con un gesto o con due parole..
E non parlo solo di Saito-san, del dottor Kawata o di Sumai-stronzo.. mi riferisco a tutte le formichine di quest’immenso formicaio, all’inserviente che nota il mio lieve ritardo, a quella che m’accoglie con una battutina.. pochi istanti fa, mentre percorrevo la corsia per arrivare qui dentro, mi hanno trascinato in guardiola, per festeggiare una promozione di una di loro.. Mi hanno schiaffato in mano una pezzo di torta, prima ancora di farmi capire cosa stesse succedendo..
Mi hanno semplicemente adottato.
In questa loro piccola famiglia.

E, con l’indulgenza tipica delle madri, ogni tanto mi coccolano.. ogni tanto mi sgridano.

Prima di oggi, ripeto, non mi ero accorto di quanto fossi diventato parte anch’io.. di questa comunità.

Ti sembra un pensiero folle, Kaede?” gli chiedo.

A me pare un ragionamento spietatamente lineare.

Sbuffo, passandomi una mano sugli occhi..
finché i momenti belli bilanciano quelli brutti, è ok.. ma poi?

“Oggi sono strano… è meglio se leggiamo, nh?”

 

17 Settembre. Venerdì. “Sono stato un idiota.
Ma chi me l’ha fatto fare, di tornare??” 

“Perché?”

“Stamattina, la professoressa Mitaka ci ha rifilato compito a sorpresa.. beh, era a sorpresa per me, visto che oggi è il mio primo giorno di scuola..
Kiwashita non mi ha neanche lasciato dormire decentemente, continuando a strisciare -in modo fastidioso- il gesso sulla lavagna.. e –come se non bastasse- gli allenamenti del club sono stati rinviati, per un’amichevole del club di pallavolo.
K’so… a quest’ora potrei essere ancora spaparanzato col Do’aho a Miyako.. magari un filino più sobri.. e invece..
Mi vengono i nervi, al pensiero!!”

“Su, su, Volpe.. inutile piangere sulla birra versata..” scherzo, con un riso beffardo.

 

18 Settembre. Sabato. “Mika-san è venuta a rimpinzarmi il frigo, e a ficcanasare sul mio soggiorno.. un giorno di questi, devo chiederle se è parente di Ayako..”

“Ma che parenti e parenti!! Sono donne, è ovvio, no?!” spiego, palesando una banalità.

“Quella strega.. con la scusa di essere la nostra manager, voleva acchiapparmi già ieri, ma io sono fuggito in tempo..
Ah!, come se non bastasse, Maeda ha preteso -lui pure- che gli raccontassi -per filo e per segno- ogni fatto saliente.. figurarsi!!

Sono sempre più convito che avrei fatto meglio a restarmene là, almeno fino a lunedì. Dannazione!!

Nh.. l’ora di terapia è finita con meno morti di quel che credevo.. ne sono uscito un po’ malconcio, ma anche lui avrà ferite da leccarsi..”

“Ma come parli??” sbotto, alzando gli occhi dalla pagina, e indirizzandoli a lui.

 

19 Settembre. “Domenica tranquilla.
Ho dormito per ¾ della giornata, e poi sono andato al parco, per due tiri.
Ho incontrato i senpai Mitsui e Kogure.
Ci siamo fermati un po’ a parlare, per sapere –loro pure- del ritiro e di Sakuragi.
Ho scremato per bene le risposte, e poi ci siamo salutati..
Sembravano molto rilassati.. chissà.. forse si sono chiariti..”

“Almeno loro..” e gli lancio un’occhiataccia, mezza esasperata e mezza rassegnata.

 

20 Settembre. Lunedì. “Primo allenamento del nuovo trimestre.
Un sacco di cose nuove: Ryota come capitano, la mancanza di Hana, e dei suoi strepiti, di Akagi e Kogure, e la Babbuina che fa l’aiuto-manager.. che cazzo di idea ha avuto, Ayako, di invitarla??
Ma mi sente.. oh, sì, che mi sente!!
Quell’ essere inutile passa il suo tempo a insozzare la palestra con la sua bava.. sento continuamente i suoi occhi porcini addosso..”

“Ohi!! Ci andiamo giù leggeri, eh??” sghignazzo, troppo divertito, per prendere le parti di lei..

 

21 Settembre. “Mi manca.
La palestra sembra vuota, sono tutti dannatamente troppo ligi al dovere.. Miyagi ci dà dentro, ed è giusto.. ma senza di lui non c’è gusto.
Oggi abbiamo fatto il test di storia.. Nh.
....
Stanotte ho sognato il vecchio autobus arancione.. mi si è fermato davanti, come se qualcuno dovesse scendere, ma non c’era nessuno.. mi sa che dovrò parlarne con Maeda, e quello strizzacervelli da strapazzo partirà in quarta con le sue allusioni..”

“Lo ammetto: sono curioso di sapere cosa ti dirà..” confesso.

 

22 Settembre. Mercoledì. “Voglio notizie su Hana!!
Nh.. oggi Ayako non s’è vista.. e ho sentito Miyagi dire alla Bertuccia che sarà assente anche domani e venerdì, forse. chissà come mai..?
...la Babba.. nh.. lei scrive regolarmente al Do’aho, lo sanno tutti.. a me, l’hanno detto ieri..
..Sono –seriamente- tentato di andare a chiedere informazioni alla sorella di Akagi senpai.. no.
Amo il Do’aho.. ma non fino a questo punto.. o sì?

Lei, di sicuro, sa.

Sono amici, no?
(Altra cosa da rivedere, quando lui sarà mio)
Quindi, se va buca con Aya, vado a chiedere alla Akagi.. sarà troppo occupata a sbavare, per pensare ai perché del mio interesse..
Nh. ho deciso. Farò così.
Mi riservo di aspettare fino a venerdì e, se Ayako non c’è, la fermo dopo gli allenamenti..
Io, un altro weekend senza informazioni non ci sto!!” 

“Sono lusingato per la tua premura… ma dimmi: avevi anche preparato un piano per svicolare da Haruko, dopo che lei si sarebbe irrimediabilmente abbarbicata a te?” scherzo.

 

23 Settembre. “Oggi è la festa di Aki no higan, per festeggiare l’arrivo dell’autunno..
Ma io mi chiedo.. che c’è da festeggiare, se arriva il freddo, le giornate s’accorciano, e io posso giocare di meno a basket??”

“Forse perché è una tradizione millenaria??” insinuo, sorridendo, al pensiero che –forse- tutto il Giappone non può orientarsi sulle esigenze cestistiche del mio koi..

“Ad ogni modo.. l’usanza prevede che le persone visitino le tombe di famiglia, rendano ossequi alle terre dei loro antenati e chiedano ai preti buddisti di recitare sutra, in loro onore…

Io ho saltato il rituale anche per l’higan di primavera, e non sono ancora morto..”

Un brivido freddo mi corre lungo la schiena.. e se..? se..

Una paura irrazionale mi fa accelerare i batti cardiaci, mentre la mia razionalità fa a pugni con quest’ insinuazione.. non è possibile, dai!! E’ solo una tradizione bigotta..

“Sette giorni da sprecare così.. ma siamo matti??
Forse andrò domenica ad accendere un incenso sulla tomba di famiglia.. ma non perché me lo impone un’assurda consuetudine.. solo perché è tanto che non ci vado.”

“Mh..” il dubbio resta… mia madre, che è una donna molto pragmatica, poco incline alle credulonerie, pratica quest’usanza con serietà.. mah.

 

24 Settembre. Venerdì. “Stamattina ho avuto serie difficoltà a districarmi dal sonno.. non è stato un bel momento.”

“E quando mai lo è??” ironizzo.

“Me ne sarei restato volentieri a letto.. il problema è che poi, nel dormiveglia, inizio a pensare troppo.. E sono già passati 8 giorni, da che mi sono separato da lui.. un’eternità.
Ayako non s’è vista.. io ho tentato.
Sì, ho tentato di approcciarmi alla.. alla..
a quella.
Ma -alla fine- ha vinto il ribrezzo.
Ci ho provato, giuro!”

“Ma alla fine ha vinto il tuo istinto di sopravvivenza, eh?” scherzo, scoppiando a ridere..

“Ho ponderatamente preso in considerazione di chiedere a Mito, il suo migliore amico.. ma non segue più i nostri allenamenti, visto che manca Hana, e passa tutto il resto del tempo libero a scuola con i suoi amici del Guntai.. e, ovviamente, io non sono così Kamikaze da andare da lui, mentre ci sono intorno gli altri dell’Armata..”

“Beh, -si sa- saranno anche bravi ragazzi, ma in quanto a riservatezza e discrezione, siam messi male..” borbotto, ricordando le innumerevoli figuracce che mi hanno fatto fare, nel corso degli anni..

“Ho anche tentato di chiamare a casa Miyamoto, ma Mitani-san mi ha detto che la nonna materna di Aya stava male, e che non sarebbe rientrata prima di lunedì.
Ho ritenuto fuori luogo farmi dare un recapito.”

“Povero il mio Koi.. ti sei dato da fare, mmh?”

 

25 Settembre. Sabato. “Ho parlato a Maeda-san del sogno.. e quello si è messo a strofinarsi energicamente le mani.. che nervi!!
Almeno, un tempo, dissimulava la soddisfazione con un sorrisetto stronzo, adesso non si fa neanche questo scrupolo..
Comunque.. ha detto che è una cosa buona.. che il mio inconscio sta superando i suoi blocchi..
Ma quali blocchi?
Non c’ho mica capito tanto..
Ad ogni modo, è convinto che –entro breve- ‘sto viaggio onirico possa proseguire, con altri pezzi di quest’immenso puzzle.. staremo a vedere..
Ah! Mi ha anche fatto notare come il sogno sia riapparso in concomitanza con l’assenza di una certa persona.. Nh.
Ci ho provato, giuro, a restare imperturbabile.. ma credo di essere arrossito miseramente..
Dove cazzo è finito il mio studiatissimo self-control??
Mpf.. non so cosa pagherei, per avere il collo di Freud tra le mani, e tirarglielo forte forte..”
 

“Ecco, sì.. salviamo il mondo da una disgrazia..”

 

26 Settembre. “Dormire e studiare.
Non che m’importi molto, sia chiaro. Ma devo rimettermi in pari con gli altri..
Sono andato a fare un po’ di jogging sulla spiaggia, tanto per scaricare la tensione.. ma non è servito a molto.. spero che Ayako torni domani, e che mi porti nuove buone..

“Abbi fede, Volpe..”

 

27 Settembre. Lunedì. “Ore 6.50. sveglio e arzillo.
E già pronto per andare a scuola, a interrogare Aya..
Ma non è questo (beh, sì, ANCHE QUESTO, ma non solo) a farmi diventare così mattiniero.
Poco fa ho sognato.. beh.. ho ripreso il sogno.. e comincio a credere che Maeda mi stia suggestionando, perché sta esattamente succedendo quello che lui si aspetta da me: il solito svolgimento, eternamente uguale a se stesso, l’ansia e l’angoscia.. la presenza indefinita che mi insegue, che mi minaccia e poi il bus arancio, che si ferma di nuovo davanti a me, spalancando le sue porte.. ma non c’è nessuno che scende.
Ricordo di aver pensato: ‘E se invece di smontare.. dovessi salirci io?’
Racimolando un po’ di coraggio e un pizzico di sana incoscienza, mi sono elevato sul primo gradino, e poi il secondo, infine il terzo..

E’ irrazionale, lo so, ma la prima cosa che ho guardato –con palese curiosità- era se c’erano dei passeggeri, oltre a me.. ma nessuno. Nobody. Io da solo, e..

Di colpo, mi ritrovo a fissare il conducente dinnanzi a me.
Perché non l’avevo notato prima?
L’uomo si sfila il cappello, e si rivela essere..
Lui. 

Hana mi sorride, come se fosse la cosa più naturale del mondo.
E poi mi dice: “Ti porto al mare, Kitsune!”

Io gli sorrido, in risposta, annuendo...
..e poi mi sveglio.

Chissà se è solo un desiderio del mio subconscio, oppure –per una volta- sarà un buon presagio?
Nh.. vedremo..
Intanto, adesso vado a scuola, e prima di sera saprò qualcosa, parola mia!”

“Ma con la nostra manager hai trovato pane per i tuoi denti, nh?”

“Ore 20.30. Ayako ha detto che non l’ha sentito.. e che doveva telefonargli stasera, come da accordi presi in precedenza.. domani la torchierò per bene.
Nh.. poco ma sicuro!!”

 

28 Settembre. “Non ci credo ancora.. NON CI CREDO ANCORA!!
Nel bel mezzo dell’allenamento, (e c’era uno strano fermento, persino io l’ho notato) le porte della palestra si sono spalancate.. ed è entrato lui, gonfio come un tacchino.. scortato dal Guntai, a mo’ di body-guards.

I ragazzi gli sono corsi incontro, per fargli festa.. stropicciandomelo un bel po’..
Io ho cercato di rimanere in disparte, per riprendere l’abitudine a respirare, e per far ritornare in sede il cuore, incastratosi –chissà come- nella zona del pomo d’Adamo..

Quando però, pure la Schifezza gli si è avvicinata, per imbrattarlo con i suoi sbaciucchiamenti viscidi, ho richiamato la sua attenzione.

Un bel, semplice: “Do’aho!” e lui si è voltato nella mia direzione, rispondendomi col più classico dei: “Baka Kitsune..” ci siamo fissati per un istante eterno, e poi lui si è incamminato verso di me, lasciando gli altri a guardarci stupiti.
Mi è arrivato vicino vicino, mi ha sorriso.
(non uno di quei ghigni idioti che fa sempre quando fa il bulletto)

E poi mi ha detto: “Hai sfruttato i tuoi 5 minuti di gloria, come ti avevo consigliato?”
Non mi sarei mai aspettato che la prima frase che ci saremmo scambiati, dopo quello che avevamo condiviso a Miyako, fosse questa.
Ma la seconda è stata ancora più scioccante: lui annulla le distanze e mi lancia una testata, di quelle come ai vecchi tempi.. quell’Idiota!!

Ci sono quasi rimasto secco.

Credevo volesse baciarmi, lì. Davanti a tutti.

E invece mi ha dato una capocciata, che ancora adesso mi rintrona la testa.. non c’ero più abituato, e mica c’è andato giù leggero, quel cretino!
Mi ha lasciato così, per andare a ricevere l’ovazione dei nostri compagni..
Ci mancava poco che facesse la ruota, come i pavoni.. 

Superato lo shock, grazie anche ad una sventagliata di Ayako, mi sono avvicinato al gruppetto, che seguiva il racconto delle sue giornate, della riabilitazione, ecc..
Ho ascoltato gran poco, ad essere sincero.. ero troppo concentrato a chiedermi cosa significava la sua capocciata, data così, e quel sorriso.. che fosse il suo modo per salutarmi?
Ma non ero io, che dovevo dargli il bentornato??
Non sono tipo da seghe mentali.. ma mi sembrava una cosa importante, e non riuscivo a raccapezzarmi..” 

“TU!! Non sei un tipo da menate??” -lo punzecchio- “Ma se ¾ di quello che ho in mano è una gigantesca sega mentale!!” gli faccio notare, alzando il diario nella sua direzione.

“Aya mi si è avvicinata e mi ha sussurrato un: “E’ tutto ok?”
“Non mi hai detto che il Do’aho tornava.” Le ho risposto, secco.
“Come no?! Haruko l’ha detto a tutti, prima, durante il riscaldamento!!” fa lei, incredula.

Nei suoi, vedo i miei occhi allargarsi di stupore, fastidio, e quant’altro..
“E secondo te, io sto ad ascoltare QUELLA??!!” le sibilo, incazzato più con me, che con lei..
Lo sapevo.. dovevo andare dalla Babba!!

Lei non infierisce, forse perché comprende che io sia ancora stordito dalla novità, e invece mi dà una pacca sulla schiena, ingiungendomi: “Va’ da lui!”

E così mi sono sentito l’ultima parte delle sue spiegazioni.. quando Kakuta gli ha chiesto come avesse fatto a ristabilirsi così in fretta, lui gli ha risposto: “Fare facilmente ciò che gli altri trovano difficile è talento; fare ciò che è impossibile al talento è genio.”

“Parafrasando una celebre massima di non ricordo chi..” ammetto.

“Gli hanno chiesto se era –effettivamente- guarito, e lui ha detto che sì, praticamente sì. Che avrebbe dovuto riprendere ad allenarsi piano piano (follia! Ma quando mai lui fa le cose con calma??) e che avrebbe fatto un po’ di fisioterapia in un Centro qui a Kanagawa, ancora per un po’..”

“Non è colpa mia.. se i tempi dei Geni sono incomprensibili, per voi, comuni, mortali volpacce..”

“I ragazzi sono stati spediti a cambiarsi dal Coach, io mi sono avviato per ultimo, passandogli di fianco.
“Do’aho!” l’ho chiamato, e lui si è voltato verso di me.

Il gancio destro è partito in automatico, non ha neanche avuto modo di vederlo.
Massaggiandosi il mento dolorante, mi ha guardato, stupito.

“Così siamo pari.” Gli ho spiegato, andandomene negli spogliatoi, senza voltarmi.
So che ha sorriso.
Lo so, perché l’ho sentito dalla voce, quando mi ha sbraitato contro: “Stupida Volpe!! Domani ti sistemo io!!”

Ci siamo cambiati, e poi siamo usciti tutti insieme da scuola.
Alcuni dei ragazzi hanno proposto di andare festeggiare il suo ritorno.. so di averlo deluso, ma non me la sono sentita..
Per un istante, mi ha guardato, con quella che sembrava tanto ‘speranza’, ma avevo bisogno di stare un po’ per conto mio.. o -al massimo- con lui..
Avremo altri momenti..
Per oggi, va bene anche così.” 

“Se lo dici tu..” borbotto, scettico.. ci sono rimasto male, lo confesso.. speravo sarebbe venuto anche lui.. e invece..

  

29 settembre. Mercoledì. “Il Do’aho è tornato davvero.. Non me lo sono sognato!
Oggi ci siamo picchiati un po’.. all’inizio, a metà allenamento, alla fine.. nelle docce..
Gli altri hanno creduto che fosse tornato tutto normale..
Ma credo non sia così.
Ci ho riflettuto anche stasera, ritornando a casa..
Cosa siamo, adesso, io e lui?

Abbiamo superato il rapporto che ci legava prima del campionato, ok.
Ma non possiamo portare avanti nemmeno il livello di ‘amicizia’ (se così si può dire) che avevamo raggiunto a Miyako.. semplicemente perché.. beh.. perché qui non siamo soli.. 

Come reagirebbero i nostri compagni, vedendoci collaborare?”

“Ne sarebbero felici??” butto là, tanto per criticare.

“Forse.. anche lui sta pensando la stessa cosa.. non siamo più nemici, ma qui non siamo neppure amici..
Ma allora.. che cazzo siamo??”
 

“Due fessi??”

“Temo ci sarà una brusca retrocessione, e sarà inevitabile.. vedremo come si comporterà lui, nei prossimi giorni, e mi adeguerò..”

“Ma se sono stato io, ad adeguarmi a te?? Quando hai fatto marcia indietro.. e ti sei nuovamente trincerato dietro al tuo bel muro inaccessibile??”
 

Nh.. Stupida Volpe insicura.. quanto tempo abbiamo sprecato, prima di capire che NON volevamo ritornare allo stadio precedente??

 

…continua.

 

Note dell’autrice:

- Per prima cosa, né la storia né i personaggi di Slam Dunk sono miei; appartengono agli aventi diritto e, nel fruire di essi, non vi è alcuna forma di lucro, da parte mia.

- La citazione: “Fare facilmente ciò che gli altri trovano difficile è talento; fare ciò che è impossibile al talento è genio” appartiene ad Henri-Frédéric Amiel (1821-1881).

- La storia si snocciola in numerosi capitoli, ma si è GIA’ CONCLUSA.

- Chiunque desideri leggere l’intero racconto in tempi più brevi rispetto a quelli di aggiornamento, può contattarmi al solito divano blue navy: elyxyz@libero.it per ricevere i capitoli restanti.
Come sempre, sono graditi commenti, consigli e critiche.

- Per ulteriori note e chiarimenti doverosi, vi rimando all’ultimo capitolo.

Arigato (_ _)

elyxyz


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