Scelta
d’amore
-Kaede’s
Diary-
“Il tuo Tensai personale è di nuovo qui!!” dichiaro,
spalancando la porta con enfasi. I ragazzi mi hanno guardato un po’ storto, e mi hanno compatito quel giusto che è servito a vendicarsi dell’attesa, ma –in verità- non hanno rotto le scatole per niente.. Yohei ci scherzava su, sul fatto che mi avessero rinchiuso allo psichiatrico del secondo piano, e io ho minacciato Taka di presentargli la dietista pazza che gira nei reparti.. lui è rabbrividito tutto, e poi se l’è data a gambe.. hi hi hi. “Come stai, mia bella volpetta?” gli chiedo, premurandomi di rassettare il lenzuolo che ho sgualcito stanotte.. nessuno se n’è accorto vero? Vero?? Mi resterà il dubbio per un po’, ma se nessuno parla entro oggi, mi considero scagionato.
14 Settembre. Martedì. “Domani, la conclusione. Devo approfittare degli ultimi momenti che mi sono
rimasti con lui.. Da sempre, da che ho memoria, ho sempre messo il
basket al primo posto. E poi.. poi, è arrivato lui. Fino a qualche mese fa, avrei pagato oro, per
entrare nella Nazionale Juniores. Questo diario ne è la palese dimostrazione.. ho
riletto alcuni stralci degli ultimi giorni, prima di cominciare la
narrazione di oggi.. salto di palo in frasca, come una certa scimmietta di
mia conoscenza, e quasi tutti i riferimenti hanno lui come protagonista.. “Chissà..” gli faccio eco. “Ore 21.00. stasera il Do’aho non s’è visto.
Chissà perché? “Sai… devo confessarti una cosa.. quel pomeriggio,
ero venuto a dirti che non ci potevamo incontrare, perché al Centro di
Riabilitazione c’era una ricorrenza da festeggiare tutti assieme, e io me
n’ero scordato.. sono arrivato al tuo ryokan e ho chiesto di te.. della
squadra, intendo.. e sono finito a spiare i vostri allenamenti, mescolato
tra gli spettatori.. temevo li faceste a porte chiuse.. Non voglio sembrare melodrammatico, ma..
15 Settembre. Mercoledì. “Ore 9.00, prima
dell’ultimo allenamento. “Ho trovato il coraggio di chiedergli se sa quanto deve rimanere in riabilitazione.. “Un’eternità.” Mi ha risposto, rabbuiandosi. “E poi quello infantile sarei io, eh??!!” lo punzecchio, divertito. “Ore 20.30. Gli altri se ne sono già andati tutti, compreso il Coach, che ci ha raccomandato di farci onore ai Campionati Invernali, e alle selezioni degli atleti. Il Do’aho vuole festeggiare la fine del ritiro, e
il fatto che domani mi toglierò dai piedi.. 16 Settembre. “Ore 11.10. Con un gran mal di
testa. “E poi ho solo tanti flash confusi.. di lui che mi
trascina in una tavola calda, di un okonomiyaki di cui non ricordo né il
gusto né il nome, di saké –tanto saké- che il padrone ha offerto a tutti i
clienti per festeggiare il trentesimo anniversario d’attività. “Era di ottima qualità!!” mi difendo. Beh, a questo punto ha ancora senso negare? Lui si mette a ridere senza freni. Poi mi prende il viso tra le mani, avvicinando i nostri volti.. (per un istante eterno, ho temuto –ho sperato- che mi baciasse) ..e mi sussurra un: “Anche io ti amo, Volpe! Ti amo da impazzire!!” Sono rimasto impalato ad osservarlo, ma credo di
aver perso dieci anni di vita.. Sarebbe stato tutto perfetto, se non fosse che… Lui era ubriaco. “OH, KAMI SAMA!!! …AVEVO SCORDATO TUTTA QUESTA PARTE!!!” Gemo, passandomi nervosamente una mano tra i capelli. Ma come ho fatto!!! Ci siamo dichiarati e… e… Sono proprio un do’aho, un do’aho stratosferico… “Superato lo shock iniziale, non ci ho dato
neanche tanto peso.. era ovvio che non fosse nel pieno delle sue facoltà.. Complimenti, Hana.. sei proprio un Tensai!! Mi prenderei a testaste da solo.. ma com’è possibile
che io sia caduto così in basso? Kaede avrebbe avuto tutto il diritto di odiarmi, e invece.. “Abbiamo camminato per un po’.. poi ci siamo seduti in riva al mare, a chiacchierare.. credo che l’ebbrezza abbia acceso la parlantina di entrambi.. beh, non che a lui servisse, certo. Ed è stato piacevole, per quanto io ne abbia
memoria.. Ma, ad un tratto, lui propone di bere
qualcos’altro e, senza aspettare risposta, scompare in una stradina
laterale che sbocca in un vicolo malfamato che ho intravisto la scorsa
mattina, facendo jogging. “Un passato da teppista ha i suoi lati buoni..” gli spiego, sibillino. “Mi lancia un’occhiata in tralice, stappa la prima
di due bottiglie e me ne offre una, tracannando la sua senza riserve. “Beh, chiariamo!! Non è che sono diventato stronzo
tutto d’un colpo, sai? La terribile consapevolezza che il mio comportamento possa averlo disgustato, mi cala addosso con tutto il suo peso.. e se.. se avesse deciso di essersi sbagliato, sul mio conto? “Mi ha proposto una sfida. E così ho mandato a puttane il poco buonsenso che
mi era rimasto. Non so nemmeno chi abbia vinto la gara. Non che importi, in verità.” “Non lo so neanch’io..” ammetto. “Verso mezzanotte, (credo fosse mezzanotte perché
non è che fossimo –completamente- in grado di leggere l’ora esatta) ci
siamo ritrovati a guardare le stelle, del tutto ignoranti in materia,
sdraiati sulla rena, uno addosso all’altro.. “L’anima della prof. Shimako si rivolterà nella tomba, quando morirà..” scherzo. “Ricordo che mi stavo appisolando, o forse ci
siamo detti qualcosa anche -forse- di serio.. ma io ho memoria solamente
di un sacco di stronzate ‘astronomiche’, e di risate.. “Ma va’… ti eri sciolto, eccome!!” lo persuado, anche per alleggerirmi la coscienza dal misfatto. “E’ comodo, il Do’aho.. come cuscino, l’ho già
detto.. Devo avergli replicato qualche stupida ovvietà,
del tipo: “Ma io non ce l’ho il costume!” Pensavo giocasse, giuro.. speravo non scherzasse. “Dai, Volpe.. sbrigati.. O ti spoglio io!!” mi ha avvertito, agitando le mani nella mia direzione. “Davvero l’ho detto?” esalo, più che stupito. “Credo di essermi preso 10 secondi, per ponderare
bene l’idea di saltare il bagno, per dedicarci ad altro.. certo! col
rischio che lui se ne pentisse all’alba, quando la sbornia gli fosse
passata.. Ma.. che altro potevo fare? E’ una sensazione strana, che conservo ancora adesso. Alcuni fotogrammi di lui, illuminato solo dalla luna, che brilla sullo specchio delle onde, di lui che si immerge, scompare e riappare, girandomi attorno.. Sembrava una visione onirica.. mi chiedo se me lo sia sognato, o se sia successo davvero..” “E’ successo davvero, Kit..” –chiarisco- “E’ una delle poche cose che ricordo anch’io..” ammetto. “Siamo rimasti vicino alla riva, (almeno il buonsenso per quello lo abbiamo conservato..) ma non so dire per quanto siamo rimasti ammollo.. né in che stato siamo usciti, come ci siamo rivestiti, e come ci siamo separati.. forse abbiamo dormito sulla spiaggia fino all’alba.. non so. Mi sono risvegliato nella mia camera un’oretta fa.. e l’emicrania non accenna a diminuire.. dubito che le tisane di Mika-san siano utili.. Chissà lui dov’è? Se non avessi una mandria inferocita di bisonti in
corsa nella scatola cranica, direi che è stato un sogno. Se devo essere sincero, non so se voglio che passi tanto presto.. cosa mi resterà, dopo, a parte la nausea?” “Non è che sia il massimo da associare ad un ricordo, sai?” insinuo. “Chissà lui come sta?” “Avevo preso il caro, vecchio rimedio della nonna, e ho vomitato l’anima..” confesso, ancora stordito dalla rievocazione dell’evento. Neanch’io ricordo come ci siamo lasciati, o come sono tornato al Centro, ricordo il malessere del risveglio, e la brodaglia puzzolente che mi sono obbligato a prendere… e… ho tentato di fare mente locale.. D’improvviso, il ricordo della nostra serata m’investe, con tutte le sue implicazioni che avevo scordato.. “KAMI SAMA!!” MA COME ABBIAMO POTUTO ESSERE COSI’
IMBRANATI??” “Ore 13.50. Devo farmi passare il tempo. Fra un’ora e mezza la partenza. Ho riletto il resoconto ingarbugliato di stanotte. L’unico rammarico, col senno di poi, è che le cose potevano andare diversamente.. magari cercare di chiarirci.. o anche solo provarci..” “Ennesimo giro di valzer, eh?” “Non ricordo nemmeno se gli ho detto quando partivo.. dovevo riferirglielo ieri sera, ma visto com’è degenerata.. Adesso vado a salutare la padrona, poi telefono a
Mika-san, per avvisarla del rientro, e poi mi avvio alla stazione. Non oso
sperare nulla. “Dai un po’ di fiducia, Volpe.. lasciati stupire, per
una volta..” “Ore 23.30. Kanagawa. “Baka Kitsune!! Tu eri messo mooolto peggio di me!!” mi difendo. “Si è riscosso, vedendomi, esordendo con un: “Ehilà, Volpe!!”, tirandomi addosso della stoffa appallottolata, che si è rivelata essere un mio calzino.. “Me ne sono ritrovati due, infilati nello stesso
piede..” fa lui, sorridendo con un’alzata di spalle, come se fosse
normale. E’ sceso su di noi un silenzio un po’ imbarazzato, forse perché entrambi non abbiamo potuto impedirci di ripensare a stanotte.. Avrei voluto chiedergli se era venuto solo per il calzino, o anche per salutarmi.. ma mi è mancato il coraggio..” “Non sono fifone come certe volpacce, io..” solo perché non c’era un pilastro abbastanza largo per nascondermi.. “Quando hanno annunciato l’arrivo del mio treno,
ci siamo alzati, alquanto impacciati.. ..Ed è stato in quel momento che mi è venuta un’idea..” “Ti sei messo a trafficare col borsone, proprio quando il treno è arrivato davanti a noi..” “Gli ho lanciato tra le mani la mia palla, che lui
ha preso più per riflesso, che con vera intenzione. “Ohi!! Bestiaccia.. modera i termini!!” lo sgrido, risentito. “Cosa ci dovrei..?” mi chiede, fissando in
alternanza me e il pallone. Ha cercato di dirmi qualcos’altro, ma in quel momento le porte del vagone si stavano chiudendo, e io sono dovuto salire in fretta. Senza sentire le sue ultime parole.” “Ti avevo ringraziato.” “Credo di aver fatto la cosa migliore.. e non ritengo di essermi scoperto troppo.. almeno spero.. sì, insomma.. è un semplice favore tra atleti.. tra compagni di squadra.. non penso lui riesca ad attribuirci altri significati.. Il mio pallone lo farà sentire meno solo.. e poi, a me fa piacere che lui conservi qualcosa di mio.. Al ritorno, sono passato da Mika-san, per
tranquillizzarla. “Beh.. spero che tu sappia mentire in modo convincente, perché lei mi ha chiamato subito dopo il tuo rientro..” l’avverto, con un ghigno. Chiudo il diario, assicurando il segnalibro. Malgrado tutto, continuo a ripetermelo.. Come abbiamo potuto essere così idioti??
…continua.
Note dell’autrice: - Per prima cosa, né la storia né i personaggi di Slam Dunk sono miei; appartengono agli aventi diritto e, nel fruire di essi, non vi è alcuna forma di lucro, da parte mia. - La storia
si snocciola in numerosi capitoli, ma si è GIA’ CONCLUSA. - Chiunque
desideri leggere l’intero racconto in tempi più brevi rispetto a quelli di
aggiornamento, può contattarmi al solito divano blue navy:
elyxyz@libero.it per ricevere i capitoli restanti. - Per
ulteriori note e chiarimenti doverosi, vi rimando all’ultimo capitolo. Arigato (_
_) elyxyz
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