Scelta d’amore

-Kaede’s Diary-

By elyxyz


Capitolo 35

(In corsivo, il diario di Kaede)

 

POV di Hana.  


“Il tuo Tensai personale è di nuovo qui!!” dichiaro, spalancando la porta con enfasi.
Dopo ieri sera, anche se incontrassi l’infermiera Tricheca, nessuno sarebbe più in grado di evitarmi di arrivare a te.. sorrido.

I ragazzi mi hanno guardato un po’ storto, e mi hanno compatito quel giusto che è servito a vendicarsi dell’attesa, ma –in verità- non hanno rotto le scatole per niente..

Yohei ci scherzava su, sul fatto che mi avessero rinchiuso allo psichiatrico del secondo piano, e io ho minacciato Taka di presentargli la dietista pazza che gira nei reparti.. lui è rabbrividito tutto, e poi se l’è data a gambe.. hi hi hi.

“Come stai, mia bella volpetta?” gli chiedo, premurandomi di rassettare il lenzuolo che ho sgualcito stanotte.. nessuno se n’è accorto vero? Vero??

Mi resterà il dubbio per un po’,  ma se nessuno parla entro oggi, mi considero scagionato.

 

14 Settembre. Martedì. “Domani, la conclusione.
Ed è volata, porca miseria..

Devo approfittare degli ultimi momenti che mi sono rimasti con lui..
Chissà quando lo rivedrò..
Mph.. non mi riconosco più.

Da sempre, da che ho memoria, ho sempre messo il basket al primo posto.
Da ancora prima che succedesse la tragedia che ha investito la mia famiglia.
E dopo.. ancora di più. 

E poi.. poi, è arrivato lui.
E in 5 mesi scarsi ha stravolto la mia esistenza e le mie priorità.

Fino a qualche mese fa, avrei pagato oro, per entrare nella Nazionale Juniores.
E adesso che sono stato convocato.. passo le mie giornate in attesa dei momenti che dividerò con lui.
Sia chiaro: ho dato fondo a tutto il mio impegno negli allenamenti e negli scontri, ma..

Questo diario ne è la palese dimostrazione.. ho riletto alcuni stralci degli ultimi giorni, prima di cominciare la narrazione di oggi.. salto di palo in frasca, come una certa scimmietta di mia conoscenza, e quasi tutti i riferimenti hanno lui come protagonista..
E’ una fortuna che nessuno debba mai leggere questo diario, o ci capirebbe gran poco, ultimamente.. forse perché rispecchia alla perfezione la confusione che ho dentro.. chissà.”
 

“Chissà..” gli faccio eco.

“Ore 21.00. stasera il Do’aho non s’è visto. Chissà perché?
Spero almeno che domani mattina si faccia trovare al solito posto.. E’ L’ULTIMO GIORNO!!”

“Sai… devo confessarti una cosa.. quel pomeriggio, ero venuto a dirti che non ci potevamo incontrare, perché al Centro di Riabilitazione c’era una ricorrenza da festeggiare tutti assieme, e io me n’ero scordato.. sono arrivato al tuo ryokan e ho chiesto di te.. della squadra, intendo.. e sono finito a spiare i vostri allenamenti, mescolato tra gli spettatori.. temevo li faceste a porte chiuse..
Me ne sono andato appena prima delle conclusione.. è stato splendido e crudele, assistere ai vostri allenamenti, lo ammetto..” gli rivelo, assottigliando mio malgrado la voce. 

Non voglio sembrare melodrammatico, ma..
Le migliori promesse del Giappone erano tutte lì.. e io ero presente come spettatore.. mi è sembrata una spietata beffa del destino, ecco.

 

15 Settembre. Mercoledì. “Ore 9.00, prima dell’ultimo allenamento.
Stamattina non ci siamo allenati, io e Hanamichi.
Invece mi ha chiesto quando ritornerò a casa..
Quando gli ho detto che il Ritiro finisce oggi, ho quasi avuto la certezza che gli sia passato un lampo di panico nello sguardo, ma forse era solo sorpreso.
Gli ho spiegato che concluderemo il tutto a mezzogiorno, dopo l’ultima sessione d’esercizi della mattina, ci saluteremo, e poi ognuno ripartirà per la propria casa, ma che io rimarrò un giorno in più, per compiere –oggi pomeriggio- una commissione per la signora che si occupa delle pulizie di casa mia..
Non mi sono dilungato a spiegargli i particolari e che in realtà potevo benissimo farlo tornando a Yokohama.. o che volevo restare un giorno in più, da passare con lui.. ma la scuola è già iniziata e io non posso rimandare il ritorno all’infinito..”

Realizzo solo ora, che Kaede stava parlando di Mika-san con me.. ed è buffo, a ben pensarci.. mi fa uno strano effetto, come quando gli avevo intravisto di sfuggita il diario nascosto sotto al sedere, quella mattina al ryokan, durante i Nazionali, e non sapevo cosa fosse…

“Ho trovato il coraggio di chiedergli se sa quanto deve rimanere in riabilitazione..

“Un’eternità.” Mi ha risposto, rabbuiandosi.
Ho temuto seriamente di sprofondare nella sabbia su cui eravamo seduti.
Lui ha sospirato, precisando mesto: “Almeno due settimane ancora..”
“Du.. DUE SETTIMANE!!” –ho replicato io, scaldandomi- “E TI SEMBRA UN’ETERNITA’??!!”
Lui mi ha fissato, sorpreso del fatto che mi fossi infiammato tanto..
Ma dico, io!!
“E ti pare poco??” -mi ribatte, stizzito.- “Qua. Da solo. Senza amici né basket.” precisa.
Non ho trovato niente di meglio da dire, se non il mio classico: “Nh.”
“Vedi che alla fine mi dai ragione??” puntualizza, con sussiego.
“Tzè.. Do’aho.” Non sia mai che lui abbia l’ultima parola..” 

“E poi quello infantile sarei io, eh??!!” lo punzecchio, divertito.

“Ore 20.30. Gli altri se ne sono già andati tutti, compreso il Coach, che ci ha raccomandato di farci onore ai Campionati Invernali, e alle selezioni degli atleti.

Il Do’aho vuole festeggiare la fine del ritiro, e il fatto che domani mi toglierò dai piedi..
Ha sbraitato qualcosa sul fatto che Miyako sia troppo piccola per contenere nel suo territorio sia un genio che una stupida volpaccia spelacchiata…
Ma l’ha detto ridendo, quindi non l’ho preso a calci.
Chissà cos’ha in mente.
Il ryokan è vuoto e silenzioso, fa quasi impressione.. solo poche ore fa, il trambusto di sacche e valigie e palloni riempiva ogni spazio, e adesso ci sono solo io, e pochi ospiti, perlopiù vecchietti.
Ho già sistemato le formalità con la padrona, per le ventiquattr’ore in più di soggiorno.
E adesso mi preparo, e vado all’incontro con lui..”

Arrossisco, ripescando gli eventi nebulosi di quella sera..
Non ne conservo un ricordo molto preciso, anche perché..

 

16 Settembre. “Ore 11.10. Con un gran mal di testa.
Se esiste la follia, stanotte io l’ho incontrata.
Kami Sama.. ma come ho potuto??
Tutto è iniziato ieri sera.. ci siamo dati appuntamento sulla spiaggia, vicino al campetto.
Io, nell’ansia di giungere in ritardo, sono arrivato con 20 minuti d’anticipo.. così mi sono seduto sulla sabbia, in attesa.
Troppo assorto a fantasticare su improbabili sviluppi tra noi.. davanti
a me sono comparsi due piedi. Alzo lo sguardo e vedo una mano abbronzata tesa davanti al mio naso.
“Andiamo a cena, Volpe!” m’incita.
Osservo per qualche istante le sue dita, e lui sbuffa, sollecitandomi: “Non morde, Baka Kitsune malfidente..”
“Nh.” la mia risposta.
Mi sono incantato a guardare l’assurdo contrasto delle nostre pelli a contatto: latte e miele di castagno.
Dicono sia buono.

‘Se osa fare anche solo una battuta, su quella stupida pubblicità dei biscotti bicolore, lo uccido!’ ricordo di aver pensato, finché ero ancora nel pieno delle mie facoltà.”

“Sì, perché a un certo punto mica abbiamo più guardato alle sottigliezze, no?!” ribatto, mentre un sorrisino sghembo mi si dipinge sulle labbra.

“E poi ho solo tanti flash confusi.. di lui che mi trascina in una tavola calda, di un okonomiyaki di cui non ricordo né il gusto né il nome, di saké –tanto saké- che il padrone ha offerto a tutti i clienti per festeggiare il trentesimo anniversario d’attività.
Io ne ho bevuto poco, e ho cercato di dissuadere Hanamichi.. ma non ci sono riuscito granché..”

“Era di ottima qualità!!” mi difendo.

“Quando siamo usciti dal ristorante, non so di preciso quanto fossimo lucidi.. lui, sicuramente, meno di me.. ho memoria di avergli chiesto di fare due passi, per digerire la cena e la sbronza.. e di avergli detto (questo, non so come, ma è un pensiero limpido anche adesso):

“Chiedo troppo, se desidero.. se sogno di fare una romantica passeggiata in riva al mare con il ragazzo che amo?”

Beh, a questo punto ha ancora senso negare?
(Io) lo amo.
Lui mi odia.
Tutto perfetto, no?(!) 

Lui si mette a ridere senza freni. Poi mi prende il viso tra le mani, avvicinando i nostri volti..

(per un istante eterno, ho temuto –ho sperato- che mi baciasse)

..e mi sussurra un: “Anche io ti amo, Volpe! Ti amo da impazzire!!”

Sono rimasto impalato ad osservarlo, ma credo di aver perso dieci anni di vita..
E lui mi ha preso a braccetto, trascinandomi -ondeggiando in modo vistoso- verso il bagnasciuga..

Sarebbe stato tutto perfetto, se non fosse che…

Lui era ubriaco.
Io, (ero) sincero.”

“OH, KAMI SAMA!!! …AVEVO SCORDATO TUTTA QUESTA PARTE!!!” Gemo, passandomi nervosamente una mano tra i capelli.

Ma come ho fatto!!!

Ci siamo dichiarati e… e…
Oh.. cazzo!! Non berrò più un goccio d’alcol in vita mia!!

Sono proprio un do’aho, un do’aho stratosferico…
Chissà come l’ha presa Kaede?

“Superato lo shock iniziale, non ci ho dato neanche tanto peso.. era ovvio che non fosse nel pieno delle sue facoltà..
Anche se, almeno qui posso ammetterlo, mi ha un po’ ferito la sua superficialità..
La mia unica fortuna è che la sua risposta mi ha così tramortito da non permettermi di commiserarmi a dovere.. e la voglia di dimenticare -il più in fretta possibile- ha fatto il resto..
Infatti ho un buco nero, da lì, per un certo tempo..”

Complimenti, Hana.. sei proprio un Tensai!!

Mi prenderei a testaste da solo.. ma com’è possibile che io sia caduto così in basso?
E il peggio deve ancora arrivare..

Kaede avrebbe avuto tutto il diritto di odiarmi, e invece..

“Abbiamo camminato per un po’.. poi ci siamo seduti in riva al mare, a chiacchierare.. credo che l’ebbrezza abbia acceso la parlantina di entrambi.. beh, non che a lui servisse, certo.

Ed è stato piacevole, per quanto io ne abbia memoria..
Se anche mi chiedessero di cosa abbiamo conversato, giuro che lo ignoro..
Ne conservo solo una sensazione gradevole.. niente più.

Ma, ad un tratto, lui propone di bere qualcos’altro e, senza aspettare risposta, scompare in una stradina laterale che sbocca in un vicolo malfamato che ho intravisto la scorsa mattina, facendo jogging.

Quando sto per iniziare a preoccuparmi, lui risbuca, con una borsa di nailon e delle birre, che non so come sia riuscito a farsi dare, visto che siamo entrambi minorenni..”

“Un passato da teppista ha i suoi lati buoni..” gli spiego, sibillino.

“Mi lancia un’occhiata in tralice, stappa la prima di due bottiglie e me ne offre una, tracannando la sua senza riserve.
Quando gli faccio notare che ha già –di gran lunga- superato il suo limite, e che uno sportivo non si comporta così.. lui reagisce con insofferenza, pungendo il mio amor proprio, con qualcosa sul latte per i marmocchi e le volpine..”

“Beh, chiariamo!! Non è che sono diventato stronzo tutto d’un colpo, sai?
E’ che.. sì, insomma.. adesso sembra sciocco, ma.. non riuscivo a rassegnarmi alla tua partenza, al fatto che mi avresti lasciato là da solo… e poi la cosa mi è sfuggita di mano.. non volevo arrivare fin lì, devi credermi!!” cerco di persuaderlo, di difendermi, di..

La terribile consapevolezza che il mio comportamento possa averlo disgustato, mi cala addosso con tutto il suo peso.. e se.. se avesse deciso di essersi sbagliato, sul mio conto?

“Mi ha proposto una sfida.
E si sa.. io NON so rifiutarne una, non sia mai che..

E così ho mandato a puttane il poco buonsenso che mi era rimasto.
Non so quanto abbiamo bevuto.. di certo, senza moderazione.

Non so nemmeno chi abbia vinto la gara. Non che importi, in verità.”

“Non lo so neanch’io..” ammetto.

“Verso mezzanotte, (credo fosse mezzanotte perché non è che fossimo –completamente- in grado di leggere l’ora esatta) ci siamo ritrovati a guardare le stelle, del tutto ignoranti in materia, sdraiati sulla rena, uno addosso all’altro..
Ha spergiurato che lassù (in un punto in cui vedeva solo lui) c’era la Costellazione della Volpe..”

“L’anima della prof. Shimako si rivolterà nella tomba, quando morirà..” scherzo.

“Ricordo che mi stavo appisolando, o forse ci siamo detti qualcosa anche -forse- di serio.. ma io ho memoria solamente di un sacco di stronzate ‘astronomiche’, e di risate..
Le sue.
Io mi sono limitato a sorridere. Credo.”

“Ma va’… ti eri sciolto, eccome!!” lo persuado, anche per alleggerirmi la coscienza dal misfatto.

“E’ comodo, il Do’aho.. come cuscino, l’ho già detto..
E non so quanto siamo rimasti così.. almeno fino a quando lui non si scansa, sollevandosi in piedi, avvertendomi che ha voglia di farsi una nuotata.
Prima ancora di capire come, mi ritrovo anch’io issato a viva forza, con lui che mi propone di fare un bagno di mezzanotte..

Devo avergli replicato qualche stupida ovvietà, del tipo: “Ma io non ce l’ho il costume!”
E lui mi ha sorriso. (perché questo lo ricordo così limpidamente?)
“Neanch’io!” spiega, serafico, togliendosi la maglia e lanciandola poco lontano da noi.

Pensavo giocasse, giuro.. speravo non scherzasse.

“Dai, Volpe.. sbrigati.. O ti spoglio io!!” mi ha avvertito, agitando le mani nella mia direzione.

“Davvero l’ho detto?” esalo, più che stupito.
Ma da quand’è che io sono così spudorato??

“Credo di essermi preso 10 secondi, per ponderare bene l’idea di saltare il bagno, per dedicarci ad altro.. certo! col rischio che lui se ne pentisse all’alba, quando la sbornia gli fosse passata..
Non sono così triviale da compiere un errore tanto madornale..

Ma.. che altro potevo fare?
Mi sono spogliato in fretta anch’io, e lui mi ha trascinato in acqua..
..calda..

E’ una sensazione strana, che conservo ancora adesso.

Alcuni fotogrammi di lui, illuminato solo dalla luna, che brilla sullo specchio delle onde, di lui che si immerge, scompare e riappare, girandomi attorno..

Sembrava una visione onirica.. mi chiedo se me lo sia sognato, o se sia successo davvero..”

“E’ successo davvero, Kit..” –chiarisco- “E’ una delle poche cose che ricordo anch’io..” ammetto.

“Siamo rimasti vicino alla riva, (almeno il buonsenso per quello lo abbiamo conservato..) ma non so dire per quanto siamo rimasti ammollo.. né in che stato siamo usciti, come ci siamo rivestiti, e come ci siamo separati.. forse abbiamo dormito sulla spiaggia fino all’alba.. non so.

Mi sono risvegliato nella mia camera un’oretta fa.. e l’emicrania non accenna a diminuire.. dubito che le tisane di Mika-san siano utili..

Chissà lui dov’è?
Non credo sia andato al campetto, stamane.. era messo peggio di me, il Do’aho.

Se non avessi una mandria inferocita di bisonti in corsa nella scatola cranica, direi che è stato un sogno.
Un sogno bizzarro.
Bizzarro e piacevole..

Se devo essere sincero, non so se voglio che passi tanto presto.. cosa mi resterà, dopo, a parte la nausea?”

“Non è che sia il massimo da associare ad un ricordo, sai?” insinuo.

“Chissà lui come sta?”

“Avevo preso il caro, vecchio rimedio della nonna, e ho vomitato l’anima..” confesso, ancora stordito dalla rievocazione dell’evento.

Neanch’io ricordo come ci siamo lasciati, o come sono tornato al Centro, ricordo il malessere del risveglio, e la brodaglia puzzolente che mi sono obbligato a prendere… e… ho tentato di fare mente locale..

D’improvviso, il ricordo della nostra serata m’investe, con tutte le sue implicazioni che avevo scordato..

“KAMI SAMA!!” MA COME ABBIAMO POTUTO ESSERE COSI’ IMBRANATI??”
 

“Ore 13.50. Devo farmi passare il tempo.
Il dolore sta scomparendo, e sono sensibilmente più lucido.

Fra un’ora e mezza la partenza.

Ho riletto il resoconto ingarbugliato di stanotte.
Siamo stati degli sconsiderati per quello che abbiamo fatto, ma non mi pento di niente..
Anzi.

L’unico rammarico, col senno di poi, è che le cose potevano andare diversamente.. magari cercare di chiarirci.. o anche solo provarci..”

“Ennesimo giro di valzer, eh?”

“Non ricordo nemmeno se gli ho detto quando partivo.. dovevo riferirglielo ieri sera, ma visto com’è degenerata..

Adesso vado a salutare la padrona, poi telefono a Mika-san, per avvisarla del rientro, e poi mi avvio alla stazione. Non oso sperare nulla.
Chi non spera.. non rimane deluso, no?”

“Dai un po’ di fiducia, Volpe.. lasciati stupire, per una volta..”
 

“Ore 23.30. Kanagawa.
Quando sono arrivato sul mio binario, era già lì. In attesa.
Ho simulato un po’ di sorpresa, mentre a stento ho trattenuto un sorriso.
Era tutto arruffato, accoccolato su una panca.”

“Baka Kitsune!! Tu eri messo mooolto peggio di me!!” mi difendo.

“Si è riscosso, vedendomi, esordendo con un: “Ehilà, Volpe!!”, tirandomi addosso della stoffa appallottolata, che si è rivelata essere un mio calzino..

“Me ne sono ritrovati due, infilati nello stesso piede..” fa lui, sorridendo con un’alzata di spalle, come se fosse normale.
“Do’aho..” gli ho sbuffato, piegando un po’ le labbra all’insù.
E lui ha sorriso di nuovo.
Mi sono seduto al suo fianco, trascinandomi dietro la valigia e il borsone.
C’era davvero poca gente, a quell’ora.
Del resto, i pendolari erano tutti al lavoro, e gli studenti ancora a scuola.. 

E’ sceso su di noi un silenzio un po’ imbarazzato, forse perché entrambi non abbiamo potuto impedirci di ripensare a stanotte..

Avrei voluto chiedergli se era venuto solo per il calzino, o anche per salutarmi.. ma mi è mancato il coraggio..”

“Non sono fifone come certe volpacce, io..” solo perché non c’era un pilastro abbastanza largo per nascondermi..

“Quando hanno annunciato l’arrivo del mio treno, ci siamo alzati, alquanto impacciati..
Hana mi ha fatto la predica: “Goditi i tuoi 5 minuti di celebrità.. perché, quando tornerà il Tensai, la squadra mi riconoscerà come sua punta di diamante!!” la sua solita spacconata.
“Tzé! Do’aho..” -gli ho replicato io, per disilluderlo- “Cerca di muoverti a tornare, che qua ne hanno piene le palle di te.” L’ho rimproverato, fintamente burbero.
“Stupida volpe..” ha ribattuto lui, sorridendo.

..Ed è stato in quel momento che mi è venuta un’idea..”

“Ti sei messo a trafficare col borsone, proprio quando il treno è arrivato davanti a noi..”

“Gli ho lanciato tra le mani la mia palla, che lui ha preso più per riflesso, che con vera intenzione.
Mi ha guardato, senza capire..
Quanto sa essere tordo, certe volte!!”

“Ohi!! Bestiaccia.. modera i termini!!” lo sgrido, risentito.

“Cosa ci dovrei..?” mi chiede, fissando in alternanza me e il pallone.
“Mangiartelo!!” gli ho risposto, serio.
“COSA??!!” sbotta lui, indignato.
“Mph.. ti farà compagnia..” gli spiego, spiccio.
“E’ il tuo preferito?” s’informa, invece, lui.
“No. Ma lo rivoglio, quando ritorni.” preciso.
“Ok!” concorda, annuendo.

Ha cercato di dirmi qualcos’altro, ma in quel momento le porte del vagone si stavano chiudendo, e io sono dovuto salire in fretta. Senza sentire le sue ultime parole.”

“Ti avevo ringraziato.”

“Credo di aver fatto la cosa migliore.. e non ritengo di essermi scoperto troppo.. almeno spero.. sì, insomma.. è un semplice favore tra atleti.. tra compagni di squadra.. non penso lui riesca ad attribuirci altri significati..

Il mio pallone lo farà sentire meno solo.. e poi, a me fa piacere che lui conservi qualcosa di mio..

Al ritorno, sono passato da Mika-san, per tranquillizzarla.
E domani si riprende scuola.
Ho una voglia matta di restarmene a letto.. ma Ayako mi strozzerebbe, se mancassi.. quella ficcanaso.. sono certo che mi tampinerà, finché non le farò un resoconto, (almeno decente) di tutto il Ritiro..
Nh.. c’è da dire che lei non c’era.. quindi posso raccontarle il minimo sindacale..”

“Beh.. spero che tu sappia mentire in modo convincente, perché lei mi ha chiamato subito dopo il tuo rientro..” l’avverto, con un ghigno.

Chiudo il diario, assicurando il segnalibro.
Ho finito l’odissea di quel giorno, e anche il tempo a mia disposizione..

Malgrado tutto, continuo a ripetermelo..

Come abbiamo potuto essere così idioti??

 

…continua.

 

Note dell’autrice:

- Per prima cosa, né la storia né i personaggi di Slam Dunk sono miei; appartengono agli aventi diritto e, nel fruire di essi, non vi è alcuna forma di lucro, da parte mia.

- La storia si snocciola in numerosi capitoli, ma si è GIA’ CONCLUSA.

- Chiunque desideri leggere l’intero racconto in tempi più brevi rispetto a quelli di aggiornamento, può contattarmi al solito divano blue navy: elyxyz@libero.it per ricevere i capitoli restanti.
Come sempre, sono graditi commenti, consigli e critiche.

- Per ulteriori note e chiarimenti doverosi, vi rimando all’ultimo capitolo.

Arigato (_ _)

elyxyz


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