Scelta d’amore

-Kaede’s Diary-

By elyxyz


Capitolo 33

(In corsivo, il diario di Kaede)

 

POV di Hana.  


“La mamma del Tensai ti porge i suoi saluti!!” gli dico, tutto allegro.
Oggi ho passato proprio una bella giornata..
Era da tanto che non trascorrevo un po’ di tempo con mia madre, senza fretta..
Sono secoli che non consumiamo un pasto insieme, con tutti i crismi!!
…. 

“Come stai, mia bella volpetta??” è la mia domanda, mentre mi accoccolo al suo fianco, prendendo il diario.
Accarezzo distrattamente la copertina blue navy, e intanto decido che è meglio che io gli racconti della mia giornata, invece di iniziare subito la lettura..

Sbircio la sveglia sul comodino: un’oretta scarsa.
E’ il massimo che Saito-san mi ha concesso, vista l’ora tarda.
Le ho spiegato che avevo un impegno importante, ma che mi spiaceva non stare un po’ con lui..
Ha chiuso un occhio, da brava complice, e mi ha dato il permesso. Per poco, però. 

“Allora.. stamani, ho fatto un sacco di cose, sai?
Tanto per cominciare, per festeggiare come si deve l’augusto genetliaco della mia tensaica genitrice, mi sono alzato come le galline, per prepararle una colazione da regina…
E’ una tradizione della mia famiglia.. quando c’era ancora papà, era lui a gestire i lavori, e io lo aiutavo, e ora il comando è passato a me..
Lei, di solito, si accontenta una tazza di caffé, e poi scappa via.. invece oggi.. tra l’altro, essendo sabato, se l’è gustata per benino.. a parte un piccolo incidente…” farfuglio, abbassando velocemente il tono.. magari la Volpe è un po’ sorda.. 

“Comunque.. dicevo: le ho tostato il pane, bello dorato-dorato, le martmellatine spalmate sopra, il succhetto di frutta, il caffé nero bello fumante e tutto il resto.. ho portato il vassoio in camera sua, e poi l’ho svegliata..
Sono rimasto a gustarmi la sua faccia sorpresa.. come fa a credere che me ne sarei dimenticato??
Beh.. tutto è filato liscio, fino a quando lei posa una fetta biscottata e la tazza, si mette ad annusare l’aria, mi scruta interrogativa per un istante e sbotta con un:  

“Hana, tesoro.. hai lasciato qualcosa sul fuoco?”

Io la guardo –smarrito- per un attimo, e poi le risponde serafico:

“Certo che no!! Non ho neanche acceso il gas, oggi..”

E, proprio in quel momento, un chiaro sentore di bruciato giunge alle mie narici.. mi catafiondo fuori dalla camera, verso la cucina, con lei che mi tallona, la colazione dimenticata..

Faccio scorrere gli shoji, e un odore acre mi colpisce, sgradevole.

“Cosa accidenti..” chiede lei, con educata perplessità, dietro di me, che le nascondo la visuale..

Il cucinino sembra Londra alle 8 di mattina: una densa, fitta nebbia aleggia nella stanza..

“Il tostapane, CAZZO!!” esclamo, correndo a spegnerlo.

“Hanamichi!!” mi rimprovera lei, non so se per la volgarità, o per il disastro.

“Scusa, mamma..” farfuglio, staccando la spina dall’aggeggio infernale.

Lei apre le finestre, e l’aria si fa di colpo più respirabile..

“Se arrivano i pompieri, glielo spieghi tu!!” –è la sua minaccia, puntandomi un dito contro.

Devo avere una faccia davvero contrita, perché lei scoppia a ridere, pizzicandomi una guancia..

“Il mio tensai pasticcione.. Non è che da grande vuoi far e il piromane, eh?!”

Io estraggo il pane carbonizzato dallo scomparto.. fa quasi impressione.. e lo getto veloce nella pattumiera, in modo tale che lei non riprenda la ramanzina..
A incendio domato, ritorniamo in camera da letto per finire la colazione.. lei, a me è passata la fame..

Poi ci siamo preparati, e siamo andati a fare la spesa, così –per una volta- non deve trascinarsi da sola pacchi e borse.. ne ha approfittato per mettermi in mostra con le sue amiche..

Ho ancora nelle orecchie il loro coro di vocette estasiate: 
‘Oh! Ma che bravo ragazzo..’ - ‘Che fortunata, tu!.. il mio? non mi aiuta mai…’ – ‘Me lo presti qualche volta??’
Mamma si è pavoneggiata per un po’.. credo sia un toccasana per la sua autostima da genitore. Mah.
La signora Takada mi ha anche palpeggiato il culo, in un impeto di apprezzamento..
Sono pericolose, sai, le signore di mezz’età!!”

Rabbrividisco, al ricordo delle loro velate avances.. velate, mica tanto!! 

“Ritornati a casa, abbiamo cucinato insieme il pranzo, e poi siamo andati al laghetto, per un bel giro in barca.. una volta o l’altra ti ci porto!! Il Tensai è un rematore formidabile, ovviamente!!
 

E’ da quando avevo 5 anni, che si ripete questo rituale.. non c’è pioggia o tsunami che tenga: papà ci caricava sulla barchetta e ci scorrazzava per il lago, io davo da mangiare alle ochette.. Pensa! Una volta una m’ha beccato sulla testa, perché le avevo sottratto il mangime all’ultimo minuto.. e un’altra ancora mi ha rincorso, perché mi ero avvicinato troppo ai suoi piccoli.. sono pericolose, che ti credi?.. ma il Tensai Sakuragi correva al sicuro dai suoi geniali genitori.. e poi concludevamo la giornata facendo un pic-nic, lì nel parco.
 

Invece, stasera mamma deve lavorare, quindi siamo rincasati un’oretta fa..
 

Ad essere sinceri, il suo turno inizia fra quasi due ore, ma lei ha capito –perché è la giusta madre di un Genio- che io avevo bisogno di vederti, almeno un pochino.. quindi mi ha dato libera uscita, con la scusa di volersi riposare, prima di.. beh, ecco.” Concludo, sorridendo, ripensando al modo discreto con cui lei mi ha fatto capire che potevo anche lasciarla sola, che avevo egregiamente adempiuto al mio dovere di figlio devoto, e che sapeva quanto fosse importante per me essere qui.. “Salutami Kaede!” ha detto, spingendomi a viva forza fuori da casa, e sbattendomi la porta in faccia.
Ho tentato di protestare, senza molta convinzione, in verità.
E lei è sbucata fuori dalla finestra della cucina, con l’aria di chi non vuol essere contraddetta (e io ci tengo a vivere, lo so per esperienza) e mi ha detto che vuole un po’ di pace e la casa per sé, che di sicuro passeranno le sue amiche..
Balle!
Lei festeggerà con loro solo domani sera, lo so bene.. è da 2 settimane che hanno organizzato tutto!!
Comunque.. io ho preso la palla al balzo, l’ho salutata e sono zampettato qui. 

“Che ne dici..? leggiamo un po’?” propongo, apprendo l’agenda al punto dove ci siamo fermati ieri.

 

13 Settembre. Lunedì. “Meno due alla fine.
Il ritiro è ormai giunto alla sua naturale conclusione, e non credo sia procrastinabile..
Vacca boia!!
Io ho scelto di rimanere ventiquattr’ore in più, con la scusa di compiere una commissione per Mika-san.. il che è vero, (devo portare un pacchetto a una sua cugina, che vive a una decina di km da qui) ma anche –soprattutto- per allontanare lo spettro della separazione.
Non ho ancora avuto il coraggio di chiedergli se ha già notizia di quanto deve rimanere, quanto durerà questo supplizio.. il punto è che, se lo sapessi già, mi torturerei nell’attesa, quindi sto rinviando la fatidica domanda..
Nh..
Stamattina abbiamo fatto allenamenti regolari, io e lui, e poi io mi sono esercitato con la squadra, una partita entusiasmante: abbiamo vinto solo con 2 punti di distacco.. ma soffrendo nella ripresa del secondo tempo.
Maki è un ottimo regista, non c’è che dire.. Jin, coi suoi tiri da tre, ci ha aiutato parecchio, a far diminuire il disavanzo, Rei..”

“Rei?.. REI??!!” –esclamo, alzando di un’ottava- “Ohi! VOLPE!!! Prenditi meno confidenze, con quello!!” esplodo, schiumando rabbia…. e gelosia.

“Rei mi ha passato un bellissimo alley-hoop, che ci ha riportati in vantaggio a -2 dal termine.
Kuroi, con la scusa di marcarmi, mi si è strusciato addosso un paio di volte: gli ho rifilato una gomitata e un pestone in simultanea (mi hanno fischiato il fallo, ma almeno me lo sono tolto dai piedi).
Kawata senior mi ha stoppato, (e la cosa mi brucia assai), ma io sono riuscito a fermare Sawakita ben 4 volte!! Il che pareggia la faccenda..
Iwaki ha segnato il canestro della vittoria, sudata, ma meritata.”

“Se metto le mani su quel Kuroi, gli faccio passare la voglia di ronzarti attorno…” è la mia minaccia gettata al vento.
Solo dopo averla detta, mi accorgo della sua inutilità: Kaede è qui, ora, a centinaia di chilometri di distanza da quell’importuna-volpacce-altrui.. e non lo rivedrà (questo, lo garantisco io!!) almeno fino alla prossima Convocazione Nazionale, alla quale parteciperò anch’io (altra cosa che è già certezza) quindi, quel carciofo non allungherà più le sue luride, schifose zampacce sulla mia volpetta.. 

“Ore 21.00, dopo l’ennesimo incontro con la mia Baka Saru.
Avevamo concordato di ritrovarci stasera, al solito campetto.
Ma io, nell’impazienza di rivederlo, sono arrivato con largo anticipo, così ho deciso di andare ad aspettarlo sulla spiaggia, in riva al mare.
Mi sono posato contro il palo dove si issa la bandiera, che indica la situazione delle onde, e mi sono incantato ad osservare i pescatori verso il faro, che avvolgevano le reti.. un lavoro millenario, sempre uguale a se stesso, nella sua ciclicità.
L’uomo e il mare.
Puoi avere barche costose e iper-tecnologiche, ma alla fine rimani tu e lui.
L’uomo e il mare, appunto.

Ed è strano, il mare mi inquieta, nel suo eterno andirivieni senza requie.
Chi, come me, è nato in una città di mare, dovrebbe amarlo a pelle, sentire il profumo della salsedine ovunque, adorare questo cullare perpetuo, che dovrebbe calmare, consolare..
A me, rende solo nervoso, di un’irrequietezza che sfocia nell’esasperazione.. è come un tarlo dentro, lo stomaco in subbuglio..
Mi piace il mare, non voglio essere frainteso, ma solo a piccoli morsi, dilatati nel tempo.
Questo senso di nostalgia mi dilania dentro, come se dovessi separarmi da tutto all’improvviso, da un momento all’altro.
Il mare fa così.. a volte mi fa sentire piccolo piccolo, di fronte all’eterna sua vastità.. a volte fa paura.. a volte lo odio, perché mi separa dal mio sogno, dall’America..
Non faccio parte della gente di mare, io.
Non ce l’ho nel sangue..  

Lui mi chiama da lontano.. Mi chiama, ma non gli rispondo. Voglio che si avvicini, che sia con me.
“Dormi in piedi come i cavalli, adesso??” sbotta, ravvicinandosi.

In realtà, sono più che sveglio.. Solo che continuo a far finta di dormire..
Per mille motivi, perché –d’improvviso c’è lui, accanto a me- presenza voluta e temuta.
Per difesa: il sonno è sempre stato un rifugio.
L’ho sentito arrivare.. il suo ciabattare trasandato, strascicato sulla passerella del bagnasciuga.
Inconfondibile.
Ma non so ancora come calmare il cuore, ogni volta che è vicino a me.
E ogni volta che ho il sacro terrore di scoprirmi troppo..
E la terribile consapevolezza -senza via di scampo- di essere innamorato di lui..
Bramo la sua vicinanza e la temo, come la più pericolosa delle cose.. 

La gente ama definirmi un figlio di papà: un ghiacciolo borioso, saccente, ipocrita e menefreghista..
Ma la gente non sa com’è Kaede Rukawa.
La gente non sa un cazzo. 

Non sa quanto mi costi averlo vicino, e non poterlo sfiorare, se non con i pugni.
Non sa cosa vuol dire fingere di dormire, per poterlo guardare senza essere insultato.
Non sa.. e vuole aver ragione. 

Perché cazzo mi sono innamorato di lui?
Ma che senso ha, chiedermelo, quando conosco già la risposta? 

Sono rimasto lì, aspettando che lui facesse qualcosa, qualsiasi cosa..
Mi ha chiamato ancora, e io l’ho ignorato, di nuovo.

E di colpo lo sento sbuffare, ma so per certo che non è seccato, sta trattenendo una risata.
Mi scompiglia i capelli, e mi dà un pacca –non esattamente piacevole- sulla nuca.
E io mi ritrovo a interpretare la parte che lui si aspetta che io reciti..
Il destro scatta  al vento, senza meta, senza forza.. ma lui non lo schiva, stavolta.
Sento la sua mano attorno mio polso, una presa sicura, ma non forte.
Potrei giurare che il suo pollice mi abbia accarezzato la pelle.. vana illusione.

Il suo respiro mi fa solletico.
Apro gli occhi.
Dalla mia bocca alla sua: 12 cm secchi.
Un continente.
Tanto vale darmi in mano una katana e chiedermi di morire con onore, facendo Harakiri.. 

Non so se il tempo si sia congelato, ricordo solo i suoi occhi, e le sue labbra troppo vicine..
Dannazione!! Troppo lontane..

“Ben svegliato, Kitsune..” mi augura lui, con tono gentile.

La sua bocca che si muove.. sembra un messaggio subliminale.
Mi appresso lentamente, decidendo di mandare tutto a puttane, di baciarlo qui, in questo momento, di rotolarci sulla rena e di convincerlo che DEVE essere mio, mio e solo mio..
E ‘fanculo tutto il resto! 

Mi fermo un istante, per racimolare l’ultimo morso di coraggio, lo sguardo a lui che mi sorride, incoraggiante.
“Ma è presto per il letargo..” sussurra, rompendo l’idillio.
E lanciandomi una testata che mi rintrona completamente.
Quel do’aho!!!” 

 “Scusa, Kit.. ma cerca di capirmi.. sono stato preso dal panico! ..Mi sono difeso nell’unico modo che conosco, nell’impeto della concitazione.. dopo che non sono riuscito a trattenermi, e ti ho accarezzato i capelli.. ho temuto di essermi scoperto troppo.. avrei voluto baciarti, non l’ho fatto perché temevo ti avrei perso..” mi giustifico, annotando l’ennesima occasione mancata.. sembra che la nostra relazione sia un valzer senza fine..
 

“Frantumato l’incanto, un altro mio gancio parte in automatico, un po’ per la delusione, un po’ perché mi ha fatto incazzare.. non può illudermi, anzi, no!! P-R-O-V-O-C-A-R-M-I così, e poi piantarmi in asso.. altra cosa da mettere in conto a quel carciofo!”

“Ti ho già chiesto scusa, mi pare!!” scatto, sulla difensiva.. questa volpaccia cocciuta è capacissima di rinfacciarmelo da qui all’eternità..

“Nh.. abbiamo archiviato quello che stava per accadere, e-che-non–è-successo, e ci siamo diretti al canestro, per la solita sessione..
....
Si sta riprendendo.. è giusto riconoscerlo.. sono bastati quattro tiri con me, e già è rimontato in sella. Mi fa sentire orgoglioso, sapere che sono parte dei suoi progressi, un mezzo per raggiungere qualcosa che lui ritiene importante..

Ciò non toglie che lui resti un idiota!!
Proprio mentre stavo per proporgli di smettere, lui si fa sotto, mi ruba la palla e corre a canestro, insaccando uno slam bellissimo.
Bellissimo, ma.
Stavo per sgridarlo per la sua imprudenza, ma non ce l’ho fatta.
Il sorriso che aveva stampato in faccia non me lo ha permesso.
Vacca boia!! Divento troppo sdolcinato, quando si tratta di basket.. di Do’aho e basket..

Ma la paura che lui possa pagare uno scotto pesante per una sua leggerezza c’è, e non mi abbandona, e credo non lo farà, almeno fino a quando non lo rivedrò calcare il parquet dello Shohoku, e sbraitare a tutti che il tTensai è tornato.. e, forse, nemmeno allora..
Forse la paura non mi abbandonerà mai.

Mi spaventa il potere che ha su di me.. so che non l’ha chiesto, ma ce l’ha.

Com’è possibile?”

“Sai, Kaede.. i ragazzi mi hanno fatto un regalo particolare, prima di partire: è una targhetta, con incisa una frase..

“Nella sua grandezza, il genio disdegna le strade battute da altri e cerca regioni ancora inesplorate.”

Forse.. la mia regione sei tu..

L’aveva detto Abramo Lincoln, molto molto tempo fa.. e credo che mai, pensiero sia stato più azzeccato..

La porta si apre appena, infrangendo i miei pensieri.

“Hana-kun, è..”

“Lo so, lo so..” la precedo. E Saito-san scompare, così com’è venuta.

“Scusami.. abbiamo letto solo di una giornata..” chiedo perdono, ricordando anche un’altra confessione spinosa..

“Domani… beh… Vedi.. lo so che le cose si sono accumulate, ma non dipende da me.. L’Aarmata mi dà già per disperso.. ha detto che mi sequestrerà tutta la domenica, per una giornata tra noi.. non ho potuto rifiutare.. hanno insistito tanto.. Posso, Kit?” chiedo, attendendo un inutile permesso.

Sbuffo.. Sentendomi assurdamente, nuovamente in colpa.

“Dai, Volpe, su!! Un giorno senza Tensai lo saprai passare, no?!” lo provoco.

Ma chi sto cercando di convincere? Lui..
..o me?

 

…continua.

 

Note dell’autrice:

- Per prima cosa, né la storia né i personaggi di Slam Dunk sono miei; appartengono agli aventi diritto e, nel fruire di essi, non vi è alcuna forma di lucro, da parte mia.

-La frase citata: “Nella sua grandezza, il genio disdegna le strade battute da altri e cerca regioni ancora inesplorate” appartiene ad Abramo Lincoln. (1809-1865)

- La storia si snocciola in numerosi capitoli, ma si è GIA’ CONCLUSA.

- Chiunque desideri leggere l’intero racconto in tempi più brevi rispetto a quelli di aggiornamento, può contattarmi al solito divano blue navy: elyxyz@libero.it per ricevere i capitoli restanti.
Come sempre, sono graditi commenti, consigli e critiche.

- Per ulteriori note e chiarimenti doverosi, vi rimando all’ultimo capitolo.

Arigato (_ _)

elyxyz


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